„ After the deal "

By tsubakicos

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Due fratelli dai caratteri opposti, in conflitto da anni senza un apparente motivo. Diana, ventunenne, matric... More

Introduzione.
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Capitolo 1.
Capitolo 2.
Capitolo 4.
Capitolo 5.
Capitolo 6.
Capitolo 7.
Capitolo 8.
Capitolo 9.
Capitolo 10 - Aaron.
Capitolo 11 - Aaron.
Capitolo 12 - Aaron.

Capitolo 3.

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By tsubakicos

Appoggio le borse sul divano e sfilo il cappotto. Mi dirigo in cucina per pranzare e ripetere la solita routine pomeridiana. Prima di dedicare le prossime ore allo studio assiduo, decido di riprovare una seconda volta il nuovo abito. Devo trovare delle scarpe adatte che si sposino con modello e colore, così recupero dalla scarpiera un paio di possibili soluzioni. Sento un rumore di passi provenire dalla scala. Non me ne preoccupo più di tanto e continuo a volteggiare davanti allo specchio. Un classico paio di Mary Jane nere sono perfette con il look retrò che mi conferisce l'abito, perciò elimino ogni tipo di concorrenza e posso rimettere tutto in ordine.

Improvvisamente sento il tipico scricchiolio provocato dalle lastre di legno del pavimento, appena fuori dalla mia porta. Da molti anni ormai, alcune delle lastre producono un suono differente, forse a causa dell'invecchiamento del legno.

Dal riflesso dello specchio mi rendo conto di aver soltanto accostato la porta. Quando mi ci avvicino per chiuderla, scopro Aaron proprio dietro di essa intento a guardare verso la mia direzione. Sto per impartirgli la solita predica e iniziare così l'ennesima discussione, ma mi precede.

"Stavo andando in camera mia, ma ho messo male il piede e ho girato largo. Non preoccuparti, non ti stavo spiando."

Lo guardo in modo scettico, sbattendo le palpebre più volte e increspando le labbra in un'espressione confusa. Sto per proferire parola nuovamente, ma continua: "Bel vestito". E così dicendo, con la solita espressione seria ed impassibile, alza i tacchi e si dirige nella sua stanza.

Rimango in piedi sull'uscio. Sono così abituata a subire la parte peggiore di lui che le poche volte in cui parliamo in maniera pacifica rimango attonita. Fisso la porta della sua stanza. Avverto le note inconfondibili di Ludovico Einaudi provenire flebili dal suo stereo. È buona abitudine non disturbarlo quando ascolta la musica, perciò ritorno nella mia camera. Ascolta Einaudi da quando è ragazzino. Sostiene che lo aiuti nei momenti di forte stress.

Decido di preparare il necessario per restare a dormire da Yago, consapevole che i miei mi permetteranno di passare la notte fuori. Piego con accuratezza un maglioncino rosa e un semplice paio di jeans che userò di ricambio. Inserisco un paio di scarpe da ginnastica nello zaino da palestra e una mini trousse dove abitualmente ripongo prodotti per la skin care e qualche trucco.

Lego i capelli in una coda arruffata e mi accomodo davanti alla scrivania con il libro di economia sotto al naso. Inizio a studiare meticolosamente i paragrafi sottolineati con evidenziatori di diverso colore. Leggo gli appunti accuratamente presi a lato della pagina, ripeto mentalmente i concetti e cerco di rimanere concentrata il più a lungo possibile. La determinazione non mi manca: quando mi prefisso un obbiettivo lo porto a termine. A luglio terminerò l'università, cercherò lavoro e piano piano costruirò la mia indipendenza. Costi quel che costi.

Il telefono inizia a vibrare e mi sporgo appena per capire di chi si tratta. È Carmen.

"Carmen, ciao!" Rispondo entusiasta chiudendo momentaneamente il libro.

"Ehi! Stai studiando, secchiona?"

"Beccata!"

Carmen, insieme a Tara, è una cara amica conosciuta ai tempi dell'asilo. Quand'ero bambina provavo una grande invidia nei suoi confronti, a causa dei bellissimi capelli color rame e dei suoi occhi azzurro cielo. Provavo un forte senso di inferiorità dinnanzi alla sua bellezza. Carmen è sempre stata la più spigliata delle tre. È grazie a lei se sono riuscita ad emergere dal guscio, in tarda adolescenza. Col tempo l'invidia ha lasciato spazio ad un'amicizia importante a e ad una stima profonda.

"Io proprio non ci riesco, mi distraggo in continuazione... sarà l'aria di primavera." Risponde lei.

"Mancano più di tre settimane all'inizio della primavera e tu già ne senti l'arrivo? Non ti sarai invaghita di qualcuno?" Domando con malizia.

"Uhm, ti riferisci a Brown del secondo anno o a Davis del quarto?" La sento ridacchiare dall'altro capo del telefono.

Ha una fila di spasimanti pronti a corteggiarla e come biasimarli. Farebbero i salti mortali per avere un appuntamento con lei.

Ai tempi del liceo ha frequentato Aaron per un paio di mesi. Non è stata una vera e propria relazione. Erano fortemente attratti e sperimentavano insieme. La cosa non mi ha mai turbata, raramente mi interessavo al punto da chiederle particolari.

A tal proposito la sento aggiungere: "Ah! Ieri mattina ho visto tuo fratello passeggiare vicino a casa mia. È sempre più affascinante, non sai quanto invidio il fatto che tu ci viva assieme!"

"Sì, mio fratello è indubbiamente un bel ragazzo. Il problema subentra quando scopri di che pasta è fatto."

"Non parliamo da mesi, è stato strano rivederlo. Era veramente capace a letto, ma hai ragione quando dici che è una persona difficile. A distanza di anni non sono sicura che intraprenderei qualcosa di più serio con lui."

"Sorvoliamo su certi particolari Carmen, grazie..." Corrugo la fronte. "Lo so bene che ha un carattere insopportabile, sfortunatamente."

"Non è un cattivo ragazzo, sa essere davvero dolce quando lo desidera. Purtroppo però, siamo arrivati ad urlarci contro più volte."

"Mio fratello ha un lato dolce? Davvero? L'ultima volta che lo è stato con me credo avessi dodici anni."

Il suo complimento sull'abito comprato questa mattina mi torna vivido nella mente. Non ricevevo suoi complimenti da così tanto tempo e la cosa mi ha visibilmente destabilizzata. Forse, a modo suo, voleva scusarsi per l'episodio di questa mattina.

"Cambiamo discorso." Gioco con la matita, facendola danzare ritmicamente su e giù tra le dita. "Questa mattina sono uscita con Yago. Abbiamo fatto shopping in centro."

"Oh, bene! Hai trovato qualcosa di carino?"

"Sì, un abito favoloso verde scuro che indosserò domani alla festa organizzata da Matt e gli altri."

"Perché non hai invitato anche me e Tara? Non ci vuoi più tra i piedi?" Il suo tono "finto offeso" mi fa ridacchiare. Chissà per quale motivo non avevo minimamente pensato di invitarle. Forse l'euforia per l'appuntamento di stamattina mi ha distratta da ogni cosa.

"Hai ragione, che sbadata. Ovviamente sarei contenta se veniste anche voi! Solito posto, solita ora."

"Per questa volta ti perdono. Dai, provo a studiare qualcosa, almeno domani non mi sentirò in colpa. Ci vediamo alle nove da Matt?"

"Certo! A domani, cara." E così dicendo chiudo la telefonata.

Le note di Einaudi smettono di arrivare flebili sino alla mia camera, poi il rumore della maniglia della porta precede quello dei passi sugli scalini di legno che portano di sotto.

Da qualche settimana Aaron esce spesso di casa, anche quando non deve recarsi a lavoro. Chissà che cosa frulla nella sua testa. Molto spesso questo nostro rapporto mi reca sconforto ed inevitabilmente ripercorro i ricordi d'infanzia. Non riesco a comprendere che cosa sia andato storto durante il corso degli anni. Più volte ho provato a parlarne con lui, domandandogli se fosse colpa mia, se mi fossi comportata male nei suoi confronti. Ciò che ho ricevuto è stato un susseguirsi di accuse verso il mio lato paranoico ed infantile. Non ha mai approfondito la questione per arrivare ad una tregua o ad un punto di inizio. Non nego che mi mancano i nostri pomeriggi passati a giocare sul tappeto del salotto o nella nostra capannina in campagna, amorevolmente costruita da papà. E' vero, ora siamo due giovani adulti, ma sono ancora speranzosa di poter costruire qualcosa di nuovo che ci leghi come allora. Cosa potremmo fare adesso? Guardare film, uscire a prendere un aperitivo, scambiarci le prospettive più assurde sul futuro? Vorrei realizzare almeno una di queste cose prima di lasciare casa. All'altezza dello stomaco percepisco un forte senso di tristezza. Deglutisco sonoramente e scaccio via qualche lacrima, obbligandomi a ricominciare a studiare da dove avevo interrotto.


▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬ 

Ciao miei bellissimi lettori!

State scoprendo sempre più personaggi e personalità completamente diverse. Dopo il fratello e il fidanzato, oggi è il turno di una delle due migliori amiche di Diana.

Curiosità: avete fratelli? Io, ironicamente, sono figlia unica.

Come sempre vi aspetto nei commenti ❤️

Baci, appuntamento al prossimo capitolo!

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