I'm gonna burn for you, you'r...

By Fede_Lou

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Harry Styles è un consulente di ventidue anni che incontra Louis in un campo per ragazzi giovani con problemi... More

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18

Capitolo 6

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By Fede_Lou

Decimo giorno

Gli occhi di Harry vagarono per il centro e trovarono quelli di Louis prima di ogni altra cosa. Era la prova vivente che la sua presenza era diventata ormai parte della sua routine. Ad ogni modo, aveva deciso di non dare troppo peso alla cosa. Gli piaceva pensare che non stava fissando il più piccolo, con i suoi capelli disordinati e morbidi ed i lineamenti eleganti del suo viso mentre si sedeva a tavola e sistemava la colazione nel suo piatto con uno sguardo teso che evidenziava i suoi zigomi affilati.

Il suo corpo minuto era avvolto da una maglia color grigio carbone, con la stampa di una fiamma al centro. Le maniche erano bianche e gli ricadevano sulle braccia a metà, mostrando i suoi polsi fini e delicati che Harry cercò di non immaginare mentre li stringeva, spingendo Louis contro una parete. Eppure, il modo in cui quella maglia gli fasciava il petto e le spalle non aiutava. In quel momento Harry desiderò di potersi nascondere nella giacca enorme che poggiava sul suo grembo. Probabilmente, se l'avesse fatto, si sarebbe accorto della persona che gli si era appena seduta accanto.

"Hey Haz!'' cinguettò una voce accanto a lui, sbattendo rumorosamente una ciotola sul tavolo.

La testa di Harry scattò alla sua sinistra, e trovò Nathan seduto al solito posto di Niall, i suoi occhi verdi torbidi s'illuminarono mentre si passava una mano tra i capelli neri sciolti. Harry non mise a paragone la flanella con la maglia che prima stava ammirando. Non lo stava facendo. Dopotutto gli piaceva la flanella.

"Ah - ciao," Harry lo salutò con esitazione, guardando contemporaneamente i suoi amici per capire cosa diavolo stava succedendo.

Niall era seduto tra Zayn e Liam, e non sembrava molto felice al riguardo, mentre le labbra di Zayn erano stirate in un ghigno divertito.

"Come ti senti oggi?'' chiese Nathan, poggiando una mano delicata sulla spalla di Harry.

All'improvviso Taylor Swift fece eco nella sua testa. I shake it off, I shake it off*. Ma non lo fece. Aveva molta più classe lui.

"Bene, benissimo, alla grande," rispose Harry imbarazzato, lanciando uno sguardo che sperò stesse gridando "aiutami" a Niall.

Purtroppo Niall continuò a fissare Nathan, per avergli rubato il posto.

"Gradiresti altri sinonimi, Harry?'' chiese Zayn, sorridendo malignamente.

"Sono apposto così, grazie," replicò Harry con occhi assassini.

Zayn restò indifferente. Liam, invece, lo guardò accigliato.

"Beh, mi fa piacere," disse Nathan con enfasi, "Amo quello che stai indossando. Hai un grande stile. Come il tuo nome, immagino.''

Nathan gli stava sorridendo con aspettativa ed Harry cercò di ignorare la risata non molto discreta che sfuggì dalla bocca di Zayn.

Gli piaceva la flanella. Quindi, perché sentiva quel ronzio in testa che protestava in quel modo? In ogni caso, Harry apprezzò il complimento. La giacca Burberry lunga, color blu scuro, gli era costata un occhio della testa ed i jeans provenivano da una boutique esclusiva, precisamente dal reparto femminile - perché quelli gli stavano stranamente meglio.

"Grazie," Harry si sforzò di rispondergli con lo stesso sorriso, "la giacca è di Burberry.''

"Di cosa?'' chiese Nathan, aggrottando le sopracciglia per la confusione.

A quello Harry sospirò internamente.

"Lascia stare," rispose nella maniera più gentile possibile, affondando il cucchiaio nei suoi cereali proprio quando Niall si alzò dalla sua panca.

"Vado a fare una doccia," disse freddamente, "spero che la mia cabina non sia occupata.''

Harry non aveva mai sentito parlare Niall con quel tono freddo. Era alquanto sconcertante.

"Stai bene, Nialler?'' chiese preoccupato, piegando la testa.

"Certo, H," rispose Niall, il suo tono per niente convincente, "solo credevo che avessi gusti migliori-in fatto di cereali.''

Harry alzò gli occhi al cielo mentre Niall si allontanava dal tavolo.

"Sembra che qualcuno sia un po' infastidito dal fatto che stiamo uscendo insieme.''

Nathan si avvicinò ad Harry per sussurrarglielo, stringendogli il fianco mentre lo faceva.

"Non preoccuparti. Niall è solo un po' strano con le persone che gli rubano il posto," disse Harry con tono sprezzante. La sua pelle pizzicava sotto la mano di Nathan, provocandogli fastidio.

"Niall?'' Nathan arricciò lo sguardo, "Niall è arrabbiato perché mi sono seduto al suo posto?''

Harry inarcò un sopracciglio.

"Uhm - di chi stavi parlando?''

Nathan fece schioccare la lingua impaziente e prese il mento di Harry tra il pollice e l'indice, facendogli voltare la testa nella sua direzione. Grazie al vuoto lasciato da Niall, gli occhi di Harry si posarono su uno sguardo infuriato.

"Louis," sospirò Nathan, "ci sta fissando da quando ti sei seduto.''

Harry deglutì davanti alla rabbia che sembrava crescere in quegli occhi blu in tempesta. Gli occhi di Louis s'inchiodarono ai suoi, corrugando le sopracciglia e poi si sistemò dei capelli ribelli all'indietro. Harry non sapeva perché ma avrebbe voluto sostituire la mano di Louis con la sua. Erano solo capelli, per l'amor di Dio.

"C'è qualcosa tra voi due?'' chiese Nathan, in modo sospetto.

Suo malgrado, Harry tornò a guardarlo.

"No, ovviamente no," sbottò Harry, "non parla con nessuno-cosa potrebbe mai accadere?''

Harry sentì un dolore intenso attraversargli la spina dorsale.

"Non so," gli occhi verdi di Nathan erano più chiari adesso, e sembrò non dubitare delle parole di Harry, "ma gli piace guardarti. L'ho notato dall'inizio.''

I ricci di Harry ricaddero sul suo viso quando portò lo sguardo sulla sua ciotola, rincorrendo i corn-flakes nel latte con il cucchiaio.

"Louis è molto attento. Gli piace guardare le persone per capire le loro intenzioni," spiegò Harry, e non era una bugia.

"Immagino."

Harry non disse molto dopo quello, si concentrò piuttosto sulla sua colazione, rifiutandosi di incontrare due paia di occhi blu che sembravano perforargli la testa. Un paio di occhi blu brillanti, l'altro, invece, di un verde torbido.

***

"Perché sei qui con noi?'' chiese Harry, mentre sedeva di fronte a Louis e Nathan.

I campeggiatori avevano avuto il compito di scrivere una poesia dedicata ai propri consulenti, ed Harry era curioso di vedere cosa avrebbe scritto Louis. Quando aveva intravisto Nathan sulla panca, ad un notevole spazio di distanza tra lui e Louis, il suo entusiasmo era calato leggermente.

"Ryan non sta bene, povero piccolino," mormorò Nathan e l'atteggiamento di Harry si addolcì giusto un po', "e Paul mi ha detto di unirmi ad una coppia.''

"E tu hai scelto noi?''

Harry era un po' confuso, nonostante Nathan gli avesse confessato che gli piaceva. Era evidente che non provasse qualcosa di simile per Louis, dal momento che ignorò completamente la presenza del ragazzo. Louis aveva il naso leggermente arricciato ed i suoi occhi, di un blu solitamente intenso, erano velati. Era perso nei suoi pensieri, dedusse Harry.

"Ho pensato che sarebbe stato divertente," rispose Nathan gioviale, poggiando due taccuini e due penne sul tavolo tra lui e Louis, "dovresti chiudere gli occhi Harry, non puoi sapere chi ha scritto cosa.''

A quel suggerimento, le sopracciglia di Louis scattarono verso l'alto e Harry non sapeva definire se era sorpreso o intrigato.

"E se volessi saperlo?''

"Peccato," Il gomito di Nathan urtò l'avambraccio di Louis ed Harry sentì un formicolio alle dita così forte che gli venne voglia di fermarlo, "giusto, Louis?''

Louis annuì, un sorriso a disagio sul suo viso mentre osservava il punto in cui lui e Nathan si erano toccati, finché il ragazzo ritrasse il braccio ed Harry si rilassò insieme a Louis.

"Ok, ok," Harry si arrese, coprendosi la faccia con i palmi delle mani, "ma non ci mettete molto. Non è che dietro le mie palpebre ci sia qualcosa di entusiasmante''

Quella battuta estrapolò una risatina da Louis ed Harry sorrise dietro le mani, soddisfatto.

I due ragazzi si presero il loro tempo, ma dopo venti minuti, che Harry poteva o meno aver passato a fantasticare su una certa maglia ed un sedere avvolto da una paio di jeans stretti, Louis si sporse e accarezzò con il pollice il suo polso. Harry aprì gli occhi, di fronte a lui c'erano due fogli di carta scritti in corsivo.

"Abbiamo confuso le nostre calligrafie così non potrai capire a chi appartengono," si vantò Nathan, picchiettando sul foglio per indicare l'assenza di differenza tra i due.

Harry abbassò lo sguardò e fu sorpreso di constatare che c'era a malapena un barlume di differenza tra le due calligrafie. Nonostante ormai fosse familiare con la calligrafia di Louis, non riuscì comunque a riconoscere la sua quando cominciò a leggere. La prima poesia era- bella, forse un po' troppo semplice, ma la seconda- la seconda gli arrivò dritta al cuore, rubandogli il respiro, e gli fece sentire le vertigini.

Fa' del bene con il suo lavoro

Con il suo sorriso illumina tutto,

Il nostro campo ricorderà sempre

Harry-fottuto-Styles.

Lotta per aiutare gli altri

Ogni giorno,

Con compassione ed attenzione,

È questo Harry Styles.

Riccio e pieno di vita,

Irradia calore,

Lui è il nostro antidoto,

Harry Styles allontana la tempesta.

Una bocca a forma di cuore

Labbra dalla forma di un arco,

Il modo in cui cammina,

In cui i suoi fianchi barcollano.

Nei suoi occhi si cela la promessa di un tramonto,

Un istante o due memorabili,

Sogni che danzano con i suoi ricci,

Il ragazzo che ci credeva, e solo per te.

La magia nella punta delle sue dita,

Il suo tocco brucia e scotta,

Lasciando tracce di polvere ramata,

In ogni punto di pelle in cui ti tocca.

Splendida creatura,

Le rose che fioriscono sotto le tue guance,

Il gonfiore del tuo sorriso,

Che restino impresse in questa mente per settimane

"Io-" Harry alzò lo sguardo e i suoi occhi trovarono da subito quelli di Louis, ed erano dolci e circospetti mentre guardavano Harry. Harry sentì un dolore in gola al pensiero, al desiderio, che stava sentendo in quel momento. "Non so cosa dire- Io- grazie, grazie Louis.''

Nathan tossì esageratamente e gli occhi di Harry balzarono sull'espressione irritata del ragazzo.

"Ah, grazie Nathan. Grazie ad entrambi," disse Harry con imbarazzo, "siete troppo dolci.''

Louis si alzò e la sua mano sfiorò lentamente la spalla di Harry, la sua espressione era leggermente difficile da leggere ma quei suoi occhi blu erano in qualche modo più blu del solito. Quando si allontanò, Harry sentì la mancanza del contatto. Harry aveva attribuito, e ci sperava tanto, la seconda poesia a Louis, ma in quell'esatto momento anche Nathan si alzò, toccando Harry nello stesso modo, forse con meno dolcezza, dal momento che la sua mano a malapena sfiorò la sua spalla. Al contrario, le dita di Louis avevano bruciato a contatto con la sua pelle, tracciandone il percorso languidamente.

Nathan si abbassò per sussurrargli qualcosa prima di lasciare il centro. Quelle parole provocarono qualcosa dentro Harry, qualcosa che lui non ritenne piacevole.

"Splendida creatura.''

Quindi non era stato Louis a scrivergli quella poesia. Ovvio che non era stato lui. Come aveva potuto pensare che Louis avesse scritto qualcosa di così poetico su di lui? Perché avrebbe voluto che lo facesse? Non che l'altra poesia fosse stata spiacevole- solo più- neutrale. Non possedeva la stessa profondità, la stessa capacità di toglierti il respiro e di rallentarti il cuore.

Harry, con riluttanza, si arrese all'idea che Nathan era l'unico sul quale era stato in grado di far colpo. Era stato Nathan ad aver usato parole mentre Louis aveva preferito il silenzio.

***

Harry entrò nel suo sacco a pelo, la sua mente che ripercorreva il modo in cui Nathan l'aveva guardato a cena, senza approcciarsi, ma limitandosi a fissarlo intensamente. Harry non era riuscito a distogliere lo sguardo dal ragazzo che l'aveva definito 'splendido.'

Non aveva guardato Louis nemmeno una volta, e forse era stato un bene. Doveva smetterla di pensare a Louis in quel senso, quel ragazzo aveva troppo per la testa e il suo compito era quello di guidarlo, non di controllarlo. Non che l'avesse fatto in ogni caso, ovviamente.

Era difficile associare l'immagine che aveva costruito di Nathan con quella che aveva in mente adesso. Quel ragazzo sgradevole si era trasformato in una farfalla ed Harry ne era piacevolmente sorpreso, era solo strano- non se l'aspettava.

Harry era così perso nei suoi pensieri che non appena si voltò verso il centro della tenda, squittì un verso sorpreso. Quella sera Louis non era rannicchiato nell'angolo. No, al contrario il suo sacco a pelo era misteriosamente più vicino a lui.

Poggiò la testa sul suo braccio disteso, uno sguardo attento, quasi mistico risiedeva nei suoi occhi, che brillavano leggermente nella luce soffusa. In risposta allo stupore di Harry, aleggiò il fantasma di un sorriso sul suo viso, e quando Louis gli si avvicinò, fino a che i loro volti erano ormai a pochi centimetri di distanza, il battito del cuore del riccio prese a battere all'impazzata nel suo petto.

Harry non disse una parola e nemmeno Louis, ovviamente, ma godettero di quel silenzio, i loro occhi si muovevano lentamente mentre assaggiavano ogni tratto del viso dell'altro, assorbendo i ricordi e le interazioni di quei dieci giorni passati insieme. C'era un fuoco che bruciava tra loro e si rifletteva nei loro occhi. Ad un certo punto quelli di Harry si appannarono per la stanchezza, e si addormentò con quello sguardo ardente impresso nella mente, quello sguardo che gli fece ribollire il sangue, mentre il suono della sua stessa voce fece eco nella sua testa.

"Che cosa malvagia da fare, permettermi di sognarti.''

***

Undicesimo giorno

Harry si svegliò presto, i suoi occhi vennero accolti dalla vista dell'espressione placida di Louis. La sua mano stava stringendo il sacco a pelo di Harry, e quest'ultimo provò una strana eccitazione per quel gesto. Le labbra sottili di Louis sporgevano ogni volta che il suo petto si alzava, e la sua frangia oscillava leggermente. Alcune ciocche ribelli gli ricadevano sulle palpebre, facendogli il solletico.

La mano di Harry si mosse di sua volontà per spostargliele, e restò senza fiato quando percepì la morbidezza dei capelli di Louis perché sembravano sempre così acconciati in quel modo disordinato.

Harry spostò la mano nel mezzo dei capelli, in un movimento dolce, ma Louis sembrò piagnucolare. Si spinse contro la mano di Harry, in maniera così bisognosa e, in risposta, Harry si lasciò sfuggire un suono strozzato. Subito dopo prese la decisione di uscire dalla tenda prima che Louis potesse svegliarsi, scoprendo che aveva violato il suo spazio personale per nessun motivo, dal momento che a quanto pare aveva deciso tutto la sua mano.

Harry fece una doccia ed indossò una camicia lilla con dei jeans scuri ed una spessa giacca nera sopra. Cominciò ad avviarsi verso il campo e, per sua sorpresa, trovò Zayn e Liam già a fare colazione, con le bevande fumanti di fronte a loro.

"Zayn, sei sveglio a quest'ora assurda?'' chiese Harry scettico, sedendosi di fronte ai ragazzi.

Zayn alzò lo sguardo dal suo toast imburrato, facendo una smorfia.

"A quanto pare questo qui voleva parlare senza ragazzi nei dintorni," spiegò Zayn, indicando Liam con la testa.

"Oh, mi sto intromettendo? Dovrei sedermi da qualche altra parte?'' disse Harry, guardando prima l'uno e poi l'altro.

Liam disse "forse" nello stesso momento in cui Zayn disse "no" con panico, e poi si fissarono a vicenda.

"Vado a- uhm- " i ragazzi continuarono a scambiarsi degli sguardi arrabbiati, "Andrò-" Liam guardò Harry, l'impazienza nei suoi occhi, "giusto, devo andare da qualche altra parte.''

Si affrettò ad allontanarsi di lì il più veloce possibile, e raggiunse un tavolo dall'altra parte del centro, nel quale non erano sedute coppie arrabbiate: difatti non c'era nessuno.

Fu solo un'ora e mezza più tardi, quando Harry finì di fare la sua colazione e stava scrollando Facebook sul suo cellulare, che un piatto colmo di cibo venne poggiato sul tavolo e Niall si sedette di fronte a lui.

"Gesù H, cristo," disse, il tono di voce pienamente seccato, "quei due sono impazziti.''

Con il dito indicò nella direzione di Zayn e Liam che, a quanto pare, stavano ancora discutendo animatamente. Entrambi parlavano troppo a bassa voce per essere ascoltati, ma gli sguardi avvelenati sui loro volti lasciavano intendere il resto.

"Mi hanno detto di smammare in pratica," Niall sbuffò, "ho pensato di lasciare libero il posto accanto a te, in caso anche Nathan decidesse di staccarmi la testa dal collo.''

Harry bloccò il suo cellulare e lo poggiò sul tavolo, con lo schermo rivolto verso il basso.

"Sono così da un'ora e mezza," sospirò Harry, "Sono preoccupato che dipenda dal fatto che finalmente stanno affrontando quella conversazione.''

"La conversazione su cosa?'' chiese Niall, l'espressione vuota, completamente ignara di ciò a cui si riferiva.

"Sul fatto se stanno davvero insieme o meno, idiota. Liam è innamorato di lui.''

"E quindi?'' chiese Niall, la bocca aperta che metteva in bella mostra pezzi masticati di bacon.

La faccia di Harry si riempì di disgusto.

"Allora," continuò, "ha bisogno di sapere cosa prova Zayn. Ad esempio capire se quello che hanno potrà diventare qualcosa di più.''

Niall scosse la testa.

"L'ho detto una volta e lo farò di nuovo. Le coppie di uomini, che problema.''

Subito dopo Harry sentì un tocco leggero e caldo sulla spalla, ed alzò velocemente lo sguardo, aspettandosi occhi verdi e lunghi capelli scuri. Al contrario, trovò il sorriso caloroso di Louis Tomlinson, i cui occhi brillavano di qualcosa che non sapeva qualificare.

"Vuoi sederti con noi?'' chiese Harry, sentendosi incerto.

I jeans di Louis erano di una luminosa sfumatura color magenta che contrastava con quello della camicia di Harry, e poi indossava una semplice maglia bianca sotto la solita giacca.

Louis annuì, e scavalcò la panca con le gambe, sedendosi talmente vicino ad Harry che le loro cosce si toccavano. Harry sgranò gli occhi mentre guardava Niall, che non sembrava per niente sorpreso; i suoi occhi blu erano divertiti mentre sorrideva ad un Louis ignaro di ciò che stava pensando.

In ogni caso il breve momento di stupore venne ecclissato dall'arrivo di Nathan. Harry si sentì a disagio, perché si sentiva come se avesse dovuto giustificare la presenza di Louis.

"Oh- Louis," Nathan non riuscì a trattenersi quando intravide la sagoma minuta di Louis dietro Harry, "sei seduto al mio posto.''

Harry sentì la punta delle orecchie arrossarsi mentre guardava Louis, il cui viso era un misto di felicità e divertimento. Harry cercò di capire cosa stava succedendo. Stavano davvero parlando di chi doveva sedersi al suo fianco?

Louis scrollò le spalle, un sorriso smorfioso si allargò dalla sua bocca agli occhi.

"In realtà è il mio posto," disse Niall e Louis gli sorrise, "e sono felice che lo occupi Louis.''

Louis fece un occhiolino a Niall che gli sorrise in risposta. Quei due stavano avendo quel tipo di interazioni che solitamente Louis riservava ad Harry. Ma non gli importava. Ovviamente non gli importava. Il suo migliore amico e il ragazzo affidatogli erano diventati amici- del tipo- grandi amici. Nathan, d'altra parte, sembrò piuttosto infastidito da quello scambio di battute mentre si abbassava, avvolgendo una mano possessiva intorno al collo di Harry, facendogli voltare la testa da Louis e verso di lui.

"Allora vado a fare una doccia. Ci vediamo più tardi, va bene?''

Ad Harry sembrò strano che Nathan l'avesse toccato come se gli apparteneva, quando lui non era ancora pronto a ricambiare. In ogni caso, non appena aprì bocca per protestare, una voce nella sua testa gli ricordò che quel ragazzo gli aveva scritto la poesia più dolce e toccante che avesse mai immaginato.

"Sì," Harry accettò e sentì un leggero sbuffo dietro di lui che scelse di ignorare.

"Grandioso," rispose Nathan, accarezzando con le dita il mento di Harry prima di alzarsi e allontanarsi silenziosamente.

"Dio, è disgustoso," disse Niall con un sussulto, "non capisco che ti prende, Haz.''

Harry aggrottò la fronte.

"Lui non-" Le parole di Harry gli morirono sulle labbra non appena i suoi occhi caddero sul piatto vuoto di Louis, "Louis, tu che ne pensi?''

Louis non capì la reazione di Niall, che scoppiò a ridere.

"Oh, sei nei guai, Louis," continuò Niall sghignazzando.

Louis alzò un sopracciglio a Niall prima di incrociare le braccia e guardare Harry con uno sguardo di sfida che diceva, "No, sei tu quello ad essere nei guai.''

"Questa non è una colazione," lo imbeccò Harry, indicando con rabbia il piatto che ospitava solo una frittata, "questo è un fottuto spuntino!''

Le narici di Louis si spalancarono e Harry colse di nuovo il messaggio.

"Oh, fammi indovinare, non spetta a me dirti cosa devi mangiare o fare?''

Louis piegò la testa di lato.

"Beh, qualcuno deve pur dirti di prenderti cura di te stesso. Dammi il piatto," Harry lo rimproverò con i suoi occhi verdi luminosi, allungando una mano in attesa.

Louis si tirò il piatto più vicino.

"Dammi il piatto, Louis Tomlinson, o che Dio mi aiuti," Harry lo minacciò notando gli occhi di Louis scurirsi, "e sì, per rispondere alla tua domanda, sono dannatamente serio.''

E fu allora che la testa di Niall sbatté leggermente contro il tavolo, ma forte abbastanza da catturare l'attenzione di Harry.

"Niall?''

"Mi stai facendo impazzire, a leggere i suoi pensieri in quel modo. È dannatamente impossibile, ecco cos'è. È proprio da te," Niall lanciò un'occhiata a Louis e poi continuò, "è come se tu vedessi tutto da un tuo punto di vista e poi lo facessi di nuovo attraverso i suoi occhi.''

Gli occhi di Harry e Louis si incontrarono e adesso c'era della dolcezza, una fiducia che si era rafforzata negli ultimi undici giorni.

Harry allontanò la mano dal piatto che stava cercando di tirare nella sua direzione, ma non fu necessario, perché Louis gli prese la mano e glielo porse di sua spontanea volontà.

"Mi permetterai di prepararti una colazione come si deve?'' chiese Harry, sentendo la gola stringersi per qualche motivo, ma non sapeva quale.

Louis annuì. Harry stava per alzarsi ma Louis lo tirò giù, mordendosi il labbro.

"Che c'è?''

Con le mani gli afferrò il colletto, appiattendolo, poi passò alle sue spalle e indugiò con quel tocco in un modo che gli fece sentire i brividi.

Quando Harry si alzò di nuovo in piedi, barcollò leggermente e la mano di Louis toccò il lato della sua coscia per sorreggerlo.

Era tutto troppo da sopportare, e l'andatura di Harry mentre si allontanava per recuperare la colazione a Louis fu piuttosto inferma.

***

"Faccio schifo al tiro con l'arco." lesse sul post-it.

Harry e Louis erano in piedi di fronte ad un bersaglio colorato. Louis reggeva un arco sotto il braccio, aveva uno sguardo ostile verso Harry, come se fosse colpa sua se aveva delle abilità in quella disciplina, in cui lui scarseggiava.

"Vieni qui," disse dolcemente Harry, prendendo l'arco dalle braccia di Louis, "lascia che ti aiuti.''

Louis soffiò un sospiro nervoso, incrociò le braccia e batté impaziente il piede sul terreno. Harry ne approfittò per attaccare la freccia all'arco.

"Ok, ho bisogno che tu sciolga le braccia, per favore," gli ordinò.

Louis alzò gli occhi al cielo, le parole "non trattarmi come uno stupido" scritte su tutto il suo viso. In risposta, gli angoli della bocca di Harry si curvarono in un sorriso.

"Adesso," ordinò Harry, prendendo la mano sinistra di Louis mentre si avvicinava di più al ragazzo, il suo stomaco premuto contro i fianchi del ragazzo.

Louis sembrò a disagio quando la mano di Harry si arricciò attorno alla sua, sollevandogliela in modo da reggere l'arco. Subito dopo Harry si sistemò dietro di lui e gli prese l'altra mano.

"È questa la mano che usi sempre, giusto?'' soffiò, il suo respiro arrivò caldo all'orecchio di Louis.

Louis sussultò un po', sorpreso dalla vicinanza di Harry. Lentamente, il braccio di Harry gli afferrò il bicipite, semplicemente per posizionarglielo correttamente. Aiutò Louis a sistemare la mano sul filo teso ma il castano si distrasse, contorcendosi, quando le sue dita si chiusero sulla punta dell'arco in modo sbagliato. Harry non capì cosa gli era successo, e incurante gli prese il gomito tra le mani e sussurrò dolcemente le istruzioni nel suo orecchio.

"No, Louis. Rilassati. Lascia che te lo mostri.''

Harry strinse la mano attorno a quella di Louis, separandogli le dita, in modo che la freccia fosse sistemata tra loro in maniera più agiata.

"Adesso allarga le gambe, sei troppo teso," disse Harry, un leggero sorriso sulle labbra quando si abbassava giù, lungo il corpo di Louis, separando le sue caviglie mentre il ragazzo lo fissava con gli occhi blu sgranati, "ecco, così.''

Harry si rimise di nuovo in piedi, prendendo tra le mani i piccoli fianchi di Louis, e stringendoglieli in maniera scherzosa.

Louis si lasciò sfuggire una tosse secca dal retro della gola che fece ridacchiare Harry.

"Ok, sei quasi pronto," disse.

Louis cominciò a tirare indietro la freccia ma Harry lo fermò, avvolgendo un braccio attorno alla sua spalla e poggiando una mano sul braccio disteso. L'altra mano invece gli sfiorò il fianco per poi stendersi sullo stomaco. Harry riuscì a sentire gli addominali di Louis contrarsi e quella sensazione gli fece girare la testa.

"Quasi pronto, Lou," lo avvertì Harry, il tono di voce dolcemente divertito, "ma non completamente.''

Louis sospirò, aggrottò le sopracciglia, cercando di concentrarsi, ma sembrava ancora teso.

"Ok," Harry spostò la mano dal braccio di Louis, ma tenne posizionata l'altra sul suo stomaco, premendo delicatamente in quel punto, "Voglio che tu respiri ogni volta che premo qui.''

Il respiro di Louis era irregolare e troppo veloce, e ogni volta non riusciva a respirare in tempo.

"Louis," lo implorò Harry, "Lou, respira piano. Forza, respira adesso.''

Dopo alcune frazioni di secondo, il respiro di Louis riprese un ritmo regolare. Harry, con riluttanza, lasciò cadere la mano, inglobando le braccia di Louis da dietro, la sua mano che copriva quella del ragazzo quando la poggiò sulla corda tesa, e poi tirarono insieme la freccia indietro.

"Adesso, il segreto è lasciarla andare tra un battito del cuore e l'altro. Pensi di poterlo fare?'' sussurrò Harry.

Louis annuì, ma i suoi occhi erano notevolmente deconcentrati quando Harry piegò un po' la testa per sbirciare. Così, ritrasse la mano dallo stomaco di Louis, sollevandola, passandola sotto il braccio del ragazzo per poi arrivare a coprirgli il petto con il palmo.

"Va bene? Mi dispiace averti trattato male prima," disse Harry.

Louis annuì con la testa. Andava tutto bene, anche se sembrava terrorizzato.

"Ok, bene," Harry chiuse gli occhi per un istante quando sentì attraverso il palmo della mano il battito incessante e furioso del cuore di Louis.

Non capì perché a quel suono sentì lo stomaco contrarsi.

"Ok, cerca di far calmare i battiti del tuo cuore e ti dirò quando puoi tirare.''

Ci volle un momento prolungato di silenzio, ma alla fine Harry sentì il cuore di Louis ripristinare il suo ritmo regolare, mentre i suoi occhi si focalizzavano sul bersaglio.

"Ora," soffiò Harry e Louis lasciò andare la presa.

La freccia tagliò l'aria in un arco perfetto, atterrando nel centro del bersaglio. Louis si voltò verso Harry con un sorriso vittorioso, ed una risata deliziosa gli uscì dalle labbra. I loro corpi si fusero in un abbraccio stretto e Harry avvolse le braccia intorno alla vita di Louis, stringendolo così forte da sollevarlo da terra.

"Congratulazioni, freccia verde," mormorò Harry nel suo orecchio mentre lo poggiava nuovamente a terra, "il tuo primo centro nel bersaglio.''

Gli occhi di Louis seguirono quelli di Harry con un calore intenso, poi si staccarono e fu troppo. Così troppo che Harry dovette borbottare una scusa, solo per allontanarsi dalla fornace che bruciava dietro quel blu.

"Ho bisogno di un po' d'acqua," disse frettolosamente, cercando di non farsi condizionare dallo sguardo di confusione e forse di dolore che si era formato sul viso di Louis.

***
"Hai visto Louis?'' furono queste le prime parole che uscirono dalla bocca di Harry non appena si sedette a cena accanto a Niall.

"In realtà l'ho visto prima di venire qui, mentre si dirigeva verso il bosco," disse Niall, sovrappensiero.

"E non hai pensato di fermarlo? Di informarmi che se ne stava andando? Dannazione Niall, deve mangiare," lo rimproverò Harry con rabbia.

La mano di Niall andò a posarsi sul suo bicipite e lo strinse forte.

"Woah, Haz. Che succede? Sembrava che avesse bisogno di un po' di tempo da solo. È comprensibile, no?''

"Ho fatto un casino, Nialler," piagnucolò Harry, gli occhi verdi colmi di disperazione, "Ho violato il suo spazio personale e poi mi sono allontanato da lui- come se la colpa fosse stata la sua.''

"Harry," Niall scosse la testa con esasperazione, "devi piantarla di fare cazzate.''

Harry si strofinò una mano sul viso.

"Lo so, lo so. Devo smetterla di comportami così con lui ma c'è qualcosa di diverso in quel ragazzo. Qualcosa che non riesco a capire," disse Harry, con voce riverente.

"Hai perso la testa per quel ragazzo, H," Niall scoppiò a ridere, "non sono passate nemmeno due settimane e tu sei completamente andato, amico.''

"Sta' zitto," brontolò Harry.

"Lo prendo come un sì," rispose Niall con piacere.

"Vado a parlargli," annunciò Harry, allontanandosi dal tavolo e lasciando la sua cena intatta.

"Fallo, Harry Styles," gli urlò dietro Niall, "porta il tuo ragazzo a casa.''

Harry scosse la testa, rifiutandosi di rispondergli mentre usciva dal centro. Piuttosto, affrettò il passo in direzione del suo obiettivo.

Harry trovò Louis seduto sulla riva, nella stessa identica posizione in cui stava il primo giorno che si erano incontrati. Erano passati solo undici giorni, eppure Harry percepì che Louis fosse cambiato, ormai si fidava più di lui e glielo dimostrava con ogni sguardo dolce ed ogni tocco gentile.

Louis non si rese conto della sua presenza, ma Harry non capì se stendersi sul terreno dietro di lui fosse stato un gesto intenzionale. A quel punto, il riccio notò lo sguardo vuoto e distratto del ragazzo.

Louis stava fissando il buio della sera riflettersi sull'acqua.

"Louis," la voce di Harry fu un sussurro ma il silenzio dei boschi la rese più forte e meno flebile, "Volevo solo dirti che mi dispiace. Per- per essere stato inopportuno nei tuoi confronti e per essermene andato in quel modo- come se fosse stata colpa tua. Mi dispiace di essermi comportato da stronzo.''

L'angolo della bocca di Louis tremolò, poi si voltò verso Harry, i suoi blu gli stavano concedendo il perdono, e poi gli toccò il polso. Ovviamente fu allora che Harry incasinò di nuovo tutto.

"Grazie," disse sottovoce, si bagnò nervosamente le labbra con la lingua, attirando così lo sguardo di Louis sulla sua bocca, poi continuò, "Vorrei solo poterti chiedere- mi sono ripromesso che non l'avrei fatto- ma Louis, Dio, mi fa impazzire- c'è- c'è la possibilità che tu condivida con me qualcosa prima che tutto questo sia finito? La tua voce, le tue storie. Ti aprirai mai con me?''

Era la domanda sbagliata da porre ed anche il momento sbagliato ed Harry non si era mai sentito così imbecille in vita sua. Louis, in risposta, tirò su bruscamente i piedi dall'acqua, schizzando gocce d'acqua in ogni direzione, poi s'infilo le scarpe, fissando il terreno con ostinazione.

"Louis," provò Harry, allungando la mano per toccare la caviglia di Louis, ma il ragazzo la spostò immediatamente, "Louis, mi dispiace.''

Louis però non voleva sentire ragioni. I suoi occhi blu erano come due uragani che stavano prendendo forza, la sua bocca stirata in una linea dura e fredda, mentre si allontanava di corsa in direzione del campo. Harry si sentì leggermente meglio sapendo che non avrebbe vagato nel buio e che forse stava considerando l'idea di mangiare qualcosa. Eppure, si sentì comunque un coglione per avergli posto la domanda. Era ovvio che Louis non volesse aprirsi con lui. Solo perché era stato gentile nei suoi confronti, solo perché Harry l'aveva toccato in maniera intima troppe volte- non significava che fosse in debito con lui o che provasse le sue stesse emozioni. E la cosa peggiore era che aveva appena dimostrato a Louis che era come tutti gli altri, spingendo e pressando per ottenere informazioni, invece di lasciarlo libero di condividerle quando si sarebbe sentito pronto. Era un totale e completo idiota.








*Shake it off: Me lo scrollo di dosso


Note traduttrice: Oggi non ho molto da dire se non grazie a voi che seguite sempre con tanta passione le mie traduzioni. Grazie alla mia velocissima beta, Giadi.

Questo capitolo voglio dedicarlo alla mia amica Fra che ha cominciato già ad imprecare subito dopo aver iniziato la storia. Aspetto i tuoi commenti ahah

Fede


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