La mia vita con Erik Red

By alphardaltair

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♥️30/04/18: #1 su Short Story. ** Sequel di " Trenta giorni con Erik Red". Questa opera unica ed originale,La... More

Avvisi e Copyright.
Che sia per sempre
Secondo Erik
Giorni passati
Delete
Tulipano rosa
Dodici ore
Frammenti
Glory
Incertezze
Missing sleep
Venture
End?
Casting
Light
Fairy
Chasing you
Nude
Fine
Back
Danger
Lost
Tulipani appassiti
Caos
Inside your heart
There's nothing you can do about it
Riley
The day after us
Because i like you
San Francisco
Until the end
Who you are
No happy ending
This love was never easy
Hurt
Holding your hand
Jack
One day too late
Feelings
Happy Birthday
Changes
✨Finale :Between me and you.
❤️ Avviso ❤️
Mr Red and Ms White

Here

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By alphardaltair


Cabina 1 : Cristìn ed Erik.

Cristìn stringeva tra le braccia Riley e teneva lo sguardo fermo sul finestrino della cabina; fece di tutto pur di non incrociare quello di Erik,sebbene le stesse a pochi centimetri di distanza. Dannata ruota panoramica e cabine strette.   pensò la giovane, muovendo velocemente il piede per il nervoso.
Nessuno dei due osò fiatare da quando la giostra aveva incominciato il suo giro e si lasciarono trasportare a metri e metri di altezza, fino a quando, arrivati all'apice, la loro cabina si fermò. Sarebbero rimasti lì per circa dieci minuti, poiché l'intento era proprio quello di lasciare che i passeggeri ammirassero con tranquillità il panorama mozzafiato della "Grande Mela", vista dall'alto.
Le luci, i grattacieli, le auto:
un perfetto momento romantico,degno dei migliori telefilm americani,vissuto, tuttavia,in un modo alquanto strano per Cristìn, la quale continuava ad ignorare la presenza  di Erik,anche se lo sentiva praticamente respirare.
« Non sono mai stato su una ruota panoramica prima d'ora. » disse Erik, accennandole un piccolo sorriso. Cristìn gli rivolse velocemente uno sguardo disinteressato, per poi puntarlo nuovamente al di fuori dal finestrino.
« Sai che parlerò fino a quando non mi risponderai?» continuò il ragazzo con insistenza e fissandola  con sguardo innocente.
« Cosa dovremmo dirci? » gli rispose prontamente, lanciandogli un occhiata interrogativa.
« Non saprei.Magari potresti raccontarmi qualcosa riguardo le tue giornate. »
« Guarda che la mia vita è molto noiosa,a differenza della tua.» puntializzò,battendo lentamente le palpebre.
« Invece a me interessa molto la tua "vita noiosa". » ribatté Erik, senza scomporsi. Teneva i piedi ben saldi a terra e le mani intrecciate.Cristìn iniziò a fissarle, soffermandosi sulle sue dita sottili - quasi femminili - ed,infine, sulle unghie chiare con le mezze lune in evidenza.
Le aveva sempre amate quelle mani grandi e curate; quelle stesse mani che l'avevano sempre stretta e consolata nelle notti più buie della sua vita; quelle stesse mani che temette di non poter stringere più prima dell'operazione ; quelle stesse mani che ritrovò non appena Erik ritornò da lei,vivo per miracolo, e quelle stesse mani che,da mesi, non aveva più avuto il coraggio di sfiorare.
« L'altro giorno ho incontrato Ophelia mentre ero a Central Park per raccogliere fondi da dare in beneficenza. »esordì la ragazza, trovando finalmente il coraggio di parlare. «Sapeva tutto di me e di te,della nostra rottura, e... » Cristìn s'interruppe bruscamente,facendo mente locale e cercando di ricordare le parole esatte.
« E ...? » Erik la esortò a continuare,con un sorriso tenue stampato sulle labbra.
« Si domandava chi tra noi due stesse ferendo di più l'altro.»
Erik deglutì e chiuse gli occhi per qualche secondo. « Cosa le hai risposto? »
« Nulla. » mormorò, distogliendo lo sguardo. « E sai cosa mi fa letteralmente impazzire di tutta questa storia? » continuò,smettendo improvvisamente di cullare sua figlia, mentre Erik se ne stava ancora chiuso nel suo silenzio.        « Mi fa impazzire il fatto che nel
momento in cui desideravo averti accanto a me,tu non c'eri. Eri sparito nel nulla.Puf!»  alzò una mano in aria muovendola solo per un verso.
« Ed invece adesso, chissà  per quale strana legge del contrappasso,più desidero evitarti e più ti ritrovo accanto a me. Odio ammetterlo,ma una parte di me adora vederti ancora qui, pronto a darmi le attenzioni di una volta.» ammise,deglutendo a sua volta come se stesse mandando giù un boccone amaro. Erik alzò lo sguardo verso di lei, accennando un timido sorriso. Allora non era tutto perduto!
« Ti chiesi esplicitamente di essermi amico e non di fingere,come stai facendo ora,perché sai benissimo che non ci riuscirai mai.»
ma Erik non rispose e chinò il capo verso il basso, stringendo le mascelle.
« Quando sei riapparso nuovamente nella mia vita, ossia nella sera in cui è nata Riley, la prima cosa che avrei tanto voluto fare era abbracciarti. Avrei voluto prenderti le mani ed intrecciarle con le mie. Avrei voluto dirti che andava tutto bene, che nulla di noi era andato in frantumi. Ma mi sbagliavo.» gli disse con le labbra ormai tremule.
« Cerchi di sopprimere la tua gelosia dimostrando d'essere di larghe vedute, anche dopo
che hai saputo della mia storia con Allan,con il quale fai persino l'amichevole,tentando di salvare le apparenze solo per gironzolarmi ancora intorno, come se tu sia davvero riuscito ad andare avanti, come ci dicesti. Pensa che per un attimo ti ho anche creduto,ma poi arrivano quei momenti, come ad esempio questo,in cui non riesci più a reprimere i tuoi sentimenti e continui ad esternarmeli, a sbattermeli in faccia faccendoni passare per la stronza della situazione.La stronza che ha voltato pagina per prima con strafottenza ,mentre tu continui a soffrire in silenzio. Ed ora come ora, se potessi ritornare indietro di qualche giorno,saprei bene cosa rispondere ad Ophelia: sono io che sto ferendo te.» concluse, zittendosi da sola. A quel punto, Erik si alzò lentamente dal suo posto per sedersi accanto a lei, la quale rimase praticamente immobile. Prese ad accarezzare la fronte della sua bambina addormentata, riflettendo in silenzio. Cristìn si sentì  quasi soffocare,comprimere il petto a causa della sua vicinanza, alla quale non c'era praticamente più abituata. Il profumo di Erik le annebbiò la mente, il suo cuore accelerò di qualche battito e subito si sentì in difetto ed in colpa nei suoi confronti ed anche nei confronti di Allan.
Tutto ad un tratto, le
sembrò come se Erik rispondesse ai suoi attacchi e alla sua rabbia con calma e dolcezza; come se, invece di alimentare un fuoco già acceso con ulteriore odio e rancore, cercasse in tutti i modi di ... spegnerlo.
« Guarda lì, ci sono i fuochi d'artificio. »le disse, dopo un lungo silenzio,indicando i piccoli puntini colorati nel cielo. Cristìn rivolse uno 
sguardo incantato allo spettacolo
pirotecnico,iniziato da poco. Di colpo, il manto stellato si riempì dei colori più vivi ed i loro volti si illuminarono di rosso, di verde ed infine di blu. Nella loro cabina, il rumore dei fuochi si sentiva in modo ovattato, così come il resto dei rumori della città. Erano completamente isolati dal mondo e Cristìn era così presa dal momento da non accorgersi che la ruota avesse ripreso a girare, dimenticando,inoltre, che a due cabine di distanza da loro c'erano anche Steve ed Allan.
All'improvviso,la giovane sobbalzò sentendo la mano di Erik stringere la propria, ma non ebbe il coraggio di voltarsi per guardarlo negli occhi.
« Sono qui. » le disse sottovoce. «Sono qui,perché sei tu che me lo stai permettendo.» continuò,senza staccarle gli occhi da dosso e continuando a tenerle la mano. Cristìn sospirò, senza rispondergli, senza dirgli assolutamente nulla, perché aveva dannatamente ragione. Eppure, continuava a mentirgli  e a mentire a se stessa ogni giorno, senza una spiegabile ragione.
« Sono qui perché, qualsiasi sarà la tua scelta, avrai sempre un pezzo di me. »
"...e scusami, ma io non riesco proprio a voltare pagina, se non prima di aver fatto tutto il possibile per riaverti." avrebbe tanto voluto dirle, ma preferì tenerselo per sé.
« Come fai a provare ancora affetto per me? soprattutto dopo la nostra ultima cena insieme...» Cristìn gli rivolse finalmente lo sguardo e lasciò che la tenesse ancora per mano.
« Se ti riferisci a quando mi hai detto di aver fatto sesso con Allan, sappi che la cosa mi dilania ancora dentro,ma, dopotutto, non stavamo più insieme. Quindi, accetto la tua scelta di stare con lui e,come ti dissi già durante la nostra allegra ultima cena ,non puoi pretendere che io smetta di volerti bene all'improvviso. Ti toccherà sopportarmi ancora...come amico.» disse, arricciando le labbra.
« Ah, va bene, quindi se ti dicessi,caro amico mio, che aspetto un bambino da lui...»
«  Cosa!?» Erik si sentì mancare un battito.
« Sto scherzando!» Cristìn ridacchiò, spezzando la tensione. Erik si toccò il cuore sotto la t-shirt, sospirando rumorosamente. « Sbaglio o sei diventato pallido? » aggiunse la
ragazza, toccandogli il viso.
« Sento il sangue scorrermi di nuovo nelle vene.» le rispose,ironico.
« Guarda,Riley si è svegliata.» disse dolcemente Cristìn, mettendola a cavalcioni sulle sue gambe.
« Giusto in tempo. Il giro è finito, a breve dovremmo scendere.» disse Erik, alzandosi in piedi e guardandosi intorno.
« Sì, ma manca ancora un po'. » continuò Cristìn,riafferrandogli la mano.

🌸🌸🌸

Nel frattempo...

Cabina 2 . Allan e Steve.

« Allan, sto morendo!  » gridò Steve per l'ennesima volta, intenzionato più che mai a dettare testamento.
« No, Steve, non stai morendo,purtroppo.» rispose Allan,monotono.
« Siamo troppo in alto,cadremo di sicuro!» continuò Steve con gli occhi chiusi, mantenendosi alle sbarre in ferro della cabina.
Allan roteò gli occhi al cielo, esasperato.
«  Non fare l'idiota, ti prego. Qui sopra ci lasciano salire i bambini, persino i neonati.» disse, riferendosi palesemente a Riley.
« Fanculo, voglio scendere, io mi butto!» sbottò Steve, alzandosi in piedi all'improvviso mentre la giostra si era appena fermata in cima.
« Ma che cazzo fai? risiediti subito!» Allan si alzò di scatto e lo afferrò per la vita, costringendolo a sedersi.
« Allan, tu non capisci che a breve moriremo. Perché non sei agitato? prendimi la mano!» continuò Steve, totalmente in paranoia.
Allan scrollò la testa, chiudendo gli occhi e cercando di pensare ad un modo per calmarlo ed evitare di farlo buttare giù.
« Pensa che tra poco sarà tutto finito e che ce ne ritorneremo a casa sani e salvi.»
Steve aprì gli occhi di colpo e lo guardò seccato.
« Se fosse stato così semplice, l'avrei già fatto, gioia mia, ti pare?»
In quel momento, Allan rivalutò l'idea iniziale di buttarsi di sotto.
« Ok,adesso mi siedo accanto a te, così la smetti di urlare.» Steve annuì, asciugandosi il sudore dalla fronte.
« Ecco fatto. Adesso va meglio?»
« Tienimi la mano.»
Allan guardò la sua mano allungarsi verso di sé. Sospirò silenziosamente e l'afferrò senza più pensarci.
« Abbiamo finito?» gli chiese scocciato.
« Sì.»
« Sarebbe stato meglio se fossimo stati tutti insieme, invece ci hanno diviso. » constatò Allan, guardando il panorama, mentre Steve respirava lentamente fissando un punto indefinito davanti a sé.
« Ti da' fastidio che quei due stiano da soli?» disse Steve stuzzicandolo ,ritenendolo un ottimo modo per distrarsi dalla sua  più grande fobia.
« Forse un pochino, ma mi fido di Cristìn. »
« Solo un pochino? io se fossi in te avrei già sfondato la cabina per raggiungerli.»
« Ma perché oggi la tua testa vuole che ci suicidiamo? »
« A volte sento anche delle
voci, ma magari ne riparliamo un'altra volta. » gli rispose , ridendo praticamente da solo.Allan si passò una mano sul viso, buttandosi indietro il ciuffo e trasalendo con il respiro.
« Mi fido di Cristìn,ok? anche se stiamo insieme da poco, sento che i suoi sentimenti per me sono sinceri,almeno lo spero.» ribadì Allan, annuendo più volte.
« Sì, ma devi valutare anche un viaggio di sola andata per  Cornalandia e se vuoi
ti ci porto, la strada la conosco bene. »
Allan lo guardò dritto negli occhi,per niente divertito. « Da quando sei così spiritoso? » disse, piegando la testa di lato.
« Da sempre, solo che mi trattenevo. Ma adesso che ti ho dichiarato i miei sentimenti, posso essere me stesso fino in fondo. » disse convinto e toccandogli i capelli gli sorrise dolcemente . « Steve e piantala! non sei più acroscofo?»
«  Si dice "acrofobico."»
« Ok,qualsiasi cosa tu sia, ti prego riprendi ad esserlo subito,così la tua bocca,invece di sputare altro veleno,inizierà nuovamente a lamentarsi che stai per morire.» detto ciò, gli lasciò bruscamente la mano, intrecciando le braccia al petto per poi sedersi sui sedili difronte.
Steve rimase in silenzio per alcuni secondi, cogliendo al volo quell'occasione d'oro.
« Adesso che hai finito le riprese del film, sarai impegnato con le presentazioni in giro per il mondo ed al centro dei riflettori. Come avete intenzione di fare? perché, attento spoiler,ho l' agenda di Cristìn già piena di impegni e, indovina un po'? non combaciano con i tuoi nemmeno
per errore.  »
« Umpf, sembra che stasera tu ci stia prendendo gusto a girare il dito nella piaga.» affermò Allan, accavallando le gambe. « Non sono mai stato bravo con le relazioni e non ne ho mai avute a distanza, ma credo di poterci provare con lei. C'è una prima volta per tutto,no? magari  provandoci, potrei scoprire che mi piace. »
« È proprio ciò che dico anche io!magari,provando una cosa che non hai mai provato prima,potresti scoprire che ti piace.» continuò Steve con un pizzico di malizia.
« A cosa ti riferisci in particolare?»  Steve deglutì.
« Assolutamente a niente, parlavo in generale,ovviamente.» rispose poi prontamente, guardandolo con sguardo innocente. Allan lo lasciò perdere, ritornando a fissare le luci dei grattacieli e dei fari delle auto in movimento. « Penso che un po'
di lontananza ci farà bene, non vorrei si trattasse solo
di attrazione fisica.»
Steve restò in silenzio.
« E poi ho ripensato alle tue parole,quelle che mi dicesti a Central Park. Non vorrei che lei sia effettivamente attratta solo dalle attenzioni che le do' ogni giorno standole accanto, compensando,in tale modo,le mancanze di Erik. È successo tutto così velocemente, forse siamo stati un po' frettolosi. Magari, sarò io stesso a ricredermi su di lei e non ti nego che sono un po' confuso.»
« Quindi, tra virgolette, stai insinuando che la colpa è anche mia? » gli domandò Steve,indicando sé stesso. A quel punto, Allan abbassò la testa guardandosi le punte dei piedi.
« Steve, scusami se ti sono sembrato freddo in questi giorni e parlo anche di ieri. Cristìn non sa' nulla di ciò che è successo ed io non voglio passare la mia vita ad essere arrabbiato con il mio miglior amico solo perché si vergognava nel dirmi di essere gay.» in quel preciso istante, Steve capì che Allan, proprio come aveva detto Erik,non aveva mai smesso di essere il suo miglior amico, ma che avesse solo bisogno di più tempo per metabolizzare quella sconvolgente realtà. «Mi dispiace per la scenata che ho fatto a casa tua e mi dispiace per averti offeso e fatto sentire sbagliato.»
« ...e per aver rotto il mio vaso preferito.» continuò Steve, rimproverandolo.
« Sì, anche per quel tuo orrendo vaso. » ripeté Allan , scocciato.
« Non dire più che era orrendo.» puntualizzò Steve, offeso ed irremovibile.
« Ma era solo un oggetto! te lo ricomprerò presto. »
« Per me aveva un grandissimo valore e poi hai rovinato anche i fiori freschi che avevo appena comprato. » Allan sospirò rassegnato, senza aggiungere altro.
« So' bene che i miei impegni non coincideranno con quelli di Cristìn, ma spero di non perdere di vista anche te. »concluse infine, lasciando Steve del tutto spiazzato. Forse Erik c'aveva azzeccato ancora una volta?
« N..no.Penso di potermi liberare.» concluse, esitando per un attimo.
« E...siamo arrivati. Vedi? Distraendoti ti è passata la paura. Adesso dammi di nuovo la mano: ti aiuto a scendere da qui sopra.»
Steve annuì sorridendogli ed afferrò la sua mano senza farselo ripetere due volte. Una volta uscito dalla cabina, trasse un sospiro di sollievo e, guardando Allan camminare accanto a sé, capì che  le cose non erano tutte nere come credeva che fossero, ma che, al contrario,come quel pazzo di Erik aveva tentato di fargli capire, qualcuna avesse una sfumatura particolare.

« Ragazzi, tutto bene?» Cristìn li chiamò da lontano,dopo aver recuperato la carrozzina di sua figlia.
« Tralasciando il fatto che Steve stava per suicidarsi,tutto bene.» rispose Allan, raggiungendola per primo. Le diede un bacio a stampo sulle labbra e sia Erik che Steve voltarono la testa. Per la prima volta, Cristìn s'imbarazzò a tal punto da scostarsi da lui di sua iniziativa.
« Ritorniamo a casa? » chiese al resto del gruppo.
«Io e Steve ci intratterremo ancora qui, voi andate pure. » Erik e Cristìn si scambiarono subito uno sguardo d'intesa, cosa che non sfuggì ad Allan.
« Cosa? Ma io ho son...»
« E stai un po' zitto, Steve.» disse a bassa voce,per poi accarezzare sua figlia.
«Allora noi andiamo.» concluse Allan, cingendo le spalle di Cristìn,la quale salutò con un cenno entrambi i ragazzi,soffermandosi con lo sguardo solo su Erik.

Una volta soli, Steve si guardò intorno confuso e frastornato dalla perenne musica spacca timpani del parco. A pochi metri da loro, c'era un clown che distribuiva palloncini colorati ai bambini e Steve, terrorizzato, afferrò Erik per un braccio, trascinandolo via.
«Ma che diavolo ti prende! » esclamò il biondino, scrollandoselo da dosso.
« Ho paura dei clown.»
« C'è una cosa della quale tu non abbia paura? »
« I gattini. » gli disse infine Steve, serio.
Erik alzò gli occhi al cielo.
« Di' la verità. Mi hai costretto a restare solo per andare insieme nella casa degli orrori ed abbracciarmi al buio.» riprese Steve,provocandolo.
«In realtà no.» rispose Erik, grattandosi un orecchio.
« Come è andata con Allan? »
« Mi ha preso la mano!»
« Ma è grandioso! E poi?» gli domandò con gli occhi pieni di entusiasmo, come se fossero due liceali che parlavano del loro primo bacio.
« E poi si è incazzato perché a breve lui e Cristìn saranno lontani per impegni lavorativi .  »
« Ottimo, la distanza ci farà guadagnare tempo.» rispose Erik, sfregandosi le mani.
«Avevi ragione.» esordì Steve dopo una lunga pausa, interrompendosi subito dopo per lo spavento.
« Oh signore,ma quel clown mi sta seguendo!» si nascose dietro di lui, terrorizzato.
« Smettila di lagnare. Se fossi in te,nel tuo curriculum aggiungerei anche "soffro di manie di persecuzione" » rispose Erik, trattenendosi dal ridere.
« Hey, gattino: l'uomo con il naso rosso è andato via, puoi alzarti.»
Solo allora ,Steve si ricompose come se nulla fosse, mentre un gruppo di ragazzine,tutte in minigonna e truccate peggio del clown di prima,ridevano tra di loro e lo indicavano a pochi passi di distanza.
« Sì, ridete pure!riderò anche io dopo che i vostri ragazzi vi avranno dato buca perché siete un po' zo...» Erik gli tappò la bocca.
« Steve, tesoro, calmati. »
« Mi hai chiamato "tesoro"?»
« Sì, ma non ti ci abituare. Perché ogni cosa fatta con te diventa complicata? che stavi dicendo prima?»
« Che sono delle zoc...»
« No quello! Intendevo prima.»
«Che avevi ragione a...»
« Io ho sempre ragione.» lo interruppe a metà frase.
Steve lo guardò seccato.
« La smetti di essere così pieno di te? »
Erik annuì, intrecciando le braccia al petto.
«Dicevo che avevi ragione quando mi hai detto che Allan non avesse mai smesso di essere mio amico. »
« Bene, un passo avanti per te. » Erik gli diede un colpetto sul petto.
« Mi ha confidato di essere un po' confuso anche nei confronti di Cristìn e delle attenzioni che... »
« Grandioso! siamo sulla giusta via.» Erik lo interruppe ancora una volta nel bel mezzo del discorso. Steve gli lanciò subito uno sguardo truce ed intrecciò le braccia al petto.
« Non mi ha detto di essere gay, non c'è nulla da festeggiare. »
«È "improvvisamente" confuso ed è un buon segno. » ribatté Erik, voltandosi indietro.
Steve scrollò la testa ripetutamente.
« Non cantiamo vittoria troppo pesto . »
« Tu lasciami fare. »
« Erik tu sei pericoloso ed incosciente.» puntualizzò Steve.
« Eppure sono ancora vivo.» rispose fieramente, per poi toccarsi la tasca destra.
«Aspetta, sento il telefono squillare» appoggiò il telefono al suo orecchio destro,mentre Steve gli dava le spalle.
« Signor Red,siamo nei gu...»
« Giurati,mi scusi, non la sento bene.» le rispose allarmato,allontanandosi di qualche passo e tappandosi un orecchio. La musica era troppo alta per poter parlare normalmente.
«  Sign... Re... Jac....h...»
« Giurati,non la sento!»
La chiamata terminò bruscamente ed Erik scrollò le spalle,decidendo di richiamarla con calma in un secondo momento.
«Steve accompagnami a casa.»  disse rivolgendosi al suo nuovo amico.
« Fattela a piedi! E poi non soffro di "manie di persecuzione" ,ti dico che quel clown è strano.» Steve lo indicò in modo ostinato ed Erik seguì con lo sguardo il suo gesto , pensando seriamente che fosse matto.
« Se non mi riaccompagnerai,la tua bella macchina sportiva potrebbe subire dei gravi danni.»
« Questo è un ricatto.» gli puntò un dito contro.
« È grazie ai ricatti che vado avanti,bello mio.»
«Comunque,il clown continua a fissarmi.» disse Steve, voltandosi insieme ad Erik in direzione del soggetto in questione,il quale iniziò a salutarli.
« Oh mio Dio!» Steve scappò terrorizzato.
« Steve, ma dove corri! È solo un innocuo ...» Erik s'interruppe non appena sentì una mano picchiettare sulla sua spalla: era quel clown che voleva regalargli un palloncino ad elio.

« Ehm,Steeve? Aspettami!»


🍂🍂🍂

Dieci minuti dopo...
Brooklyn- casa di Erik.

« Stanotte verrà a prendermi nel sonno, ne sono certo. » affermò Steve, accostando al bordo del marciapiede.
« Devo ammettere che era parecchio inquietante.» aggiunse Erik,per poi aprire lo sportello.
« Dormiamo insieme?» domandò Steve, mordicchiandosi un unghia.
« Siamo già a questi livelli di intimità? Portami prima a cena fuori.» rispose Erik divertito,immobile sul ciglio della strada.
« Deve essere brutto vivere a brigantopoli. Era meglio Manhattan.»
« Lo so. Pensa che l'altro ieri in quella casa sulla destra hanno ammazzato uno. »
Steve deglutì.
« Adesso che le riprese del film sono finite, tra qualche giorno ci sarà sicuramente una specie di festa,verrai? »
« Se sarò ancora vivo, sì. » rispose Erik, voltandosi per raggiungere casa propria.
«Dico sul serio! »
« Torna a casa, Steve.»
Ah, questi uomini. pensò il giovane, mettendo in moto per ripartire subito dopo.

Erik salì lentamente i gradini,cercando nel mazzo di chiavi quella giusta per aprire la porta. Quando, improvvisamente, vide un ombra avvicinarsi.Istintivamente, si scagliò contro quella figura sconosciuta, afferrandole i polsi per portarli dietro la schiena e con un braccio stringerle la gola.
« Signor Red, mi sta facendo male!» Erik sussultò per lo spavento.
« Giurati,cavolo ma è lei.» la ammonì, liberandola dalla sua morsa.
« Ma cosa ci faceva nell'ombra, da sola e fuori casa mia a quest'ora? Le ricordo che siamo a Brooklyn.»
Edith si toccò i polsi e la gola che poco prima Erik le aveva stretto,per poi ricomporsi.
« Signor Red, mi perdoni, ma il suo cellulare risultava praticamente irraggiungibile ed avevo urgenza di parlarle.»
« Va bene, ma la prossima volta magari mi attenda chiusa in auto. Avrei potuto farle davvero male.  » le disse,pienamente dispiaciuto.
« Lei ha ragione, la colpa è stata solo mia. Non si preoccupi.» Edith si sforzò di sorridergli, massaggiandosi ancora i polsi, mentre Erik seguiva i suoi movimenti con lo sguardo.
«Mi faccia vedere.» le disse prendendole le mani.
« Non è niente, sto bene.» Edith era a disagio e distolse lo sguardo dai suoi occhi.
« Ma qui ci sono dei lividi. Dovrei avere una crema e delle bende in casa, venga con me. » detto ciò,la prese per un braccio e la portò in casa. Chiuse subito la porta dietro di sé ed accese le luci. Edith si guardò intorno impacciata. Stava letteralmente morendo dalla vergogna.
« Si accomodi, arrivo subito.» le disse, avviandosi verso il bagno. Edith annuì silenziosamente, puntando gli occhi sui quadri raffiguranti nature morte appesi proprio all'ingresso.
« Giurati ma che le prende?Non stia lì imbambolata. »
« S..sì!» la ragazza sussultò a sua volta, raggiungendo e sedendosi nel primo divano in salotto.
Mannaggia a te, Edith, ti cacci sempre nei guai. Pensò,sospirando silenziosamente. Nel frattempo, estrasse dalla borsa un foglio bruciacchiato e lo poggiò sul tavolino in vetro difronte.
« Eccomi, scusami ma non riuscivo a trovare la cassetta per le medicazioni.» Erik la raggiunse a passo svelto, sedendosi sul divano accanto a lei,incominciò a preparare le bende per medicarla.
« Signor Red, io devo...»
« Chiamami Erik,sono così stanco che a breve inizio a parlare in terza persona.  » le disse, rubandole un sorriso.
« Allora Erik,sul tavolo c'è l'unico documento che sono riuscita a salvare degli ultimi movimenti bancari di Gary.  »
« Ed il resto?» la guardò sconvolto.
« Jack li aveva presi e posti accanto al fornello nella zona relax. Mentre cucinava, si è distratto e sono andati a fuoco. È scattato l'allarme antincendio e ci hanno fatto evacuare gli uffici. Panico ovunque! Ma sono riuscita a salvare almeno quello. » disse sospirando ed indicando il foglio sopravvissuto.
Erik seguì il suo braccio con lo sguardo.
« Per un solo giorno che sono mancato a lavoro, stava per dare fuoco a tutto.»
« Non l'ha fatto apposta, era molto dispiaciuto.» aggiunse la ragazza, guadando l'espressione seria dipinta sul volto di Erik, il quale aveva iniziato a spalmarle la crema sui polsi.
« Sei arrabbiato?»
« No,sono solo preoccupato. Non riesco ancora a capire come un ragazzo distratto ed inesperto possa guardarci le spalle.  » le confidò, strappando con i denti un pezzo di benda vicino al suo polso destro. Edith arrossì e guardò dalla parte opposta.
« E..e se stesse solo recitando?» gli domandò.
« Lo spero per lui. E per noi. » concluse Erik,scrollando la testa.
«Mi dispiace per non aver prestato abbastanza attenzione a Jack, come mi avevi raccomandato.La colpa è anche mia. » a quel punto, Erik prese il documento tra le mani e lo lesse velocemente.
« Non preoccuparti, sei riuscita a salvare i movimenti finanziari degli ultimi mesi. Hai fatto il possibile. »
« Quindi sono stata utile.» gli sorrise timidamente.
« Tu sei bravissima nel tuo lavoro,non mi sei mai stata d'intralcio.» a quel punto, Erik strinse la benda intorno al suo polso, premendoci sopra con le dita.
« Ahi!» Edith urlò senza volerlo.
« Scusami, ho stretto troppo?»
« No, no, va benissimo così. Davvero.» gli disse, ritraendosi le mani del tutto rossa in viso. Ma perché sento così tanta tensione sessuale nell'aria? pensò, guardandolo con occhi incantati.
Erik annuì e rimase in silenzio per qualche secondo.
« Hai fame? vado a preparare qualcosa, dovrei avere delle uova in frigo...» Erik si alzò di colpo ed Edith lo seguì a sua volta.
Oh, al diavolo, Edith, ora o mai più!
« Erik!» disse ad alta voce,prima che andasse via.
«Che c'è,non ti piacciono le uova?» le rispose, piegando la testa su un lato. A quel punto, Edith si alzò sulle punte dei piedi e,prendendogli il viso tra le mani,chiuse gli occhi e lo baciò.

Fine capitolo.

🌸🌺🌸🌺

❤️❤️❤️Salve a tutti! Spero non siate svenuti dopo aver letto questo capitolo pieno di emozioni e colpi di scena EDITH HA BACIATO ERIK, EBBENE SÌ 😂 Perderà il posto di lavoro? e chissà come reagirà lui, che, poverino, sta a secco da tanto 😥 ma proprio ora che si stava riavvicinando a Cristìn da amico (ceeerto xD)
Ci sarà da divertirsi ora, anche se Steve ed Allan insieme sono ancora pericolosi.
Ma vabbè, tenete d'occhio Allan : sarà pieno di sorprese e vi stupirà. Questa confusione improvvisa è molto strana 😂❤️

Vi anticipo che nel nuovo capitolo ci sarà una new entry ❤️(ancora, direte?) in realtà già avete letto il suo nome nei precedenti capitoli, ma non è ancora apparso nella storia, o forse sì?😍😂

Fatemi sapere la vostra📝 e lasciate la vostra stellina⭐️ se vi è piaciuto il capitolo 😍🌈

A presto, Alphard.

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