TWENTY

By SarahAdamo

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🏅I'm on THE WATTYS 2018 LONGLIST - MIA è una ragazza dinamica, solare, spesso e volentieri capricciosa. Ama... More

#SPAZIOAUTRICE❤️
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Ringraziamenti
Twenty 2.. cosa ne pensate?

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By SarahAdamo






THRID DAY

Mia's point of view

Il mattino seguente era il penultimo giorno di quella meravigliosa avventura, mi svegliai con un gran mal di testa.
Presi il cellulare, le mie due amiche dormivano ancora come sassi e scrissi a Michael nella speranza che fosse già sveglio.

Mia:"Buongiorno, ieri sera non ti ho più scritto perchè mi sono addormetata, come va?

Nell'attesa di una risposta, mi alzai e andai a rilassarmi a rinfrescarmi un po', faceva davvero caldo a Nizza l'aria era davvero molto afosa in quel periodo.
Tolsi i miei vestiti, accorgendomi minuti dopo che mi ero addormentata con essi. L'acqua fredda che mi scorse sul viso mi donò maggiore lucidità, rischiarandomi da tutti i piensieri, anche se la mente veniva travolta da un solo punto fisso: il mancato bacio fra me e Michael. Avrei dovuto parlarne con lui, chiarire quella situazone imbarazzante che si era venuta a creare non volevo assolutamente perderlo, era entrato così all'improvviso nella mia vita e della sua presenza ne avevo fatto tesoro. Ma conteporaneamente non riuscivo a smettere di pensare al suo odore incredibilmente bello e piacevole era diverso da tutti gli altri ragazzi della mia età, lui era un uomo vero e stavo andando incontro a qualcosa di molto più grande di me.
Il cellulare vibrò ed io mi afferttai per prenderlo.

Michael:"Lo avevo capito, tranquilla. Tutto ok e con la tua gamba come va? ps:buongiorno anche a te piccola"

Sorrisi scioccamente a quel messaggio, non sapevo se Michael ne fosse rimasto turbato dalla sera precedente, dal messaggio questo non traspariva affatto ma io volevo chiarire le cose.

Mia:"Molto meglio, anzi quasi passato del tutto. Ci possiamo vedere oggi? Vorrei parlarti"

Decisi di andar subito al sodo, nonostante l'importante riunione di lavoro che avrebbe dovuto lui sostener quel pomeriggio.

Michael:"Piccola mi dispiace, oggi pomeriggio sono a quella riunione di cui ti avevo parlato, però puoi passare adesso se ti va, ti faccio venire a prendere da Travis"

Piccola?

Quel nomignolo scosse tutte le farfalle che avevo nello stomaco, non ebbi il coraggio di controllarle o contenerle, temetti di svenire da un momento all'altro. Il suo modo di fare, il suo essere così protettivo e gentile mi mandava in estasi ogni volta e poi eravamo passati da "Mia" a soltanto "Piccola", le cose si evolvevano velocemente.

Mia:"Ok fra 10 minuti sarò pronta.
A dopo"

Lui mi rispose con una faccina sorridente ed un pollice in su, mi vestì in fretta indossando semplicemente dei pantalocini e una canotta e delle infradito, un look estivo e da spiaggia.

Legai i capelli in una coda bassa e non mi truccai per niente. Dopo un po arrivò un messaggio.

Sconosciuto:"Sono Travis, ti aspetto di sotto fra 5 minuti"

Guardai un'ultima volta le mie amiche ancora nel mondo dei sogni e scrissi loro un bigliettino, con su inciso che sarei tornata presto.
Dopo esattamente cinque minuti scesi di sotto, prendendo l'ascensore e sfortunatamente incontrando qualcuno di non molto a me gradito.

Ora vi starete chiedendo, da dove è saltato fuori Chris Owell?

Be' vi dirò lo adocchiai la volta che mettemmo piede in questa città lui era con un gruppo di amici, ed io con il mio ma non sapevo alloggiassimo nello stesso Hotel.

«Chris, che ci fai qui?» odiavo le coincidenze, specialmente con persone che non gradivo.

«Sono in vacanza e tu come te la passi?» l'ascensore si chiuse e noi rimanemmo soli in quella scatola di ferro.

«Bene, anch'io sono qui con Carol e Karen» gli sorrisi gentilmente.

«Ottimo, se l'avessi saputo magari ci saremo organizzati assieme» ammiccò, mettendo le braccia conserte.

«Troppo tardi mi sa» e ridemmo insieme, forse non era poi così male.

«Davvero, non credevo proprio di incontrarti qui» continuai, ancora incredula.

«Che ci vuoi fare, sarà il destino» mi zittii, poi fu lui a smorzare il silenzio.

«Hai pensato poi alla mia offerta?» alzai un sopracciglio, confusa.

«Quale offerta?»

«Quella di uscire con me» rispose ovviamente.

«Oh, quel tipo di offerta.. in realtà non lo so»

Quanto ci sarebbe voluto per arrivare al piano terra??

«Mia ti dimostrerò che ti sbagli, sono serio»

«Ok, quando torniamo a Seattle valuterò la tua offerta» non era un brutto ragazzo, che pensasse soltanto al sesso era ormai scontato, ma se si concentrava forse riusciva ad essere gentile. Al liceo mi piaceva probabilmente avrebbe potuto aiutarmi a distogliere l'attenzione da dove non potevo metterci mani su.

«Bene, sono contento che tu abbia accettato non te ne pentirai» finalmente arrivò il piano terra ed io sollevata uscì dall'ascensore.

«Adesso dove vai?»

«Vado... vado da un amico» fu l'unica cosa che mi venne in mente.

«Ah capisco, be' io vado a farmi un tuffo in piscina se ti va raggiungimi» feci un cenno d'appriovaizone, cambiando espressione da simaptica a esasperata intravidi l'auto nera di Travis. Salì a bordo.

«Buongiorno Trav»

«Buongiorno Mia, come stai?» chiese cordialmente dallo specchietto, indossava i suoi soliti occhiali scuri.

«Sto bene, ieri me la sono vista brutto però» risi un po, per sdrammatizzare.

«Si,deve stare più attenta»

«Lo so Jamie me lo dice sempre, e anche Michael ultimamente» riflettei. Nel frattempo eravamo già partiti.

«Quanti giorni staterte qui?» chiesi a Travis.

«Fino venerdì mattina, voi?» incredibile quanto il destino e la coincidenza si siano accorpati per farci restare assieme, mi venne da sorridere.

«Anche noi»

«Che coincidenza!»

«Già..» sibilai, ancora con una punta di divertimento.

In dieci minuti arrivammo nell'Hotel dove si trovava Michael, scesi dall'auto e mi diressi nella grande entrata scorrevole.

Lo vidi. Era seduto sui divani rossi, indossava una camicia color panna con dei ghirigori sulla stoffa, i capelli erano ben pettinati e giocherellava col suo cellulare.

«Hei, hai aspettato molto?» gli andai incontro sorridendo, mi piazzai sul divano accanto a lui.

«Mia!! No per niente sono appena sceso, vuoi qualcosa da bere?» Alzò lo sguardo sul mio viso e posò il cellulare nella sua tasca dei pantaloni.

«Un succo d'arancia se è possibile»

«Va bene aspettami qui» si alzò e andò al bancone del mini bar accanto alla reception, lo osservai meglio. Le sue gambe erano delineate, formate e un paio di spalle larghe e robuste, la sua figura però era elegante, sinuosa e composta. Distolsi lo sguardo dal suo corpo per soffermarmi sul viso quando lo vidi raggiungermi.

«Arriva fra poco, allora di cosa volevi parlarmi?» disse curioso. Inizia col sentirmi in difficoltà, agitata strofinai i palmi sulle mie cosce e guardai le dita colore dei miei piedi. Non appena trovai il coraggio, parlai.

«Ascolta.. io volevo parlati di ieri insomma, non è stato nulla, nulla di significativo o altro è stato solo il momento e..» balbettai.

Cavolo ma perchè, ho detto cosi? Penserà che di lui non me ne freghi nulla

«Non devi preoccuparti, è tutto okay.» mi rassicurò.

«Menomale, cioè pensavo fossi arrabbiato..» azzardai.

«No che non lo so, tranquilla» mi sorrise.

«Anzi, volevo.. invitarti a cena stasera, con me, se ti va ovviamente..» abbassò lo sguardo, pensai che si fosse imbarazzato e che fosse incredibilmente dolce il suo pensiero.

«Si mi va, che domande!» poi arrivò il mio succo d'arancia seguito da un secondo bicchiere, che poi dedussi fosse il suo. Lo bevvì infretta.

«Sei nervoso per la riunione di oggi?» chiesi, appiggiando la testa allo schienale del divano.

«Un po, ma nulla che non abbia già fatto» parlò tranquillo afferrando una ciocca dei miei capelli fra le dita e giocandoci. Li avevo sciolti, prima di entrare. Le sue mani erano grandi e morbide, ispiravano fiducia e sicurezza. Ci guardammo intensamente e con dolcezza, i suoi occhi erano così magnetici che riuscivo a nuotarvici dentro, era sorprendentemente bello stargli accanto. Ogni volta era un'esperienza nuova.

«Ho chiamato Jamie eri sera, gli ho detto di te» mi ricordai.

«Si? Dopo lo chiamo, avrà sicuramente tante raccomandazioni da farmi» ridemmo insieme.

«Adesso devo andare, Karen e Carol si saranno già alzate» esclamai, alzandomi dal divano.

Mi avvicinai, abbracciandolo. Cinsi le braccia intorno al suo collo e lui poggiò delicatamente la mano sulla mia schiena, era l'ennesima volta che non esitava affatto, non si scostava, qualcosa mi diceva che le  cose fra noi stavano sul serio cambiando rotta.

«Allora ci sentiamo dopo? Ti chiamo per dirti l'ora così passo a prenderti» sorrise, accarezzandomi la guancia.

«Trav, per favore puoi riaccompagnare Mia?» il suo autista fece un cenno, ed io mi avviai verso di lui.

«Mi spiace farti scomodare così Trav» gli dissi, poi una volta usciti dall'Hotel.

«Non si preoccupi Mia, è un piacere»

«Potresti almeno darmi del tu» eravamo già in auto, mi sporsi sui sedili anteriori.

«Va bene, Mia» rise divertito, poi sorrisi anch'io.



Michael's point of view

Dovevo smetterla, mettere fine a quella battaglia interiore, almeno ci volevo provare non volevo avere nessun rimpianto eravamo a Nizza da soli senza suo fratello e mia moglie. Ero stanco di fingerti che di Mia non me ne importasse nulla perché più bramavo la sua indifferenza più il destino me la poneva davanti. Volevo invitarla a cena, si adoravo passare del tempo con lei, probabilmente era lei che iniziava a piacermi sul serio.
Quella mattina era di proposito venuta per potersi chiarir con me riguardo alla faccenda della nostra troppa vicinanza azzardata. Credeva che un tipo come me potesse arrabbiasrsi per una cosa del genere, anche se non avrebbe mai immaginato quanto in quel momento mi sarebbe terribilmente piaciuto avvicinarmici ancora di più, per poterle sfiorare finalmente quelle piccole labbra carnose.
Che cosa mi diceva la testa? Cosa in realtà mi diceva il cuore, io ero sposato, con Annie da 5 anni e mai avrei pensato di mancarle di rispetto. Jamie, era il mio migliore amico ma che amico sarei stato se avessi baciato la sua sorellina? Erano troppe le cose che mi frenavano dall'esprimermi per quella ragazza dai capelli ramati, seppure in altri momenti trovavo volentieri il coraggio di mandare tutto all'aria , fingendo che ciò che sentivo per lei fosse in realtà possibile.
Salì in camera del mio amico, dove trovai Bruce allaciarsi la gravatta.

«Mia, sta bene?» chiese, guardandosi allo specchio.

«Si sta-sta.. bene, stasera l'ho invitata a cena» dissi d'un fiato, avevo bisogno di un consiglio, di un amico che non fosse Jamie. E in quel momento Bruce s'era aggiudicato il primo premio.

«L'hai invitata a cena??» ripetette sbalordito.

«Si, pensi che ci sia qualcosa di male?»

«No amico, però.. prima o poi ad Annie dovrai dirlo»

«Dire che cosa?»

«Dirgli dell'esistenza di Mia, non puoi nasconderla per sempre Mike» sbuffai.

«Lo so Bruce, lo so»

«So che con Annie non stai più bene da molto tempo. L'ho capito sai, perché non sei più la persona di una volta, ma quando sei con Mia non so mi sembra di vederti per davvero» in quel momento soprannominai Bruce come la bocca della verità.

«Sul serio? Pensi davvero questo?»

«Si Mike.. lo penso sul serio» sospriai pesatemente, fiondandomi in bagno e appoggiando la testa alla porta. Chiusi gli occhi, respirando ancora una volta poi li riaprì e mi guardai intensamente allo specchio per un tempo indefinito.

Più tardi, ero li dinanzi ancora a quello specchio osservando il mio completo elegante bianco e nero. Sistemai la cravatta, pettinai la mia acconciatura all'indietro e mi ritenni soddisfatto, per poi abbassarmi e allacciare le mie scarpe lucide.
Ero pronto. Più che pronto. Scesi nell'atrio dell'Hotel dove mi spettavano il mio amico Bruce e Travis il mio autista e amico di fiducia.

«Era ora, ci hai messo un'eternità» esclamò Bruce dandomi una pacca sulla spalla. Io gli sorrisi, senza dir nulla.

Dopo un'abbondante mezz'oretta, arrivammo in un palazzo alto e specchiato dove dalle balconate si potevano intravedere uomini e donne sorseggiare quel che credevo fosse champagne.

«Siamo arrivati, pronto?» chiese sottovoce il mio amico sistemandosi ancora la cravatta. Io nel frattempo annuì sicuro. Entrammo in quell'enorme edificio dando i nominativi all'uomo di fuori con un microfono piccolo alla guancia, una penna e un tablet.

«Reed» pronunciai scandendo bene, ed entrammo in un batter d'occhio. Subito venimmo invasi da una musica lenta e soave, da persone che chiacchieravano allegramente con le mani nelle tasce e i bicchieri colmi di un liquido giallognolo. Di fianco a noi passò una cameriera con in mano un vassoio.

«Predi Mike, ci servirà bere un po» sussurrò Bruce non appna prese gentilmente il bicchiere dal vassoio, io scrollai le spalle con noncuranza e presi anch'io un bicchiere mandando giù in gola tutto il contenuto in meno di 2 secondi. Bruce fece lo stesso.

«Ehilà, Donovan da quanto tempo!» esordì un uomo sulla cinquantina, mentre si avvicinava a Bruce.

«Thomas è davvero da tanto tempo che non ci vediamo!» esclamò quest'ultimo, stringendogli la mano.

«Lui è il mio caro amico, credo tu conosca il "Michael Reed"» lasciai che mi presentasse, io intascai le mani sorridendo appena.

«Ma certo che lo conosco è uno degli imprenditori più temuti e in gamba del momento» cosi dicendo mi strinse la mano con stima, ed io ricambai con lo stesso sentimento.

«Piacere tutto mio!» irruppi infine.

«Bene, dov'è il nostro pezzo grosso?» esclamò Bruce, stronfiandosi le mani.

«E' li giù, vedi quel tizio alto con i capelli brizzolati. E' Elia Walker, è davvero un pezzo grosso se lo convinceremo a unirsi a noi per questo grande progetto, è fatta amico!»

«Michael lavorerà con noi» aggiunse.

«Sul serio? Be' ragazzi una chance in più, Michael sei il benvenuto e saremo onorati di lavorare con te» disse, strizzandomi un occhiolino amichevole, io sorrisi divertito.

«Lo stesso vale è per me»

«Bene, vi dirò io quando sarà il momento giusto adesso godiamoci questa festa» concluse, prendendo un'altro bicchiere dal vassoio della camerira e scolandoselo in un secondo.

Mezz'ora più tardi, quel momento arrivò. Dovevamo convincere Walker a lavorare con noi, a finanziare le nostre spese e le pubblicità doveva collaborare con noi come nostro braccio destro.

«Michael tocca a te, è tutto nelle tu mani forza» feci loro un occhiolino e sorrisi fiducioso. Intascai le mani e mi diressi verso quel pezzo grosso intento a chiedere un liquido alcolico al bancone.

«Mi dia lo stesso che ha dato a questo signore, grazie» esordì al barman, con gentilezza.

«Salve, lei dev'essere Michael Reed è un onore conoscerla di persona» esclamò il tizio, in tono basso e pacato. Senza entusiarmarsi troppo.

«Piacere tutto mio signor Walker, lo stesso vale per me» gli porsi la mano, lui esitò prima di stringerla.

Iniziammo a parlare del più e del meno, il suo tono era sempre distaccato e freddo io mi limitavo a fare altrettanto. Restammo in piedi in quell'angolo della sala, parlando dei vari affarri e dei nostri successi .

«Be' signor Reed è stato un piacere conoscerla» concluse, con l'intenzione di allontanarsi.

«Io.. credo che una forte fusione possa migliorare i nostri successi..» intervenni, si voltò verso di me guardandomi stupito.

«E.. perché mai dovrebbe essere un affare valido lavorare con lei?»

«Perchè siamo delle celebrità, aiutiamo il paese e se vogliamo fare qualcosa di stupefacente dobbiamo collaborare insieme. Andiamo Walker, ha lavorato con imigliori imprenditori, avremmo opportinità di conoscerci meglio, ci sono in gioco molti interessi sa..» lasciai intendere. Dovevo convincerlo, quello era anche parte del mio lavoro del mio noioso lavoro. Lui mi guardò, squadrandomi da capo a piede poi mi fisso dritto negli occhi e fu allora che proferì parola.

«Affare fatto!» disse alla fine, stringendomi la mano, una stretta forte e decisa. Feci un cenno dopo di che lui si voltò e si avviò verso una bruna che l'attentedeva sui divanetti neri.
Soddisfatto tornai dai miei amici.

«Mike, sei un grande! Ho visto come vi stringevate la mano è tutto apposto vero ce l'abbiamo fatta??» chiese impaziente Bruce.

Io esistai, mi limitai a guardare l'orlo del bicchiere infine esclamai.

«Certo che ce l'abbiamo fatta!!» Bruce mi abbracciò, e Thomas mi strinse la mano con stima.

«Sei un grande Reed» mi sorrise, ed io feci lo stesso.

Restammo li ancora un po, poi mi ricordai di dover portare Mia a cena cosi le scrissi un messaggio dove le dicevo l'orario prestabilito.

Michael:"Fatti trovare pronta per le 7... e indossa qualcosa di elegante."

Nel frattempo ci avviammo all'uscita e dopo qualche minuti sentì il cellulare vibrare.

Mia:"Elegante? Reed, inizi a stupirmi. Va bene, sarò pronta per quell'ora"

La giornata era diventata interessante, ero soddifsatto di me stesso ma l'unica cosa  che aspettavo con impazienza era la serata con Mia. Inviai un messaggio ad Annie per chiederle come stava ma lei non mi rispose cosi mi promosi di chiamarla più tardi.
Arrivai in albergo e mi sistemai comodo nella mia stanza, salutando Bruce e Travis per potermi risposare. Era stata una giornata lunga, se dovevo uscire con Mia e passare con lei una bella serata dovevo assolutamente riposarmi.





#SPAZIOAUTRICE


Buon pomeriggio ragazzee!! ❤️❤️❤️mi spiace molto essere stata assente ma eccomi qui sono tornata con un nuovo capitolo e il prossimo che posterò a breve. Spero che vi piaccia e che siate in tanti a commentare, cosa ne sarà di questa famosa cena?? 😋😏



See you ❤️

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