Prophecy - Sapphire [Completa]

By AnneGRight

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Secondo libro della Saga Prophecy. Abbiamo lasciato tutti i membri della squadra in partenza, ognuno con il c... More

1. La vita deve andare avanti
2. Ritorno a casa
3. Risolvimi
4. London Time
5. Scritte dal passato
6. Gemelli
7. Chi è?
8. Si riparte
9. Presagi di battaglia
10. Riscke
11. Parola d'ordine: prosegui!
12. Camelot
13. Errore
14. Final Destination
15. Non dirmi ancora addio
16. Perdono e segreti
17. Dimensione Infernale
18. La falce
19. Milacre
20. Andare
22. Accoglienze
23. Indolenzimento
24. Pericolo
25. Presto!
26. Io ti salveró pt.2
27. Zaffiro
28. Ripresa
29. Bran
30. Sentimenti rivelati
31. Piani d'azione e piani di conquista
32. La proposta
33. Cuore Spezzato
34. Risveglio
35. Il gioco
36. Bugie
37. Noi lo scopriremo
38. Passi
39. Patti
40. Antidoto alla cocciutaggine
41. Il ritorno di Roxen
42. Preparativi
43. Il grande giorno pt.1
44. Il grande giorno pt.2
45. Il grande giorno pt. 3
46. La pantera e il mostro
47. Giocare col fuoco
48. Anima vuota
49. Nuova alba
50. Desideri nascosti
51. Bolle di sapone
52. La verità di Eros
53. Passato e Futuro
54. Inatteso
55. Segnali di allarme
56. Il volto
57. Minacce
58. Innesco
59. Il coraggio di attendere
60. Alleati inaspettati
61. Decisioni - Decisions
62. Non senza di noi
63. La stanza pura
64. Ciò che è già accaduto
65. Fiducia
66. La nuova generazione
67. Sospiri di morte
68. Scacco
69. Redenzione
70. Questa è solo una battaglia
71. Non sarà così
72. Odore di fango
73. Cosa mi nascondi?
74. Omissioni
75. Piovra
76. Ha già distrutto metà del mio mondo
77. Pietra
78. Psiche vs Psiche
79. Frammenti di zaffiro
80. Le Tenebre mi inonderanno
One Shot!

21. Sari, banchetti, troll e cascate

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By AnneGRight

Dopo la decisione presa da Kalì e Milacre di fare il loro viaggio di nozze sulla Terra, si susseguirono giorni di preparativi e di incarichi da assegnare.

Roxen era decisamente impaziente, non vedeva l'ora di far ritorno sulla Terra e riprendere la sua vera missione, magari al fianco di Alexander, Sara e Samuel. Quei giorni lontani da loro la stavano mettendo a dura prova. Ne sentiva sempre di più la mancanza e da quando era arrivata al palazzo di Milacre, sua moglie non faceva altro che gironzolarle attorno, come se la studiasse. Ne era parecchio infastidita, ma doveva stare buona, perchè non aveva alcun potere a cui ricorrere per difendersi. Doveva resistere solo un altro giorno e poi sarebbero ripartiti. Aveva sentito Milacre parlare coi suoi sudditi e raccomandare loro di proteggere il trono dai sovversivi. Lo aveva anche visto impartire ordini per organizzare una festa di commiato, per quella sera stessa.

Sarebbe stata anche una bella occasione se Kalì non l'avesse accerchiata e costretta a seguirla nelle sue stanze. Continuava a non capire l'atteggiamento di quella donna demone: non solo la spiava, ma spesso le toccava i capelli e la coglieva in flagrante mentre sniffava avida l'aria intorno a lei.

Mentre attraversavano il palazzo, Roxen si sorprese ancora una volta di quanto incredibili fossero quelle camere, eccessivamente lussuose: il velluto blu e oro era quasi ovunque, divani e triclini erano sparsi con calcolata alternanza lungo tutti i corridoi, i lampadari pieni di cristalli rilucevano facendo strada ai loro passi, sulle pareti erano appesi dipinti di demoni e armi in metallo prezioso.

Roxen non capiva perchè Kalì avesse insistito così tanto nel condurla alla sua camera privata e si guardò attorno studiando le armi, nel caso ne avesse avuto bisogno. Vide la donna aprire una porta alla fine del lungo corridoio, vi scivolò dentro proprio come se fosse un felino, talmente elegante e sensuale da far restare Roxen a bocca aperta.

Kalì le sorrise indicandole una poltroncina in stile romano su cui sedersi. Roxen obbedì più per curiosità che per altro e la donna demone aprì l'armadio. Il mobile in stile barocco di legno scuro troneggiava come vecchio orso poggiato alla parete, con i bordi rifiniti e intagliati, uno specchio sull'anta centrale rimbalzava l'immagine di Roxen seduta rigidamente sulla poltroncina.

- Ti starai domandando perché ti ho portata qua - la voce di Kalì era calda, con un tono leggermente roco e sensuale.

Roxen incrociò le gambe una sull'altra, poggiando rilassata la schiena al morbido cuscino alle sue spalle. Si prese il viso tra l'indice e il pollice e fissò annoiata la donna davanti a sé. - Non proprio. Stavo pensando agli affari miei più che altro! - Rispose acida, sfidandola.

Kalì girò appena la testa per scoccarle un sorriso divertito. Sembrava essere abituata a quel tipo di atteggiamento e non era affatto infastidita. Roxen la osservò passare velocemente la mano su una sfilza di abiti per poi afferrare un sari indiano dai colori sgargianti, la stoffa soffice e leggera.

Lo lanciò a Roxen che lo afferrò al volo e lo guardò dubbiosa, ora sì che si domandava il motivo di quell'invito, poi la vide prendere un altro sari dai colori pastello e avvicinarsi ammiccante.

- Come sai questa sera, prima della nostra partenza ci sarà un banchetto per salutare il nostro popolo. Tu e i tuoi amici sarete ospiti d'onore, ti faccio dono del sari. Indossalo con cura, è di seta. -

Roxen socchiuse gli occhi sospettosa - Perchè me lo regali? - domandò.

Per un momento il viso di Kalì si addolcì sotto lo sguardo stupefatto di Roxen - So che hai rifiutato Milacre quando entrambi eravate sulla Terra. - le disse con una punta di zucchero nella voce - Sono in debito con te. -

- Non immaginavo ci tenessi sul serio. Credevo te ne fossi solo servita per cacciare Jujus. - Roxen la sfidò ancora una volta. Voleva metterla alla prova e capire quali fossero le sue vere intenzioni.

La donna demone alzò le spalle con disinvoltura, come se si aspettasse quella accusa. - Inizialmente era così. Poi però Milacre mi ha salvato la vita. Quando Re Jujus ha capito che l'avevo tradito, mi aveva rinchiuso nelle prigioni e mi hanno fatto torture indicibili... - i suoi occhi furono attraversati da tristezza e vacuità - ma Milacre ha affrontato tutti con la sua nuova forza di demone, senza fermarsi e senza curarsi di quello che avrebbero potuto fare a lui. Mi ha sottratta ai carnefici, riducendoli in poltiglia. Volevamo il potere entrambi, è vero, ma lo volevamo insieme. - Concluse con uno scintillio negli occhi ambrati.

Roxen riconobbe quell'emozione che accendeva Kalì, era la stessa che aveva acceso lei quando era andata a salvare Alexander da Dracula. Anche lei in quell'occasione non aveva badato a se stessa, aveva sentito solo il bisogno di dover salvare il suo alleato a qualunque costo. Si portò istintivamente una mano al petto, sul marchio, e fu colta da un'intensa malinconia. Voleva tornare a Bran, il prima possibile.

- Ah - Kalì la riportò alla realtà rivolgendole un sorriso malizioso - stasera è meglio se tu e i tuoi amici non bevete il vino che vi verrà dato, è vino demoniaco, sugli umani ha un effetto... come dire eccitante! - Le fece l'occhiolino e la invitò a uscire dalla stanza per andare a prepararsi.

***

Eros e Merlino erano stati fatti accomodare in una grande sala, anche a loro erano stati fatti indossare degli abiti diversi, i safa, abiti indiani tradizionali maschili, in cui il Grande Mago si sentiva particolarmente a proprio agio.

Merlino rideva alzando calici e spiluccando uva dai vassoi che i servi di Milacre gli mostravano dinanzi. Nell'ambiente una musica rilassante e ritmata allo stesso tempo, trascinava i partecipanti in una danza allegra e colorata.

Eros invece si era messo in un angolo ad osservare i diversi partecipanti: lui e Merlino erano gli unici a provenire dalla Terra. Osservava Milacre che se ne stava seduto su un trono posto in fondo alla sala e batteva le mani a tempo di musica. Eros scosse la testa costernato. Conosceva l'ex druido da diversi anni, Merlino lo aveva ospitato così tante volte a Camelot quando litigava con suo nonno e suo zio, che i druidi erano diventati come fratelli per lui.

Decise di avvicinarsi a Milacre e scambiare quattro chiacchiere, sperando di capire che intenzioni avesse una volta tornato sulla Terra. - Allora Mil! - Gli posò con fermezza una mano sul braccio - Sei convinto della tua scelta? -

Milacre lo guardò di sottecchi portandosi un altro calice alla bocca e mandandone giù il contenuto. - Assolutamente! Voglio che Kalì veda le bellezze della Terra! È sempre stata in questa dimensione, e ovunque vai c'è solo deserto e un sole cocente, perennemente al crepuscolo. Mi manca la Terra, non pensavo che un giorno sarei potuto tornarci e per questo devo ringraziare voi. -

Eros sorrise ripensando alla tenacia di Roxen nel voler salvare a tutti i costi l'amico e lo fece presente a Milacre - Oh, no. Devi ringraziare solo Rox se siamo venuti qui! Io a momenti non sapevo neanche tu fossi finito in questa dimensione... -

L'ex druido lo interruppe confuso - A proposito, cosa ci fai insieme a Roxen? - lo guardò incurvando le sopracciglia incuriosito.

Eros tossicchiò distogliendo lo sguardo e venendo catturato dalla bellissima presenza della strega che faceva il suo ingresso, indossando il sari donatole da Kalì. Era di uno sgargiante color arancio, con il velo e il top rifiniti da un verde che richiamava i suoi occhi smeraldini. Rimase incantato per un attimo a fissarla: neanche tra le divinità aveva visto essere più bello, eccetto lei, la sua amata. Una fitta al petto lo colpì, sentendosi mancare l'aria per un istante. Chiuse gli occhi serrando i pugni, prima o poi sarebbe riuscito a ricongiungersi a lei. Lo aveva promesso a se stesso.

Anche Kalì fece il suo ingresso, indossando sinuosa e sicura il suo sari che aveva tinte d'azzurro e celeste ed evidenziava il malizioso taglio degli occhi e i corti capelli neri.

Eros seguì con gli occhi Milacre che si alzò immediatamente andando incontro alla moglie e baciandola davanti a tutti i presenti. I demoni scoppiarono in urla goliardiche, pestando i piedi a terra e battendo le mani sulle proprie teste. I due si staccarono sorridendo e guardandosi intensamente negli occhi. Eros ridacchiò e spostò nuovamente lo sguardo su Roxen. Lei lo vide e avanzò verso di lui.

Cercò di mostrarsi noncurante, ma i suoi occhi verdi lo mettevano a disagio. - Allora? Pentita di aver rifiutato Milacre sulla Terra? - domandò per smorzare l'imbarazzo crescente.

Roxen scoppiò in una risata - Assolutamente no! Come dissi a Milacre in quell'occasione: per me conta solo la missione e che lo si voglia o no, io sono collegata a una sola persona tramite il Sangue di Rosa. Non sono intenzionata ad innamorarmi di nessuno... -

Eros la interruppe mettendole due dita sotto il mento e costringendola a guardarlo negli occhi - Nessun altro all'infuori di lui - la corresse, sorridendo beffardo.

Roxen si ritrasse avvampando, schiaffeggiando stizzita la sua mano. - Tu non sai di cosa stai parlando! -

In quel momento un fragoroso boato fece arrestare la musica. Tutti i presenti nella sala si voltarono verso la porta che dava sull'ingresso.

Milacre corse a prendere una delle spade appese alle pareti e si mise davanti a Kalì per proteggerla. Roxen lanciò un'occhiata a Merlino, che prontamente afferrò a sua volta un'arma dal muro e gliela lanciò, procurandosene subito una anche per lui. Eros invocò il suo arco e preparò velocemente una freccia, tendendola davanti a sè.

Una voce beffarda si fece strada mentre la porta si apriva lentamente - Toc Toc! È permesso! -

Eros rimase senza fiato. Lo riconobbe subito: i tatuaggi tribali sulle spalle e la carnagione aranciata non lasciavano dubbi. - Riske! - ringhiò, stringendo i pugni.

Roxen si voltò verso di lui preoccupata, probabilmente aveva ricordato il nome del mandante dei rapitori di Merlino.

Il demone lo guardò con un ghigno malvagio stampato sulla faccia - Oh, che onore essere riconosciuto da te, Eros... o dovrei dire Cupido? -

Eros vide Roxen accanto a sè sgranare gli occhi e fissarlo incredula.

***

Alexander aveva un mana poco sufficiente a teletrasportare tutti e questo aveva costretto lui e i suoi compagni a prendere l'aereo, irritandolo parecchio. - Potevate lasciarmi andare in avanscoperta e poi raggiungermi! - si era lamentato mentre imbarcava il bagaglio a mano nella piccola cappelliera sopra la testa.

Ma Sara non era stata d'accordo e lo aveva fulminato con un'occhiataccia, seguita subito dopo da uno schioccare di lingua poco rassicurante: sarebbe partita una sfuriata! Alexander se ne era accorto e prima che la sua amica potesse aprire bocca, si era scusato facendola accomodare accanto al finestrino.

Atterrarono a Vàgar, l'unica città dell'arcipelago delle diciotto isole di Fær Øer ad avere un aeroporto, diciotto ore dopo e furono accolti da una pioggia scrosciante.

Il cuore di Alexander tamburellava eccitato. Ogni passo, ogni movimento era un avvicinarsi a qualcosa che lo attendeva, che lo chiamava. Nonostante avesse diverse preoccupazioni per la testa non riusciva a smettere di sorridere. Era una sensazione elettrizzante!

Sara e Samuel lo fissavano confusi, probabilmente non capivano come sotto quelle intemperie il loro amico potesse essere così allegro. - Io credo che le diciotto ore di viaggio lo abbiano stordito! - scherzò Sara, stiracchiandosi le braccia intorpidite.

Quel volo era stato decisamente lungo e noioso, per non parlare del bambino seduto dietro di lei che continuava a calciarle il sedile! Per farlo smettere si era alzata di scatto e sovrastando il poggiatesta gli aveva mostrato i canini e le unghie affilate, spaventandolo. Da quel momento era stato tutto più piacevole e tranquillo.

- Ehi, Xander! Dove alloggeremo? - gli domandò Sara, mettendosi lo zaino in spalla.

Alexander la guardò dubbioso - A dire la verità pensavo di dirigermi alle cascate! -

La biondina sgranò gli occhi scioccata, cercando aiuto da parte degli altri due, ma questi iniziarono a guardare per aria, trovando l'arredamento dell'aeroporto improvvisamente molto interessante. Alexander, non udendo obiezioni, si diresse verso l'uscita come se nulla fosse. Prese lo smartphone e aprì google maps per capire come arrivare alle cascate. Erano un po' distanti tra loro, quindi era necessario muoversi con mezzi non umani. Si guardò indietro da sopra le spalle: teletrasportare tre persone più se stesso era veramente dura per il suo mana. Gli altri però avrebbero potuto volare. Certo, si sarebbero un po' affaticati, ma almeno gli avrebbero reso il compito più semplice.

Attese che lo raggiungessero all'esterno, ma Christian non lo lasciò parlare: aveva sentito i suoi pensieri e aveva compreso pienamente il suo dilemma. - Con questa pioggia non sarà facile volare, ma ci proveremo - disse secco, assicurandosi che Sara non si opponesse.

Alexander gliene fu grato e mostrò loro il punto della prima cascata, non erano tante, l'isola ne possedeva solo tre e l'istinto gli diceva che avrebbe trovato la pietra proprio là: alla cascata di Bøsdalafossur.

- Ok, ragazzi, ci vediamo lì! - salutò i suoi amici svanendo all'istante senza aspettare la loro risposta.

Si ritrovò su una collina verdeggiante, dal profilo piuttosto dolce, che convogliava verso il basso. Da lì sentiva provenire un forte scrosciare d'acqua. Il panorama era mozzafiato: le colline erano disposte a cerchio attorno a un lago, che si gettava nell'oceano creando una cascata non molto alta, ma comunque dalle correnti piuttosto forti.

Aveva il battito del cuore sempre più accelerato, le sensazioni di attesa e ricongiungimento si erano fatto più intense.

La pietra! La sua pietra era lì, a pochi metri da lui!

Iniziò a correre lungo il pendio della collina per raggiungere il più in fretta possibile la cascata. Rideva come mai gli era capitato prima. Era bagnato fradicio e sentiva le gambe intorpidite dal freddo, ma non gli importava. Col fiato corto giunse a qualche metro dalla cascata. Era già pronto a tuffarsi ed entrare nella grotta, quando dei passi pesanti e minacciosi lo fermarono.

Alexander si voltò trovandosi di fronte un troll, un grosso, barbuto, enorme troll Faroese. Non ebbe nemmeno il tempo di rendersene conto che quello iniziò subito a correre verso di lui con la chiara intenzione di schiacciarlo, ma Alexander che era più piccolo e veloce gli passò in mezzo alle gambe, facendogli perdere l'equilibrio. Il troll si rialzò e afferrò un masso lanciandoglielo contro. Alexander lo bloccò con la magia e lo gettò in mare. Il troll batté le mani giganti sul terreno, causando una piccola scossa di terremoto che fece ruzzolare a terra Alexander. In quell'istante dalla cascata si levò un intenso fascio di luce e il troll indietreggiò spaventato. Alexander avrebbe voluto invocare la spada di suo padre, ma non era ancora riuscito a ripararla. Si rimise in piedi, afferrando un sasso molto acuminato, pronto a difendersi.

Angolo Autrice

Buona sera e buon week end a tutti!

Volevo informarvi che il posto dove è andato Alexander esiste, se volete potete cercarlo su internet!

Ho cercato i posti per poterli descrivere al meglio, e ne sono rimasta affascinata!

Scrivere alla fine serve anche per imparare cose nuove e ne sono molto contenta!

Buona lettura e buona scoperta ;)

Votate e commentate se volete!

A presto

Anna

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