♔ velvet & silk ♔ yoonmin, vk...

By bisdrucciola

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"Comunque, credo che le stelle possano influire nell'animo degli uomini. Se ci pensi, quando guardiamo le ste... More

✤ P R O L O G O ✤
family is where life begins and love never ends.
you'll regret someday if you don't do your best now.
kill 'em with success, bury 'em with a smile.
don't ever run backwards.
never work just for money or for power.
you can be the moon and still be jealous of the stars.
and then you came into my life.
i'm jealous. wanna know why? because we started as 'just friends' too.
love is both: how you become a person, and why.
can i be your lei-tsu?
i like people who shake other people up & make em feel uncomfortable.
heavy hearts don't have to drown.
kiss me until i forget the thought of somebody else near your lips.
you became one of my stories.
the tip of my finger is tracing your figure.
we're too young and immature to give up, you idiot.
i just want you to talk to me. tell me how you feel. about life. just talk.
it hurts too good to say no.
the more i learn about you, the more i like you.
to die would be less painful.
do you think the universe fights for souls to be together?
life is not about hiding, life is about living.
there's nothing wrong with you.
i am desperately craving your lips.
a sea of whiskey couldn't intoxicate me as much as a drop of you.
i hope you can see me for what i am and continue to love me the same.
i've been holding back for the fear that you might change you mind.
i tried so hard to not fall for you, but then our eyes locked and it was over.
my heart's your home, no matter where you are, u'll always have a place to stay.
all my mistakes are drowning me, i'm trying to make it better piece by piece.
perhaps it's better this way.
he's stuck inside my brain so much that he can call my head "home".
i think i need you, and that's so hard to say.
tell me pretty lies, tell me that you love me, even if it's fake.
how can i look at you and feel so much happiness and sadness all at once?
i've hella feelings for you, but i'm so fucking scared.
you spread warmth and inspire my life, just like the sun does.
lips so good i forget my name.
one of the hardest battles we fight is between what we know and what we feel.
he dreams more often than he sleeps.
mommy, daddy, don't you know? You lost your daughter years ago.
ça ne casse pas trois pattes à un canard
i wanna feel you in my veins.
as humans we ruin everything we touch, including each other.
I just wish i could lose this feeling as fast as i lost you.
look at your cuts. each one is a battle with yourself that you lost.
in the end, we'll all become stories.
And he dreamed of paradise every time he closed his eyes.
un piccolo regalo...
you're burning inside of me and i'm still alive in you.

i want you. all of you. on me. under me. tasting me. wanting me.

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By bisdrucciola


Jimin era davanti allo specchio del bagno e stava cercando di realizzare che mancavano solo due ore scarse alla sua cena con Yoongi. Di solito, ci metteva un'ora e mezza a prepararsi per un appuntamento di questo tipo ed era sempre sicurissimo di sé stesso quando metteva il piede fuori di casa. In quel momento, invece, era tutto diverso.

Non aveva mai e poi mai ricevuto un invito del genere da un ragazzo ed era a dir poco strano, nonostante Jimin avesse una mentalità notevolmente aperta, viverlo in prima persona. E poi ci si metteva anche che aveva cercato di baciarlo ed era sicuro che se si fosse ritrovato di nuovo in quella stessa situazione, eccome se ci avrebbe riprovato. Ma quel fatto gli ricordava troppo Jungkook, era quasi ridicolo come le cose andassero con lo stesso passo. Ovviamente, non ne sapeva in pieno i dettagli ma quello di cui era sicuro era che Min Yoongi non sarebbe mai scappato come aveva fatto l'amico. Jimin era certo che il maggiore si fosse trattenuto con la forza per non ricambiare il bacio, ma non capiva il motivo per il quale avrebbe dovuto farlo. Sarebbe stato divertente, lo sapeva, sarebbe stato molto divertente.

Ora il biondo stava cominciando a lavarsi i denti assiduamente, casomai ricapitasse una situazione simile, poi si fece una doccia abbastanza lunga e camminò verso l'armadio coperto dal suo immenso accappatoio.

"Vediamo un po'..." Sussurrò, guardando i vari capi che possedeva. "Questo no..." Pausa. "No nemmeno questo... questi non mi piacciono molto..." Jimin selezionava con cura ogni pezzo, ma nessuno sembrava adatto a quella serata, o meglio, non sembravano adatti a Yoongi. In effetti il ragazzo non aveva idea di dove il più grande lo avrebbe portato quella sera, ma si limitava a sperare che fosse un ristorante semplice, così da potersi vestire con il suo stile senza esagerazioni.

"No, nemmeno questo... questa fa veramente schifo, dovrei buttarl- oh finalmente!" Tirò fuori la sua fedele felpa aperta Gucci con una miriade di paillettes cucite sopra, sotto di essa indossò una semplice maglia bianca a maniche lunghe della yeezus e un paio di jeans neri e stretti senza strappi. Optò poi per un paio di scarpe supreme di stoffa rossa e nera. Il suo stile era abbastanza discutibile e appariscente, bensì riuscisse a portarlo molto bene.

Soddisfatto, si diresse di nuovo verso il bagno dove si spruzzò una quantità industriale di profumo e poi passò ad arricciarsi i capelli biondissimi.
«Mi sto dimenticando qualcosa, sono sicuro di essermi dimenticato qualcosa ma non so cosa.»
Si guardò numerose volte allo specchio ma un particolare continuava a far difetto.
"AH MA CERTO! L'ORECCHINO!" Esclamò tutto d'un tratto, guardando l'orecchio senza accessori. Infilò così il suo orecchino d'argento costituito da una semplice catenina e lo agganciò in modo che non gli si sfilasse. Yoongi portava vari orecchini neri, quindi avrebbe dovuto apprezzare quel piccolo tocco di furbizia, pensò. Il biondo non aveva idea che l'orecchino sarebbe stato uno degli ultimi particolari che il maggiore avrebbe notato quella sera.

"Okay, ora sono pronto." Guardò l'orario ed erano esattamente le 19:50. "Più puntuale di un orologio svizzero." Si disse, pieno di sé.
Se c'era una cosa che il pensiero di Yoongi poteva fare, quella era indubbiamente aumentare l'autostima di Jimin. Dopo che Jungkook glielo avesse fatto notare, il biondo sapeva bene come Yoongi osservava ogni dettaglio del suo viso, concentrandosi sui minimi particolari. Inoltre, l'idea che sarebbero stati a cena da soli era mozzafiato, letteralmente. Ogni volta che il biondo se lo faceva presente, qualcosa gli afferrava il petto e gli toglieva il respiro.

Il ragazzo prese il tutto il necessario, se lo mise nelle tasche ed uscì dalla porta della sua villetta quasi saltellando. L'ansia cominciava a farsi sentire, pesante come non mai.
Era già uscito con delle ragazze prima d'ora ma aveva avuto relativamente poche fidanzate, considerando la sua occupazione da modello. Le ragazze le vedeva come un'avventura troppo facile, era sempre sicuro che sarebbe piaciuto solo perché era abbastanza famoso e popolare, ma uscire con un ragazzo anche più celebre di lui... non ci aveva mai pensato. Jimin non era il tipo di persona che si concentrava troppo sulla sua sessualità, ma era più che sicuro che Yoongi gli dava molta più agitazione di una ragazza qualunque. Il biondo era attratto in tutto e per tutto dall'aspetto del ragazzo ma sul suo carattere non aveva abbastanza materiale per stabilire una connessione che potesse diventare una potenziale fonte di interesse. Per questo era molto curioso di rimanere solo con lui per poter parlare ed eventualmente scoprire qualcosa sulla sua vita al di fuori del lavoro.

Cominciava a fare molto freddo e aspettare lì fuori come un palo con un'ansia che se lo stava divorando vivo non era esattamente la migliore delle situazioni.
«Oh, ma quando arriva?! Non ho preso nemmeno la giacca.» Pensò, mentre alcuni brividi si facevano strada sulla schiena.

Strinse le braccia al petto per sentire un po' di calore quando vide un suv nero imboccare la strada per casa sua. A quella vista, il suo cuore cominciò a battere più velocemente e le gambe tremarono un po'. Cercò di contenersi il più possibile ma non riuscì a trattenere un piccolo sorriso che fece capolino sul suo bel viso.
La macchina era sempre più vicina, ma non si riusciva a vedere nulla oltre a quattro vetri oscurati che impedivano interamente la visuale dell'interno. La vettura si fermò davanti al biondo e, per un attimo, Jimin ebbe paura che quello non fosse colui che stava aspettando. Ma tutti i suoi dubbi furono cancellati dal finestrino che si abbassava e rivelava a poco a poco il viso del maggiore, sempre senza nessuna evidente emozione. "Sali." Gli ordinò.

"Sissignore." Gli rispose Jimin, sorridendo innocentemente per poi farsi strada fino allo sportello e sedersi sul posto affianco al guidatore. Fu improvvisamente inondato dal calore dell'aria condizionata e dal profumo di Yoongi, non sapeva descriverlo ma era decisamente molto buono.

"Wow, questa macchina ha un buon odore." Gli disse Jimin giusto per iniziare una conversazione.

"Direi, ho speso 26.000 ₩ per quel diffusore Dolce & Gabbana." Replicò Yoongi, indicando una boccetta attaccata allo specchietto che conteneva un liquido giallognolo.

"Ah, capisco." Si limitò a dire Jimin che non si aspettava certo un caloroso benvenuto da Yoongi. Quando lo aveva conosciuto aveva pensato che non sarebbero mai andati d'accordo, ma poi aveva deciso di non farsi pregiudizi e la cosa aveva funzionato. Ovviamente Yoongi sapeva essere veramente freddo con lui a volte, ma Jimin non ci faceva quasi più caso poiché lo aveva assunto come un comportamento normale.

"...però sono contento che ti piaccia." Continuò il maggiore, dopo una lunghissima pausa. Il biondo rimase sorpreso da quell'intervento e fu ovvio che non se lo aspettava. Ne fu felice. Un po' troppo felice, forse. Gli occhi del maggiore rivolsero l'attenzione verso di lui per un attimo e si fermarono sul suo abbigliamento per una manciata di secondi.

"Biondino... mi ero dimenticato di dirti dove ti avrei portato, vero?" Domandò, ritornando a guardare la strada.

Jimin si irrigidì e cominciò a guardarsi freneticamente per controllare se ci fosse qualcosa che non andasse nei suoi vestiti, ma non notò nulla di particolare. "Perché?"

"Perché stiamo andando da Jungsik." Disse Yoongi con enorme franchezza ed indifferenza.
Ogni abitante di Seoul sapeva che Jungsik era uno dei ristoranti più raffinati e, sopratutto, costosi di Seoul. Era stato numerose volte citato sul giornale locale e addirittura nel NYTimes era stato presentato come uno dei ristoranti coreani più rappresentativi di Seoul e d'intorni. E il giornale era l'unico posto in cui Jimin aveva minimamente pensato di vederlo.

"JUNGSIK? TU SEI PAZZO! SEI FUORI DI BALCONE! IO NON HO TUTTI QUEI SOLDI." Urlò Jimin, che stava per sbottare. "YOONGI DOVEVI DIRM-" Non riuscì a completare la frase che fu subito bloccato dalla mano del ragazzo poggiata sulla sua coscia. «Oh mio Dio...» Sussurrò, mentre un fremito gli si propagava lungo ogni singolo muscolo del corpo.

"I soldi non ti serviranno." Gli disse Yoongi senza guardarlo. "Non sarebbe un appuntamento se dovessi pagare tu e per me i soldi non sono un problema."

"Ma non potremmo andare in un... non so, un'osteria?" Propose con coraggio Jimin che si sentiva veramente a disagio in quel momento, sentendo la pressione sul suo interno coscia e distinguendo le cinque dita che gli premevano da sopra la stoffa dei pantaloni.

"No." Si limitò a rispondere fermamente l'altro per poi scoppiare a ridere e ripetere, "Un'osteria...ovvio"

Jimin abbassò la testa sentendosi in tremendo imbarazzo, sicuramente quella risatina di scherno lo aveva ferito più della solita freddezza inespressiva ed era evidente che si fosse offeso. Come ogni volta che abbassava il volto, però, le due dita del maggiore gli si posizionarono sotto il mento e glielo fecero rialzare con la forza.

"Non era mia intenzione offenderti, ma un'osteria non fa decisamente per me... e sopratutto non è degna di te." Gli disse Yoongi senza cambiare espressione. Jimin arrossì violentemente a quella frase e stette in silenzio a guardare il panorama che passava velocemente dal finestrino, fino a quando non giunsero al noto ristorante.

Già da fuori, Jimin contò una gran quantità di Ferrari, Porche, Maserati e Lamborghini parcheggiate nel piazzale privato del ristorante. Le persone che erano in procinto di entrare erano abbigliate in modo estremamente galante, tutti incravattati, infagottati in giacche firmate, adornati da gioielli e vestiti lunghi.
Jimin si sentì subito morire appena notò tutta quell'eleganza, ma decise di non lamentarsi. Yoongi invece non ebbe nessun tipo di problema dato che era sempre costantemente vestito allo stesso modo, con uno smoking nero.

Il ristorante esternamente appariva molto minimalista, era un semplice palazzo squadrato ed imponente che si affacciava sulla strada e il nome era circondato da luci soffuse a led grazie alle quali si poteva leggere benissimo sullo sfondo bronzo scuro.

Entrando, i due si ritrovarono davanti un tavolino e dietro quest'ultimo c'era un'impeccabile e bellissima cameriera. Jimin rimase estasiato dalla perfezione del viso della ragazza che stava ben ritta di fronte a Yoongi. Era truccata in modo abbastanza pesante, con gli occhi contornati da ombretto scuro e le labbra carnose colorate di un forte rosso sangue. Indossava la divisa delle cameriere che Jimin pensò fosse obbligatoria in quel ristorante e i capelli erano raccolti in uno chignon tirato minuziosamente dietro la testa.

"Buonasera, avete prenotato?" Chiese rivolgendo un sorriso brillante a Jimin che arrossì, abbassando la testa.

"Sì, controlli Min Yoongi." Le rispose Yoongi con un tono glaciale.

La ragazza controllò il nome sul suo libro delle prenotazioni e dopo una manciata di pochi secondi rialzò il viso e disse: " Se potete seguirmi vi condurrò al vostro tavolo. Aveva chiesto quello all'ultimo piano, non è così?" La voce della ragazza era estremamente dolce e melodica, i suoi movimenti erano soavi ed era quasi un piacere starla a guardare mentre camminava davanti a loro.

"Non guardarla così." Gli sussurrò Yoongi. "Ho fatto miracoli per ottenere un posto qui e non l'ho fatto certamente per farti guardare le ragazze."
Jimin distolse lo sguardo dalla cameriera, si girò verso il viso del maggiore per un attimo e si accorse che lui lo stava già osservando.

"Ecco a voi il tavolo vicino alla vetrata e la luce di una candela delicata alla vaniglia, proprio come ci era stato richiesto." Informò poi la ragazza una volta raggiunto il tavolo. I due si sedettero e la cameriera si congedò, aspettando che scelgano le loro portate.

Jimin guardò la fiammella della candela e poi posò gli occhi su quelli di Yoongi, i quali si appoggiavano blandamente sul menù. Per tutto quel tempo si era concentrato sul fatto che non fosse all'altezza di quel ristorante e non aveva minimamente degnato il più grande di uno sguardo. Alla prima occhiata, Jimin non vide nessun segno particolare che lo contraddistingueva dagli altri giorni. Era come se la sua monotonia fosse presente anche all'interno del suo aspetto e del suo regale portamento. Lo trovava estremamente bello, e non una bellezza effimera come quella della cameriera o degli altri modelli e modelle che aveva sempre conosciuto durante la sua carriera, ma una bellezza diversa, profonda, perpetua e tormentosa che gli provocava una fitta al petto.

In quel piano non c'era nessuno, erano da soli e il minore era quasi sicuro che quello fosse esattamente ciò a cui puntava Yoongi per quella sera. "Come hai fatto ad ottenere posto così con poco preavviso? Ho sentito che qui dovresti prenotare almeno un mesetto prima." Jimin la buttò lì sul vago, mentre cercava di trovare il coraggio di aprire il menù.

"Non sembra, ma ho abbastanza conoscenze da queste parti." Replicò Yoongi, poggiando a sua volta il suo menù sulla chiara e morbida tovaglia. "Com'é stato il primo impatto? Non voglio sapere nulla sulla cameriera, grazie."

Jimin si girò verso la grande sala decorata da separè costituiti da assi di legno scuro, i quali contrastavano con il colore beige chiaro della stoffa delle sedie e dei divanetti. La luce era di un tenue giallo aranciato che rendeva tutto molto più intimo e soffuso.

"È veramente fantastico." Rispose, riprendendo a guardare gli occhi del più grande. Fu così che i loro sguardi si incatenarono in quel silenzio e dopo poco Jimin non riuscì più a sostenere lo sguardo del maggiore.

"Hai scelto cosa mangiare?" Gli chiese Yoongi appena notò che la cameriera si stava riavvicinando al tavolo.

"Ehm... prendo quello che prendi tu." Rispose Jimin, sperando che non fosse stato un gesto maleducato.

"Signori, cosa avete deciso di ordinare?" Chiese la stessa ragazza di prima.

"Un antipasto di pesce per entrambi, sia con capesante che con ostriche se è possibile, e poi due risotti ai ricci di mare, grazie." Disse Yoongi con fermezza alla cameriera che stava prendendo appunti su uno strano marchingegno.

"E da bere?" Chiese la ragazza. "Se non ha notato la carta dei vini, oggi abbiamo una vastissima varietà di vini francesi ed italiani."

"Prendiamo un Domaine De La Romanée-Conti, lo avete disponibile?" Domandò di rimando Yoongi. Jimin non sapeva nemmeno cosa fosse il francese, quindi non fu capace di captare se fosse un vino costoso o meno e si limitò ad ascoltare come un terzo spettatore.

"Ma certo, scelta molto sofisticata, ve lo porto immediatamente." La cameriera camminò a grandi passi verso una stanza che Jimin supponeva contesse quello che Yoongi aveva chiesto.

"Non è uno di quei vini super costosissimi, vero?" Gli chiese, sperando in una risposta che confermasse la sua domanda. Il ragazzo non ne capiva nulla di vini ma era abbastanza interessato al fatto che Yoongi ne conoscesse qualcosa a riguardo.

"No, no, assolutamente." Rispose l'altro indifferente. "È un vino come un altro."

La cameriera arrivò con la bottiglia, la stappò e ne versò una stilla nel bicchiere di ognuno.

«Se me ne versa così poco morirò di sete.» Pensò Jimin mentre guardava la piccola quantità di vino nel suo calice con una faccia interrogativa. Stava per buttare giù tutto il contenuto in un solo sorso, ma si bloccò subito appena vide che Yoongi, dopo averlo impugnato con attenzione, agitava attentamente il bicchiere con movimenti circolari. «Ma cosa caspita sta facendo...»

Vide le labbra del maggiore appoggiarsi delicatamente sul bicchiere per poi bere un piccolo sorso di vino. Dopo di ciò, Yoongi si fermò per due tre secondi e disse: "Va benissimo."

La cameriera si congedò nuovamente e Jimin rimase a guardare con un sopracciglio alzato e uno abbassato il ragazzo davanti a lui. "Scusa, ma perché hai fatto tutta quella scena col vino?"

Yoongi cercò di trattenere una risata, ma gli scappò comunque un risolino soffocato. "Quella era la degustazione, ignorante. Ho fatto un corso da Sommelier qualche anno fa e sono passato con il grado più alto." Lo informò il più grande. "Ti insegno le basi, se vuoi."

"Come vuoi." Disse Jimin, alzando le spalle e tenendo ancora il calice pieno del poco vino tra le dita.

"Bene. Allora, innanzitutto stai tenendo il bicchiere in modo sbagliato." Comunicò forse un po' troppo freddamente il più grande. "Cioè, voglio dire che va tenuto sulla base con due dita."

Jimin tentò di interpretare le indicazioni di Yoongi, sebbene continuasse a fallire miseramente. "Vorrei un indizio in più, se mi è concesso." Disse alla fine, mentre continuava a tenere il calice in modo errato.

"Guarda te cosa mi tocca vedere." Sussurrò Yoongi, avvicinandosi alle mani di Jimin e prendendogliele entrambe con decisione. "Allora, vedi il pollice e l'indice?" Disse per poi indicare le due dita.

Jimin sentì le mani affusolate e fredde del più grande stringere le sue e rabbrividì, arrossendo fino alle orecchie. "S-sì, le vedo."

"Perfetto, ora afferra la base larga del calice con queste due dita e stringilo per non farlo cadere." Lo informò Yoongi seriosamente, per poi lasciargli le mani.

"Ok... ci sono riuscito!" Disse Jimin vittoriosamente. "Ma cosa a servirebbe tutto ciò?" Non sentiva il bicchiere molto stabile in quella assurda posizione.

"Ogni vino ha una sua specifica temperatura e deve essere servito non ad un centigrado di più o di meno. Quando si afferra il calice con tutta la mano o anche con la punta delle dita si rischia di alterare questa temperatura. Per questo va tenuto in questo modo oppure semplicemente dal collo." Gli disse Yoongi, incrociando le mani davanti a sé.

"Capisco..." Replicò Jimin che lo stava guardando con due occhi spalancati. "Ne sai una più del diavolo, tu" Rise poi, alzando le sopracciglia.

"Diciamo che tengo più al fatto che tu ti goda al massimo uno dei vini più pregiati del mondo." Lasciò trapelare il maggiore con fin troppa naturalezza.

A Jimin andò quasi per traverso quel vino appena sentì quelle parole. "Tu non puoi essere serio." Gli disse senza parole.

"Ti sembro per caso uno che scherza?" Rispose l'altro senza guardarlo e riempiendosi un quarticello di bicchiere.

"No, mi sembri uno completamente fuori di testa." Rispose Jimin sorridendogli ampiamente e scuotendo la testa.

Il cibo arrivò dopo quell'attesa e il biondo si rese conto di non aver mai visto così tanta cura nell'impiattamento delle pietanze in qualunque altro ristorante. Tutto era perfettamente posizionato in un piatto bianco candido, il colore arancione delle capesante si sposava benissimo con il grigio perlato dei gusci delle ostriche e la salsa stillata a strisce sottili sopra di essere sembrava allineata col righello.

Jimin mangiò il primo boccone e per poco non cacciò un urlo. "Dio mio questo è il paradiso." Disse ad alta voce con la bocca piena. Ci bevve un goccio di vino e il tutto si sposò talmente bene che Jimin avrebbe voluto vendere la casa pur di aver avuto la possibilità di mangiarci una seconda volta.

A differenza del biondo, Yoongi mangiava con molta disinvoltura e si divertiva, di tanto in tanto, a guardare il soddisfatto visino del ragazzo di fronte a lui. Quella sera, non aveva badato ad alcuna spesa, ma il sorriso di Jimin era un ottima ricompensa da parte del karma, cosa della quale Yoongi era sicuro al cento per cento.

Nel frattempo arrivò anche la prima portata che la cameriera poggiò con grazia sul tavolo davanti ai due. Si trattava del riso ai ricci di mare che aveva ordinato Yoongi per entrambi ed aveva un aspetto a dir poco invitante. Jimin ci infilò le bacchette e, dopo averlo assaggiato, fece dei versi di profondo apprezzamento.

"Biondino, qui qualcuno potrebbe scambiare i tuoi versi per qualcos'altro." Gli disse Yoongi, guardandolo negli occhi.

Jimin si bloccò e si guardò intorno preoccupato. «Aspetta, ma non c'è nessuno oltre a noi qui...» Pensò, dopo aver realizzato che effettivamente erano gli unici lì dentro. "Ma Yoongi... ci siamo solo noi due qui dentro." Replicò poi con un'espressione innocente.

"Appunto." Disse l'altro, continuando a mangiare tranquillamente, senza lasciar trasparire nessuna particolare emozione.

Il biondo si limitò a mangiare con il cuore che aveva cominciato a battergli forte da quel momento. Sapeva benissimo cosa intendesse il maggiore, ma solo al pensiero il suo petto esplodeva, letteralmente, faceva quasi male. Quell'illusione era assolutamente improbabile, pensò.

Una volta finito anche il riso, il maggiore gli chiese come fosse andata con il cibo e se fosse stato di suo gradimento e Jimin non esitò a scuotere la testa convinto. "Grazie mille Yoongi, davvero. Non saprei nemmeno come sdebitarmi in realtà."

Nella mente del più grande aleggiava già qualche iniziativa di quel tipo, ma non poteva parlarne ad alta voce in quel momento. E poi quelle erano fantasie pressoché irrealizzabili anche per lui.
Era assolutamente sicuro di non piacere a Jimin nel modo in cui lui intendeva, se solo fosse stato capace di farglielo presente, se solo non fosse così complicato sconfiggere i suoi demoni e i suoi ricordi.

"Non devi sdebitarti." Gli disse. «Devi soltanto farmi entrare in casa tua e invitarmi nel tuo letto, sarebbe un prezzo di pagamento abbastanza azzeccato.» Ormai i pensieri di Yoongi avevano preso il completo comando della sua mente e non poteva fare a meno di pensare al corpo di Jimin e, soprattutto, ad uno stratagemma per farlo suo. "Vuoi un dolce?" Chiese.

"Uh, se proprio insisti..." Rispose l'altro, per poi riafferrare il menù cautamente e aprirlo sulla pagina dei dolci.

"Ma in realtà io non ho insistito..." Rispose l'altro con un bianco ed appena accennato sorriso. "Zucchero-dipendente." Lo soprannominò.

"Si vede che non hai mai visto Jungkook mentre mangia qualunque cosa contenga cioccolato o qualsiasi altro tipo di dolcificante." Rispose questo, immergendo il visino sul grande foglio di carta. "Okay, ho scelto!"

Ordinò una tortino cheongdam e quando gli arrivò notò che era un pezzetto estremamente piccolo.

"Caspita, hanno finito gli ingredienti per caso?" Chiese ridendo.

"Beh, non lo so, ma dal momento che pago io..." Rispose l'altro, togliendo dalle mani il cucchiaino a Jimin. "Posso?" Domandò, puntando la posata su un lato del dolce.

"Ma certo." Acconsentì Jimin e poi lo vide raccoglierne un po' e portarselo alle labbra schiuse. Poi, quel cucchiaio fu avvolto tra le labbra del più grande che teneva gli occhi leggermente socchiusi e fissava Jimin mentre lo faceva.

«MA PERCHÉ È COSÌ SENSUALE ANCHE QUANDO MANGIA, ACCIPERBACCO.» Urlò Jimin dentro di sè, mentre guardava negli occhi Yoongi con le sopracciglia corrucciate sulla fronte.

"Perché mi guardi in quel modo?" Chiese il maggiore che gli restituì il cucchiaino con un sopracciglio alzato.

"Oh, no, stavo solo... pensando." Rispose il biondo, mentre le gote gli si stavano arrossando violentemente a causa delle immagini decisamente poco caste che gli si erano insinuate nella testa.

"Posso sapere se quello a cui pensavi riguardava me?" Gli domandò il maggiore, mostrando la più completa naturalezza.

"Ehm..." Rispose l'altro, sorridendo con un lato della bocca in modo da apparire meno imbarazzato di quanto facevano trasparire le sue guance rosse. "Può darsi...?"

Yoongi non replicò e si limitò a girare lo sguardo e guardare il panorama di Seoul con le sue caratteristiche luci a neon che facevano risplendere la notte più vivacemente del giorno.
Una volta che il ragazzo ebbe finito il suo impeccabile dolce la cameriera portò il conto, che Yoongi si affrettò a nascondere dalla vista del più giovane. Il biondo voleva a tutti i costi sapere almeno il prezzo di quella cena, anche se gli fu categoricamente vietato da Yoongi.

"Ora possiamo andare, ti riaccompagno io a casa." Lo invitò il maggiore con un tono fin troppo imperativo.

Tutto stava nello scoprire se quella cena avesse avuto almeno un minimo dell'effetto che Yoongi avrebbe sperato di ottenere.

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