Inside our souls

By Hycesia

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Siamo persone, abbiamo modi di comportarci e di sbagliare molto simili tra loro. Solo le nostre anime hanno q... More

Prologo
Spazio Autrice
Capitolo 1 ~ Nora
Capitolo 2 ~ Nora
Capitolo 3 ~ Davis
Capitolo 4 ~ Nora
Capitolo 5 ~ Roy
Capitolo 6 ~ Nora
Capitolo 7 ~ Davis
Capitolo 8 ~ Nora
Capitolo 9 ~ Roy
Capitolo 10 ~ Nora ~ Giorno 1
Capitolo 11 ~ Davis ~ Giorno 1
Capitolo 12 ~ Roy
Capitolo 13 ~ Nora ~ Giorno 2
Capitolo 14 ~ Davis ~ Giorno 3
Capitolo 15 ~ Roy
Capitolo 16 ~ Nora ~ Giorno 4
Capitolo 17 ~ Davis ~ Giorno 4
Avviso
Capitolo 18 ~ Roy
Capitolo 19 ~ Nora ~ Giorno 5
Capitolo 20 ~ Davis ~ Giorno 5
Capitolo 21 ~ Nora ~ Giorno 6
Capitolo 22 ~ Davis ~ Giorno 6
Capitolo 23 ~ Nora ~ Giorno 7
Capitolo 24 ~ Roy
Capitolo 25 ~ Davis ~ Giorno 8
Capitolo 26 ~ Nora~ Giorno 9
Capitolo 27 ~ Davis ~ Giorno 9
Capitolo 28 ~ Roy
Capitolo 29 ~ Nora ~ Giorno 10
Capitolo 30 ~ Davis ~ Giorno 11
31 ~ Nora ~ Giorno 11
32 ~ Davis ~ Giorno 12
33 ~ Nora ~ Giorno 13
35 ~ Nora ~ Giorno 14
36 ~ Davis ~ +1
37 ~ Nora ~ + 2
38 ~ + 7
39 ~ Nora ~ + 10
40 ~ + 17
41
42 ~ Nora ~ + 23
43 ~ Davis ~ + 24
44 ~ Nora ~ + 44
45 ~ + 64
46 ~ + 68
47 ~ Nora ~ + 100
48 ~ Nora
49 ~ Davis ~ + 101
50 ~ Nora ~ + 102
51 ~ Davis ~ + 90
52 ~ Nora ~ + 103
53 ~ Davis ~ + 108
Avviso
~ 54 ~
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AGGIORNAMENTI
Nuovo

34 ~ Davis ~ Giorno 14

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By Hycesia

«Pronto?» Al decimo squillo una voce assonnata risuona all'altro capo del telefono.

«Charlie, sono Davis.»

«Ehi, amico. Sono le dieci del mattino.» Si lamenta.

«Lo so, scusa.»

Lo sento sbadigliare e poi le molle del materasso cigolano, probabilmente si sta alzando. «Ti serve qualcosa?»

«Sì, ho bisogno di un favore. Mi serve un posto dove dormire.»

Bofonchia qualcosa sottovoce. «Non lo so, amico. Ho una ragazza qui, non posso mandarla via.»
Dannazione.
«Sai com'è piccolo il mio appartamento, non entrerebbe un altro letto.» si giustifica.

Controllo che Brown non sia nei paraggi. «Va bene.» lo interrompo. «Quando avrai bisogno d'aiuto io ci sarò, contaci.»

«Cosa succede, la tipa ti ha mollato?» chiede divertito.

Mi irrigidisco. «Non è...» sbotto. «Lascia perdere.» dico secco prima di staccare. «Coglione.»
Non so perché mi infastidisca tanto che parli di lei, forse perchè la reputa come tutte le altre. 

Chiamo Alex perché è la mia ultima speranza. Lui non sa nulla di me o di Nora, perciò dovrò inventarmi qualcosa di credibile.

«Davis, quanto tempo!» Risponde entusiasta.

Mi ricordo dell'ultima volta che mi ha minacciato e mi pento di averlo chiamato. Non voglio essere costretto a sopportare sua sorella. Cerco di essere gentile, altrimenti non riceverò aiuto.

«Si, è vero.»

«Che ti serve stavolta?»

Stavolta? Non gli ho mai chiesto nulla fin ora.

 «Non ho pagato l'affitto questo mese...» Mento.

«Che novità.» dice ironico.

La mia collega mi fa cenno dalla porta di sbrigarmi.

«Ti servono soldi? Puoi venire con me a guadagnare qualcosa stasera.»

«Non proprio. Mi hanno sfrattato.»

«Che bel casino.»

«Sì.»

«Puoi venire a patto che ti comporterai bene.» dice infine.

«Contaci.» rispondo sbrigativo. «Grazie. Vengo più tardi allora.»

Chiudo la chiamata e torno in cucina. Riprendo il lavoro che avevo lasciato in sospeso ovvero togliere le lische dal pesce. Odio questo posto. Per tutta la vita mi ha solo portato sfortuna.
Eppure dopo quello che è successo, non credevo di poter provare affetto per qualcuno. Avevo iniziato con l'intenzione di usarla e sono finito col desiderare il suo bene. Succede così quando ci si innamora?
Riaffiorano nella mia testa i ricordi di ieri sera, il contorno del suo viso che si intravedeva poco al buio. I suoi occhi neri.

«Qual è la tua passione?» mi aveva sussurrato interrompendo i miei baci, come se si fosse ricordata di qualcosa.
«Ci deve essere qualcosa che ti piace, no?»

«A parte te?»

Restò in silenzio trattenendo un sorriso. Non avrei dovuto dirlo.

 «Più di me.»

Feci finta di rifletterci. «Niente, proprio niente.»

Nora si accovacciò a me ed ebbi la sensazione che respirasse a fondo il mio odore. Chissà se le piaceva.

«Sinceramente, non ho avuto il tempo per pensarci.» Dissi dopo un po'.

«Come puoi non saperlo?»

Sospirai. «Nulla mi ha mai colpito così tanto. A te piace la psicologia, ma io non ho modo di rendermi conto di niente. Lavoro di continuo e nel tempo libero dormo, la mia vita non è così interessante.»

«Non dire così.» disse piano e mi appoggiò una mano sulla faccia. «Le cose si sistemeranno con il tempo.»

«Difficile convincere qualcuno che va avanti così da troppo.»

Si rabbuiò. «Possiamo farcela.» fu l'ultima cosa che disse prima di addormentarsi.

Quella frase stava a significare una sola cosa: c'era un noi. Ma come potrà funzionare se io già so che me ne andrò via?
Non posso deluderla ma non capirebbe comunque che lo faccio per lei, per il suo futuro. Non voglio che rovini la sua vita come me. Le ho promesso che l'avrei aiutata e lo farò.

«Powell.» il mio capo interrompe in cucina.

«Si, signore?»

«Vieni nel mio ufficio.»

Il suo sguardo e il tono serio mi fanno pensare che ci siano brutte notizie in arrivo, come un licenziamento.


Lo seguo fino alla stanza che mi ha sempre provocato soggezione.
Senza dire niente mi porge una busta. «Lo stipendio di questo e del prossimo mese. So che è un tipo affidabile, non mi deluda.»

«Grazie, davvero. Può starne certo.» dico prima di uscire. Conto il denaro e lo infilo in tasca prima che qualcuno mi veda. Questo dovrebbe bastarmi per pagare il primo mese, per le altre spese mi arrangerò. Magari Alex potrebbe prestarmi qualcosa. Intanto devo ancora trovarlo un appartamento.

Torno in cucina sotto lo sguardo indagatore degli altri e li rassicuro che è tutto a posto mentre mi rimetto all'opera.

-

I genitori di Nora sono già a casa, oggi è l'unico giorno della settimana in cui lei finisce alle quattro. Lascio la giacca all'ingresso mentre Cooper mi chiama dal salotto.

«Salve.» Lo saluto.

Sbuffa. «Davis, ancora? Ti ho detto almeno mille volte che devi darmi del tu.»

«Mi scusi, non ci ho ancora fatto l'abitudine. Scusa, cioè.»

«Mia moglie ha cucinato il risotto al pesto di pistacchio. Lo hai mai mangiato?»

«Pesto di pistacchio?»

«Che stupido, come potresti? Qui non lo avete. Lo abbiamo portato dall'Italia. Guarda» mi indica il barattolo ormai vuoto e mi invita a sentirne l'odore. E' molto forte.

«Ho uno zio lì.» 

«Davvero?»

Cooper va ad abbassare il volume della televisione per potermi sentire meglio.

«Si, ma non siamo in buoni rapporti. Storia lunga.» Taglio corto.

Lauren impiatta il cibo e ci sediamo a tavola. Mi sento proprio in imbarazzo senza Nora. Inizio a mangiare e mi sembra proprio piatto più buono che abbia mai mangiato. Le faccio i complimenti e lei mi rivolge un sorriso di cortesia.

«Sarebbe più buono con la pancetta o il prosciutto.» fa lui. «Ma mia moglie come sai è vegetariana.»

Annuisco. Penso a come dirgli ciò che sto per fare, probabilmente mi odierà.

«C'è una cosa che dovete sapere.»

«Noi?» Chiede confuso.

«A Nora lo dirò dopo.» il suo sguardo appare preoccupato. «Ho trovato un appartamento, perciò andrò via.»

Mi guarda scettico. «Non capisco quale sia il problema.»

Ci guardiamo senza dire niente. «Non è arrabbiato?»

«Lo sarò se continui a darmi del lei.»

Mostro un'espressione di scuse.

«Comunque sono contento, non potevi abitare per sempre qui.» Ride ma so che c'è un fondo di verità. 

«Scherzo, sei il benvenuto. Siamo contenti di aiutarti.»

Forse Lauren un po' meno. La guardo e vedo che mi sta osservando seria. Non me la sento di dirgli che ciò comporterà una rottura con sua figlia. Non voglio nemmeno deludere Cooper che è sempre stato gentile con me.

Salgo in camera e metto i pochi vestiti che ho in una valigia. Sono stato qui pochi giorni ma sono sicuro che mi mancherà questa parte della casa, sento qualcosa di familiare. Ma più di tutti mi mancherà Nora. Non sopporto gli addii e non voglio nemmeno cercare le parole adatte per dirle che andrò via.

Vado verso il bagno e in corridoio incontro sua madre. Mi rivolge uno sguardo freddo e mi supera.

«Per la sua felicità me ne vado.»

Lauren si gira e mi guarda con occhi vitrei. «Come, scusa?»

«So che non le sono mai stato simpatico. Mi dispiace andare via così, sto confermando l'idea che si è fatta di me...»

Sembra sorpresa. «Perché lo stai dicendo come se non ci rivedremo mai più?»

«Perché è così.» ammetto.

Lauren socchiude gli occhi e mi rivolge la solita espressione minacciosa. « Lei lo sa?»

«Glielo dirò.» rispondo incerto ma lei non ci crede.

«Che cafone, ti avevo avvertito mi pare. E tu cosa fai? Te ne vai con la coda tra le gambe. Pensi che ne sarà felice?» Inizia a sbraitarmi contro e si avvicina così tanto che temo possa mettermi le mani addosso.

«Lo faccio per Nora!» alzo il tono di voce per zittirla. «Che futuro potrebbe avere con me? Ho preso in considerazioni le sue parole, non voglio che soffra.»

«Ma ormai è fatta, soffrirà comunque.»

«Lo so, ma di meno. Non mi odi.» sospiro. «Cerchi di capire il mio punto di vista.»

«No.» scuote la testa e incrocia le braccia. «Io non capisco perchè proprio ora. Hai fatto combinato qualcosa?»

Sospiro. Non posso sperare che comprenda ciò che sto per dire. «Sì.» Non sembra sorpresa. Forse aspettava questo momento. «Prima di conoscerla. Non voglio metterla in mezzo.» continuo.

Mi guarda incapace di ribattere, poi mi volta le spalle. «Arrivederci, Davis.» 

Avrà capito? Dirà tutto a Nora dipingendomi come uno stronzo? Cerco di ignorarla e vado a prendere le ultime cose rimaste. Dovrei sentirmi in colpa ma non è così. Dovrei voler passare un ultimo momento con lei. Forse la mia è solo una scusa per tenerla lontana dalla verità e sto raccontando a me stesso che è per il suo bene. Sono un egoista.

Apro la porta di camera sua e do un'ultima occhiata in giro. È in disordine come al solito, vestiti sparsi ovunque, libri aperti sulla scrivania e trucchi anche per terra. Lascio una busta in mezzo alla pila di fogli e guardo dalla finestra. Soltanto quando capirò cos'è accaduto in passato potrò voltare pagina.

Pirandello sostiene che ognuno di noi indossa una maschera diversa a seconda delle occasioni. Allora io mi chiedo, qual è la mia vera faccia?

Con chi possiamo, o riusciamo davvero a essere noi stessi?

Sto perdendo il mio tempo a capire chi sono, ma lei in un attimo mi rende una persona migliore.

Ormai il danno è fatto, Nora ha conosciuto un falso me e anche se un giorno, quando tutto sarà risolto volessi tornare, so che non potrei.
Ed è per questo che lascio queste quattro mura per sempre e senza alcun rimpianto, non voglio vivere un amore finto.

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