Suit and Tie [Harry Styles AU...

By SheeranIsMyMan

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Harry Styles. 24 anni. Capo delle Imprese Styles. Milionario fatto da sè. È lo scapolo più desiderabile di Ne... More

Suit and Tie [Harry Styles AU] (Italiano)
PRIMA DI INIZIARE A LEGGERE.
Capitolo 1- Caffè tiepido e tentativi falliti.
Capitolo 2- False identità e paura.
Capitolo 3- Sorrisi compiaciuti e incarichi a sorpresa.
Capitolo 4- Palmi sudati e interviste intense.
Capitolo 5- Commissioni eccentriche e posti rubati.
Capitolo 6- Sguardi intensi e doppi shots.
Capitolo 7- Alta velocità e gestacci.
Capitolo 8- Domande imbarazzanti e piccoli ascensori.
Capitolo 9- Attico moderno ed ordini rigidi.
Capitolo 10- Mattini furvianti e messaggi decisi.
Capitolo 11- Cambio di vestiti ed amici confusi.
Capitolo 12- Notte in discoteca e balli richiesti.
Capitolo 13- Postumi di sbornia e reputazioni dimenticate.
Capitolo 14- Possibile promozione e yogurt rovesciato.
Capitolo 15- Bugie penose ed offerte ingiuste.
Capitolo 16- Cena tranquilla ed inchiostro inaspettato.
Capitolo 17- Cena fredda e perdita di controllo.
Capitolo 18- Vestito rosso e camere rivelate.
Capitolo 19- Dita ansiose e chiamate scherne.
Capitolo 20- Versione femminile e realizzazioni rischiose.
Capitolo 21- Liti mattutine e baci desiderati.
Capitolo 22- Cazzate da uomo d'affari e viaggio non programmato.
Capitolo 23- Valigia piena e lasciarsi andare.
Capitolo 24- Flirt in volo e confidenze.
Capitolo 25- Cotte infantili e sussurri giocosi.
Capitolo 26- Matrimonio in bianco e balli lussuosi.
Capitolo 27- Sushi e dopotutto.
Capitolo 28- Ufficio enorme ed esasperazione.
Capitolo 29- Ragazzi Inglesi e andarsene.
Capitolo 30- Film 'cattivi' ed orecchini eleganti.
Capitolo 31- Marciapiedi freddo e due parole.
Capitolo 32- Segretaria sorpresa e scommessa-bowling.
Capitolo 33- Scarpe da poco e palle da bowling.
Capitolo 35- Soldi del Monopoly e drammi a domicilio.
Capitolo 36- Pelle sudata e mani ruvide.
Capitolo 37- Soprannome nostalgico e sfioramenti.
Capitolo 38- Evento di beneficienza e scritte sul finestrino.
Capitolo 39- Governanti utili e 'dirty dancing'.
Capitolo 40- Frustrazione e dialogo ubriaco.
Capitolo 41- Vino bianco e piselli congelati.
Capitolo 42- Atti materni e mano dolorante.
Capitolo 43- Spezie rovesciate e linguaggio dimenticato.
Capitolo 44- Schiuma e borsetta carina.
Capitolo 45- Messaggi mancati e cappellini in prestito.
Capitolo 46- Ecosistema completo e vacanze felici.
Capitolo 47- Torre a piani e pensare al futuro.
Capitolo 48- Battito cardiaco e corridoio d'ospedale.
Capitolo 49- Crollo mentale e lunedì mattina.
Capitolo 50- Drink mattutini e neve di stagione.
Capitolo 51- Ginocchia tremolanti e discussioni stanche.
Capitolo 52- Sushi rubato e pile di fogli.
Capitolo 53 - Casa agli Hamptons e casino borbottante
Capitolo 54- Labbra ubriache e bomba blu.
Capitolo 55- Maglione natalizio e il festeggiato.
Epilogo.
Love you!
OCD
.
Instagram.
10M

Capitolo 34- Partita divertente e maniche a posto.

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By SheeranIsMyMan

DA CORREGGERE.

[In caso qualcosa nella traduzione non andasse bene comunicatemelo (senza insultarmi, possibilmente) xx]

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Capitolo 34- Partita divertente e maniche a posto.

Non sapevo veramente cosa aspettarmi che Harry si mettesse per la partita di domenica: forse un bel completo con una piccola spilla della Green Bay o una camicia bianca con una cravatta verde e gialla. Semplicemente, pensavo che si sarebbe vestito bene per la partita.

Quindi, quando entrò nel mio appartamento alle 10 del mattino indossando una maglietta bianca con le maniche arrotolate ed il logo dei Packers, jeans scuri dannatamente stretti e quei suoi chelsea boots rovinati, quasi svenni. (foto a lato)

Sembrò una persona vera che stava andando ad una normale partita. Ed il fatto che avesse un paio di Ray Bans sulla testa, nascosti dai suoi ricci castani, rese l'outfit più intrigante. Nel momento in cui mi raggiunse in cucina, ero pronta a dimenticarmi della partita e a trascinarlo in camera mia.

"Norah." Accolse, il mio nome suonò come miele dalla sua lingua. "Jace e Louis sono pronti? È un viaggio abbastanza lungo fino allo stadio."

Lo fissai, ancora completamente scioccata. Ed il fatto che il suo tono formale contraddisse con il suo look mi rese ancora più sopraffatta. Iniziai a giocherellare con l'orlo della mia maglietta verde prima di portare il mio sguardo sul pavimento.

Le sue braccia mi avvolsero in un secondo, portandomi verso il suo petto e mi strinse leggermente attorno ai fianchi. Mi sciolsi nel suo abbraccio e mi resi conto del fatto che lui è una persona vera e non solo un bellissimo straniero che entrò dalla mia porta.

"Norah?" Ripetè. "Stai bene?"

"Sì, sto bene." Mormorai contro il suo petto, cercando di non perdere la testa a causa del suo profumo paradisiaco. "Jace e Louis sono quasi pronti."

"Ci mettono più di te a prepararsi?"

Storsi il naso divertita quando ci separammo. "Ti sorprende davvero così tanto?"

"No."

Si fece scappare una risata profonda e si appoggiò indietro, al bancone della cucina, portandomi con sè senza pensarci de volte. Le mie mani si poggiarono sul suo petto, sul logo della Green Bay, prima che mi lasciassi rilassare contro di lui con un cuore sereno.

"Sei emozionata?" Chiese con un sorrisetto.

"Sì, molto. Siamo andati fuori di testa per, tipo, tutta la mattina. Tu?"

"Bene. E sì, Norah. Sono molto emozionato." Mormorò. I suoi occhi verdi brillanti e contenti; potei praticamente sentire l'ansia di entrare nello stadio uscirgli da tutti i pori. Tutta la mattina, almeno, fino a quel momento, ha avuto un fascino più giovanile del solito che mi fece sciogliere il cuore.

Parlammo di chi avrebbe vinto, dov'erano piazzati i nostri posti e chi fossero i nostri giocatori preferiti mentre aspettammo. Quando Jace e Louis ci raggiunsero, qualche minuto dopo vestiti di verde e giallo, stavamo discutendo di chi fosse il miglior ricevitore.

"Jace!" Sbuffai girandomi verso il mio coinquilino."Potresti per favore dire a Harry che Nelson è il miglior ricevitore?"

Lui alzò un perfetto sopracciglio e fece spallucce. "Nelle ultime tre partite Jones ha giocato benissimo. Non sò se posso sostenerti questa volta, Norah."

Harry sorrise trionfante alzandosi dal bancone. "Te l'ho detto. Siamo tutti pronti?"

Fu accolto da un coro di 'sì!' e lo seguimmo fuori dalla porta e giù dalle scale. Eravamo un imbarazzante gruppo disomogeneo che non sarebbe potuto sembrare convenzionale neanche se ci avessimo provato.

C'era Harry che ci guidò verso la macchina con il suo sguardo fisso e passi sicuri, con me, la ragazza che cercava di non inciampare sui proprio piedi che gli teneva la mano stretta. Jace, vicino a me, ridacchiava nel mio orecchio con il suo papillon striato e capelli perfettamente pettinati. Ultimo, c'era Louis, con il braccio attorno alla vita di Jace e tatuaggi che si intravedevano dalla scollatura della sua maglia.

Non potei trattenere il sorriso che prese posto sul mio viso quando salimmo nei sedili posteriori della Range Rover di Harry, salutai James che ci avrebbe accompagnati come sempre. Ero circondata da persone che amavo e stavamo per andare in un posto dove avrei sempre voluto andare per divertirci una giornata intera.

"Sai," Jace parlò divertito dal sedile dietro al nostro. "Il Metlife Stadium è condiviso dai Jets e dai Giants. Ognuno ha il 50%. Non è strano?"

Gli occhi di Harry si illuminarono. "Lo so. Ero indeciso su cosa farci, quindi ho investito su entrambi."

"Anche io." Jace rispose seccato. "Infatti, ho anche investito nello Stadio Fottiti Harry Styles."

Anche Harry dovette ridere a quella battuta, perchè apparentemente era un giorno in cui non sarebbe mai potuto essere arrabbiato. Il resto del viaggio passò con battute di Louis, Jace che gli dava pugni affettuosi, le risate profonde di Harry ed i miei versacci su quanto loro non fossero divertenti, ma apparentemente semplicemente non avevo questo 'umorismo maschile', come lo hanno chiamato loro.

Quando arrivammo allo stadio, un'ora dopo, eravamo tutti di buon umore e Harry non si era ancora arrabbiato una volta. Per quanto me lo stessi godendo, una piccola parte di me aveva paura che da un momento all'altro sarebbe scoppiato, tornando al suo fare serio da capo d'imprese con tanto di giacca e cravatta.

"Woah, non c'è nessun parcheggio libero quì." Jace esclamò dal sedile posteriore.

"Ho un pass per il parcheggio, Jace. Lo danno con i biglietti."

"Perchè mi sento come se me lo sarei dovuto aspettare?"

Parcheggiammo la macchina in un posto auto appena fuori dallo stadio ed uscimmo per sgranchirci le gambe, stanche dal lungo viaggio. Dopo qualche minuto in cui ci assicurammo di avere tutto il necessario, il nostro gruppo disomogeneo si fece strada verso lo stadio.

La maggior parte delle persone intorno a noi erano già ubriache e cantavano cori incoerenti a favore della propria squadra. Jace storse il naso (come se lui non fosse mai stato così tanto ubriaco) e ci avviammo verso le porte.

"Sig. Styles!" La donna all'entrata esclamò quando ci avvicinammo. "Non la vediamo da un pò di tempo. Il suo box dovrebbe essere pronto. Vuole che faccia mandare su da bere?"

Le passò i biglietti con un sorrisetto. "Sì, sarebbe fantastico. Fai sì che tutte le birre siano fredde questa volta."

"Grazie." Dissi caldamente, mentre lei controllava i nostri biglietti, cercando di combattere la freddezza di Harry. Dal suo sorriso riconoscente, lo apprezzò.

"Divertitevi!"

"Oh, lo faremo!" Jace esclamò quando entrammo.

Lo stadio sembra diverso quando non ti siedi nei normali posti. I biglietti per i box sono sempre ridicolosamente costosi e difficili da ottenere. Quelli che riescono ad arrivarci sono coccolati con cibo e bevande gratis, bagni puliti ed una stanza privata per guardare la partita, completa con vetrata e balcone.

Fummo guidati verso l'ascensore e salimmo. Uscimmo e ci ritrovammo sul tappeto rosso del corridoio e fummo guidati verso il nostro box. Tra le porte allineate sulla parete, ce n'era una con su scritto 'Styles'.

"È meglio che i drink siano freddi." Harry mormorò aprendo la porta.

Alzai gli occhi al cielo e lo seguii. "Calmati ed abituati alla birra tiepida. È parte della vita americana."

"Porca troia."

L'imprecazione arrivò da Jace, verso il quale mi girai immediatamente preoccupata. Fui accolta da un'espressione scioccata mentre indicò dietro di me. Quello fu il momento in cui smisi di concentrarmi sul fastidioso uomo britannico e spostai la mia attenzione sulla vista dello stadio.

Era perfetto. Eravamo esattamente alla linea del cinquantesimo yard, non troppo in alto, e lontani dalla massa di persone urlanti. Le squadre, ad ogni lato del campo, si stavano scaldando.

"Merda." Mormorai. "Che figata."

"Vero?" Louis rise.

"Harry Styles, ritiro ufficialmente il mio investimento nello Stadio Fottiti Harry Styles." Jace sospirò. "Non ne trarrei abbastanza profitto."

Harry scoppiò a ridere e puntò verso il frigo dietro di noi. "Qualcuno vuole una birra? Probabilmente tiepida?"

Poi, ognuno con una birra in mano, iniziammo a discutere sui posti sul balcone mentre le lancette dell'orologio continuavano ad avvicinarsi sempre di più verso l'ora del calcio d'inizio. Harry puntava entusiasta ad ogni fatto positivo dello stadio come un bambino contento del suo nuovo giocattolo.

Jace e Louis prendevano ogni parola per oro colato, completamente intrappolati, esattamente come la maggior parte delle persone che si siano mai avvicinate ad Harry Styles. L'uomo potrebbe andare avanti a blaterale per giorni su quanto le verdure siano importanti nella tua alimentazione e penseresti che sia l'argomento più interessante del pianeta.

"Norah?" Chiamò dall'altra parte della stanza, portandomi fuori dai miei pensieri ed interrompendo lo sguardo fisso che avevo su di lui. "Vuoi da bere?"

Feci cenno alla birra nella mia mano. "Ne ho già, grazie."

"No, un vero drink. O ti va bene la birra?"

"Amo la birra durante le partite." Alzai le spalle. Annuì e venne verso di me con uno sguardo determinato che non capii, uno che mi fece sentire inutile, quindi decisi di rimanere ferma dov'ero fin quando non si fermò a un passo da me.

"Tu," Accusò. "Non avresti dovuto vincere quella scommessa."

Poi mi prese, portandomi contro il suo petto. Strinsi la bottiglia nella mia mano ed allungai il braccio di lato, cercando di non rovesciare la bevanda. Poi avvolsi l'altro braccio attorno alle sue spalle e gli sorrisi .

"Ma sono così contenta di aver vinto."

"Lo sei?" Mormorò e passò la sua lingua sul suo labbro inferiore in un modo letale per la mia salute. "Perchè penso che tu voglia scoparmi."

La mia vista si spostò oltre la sua spalla, verso Jace e Louis, che fortunatamente erano concentrati nel farsi una foto con il campo come sfondo, poi la riportai su Harry, il quale mi stava fissando intensamente con quel dannato labbro tra i denti ed occhi brillanti.

"Non voglio." Mentii. Passò il suo dito giù per il mio braccio fino a raggiungere la mia mano che teneva la birra, la tolse gentilmente e la poggiò sul bancone senza neanche guardare. Fu in quel momento in cui mi accorsi che mi stava facendo camminare lentamente indietro fino a quando toccai il muro con la mia schiena.

"Bugiarda." Disse sottovoce, portò la sua testa nella curva del mio collo, dove lasciò un bacio leggero. "Lo vuoi esattamente quanto lo voglio io. Stai tremando in questo momento, Norah."

"H-harry, siamo ad una partita." Dissi imbarazzata. "Tipo, con Jace e Louis nella stanza ad una partita. Con Jace e Lou nella stanza."

Lui morse il mio collo, facendomi strillare leggermente prima di alzare la sua testa, incontrando il mio sguardo, il suo divertito. Un ricciolo cadde sulla sua fronte quando scosse la testa fingendo scontento.

"Norah, non lo hai negato."

Poi mi baciò e smisi completamente di preoccuparmi del fatto che Jace e Louis erano nella stanza, perchè probabilmente erano ancora occupati nel farsi foto e la labbra di Harry erano pressate sulle mie, facendole incontrare come se null'altro al mondo gli importasse.

Come al solito, le mie dita trovarono rifugio alla base del suo collo e si fecero strada tra i ricci che amo così tanto. Si staccò leggermente, non prima però di aver lasciato un bacio sull'angolo della mia bocca.

"Pronta per un pò di football?" Harry stuzzicò. Dovetti trattenere la risata quando strinse i miei fianchi giocosamente. "O preferiresti stare contro questo muro?"

Un sorrisetto comparve sulle mie labbra e lo baciai un'ultima volta prima di passare sotto il suo braccio e correre verso la porta del balcone, sperando che non riuscisse a prendermi il braccio mentre scappavo. Mi girai con lo stesso sorriso ed alzai un sopracciglio.

"Non siamo venuti fino a quì per fare qualcosa che possiamo fare a casa, giusto?"

I suoi occhi si ingrandirono dallo shock, come se non potesse credere a ciò che dissi, e scelsi quel momento per aprire la porta ed uscire nel balcone, prendendo un posto. Un sorrisetto iniziò a farsi strada sulle mie labbra perchè ero io ad avere l'ultima parola in quanto a stuzzicare, forse per la prima volta.

Venni privata del mio momento di fierezza quando lui prese il posto vicino al mio e passò un braccio attorno alle mie spalle e l'altro sotto le mie ginocchia, mi prese e mi portò sulle sue gambe come se nient'altro al mondo gli interessasse.

"Hai ragione." Mormorò aggiustandomi sulle sue gambe. "L'offerta è ancora valida, comunque."

Non potei fare altro che mettere il broncio perchè, di fatto, non ne sono uscita avendo l'ultima parola, ma prima che potessi rispondergli, Jace stava strillando come una bambina la mattina di Natale e Louis ci stava urlando 'Prestate attenzione alla partita, stronzi!'.

Gli mostrai il dito medio, ricevendo dei baci in aria in cambio, poi mi girai verso il campo verde dove le squadre si stavano allineando. La frenesia nel pubblico era quasi palpabile quando tutti iniziarono ad urlare ed io con loro, ogni cellula del mio corpo per i Packers.

Appena la palla fu tirata verso la parte opposta dallo stadio, Harry mi prese per la vita, dita pressate sui miei fianchi tirandomi verso di lui. Mi mancò il respiro quando avvolse le sue braccia attorno a me, pressandomi a sè e portò le sue labbra al mio orecchio.

"Norah, se non smetti di saltare su e giù in questo momento, allora giuro su dio che lasceremo questo stadio, andremo a casa e accetterò la tua offerta di prenderti contro il muro." Disse infastidito.

Mi misi la mano davanti alla bocca e mi girai. "Merda, ti ho fatto male?"

Harry sembrò addolorato stringendo i denti e chiudendo gli occhi. Passai attentamente le dita sulla sua guancia causandogli di aprire gli occhi.

"Norah, stai facendo l'opposto di farmi male."

Le mie labbra si separarono e le mie guance arrossirono all'implicazione. Il fatto che avessi un effetto su quel bellissimo uomo era quasi incomprensibile. "Oh."

"Potresti per favore stare seduta così posso seguire la partita senza distrazioni?" Chiese con voce profonda. Feci un movimento per spostarmi dalle sue gambe, ma fui fermata all'istante. "Ho detto di stare seduta, non di spostarti da sopra di me."

"Ma non voglio farti male." Aggrottai le sopracciglia.

"Allora non muoverti."

"Però mi muoverò di sicuro."

Sospirò infastidito. "Norah, voglio guardare la partita e voglio che tu stia seduta sulle mie gambe perchè sei mia. Ora smetti di muoverti."

Questa volta obbedii. Harry giocoso di poco prima era ovviamente fuori gioco, mandando in campò l'Harry lunatico che urla contro tutti e dà ordini. Poi, come se Jace potesse leggermi nella mente, mi passò un'altra birra.

Guardammo la partita sorseggiando birra, il tempo passò più velocemente di quanto avrebbe dovuto con le braccia di Harry comodamente attorno ai miei fianchi. Quando il primo quarto finì, ero a quota tre birre e Jace iniziava già a ridere senza controllo.

"Fantastico!" Esclamò. "Harry Styles, penso di amarti!"

"Attento, fidanzato!" Louis lo rimproverò giocosamente.

Prima che Harry potesse rispondere ci fù una vibrazione che potei sentire da dov'ero seduta sulle sue gambe. Un grugnito passò le sue labbra e mi fece cenno di tornare sulla mia sedia. Tirò fuori il telefono con uno sguardo completamente infastidito in viso.

"Styles!" Rispose bruscamente. Alzai gli occhi al cielo e la sua mano trovò la mia ed iniziò ad accarezzarla senza pensarci. "Sì, l'accordo dovrebbe essere presentato martedì...Questo è ciò che c'era scritto nell'e-mail...No...Quando?"

Poi si alzò e mi portò con sè dentro la stanza con la mia mano ancora nella sua. Sembrò che quasi non si accorgesse di avermi trascinata con sè, come fosse un gesto naturale.

Aveva uno sguardo omicida quando continuò ad urlare al telefono. "Non può essere...È impossibile, era fissato per martedì-Non interrompermi-Ed è quando dovrà essere presentato...Claire, giuro su dio!"

Un piccolo vagito uscì dalla mia bocca, in parte perchè stava stringendo la mia mano così forte che avevo paura me la rompesse, e in parte dovuto al fatto che non lo vidi mai prima così arrabbiato, e in parte perchè stava parlando con Claire.

Gli occhi di Harry si ingrandirono e si girò di colpo, come se stesse realizzando solo in quel momento che le nostre mani erano ancora connesse. Tenne il suo sguardo fisso con il mio mentre parlò con un tono basso e passivo, il suo petto salì e scese pesantemente.

"Sarò lì presto...Sì...Parto adesso."

Appena chiuse la chiamata tolsi di forza la mia mano dalla sua ed incrociai le braccia sul petto. Harry mi guardò male, come per avvertirmi di non dire nulla prima che potesse parlare, poi si pizzicò il ponte del naso e grugnì frustrato.

Avrei voluto abbracciarlo ed accarezzargli i capelli, dicendogli di non preoccuparsi. Era già visibilmente stressato da qualsiasi sia la situazione in questione. Aggrottò le sopracciglia e pressò le sue labbra insieme.

Lentamente scosse la testa prima di parlare con tono sorpreso. "Devo andare."

"Lo sò." Risposi a bassa voce.

"È un'emergenza di lavoro." Rispose bruscamente. "Non provare a farne qualcosa che non è."

Alzai le mani in difesa. "Non ci stavo neanche pensando, Harry! Non reagire in modo eccessivo."

"Sei tu quella che reagisce costantemente in maniera eccessiva, Norah."

"Non essere cattivo con me solo perchè qualcosa al lavoro ti ha fatto arrabbiare."

Harry sospirò lentamente ed iniziò a camminare in giro, raccogliendo le sue cose mentre io guardai con emozioni miste tra pietà e fastidio per il capo d'imprese stressato. Si toccò le tasche, assicurandosi di avere il portafogli, prese le chiavi e si girò verso di me con uno sguardo più dolce.

"James tornerà a prendevi."

"Okay."

Sospirò ancora una volta ed io mi trattenni di nuovo dall'abbracciarlo perchè sembrava così frustrato; i suoi capelli erano spettinati ed una manica della sua maglietta iniziava a srotolarsi.

"Ti vedrò ancora domani?"

"Sì, certo. Se il problema al lavoro sarà risolto." Mormorai.

"Norah-"

"No, lo sò. Lo capisco." Dissi a bassa voce. "Il lavoro è la cosa più importante. Ora vai a salvare la tua compagnia o che ne sò."

Tenne un'espressione passiva mentre lasciò un ultimo bacio sulla mia fronte, tenendolo qualche secondo più lungo, facendo sì che potessi ricordarmi dei suoi ricci che toccarono le mie ciglia, la presa che aveva sui miei fianchi ed il profumo del suo shampoo al cocco che adoravo.

Prima che potessi pensarci, con le mie dita arrotolai la manica. Quando era a posto passai una mano tra i suoi capelli per fissare le ciocche al loro posto.

Tutto il tempo che gli stavo dando attenzioni, lui mi fissò con un'espressione instabile e con quelle sopracciglia aggrottate che in nessun modo riuscii a rimuovere. Passai le dita sulla sua guancia e tracciai lievemente le sue labbra, che si aprirono al mio tocco.

"Ecco. Ora sei pronto." Comunicai. "Vada pure, Sig. Styles, non vogliamo far aspettare i suoi dipendenti. Ti terrò aggiornato sui punteggi per messaggio."

Harry Styles mi diede un incredibile sorriso da togliere il fiato che non mi aspettavo e mi diede un ultimo bacio che, se possibile, era ancora più da togliere il fiato del sorriso con fossette, poi scappò via dalla porta.

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[Mi dispiace se il capitolo non è tradotto nel migliore dei modi, però capitemi, questi capitoli sono dannatamente sempre più lunghi e mi ci vogliono ore per riuscire a metterne insieme uno ed è stressante perchè mi piacerebbe postarvi i capitoli più spesso però mi è impossibile e sto impazzendo. Davvero. Quindi vi prego abbiate pazienza ma ho davvero anche molti impegni e non posso fisicamente tradurre più spesso.

Volevo chiedervi peeeeeeer favore se potete andare a leggere la mia storia (scritta da me, non tradotta) che si chiama Serendipity, è un po' particolare. La trovate sul mio profilo. Se lo farete sappiate che vi amerò da quì all'eternità.

Giochino:

-Cosa vorreste fare da 'grandi'? A me tutti lo chiedono ma non sò mai cosa rispondere perchè prenderò (se tutto va bene) una laurea in lingue e poi? Penso che mi piacerebbe lavorare in una multinazionale, forse. Potrebbe sembrare triste, lo sò, però mi intriga, non sò.

Love you, xx.]

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