When The Wolves Come Out - La...

By IceQueenJ

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Louis è un omega ed è figlio dell'uomo più ricco d'Inghilterra, promesso sposo ad un alpha. Harry, un alpha... More

DISCLAIMER
Chapter 1: In The Middle Of The Night
Chapter 2: Your Eyes Keep Pulling Me In
Chapter 3: Just Bringing My Demons Out
Chapter 4: Ain't Going Down Without A Fight
Chapter 5: We Can Run And Hide
Chapter 6: Gotta Make It Through
Chapter 8: All The Things Lost
Chapter 9: If I Ever See You Again, My Love

Chapter 7: Here Comes Trouble

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By IceQueenJ

Capitolo 7: Ecco Che Iniziano I Problemi

Louis parla con i suoi genitori. Accadranno cose inaspettate.

Louis era seduto sul letto, ancora nudo dopo la doccia in cui Harry si era preso cura di lui, visto che non riusciva ancora a funzionare. Una parte di lui era felice perché era riuscito a vedere i suoi genitori e le sue sorelle, ma ce n'era un'altra completamente distrutta per il modo in cui era accaduto. Non avrebbe mai voluto che lo vedessero come un ladro. Era felice con Harry al suo fianco, ma sapeva che i suoi genitori, probabilmente, non erano d'accordo con lui.

Il resto del gruppo era già pronto per la notte, mentre lui doveva ancora vestirsi e acconciarsi i capelli. Si lamentò perché erano già asciutti e sembravano un nido d'uccelli. Ignorò Harry che camminava per la loro stanza e impacchettava i loro averi per essere pronti per dopo la festa. Era giunto il momento di andare a Leeds e lasciare Manchester. Quando Harry ebbe finito, poggiò le borse sul letto, poi diede uno sguardo alla stanza per assicurarsi di non aver dimenticato nulla.

"Devi prepararti", gli disse Harry.

"Pensi che tua madre e tuo padre lavorino ancora per loro?", Louis ignorò Harry per fargli una domanda.

A Harry non piaceva parlare dei suoi genitori, perché portavano a galla troppi ricordi. Li aveva persi nel momento in cui aveva scelto di fuggire con Louis, ma non se ne pentiva. L'aveva detto a Louis così tante volte, assicurandosi che comprendesse che era con lui che Harry voleva stare.

"Non lo so, Louis, ma lo spero. Sarebbe difficile trovare un nuovo lavoro", Harry si mise seduto accanto a lui, circondando le sue spalle con un braccio.

"Mi chiedo come stiano Zayn, Liam e Niall. Sam e Victor ... i loro bambini. Il bambino di Zayn". Louis si stese sul letto e fissò il soffitto. "Sarei dovuto essere la madrina di Zayn, l'avrei viziato".

"Forse quando Josh e Elliot ne avranno? Potrai viziarli quanto vorrai", Harry si stese con lui, assicurandosi di abbracciare Louis.

"Non li avranno, la pensano come me. Che cosa faremo con i bambini? Ci rallenteranno solo", sospirò Louis, poi si mise seduto. "Devo prepararmi per stasera. Sono vergine, oggi", ridacchiò Louis mentre andava verso la sedia dove Harry aveva messo i suoi vestiti.

"Che diamine!", Harry rise mentre si sistemava sul letto.

"Lo sono! Sarò una vergine innocente, stanotte, mai toccato un uomo e mai stato toccato". Louis fece cadere la sua tovaglia, ghignando quando Harry si poggiò si suoi gomiti. "E quando avrò preso tutto ciò che hanno, torneremo a casa e tu mi scoperai, facendomelo sentire per giorni", disse e poi gli schioccò un bacio sulla guancia.

Harry si toccò attraverso i pantaloni, osservando i movimenti di Louis. Avrebbe voluto saltare in piedi quando Louis si chinò e Harry diede un'occhiata. Avrebbe voluto scopare la sua piccola e stretta entrata e venire dentro di lui, per mostrare a tutti quegli stronzi che Louis era suo e lo sarebbe sempre stato.

"Ma ce ne andremo stanotte", s'imbronciò Harry quando Louis indossò le sue mutandine, i suoi pantaloni già stretti per il suo pene mezzo duro. Si fermò quando Louis posò di nuovo i pantaloni sulla sedia, poi andò verso di lui, strisciando lentamente su di lui.

"Pensi che abbiamo tempo per fare un'altra doccia?", chiese Louis, le sue labbra che lasciavano baci fantasma su quelle di Harry.

"Abbiamo tempo per farne due", ghignò Harry, poi afferrò Louis per il retro del collo e lo tirò giù per baciarlo.

Le sue mani scivolarono lungo i suoi fianchi e le anche, aggrappandosi fortemente e possessivamente quando Louis si sfregò contro di lui. Continuò a farlo fin quando fu sul punto di esplodere per quanto duro fosse. La sua mano destra era su una fossetta del fondoschiena di Louis e sentiva quanto stesse diventando bagnato. Strofinò il suo pollice contro l'entrata di Louis, sentendolo tremare più forte man mano che premeva, fin quando la punta e il tessuto delle mutandine lo penetrarono.

"Scopami", mormorò Louis. "Scopami, scopami, scopami!".

"No, non possiamo adesso. Sentiranno il mio odore su di te", Harry provò a resistergli, ma sapeva che avrebbe perso la battaglia quando Louis gli sbottonò i pantaloni e li oltrepassò, afferrando il suo cazzo duro.

"A chi importa", ansimò Louis, mentre lentamente strizzava Harry, ghignando quando il suo alpha gli afferrò di nuovo i fianchi con le mani e lo girò.

Louis ridacchiò quando Harry iniziò a baciarlo dalla guancia fino al collo, resistendo all'impulso di lasciargli dei morsi sulla sua pelle calda e perfetta. Scese più giù sul petto, dove roteò la lingua intorno ai capezzoli di Louis, poi succhiò, facendogli inarcare la schiena. Louis si distese e abbassò i pantaloni di Harry, abbastanza per tirare il suo pene fuori, poi usò entrambe le mani per stringerli insieme.

"Dobbiamo fare in fretta, okay", disse Harry.

Louis annuì, la sua mascella si spalancò quando Harry lo penetrò lentamente. L'alpha era per metà dentro quando si fermò per baciarlo, prima di entrare completamente. Fu veloce proprio come Harry aveva detto, con le gambe di Louis intorno alla sua vita, mentre spingeva dentro di lui. Non passò molto tempo prima che Harry rilasciasse il suo nodo dentro Louis, venendo dentro di lui e lasciando che il suo omega schiacciasse un pisolino. Quando si rilassò, furono veloci a fare una doccia, assicurandosi di lavarsi l'un l'altro. Finirono per fare tardi, ma Nick non disse nulla, perché tutto ciò che voleva, era arrivare lì.

Louis e Josh si assicurarono di restare insieme e lontani dai loro alpha. Louis aveva dei problemi per il modo in cui Harry l'aveva scopato, ma non significava che non gli fosse piaciuto. L'aveva amato. Una volta che entrarono nella magione, Louis si tese immediatamente, quando Henry fu la prima persona che vide. Era cambiato in quei due anni in cui non l'aveva visto, ma Louis lo odiava ancora con tutto se stesso.

Era lui che Louis aveva bisogno di sedurre e derubare, ma non riusciva a muovere le sue gambe, perché significava sedurre il diavolo in persona. Fortunatamente per lui, Josh lo trascinò dall'altro lato della sala da ballo, afferrando due bicchieri pieni di champagne per farli rilassare un po'. Per tutto il tempo non riuscì a smettere di guardare Henry, chiedendosi cosa stessero facendo Harry e il resto.

"Quanti soldi pensi che il principe abbia con lui?", disse Josh, avvicinandosi a Louis. "I suoi vestiti sono i migliori che io abbia mai visto. Adesso mi chiedo quanto altro abbia nella sua camera da letto".

"Più di quando tu possa immaginare", disse Louis mentre osservava le bolle nel suo drink. "E' sempre stato il tipo che sfoggiava merda di cui non aveva bisogno".

"Perfetto", sogghignò Josh mentre afferrava la mano di Louis. "Andiamo, è tempo di mettersi a lavoro".

Louis non era pronto. I suoi occhi si spalancarono quando vide i suoi genitori dall'altro lato della stanza. Le cose si stavano complicando per lui, ma era almeno felice che non stavano parlando con Henry. Sapeva che non li avrebbe visti di nuovo, visto che sarebbero partiti per Leeds quella stessa notte. Voleva parlare con loro disperatamente, per comprendere cos'era successo a Londra.

"Ti dispiace se iniziamo più tardi, oggi?", Louis chiese a Josh. "Ho qualcosa da fare", disse, sentendosi sollevato quando Josh guardò prima i suoi genitori, poi lui, prima di annuire.

"Grazie", Louis gli diede un sorriso grato e l'osservò allontanarsi.

Si avvicinò ai suoi genitori, ma li oltrepassò, fingendo di non conoscerli. Continuò a camminare fin quando fu in giardino, diventando sempre più nervoso quando sentì i loro passi dietro di lui. I suoi occhi bruciavano per le lacrime non versate, quando sentì la debole voce di sua madre dietro di lui. Si voltò lentamente per vedere i suoi genitori davanti a lui stringersi l'un l'altra come se da quello dipendessero le loro vite.

"Mamma ... papà", sussurrò Louis, non riuscendo ad allontanarsi quando lo abbracciarono.

"Il mio bambino", pianse Jay, non riuscendo a credere che fosse davanti a lei. "Mi sei mancato, tesoro".

"Anche tu mi sei mancata, tantissimo!", le disse Louis, lanciando uno sguardo a suo padre quando si allontanò e le mise le mani sulle guance.

"So che è tardi, ma non hai idea di quanto mi dispiaccia. Sono solo sollevato e felice di sapere che stai bene", disse Damon, le lacrime che presto sarebbero scese sulle sue guance.

"Le ragazze?", chiese Louis, "le ho viste a malapena".

"Sono di sopra con il resto dei bambini", rispose Jay, poi iniziò a cercare il marchio sul collo di Louis. "E Harry? E' con te? Non l'abbiamo visto", chiese lei.

"E' in giro", disse Louis.

"Pensavo che vi sareste legati?", chiese Damon, ma non c'era traccia di malizia nella sua voce. Infatti, sembrava genuinamente curioso.

"Lo siamo. L'ho solo coperto", dichiarò Louis, quando si accorse delle espressioni confuse dei suoi genitori. "Io devo ... per il lavoro", disse Louis.

"Lo vedo", annuì Damon. "Come siete finiti a fare questo?", chiese.

"E' una lunga storia ed io devo tornare a lavoro. Volevo solo vedervi. Lasceremo Manchester stanotte", Louis disse loro.

"Ma vi abbiamo appena ritrovato", iniziò a piangere Jay. "Non posso lasciarvi continuare ciò che fate".

"E' il modo in cui ci supportiamo, mamma. Stiamo bene", Louis fece un passo lontano da loro.

"Per favore, figliolo, torna a casa", lo pregò Damon, facendo infuriare Louis quando era chiaro che Harry non era incluso. Almeno fin quando suo padre iniziò a parlare di nuovo. "Anne e Robin sentono la sua mancanza. Ho fatto soffrire Anne e ho promesso a me stesso che le avrei riportato suo figlio".

"Non posso", gli occhi di Louis si riempirono di lacrime. "Abbiamo una vita e siamo felici".

"Ma ...", iniziò Damon.

"No, non torneremo fin quando Henry sarà lì. È pazzo".

"Abbiamo tagliato tutti i ponti con lui e la sua famiglia. Non interferirò nella vostra relazione. So che vi amate e lui si sta prendendo cura di te", continuò a pregarlo Damon.

"Abbiamo già una vita. Forse un giorno vi faremo visita, ma non possiamo tornare indietro. Mi ricorderebbe solo di ciò che avremmo potuto avere e che abbiamo perso", Louis disse loro, poggiando una mano sul suo stomaco senza notarlo.

"Oh Lou", disse Jay, comprendendo subito ciò che era successo e avvicinandosi a suo figlio per dargli un abbraccio di cui Louis non sapeva di aver bisogno fino ad allora. Aveva sempre avuto bisogno di loro.

"Va bene, mamma. È in un posto migliore adesso", Louis provò a sorridere, ma non ci riuscì quando vide le lacrime negli occhi dei suoi genitori. "Il suo nome era Annie Rose. Era troppo presto ed era già morta quando è nata, ma sto bene adesso".

"Mi dispiace. Mi dispiace tantissimo", si scusò Damon, non riuscendo a guardarlo negli occhi. Non ci riusciva, sapendo di essere l'unico da incolpare.

"Prometto che vi faremo visita", Louis disse loro, prima di abbracciarli di nuovo. "Va tutto bene, papà", gli disse all'orecchio.

"So che vuoi saperlo", disse Jay, facendogli un sorriso. "Zayn è l'orgogliosa madre di un meraviglioso piccolo bambino. Somiglia a suo padre, ma ha gli occhi della madre. È una bellezza, Lou. Il suo nome è William".

"William?", Louis fece loro un sorriso bagnato. "Sono felice che stiano bene".

"Gli manchi tanto anche tu", disse Jay, ricambiando il sorriso.

"Dì loro che Harry ed io li pensiamo tutto il tempo, dillo anche a Niall. Non dimenticheremo mai ciò che hanno fatto per noi". Louis si tirò indietro lentamente, fin quando gli stava solo stringendo le mani.

"Non ti costringerò di nuovo a fare qualcosa che non vuoi", sospirò Damon. "Ma voglio che tu sappia che aspetteremo sempre te e Harry a braccia aperte. Avrete sempre una casa che vi aspetta".

Louis annuì, non riuscendo a dirgli che la sua e unica casa era stata ed era ancora al suo fianco. Harry era stato la casa in cui si era rifugiato quando ne aveva avuto più bisogno. Quando aveva bisogno dell'amore e del calore di una casa, era lui che l'aveva fatto. Louis non ebbe cuore di dirglielo, quindi annuì e li abbracciò un'ultima volta prima di andare via. Si costrinse a non guardarsi indietro quando sentì il pianto di sua madre. Non voleva vedere la sua espressione distrutta.

Appena fu tornato dentro, cercò Josh, trovandolo con Elliot accanto al tavolo con il cibo. Era orgoglioso del modo in cui se ne fregavano dei sussurri della gente intorno a loro, riguardo al modo in cui mangiavano, quando invece gli omega avrebbero dovuto restare indietro. Erano fortunati ad avere degli alpha che invece di rimproverarli, li incoraggiavano. Afferrò un pezzo di torta e lo mangiò, leccandosi le dita.

"Sembra che le buone maniere siano finite fuori dalla finestra".

Louis smise di respirare quando sentì la sua voce, pieno di sé e superficiale com'era sempre stato. Rifiutò di girarsi, spaventato per ciò che sarebbe potuto succedere. Guardò il suo amico, notando un ghigno sul suo volto. Quello gli diede il coraggio di voltarsi.

"Henry", Louis si voltò, un ghigno sul volto, e allungò un braccio per carezzare il braccio di Henry.

"Lou ... è passato tanto tempo", Henry si avvicinò di un passo, ignorando i due omega sconosciuti che fecero un passo verso Louis.

"Due lunghi anni", Louis spazzò via il suo ghigno, sostituendolo con una triste espressione piena di rammarico. "Ho fatto molti errori, Henry".

"Harry chiaramente uno di quelli", disse Henry, poi si guardò intorno. "Dov'è, comunque? Non dovrebbe essere qui con te?".

Louis allontanò lo sguardo, poi lo abbassò sulle sue dita prima di rilasciare un rumoroso sospiro. "Non importa", rispose Louis alla fine.

"Avevo ragione, allora", continuò Henry, ignorando le due presenze dietro Louis. "Cos'ha fatto? Ti ha fatto scappare con lui e poi ti ha lasciato alla prima occasione. Non ti ha nemmeno legato a sé", soffocò una risata, provando a trovare il segno del morso sul collo di Louis.

"Se hai intenzione di comportarti come un totale bastardo, addio. Non ho tempo per la tua merda. Di ai tuoi genitori che li saluto", Louis lo fissò con astio prima di afferrare le mani di Josh e Elliot e intersecò le sue dita con le loro.

Si allontanò, tirando i suoi amici omega con sé e ignorando Josh che gli stava chiedendo perché li stava portando via dalla loro miniera d'oro. Louis restò tranquillo e gli lanciò uno sguardo consapevole, poi fissò Elliot. Elliot annuì solamente e prese un respiro profondo. Era pronto per seguirli. Andò verso le scale, comportandosi come se avessero una camera e ghignò quando sentì la voce di Henry. L'uomo li aveva seguiti proprio come voleva Louis. Era una piccola vittoria per lui sapere che Henry era ancora un idiota com'era sempre stato.

"Non intendevo farti innervosire", gli disse Henry, guardando gli altri due omega.

"Davvero?", Louis sbatté le lunghe ciglia, circondando il suo collo con le braccia.

"E' stato un colpo basso", disse Harry, poggiando le mani sul bacino di Louis. "Mi dispiace".

"Sei perdonato", gli disse Louis con la voce più dolce che riusciva a fare.

"Adesso che sono perdonato, che ne dici di venire nella mia stanza per un po'? Voglio mostrartela", suggerì l'uomo, avvicinandosi all'orecchio di Louis.

Louis avrebbe voluto vomitare, ma lo mandò indietro prima di riprendere la parola. "Oh, vi dispiacerebbe?", si tirò indietro e guardò dietro di lui. "Peccato, non scopo con chiunque. Almeno, non da solo", sussurrò nel suo orecchio, sentendo il suo respiro bloccarsi.

"Non è un problema", Henry gli fece l'occhiolino. "So che posso gestirvi tutti e tre".

"Cattivone", ridacchiò Louis e colpì giocosamente il suo petto. "Facci strada".

Quando Henry iniziò a camminare davanti a loro, Louis si voltò per guardare i due omega e gli fece l'occhiolino. Louis non si sorprese quando entrò nella stanza in cui Henry alloggiava. Era degna di un principe. Louis roteò gli occhi alla vista, pensando che sì, la stanza era degna, ma di lui e Harry. Non ebbe molto tempo, perché Henry lo spinse al muro e lo baciò così duramente da fargli sentire dolore alle labbra. Non passò molto tempo prima che Henry lo lasciasse andare e prendesse a baciare Josh, prendendosi più tempo con lui. Louis sapeva che Henry era fottuto, visto che Josh ce l'aveva già in pugno.

Si sentì male quando guardò Elliot e vide il panico nel suo sguardo, perché l'omega non aveva mai fatto qualcosa del genere. Non aveva mai baciato un alpha che non fosse il suo. Louis era sicuro che Noah avrebbe capito e se non fosse stato così, Louis e Joshua l'avrebbero protetto. Louis posò le mani sulle guance di Elliot e lo baciò, sentendo l'omega rilassarsi, come se Louis gli stesse dicendo che sarebbe andato tutto bene.

"Oh mio dio ...".

Louis ghignò nel bacio quando sentì Henry. Il coglione sembrava già senza fiato. Louis spinse Elliot verso il letto, poi lo spinse sulla schiena e si mise cavalcioni sul suo bacino. Non passò molto tempo prima che sentisse delle mani sul bacino e delle labbra sul retro del suo collo. Louis non riusciva nemmeno a eccitarsi per quanto era disgustato, visto che Henry lo stava trattando come un cane. Sospirò quasi di sollievo quando Josh glielo tolse di dosso, facendo stendere l'uomo sulla schiena, vicino alla spalliera.

"Adesso facciamo un gioco", disse Josh, mentre mordicchiava l'orecchio di Henry.

"Che gioco?", chiese Henry.

"Ti bendiamo e leghiamo le mani", gli disse Josh. "Poi ti faremo cose sporche e tu dovrai comprendere chi di noi le ha fatte. Ci giochiamo sempre", disse Josh, finendo la spiegazione, facendo grugnire Henry per l'ultima parte.

Louis si guardò intorno, cercando qualcosa per bendarlo e finì per usare una delle sciarpe di Henry. Ne diede altre due a Josh che lo legò velocemente, mentre Elliot guardava. Louis l'osservò prendere un profondo respiro, prima che l'omega andasse verso Henry. Gli diede un bacetto e sia Louis, sia Josh ghignarono quando Henry provò a tirarlo più vicino, ma Elliot fu veloce ad allontanarsi. Josh annuì verso Elliot, che si stava alzando e andò verso la cassetta di sicurezza nell'armadio.

Louis tornò indietro per distrarre Henry, baciandolo su tutto il collo e poi sulle labbra, sapendo che se Harry l'avesse visto, avrebbe ottenuto la scopata della sua vita. Sperò che Harry lo facesse, perché se fosse stata una scelta di Louis, avrebbe vissuto il resto della sua vita con il cazzo di Harry su per il sedere. Lui e Josh si concentrarono su Henry, mentre Elliot stava già mettendo gli averi di Henry in una federa che aveva preso. I suoi occhi grigi si spalancarono quando vide l'ammontare di soldi e gioielli che Henry aveva.

Quando finì, fece un cenno a Louis e Josh che furono entrambi veloci ad allontanarsi da lui come se l'uomo li avesse scottati. Louis si alzò e fece un giro per la stanza, prendendo velocemente tutto ciò che le sue mani riuscivano a tenere. Fu in quel momento che lo vide, il più bel diamante che avesse mai visto. Lo prese e se lo mise in tasca.

"Che sta succedendo?", chiese Henry, dimenandosi un po'. "Che cosa state facendo?".

"Il nostro lavoro", lo derise Louis.

"Che cosa?", s'irrigidì Henry, poi iniziò a tirare le sciarpe, provando a liberarsi.

"Che cosa? Pensavi davvero che io volessi essere scopato da te?", disse Louis, ridendo. "Ho Harry per questo. Il mio alpha, il padre della mia bambina", gli disse, menzionando la sua figlia morta solo per farlo uscire di testa.

"Fottuta puttana!", urlò Henry mentre provava a liberarsi. "Ho sempre saputo che saresti finito a fare la prostituta", continuò, fin quando qualcuno lo schiaffeggiò così forte da fargli sentire il sapore del sangue.

"Non parlarmi in quel modo, stronzo!", Louis lo schiaffeggiò di nuovo, ghignando quando vide il sangue uscire perché l'aveva ferito con il grazioso anello che stava indossando. "Sono e sarò sempre migliore di te! Tu sei solo un bastardo".

"Fottiti! Adesso lasciami andare!". Henry iniziò a diventare più nervoso quando sentì ridere gli altri due omega.

"Hai intenzione di pisciarti addosso, tesoro?", lo schernì Josh.

"O stai per cagarti addosso?", rise Elliot.

"Il tuo fottuto bambino dovrebbe vergognarsi di una puttana come te, Louis", rise Henry, non accorgendosi che la porta si era aperta e che il padre del suddetto bambino era sulla soglia. "Sarà una puttana come te? Troverà un alpha buono a nulla che lo farà prostituire come quella feccia sta facendo con te. Riesco a vedere quanto ti ama".

"Sta zitto, pezzo di merda!", urlò Louis, le lacrime a rigargli le guance.

"Li hai fatti iniziare da piccoli?", continuò Henry, fermandosi e pisciandosi addosso quando sentì un basso ringhio minaccioso.

"Io me le rimangerei, fossi in te", disse Harry, facendo un passo in avanti, un basso brontolio nel suo petto quando Louis mostrò il suo collo per lui.

Louis osservò con le lacrime agli occhi come Martin e Steven portarono Nick e Noah fuori dalla stanza, seguiti da Josh ed Elliot. Guardò il suo alpha, notando che i suoi occhi non erano più verdi, ma così scuri da farlo sembrare il diavolo in persona. Harry si schioccò le nocche e con un unico movimento afferrò Henry per le gambe e lo trascinò verso il basso, ignorando le sue lacrime di dolore quando le sciarpe si tesero intorno alle sue mani, fermandogli la circolazione.

"Mi stai dando sui nervi, sai?", ringhiò Harry, stringendo la presa sulle caviglie di Henry.

"Lasciami andare!", urlò Henry, bagnando la sua benda con le lacrime.

"Ricordi Liam? Ricordi ciò che gli hai fatto?", urlò Harry. "Posso sopportare che tu dica il mio nome, che mi insulti, ma non sopporterò che tu faccia agitare il mio omega e insulti mio figlio. COME. CAZZO. HAI. OSATO".

"Non volevo dirlo!", singhiozzò Henry.

"Troppo tardi", ringhiò Harry.

Louis non riuscì ad allontanare lo sguardo quando Harry tirò più forte e le mani di Henry da rosse diventarono viola e iniziarono a gonfiarsi. Tirò fin quando sentì un sonoro pop seguito dalle urla di Henry e Louis fu veloce a farlo stare in silenzio. La cosa successiva che Harry ruppe a mani nude furono le sue caviglie.

"Avrei fatto di più, ma non voglio sporcarmi le mani con il tuo sangue. Tu non sei un nobile, sei solo spazzatura", sputò Harry. "Se ci incontreremo di nuovo, non aspettarti di uscirne vivo".

Harry sputò sul viso di Henry, poi prese la mano di Louis e lo tenne stretto a sé mentre uscivano da lì, assicurandosi di chiudere la porta. Non persero tempo e fuggirono da lì velocemente come gli permettevano le gambe. Trovarono il resto del gruppo che li attendeva nelle auto che avevano acquistato a buon prezzo e andarono via il più veloce possibile, appena Harry e Louis furono dentro.

Le loro cose erano già nel retro di ogni macchina e Harry era felice che ci fossero Martin e Steven in macchina con loro. Non voleva un altro alpha vicino al suo omega, quando il suddetto omega era sconvolto. Il viaggio durò quasi due ore e quando giunsero lì, non riuscirono a trovare un hotel. Tutti si lamentarono quando Nick disse loro che era stata una buona idea comprare delle tende in caso non fossero riusciti a trovare un posto in cui stare.

Mentre il resto del gruppo sistemava le tende in una radura lontano dalla città e circondata dagli alberi, Harry e Louis andarono in paese per comprare delle provviste. Harry odiava che Louis evitava di parlare di ciò che era accaduto, ma sapeva che aveva solo bisogno di tempo. Non passò molto tempo prima che Louis iniziasse a piangere su sedile del passeggero, stringendosi a Harry che lo abbracciò con un braccio appena l'omega si accoccolò a lui.

"Spero che marcisca all'inferno", disse Louis con rabbia, spingendo via le sue lacrime e fissando un punto nel vuoto.

"Avrei dovuto ucciderlo", disse Harry, la sua presa stretta su Louis.

"Non ne è degno. Non ti avrei lasciato farlo, non andrai in prigione per una merda come lui. Sto bene, adesso", Louis si mise seduto, comportandosi come se nulla fosse accaduto.

"Non dovresti trattenerti, Louis. Non continuare a imbottigliare i tuoi sentimenti, uno di questi giorni non riuscirai a trattenerli più", gli disse Harry, roteando gli occhi quando Louis lo guardò, roteando i suoi.

"Sto bene e starò bene". Louis incrociò le braccia al petto, comportandosi come l'ostinata piccola merda che era.

Harry lasciò perdere, decidendo che non sarebbero giunti da nessuna parte se quella era la decisione di Louis. Trascorsero il resto del viaggio in silenzio e, quando giunsero al negozio, furono veloci a prendere ciò di cui avevano bisogno e a tornare indietro. Dovettero improvvisare, cucinando il pollo che Louis aveva preso, visto che l'omega insistette che avesse un bell'aspetto e che lo voleva per cena. Era buonissimo arrostito sul fuoco, condito come gli aveva raccomandato la donna del negozio.

Quella notte andarono a dormire con le pance piene e le espressioni serene. Erano felici che tutto fosse andato per il meglio. E se Harry scopò Louis finché il piccolo omega fu sfinito, non erano affari di nessuno, se non loro. Dopotutto non era la prima volta che il resto del gruppo li sentiva. Harry e Louis avevano sentito gli altri molte volte. Erano abituati e avevano imparato a ignorarli.

"Pollo ...", mormorò Louis dal nulla, proprio nel mezzo della notte, quando tutti era già addormentati.

"Che cosa?", chiese Harry. "Lou, cos'era quello?".

Harry sollevò la testa per guardare verso Louis che aveva la testa poggiata sul suo petto. Mosse la mano per toccare la guancia del suo omega, ma trovò la sua maglia umida della bava di Louis. Louis non aveva mai sbavato prima e quello preoccupò Harry. Si avvicinò quando Louis si mosse, facendo comprendere a Harry che era ancora addormentato.

"... Arry, il mio p – pollo", mormorò ancora Louis, questa volta costringendo Harry a soffocare una risata.

Continuò a combattere l'urgenza di ridere fin quando non dovette trattenersi più. Le azioni di Louis diventarono stranamente simili a quelle che faceva durante il periodo più oscuro della loro vita. Lasciò cadere la testa sulle coperte, stringendo forte gli occhi, non volendo pensarci più. Si costrinse a pensare che stava impazzendo a causa di ciò che era accaduto quel giorno. Louis non poteva essere di nuovo incinto, non era possibile. Ma, di nuovo, non riusciva a spiegarsi perché era diventato più aggressivo, quando era bravo a controllare se stesso.

Non sapeva se doveva ridere o piangere. Probabilmente piangere, sapendo che Louis gli avrebbe strappato il nodo appena l'avesse scoperto. Harry ispirò l'aria, avvicinandosi a Louis per sentire il suo odore e notando il leggero cambiamento. Strinse Louis con più forza, aggrappandosi al nuovo profumo di Louis e addormentandosi.

Domani sarebbe stato un nuovo giorno.

NOTE
Salve a tutti e buona domenica! Mi scuso per l'enorme ritardo, ma a giugno ho sostenuto tre esami all'università e la sera ero troppo stanca per riuscire ad accendere il pc e completare la traduzione.

Spero che questo capitolo vi piaccia! Adesso vado a rilassarmi un po'.

All the love ❤️

Ps. Ho cambiato nickname. Adesso è IceQueenJ, quindi non spaventatevi. Ah, tenete d'occhio il profilo Facebook e wattpad, pubblicherò degli avvisi in caso non riesca a pubblicare entro due settimane.

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