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By Mary120394

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- REVELATIONS SEQUEL - Cinque mesi dopo. Isa lavora al New York Journal e se professionalmente parlando sembr... More

Prologo
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
SORRY!
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
AVVISO
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 48
I need your help!
Capitolo 49
Capitolo 50
Capitolo 51
Capitolo 52
Capitolo 53
Capitolo 54
BIG NEWS!!
Ci siamo quasi!
Adrift - alla deriva

Capitolo 55

400 30 19
By Mary120394

"Tell me all your secrets till the sun comes up.
Know that I will keep them till we are old enough."

SECRETS - JACOB LEE

HARRY


Quello che mi trovo di fronte mi spezza e brucia il cuore in egual misura. Isa mi viene quasi addosso tanto è arrabbiata e io sono costretto a protendere le mani in avanti affinché non mi finisca contro. I nostri sguardi però si mescolano all'istante e solo dopo aver sofferto nel vedere quelle due fessure rosse, rigate da un dispiacere che non conosco, da una rabbia incontrollabile, mi accorgo dei bicchieri a terra e dello sgabello gettato in un angolo. La ragazza impaurita dalle emozioni che la stanno percorrendo e che l'hanno portata a reagire in modo così assurdo, cerca una via di fuga da quel posto che, non so per quale ragione, pare esserle diventato stretto.

«Isa.» Voglio semplicemente ricordarle chi è; dal modo in cui i suoi occhi vagano nello spazio circostante pare essersi persa. «Cosa è successo?» Chiedo, facendo un passo in avanti. Vorrei abbracciarla, stringerla a me e farla rendere conto che nulla è così insormontabile come la sua testolina crede. Ci sono io con lei, ora e per sempre se vorrà.

«Harry vattene!» Una voce profonda e dura che nasconde tutta la vulnerabilità del suo animo. Mi guarda negli occhi e quello che vi leggo, stringe il mio cuore in una morsa capace di lasciarmi senza fiato. Sta cercando il mio aiuto, ma non sa da che parte aggrapparsi.

«Isa calmati.» Parlo piano e lentamente. Le accarezzo un braccio mentre sembriamo esserci solo noi nella stanza. Gli altri ci guardano tutti in religioso silenzio come se stessero assistendo allo scambio di battute tra il domatore e la sua tigre. «Va tutto bene, dimmi solo cos'è successo.» Più la osservo tentare di reprimere la burrasca che ha dentro, più mi innamoro di lei, il cerchio riprende a girare e non posso fermare la mia mente dal sognare una vita con lei che vada oltre tutto. Devo parlarle sul serio. Potrei farlo adesso, inginocchiarmi ai suoi piedi e chiederle di concedermi ogni giorno della sua vita. Qualcosa mi dice che non potrei scegliere momento peggiore.

«Harry ha ragione, devi stare calma.» Chi ha parlato? Irene. Avrebbe fatto meglio a tenere la bocca chiusa! Isa prende un lungo respiro come a cercare di non abbandonare l'ultimo briciolo di buon senso che le è rimasto. Poi guarda oltre le mie spalle, verso la porta: quello spiraglio di libertà che le sto ostruendo. Senza dire niente mi aggira ed esce dalla stanza. Guardo in cagnesco i suoi zii, sono stati loro a creare tutta questa tensione, mi pare ovvio! Poi prendo a seguire la mia ragazza, la quale riesce a fare solo pochi passi prima di essere fermata dal sottoscritto.

«Dove pensi di andare?» Domando.

«Lasciami!» Neanche l'avessi minacciata con un tizzone ardente, si volta di scatto, riversandomi addosso la sua rabbia. Lo schiaffo che ricevo mi lascia a bocca aperta e con il cuore a pezzi. Non ci sto capendo un bel niente. Cosa diavolo è accaduto in cucina per trasformare la mia Isa in una furia? «Harry, io... scusami.» I suoi occhi si appannano sotto lo sgorgare di lacrime amare. Indietreggia come se mi avesse appena pugnalato inconsciamente. Per ogni passo che lei fa verso la porta, io ne faccio uno verso di lei. Mi farei uccidere se questo potesse essere di conforto alla sua delusione. Che mi picchi, mi calpesti, che faccia di me ciò che vuole, sono suo e lenire le sue sofferenze è uno dei miei diletti. So che lei farebbe lo stesso per me. Sto per dirle queste parole, preludio di una promessa, di un impegno eterno, ma Isa mi volta le spalle, apre la porta e scappa via.

«Qualcuno mi spiega cosa è appena successo?» La voce schietta di Gioia attira l'attenzione di tutti, un po' meno la mia che sono ancora fisso a guardare il portone ormai chiuso.

Mi passo una mano tra i capelli mentre nel mio cervello si susseguono domande che so non troveranno facilmente una risposta. «Non me ne frega un cazzo di quello che è accaduto!» Tuono, nel momento esatto in cui lo zio di Isa apre bocca per dare spiegazioni. «Voglio solo sapere dov'è andata la mia ragazza!» Continuo. Il suono del motore della macchina che abbiamo noleggiato non è passato inosservato al mio orecchio e il pensiero di Isa, scossa e alla guida mi manda in fibrillazione! La mia mente riesce a pensare solo a lei che piange, al suo viso afflitto mentre il mio corpo si muove per conto proprio. Senza accorgermene sono già imbacuccato e pronto per uscire. «Tu.» Guardo Richard. «Vieni con me.» E gli lancio il cappotto. La sua espressione dubbiosa mi costringe ad articolare la mia criptica affermazione. «Sei vissuto qui, conosci ogni angolo di questo posto quindi devi aiutarmi a trovarla.»

«Vengo con voi!» Esclama Cris, ma sua zia glielo vieta dicendole che ha una cosa importante da dirle.

A me sembra di vivere un incubo. Tutto si sta svolgendo senza che io ci capisca almeno una virgola. Non mi piace.

Appena Richard è pronto, entrambi usciamo in strada e con la sua auto partiamo alla ricerca di Isa.

«Che diavolo le avranno detto?» Pongo la domanda che più mi terrorizza mentre il piede di Ric premere smanioso sull'acceleratore per mangiare quanta più strada possibile.

«Vuoi la verità? Non ne ho idea.» La sua voce esprime alla perfezione lo sgomento che lo attanaglia. «Non l'ho mai vista così in bilico.» Continua, svoltando a destra per tre volte.

«Era persa.» Commento, guardando dritto di fronte a me. Mi massaggio la nuca, mi mordo il labbro e sbatto gli occhi. Sono in preda alla smania più assoluta. La situazione non mi convince affatto.

Per qualche minuto nessuno dei due dice nulla. La neve ci costringe a rallentare, il ghiaccio ci obbliga a prestare più attenzione e fintanto che deceleriamo, mi guardo intorno, osservo la giornata che prosegue, per niente scalfita da quello che invece sta succedendo a me, a Isa. Il mondo va avanti inesorabile, per tutti, in qualsiasi parte del globo. Dobbiamo essere noi a mettere le mani in pasta, sistemare le cose o almeno provarci, perché nessuno lo farà in nostra vece. Il mondo non si cura di nessuno. Dobbiamo farcela da soli.

«C'è soltanto un posto in cui può essere.» Richard spezza il silenzio. Svolta a sinistra e tira dritto come un treno. Vedo un sottopassaggio in cemento, una discesa e in lontananza un edificio giallo, imponente, ma addolcito dal manto bianco che lo fascia come una soffice coperta. «La nostra vecchia scuola.» Spiega. Un brivido mi percorre il corpo nel sentire quelle parole. Ora più che mai mi accorgo di star entrando nella vita di Isa. Ora più di prima mi accorgo di volerne far parte. Venire qui per le vacanze di Natale è stato prezioso, mi ha aiutato a consolidare pensieri che aleggiavano come fumo dentro me. Voglio Isa. Voglio tutto di lei. «Non è la vostra macchina quella?» Ric mi riscuote dai pensieri. Siamo fermi davanti al cancello alto, sbarrato e in ferro battuto del liceo che Isa ha frequentato. A farci compagnia una vecchia Mercedes del 2005 di un grigio sporco; la macchina che Isa ed io abbiamo preso a noleggio una volta atterrati a Milano.

Lei è qui!

«Come diavolo ha fatto a entrare? È tutto sbarrato.» Sono perplesso.

Richard sorride e, alzando gli occhi al cielo, mi supera. «Seguimi, ho capito che devo fare tutto io.» Sghignazza quasi divertito. Lo lascio fare, in fondo ha ragione. Giriamo intorno alla scuola fino ad arrivare in un punto in cui la recinzione in ferro non è più presente e l'edificio è protetto semplicemente da una rete di plastica per niente in buone condizioni. Guardo Richard arrampicarsi con una maestria tale da farmi capire che non è la prima volta per lui. «Venivamo spesso qui fuori orario.» Mi dice, una volta dall'altra parte della barricata. Mi accingo a fare lo stesso, ma i miei maledetti skinny jeans non sono comodissimi per questo genere di acrobazie e rendono la mia figura leggermente più goffa del normale. Per fortuna che Isa non può vederti. La mia coscienza rincara la dose.

Quando i miei stivaletti atterrano sulla neve fresca mi faccio i complimenti da solo per non aver indossato quelli in camoscio di YSL. «Come mai venivate a scuola fuori orario?» Chiedo, togliendomi distrattamente dalle spalle un po' di neve. I fiocchi hanno ripreso a cadere silenziosi.

«Come puoi vedere è un posto tranquillo per... molte cose.» Dice allusivo.

«Okay, questo non volevo proprio saperlo.» Commento. Un calore si propaga in ogni parte del mio corpo al pensiero di essere nel luogo in cui la mia Isa, da adolescente, si divertiva con questo bell'imbusto. «Tu e Isa venivate qui a fare sesso? Perché?» E mi copro gli occhi mentre possibili immagini di loro due iniziano a materializzarsi tra la neve.

«Perché...»

«Sta zitto, non voglio saperlo sul serio! Era una domanda retorica!» Lo ammonisco. Lui alza le mani in segno di resa e con un sottile ghigno, mi fa strada tra la vegetazione. Il giardino che circonda la scuola è immenso. Potrei perdermi e tutto il bianco in cui è avvolto non aiuta affatto il mio senso dell'orientamento. Più ci addentriamo nella boscaglia, più l'edificio giallo sembra essere sommerso da tutta la flora presente e scomparire in essa. «Cazzo amico, vuoi prestare più attenzione?» Mi lamento, quando finisco quasi contro la schiena di Ric, il quale si è fermato senza avvisare.

«Zitto coglione o ci sentirà.» E si mette un dito davanti alle labbra per intimarmi di fare silenzio, poi con un cenno del capo lancia un'occhiata alla sua destra. A due metri da noi, su un tronco poggiato a terra, Isa è seduta, con il viso coperto dalle braccia, conserte sulle ginocchia. I suoi singhiozzi sono quasi un sussurro. Un leggero vento e il rumore di qualche auto che passa sulla strada principale in lontananza sono gli altri pochi e spettrali rumori che si odono. «Ora tocca a te. Io me ne vado.»

«Pensavo di riportarla a casa e basta.» Faccio presente. Non sono nel mio territorio, non c'entro nulla con questo luogo. È il loro posto, di Isa e Richard. «Cosa dovrei fare?» Resto spiazzato.

«Quello che fai sempre. Non so cosa sia di preciso, ti giuro, ho passato anni cercando di capirci qualcosa, ma non ne sono mai venuto a capo. Hai qualcosa che la sua anima riconosce come antidoto a qualsiasi dolore e come energia positiva per vivere in serenità i bei momenti. È come se tu fossi un'altra parte di lei. Ho visto come ti guardava, prima, a casa. Ti stava chiedendo aiuto anche quanto stava cercando di scappare da te per non coinvolgerti in quello che le stava capitando. È fuori dal suo controllo, quello che le susciti è fuori dal suo controllo, accade e basta, ma la fa stare bene e questo è ciò che conta. Me ne sono reso conto troppo tardi, ma va bene così.»

«Voglio sposarla.» Dico di getto senza neanche rendermene conto. Ammetto che è un bel po' di tempo che questo pensiero martella un angolo della mia mente. Non credevo però che prima di dirlo alla diretta interessata, sarei finito a dirlo al suo ex!

«Volevo farlo anch'io una volta. Ma non ha funzionato.» Commenta, abbassando le spalle e distogliendo lo sguardo da me. «Sei tu quello che lei ha sempre voluto, anche quando non se ne rendeva conto. Sei sempre stato tu. Ti dirà di sì, ne sono certo. Ecco, magari non dirglielo oggi.»

«Si, non mi sembra la giornata esatta.» Ammetto, spostandomi il ciuffo di capelli dal viso. Mi muovo incerto e con un piede calpesto per sbaglio un ramoscello, producendo il classico rumore che nei film porta la persona che si sta nascondendo ad essere scoperta. Nel mio caso il risultato non è tanto diverso.

Isa alza di scatto la testa nella nostra direzione. «C'è qualcuno?» Chiede allarmata.

***

ISA

Quando vedo Harry uscire dalla boscaglia, tiro un sospiro di sollievo.

«Come hai fatto a trovarmi?» Chiedo, tirando su con il naso e asciugandomi una guancia con la manica del cappotto.

Lui si siede accanto a me, lo sguardo dolce e una strana luce rassicurante negli occhi. «Richard.»

«Come ho fatto a non pensarci!» Ammetto, alzando gli occhi al cielo.

«A cosa servono gli ex altrimenti?» Sorride alla sua stessa battuta nel chiaro intento di tirarmi su il morale.

Io mi torturo le mani, nervosa. Harry emana calore, ha qualcosa con sé in questo momento, qualcosa che non gli ho mai visto prima e che, ai miei occhi, lo fa apparire ancora più affascinante. Sarà il fatto che è in pensiero per me, sarà lo schiaffo che gli ho dato prima di scappare o sarà qualcosa che ha dentro e che ancora non condivide con me. Fatto sta che, per un momento, dimentico le confidenze che mi hanno fatto gli zii in cucina e mi focalizzo sull'uomo che ho davanti. Lui è la mia fortuna eppure quello che sto per rivelargli ci allontanerà più di quanto entrambi possiamo immaginare. Io amo Harry, lo sposerei all'istante se solo me lo chiedesse, ma questa volta non può aiutarmi o forse, sono proprio io a non volere che lo faccia.

«Harry...» Ai miei piedi c'è una pozza di sangue, densa e scura. È il mio cuore che sanguina. Ho perso il controllo su tutto.

«Dimmi solo cosa è successo. Non ti ho mai vista così fuori di te.» Mi prende le mani nelle sue, le sfrega, le massaggia, le tortura peggio di come stavo facendo io poco fa.

Sospiro. Deve sapere. Devo dirglielo. Tanto prima o poi lo verrà comunque a sapere. «La tua Lucy, la Lucy di Kevin è mia sorella gemella.»








Note

E la bomba è stata sganciata! Isa e Lucy sono sorelle gemelle. Chi ci aveva pensato? Ammetto che alcune di voi avevano iniziato ad avanzare questa ipotesi nel corso degli aggiornamenti quindi BRAVE A TUTTE QUELLE CHE HANNO INDOVINATO! Per tutte le altre, siete invitate allo Spritz per un drink di consolazione ahah!

Detto questo, ora non resta che scoprire le ragioni per le quali Isa non ne sapeva nulla. A tal proposito voglio conoscere le vostre teorie, scrivetele nei commenti!

Per il resto, spero che il capitolo vi sia piaciuto, spero che tutte facciate il tifo per il nostro Harry che non trova mai un momento buono per dichiararsi e... ci vediamo al prossimo aggiornamento!

Nel caso non dovessi pubblicare prima del 15 (cosa molto probabile) vi auguro già da ora un buon Ferragosto!

Baci

Mary x

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