Kamikaze - Drarry

By sono_fran

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L'ennesima storia d'amore iniziata per errore. Ultimo aggiornato: 23/05/20 More

Capitolo primo
Capitolo terzo

Capitolo secondo

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By sono_fran

Fomentato dalle sue parole, Draco allungò le mani verso la vita di Harry e se lo spinse contro con violenza.

Fu un attimo, un pensiero che lo sfiorò e volò via con la stessa velocità con cui era arrivato: "però, questo Potter non è così male".

E subito le labbra si toccarono costringendo Harry ad alzare leggermente la testa per via della loro differenza di altezza. Sentiva ancora le mani fredde del ragazzo che aveva di fronte stringerlo a sé senza esitazione, così gli portò le mani alla schiena, poco meno larga della sua, non appena Malfoy impose la lingua nella sua bocca.

Entrambi si ritrovarono a chiedersi perché quel contatto non risultasse spiacevole, ma tutt'altro: si trovarono a perfetto agio muovendosi l'uno nell'altro, le azioni erano fluide e ogni gesto risultava naturale, come se non avessero fatto altro per tutta la vita.

Le mani andavano strofinando i tessuti del maglione e della giacca, salendo fino a toccare la base del collo, poi i capelli.

Il confluire del sangue fino alle sue parti basse fece rendere conto Draco che sì, era veramente piacevole e il fatto che poco dopo avvertì Harry tentare di allontanare il proprio bacino dal suo, pur lasciando i petti ben aderenti, fece pensare Malfoy che anche il moro stesse riscontrando il suo stesso problema di circolazione.

Lo scambio di saliva stava durando definitivamente più del dovuto, infatti gli altri alunni iniziarono ad insospettirsi e guardarsi a vicenda con espressioni stupite, – non pensavo che fossero competitivi fino a questo punto – sussurrò qualcuno guardandosi intorno.

I due però non sembrarono accennare a smettere, ma anzi, il bacio divenne sempre più intenso e avvolgente tanto che gli occhiali di Harry, schiacciati tra i due visi e leggermente spostati dal suo naso, erano ormai sporchi da entrambe le parti delle lenti.

Dopo un tempo che ai nemici sembrò essere infinito, ma comunque non abbastanza, Potter si staccò di colpo dando fine al vortice di mani, lingue e passione, come se prima non si fosse accorto di cosa stesse facendo.

Alcuni giurarono di vedere un filamento di saliva unire per i primi centimetri i due visi ancora arrossati.

– D-devo andare in bagno – accennò poi il più alto con fare schifato, come se si fosse veramente reso conto solo ora a chi appartenesse il sapore che percepiva in bocca.

– Sì, anche io ho bisogno di sciacquare la bocca – aggiunse, se possibile, con ancora più ribrezzo quando Malfoy gli fu lontano di qualche passo.

Aprì la porta dei servizi silenziosamente e scoprì il biondo piegato sul lavandino intento a sciacquarsi la bocca più che a bere.

"Allora il viso non è l'unica cosa ad avere carina" osservò nella sua mente guardandogli il fondoschiena elegantemente rinchiuso nei pantaloni.

Senza ragionarci troppo, gli andò dietro e Draco, sentendo un rumore vicino, alzò di scatto la schiena indietreggiando di un passo scontrandosi con Harry, il quale portò istintivamente le mani ai fianchi dell'altro.

Malfoy guardò il ragazzo alle sue spalle dallo specchio sopra il lavabo e, con un tono calmo, diede voce ai suoi pensieri – eccitato, Potter? – si girò poi, ancora tra le sue braccia, per averlo faccia a faccia.

Potter non esitò a staccare una mano dal suo fianco per portarla al cavallo dei pantaloni.

– A quanto pare non sono l'unico, che dici?

Il Mangiamorte si lasciò sfuggire un respiro più profondo.

– Potter, s-sta arrivando qualcuno.

Suo malgrado lo allontanò con una spinta e il suo corpo gli diede atto di non essere d'accordo del distacco.

Un uomo sulla quarantina entrò, senza degnar loro di uno sguardo si diresse a una cabina; nello stesso istante si diedero un ultimo sguardo e Malfoy se ne andò con fare degno del suo cognome.

Harry si ritrovò a sorridere da solo per un misto di imbarazzo e divertimento di se stesso.

– L'ho veramente fatto? – si chiese retoricamente – l'ho toccato l-lì?

Come si aspettava, quando uscì dal bagno, Malfoy era già scomparso dal locale e ne fu immensamente lieto; per l'appunto era da poco uscito dal locale borbottando qualcosa come "lo sapevo che questi giochi da babbani fanno schifo, non vomito perché sono pur sempre un Malfoy" e le altri serpi gli andarono dietro a metà tra il divertimento e il ribrezzo.

Quando Harry si sedette al tavolo calò un silenzio quasi imbarazzane, ma lui tenne il viso rilassato come non fosse successo nulla di particolare.

Un Tassorosso ruppe la quiete tossicchiando.

– Comunque, mi spiace dirlo, ma ha vinto Malfoy. Harry si è staccato per primo.

Nella strada di ritorno per Hogwarts, Hermione tempestò Harry di domande sul bacio e ad ogni sua risposta Ron sembrava diventare sempre più bianco.

– Io non capisco, come hai fatto? Io gli avrei vomitato addosso.

– Harry, da fuori sembrava che ti stringesse abbastanza forte, no?

– Sì, abbastanza – le rispose Harry cercando di dimenticarsi per sempre il volto del biondo così vicino al suo – Comunque Ron non potevo rifiutarmi, gli avevo appena detto quelle cose. Il Prescelto, colui che deve uccidere Voldemort si rifiuta di baciare una persona, risulterei poco credibile. Non credete – indirizzò il discorso verso altro – che Malfoy abbia bevuto più del dovuto? Non è da lui.

– Harry – prese parola la ragazza al suo lato – credi ancora che stia organizzando qualcosa di pericoloso?

– È chiaro: sta crescendo e la famiglia lo vuole nel gruppo, no?

– Così hanno qualcuno più vicino alla scuola, dentro direi – Ron si prese un paio di secondi di pausa – Più vicino a te, Harry.

Quando arrivarono al castello, Draco era già in camera sua, sdraiato sul suo letto a maledirsi.

– Bravo Draco – parlò tra sé e sé – un'altra cazzata. Ultimamente non riesci a fare altro. Potevi rifiutarti di metterti in mostra davanti a tutti, ma no, tu no. Cazzo di orgoglio.

Stava ancora borbottando qualche offesa quando qualcuno sull'uscio attirò la sua attenzione.

– Noi andiamo a cena, vieni?

– No – si alzò e gli andò davanti – prima devo togliermi l'odore di quel posto da dosso, puzzo. A dopo.

Senza aspettare risposta prese il pomello placcato d'argento tra le mani e lo spinse chiudendo la porta nera.

Aprì il rubinetto della doccia per fare scaldare l'acqua, nel mentre si spogliò togliendo per prima la giacca nera che poggiò con cura su una sbarra in metallo, poi si sfilò la camicia e fu il turno dei pantaloni, per ultimi intimo e calzini. Ogni suo indumento era nero: così in contrasto con la sua pelle bianca, così simile alle sue emozioni. Si ritrovò a guardarsi nudo davanti allo specchio che lo rifletteva fino al basso addome, lasciando intravedere la "v". Si portò una mano a sfiorarsi i pettorali, scendendo poi sugli addominali e i polpastrelli ruvidi davano l'impressione che potessero lacerare quella pellicola bianca così sottile. Ebbe la sensazione che fosse un mero rivestimento di un insieme di organi, non un corpo umano capace di provare qualcosa, così vuoto. Abbassò lo sguardo verso il suo braccio ancora fermo lì e lo guardò, lo vide, quel disegno, ancora più in contrasto di ogni altra cosa con lui: la causa di tutto. Il suo stesso tocco lo scottò e allontanò il braccio d'istinto dal suo corpo. Una lacrima cadde a terra ancora prima che si potesse accorgere che gli fosse uscita dagli occhi.

– No – bisbigliò – sono stato scelto, io.

Ripensò che doveva farlo, era il suo compito e niente lo avrebbe fatto tirare indietro.

D'istinto, per via della rabbia che provava nei suoi stessi confronti, lanciò il dispenser del sapone di vetro nel fumo che fuoriusciva dal box doccia, riempiendo ormai lo spazio tutto intorno a lui, andò subito a scontrarsi verso una parete e cadde in frantumi.

Il rumore lo scosse permettendogli di ricomporsi e così fece fare anche al sapone, lanciandogli un incantesimo.

Harry stava quasi finendo il secondo, Ron stava già divorando il dolce ed Hermione lo stava guardando allibita quando Malfoy entrò a testa alta nella Sala Grande, dirigendosi verso il suo tavolo con una mano poggiata in tasca con leggerezza. Quando gli fu quasi dietro, Harry girò la testa verso di lui e si scambiarono il solito sguardo di disprezzo puro e reciproco, come se qualche ora prima non si fossero provocati una leggera erezione a vicenda, baciandosi davanti a poco meno di una ventina di loro compagni.

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Anche questo capitolo, come il precedente, l'ho revisionato in questi giorni quindi fatemi sapere cosa ne pensate perché ci tengo tantissimo!

Aggiungetemi su Twitter se volete, mi trovate come @/Fran_s_Stories.

Be kind ✨
Fran

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