Tutta una questione di chimica

Por 10giuly

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Sognare è importante, ci spinge oltre i nostri limiti, per realizzare la visione utopica che ognuno di noi, a... Más

Welcome
Prologo
Capitolo 1. Carpe Diem
CAPITOLO 2. New York, here I come.
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
WATTPAD CONTEST
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Epilogo
Ringraziamenti
Interview

Capitolo 26

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Por 10giuly

Not all Christmas gifts are welcome. Sometimes they're just a nightmare that comes back in our lives and makes things more complicated than usual. Key word? Self-control.

Il mese di Dicembre è iniziato e a New York, come credo in molti luoghi di questo pianeta, si respira già l'aria del Natale. Il clima è piuttosto rigido: la giacca di pelle, o spolverino, ha lasciato il posto al piumino invernale, con tanto di sciarpa pesante e cappello. Teoricamente anche i guanti fanno parte del corredo della stagione, ma siccome mi impediscono di usare il telefono, non li uso mai, o quasi.

Inoltre le vetrine dei negozi abbondano di pacchetti regalo e piccoli oggetti, che attirano la gente ad entrare, per comprare qualche pensiero per i loro cari, mentre nelle strade si sente l'eco delle canzoni natalizie, riprodotte in loop nei vari esercizi pubblici. Tutti sembrano aver improvvisamente trovato una inaspettata fonte di felicità: bambini e ragazzi gioiosi, mentre viaggiano in metropolitana, scherzando e non pensando troppo alla scuola; adulti che corrono freneticamente per accaparrarsi il regalo perfetto per i famigliari. E poi ci sono io, che in tutta questa allegria di sfondo, mi sento un pesce fuor d'acqua.

Vi chiederete perchè anche io non stia correndo da una parte all'altra della Fifth Avenue per prendere quella borsa a mamma, o quella camicia a papà. La risposta è semplice: abbiamo smesso di farci i regali.

Non è per cinismo ed egoismo, come il buon vecchio Scrooge prima della visita dei tre spiriti. Sono semplicemente cresciuta. Lo spirito della festa resta: il buon pranzo fino a scoppiare con tutta la famiglia, in cui ogni anno c'è qualche parente di cui avevo scordato l'esistenza, la grande tombolata, i giochi di società come Taboo o Monopoli. Per la famiglia Verli è questo il Natale: condividere qualcosa insieme, senza necessariamente scambiarsi regali, comprati più per dovere che per piacere. Coi miei amici abbiamo optato per la stessa soluzione, da quando è finita la scuola.
Io, Paola e Roberto andiamo sempre al cinema, la sera di Santo Stefano, per ridere di gusto mentre sullo schermo si alternano le immagini dell'ultimo cinepanettone.

- Un uccellino mi ha sussurrato che torni per l'anti vigilia! Quando aspettavi a dirmelo? Non sai quante cose devo raccontarti!-
- Mannaggia a te, Annamaria, che mi rovini sempre le sorprese!- maledico mia madre, per non saper mai tenere la bocca chiusa, mentre Paola, dall'altro lato del computer, fa la finta offesa.
- Aspetta, quali novità?- sono ancora io a parlare, cercando di chiedere delucidazioni su quanto detto pochi secondi fa dalla moretta.
- Non te lo dico, perché sei cattiva!- ribatte lei, facendo la linguaccia e inscenando un finto broncio.
- Tanto so che vuoi dirmelo. C'entra tu sai chi? Finalmente ha capito?-
- Ovviamente c'entra lui, come sempre del resto. In realtà non si è fatto avanti, però ha mostrato una strana gelosia nei miei confronti, mentre gli parlavo di quel tipo dello stage. Hai presente quel biondo con gli occhi azzurri, che ti avrò già descritto altre mille volte?-
- E come mai hai tirato in mezzo lo stangone aspirante personal trainer?-
- Solo per vedere il solito volto impassibile di Roberto, che invece ha iniziato a dire che fosse semplicemente un montato, tutto muscoli e niente cervello e cose del genere.-
- Ma è fantastico!- esclamo io, con un sorriso a trentadue denti da orecchio a orecchio.
- Non mi sembra tanto, non ha nemmeno capito che stessi scherzando.-
- Perché era preoccupato che potesse realmente interessarti un altro che non fosse lui. Devo spiegarti tutto, eh?!-
- O forse voleva solo divertirsi dandomi fastidio- replica la mia amica, con tono triste, molto diverso dal mio, euforico.
- I maschi non fanno mai qualcosa solo per giocare. Se ti punzecchia è perché sta cercando di attirare la tua attenzione e farti capire qualcosa.-
- Mettiamo che tu abbia ragione. E allora perché non si sveglia?-
- Ha paura di perderti come amica. So che per te vale lo stesso, ma lui non si muoverà dalla sua posizione, perciò devi agire tu.-
- E cosa faccio? Gli chiedo di uscire?-
- Esatto!-
- E se...-
- Non dire quella parola! Coi se e i ma non si va da nessuna parte. Buttati, provaci, lotta! Guarda che quando torno se non hai ancora fatto niente, entrerò in azione io.-
- Ho capito, troverò il modo di fare qualcosa. Ora, però, parliamo un po' di te. Come va col fisicato dagli occhi verdi, di Douglas? -
- L'hai stalkerato? Seriamente?-
- Certo! Devo sapere tutto sulla persona che dice di amarti. Sono o non sono la tua migliore amica, nonché sorella mancata?-
- Nulla da obiettare, amica mia.-

- Qui è quasi ora di cena ed è meglio che vada. Non mi fido di mio papà, da solo, ai fornelli: mi mangia tutto prima ancora che arrivi sulla tavola.-

- Lo so bene. Forse è il caso che vada anche io. La mia pausa pranzo è quasi terminata. A presto, socia. Ricordati di agire, il tempo scorre inesorabile.-

Dopo aver inviato un bacio volante alla mia amica e aver chiuso la telefonata, non riesco a non sorridere, mentre la mia mente inizia subito ad elaborare un piano per aiutare quei due timidoni.

Si comportano come due bambini, che si punzecchiano, senza riuscire a fare un passo avanti deciso. Roberto ha troppa paura, e Paola vorrebbe fosse il ragazzo a fare la prima mossa, come nelle favole. Tornerò tra poche settimane e dovrò fare un bel discorsetto ad entrambi.

Se non perdi la parola dopo l'ennesimo look improponibile del Grande Capo, che ti ha già fatto perdere la vista.

Terminata l'ora di break tra mattina e pomeriggio, Mr. Parros ci ha nuovamente convocati per una comunicazione. Più formale del solito, si sistema la cravatta blu, con fantasia rosa confetto e schiarisce la voce, prima di iniziare a parlare.

- I'll try to be concise. The general director has decided to hire a new manager. He's gonna come to your laboratories in the next few days. His job is to help me coordinating your job, so that we can obtain the best result within the shortest time. He's not a scientist, but an expert in assessing other people's technical skills. My announcement is over. Go back to your rooms.-

Un chiacchiericcio si alza tra gli scienziati che lentamente rompono le righe, per uscire dall'aula conferenze, mentre io sono felice. Un aiuto serve sempre, soprattutto in periodi come questo, in cui bisogna collaborare al meglio per raggiungere un traguardo.

∼∼∼

- Have you seen the new manager?- domanda Tiara a me e Matthew, all'uscita dal palazzo con le grandi vetrate.

- Not yet, why?- ribatte a sua volta il mio ragazzo.

- Don't be jealous, but he's so gorgeous.-

- Oh, tell me. I want to know some more!- Esclamo, prendendo sotto braccio la rossa.

- He's italian, fair hair, a smile that would kill anyone and a great sense of style. Oh, yeah, it also seems very smart.-

- Not so interesting, I prefer my boyfriend-

- You're a really bad liar, girl!- Ridacchia sotto i baffi Tiara.

- I know, I know.-

Le nostre strade si dividono, con Tiara che va a prendere la metro nella direzione opposta alla nostra, la cui destinazione è il mio appartamento.

- I'm curious about the new manager.-

- Me too. I'm happy he's Italian, it's nice to see someone else from my country here.-

- Feeling sick of home?-

- A bit, but, I'll be there soon. So, that's ok.-

∼∼∼

Dopo una cenetta, rigorosamente italiana, Matthew è tornato a casa. Non vogliamo correre troppo, iniziando praticamente a convivere, preferiamo procedere per gradi, senza troppe pressioni. Forse è meglio così, altrimenti tutto si riduce subito ad una mera routine e la passione rischia di svanire, lasciando spazio alla noia.

Mi lascio trasportare da questi pensieri, mentre il sapore del caffè in bocca è ormai svanito, sostituito dalla menta del dentifricio.

Il mio solito mezzo di trasporto mi lascia puntuale vicina all'NNB industry building ed è davanti al suo ingresso che la vista di una persona a me familiare, purtroppo, rovina questa giornata, eccezionalmente soleggiata.

- Non sono stata abbastanza chiara la scorsa volta? Ora mi segui anche?- domando scocciata al mio intelocutore, che non accenna a togliere dalla faccia quel fastidioso ghigno di chi ha vinto, against all odds, come si dice da queste parti.

- Fossi in te non mi rivolgerei con questi toni al tuo nuovo capo, cara Sofia.-

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Cari lettori, bentornati nel mondo di Sofia!

Voglio dedicare questo spazio autrice per ringraziarvi di un meraviglioso traguardo: 2000 visualizzazioni.
Chi ci avrebbe mai pensato? Io no di sicuro!
Onestamente non credevo nemmeno sarei arrivata a mille, ma voi sapete sorprendermi ogni giorno!

Ok, la smetto prima di commuovermi, dicendovi un enorme grazie per questo traguardo!

Parlando invece del capitolo, che mi dite?

E' tornato Andrea. Quanti di voi tifano per lui? Che succederà ora?

Scrivetemi i vostri commenti, ci tengo!

A presto,

Giulia

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