Vieni a prendermi #wattys2017

-Clarissa- tarafından

55.9K 2.6K 731

Cloe Amato è ormai un vampiro senza umanità. Il disprezzo per ciò che è diventata l'ha spinta a rinunciare a... Daha Fazla

Prologo
Capitolo I
Capitolo II
Capitolo III
Capitolo IV
Capitolo V
Capitolo VI
Capitolo VII
Capitolo VIII
Capitolo IX
Capitolo X
Capitolo XI
Capitolo XII
Capitolo XIII
Capitolo XIV
Capitolo XV
Capitolo XVI
Capitolo XVII
Capitolo XVIII
Capitolo XIX
Capitolo XX
Capitolo XXI
Capitolo XXII
Capitolo XXIII
Capitolo XXIV
Capitolo XXV
Capitolo XXVI
Capitolo XXVIII
Capitolo XXIX
Capitolo XXX
Capitolo XXXI
Capitolo XXXII
Capitolo XXXIII

Capitolo XXVII

885 50 14
-Clarissa- tarafından

«Potresti anche dirmi cosa sta succedendo».
«Tu non l'hai mai fatto con me, quindi taci e fai come ti dico».
«Non capisco... Cosa stai insinuando? Io ti ho sempre detto tutto» protesta mia madre, mettendosi subito sulla difensiva.
«Sappiamo entrambe che non è così. Quello che mi hai tenuto nascosto questa volta, quello che hai saputo fare con la tua mente malata, non è concepibile. Adesso alzati e vieni con me» affermo , cercando di mantenere la calma. Ho mantenuto la mia promessa, sono stata coerente, ma adesso basta.

È giunta l'ora di mettere i puntini sulle i.
«Cloe, ascolta, io non so di cosa tu stia parlando...-» protesta lei, alzandosi dalla sedia sulla quale stava comodamente riposando prima che io piombassi in salone e la mettessi alle strette.
«Va bene, non mi lasci altra scelta» dico , fiondandomi su di lei e premendole un fazzoletto contro il naso. Lei si dimena, prova a scappare , ma alla fine cede e sviene tra le mie braccia.
«Sia benedetto il cloroformio» mormoro, prendendola in braccio e raggiungendo Kai in strada. Mi sta aspettando , la macchina ha già il motore in funzione. Oggi è il grande giorno, finalmente riuscirò a scoprire dov'è finita mia sorella e a sbattere la verità in faccia a mia madre.
Appena Kai mi vede, sorride e scende dall'automobile per me. Mi sta sempre vicino, non mi abbandona mai.
«Lasciami pure tua madre. Dove la metto?» mi domanda, mentre io gli passo tra le braccia,  con estremo piacere , il suo corpo privo di sensi.
«Nel bagagliaio. Mi raccomando: legale le mani ed imbavagliala» gli dico, entrando in macchina e sorridendo senza un valido motivo. Forse sono solo stanca... O un po' isterica. Forse , invece, sto diventando una psicopatica. Ma cosa mi aspettavo? È questo che si ottiene quando si entra a far parte della squadra Mikaelson-Parker.
Il rumore del portabagagli che si chiude mi desta dal mio stato di incoscienza momentaneo. Dopo pochi secondi, Kai rientra in macchina e mi rivolge uno sguardo veloce, poi schiaccia l'acceleratore e parte.

«Sei sicura di volerlo fare davvero? Voglio dire, potresti anche lasciare perdere e continuare a vivere la tua vita in santa pace. Castle ci sta dando la caccia... Non starai soltanto aggiungendo un problema a quelli che già ci affliggono?» mi domanda poi, rompendo il silenzio.
Non rispondo subito. Mi prendo un po' di tempo e rifletto.


Kai ha ragione, non posso dargli contro. Siamo pieni di problemi fino al collo e forse sto solo peggiorando la situazione. Ma non posso lasciare mia sorella nel dimenticatoio. C'è stata per troppo tempo e non per colpa mia.
«Hai ragione, ma voglio andare avanti. Non posso fermarmi adesso, Kai. Lei ha bisogno di me» mormoro , giocando con il mio anello solare e chiudendo gli occhi .
«E allora andiamo fino in fondo insieme» dice l'eretico con voce profonda, appoggiando una mano sul mio ginocchio.

                                     _

La cascina abbandonata vicino all'aereoporto è un posto lercio, lucubre, ma è l'ideale per parlare senza mezzi termini di pratiche magiche, vampiri e questioni famigliari piuttosto importanti.
Rebekah e Klaus sono partiti per New Orleans due giorni fa, dobbiamo guadagnare tempo per la trattativa con Castle e loro sanno come poterci aiutare. Non appena avrò ritrovato mia sorella, la porterò via con me e cercherò di farle recuperare tutto il tempo che le è stato sottratto.

Kai butta quell'arpia di mia madre sul pavimento polveroso e lei si lamenta, rotolando su di un fianco.
La guardo con impazienza , con rabbia e disgusto. Sto per aprire bocca senza nemmeno pensare a quello che sto per gridarle in faccia, ma Kai mi afferra per un braccio e mi sussurra all'orecchio «Se è il tipo di persona che ha dimostrato di essere fino ad ora, falla cuocere a fuoco lento».
«Voglio solo la verità al momento».
«Te la dirà».
«Volente o nolente, ci puoi scommettere che mi dirà tutto quello che sa» gli rispondo, non staccando gli occhi di dosso da quella sorta di abominio naturale , che non ha fatto altro che ferire le proprie figlie dal momento in cui le ha messe al mondo.
«Va bene, ragazzi. Non sono stupida, ho capito che , evidentemente, siete infuriati con me per qualche motivo... Allora, avanti, non perdete tempo, sputate il rospo. Che volete?» dice mia madre, mentre si rimette in piedi a fatica.
«Perspicace come sempre, vedo - commento freddamente - Allora , visto che hai una buona capacità intuitiva, perché non ci dici il motivo che ci ha spinto a portarti qui? Sono sicura che lo sai» le dico , puntandomi i miei occhi nei suoi.
Adesso vedremo quanto in basso cadrá la sua spavalderia. Non vedevo l'ora di vivere questo momento. È indubbiamente la sua fine.

Lei sorride, mi guarda e annuisce lentamente. Lo sa, ne sono certa. Conosco quello sguardo molto bene. Sa cosa dire , sa di cosa stiamo parlando. Sa che tra poco, probabilmente, finirò per perdere il controllo e staccarle la testa.
«Ho capito tutto. Vuoi sapere di quell'essere che Joshua ha prontamente sbattutto in un mondo progione, giusto? Mi dispiace , tesoro, ma non c'è molto da dire su di lei. Non è importante. Fatti una tua vita e dimenticati di quella fattucchiera di Satana» afferma , guardandosi le unghie.

Fattucchiera di Satana ? Sul serio? Sta parlando di sua figlia, di mia sorella! Come si permette? Come può essere così disgustosamente squallida? Stringo i pugni e mi scosto da Kai, convinta che ,se lui mi stesse troppo vicino, potrei ferirlo in un raptus di follia improvviso.
Vedo rosso, ma devo cercare di seppellire la mia ira incontenibile , almeno per ora.
«Invece no, cara mamma. Non intendo lasciar cadere nel dimenticatoio questa storia. Dimmi tutto quello che sai , dimmi dov'è finita, immediatamente» sibilo, respirando lentamente.
La tensione si taglia con il coltello, riesco a percepire il suo nervosismo. Il battito cardiaco di questa megera è accelerato notevolmente.
Dopo qualche minuto di silenzio comincia a parlare e , con la coda dell'occhio, riesco a vedere Kai che si appoggia ad una vacchia cassa di legno malconcia.

«Tu non lo sai che cosa vuol dire partorire una bambina i cui occhi erano rossi, non lo sai. Non potrai mai immaginare che cosa voglia dire vivere con il terrore di fare arrabbiare una neonata che potrebbe incenerirti in un secondo... Non sai cosa voglia dire prendere in braccio una bambina e sentire delle vigorose ali nere estendersi proprio dove dovrebbero essere le scapole! Era un mostro, Cloe. Tua sorella era solo un fardello, un peso enorme» esplode lei, cercando di salvarsi snocciolando delle stupide motivazioni che l'avrebbero portata a bandire mia sorella dalla nostra famiglia.
Posso capire quanto dura deve essere stata la sua vita in quel periodo, ma tale comportamento non è affatto giustificabile.
«Hai abbandonato tua figlia, dovresti vergognarti già solo per questo» mi limito a dire, guardandola di sbiego.
Lei guarda in basso, ma non piange . Non c'è sofferenza , rabbia o tristezza sul suo volto.
«Non me ne pento. Ho salvato te, me stessa e tuo padre. All'epoca lui non c'era lì con me. Si trovava qui a New Orleans, doveva occuparsi di una delle sue faccende di lavoro.
Partorii da sola, non seppe mai dell'esistenza di Proserpina. Sono sicura che avrebbe concordato comunque con me» dice , credendo di essere nel giusto.
Scuoto il capo «È proprio vero che non hai mai capito niente di papà. Capisco molte cose adesso, soprattutto il motivo della vostra rottura. Eravate incompatibili, come diceva anche lui, ma tu non lo conoscevi per niente. Mio padre avrebbe cercato una soluzione , pur di salvare entrambe le sue figlie. Tu hai preferito mentirgli, salvarti la pelle e sacrificare mia sorella» rifletto, collegando i pezzi del puzzle della mia vita fino ad ora.
Silvia Marconi è una vipera. È mia madre il mare fatto persona.
«Cloe, smettila!» sbraita lei, guardandomi iraconda. Mi punta un dito contro, la sua faccia è visibilmente contorta dalla collera.
La fisso , inarcando un sopracciglio e schiarendomi la voce. Cosa vuole fare adesso?

«Ti suggerisco di parlare in fretta, perché da qui non uscirai viva» la minaccia Kai con quel suo tono particolare, a metà tra l'ironico e il sadico.

Sorrido alle sue parole, pensando di essere sulla buona strada per diventare una schiava del sadismo e della crudeltà. Proprio per questo motivo, quando apro bocca per aggiungere un dettaglio della faccenda che mia madre non sa , le sorrido dolcemente.
«Ovviamente, farà una fine simile a quella di Joshua Parker. Che Dio abbia cura della sua anima... Aspettate , ho detto Dio? Che sbadata, intendevo dire Lucifero!» affermo, sorridendo a mia madre.

«Come? Dove... Dov'è Joshua?» balbetta , guardandomi sconvolta.
«Tre metri sotto terra, dove merita di essere» le spiego, afferrando un cacciavite arrugginito dal pavimento polveroso.
Lei degludisce a fatica, le si rimpiccioliscono le pupille e arretra di qualche passo.
La morte di Joshua l'ha destabilizzata, mentre il male che ha inflitto a me e a Proserpina no. Non ne sono poi così stupita, questa è mia madre: uno splendido quadro di morte.

«Io lo amavo» mormora, facendosi piccola come una pulce.
«Anche Proserpina amava la vita, ora probabilmente la odia e la colpa è tua. Tu hai perso Joshua, lei ha perso la voglio di vivere. Ora, se non vuoi rendere la tua morte più dolorosa del previsto, dimmi dove sta mia sorella e come la possiamo riportare a casa» affermo perentoriamente, improggionandola in un angolo dietro ad una balla di fieno fradicia.
«È nel mondo prigione del 2010. L'ascendente per quel mondo però è irraggiungibile» dice lei soddisfatta. Ci gode, si vede benissimo.
«Sii più chiara» le ordino.
«È in un altro mondo prigione! Ma il custode è tremendamente potente. Vi ucciderebbe con l'inganno, vi conviene rinunciare» continua, guardando il cacciavite con aria di sfida.
Annuisco , poi le conficco rapidamente la lama nella spalla destra e la fisso negli occhi.

«Voglio l'anno del mondo prigione».
«1898!» grida lei , mentre cerca di spingermi lontano dal suo corpo.

«Elias Blackthrone vi ucciderà tutti» dice poi sorridendomi .

«Potrebbe anche essere, ma per il momento io uccido te» affermo, facendo per sgozzarla ma qualcuno fa il lavoro sporco per me.
Mia madre cade a terra con il collo rotto.
«Tu hai ucciso mio padre, io ho ucciso tua madre. Te lo dovevo» dice Kai , raggiungendomi e stringendomi la mano libera.
«Grazie» bisbiglio, guardandola con odio.
Mi fa schifo anche cosí.
Giustizia è fatta, finalmente.

_

«Domani parto, Kol».
«Dove vai ?» mi domanda.
«Nel mondo prigione del 1898» gli rispondo, chiudendo gli occhi.
«Vengo con te».
Lo guardo e scuoto il capo «Non sei obbligato a farlo. È rischioso».
Lui sorride e si alza in piedi «Niente è stato più rischioso che lasciarti entrare nel mio cuore. Ora si che sono a prova di tutto».
E così domani partiremo in tre: io, Kai e Kol.

Okumaya devam et

Bunları da Beğeneceksin

196K 7.4K 69
«"Dimmi che non è un addio", così lontana ma anche così vicina» ⇨♥ «Lo sapevo che non te sarebbe andata bene, non sei il tipo de persona che da secon...
31.1K 2.3K 51
Pietro e Beatrice hanno sempre avuto un rapporto complicato. Lo avevano quando si erano appena conosciuti e, due anni e mezzo dopo, la situazione non...
41.2K 1.4K 47
Tenere un bisturi o una forbice da potare tra le mani è sempre stato più facile per Emma Margaret Hale che accettare le avance di un qualsiasi ragazz...
54.9K 3.1K 27
Se non è amore, dimmelo tu, cos'è?