Monster; v k o o k

By softpornbaek

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- with your sweet blood I'll pay for all of my sins. Dove Taehyung è solo un ostinato demone che non desidera... More

i n t r o
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t w o
t h r e e
f o u r
f i v e
s i x
s e v e n
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t e n
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t w e l v e
t h i r t e e n
f o u r t e e n
f i f t e e n
s i x t e e n
s e v e n t e e n
e i g h t e e n
n i n e t e e n
t w e n t y
t w e n t y - o n e
t w e n t y - t w o
t w e n t y - t h r e e
t w e n t y - f o u r
t w e n t y - f i v e
t w e n t y - s i x
t w e n t y - s e v e n
t w e n t y - e i g h t
t w e n t y - n i n e
t h i r t y
t h i r t y - o n e
t h i r t y - t w o
t h i r t y - t h r e e
t h i r t y - f o u r
t h i r t y - f i v e
t h i r t y - s i x
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s i x t y - s e v e n
s i x t y - e i g h t
s i x t y - n i n e

f i f t y - o n e

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By softpornbaek

Non ci volle moltissimo affinché Jungkook capisse che qualcosa non stesse andando per il verso giusto.

Dopotutto, come avrebbe potuto esser capace di ignorare quella fin troppo strana presenza che dava evidenti segni di vita? Essa stessa non glielo avrebbe mai permesso, in alcuna maniera.

Doveva accorgersi di lui, a qualunque costo; non importava come, era assolutamente indispensabile, non si poteva evitare.

Quella familiare aria gelida, frizzante, che sentiva penetrargli fin dentro il profondo del più piccolo spazio nelle sue deboli ossa, dandogli l'impressione che il suo corpo stanco, pur nonostante il freddo che lo disturbasse, fosse sul punto di bruciare e prendere fuoco nella questione di pochi, insulsi secondi; quell'atmosfera cupa, lugubre, carica d'ansia e un insieme di variopinte sensazioni più che negative, nata tutta d'un tratto dal vuoto assoluto, con l'unico e diabolico intento di incutere nient'altro che terrore nel solo individuo che se ne stava lì, non avendo nessuno a cui chiedere aiuto, come se fosse stato tutto creato appositamente da qualcuno ad uno scopo ben preciso, prima inesistente, ora impossibile da far finta di non avvertire infrangersi sulla propria pelle scossa in men che non si dica da un alternarsi irrefrenabile, sconnesso, di brividi; quel presentimento che porta l'istinto umano, nei casi davvero critici e a suo giudizio maggiormente pericolosi, a desiderare di scappare e correre via quanto più velocemente le gambe e il fiato permettano dalla minaccia imminente, che continuava a crescere a dismisura, senza conoscer il minimo segno di tregua: ogni cosa si ripeteva come una seconda volta, se non in modo addirittura peggiore della prima.

Inutile dire il ragazzo fin dall'inizio fu terrorizzato di rivivere quell'incubo già assaporato prima, al cui solo ricordo tremava nello stesso modo di una foglia, succube del vento spietato che incurante imperversa, fino a fargli perdere l'ultimo accennato sostegno che ancora possiede.

Perché doveva sopportare quell'agonia terrificante?

-Ragazzino, ti sono mancato, non è vero?-

Il timbro di voce già conosciuto, che tutto era tranne che rassicurante e affettuoso -ciò che invece l'umano avrebbe di gran lunga preferito sentir risuonare nelle sue orecchie in quell'attimo- non fece che mettere maggiormente a disagio il povero malcapitato, che niente chiedeva di così tanto particolare e bizzarro se non di essere lasciato stare, abbandonato alle sue riflessioni in attesa del ritorno di quello che chissà ora dov'era, quando più era necessaria la sua presenza.

Jungkook restò rigorosamente immobile, senza tentare di accennare al minimo, singolo movimento, persino quando si rese conto che la sua pelle nuda stesse pian piano venendo accarezzata con un'attenzione snervante, per niente richiesta, mentre i suoi respiri si alternavano dall'essere trattenuti inconsapevolmente al susseguirsi in modo irregolare, facendo trasparire da essi quanto la sua agitazione potesse essere elevata.

I suoi pensieri continuavano a restare gli stessi e identici, non mostrando il minimo segno di alcun mutamento, rimanendo solo due, indipendentemente da ciò che stesse avvenendo o da quelle mani gelate che si spostavano con curiosità in ogni parte del suo corpo.

-Dov'è Taehyung? Perché non è ancora tornato?-

Era sbagliato sperare nel suo arrivo affinché potesse esser capace di far quel che a lui stesso non riusciva, ovvero salvarsi tenendo conto delle proprie, uniche forze, seppur non così potenti come magari sarebbe stato necessario?

Il moro era posseduto dal panico a tal punto da non trovare il coraggio di aprire bocca nemmeno per protestare, per urlare, per sfuggire da quella situazione di cui non capiva nulla, provando almeno attraverso quel che poteva di liberarsi da un qualcosa di cui non sapeva neanche la natura.

Le sue mani dal primo secondo non si erano mosse nemmeno di un banale millimetro da sopra le gambe sottili che caratterizzavano la sua figura, serrate in due pugni stretti con forza, dove le unghie corte per la tensione si infilavano d'istinto nella tenera carne, non dando però dimostrazione di nessun segno di sofferenza nel diretto interessato.

In fondo, al momento i suoi problemi erano ben altri, travolto all'improvviso da un vortice di questioni dalla maggior importanza rispetto che a confronto con una sciocchezza simile.

-Non dici nulla, eh?-

Quella voce fastidiosa, quasi provando una subdola soddisfazione personale e trovando in ciò un divertimento che oltre a se stesso non era in grado di cogliere alcuna persona, sembrò con quella frase, pronunciata usando un atteggiamento che pareva alquanto sbruffone e altezzoso, deridere lo sprovveduto che con tanta passione amava disturbare, interferendo nel normale -si fa per dire- ciclo della vita del moro, già abbastanza intricato e complesso per fatti suoi.

Fu però proprio quell'affermazione talmente sfacciata, posta con una simile aria da possente e unico padrone di ogni cosa possibile e immaginabile creata su questa Terra, a svegliare tutto d'un tratto il ragazzo da quello stato di inquietudine e tacita sottomissione a cui si era lasciato andare, che certo, comunque non sparì completamente, ma perlomeno gli diede la possibilità di riprendere un minimo possesso di quel che era la sua volontà indipendente e restituirgli la grinta necessaria affinché si alzasse e, pur con un pizzico di ovvia esitazione, si preparasse ad affrontare quella cosa, guardando dritto in ciò che in maniera apparente era il semplice vuoto, dove però lui avvertiva tale orrida presenza stare a prendersi nella più totale libertà gioco di lui e delle sue evidenti difficoltà da cui, nonostante il desiderio che nutrisse di liberarsene fosse smisurato, non riusciva ancora a trovare la via giusta e più efficace per farcela senza essere in seguito divorato da una miriade di rimpianti incolmabili, che forse mai l'avrebbero abbandonato, come quel senso di opprimente confusione e mancata eventualità di comprendere gli eventi che, accavallandosi uno sull'altro, lo avevano portato a ridursi a vivere "avventure" di un tipo così, se con una parola del genere vogliamo definire la sua esperienza.

Una volta che si fu velocemente rimesso su due piedi Jungkook, sospirando a pieni polmoni e assottigliando poi le palpebre, quasi se attraverso quel gesto potesse intravedere l'essere con cui avesse a che fare, nemmeno pensandoci troppo esclamò -Perché non riesco a vederti? Chi sei tu?-

Una risata raccapricciante fu la singola risposta che ottenne, del tutto insufficiente a soddisfare le sue innumerevoli domande che solo adesso cominciavano pian piano a mostrarsi, facendosi finalmente sentir vive e a confermare le caratteristiche più o meno essenziali di quella creatura, nella cui mente era un sovrastarsi continuo di interrogativi su interrogativi, che chissà perché mai riuscivano a scomparire attraverso frasi soddisfacenti e degne di esser chiamate tali, ma nella maggior parte grazie alla poca memoria che agli umani era sempre stata comune, se non proprio estranea in ciascuna sua forma.

-Ah, come ti vedo curioso ora!-

Il ragazzo, avvertendo come una folata quasi impercettibile di vento ma in ogni caso, siccome assolutamente certo che ci fosse stata e che non se la fosse solo immaginata, si voltò nella direzione da cui l'aveva sentita provenire, insieme alla voce di quello che ancora non sapeva come chiamare di preciso, non trovando però nuovamente alcuna sagoma a cui poter far riferimento.

-Insomma, piantala con queste sciocchezze! Mostrati e basta.-

Nel ragazzo ora si espandeva una tale sicurezza che neanche lui in realtà capiva da dove venisse, ma che comunque ora faceva più che comodo, dato il fatto che potesse così almeno esprimersi e formulare parole dal nesso sensato e logico, invece dei suoi soliti balbettii a malapena udibili da lui stesso.

Un'altra risata accennata uscì fuori da delle labbra che non erano possibili da intravedere.

-Calma, non ti agitare.-

Jungkook come uno stupido, in base al luogo da cui avvertisse provenire quella voce, non faceva che girare e spostarsi senza tregua per tutta la camera, mentre intanto l'altro se la prendeva con calma e lo irritava con sempre maggior frequenza.

Quanto sarebbe potuto durare il suo sopportare?

Probabilmente non molto.

-E va bene, va bene allora.-

Esclamò questo finalmente, catturando la completa attenzione dell'umano, il quale dentro di sé sperava con tutto il cuore che non si trattasse di uno scherzo, bensì di qualcosa di sincero.

-Ti dirò il mio nome, se è ciò che vuoi...-

La frase fu lasciata in sospeso per qualche istante, nell'esatto modo in cui si ritrovava ad essere il fiato del moro ora, fino a quando però non fu pronunciato qualcosa in particolare e la sua sete di sapere non fu placata perlomeno un minimo.

-Sono Yoongi.-

🌱

Non ho idea di questo capitolo come sia dal punto di vista grammaticale ma anche di contenuti, non so neppure come abbia fatto a scrivere qualcosa dopo quel che è successo ieri.
Inutile dire che questo evento mi abbia dannatamente stravolta e che stia ancora piangendo mentre digito le lettere.
Ho provato a esprimermi riguardo all'argomento nel mio libro qui di sfoghi, quindi non mi dilungo ulteriormente, se vi va passate nella "storia" che ho appunto citato.
E nulla, sono a pezzi, quel ragazzo significava più di quel che sembri per me.
Quindi boh, mi scuso ancora se avrei potuto fare di meglio, ma oggi avevo un po' di tempo libero e volevo sfruttarlo, anche perché mi dispiaceva lasciarvi senza capitolo.
Auguro a tutti voi di stare bene, e spero che adesso anche quell'angelo abbia trovato la pace che meritava.

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