TWENTY

By SarahAdamo

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๐Ÿ…I'm on THE WATTYS 2018 LONGLIST - MIA รจ una ragazza dinamica, solare, spesso e volentieri capricciosa. Ama... More

#SPAZIOAUTRICEโค๏ธ
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Ringraziamenti
Twenty 2.. cosa ne pensate?

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By SarahAdamo






Michael's point of view

Quella mattina mi svegliai con un umore diverso, il sole splendeva nel cielo azzurro e l'estate si stava avvicinando, il caffè era più squisito, insomma, mi sentivo abbastanza forte da affrontare la giornata rispetto ad altre.

«Vado in ufficio, ci sentiamo nel pomeriggio» lasciai perdere completamente il cappotto, presi la mia adorata ventiquattr'ore e infilai i miei occhiali da sole scuri.

«Ciao Mike buona giornata» strillò mia moglie dalla toilette.

Chiusi la porta, scesi in garage e salì a bordo dell'auto.

«Trav, buongiorno prenditi pure la giornata libera per oggi ci penso io» in tanto ero già uscito dal vialetto.

«Ne è sicuro signor Reed?» disse, l'altro capo del telefono.

«Si sono sicuro, divertiti Travis»

«A lei, e grazie ancora » riagganciai, accesi lo stereo non troppo ad alto volume e mi avviai verso l'azienda, la mia.

Il traggito fu piacevole, ma dovetti fare benzina così mi fermai al primo distributore.

«Salve, faccia il pieno» dissi al benzinaio dal finestrino.

«Cavolo, questa non ci voleva..» percepí un leggero borbottio, tolsi via i miei occhiali e con uno sguardo corrucciato incuriosito mi guardai attorno per capire da dove provenisse quella voce.

Si trattò di una ragazza alle prese con il suo veicolo che probabilmente doveva aver avuto qualche problema, così scesi dall'auto.

«Serve aiuto?» parlai caolorsamente, il volto della ragazza si piazzò davanti al mio e ancora una volta non potevo crederci.

«Mia?» dissi incredulo

«Non facciamo altro che incontrarci noi due»

«In effetti..» ridacchiai.

«Cos'è succede?» le chiesi finalmente

«Micha-.. cioè signor Reed  grazie mille per l'interessamento e l'aiuto, ma penso che ci voglia soltanto un miracolo per aggiustare questo rottame» si tolse il casco mostrando i suoi meravigliosi capelli ramati che al vento le si attaccavano al viso.

Scese dalla sella battendo i piedi a terra come farebbe una bambina in un negozio di giocattoli e borbottando qualcosa che non capì.

«Ferma ferma, per prima cosa chiamami Michael per favore, solo in ufficio sono il signor Reed» alzai le mani con un gesto teatrale al quale lei ridacchiò divertita.

«Va bene, Michael» le feci un sorriso d'approvazione, per un attimo dimenticai il vero motivo per il quale ero sceso dall'auto.

«Cos'ha che non va?» mi abbassai per controllare le ruote.

«Non ne ho idea, mi sono fermata a fare benzina ma poi non è più partito e in più sono in ritardo per la lezione delle otto» sbuffò guardando l'orologio al suo polso.

«Be' per il tuo scooter non posso fare granchè chiamerò il mio meccanico per fartelo venire a prendere, per l'altra cosa potrei accompagnarti se ti va..» vidi la sua espressione perplessa ed ebbi la netta sensazione di aver sbagliato qualcosa.

«Non lo so, cioè..non voglio farti scomodare, avrai anche tu degli...»

«Forza sali!» conclusi, senza lasciandole finire la frase, altrochè se l'avrei accompagnata con piacere, dopo tutto era anche la sorella del mio migliore amico.

Premetti un pulsante e la portiera si aprì in automatico, lei vi salì davanti.

Mia's point of view

Quel giorno non potei essere più che fortunata, ma anche imbarazzata allo stesso tempo. Lo osservai più con attenzione, i capelli erano sistemati lo stesso modo di sempre, portava una camicia grigia e dei pantaloni neri insieme le sue solite scarpe lucide ed eleganti, stavolta però i suoi occhi verdi erano coperti da un paio di Rayban nere.
Le mani erano strette al volante, il polso era occupato da uno di quegli orologi che i ladri non si farebbero scappare.

«Quale Università frequenti?» la sua voce distolse i miei pensieri.

«La Madison University.» dissi, guardando la strada fuori dal finestrino.

«Ieri sera sono stato a casa tua» intervenne poi.

«Oh si, Jamie mi aveva detto che avrebbe fatto una piccola festicciola con i suoi vecchi amici ma non sapevo venissi anche tu..» parlai, infine sorriendo.

«Non era una festicciola..» rise di gusto.

«Mio fratello ha detto la stessa cosa» continuai a guardare fuori dal finestrino, la giornata era cosi splendida e piena di aria estiva.

«Come sta tua moglie?» domanda stupida, non seppi neanche il motivo preciso del perché la feci, ma in qual momento non ci pensai troppo.

«Mia moglie? Si, sta bene, perchè?» rise.

«Curiosità, l'altra volta aveva l'infulenza» terminai disinteressata, o almeno così mostrai a lui.

Arrivamo nel viale dell'Università in men che non si dica e un po mi dispiacue, iniziava a piacermi la sua compagnia.

«E' questa!!» indicai col dito, fermò la sua vistosa macchina esattamente vicino all'ingresso del grande ingresso principale, al che scesi.

Non avevo nulla da perdere, pensai, quindi cosa mi costava giocare un po? Prima che potesse partire, bussai al finestrino, che lui abbassò subito dopo.

«Tutto okay?» mi chiese.

«Si,volevo dirti che ho l'ultima lezione all'una okay?» sorrisi.

«Ah.. allora?» rispose spaesato.

«Allora nulla, mi vieni a prendere all'una. Non puoi mica rifiutarti sono pur sempre la sorella del tuo migliore amico» dopo che gli schioccai un occhiolino furbesco, sventolai a destra e a sinistra la mano per salutarlo, non potei udire la sua risposta datone che io mi ero già allontata troppo.

«Mia, ma che fine hai fatto?» domandó Karen, non appena mi sedetti in aula.

«Un disastro, mi si è rotto lo scooter..» aprì la borsa recuperai il mio libro di economia e abbassai la guardia datone l'ingresso del professore.

«E come hai fatto a venire in tempo?» biasciò, per far sì che non venissimo rimproverate durante la lezione che era già cominciata.

«Tieniti pronta..»

«Oh si, che sono pronta, dimmi tutto!»

«Mi ha accompagnata Michael» la vidi perplessa così aggiunsi:

«Michael Reed, Karen!!» sottolineai pesantemente, consapevole del fatto che di li a poco avrebbe fatto un enorme scenata. Sperai che nessuno ci avesse notato o il professore c'avrebbe cacciate.

«Come diavolo hai fatto?» spalancò gli occhi.

«Non ho fatto niente, pura fortuna. Ero dal benziano mi si era fermato lo scooter e lui era li con la sua auto, mi ha chiesto un passaggio ed ho accettato» mi pavoneggiai.

«Ti invidio ragazza e per di più puoi vederlo quando ti pare è un amico di tuo fratello, fossi in te ci proverei subito» disse, guardandosi le unghie smaltate di rosso.

«Karen!!Ma cosa ti salta in mente, ti ricordo che è sposato e ha 20 anni più di me..» attimo di silenzio.

«Però.. è cosi sexy» aggiunsi, al che scoppiammo a ridere di gusto entrambe e il professore ci zittì immediatamente, facendoci sprofondare dalla vergogna.

Michael's point of view

Quella piccola peste non mi diede tempo di ribattere che in quel momento fui vittima di un accordo, non potevo lasciarla li senza un passaggio mi sembrava ovvio. Chiamai il mio meccanico e mi disse che riguardo allo scooter sarebbe stato pronto entro una settimana, pregai sinceramente che non dovessi accompagnarla per un'intera settimana, anche se nel cuor mio non mi dispiaceva affatto. La giornata in ufficio fu abbastanza noiosa, conclusi degli affari, firmai delle carte e di tanto in tanto ammiravo il parnoarama dalla mia sedia girovole dietro uno spesso vetro. Vidi l'ora sull'orologio e si erano già fatte le 12:30, dovevo sbrigarmi se volevo arrivare in orario. Cosi, presi le chiavi dell'auto e mi diressi verso la Madison University.

Per fortuna arrivai con ben 10 minuti di anticipo, così accesi la radio per ingannare il tempo, sistemai un po i capelli e data la mancanza di sole tolsi gli occhiali. Dopo svariati minuti la intravidi uscire dall'ingresso e soltato li notai il suo abbigliamento: aveva dei pantaloncini non troppo corti, una t-shirt azzurra e un paio di stivaletti neri, con in spalla una tracolla e in mano dei libri.

«Ehi, che dici vuoi aprirmi o lasciarmi qui?» non mi resi conto che si fosse già avvicinata, premetti il pulsante della sicura e con un movimento rapido salì a bordo.

«Scusami ero soprappensiero» mi giustificai accendendo il motore.

«Lo avevo capito»  rise sonoramente.

La sua risata..

«Come sono andate le lezioni?»

«Mah, diciamo bene e tu in ufficio?» prese l'elastico attorno al suo polso e con un movimento rapido si fece una coda.

«Solite cose, certe volte è così noioso il mio lavoro» ammisi più a me stesso che a lei.

«Immagino..» accesi la radio e facendo zapping finalmente trovai una muscia al quanto decente.

«Oh no, dai rimani questa, mi piace un sacco» era una canzone di Steve Wander.

«D'accordo..» sghignazzai. La sua voce iniziò ad intonare la melodia della canzone, sentirla cantare mi provocava dentro qualcosa di mai provato prima.

La sua voce melodiosa riuscì a penetrarmi dentro come mai nessuna era riuscita a fare e sapevo, che sarei potuto restar li per ore, ad ascoltarla.

«Sei molto brava complimenti..» esordì, quasi imbarazzato.

«Grazie, sei gentile.» disse lei voltandosi e mostrandomi un sorriso. D'improvviso sentì il mio telefono vibrare dalla tasca, lei capì ed abbassò il volume.

«Pronto?»

«Signor Reed, c'è qui Cooper dice di avere un appuntamento con lei.» me ne dimenticai tremendamente con la faccenda di Mia senza passaggio e con il suo quasi ricatto mi era passato per la mente.

«Dio! Si, scusami Selly e che ho avuto un contrattempo arrivo subito dì a Cooper di aspettare nel mio ufficio» conclusi seccato.

«Come vuole signor Reed» cosi agganciai.

«Che è successo?» chiese lei curiosa.

«Niente di che avevo un appuntamento con un cliente e me ne ero quasi dimenticato» scoppiò a ridere.

«Perchè ridi?» chiesi ridendo anch'io, la sua risata era davvero contagiosa.

«Ma come, sei il Signor Reed e dimentichi i tuoi appuntamenti?»

«Punto uno: non sono mi piace essere chiamato signore, secondo sei davvero terribile lo sai?» dissi, ridendo.

«Lo so, dai accellera altrimenti faremo tardi» la guardai confuso.

«Faremo

«Si, vengo con te no?»

«No che non vieni» controbattei in tono scherzoso.

«Si che vengo, casa mia dista di più dal tuo uffico faresti molto tardi e manderesti a monte l'affare che vuole concludere questo certo Cooper» spiegò fiera di se.

«Come hai?.. Ma hai degli amplificatori al posto delle orecchie?» risi.

«Certo che no, ma hai il volume del telefono cosi alto che ho sentito» minuto di assordante silenzio.

«D'accordo, se ci tieni.. » fece un gesto di approvazione stringendo i pugni ed io risi di gusto. Iniziava a piacermi la sua compagnia.

Arrivammo in uffico in tempo, scendemmo l'auto e ci dirigemmo di fretta e furia nel grande portone sull'entrata principale della MR Company.

Mia's point of view

Quando entrammo, riguardai attentamente per la seconda volta l'edificio al suo enterno, era stato arredato bene i colori si intonavano fra loro,e le vetrate in alto lasciavano entrare la luce splendete delle belle giornate di sole.

«Be' devo fare i complimenti a chi ha scelto questo arredamento» ancora una volta mi ritrovai a sollevare gli occhi e a guardarmi  intorno.

«Si, anche a me piace molto, ma adesso dobbiamo sbrigarci..» esordì lui voltandosi dietro di me, cosi avanzai il passo.

Entrammo in una stanza ampia, la grande vetrata alle spalle della scrivania grigia effetto marmo lasciava intravedere l'incantevole paesaggio di Seattle, la sedia nera girevole dietro la scrivania, su quest'ultima vi erano un porta penne un telefono fisso alcune scartoffie ed una foto di Michael e di una donna che ormai conoscevo ovvero sua moglie, incastrata in una cornice bianca perlata.

«Salve Cooper mi spiace molto averla fatta aspettare..» si scusò Michael con l'uomo di mezza età seduto ad una delle sue poltrone scure dinanzi alla scrivania.

Reed si tolse la giacca nera, ed appggiò la ventiquattr'ore a terra affianco all'appendi abiti. Io invece rimasi li, inconsapevole di come avrei dovuto comportarmi.

«Vieni Mia, non stare li impalata» mi scosse dai pensieri Michael, io annui intimidita.

«Cooper lei è la sorella di un vecchio amico» l'uomo mi porse la mano.

«Piacere» ricambiai gentilmente ma stretta.

«Allora? Qual'è il problema Berry?» cominciò Michael appiggiando i gomiti sulla scrivania e sporgendosi in avanti verso il suo cliente.

Nel frattempo mi sedetti sulla poltrona accanto a quella del signor Cooper e inziai ad ascoltare pur non capendo un accidenti di ciò che si dicevano. Discussero per quasi mezz'ora e finalmente Cooper si alzò e anche Michael, stringendosi infine la mano.

«Arrivederci Mia!»

«Arrivederci!!» risposi sorridendo cordialmente poi all'uomo.

«Be' che te ne sembrato?» mi chiese Reed una volta che Cooper avesse lasciato il suo ufficio.

«Cosa?» corrugai la fronte incuriosita.

«Tu studi economia aziendale è importante vedere come si conclude un'accordo» spiegò incrociando le braccia per poi portarsi una mano sotto il mento.

«In realtà non so neanche come ci sono finita in questo corso, e si dia il caso che sono quasi le cinque ed io devo tornare a casa» il mio tono fintamente arrogante lo fece ridere a fior di labbra.

«Continua con questo tono e vedrai che ci tornerai a piedi a casa» ribatté in tono scherzoso, quel po per farmi capire che anche'egli mi stava stuzziacando.

«E va bene, scusa riformulo: Michael per favore potresti accompagnami a casa?» supplicai in torno pacato e trascinando le parole.

«Così va meglio» gli schiacciai un occhiolino divertito e d'approvazione.

Il tragitto in macchina sembrò essere più lungo del solito così cercai qualche argomento per spezzare quel tombale imbarazzo.

«Allora, cosa mi dici di te?» si voltò verso il mio viso ponendosi uno sguardo un po' stranito e confuso.

«Di me? Be' non saprei, mi piace molto il mio lavoro adoro andare al mare sopratutto d'inverno, non sono diffcile col cibo mi piace quasi tutto e non amo far vedere alle altre persone quando sono giù di morale.. e tu?» rimasi ipnotizzata dal movimento delle sue labbra, da quel tono dolce e confortevole. Non riuscì a staccarmi un secondo dal suo viso.

Non ne seppi il motivo ma la sua voce mi riscaldava, era cosi familiare.

«Non c'è molto da dire, adoro il cibo italiano soprattutto la pizza, la musica è la mia passione più grande purtroppo so mantere il broncio molto bene, mi piace ridere e mi definisco al quanto sdolcinata.» risposi fiera di me.

«In che senso sdolcinata?» sghignazzò lui e accigliando lo sguardo.

«Nel senso che.. oh andiamo sai che voglio dire, mi piacciono le cose romantiche, come tenersi per mano in pubblico, farsi dei regali, i fiori, cioccolatini.. Ah adoro i cioccolatini» puntualizzai, Michael si voltò verso di me scoppiando a ridere sonoramente io in cambio gli diedi un buffetto sulla spalla.

«Non ridere, capito?» mi finsi offesa anche se il mezzo sorriso che avevo sulla labbra dimostrarono praticamente il contrario.

«Okay, okay non rido ma..» e riprese a ridere.

«Soltanto che, sei buffa tutto qui dici quello che pensi cosi senza rifletterci.. non è da tutti» il tono divenne serioso, a queste ultima frase.

«Be'..grazie» sorrisi.

All'improvviso sentì un rumore, che putroppo provenì dal mio stomaco.

«Accidenti!» borbottai sotto voce.

«Ma era un trombone quello o sbaglio?» mi imbroinciai.

«Smettila, è già abbastanza imbarazzante» non mi trattenni dal ridere anch'io.

Senza dir nulla, la rotta cambiò e ci fermammo  di fronte ad un pub chiamato "Rubens Burger" con le insegue blu e rosse.

«Perché siamo qui?» domandai, anche se conoscevo già la risposta.

«Perché il tuo stomaco brontola, e sinceramente non mi va di sentirlo per tutto il tragitto» spense l'auto e prese le chiavi.

«Ma tu guarda, sei gentile eh?!»

«Avanti scendi!» rise sotto i baffi.

Obbedì ed entrammo in quel pub. Immediatamente vennì invasa da un odore forte di hamburger e patatine fritte, chiusi gli occhi per gustarmi ancora di più quello immaginai potesse essere il sapore. Ci sedemmo in un tavolino infondo, ci accomodammo uno di fronte all'altro. Mi presi qualche minuto per osservalo nel momento esatto fu distratto da altro e dal guardi attorno: Michael era davvero un bel uomo per quanto io volessi negarlo.. no certo che no, non lo avrei mai negato, era impossibile. Nel frattempo arrivò la cameriera per prendere le ordinazoni.

«Buonasera, cosa prendete?» prese il taccuino nella tasca ed una penna.

«Per me un panino hamburger e patatine fritte con aggiunta di salsa piccante grazie» comunicai io.

«Perfetto.. e lei?» continuò la cameriera rivolgendosi a Michael.

«Uhm.. io prendo soltanto una birra alla spina grazie» annotò tutto e poi andò via.

«Tu non hai fame?» tolsi la borsa e l'appoggiai  sul divanetto accanto a me. Poi, pogiai i gomiti sul tavolo.

«Non molta, e poi.. sicuramente Annie avrà cucinato e non voglio che lo butti via» l'atmosfera si era fatta pesante, ogni volta che pronunciava il suo nome i suoi occhi si spegnevano.

«Capisco..» dissi, abbassando lo sguardo. Dopo quasi quindici minuti arrivarono le nostre ordinazioni.

Michael's point of view

Bevvi non troppo velocemente la mia birra alla spina datone il ghiaccio nel bicchiere, incuriosito ormai cominciai ad osservare la ragazza di fronte a me mangiare con gusto il panino che aveva ordinato. Trovavo piacevole la sua compagnia, in quei momenti riuscivo a non pensare al rientro a casa e a quanta tristezza mi avrebbe invaso non appena avessi varcato la soglia della mia porta. La udì imprecare sottovoce e togliersi successivamente con il dito della salsa caduta sul suo top e non potei fare a meno di ridere sotto i baffi, lei però se ne accorse.

«Che c'è da ridere?» chiese furiosa, il tono e l'espressione del viso mi fecero ridere ancora di più.

«Nulla tranquilla.. attenta che può caderti di nuovo della salsa piccante» ridacchiai, indicandole col dito la salsa che fuori usciva dal suo panino, borbottando qualcosa con l'indice pulì i bordi del panino dal quale sbucava la salsa.

La osservai tutto il tempo, non riuscivo minimamente a toglierle gli occhi di dosso.

«Che c'è?» esordì, quando si accorse che la stavo guardando.

«Niente, tutto bene.» sorrisi, lei fece lo stesso.

Terminai la mia birra e anche lei aveva terminato il suo panino. Quello che doveva essere il suo cellulare prese a vibrare.

«Pronto?» rimasi ad ascoltare.

«Si, mi dispiace ho dimenticato di avvisarti, ora non essere pesante..» sbuffò sollevando gli occhi al cielo e dunque capì con chi stesse conversando.

«Smettila sono con Michael puoi stare tranquillo»

«Scusa, mio fratello vuole parlare con te» intervenne, passandomi il cellulare annui e lo protai all'orecchio.

«Jamie, tutto bene?»

«Si Michael, scusami se mia sorella ti ha infastidito per tutto questo tempo immagino tu abbia avuto molti impegni»

«Oh no, in realtà oggi non avevo nulla da fare ed è stato un piacere non preoccuparti»

«Va bene allora grazie mille per la disponibilità» disse l'altro capo del telefono.

«Di nulla, ci sentiamo» cosi agganciai e passai il cellulare a Mia.

«Avresti dovuto avvisare tuo fratello, era molto preoccupato» alzò di nuovo gli occhi al cielo.

«Non essere pesante anche tu adesso» ci alzammo dal tavolo.

«Non lo sono, era preoccupato per te»

«Mio fratello è testardo, non sono più una bambina ma la prossima avviserò » lei si avvió all'uscita, così andai alla cassa e pagai quello che avevamo consumato.

Durante tutto il tragitto verso casa non spiccicammo parola, così accesi la radio.
Dopo venti minuti fummo a West Seattle e parcheggia sotto casa sua non troppo lontana dalla veranda. Arrivati spensi l'auto, si voltò e pericolosamente si avvicinò al mio viso e mi schioccò un delicato bacio sulla guancia.

«Grazie Michael..» sentì le guancie divampare, cosa che mai mi era successa, o almeno non mi succedeva da un bel po di tempo.

«Non ringraziami, lo fatto con piacere..» le sorrisi e lei fece altrettanto, dopo di che aprì la portiera e mi sventolò la mano per salutarmi dal finestrino.

La vidi allontatarsi e infine sparire dietro la porta di casa. Aspettai qualche secondo per metabolizzare su tutto ciò che era successo, alla sensazione di benessere che avevo provato quel pomeriggio: mi sembrò tornare indietro di almeno 10 anni.


#SPAZIOAUTRICE

Buongiorno a tutti, e siamo arrivati anche al 4 capitolo secondo voi che piega prederà questa storia di Michael s Mia? Mi scuso per eventuali errori e invito gentilmente ad aspettare un po' prima di leggere nel momento in cui pubblicherò per il tempo di correggere.

See you baby!!❤️❤️

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