The Marriage Pact || Changlix...

By sstarrybin

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[«Aspetta, facciamo un patto. Se quando avremo entrambi ventisette anni, non ci saremo ancora innamorati, ci... More

Note e permessi.
Capitolo 1.
Capitolo 2.
Capitolo 3.
Capitolo 4.
Capitolo 5.
Capitolo 6.
Capitolo 7.
Capitolo 8.
Capitolo 9.
Capitolo 11.
Capitolo 12.
Capitolo 13.
Capitolo 14.
Capitolo 15.
Capitolo 16.
Capitolo 17.
Capitolo 18.
Capitolo 19.
Capitolo 20.
Capitolo 21.
Capitolo 22.
Capitolo 23.
Capitolo 24.
Capitolo 25.
Capitolo 26.
Capitolo 27
Capitolo 28.
Capitolo 29
Capitolo 30.

Capitolo 10.

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By sstarrybin

Distrutto. È così che si sentiva Hyunjin. Dopo la confessione di Changbin, era ancora più incerto su cosa dovesse fare.

Vuoto. Changbin si sentiva vuoto. A lungo aveva cercato di respingere il pensiero di essere ancora innamorato di Felix, ma ora che il sacco era stato svuotato, beh...

E non avrebbe mai più visto Felix.

E così era, fino a quando i giorni non passarono e non arrivò il momento del loro viaggio in Corea.

«Andiamo in Corea?» aveva chiesto Changbin, quando suo padre gli aveva rivelato che, nel giro di una settimana, avrebbe accompagnato Hyunjin a far visita alla sua famiglia. Non sapeva perché non fosse stato Hyunjin stesso a dirglielo.

«Sì, pensavo lo sapessi già? Hyunjin mi ha convinto e credo che sia una buona opportunità anche per te, per divertirti e rivedere il nostro paese. Non ci sei più tornato da quando siamo arrivati in Giappone. Non ti manca la Corea? Potresti anche far visita ai tuoi vecchi amici.»

Quando Changbin udì "vecchi amici", la sua mente volò a Felix e fu costretto a mordersi un labbro. Sarebbe riuscito ad incontrarlo di nuovo? Voleva incontrarlo? Allontanò velocemente quei pensieri, per il momento.

Mise su un sorriso. «Sì, certo! Non vedo l'ora, wow.»

La prima cosa che Changbin fece, quando raggiunse l'appartamento che condivideva con Hyunjin, fu irrompere nella stanza dell'amico e schiaffeggiarlo ripetutamente.

«Yah! Perché non mi hai detto che saremmo andati in Corea? L'ho scoperto oggi quando mio papà mi ha chiamato» urlò Changbin, senza mostrare alcuna compassione a Hyunjin.

Hyunjin bloccò i colpi con il braccio, continuando a scusarsi e cercando di scappare dalla morsa di Changbin. Per essere piccoletto, aveva sicuramente molto forza e, sebbene Hyunjin fosse di corporatura più grande, era comunque in vantaggio.

«Aish! Smettila, mi dispiace! Avevo solo tante cose per la testa e a dire il vero stavo pensando di non portarti più con me per via di...» Hyunjin affievolì la voce.

I colpi cessarono. «Per via di cosa?»

«Fe-lix...?» Hyunjin fece una smorfia, sperando che Changbin non ricominciasse a picchiarlo. Fortunatamente, le sue preghiere furono soddisfatte.

«P-perché...pe-perché lui? Cosa intendi?» balbettò Changbin, estremamente confuso.

Hyunjin sospirò. Sapeva che prima o poi sarebbe stato costretto a dirglielo.

«Potresti arrabbiarti un po', ma ti prego trattieniti dal colpirmi di nuovo, il mio braccio è già tutto rosso.» Hyunjin respirò profondamente. «Potrei tipo essermi organizzato con Jisung e Seungmin per farti rimettere insieme a Felix.»

Changbin gli lanciò uno sguardo interrogativo e Hyunjin continuò. «Il viaggio in Corea era anche perché tu e Felix poteste ricontrarvi e magari sistemare le cose. O pomiciare.» Cercò di nascondere l'ultima parte della frase con un colpo di tosse, ma Changbin la sentì comunque e alzò gli occhi al cielo.

«Ma ora ci sto ripensando perché...»

«Smettila di prendere tempo e sputa il rospo!» pretese Changbin.

«Okay, okay. È perché ha una ragazza, va bene? L'ho appena scoperto e io...è sbagliato.» Hyunjin fissò il pavimento.

Il cuore di Changbin si spezzò. Era incazzato per il modo in cui Hyunjin aveva agito alle sue spalle per interferire nella sua vita, ma lo faceva sentire peggio il fatto che Felix fosse realmente andato oltre. Era sicuro che avessero provato entrambi qualcosa, quel giorno a Singapore.

Hyunjin riprese la parola. «Senti, non devi venire se non vuoi. Io-»

Ma Changbin lo fermò prima che cominciasse a parlare senza fine. «Verrò.» A dirla tutta, non sapeva perché l'avesse detto. Forse voleva dimostrare a se stesso che non tutto girava intorno a Felix e che avrebbe perfettamente potuto vivere senza di lui.

«Davvero? Perché? Anzi, non importa, non devo saperlo. Andiamo allora. Prepara le valige, partiamo per la Corea.»

***

«Ricordami di nuovo perché ho voluto fare questo viaggio. Perché viaggiare significa prendere l'aereo e prendere l'aereo significa che tu soffrirai il mal d'aria. E ciò significa che io dovrò prendermi cura di te durante il volo e tu mi distruggerai il braccio a causa della tua stretta di ferro.»

Changbin si limitò a ridere ironicamente. Hyunjin era sempre così drammatico. Non poteva farci niente se viaggiare lo faceva stare sempre male.

Trasportando i loro bagagli, i due si avviarono verso la casa di Hyunjin in Corea. Durante il tragitto in taxi, Changbin mantenne lo sguardo fisso fuori dal finestrino. Gli mancavano i paesaggi della Corea. Tutti i manifesti luminosi nel distretto della città e i cartelloni pubblicitari con gente famosa. C'erano anche in Giappone, certo, ma a Changbin mancava comunque la Corea. Finalmente riusciva a capire ogni singola parola.

Quando raggiunsero l'appartamento di Hyunjin, la prima cosa che Changbin vide fu il cane dell'amico scodinzolare eccitato per aver rivisto il suo padrone dopo tanto tempo. Continuava a correre in cerchio intorno a loro e Hyunjin lo prese in braccio, con un sorriso che gli andava da un orecchio all'altro, esclamando: «Aaah, mi sei mancato anche tu!»

I genitori di Hyunjin erano estremamente amichevoli e accoglienti e fecero subito sentire Changbin a casa. Si sentiva in colpa poiché Hyunjin aveva dovuto lasciare tutto quello. Il più piccolo sarebbe potuto tornare in Corea dopo aver finito gli studi, ma aveva deciso di restare in Giappone con Changbin.

6 anni fa

Changbin si sentiva piccolo. Odiava dover cambiare continuamente scuola. Odiava il nuovo ambiente. Odiava le nuove facce.

Quando si erano trasferiti in Giappone, suo padre lo aveva iscritto ad una fantastica scuola privata per ragazzi stranieri, il che significava che probabilmente tutti lì intorno erano snob e pensavano di essere migliori degli altri.

E Changbin si era dovuto integrare nel momento peggiore. Un anno prima del diploma, quando ormai tutti avevano trovato degli amici e dei gruppi di cui far parte. Mentre Changbin era quello nuovo - smarrito e vulnerabile.

Senza grandi sorprese, sentì una forte pressione sulla spalla quando un ragazzo gli finì addosso, ridendo sommessamente.

«Ah, novellino? Non ti ho mai visto qui intorno, sono abbastanza sicuro che avrei notato un faccino come il tuo.» Il suo gruppo cominciò a ridere odiosamente. Changbin sapeva che non aveva buone intenzioni.

Quando restò in silenzio e cercò di allontanarsi, il ragazzo lo afferrò per il braccio così forte che lui trasalì.

«Dove scappi così in fretta? E quel capello? Dio, sei al chiuso, perché ce l'hai addosso? Sei un ragazzino emo che cerca di nascondersi la faccia? O stai cercando di fare il figo? O, aspetta, forse vuoi nascondere il fatto che stai diventando pelato!» Changbin percepì gli sguardi di tutti su di sé, mentre ridevano. Avrebbe voluto scavare una fossa, gettarcisi dentro e morire.

All'improvviso una voce zittì tutte le risate. «Abbastanza ipocrita detto da qualcuno che ha degli occhiali da sole in testa. E poi una giacca di pelle, davvero? È estate, anche meno. Lo sanno tutti che ci nascondete sotto della carta per sembrare muscolosi.»

«Oooh» riecheggiò tra i corridoi. Il ragazzo sputò a terra, lanciando un'occhiataccia al salvatore sconosciuto di Changbin. Chiaramente il suo QI non era così alto come aveva appena affermato. Cercando di nascondere l'imbarazzo, sgattaiolò via con il suo seguito di amici che cercavano di rassicurarlo.

L'angelo regalò un sorriso a Changbin. «Hei, sono Hyunjin. E tu sei?»

E quello fu il giorno in cui Changbin incontrò il suo migliore amico.

5 anni prima

«Non ci vado.»

«Sì, invece.»

«No, non ci andrò» insistette Hyunjin.

«Cazzo ho detto che ci andrai ed è quello che farai. Vai a basta.» Changbin battè i piedi a terra.

Si fissarono. Hyunjin sarebbe dovuto tornare in Corea dopo aver concluso i suoi studi in Giappone, ma continuava ad insistere per restare lì con Changbin.

«No, è una mia decisione e non puoi farci nulla. Resterò qui con te, hai bisogno che io resti e mi prenda cura di te, sii onesto. Sono passati mesi e continui a dimenticare come funziona la lavatrice» ribatté Hyunjin.

«Io non-» Changbin si bloccò, esasperato. «Oh mio Dio. E il tuo lavoro allora? Dove ne troverai uno qui? Cosa ne è stato di tutto il futuro che avevi progettato? Non puoi buttare tutto all'aria adesso.»

«Troverò una soluzione. Tuo papà ha dei posti liberi nella sua azienda, vero?»

Hyunjin era testardo e Changbin sapeva che non sarebbe mai riuscito ad avere la meglio su di lui.

«Non sarei dovuto diventare tuo amico. Mi sembra di avere una cattiva influenza sul tuo futuro perfetto.»

«Non avrei neanche un futuro senza di te.» Hyunjin gli fece un occhiolino e se ne pentì subito dopo. Fecero entrambi una smorfia e scoppiarono a ridere.

Changbin alzò gli occhi al cielo. «Cosa ci ho provato a fare. Ormai lo so che niente ti farebbe cambiare idea.»

«Esatto. E ora preparati a vedere la mia faccia per il resto della tua vita!» esclamò Hyunjin.

«Me ne pentirò tra tipo cinque anni» borbottò Changbin.

Oggi.

Non lo aveva fatto.

Nda.

Buongiorno!
Adoro questo capitolo, davvero. Il flashback sul giorno in cui Changbin e Hyunjin si sono conosciuti mi rende sempre super soft.
Allora...il nostro Binnie ha scoperto che l'amore della sua vita, back in Corea, si è trovato la fidanzatina😱 Nonostante questo, però, decide di accompagnare comunque Hyunjin in questo viaggio. Cosa credete che succederà??
Sono in ansia io anche se ho conosco la storia a memoria, brr


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