Min (Incubus)

By Irma-Vep

163K 3.8K 157

Min e' un Incubus caduto sulla Terra, a causa di un'evocazione finita male. Bloccato senza potersi muovere da... More

1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
25
26
27
Epilogo
Questo non e' un capitolo.

24

3.1K 93 3
By Irma-Vep


Il Vaudeville Gay Bar pullulava di umanità.

Stipati entro le mura a colori vivaci si ballava al ritmo delle più recenti novità in campo musicale.

Spettacoli teatrali, drag queens, Dj set animavano il locale, famoso ovunque per l'altissimo livello dei suoi baristi.

Per "altissimo livello" si intendeva che non solo sapevano preparare eccellenti bevande.

I baristi al Vaudeville spiccavano per la loro avvenenza, cosa che aveva regalato al posto entusiastiche recensioni, ed affluenze record.

Non amavo i gay bar.

Non amavo i locali notturni in generale.

Tuttavia, nel mio patetico tentativo di liberarmi di Min, stavo provando anche questa scappatoia.

Tra le luci a tonalità calde ed il beat assordante stazionavo poggiato al bancone, sorseggiando un malinconico Mojito.

Fissai il ghiaccio squagliarsi nel bicchiere, pensando a quanto mi sentissi fuori posto e triste.

Min se ne era andato al mattino presto, dopo essersi concesso un lungo sonno nel mio letto.

Sentivo ancora il suo odore addosso.

Sapevo che in serata sarebbe tornato.

Per oscure ragioni aveva deciso di dormire da me ogni notte.

Accettai la sua trovata, solo perché non potevo dirgli di no.

Desiderio, ed il terrore di rappresaglie da parte sua tenevano in scacco la mente, costringendomi a cadere sempre più in un gioco che il cuore mi diceva assai sporco e pericoloso.

L'unica possibilità per sfuggire a tale deprimente destino, sembrava quella di scovare un soggetto da amare.

Peccato avessi sbagliato del tutto il mio approccio al problema.

Convinto che in un locale gay sarebbe stato tutto più facile, mi ero infilato in un taxi dirigendo verso il Vaudeville.

Quando fui dinnanzi all'entrata straboccante futuri clienti, compresi di aver fallito miseramente l'obiettivo.

Non era il luogo adatto, ma decisi comunque di entrare.

Il barman appariva alto, ben piazzato, con i lineamenti scolpiti di un modello di Dolce e Gabbana.

Mi sorrise quando fece scivolare il bicchiere sul bancone, lanciandomi un muto segnale di consumata seduzione.

Lo guardai ricambiando il sorriso, provando l'ardente desiderio di buttargli il Mojito dritto in faccia.

Fingeva interesse, perché questo richiedeva il suo lavoro.

Io, reduce dall'ufficio e terrorizzato all'idea di tornare nel mio appartamento friggevo di irritazione, constatando quanto fossi stato scemo a pensare di trovare un fidanzato in un luogo come quello.

Scandagliai il locale con occhio critico trovando molti bei soggetti, che però non furono in grado di superare la soglia di una placida attrazione fisica.

Poi, a lato della folla danzante individuai un tizio dal fisico asciutto, e bellissimi riccioli scuri.

Camminai verso di lui senza pensare, ritrovandomi in men che non si dica al suo fianco.

Lineamenti e carnagione, facevano pensare ad un ragazzo proveniente da qualche paese mediterraneo.

Forse era Italiano, o magari Spagnolo.

Fatto sta che i riccioli tanto simili a quelli di Min ed il fisico slanciato fecero vibrare in me corde segrete, attirandomi inesorabilmente al suo cospetto.

Aggiustai gli occhiali sul naso, prendendo un gran respiro prima di buttarmi.

Il giovane mi precedette a sorpresa, volgendosi con stampato in volto un sorriso imbarazzato.

Ci fissammo in silenzio, ciascuno perso dentro insondabili pensieri.

"Ciao" disse, allungandosi per permettermi di udire la sua voce, soffocata dall'ennesimo brano sparato a tutto volume.

"Ciao" risposi, stringendo nervosamente il mojito annacquato.

"Non so perché sei corso qua, ma è ok! Cioè... Alla fine non mi dispiace!" sillabò in un Inglese dall'andatura lenta ed un po' incerta.

Riconobbi l'accento come Italiano, e la cosa mi rese felice.

Mi piacevano gli Italiani, specie quelli provenienti dal sud del paese.

"Sei Italiano?" chiesi, accostandomi.

"Esatto!" rise "È il mio pessimo Inglese, giusto?"

"Cosa?" domandai, facendogli cenno di seguirmi in un angolo più tranquillo.

Volevo parlare, nel tentativo di dare forma al gomitolo di curiosità suscitato dalla sua focosa presenza.

"Marco" fece, tendendo la mano.

"Michael" risposi, afferrandola saldamente.

"Piacere di conoscerti" aggiunse, poggiandosi mollemente al muro.

"Vuoi ballare?"

"Nah, sto solo cercando compagnia..." dissi rendendomi conto troppo tardi, di quanto ambigua suonasse tale frase.

"Anch'io" rispose, piegando le labbra in un sorrisetto compiaciuto.

"Ti va di fartelo succhiare?" chiese con naturalezza disarmante.

"Sono bravo!" rise.

Alzai il capo incrociando le iridi scure del giovane, illuminate da semplice ed assai prosaico desiderio.

Voleva solo scopare, tutto qua.

Spompinare qualcuno, farselo succhiare...

"Allora? Ti va?" insistette, mentre il suo sguardo si faceva sempre più liquido, torbido di lussuria.

"No" risposi, abbandonandolo sul posto.

"Vaffanculo!" mi gridò dietro quando svanii tra la calca.

Fuggii in bagno, senza tuttavia trovare pace.

C'erano diversi avventori tra le mura a piastrelle verde acqua, e due di essi si stavano divertendo parecchio.

Stanco ed esasperato misi fine alla serata, abbandonando il bicchiere sul primo tavolo disponibile.

Senza guardare spinsi la folla assiepata, sino a farmi strada verso l'uscita.

Una volta fuori il freddo della notte schiaffeggiò il viso sudato, intensificando il mio malessere.

"Merda" sussurrai scivolando via.

A spalle chine attraversai la via dinnanzi al Vaudeville, incamminandomi mestamente verso casa.

Durante il tragitto ripensai a quanto accaduto, dipingendo nella mente un quadro a tinte smorte che mi vedeva sconfitto su tutta la linea.

Min poteva regalarmi tutto il sesso possibile ed immaginabile.

Esaudire ogni desiderio o perversione senza battere ciglio, o porre limitazioni di sorta.

Non aveva senso andare in posti come il Vaudeville.

Non aveva senso farsi spompinare nei bagni o concedersi un incontro causale, perché Min poteva offrimi ogni cosa ad un livello di perfezione tale, da far impallidire tutto il resto.

In quanto all'amore, sembrava complicato trovarlo in tempi brevi, e frequentando locali notturni.

Le probabilità di beccare l'anima gemella apparivano risicate, e troppo remote per costituire un rimedio al problema.

L'incubus teneva le mie pulsioni strette per le palle, rendendomi del tutto inerme.

Quando giunsi in prossimità di casa, vidi le luci del soggiorno accese.

Min, era già arrivato.

Entrai nell'appartamento diviso tra paura, e la voglia tremenda di abbracciarlo.

"Ciao" disse, facendo capolino dalla porta.

Indossava una t-shirt soffice a righine rosso-arancio su fondo bianco, e dei jeans slavati.

Ai piedi, dei calzerotti arancioni.

****

Se vi va di lggere il romanzo per intero e darmi qualche soldo, seguite il link esterno qua sotto. Cheers.

Continue Reading

You'll Also Like

85.2K 2.9K 34
Sono l'autrice che aveva cominciato a scrivere questa scorose solo che per problemi tecnici ho dovuto rifare tutto mi dispiace Trama: Rose è una gi...
110K 4.8K 25
Nelle campagne londinesi dell'ottocento vive Eleanor Donato, figlia di un noto membro dell'aristocrazia. All'età di diciassette anni, viene promessa...
734K 38.9K 70
Terzo libro della trilogia Infiltrata. Primo libro: Infiltrata nel male. Secondo libro: Infiltrata nel cuore. Da ora contiene vari spoiler sulla f...
4K 127 42
(COMPLETA) Sequel di "I Desideri Del Cuore - Un Cuore Per Due" Quando pensi che il passato è ormai alle spalle, lui torna a bussare e a presentarsi p...