TWENTY

By SarahAdamo

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🏅I'm on THE WATTYS 2018 LONGLIST - MIA è una ragazza dinamica, solare, spesso e volentieri capricciosa. Ama... More

#SPAZIOAUTRICE❤️
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Ringraziamenti
Twenty 2.. cosa ne pensate?

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By SarahAdamo







Mia'spoint of view

Dopo aver racconato per filo e per segno alle mie amiche tutto ciò di cui ricordavo la sera precedente, altro non fecero che spalancare gli occhi ogni volta e rimanere a bocca asciutta.

«No aspetta, quindi tu vorresti dire che hai passato tutta la notte con Michael e ti sei svegliata con la sua maglietta addosso'??» ripetette Karen.

«Non dirla in questo modo, altrimenti sembrerebbe assurdo» posizionai in terra la mia valigia.

«Lo è infatti» intervenne Carol

«Ragazze.. lo so, è tutto cosi assurdo, ma mi ha assicurato che non abbiamo fatto nulla, forse i miei vestiti erano sporchi e lui è stato cosi gentile da prestarmi la sua maglietta.. » cercai di convincendole ma soprattutto tentai di convincere me stessa.

«Sarà» esclamarono entrambe.

Eravamo pronte. Pronte a lasciare quel posto che ci aveva fatto sognare, che mi aveva fatto sognare. Tutto stava finendo, ma perchè mi sentivo cosi triste e amereggiata? Avrei rivisto Michael, certamente potevo vederlo tutte le volte che volevo eppure quella mattina il nostro mi parve quasi un addio. Probabilmente la mia unica paura era di non poter rincontrare lo stesso Michael che avevo scoperto lì a Nizza.
L'aereo stava per decollare, ed approffittai per mandargli un messaggio.

Mia:"Sto per partire... ci vediamo a casa?"

Non volevo sembrare insistente, ma cosa potevo farci se mi piaceva terribilmente la sua compagnia. Aspettai con ansia il suo messaggio e non appnea il cellulare vibrò, aprì il blocco schermo frettolosamente.

Michael:"Si certo, buon viaggio piccola"

Quel messaggio mi rassicurò, sorrisi come un ebete diNanni alla parola "piccola" seppure non fosse la prima volta che un ragazzo usava quei nomiglioli con me, ma lì avevo un uomo, avevo Michael.

***

Dormì quasi per tutto il volo, e al mio ritorno Jamie e Lil mi aspettarono con ansia di fronte la porta principale, non appena li vidi li abbracciai calorosamente.

«Ci sei mancata tantissimo!!» esclamò Lil nel mentre mi abbracciava.

«Anche voi, da morire»

«Be' che ne dici se andassimo a casa per mettere a posto la valigia e poi a cena fuori?» propose mio fratello, carezzandomi la spalla.

«Si è una grande idea»

«Andiamo allora!!»

«Ragazze ci sentiamo dopo» promisi alle mie amiche, ci baciammo la guancia e poi saprì nell'auto grigia di Jamie accompagnato da Lily.

***

Guardai l'ora sul display del mio cellulare è pensai che Michel fosse ancora in aereo. In cuor mio sapevo quanto mi mancasse, in quel periodo a Nizza ci eravamo avvicinati veramente tanto, e forse avrei dovuto ammettere a me stessa che essere amici non significava assolutamente quello che eravamo invece noi due.
Una volta posata la valigia mi feci una doccia, indossai le prime cose che vidi nell'armadio e scesi di sotto per la cena che Jamie mi aveva promesso.

«Adesso basta Jamie, non puoi continuare così, deve saperlo è un suo diritto» Lil parlava sotto voce, ed io mi bloccai sugli ultimi gradini delle scale nella speranza di capirci qualcosa.

«No Lil, non si discute, è troppo tardi ormai» disse la voce di mio fratello.

«Fa come vuoi ma sappi che stai sbagliando» mi schiari la voce e presi fiato e li raggiunsi in salotto.

«Allora?Andiamo?» annunciai loro, fingendo di non aver sentito nulla.

«Si.. andiamo» fece Lil, con un grande sorrisone, Jamie si limitò a prendere le chiavi dell'auto dal piattino in argento e a dirigersi fuori.

Perché tanti segreti?

Perché parlare sottovoce e non farmi ascoltare?

Ma soprattutto chi "ha il diritto di saperlo?"

Tutte queste domande mi ronzavano nella testa come mosche, non potevo fare a meno di essere preoccupata e pensierosa, Jamie ed io eravamo molto affiatati, lo eravamo sempre stati ci confidavamo ogni cosa perché in quel caso le cose sarebbero dovute andare diversamente?
Decisi di chiamare Michael, nella speranza che fosse già arrivato. Uscì dal locale, e l'aria fresca di Seattle invase il mio corpo e i miei capelli spazzandoli via dal mio viso. Due squilli e poi finalmente la sua calda e roca voce.

«Michael..» biascicai.

«Mia, va  tutto bene?» mi sembrò stupido aver telefonato a quell'ora, soprattutto per confidargli le mie paure così decisi di far la cosa migliore.

«Come stai?»

«Sto bene.. e tu? Mi sembri strana» sorrisi a quella attenzione che mi aveva posto, sapeva captate ormai dal tono della mia voce il mio stato d'animo.

«Si... sto, sto bene domani sei libero?» mi morsi il labbro, preoccupata del fatto di essere stata insistente e fuori luogo ma volevo vederlo, volevo parlargli.

«Si.. cioè non dovrei far nulla a parte andare in ufficio la mattina, passo nel pomeriggio a casa va bene?» sorrisi, riusciva a mettermi sempre di buon umore, anche quando non ne avevo voglia per niente.

«Okay, sarebbe perfetto»

«A domani allora, buonanotte Mia» sorrisi al suo tono dolce.

«A domani, notte Mike» riagganciai, dopo aver parlato con lui mi sentì più leggera, meno spaventata. Incredibile quanto mi bastò una semplice telefonata da parte sua, Michael si stava davvero insidiando dentro di me con le unghie e con i denti. Finalmente potevo respirare a pieni polmoni, in grado di affrontare l'indifferenza di mio fratello rientrai dentro e non vi era cosa più bella che trovare il piatto a tavola.

«Dev'essere squisito» annunciai, addentando una forchettata.

La serata passò tranquilla, le domande che avevo piantate nella testa si fecero da parte, d'altronde mi erano mancati entrambi davvero molto ed ero felice di poterli rivedere.


Michael's point of view

Dopo riaver accompagnato Mia in Hotel, mi sentivo un verme, uno senza scrupoli. Le stavo mentendo, non le avevo detto la verità ma probabilmente se l'avessi fatto le cose si sarebbero complicate ed io volevo in anzitutto chiarire i sentimenti dentro di me, e non potevo farlo con la catastrofe che ne sarebbe potuta venir fuori. Quella notte a Nizza avevo scoperto un lato di Mia che non conoscevo, vederla avvinghiata a me con la sua labbra poggiate sulle mie, stringere i suoi fianchi fra le mani e sentirla diversamente da come la sentivo sempre... un'amica? Ma chi volevo dannatamente prendere in giro, soltanto me stesso. Non è mai stata un'amica e probabilemnte mai lo sarà. Quel bacio tanto atteso e desiderato, aveva scatentato in me un sentimento del tutto nuovo anzi forse aveva fatto fuoriuscire quel sentimento che era sempre stato nascosto fin dal primo giorno che l'avevo vista.
Non avevo molta voglia di parlare quel giorno, feci le mie valige in silenzio e insieme a Travis mi diressi in aereoporto accompagnati di Bruce

«Sei silenzioso Mike, è tutto okay?» chiese Bruce, io mi voltai per guardare il finestrino e osservare le auto veloci che sfrecciavano sotto il mio sguardo.

«Si, è tutto okay» decisi di essere sintentico, e distaccato.

«Se lo dici tu.. » arrivammo in aereoporto,
non smisi di fissare neanche un attimo quel magico posto che aveva fatto venire a galla ulteriormente i sentimenti che provavo per quella furba ragazzina. Presi la conchiglia dalla tasca dei pantaloni quella avevo raccolto sulla spaggia, e la osservai per bene. Mai avrei dimenticato il tepore della sua mano quando toccò la mia nel momento in cui la stavamo per raccogliere insieme. Quel viaggio lo porterò sempre nel cuore custotido per bene, con un enorme lucchetto come il resto delle cose che riguardavano quella ragazza dai capelli rossi. Ripensai ad Annie, non era corretto da parte mia nasconderle tutta la verità, stavo sbagliando e dovevo rimediare. Malgrado quella ragazzina per me fosse un'attrazione difficile da evitare.

«Mike??Michael mi senti??» il mio collega mi strattonò la spalla.

«Si, dimmi.. » scossi la testa, eliminando tutti i miei pensieri.

«L'aereo sta per partire se non ti sbrighi lo perderai» ritornai lucido.

«Ahm.. si hai ragione, scusa ero soprappensiero»

«Si amico lo avevo capito» rise lui.

«Grazie di tutto, e non dimenticarti di passare a Seattle per le pratiche dell'accordo» gli lanciai un occhiolino.

«Contaci!» ci abbracciammo, io presi il trolley per poi allontanarmi ma la sua voce mi fece voltare.

«Mike??»

«Si?» ci guardammo in viso.

«Dillo ad Annie, mh?» sorrisi malinconico, ringraziandolo con un debole cenno del capo.

«Si.. glielo dirò» feci il pollice in su e insieme a Travis ci dirigemmo per i controlli.

Ci sistemammo comodi sulle sedie azzurre e bianche e io appoggiai il capo allo schienale, decisi di risposare dato che quella notte non dormì affatto. Quella notte.. quella bellissma e eccitante notte sarebbe stata nei miei pensieri ogni giorno, e odiavo mentire specialmente alla persona che riusciva a farmi dimenticare tutto il resto. Mia, Mia non avrebbe mai scoperto i nostri focosi baci.

***

Arrivai con un po' di anticipo ero ancora mezzo addormentato quando vidi il viso di Annie scorgere fra la gente, mi sforzai di sorridere.

«Michael, finalmente!» esclamò pacata, abbracciandomi con garbo e compostezza. Probabilmente se ci fosse stata Mia, m'avrebbe lasciato senza fiato saltandomi addosso e regalandomi uno di quegli abbracci di cui non potevo ormai farne a meno. Io l'avrei poi stretta a me alzandola leggermente dal paviemento per via della sua piccola statura.

«Ciao, come stai?» ricambiai il gentile abbraccio, lei mi sorrise calorosamente.

«Bene tu? Mi sei mancato» pronunciato dalle sue labbra mi sembrò strano, non me lo diceva da un po. Sorrisi e l'accarezzai il braccio.

«Anche tu»

-"Salve signora Reed"- esordì Travis sorridendole, lei si staccò da me per salutare il mio autista.

«Ciao Travis, come è andato il viaggio?» insieme ci dirigemmo all'auto.

«Bene molto bene, lei si è divertita?» mi voltai udendo quella frase, e risi leggermente rivolgendomi a Travis.

«Non esattamente» risero entrambi, poi posizionai insieme a Travis i miei bagagli per poi salire sul retro insieme ad Annie.

«Com'è andato l'accordo?» mi chiese lungo il tragitto.

«Bene, è andato a buon fine» le sorrisi, sforzandomi.

«Per fortuna» sorrise anche lei, poi il nulla soltanto un fastidioso e assordante silenzio.

***

Ero a cena con Annie e Travis quando Mia mi chiamò e sentire la sua voce mi sembrò quasi un sollievo eppure era passata soltanto qualche ora dal nostro ultimo incontro, eppure sentì ugualmente molto la sua mancanza e poter sentire la sua voce mi fece tornare a respirare regolarmente.
La serata volse a buona fine, e finalemente un paio di ore dopo ero nel mio comodo letto con i miei pantalocini blu e.. con Annie silenziosa al mio fianco.



Mia's point of view

Il giorno seguente mi recai alla Madison University, avrei dovuto affrontare alcuni esami che avevo arretrati prima di poter godere di quella magnifica estate. Dovevo anche impegnarmi con il musical, una marea di cose mi aspettavano al mio rientro da Nizza.
Mi svegliai presto, stranamente, e corsi al bagno per una sciacquata veloce e un po' di trucco per non spaventare le persone che mi incontravano in strada. Dato le calde temperature scelsi dei pantalocini e una canottiera rossa. Legai i capelli in un codino spettinato concludendo il tutto con degli occhiali da sole. Raccolsi la mia borsa a tracolla e scesi di sotto per far colazione.

«Buongiorno!» esclami a mio fratello e a sua moglie.

«Giorno' cara, dormito bene?» chiese dolcemente Lil sorseggiando del caffè da una tazzina bianca in porcellana.

«Beatamente, oggi sono positiva» sorrisi, rubandomi una fetta di pane tostato e burro dal piatto piano di mio fratello, intento a leggere il giornale.

«Ma quello era mio!!!» piagnucolò in tono severo.

«Be' ora non più» sorrisi furbescamente, e baciai la guancia di Lil.

«Buona giornata tesoro» mi rispose lei, poi baciai anche la guancia di mio fratello sorridendo sotto i baffi.

«Brava, fatti perdonare per quella buona fetta di pane tostato»

«Sei noioso fratellino!» risi di gusti. Mi avviai verso la porta ma la voce di Jamie mi costrinse a fermarmi.

«Ah Mia, stasera andiamo a cena con Michael tu vieni? So che siete molto amici e non me lo perodoneresti mai se non te lo dicessi» l'idea di passare un ulteriore serata con Michael mi intrigava molto, e intolre aspettavo da quando mi aveva riaccompagnata in albero a Nizza, di rivederlo.

«Ovviamente si, sarò una di voi!» rubai la seconda fetta di pane tostato. Poi scappai via.

«Ragazzina insolente.!!!» scherzò Jamie, minacciando di rincorrermi, io risi a fiori di labbra e corsi in sella al mio scooter. Indossai il casco e partì.

Ero nel giardino dell'Università, in cerca delle mie amiche che anche avevamo qualche esame arretrato. Insomma, la sessione estiva era finita ma non volevo rientrare a settembre con una marea di esami da recuperare. Sperai con tutto il cuore che la Juilliard m'accettasse, volevo lasciare economia e dedicarmi alla mia più grande passione.

«Buongiorno ragazze» ci baciammo le guance e poi camminammo insieme verso il largo portone.

«Allora? Novità?» si rivolse Karen.

«Del tipo?»

«Del tipo: Michael l'hai sentito?» alzò gli occhi al cielo.

«Si, ieri sera e stasera esco con lui e mio fratello.. » risposi titubante, una voce interrupe quella conversazione spiazzandomi completamente.

«Io mi ero prenotato per primo mi sa, per quando saresti tornata a Seattle o sbaglio?» la voce proveniva da quel bellimbusto dai capelli biondi e dal sorriso smagliante.

Chris

«Ehi.. ciao, credevo rientrasse domani» le mie amiche avanzarono verso i corridoi della Madison per poi vederle sparire nell'aula più avanti.

«Ma dove andate??» gridai.

«In aula ci vediamo dopo» mi fecero entrambe un occhiolino, io alzai gli occhi al cielo sorridendo.

«Dov' eravamo?» chiese infine il biondo.

«Al fatto che sto facendo tardi ad un esame, e che volevi un appuntamento immediato» risi sarcastica.

«Ok d'accordo mi spiace non volevo chiedertelo in quel modo ma.. ci tengo davvero molto a farmi perdonare a dimostrarti che posso essere diverso da quel pomeriggio, quindi.. ti va di uscire con me giovedi sera della settimana prossima?» i suoi occhi mi parvero supplichevoli, sospirai e decisi da dargli almeno un'occasione.

«Va bene si, andata» gli sorrisi.

«Sono felicissimo, vedrai che non te ne pentirai» si avvicinò e mi baciò la guancia delicatamente.

«A giovedi Mia» feci un lungo sosprio di sollievo e mi diressi in aula.

***

Le ore passorno in fretta e in men che non si dica mi ritorovavo in cortile a chiacchierare con le mie migliori amiche. Sperai di aver passato l'esame d'altronde avevo passato pomeriggi interi a studiare quella materia. Mi sentivo preparata dopotutto

«Quanti esami hai arretrati?» chiese Karen.

«Credo solo due per fortuna» risposi esasperata

«Io pure.. ma tu sei fortunata c'è Michael a darti una mano questo è il suo campo» scrollai le spalle con noncuranza, mentre Karen d'accesse una sigaretta.

«Dio, sei cosi fortunata» esclamò Carol. Io risi di gusto.

«Ora devo andare, alle quattro ho lezione alla Regal» mi alzai, mettendomi in spalla la borsa.

«Farai anche quest'estate un musical?» chiese Karen.

«Si, ci stiamo preparando per quello spero non sia la solita noia» alzai gli occhi al cielo, per poi salutare con un bacio sia Karen che Carol.

«Ci sentiamo dopo»

Misi il casco e salì in sella al mio scooter. In men che non si dica, rientrai a casa pranzai in fretta e salì in camera mia per buttare giù qualcosa per il prossimo esame che avrei dovuto sostenere la settimana successiva. Dopo aver scritto un paio di appunti e fatto qualche ricerca al pc, decisi di tirar fuori la mia chitarra.
Prima di suonare osservai le corde e il suo color marrone in legno, sorrisi quando intonai la prima nota. L'accordai bene e poi iniziai a canticchiare un motivo, presi immediatamente un foglio e scrissi le prime note e parole che mi vennero in mente, poi la porta bussò.

«Avanti» la figura alta e slanciata di Jamie si fece largo nella mia camera, mi guardò malinconico e intascò le mani.

«E' bello sentirti cantare» si sedette al mio fianco sul materasso.

«Non dire sciochezze.. » arrossì e risi leggermente, mentre accordavo un altro po la mia chiatarra.

«Dico sul serio.. adoro sapere che fai ciò che ami» sorrise, ed io appoggiai il capo sulla sua spalla.

«Mi mancano tanto.. » ammisi, guardando nel vuoto.

«Anche a me.. molto» poggiò il suo capo sul mio.

«A cosa stavi lavorando?» cambiò tono e discorso.

«Non lo so, avevo nelle note in mente cosi le sto scrivendo» ammisi sorridente.

«Ah si?» incrociò le braccia.

Intonsi quelle poche parole che mi ero venute in mente, più suonavo più pensavo a Michael e sentivo le parole scorrere come un fiume in piena.

«Wow... sei proprio come papà"- esclamò mio fratello, con le lacrime agli occhi. Io posai la chitarra al mio fianco sul letto.

«Jamie, devi dirmi qualcosa?» mi feci coraggio, lui spalancò gli occhi e mi guardò stranito, anche confuso.

«No, perché me lo chiedi?»

«Curiosità, comunque sappi che puoi parlarmi di qualsiasi cosa e lo stesso vale per me suppongo» lui avvolse un braccio intorno alla mia spalla e vi appoggiai su il capo.

«Ma certo.. » dopo di ciò si alzò, e si lisciò i pantaloni.

«Io vado di sotto, Michael arriverà per le 7 tu hai lezione da Simon?»

«Si alle 4»

«Bene, ti accompagno io allora non ho nulla da fare» sorrise, prima di andar via e chiudere la porta. Io presi nuovamente la mia chitarra e mandai giù altre parole, lettere, pensieri che mi conducevano soltanto ai suoi occhi chiari e celesti.




#SPAZIOAUTRICE

Buondì ragazzi e ragazzeee!❤️❤️ eccovi un'altro capitolo spero sia di vostro gradimento, buona lettura e fatemi sempre sapere se la storia vi sta piacendoo!


See you ❤️

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