Sfumature della Ragione - I R...

By _ErickThePhoenix_

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Una raccolta di racconti brevi che parlano di quanto la nostra psiche sia in grado di produrre orrori peggior... More

CAPITOLO I - L'UOMO CHE HA VISTO L'INFERNO

CAPITOLO II - IL RAGAZZO CHE DIVENTÒ PADRONE DEL MONDO

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By _ErickThePhoenix_

Ciò che desideri può diventare realtà. Ma attenzione a quello che chiedi...potrebbe risultarti fatale. 


"Matt, è davvero un idiota." aveva esclamato Jennifer Olson, la ragazza più carina della scuola.

"Matt è veramente un cretino, mi fa ridere come si comporta." aveva dichiarato Kevin Anderson, il ragazzo più atletico e preparato della scuola, cinque volte vincitore del campionato giovanile di calcio e lanciato per diventare caposcuola per le sue doti atletiche e scolastiche.

"Matt è semplicemente un povero sfigato da due soldi." aveva detto ridacchiando Michael Bullard, il ragazzo più intelligente della scuola.

"Matt? Ah, quel povero imbranato." aveva detto Jim Sullivan, il ragazzo più brutto della scuola.

Matt Sanders non poteva dire di avere una vita facile alle scuole superiori. Tutti parlavano male di lui, dalla più carina della scuola al più brutto che ci sia mai stato. Persino Jim era uscito con Melanie Long, non certo una dea ma comunque abbastanza carina, mentre Matt era rimasto perennemente da solo e, anche quel giorno, si chiese mai qualcuno lo avrebbe mai capito, o meglio, se mai qualcuno avesse provato un qualche tipo di interesse per lui. Non interesse solo come ragazzo ma anche come amico. Matt era completamente solo, eccezion fatta per i suoi migliori amici, Josh Johnson e Pamela McGregor, che erano le uniche persone che lo incoraggiavano in ciò che faceva. Matt e Josh si conoscevano sin dal primo anno, mentre Pamela era amica di Matt sin dall'infanzia. Sebbene Matt volesse molto bene ai suoi due amici non poteva di certo sentirsi a suo agio a scuola, visto che veniva costantemente preso di mira da quei gorilla della squadra di calcio di Kevin, mentre ardeva profondamente per Jennifer, nonostante questa lo ritenesse un completo imbecille. Le preoccupazioni di Matt aumentarono ulteriormente il giorno dell'escursione sul picco della montagna della sua città, organizzata dalla sua scuola, per ammirare il paesaggio circostante e analizzare le varie piante e rocce lì presenti.

"Ti senti pronto per questa esperienza?" disse Pamela a Matt mentre sedevano, assieme a Josh, sul pullman diretto sulla montagna. Tale montanga era nota come "Il Picco" ed era una delle vette più alte della zona, già di per sé molto montuosa.

"Certo che si!" fece Matt con una nota di entusiasmo nella voce. In realtà si premurò altamente che quei bastardi dei suoi compagni non gli dessero noie anche quel giorno. Josh, al suo fianco, notò qualcosa di strano nel tono di voce del suo amico.

"Temi che Kevin e i suoi accoliti ti possano fare qualcosa?" gli chiese infatti poco dopo con una nota di preoccupazione nella voce. Matt lo guardò di traverso. "Certo che no." rispose scettico "Proprio oggi sono sicuro che quei buzzurri non mi faranno assolutamente nulla. Ne sono certo." Il pullman avanzò rombando e, dopo diversi chilometri, si fermò in una piazzola al limitare di un boschetto. Dopo pochi metri, la strada curvava verso l'alto fino alla stretta cengia che portava sulla cima e, ovviamente, nessun mezzo poteva transitare oltre. Matt e il resto dei suoi compagni scesero dal pullman e posarono per terra gli zaini, mentre le prime luci del tramonto si disegnavano perfettamente sul paesaggio boschivo della montagna. L'aria era rarefatta ma comunque fresca e respirabile e si sentiva il canto di uccelli montani tutt'intorno. L'insegnante, la professoressa Young, fece l'appello e, nel mentre, Matt vide che Kevin lo stava guardando di sottecchi. Jennifer, invece, continuava a guardare insistentemente Matt, come se fosse pervasa da una sorta di vivo interesse. Questo, naturalmente, non sfuggì a Matt e si sentì non poco galvanizzato da questa cosa. La sua mente razionale, però, prevalse su quella istintiva e, riflettendoci, era poco probabile che la ragazza più carina della scuola fosse interessata ad uno come lui. Dopo aver fatto l'appello, la professoressa Young condusse i suoi studenti verso la cima della montagna, addentrandosi nel boschetto di pini e betulle. Una volta nel cuore della vegetazione, i ragazzi poterono ammirare il meraviglioso paesaggio montano, pieno di vita e intriso di un'atmosfera tranquilla e bucolica. Pamela e Josh erano alle spalle di Matt e questi, per la prima volta, si sentiva felice e rilassato. Né lui, né Josh, né Pamela videro la professoressa Young. Matt non vide il ramo di un albero teso sotto di lui. Matt realizzò finalmente ciò che stava succedendo solo pochi attimi prima di averlo visto ma fu troppo tardi: Matt inciampò e rovinò a terra, con la faccia nel fango mentre alle sue spalle Josh e Pamela balzarono indietro colti dallo stupore e dalla sorpresa. Matt desiderò con tutto sé stesso di non essere stato visto ma, invece, dovette realizzare che il tutto era stato frutto di ciò che aveva pensato prima. Kevin sbucò fuori da un albero e rise sguaiatamente assieme a Jennifer e al resto dei suoi amici imbecilli. Insieme a loro, inoltre, si unì anche il resto della scolaresca.

"Bella caduta, Sanders!" ridacchiò divertito Kevin, i capelli biondi che brillavano alla luce del Sole "Ora come ora dovrebbero chiamarti Fangders!" Evidentemente la battuta, di per sé stupida e oscena, venne trovata molto divertente dal resto della scolaresca e partirono risate incontrollate e divertite. Persino Jennifer rideva. Pamela e Josh, invece, erano furibondi. La ragazza ne ebbe abbastanza e decise di fronteggiare Kevin.

"Ti credi spiritoso, eh?" urlò Pamela in preda alla rabbia "Ti credi tanto forte ma in realtà sei solo una sottospecie di scarafaggio!" Kevin diventò paonazzo a quelle parole e Pamela vide il sorriso spegnersi. Josh, per sicurezza, si misse al fianco di Pamela e guardò truce Kevin.

"E tu chi ti credi di essere, la sua guardia del corpo? O meglio ancora, la sua ragazza pon pon?" la schernì Kevin mettendo in mostra i suoi muscoli, piuttosto inusuali per un sedicenne. Jennifer, al suo fianco, fece una smorfia di disgusto nei confronti di Josh e Pamela.

"Siamo i suoi amici." rispose serio Josh "Una cosa che tu non avrai mai."

"Non ho bisogno di guardie del corpo!" fu la risposta divertita di Kevin "Io sono perfetto così come sono e ho tutto quello di come ho bisogno, non come Sanders che ha solo voi due ragazze pon pon a scodinzolargli dietro ogni volta."

"Gli siamo vicini perché ci piace stare con lui non per scodinzolargli a torno come fa la stragrande maggioranza dei tuoi presunti amici, schifoso bastardo!" inveì Pamela.

Kevin, alla fine, si stufò e decise di lasciar perdere il tutto. "Vi conviene aiutare Fangders anche stavolta." disse infine Kevin in lontananza, mentre andava avanti a braccetto con Jennifer. "Prima che abbia bisogno che gli cambiate anche il pannolino, sfigati!

Josh e Pamela aiutarono Matt ad alzarsi e a ripulirsi e questi non poté fare altro che ringraziare i suoi amici, guardando truce Kevin che si allontanava in lontananza. - Un giorno pagherai per tutto ciò, Kevin. Stanne certo. - pensò Matt furibondo, mentre pian piano e a fatica riprendeva a camminare. Dopo diversi minuti di cammino il gruppo arrivò in una piccola radura, dopo che si erano fermati per studiare le piante che avevano trovato nel bosco, e lì Matt si staccò per un attimo da Pamela e Josh, con la scusa di volersi lavare le mani nel piccolo ruscello che sgorgava dalla montagna. In realtà Matt aveva in mente di programmare una vendetta nei confronti di Kevin, il problema era che non aveva la benché minima idea su cosa fargli. Mentre pensava e ripensava su cosa fare a Kevin non si rese conto di essersi spinto troppo oltre e si ritrovò sulla stretta cengia che portava verso la cima della montagna. Matt si rimproverò della sua attenzione e fece dietrofront, non accorgendosi però della depressione sottostante i suoi piedi. Matt mise un piede in fallo e precipitò di sotto, in un crepaccio. Matt cadde rovinosamente a terra e urtò dolorosamente il sedere sulla roccia, imprecando per il dolore, mentre in alto poteva vedere la luce solare filtrare dalla spaccatura nella quale era caduto. Matt si rialzò a fatica e provò ad urlare più volte per cercare aiuto ma non ottenne risposta e si sentì improvvisamente pervaso da un senso di disperazione: chi mai lo avrebbe trovato in quel crepaccio? Forse Josh e Pamela lo avrebbero trovato ma non avrebbero mai potuto sapere che era caduto proprio in quel crepaccio. Dopo essersi rialzato, Matt notò ad un certo punto che la caverna nella quale si trovava aveva una stretta galleria che proseguiva dritta. Con l'ausilio della poca luce solare presente, Matt proseguì lungo la galleria; la luce illuminava debolmente le diverse stalattiti presenti sul soffitto, le quali accompagnarono Matt per tutto il suo percorso. Dopo circa cinque di minuti di cammino Matt si ritrovò in una seconda caverna, nettamente più piccola della precedente. In quel momento Matt scorse una figura umana dal capo incappucciato mentre sedeva su una roccia, le mani sulle gambe e il viso nascosto tra le pieghe del mantello drappeggiato di rosso.

"Chi sei?" chiese Matt curioso, facendosi avanti.

La figura incappucciata alzò lo sguardo e si palesò dinanzi agli occhi del ragazzo: era una donna anziana che poteva avere all'incirca sessant'anni, il volto pervaso dalle rughe e i capelli grigi e quasi sbiatidi che le scendevano sulle spalle.

"Benvenuto, Matt Sanders." rispose la vecchia sorridendo ambabilmente. Matt impallidì "Come sai il mio nome?"

"L'occhio della mente mi mostra tutto e con esso io vedo e so tutto, mio giovane figliolo." replicò la vecchia togliendosi il cappuccio dalla testa. Era chiaramente una veggente, pensò Matt mentre si avvicinava a lei.

"Siedi pure, mio caro figliolo." disse ancora l'anziana donna facendo cenno a Matt di avvicinarsi. Matt ubbidì e si sedette su una pietra. La vecchia meditò a lungo, poi posò le mani sulla fronte del ragazzo e chiuse gli occhi.

"Avverto una sensazione di forte negatività in te, ragazzo mio." fece di colpo la vecchia. Matt alzò gli occhi verso la vecchia "Come fa a saperlo?"

"Io so tutto, giovanotto. Come so anche che vuoi vendicarti dei soprusi che hai ricevuto in una vita. Nella tua mente leggo anche che vuoi diventare qualcosa di più...grande."

"Si, lo vorrei tanto..."

"Ebbene, figliolo, la soluzione del tuo problema è semplice."

Ad un tratto la vecchia mise la mano in una tasca e tirò fuori una collana con al centro un medaglione dorato. Dopo averlo ricevuto dalla vecchia, Matt notò che nel centro del medaglione era incastonata una pietra verde.

"Cos'è?" chiese Matt incuriosito.

"Questo è ciò che ti occorre per ottenere ciò che desideri." rispose la vecchia sagace "Ho scandagliato la tua mente e ho visto che sei un bravo figliolo, per questo motivo ho deciso di donarti questo potente amuleto che ti consentirà di ottenere ciò che desideri."

"Dice sul serio? Potrò davvero chiedere ciò che voglio?" chiese Matt entusiasta, e la sua voce fece eco nella caverna buia.

"Certo che si, figliolo."

"E' meraviglioso! Ora tutto ciò che voglio potrà diventare realtà!" esclamò Matt in preda alla gioia. Finalmente avrebbe potuto vendicarsi di tutti i soprusi.

"Eh si, mio caro...ma ti avverto di prestare massima attenzione."

Matt, che nel frattempo si era messo al collo l'amuleto, volse lo sguardo verso la vecchia "Attenzione?"

"Certo. I desideri che riceverai non ti verranno dati senza avere qualcosa in cambio..." rispose la vecchia solenne.

"Ovvero? Cosa devo dare in cambio?"

"Lo scoprirai." si limitò a rispondere la vecchia donna.

"No, lo voglio sapere." insistette Matt facendosi avanti "Me lo dica!"

Ma prima che potesse ottenere una risposta Matt si ritrovò improvvisamente al buio: l'intera caverna era piombata nell'oscurità. Matt avanzò a tentoni nelle tenebre finché non intravide uno spiraglio di luce, mentre la vecchia sembrava scomparsa nel nulla. Dopo aver camminato per un po' cominciò a vedere sempre più distintamente la luce del giorno che filtrava da un'apertura nella grotta. Dopo essere faticosamente uscito da essa, Matt si ritrovò infine nel luogo dove si trovava prima di cadere nel crepaccio. Ripercorrendo il percorso inverso, Matt si riunì al suo gruppo di amici, tenendo saldamente al collo il medaglione che quella vecchia misteriosa gli aveva donato. Non vedeva l'ora di metterlo in azione.

Il giorno dopo, a scuola, durante l'intervallo, Matt si diresse verso il giardino principale della scuola alla ricerca di Kevin e i suoi accoliti. Lui sarebbe stato il primo che l'avrebbe pagata. Stringendo l'amuleto tra le mani, Matt si diresse verso Kevin, il quale si trovava all'ombra di una quercia ridendo con i suoi amici e Jennifer. Quando vide Matt la sua espressione si fece ancora più divertita.

"Ma bene, è arrivando Sfiganders." cominciò Kevin con tono beffardo e tutti i suoi amici risero come ebeti "Che cosa ci fai qui? Le tue baby-sitter sono assenti?"

"Non ho bisogno di loro per darti una lezione, grandissimo stronzo." Matt strinse l'amuleto ancora più forte nella mano destra, mentre Kevin cominciava ad arrabbiarsi.

"Che cos'hai detto, sfigato?" Kevin si alzò, mostrando a tutti la sua statura, e si fece avanti "Ripetilo se hai il coraggio, mammoletta!"

"Sei un grandissimo stronzo, Kev. E se vuoi un consiglio ti conviene inchinarti al mio cospetto perché vali meno di quegli imbecilli dei tuoi amici." Kevin si avvicinò e si preparò a colpire Matt con un pugno "Brutto sfigato, ti faccio rimangiare le parole!" Il pugno partì ma non arrivò a destinazione, poiché Matt girò l'amuleto tre volte nella mano destra e Kevin si bloccò d'un tratto. Il braccio di Kevin si piegò improvvisamente il pugno colpì in pieno la sua faccia, rompendogli il naso. Gli altri ragazzi che assistettero alla scena rimasero scioccati: non poteva essere vero ciò che avevano visto. Ma non fu nulla se paragonato a quello che videro dopo. Kevin, il cui naso rotto grondava sangue, si avvicinò a Matt e si inginocchiò dinanzi a lui, baciandogli i piedi. "Scusami Matt, sei il migliore della scuola, anche di me. Sei il migliore in assoluto. Non mi sarei mai dovuto permettere di insultarti e prevaricare su di te." Il sangue gli colò in bocca e per questo motivo Kevin fece non poca fatica a pronunciare le parole. Jennifer, dietro di lui era inorridita, e non fu la sola. - Accidenti, la vecchia aveva ragione! - pensò Matt tra sé e sé - Il mio desiderio sta diventando realtà! - Matt fece per mettere a posto l'amuleto ma, vedendo Jennifer, decise di continuare a divertirsi. Girò nuovamente l'amuleto nella mano per tre volte e puntò il suo sguardo verso Jennifer, la quale si ritrovò improvvisamente ad abbracciare Matt e a guardarlo con aria trasognata e dolce. Se i presenti erano stupiti per ciò che era successo prima questo servì a stupirli ancora di più. Jennifer prese le guance di Matt e lo baciò appassionatamente, mentre Kevin era ai suoi piedi, una situazione che nessuno avrebbe mai immaginato. Lo sfigato che baciava la ragazza più carina della scuola con ai piedi il più bello della scuola. Jennifer continuò a baciare Matt, il quale stava a dir poco bruciando per la passione causata dal bacio delle morbide labbra della ragazza, e dopo un po' si stacco dal bacio, mettendosi al fianco di Matt.

"Oh Matt sai che sei bellissimo e dolcissimo? Baciare te è come baciare un principe in una favola meravigliosa." La voce di Jennifer era melensa e sdolcinata, come nessuno l'aveva sentita prima d'ora. - Ora si che posso dominare il mondo. - pensò Matt in preda all'euforia. Successivamente, con Jennifer a braccetto e con le persone che lo seguivano, Matt ottenne praticamente tutto ciò che voleva girando semplicemente la pietra nelle sue mani. Poté tranquillamente abbandonare le lezioni e tornarsene a casa, dove si rimpinzò di tutte le cibarie che voleva, mentre era a mollo nella lussuosa piscina di un hotel a cinque stelle o su una favolosa limousine. Insomma, tutto ciò che voleva era suo. - Benedetto il giorno in cui sono caduto in quel crepaccio! - pensò felicissimo Matt - La ragazza più carina della scuola è la mia fidanzata, tutti mi cercano e tutti mi apprezzano. Ora sono ricco e ho tutto ciò che voglio. Cosa mai potrebbe andare storto? - Tutt'a un tratto Matt si bloccò: Josh e Pamela. Si era completamente dimenticato di loro! Un giorno di questi, infatti, li andò a cercare a casa loro ma non li trovò. Decise quindi di recarsi al parco cittadino, nel luogo dove loro tre erano soliti recarsi. Dopo tutto quel tempo passato ad essere amato e apprezzato da tutti Matt si era persino scordato da quanto tempo non vedeva i suoi due migliori amici. E fu così che Matt trovò sia Josh che Pamela seduti sulle altalene del parco. Quando lo videro la loro reazione fu indescrivibile.

"Ehi ragazzi!" esclamò Matt facendosi avanti con un ampio sorriso. Le espressioni di Josh e Pamela rimasero invariate.

"Ah...sei tu." cominciò Josh con voce piatta.

"Cos'è, i tuoi nuovi amici ti hanno già seccato?" si aggregò Pamela, torva.

"Ma ragazzi, che vi prende?" fu la risposta sorpresa di Matt. In realtà sapeva benissimo di essere nel torto.

"Gira al largo, Matt. Non abbiamo tempo per dei falsi amici come te." rispose truce Josh.

"Pensavo foste felici per me! Ora ho tutto quello che potevo desiderare!" urlò Matt, così forte che alcune persone si voltarono nella sua direzione.

"Tu avevi già tutto quello che potevi desiderare..." esclamò Pamela, furibonda "Due amici sinceri che ti sono sempre stati vicini e che hanno sempre fatto di tutto per te, anche a costo di venire umiliati dal resto dei compagni per salvaguardare la tua persona."

Matt si arrabbiò furiosamente; strinse l'amuleto così forte che il suo potere sovrannaturale si avvertì nell'aria. Il vento cominciò a soffiare e le luci dei pali, che si erano appena accese, cominciarono a tremolare in maniera sinistra. Josh e Pamela rimaserò focalizzati su Matt e quest'ultimo fissò adirato quelli che un tempo erano i suoi più cari amici.

"Pamela, sai che c'è? Grandissima imbecille che non sei altra, io ti ho amato per anni. Ti sei mai fatta avanti per me? No, perché hai sempre pensato che fossi uno sfigato e mi sei sempre stata vicino solo per pietà!" urlò Matt alzando i pugni, in uno dei quali c'era stretto saldamente l'amuleto. Le luci tremaono ancora di più e alcune saltarono, mentre gli alberi cominciarono a perdere diverse foglie a causa del vento.

"Io ero felice così, è vero, ma solo se tu, Pamela, fossi diventata la mia ragazza. Inoltre sapete che c'è? Voi mi siete sempre stati vicini ma solo e unicamente per pietà non per amicizia. Quando mai avete fatto qualcosa con piacere quando sono stato io a proporla?"

Josh e Pamela si guardarono in faccia, poi rivolsero lo sguardo a Matt e questa volta la loro espressione fu terribilmente adirata.

"Sei un fottuto bugiardo, Matt!" ringhiò Josh facendosi ancora più avanti "Sai quanto tempo abbiamo perso per te, razza di deficiente? Sai quante prese in giro abbiamo subìto sulla nostra pelle solo per difenderti e questo è il modo per ringraziarci?"

"Se è vero che mi hai amato perché non ti sei mai fatto avanti?" urlò Pamela altrettanto furiosa "In ogni caso di certo avere un'amica stretta non implica necessariamente che essa debba diventare la tua ragazza solo perché non hai un gingillo da sfoggiare in giro?"

"Tu soffri di un complesso di inferiorità gravissimo." riprese Josh sempre furioso "Questo non implica che i tuoi pochi e unici amici ti debbano assecondare in tutto e per tutto!"

Matt abbassò lo sguardo e poi lo rialzò verso di loro: la sua espressione era di rabbia pura.

"Sapete che vi dico? Fottetevi!" ringhiò Matt facendosi indietro "Ora non ho più bisogno di voi. La ragazza più carina della scuola è la mia fidanzata, il più bello e atletico della scuola è ai miei piedi, sono il capitano della squadra di calcio e caposcuola. Ho una casa da sogno e tutti i comfort possibili. Tutti fanno ciò che dico e nessuno osa obiettare. Ora possiedo il controllo di ogni cosa." Il tono della voce di Matt inquietò non poco Josh e Pamela ma comunque le loro espressioni non cambiarono.

"Allora, vai. Vattene!" inveì Josh "Tornatene dai tuoi nuovi amici e lasciaci in pace!"

"E' quello che farò, infatti!" disse Matt a voce bassa, girandosi e tornandose da dove era venuto. Mentre camminava Matt stringeva sempre più forte l'amuleto e, al suo passaggio, diversi lampioni vennero sradicati dal suolo, mentre il cielo divenne nero e minaccioso e il vento riprese a soffiare spargendo qua e là foglie e quant'altro. - Chi ha bisogno di quei due imbeccili. - pensò Matt entrando in casa - Ormai sono il padrone del mondo. Che mai potrebbe succedere di male? -

Tutta la notte. Quel maledetto telefono aveva squillato per tutta la notte. Matt si alzò disperato alle cinque del mattino cliccando il pulsante sul telefono per ascoltare i messaggi della segreteria telefonica. I seguenti ottantaquattro messaggi registrati erano tutti così:

- Amore posso venire a trovarti? Mi manchi tanto! La tua Jenny. -

- Amore ci sei? Mi rispondi? Mi manchi tanto. -

- Amore????? -

- Amore ma ci sei??? Ti prego rispondimi! -

- Ti amo amore mio, dai fammi venire da te! Rispondimi! -

Per quanto Jennifer fosse bella e attraente Matt si era stancato di lei. La cosa era stata bellissima i primi giorni...ma nel corso del tempo era degenerata. Si sentiva oppresso e soffocato da quella ragazza e, per una volta nella vita, non si era mai sentito così oppresso e asfissiato. I giorni passarono e la persecuzione di Jennifer proseguiva nel modo più asfissiante possibile, tanto che Matt si rifiutò categoricamente di andare a scuola. Matt provò anche ad usare l'amuleto per bloccare questa tortura ma si rese conto che i desideri, una volta espressi, non potevano essere annullati. Quella sera Matt, andando a dormire dopo un'altra sfiancante giornata, fece per infilarsi nel letto quando, ad un certo punto, si accorse che c'era qualun'altro.

"Jennifer!" esclamò Matt paralizzato "Che accidenti ci fai qui?" Per quanto la cosa potesse essere bella fu decisamente il colmo.

"Sono giorni che non ti fai sentire, così ho pensato di venirti a trovare!" rispose la ragazza con un sorriso infantile e, a tratti, inquietante.

"Si ma questo non ti autorizza ad entrare in casa mia come se fossi una ladra!" Matt stava iniziando a perdere la pazienza.

"Ma sono la tua ragazza, no? Dobbiamo stare insieme sempre." affermò Jennifer. Le ultime parole che pronunciò inquietarono non poco Matt.

"Adesso basta, vattene! Lasciami in pace!" urlò Matt mettendosi le mani nei capelli e uscendo dalla stanza. Corse il più veloce possibile pur di allontanarsi da quella sanguisuga. Uscì di casa e si ritrovò in mezzo alla strada, riprendendo a correre senza una meta precisa. Raggiunse la scuola e si appoggiò sul muro esterno della struttura. Una volta lì riprese fiato e si riposò un momento, ma dovette ricredersi poiché un'altra figura umana che Matt conosceva fin troppo bene si piazzò davanti a lui.

"Ehi amicone, ti va di fare qualche tiro?" disse Kevin porgendogli un pallone da calcio "Sono giorni che non ci vediamo e allenarsi con un campione come te è davvero brutto." Se Jennifer era un problema Kevin era nettamente peggio. Anche lui, come Jennifer, non la smetteva di contattarlo ogni santo giorno per giocare a calcio o uscire. Era diventato irritante, soffocante e insopportabile quasi quanto Jennifer.

"No Kev, vorrei riposarmi un po'..." rispose Matt con un filo di voce, cercando di mantenere un tono normale. Ma Kevin riprese ad insistere.

"Eddai fratello, dobbiamo allenarci! Altrimenti come facciamo a diventare i più forti della zona?"

"Lasciami in pace Kev. Lasciatemi in pace tutti!" urlò improvvisamente Matt e scappò via anche da lì, correndo più veloce che poté. Matt sentì Kevin urlargli dietro ma non ci badò. La sola cosa che voleva era fuggire il più lontano possibile da tutti quei seccatori che lo perseguitavano ogni giorno. Qualche ora dopo Matt si ritrovò seduto su una panchina nel parco, lontano da tutto e tutti. Si era finalmente riposato dopo la lunga corsa e, per il momento, nessuno lo aveva perseguitato. Ma ben presto dovette ricredersi. Con la coda dell'occhio vide un cospicuo numero di persone avvicinarsi a lui sempre di più e fu allora che l'orrore si materializzò negli occhi del ragazzo. Erano centinaia e centinaia di ragazzi e ragazze, fotografi e persone di ogni tipo. Tutte che chiedevano di lui. Tutte che volevano lui. Lui. Matt si alzò e con un urlo bestiale si fece largo tra la folla, stringendo sempre in un pugno l'amuleto, e si gettò in un cumulo di sterpaglie poco vicino da lì, inoltrandosi in un boschetto. Per l'ennesima volta Matt si ritrovò a correre come un pazzo da tutte le parti, cercando un luogo sicuro dove potersi nascondere dalla morsa asfissiante dei suoi ammiratori. Il telefono di Matt cominciò a squillare ininterrottamente e tutte le chiamate erano delle persone che lo volevano, tra cui spiccavano, ovviamente, Jennifer e Kevin. Per un folle momento si chiese che fine avessero fatto Josh e Pamela, mentre si arrampicava su un albero non molto alto al limitare del boschetto. Prese il telefono e vide le foto con Josh e Pamela, quelli che un tempo erano i suoi due migliori amici. Perché li aveva abbandonati? Poteva risultare incoerente, però...era veramente quello che voleva? Una come Jennifer che non faceva altro che perseguitarlo continuamente? Uno come Kevin che gli chiedeva continuamente di stare con lui? Tanta gente che lo ammirava per un qualcosa che non aveva fatto? Lui era soltanto Matt, non una celebrità. Eppure quel senso di oppressione si faceva sempre più evidente.

"La mia vita era orribile." disse Matt con un filo di voce "Ora lo è ancora di più. Prima era orribile ma più sopportabile." Ora che Josh e Pamela non c'erano più cosa avrebbe fatto? Matt guardò il Sole alto nel cielo, mentre stringeva tra le mani l'amuleto che aveva realizzato i suoi desideri più nascosti ma che, inesorabilmente, li aveva fatti diventare i suoi incubi. Si chiese come avrebbe fatto senza Josh e Pamela ma un pensiero sempre più chiaro si fece strada nella sua mente, le parole della vecchia "I desideri che riceverai non ti verranno dati senza avere qualcosa in cambio..." Matt si rese conto di aver capito cosa aveva dato in cambio. Aveva dato in cambio l'unica cosa che lo aveva spinto ad andare avanti, nonostante le ingiustizie. Matt sapeva benissimo che, ora come ora, non avrebbe mai più avuto amici sinceri e leali ma solo marionette che obbedivano ai suoi ordini. Non avrebbe avuto realmente una ragazza ma solo un fantoccio che lo assecondava in tutto e per tutto. La sola cosa che lo teneva saldo e forte erano Josh e Pamela, i suoi unici veri amici. Aveva perso l'unico vero desiderio che quell'amuleto maledetto non gli poteva esaudire: una vera amicizia, nata dal sentimento di affetto e non generata dalla magia di uno stupido artefatto. Matt sapeva che tutte quelle ammirazioni erano finte, poiché generate da un qualcosa di sovrannaturale. Non c'era niente di reale in tutto ciò. Matt si legò al collo l'amuleto, il quale scintillava alla luce del Sole; si chiese se qualcuno avrebbe mai pensato davvero a lui in quel momento. Matt trasse un profondo respiro e scese dall'albero, dirigendosi a passo lento verso il ponte della città. Una volta lì si mise con le gambe penzoloni sul bordo del ponte, fissando le onde impetuose del mare. Guardò per l'ultima volta la città dov'era nato e cresciuto e concentrò tutti i suoi pensieri su Josh e Pamela. Era stato uno stupido e un egocentrico, e non aveva capito nulla di ciò che realmente voleva. O desiderava. Con un profondo respiro, Matt si fece avanti e precipitò di sotto, chiedendosi ancora cosa avrebbe realmente voluto dalla vita che non gli apparteneva più.

Il suo corpo senza vita e in avanzato stato di decomposizione venne rinvenuto qualche giorno dopo, su una spiaggia, trascinato dalla corrente. Uno dei soccorritori gli si avvicinò e notò qualcosa luccicare alla luce del Sole sul suo collo. L'uomo prese l'amuleto e lo ammirò; era davvero bello...

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