Give Me Some Sugar, Daddy [It...

By flawleharry

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"Di' il mio nome" dice Harry, afferrando il mio sedere e spingendomi contro il muro. "Dillo." "H-Harry." Gemo... More

Give Me Some Sugar, Daddy
uno
due
tre
quattro
cinque
sei
sette
otto
nove
undici
dodici
tredici (parte uno)
tredici (parte due)
quattordici
quindici
sedici (parte uno)
sedici (parte due)
diciassette
diciotto
diciannove

dieci

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By flawleharry

"Papino," dico, e i suoi occhi si dilatano all'istante. Preme le sue labbra fermamente sulle mie e le sue mani si piantano contro il muro, accanto alla mia testa. Non so cosa fare con le mie mani, così le lascio cadere sui suoi capelli bagnati.

"Dio, sei così eccitante." parla Harry a denti stretti, inizia a sbottonare i suoi jeans. D'istinto attacco la bocca al suo collo, succhiando sulla pelle sensibile al di sotto del suo orecchio, i suoi pantaloni cadono e rimangono alle sue caviglie. Posso sentirlo gemere mentre sposto le labbra verso le clavicole, toccando il suo punto magico e il suo corpo in trepidazione. Solo poi realizzo cosa sta succedendo. Stiamo per fare sesso e non sto fermando lui. O me.

Mi va completamente bene.

Cosa mi sta succedendo? All'inizio dell'anno, non mi sarei mai aspettata di vedermi in questa situazione, avere uno sugar daddy. Mi sarei vista dentro un incredibile tirocinio, a pianificare il mio futuro e avere un fidanzato. Mai mi sarei aspettata che qualcuno come Harry sarebbe entrato nella mia vita.

Ed eccomi qui, sul punto di fare sesso nel suo bagno.

Allunga la mano e strattona i pantaloncini che sto indossando e poi blocca le mani tra le mie gambe e oltre l'intimo, spingendo le sue dita dentro senza esitazione. Gemo, una sensazione familiare dal giorno del servizio ritorna e sento il mio corpo tremare sotto il suo tocco.

"Sei così baganta per me, dolcezza." respira.
"Lascia che Papino ti faccia sentire bene."

Gemo, inarcando la schiena dal muro mentre cerco di spingere di più i fianci contro le sue dita. Inizia a pompare le dita più velocemente e la mia mente è in delirio. Una volta che ho quasi raggiunto l'apice, rimuove le dita, a mio stupore.

"Jillian," geme Harry, baciandomi il collo e stringendomi in vita cone le sue grandi mani, facendomi tornare in me. "Vuoi farlo?"

Esito. Lo voglio? O sto facendo un enorme errore? Sento Harry mordere sul mio collo dove so che lascia un succhiotto, facendomi gemere e alzare gli occhi. "S-Si, Papino."

Fa un sorrisetto e mi solleva dalle cosce, portandomi al divano e poggiandomi sui cuscini. Allaccia le dita all'elastico delle mie mutande e le tira giù per le mie gambe tremolanti, lanciandole via. Poi tira giù i boxer, rivelando il suo pene tremendamente grosso e il mio cuore è immediatamente nel mio stomaco.

Sposta il suo corpo sopra il mio e preme le nostre fronti insieme. "Solo dimmi se fa male, okay dolcezza?"

Annuisco fiacca, sentendolo entrare lentamente. Spalanco la bocca e gemo alla leggera senzazione di dolore. Harry stringe i denti, le vene sul collo prominenti mentre pian piano si spinge ulteriormente. Il dolore inizia a trasformarsi in piacere, così alzo la mia gamba destra portandola attorno ai suoi fianchi per avere il suo corpo più vicino.

"Sei così stretta, piccola," Harry brontola mentre inizia a spingere dentro me. Lamento il suo nome e mi aggrappo alle sue spalle per stabilità.

Prendo Harry per il colletto della maglietta e lo trascino giù, baciandolo e le sue spinte cominciano a rallentare mentre stiamo per raggiungere l'apice. Lui poi esce da me velocemente ma in modo delicato, poco prima di rilasciare sul mio basso ventre. Appoggio la testa contro il cuscino, respirando pesantemente e Harry recupera velocemente un asciugamano per ripulirmi.

Mi pulisco e goffamente gli restituisco l'asciugamano, il quale è portato poi in un'altra stanza che assumo sia dove si trova la lavatrice. Le mie gambe stanno tremando e sento il lieve dolore nella mia zona bassa. È stato fantastco; incredibile, persino. Non posso credere di averlo appena fatto.

Harry ritorna dopo alcuni minuti, si siede sul divano accanto a me e, con il dito, sposta una ciocca dei miei capelli dietro l'orecchio. "Stai bene?" chiede, il suo respiro all'odore di menta.

Annuisco debolmente, i miei occhi incantati dal suo sguardo. Si avvicina e lascia un bacio delicato sulle mie labbra, le sue ancora gonfie da tutti i baci precedenti.

"È quasi mezzogiorno, piccola," sospira quando si è staccato. "Ti andrebbe il pranzo? O se vuoi tornare a casa, sarei più che disponibile a portarti."

Penso per un momento. Vorrei restare disperatamente, ma ho già saltato lezioni per quest'uomo, sono stata fuori fino troppo tardi la scorsa notte e devo recuperare il lavoro perso. "Uh, penso di voler solo andare a casa." dico piano.

La faccia di Harry esita solo un minimo, ma sorride gentilmente e annuisce. "Certo."

Mi alzo attentamente dal mio posto sul divano, le mie gambe traballanti mi portano alle scale e alla stanza. Sento i suoi occhi dietro di me, fissi mentre raccolgo i miei vestiti dalla notte acorsa, il mio telefono scarico e le mie scarpe.

"Qui," Harry dice, e mi passa i pantaloni che ho lasciato nel bagno. "Solo indossali. Non devi rimetterti quel vestito."

Le mie labbra premute diventano un leggero sorriso mentre poggio le mie cose sul suo letto e prendo i pantaloni da lui. Li indosso e allaccio le stringhe per evitare che cadano. Mi sento così a disagio, ma allo stesso tempo così bene dopo questa esperienza con lui.

Torniamo di sotto e ci dirigiamo fuori alla sua auto. Salto dentro, poggiando i vestiti sulle mie gambe e tenendo scarpe e cellulare in mano. Posso solo immaginare la quantità di chiamate perse e messaggi a cui dovrò rispondere.

Il viaggio verso il mio alloggio è silenzioso e imbarazzante. Harry tiene entrambe le mani sul volante per tutto il tempo, i suoi occhi non lasciano mai la strada. Finalmente arriviamo nel parcheggio del dormitorio dopo quello che sembra un'eternità, il silenzio mi ha quasi uccisa.

"Allora, uh," inizio. "Grazie per la notte scorsa." Metto la mano sulla maniglia, pronta ad uscire dal veicolo ma Harry afferra il mio polso prima che possa andarmene.

"Non ti penti di ciò che è successo, vero?" mi chiede. I suoi occhi sono pieni di domande e ritorno a sedermi esitante.

". . .no." dico tranquillamente.

"Jill, se c'è qualcosa nella tua mente, devi dirmelo."

"Ho solo un sacco di lavoro da fare per rimettermi in pari," dico sinceramente.

La sua espressione si tranquillizza. Si avvicina e prende la mia mano nella sua, portandola alle sue labbra e posando un bacio fermo sul dorso.
"Ti prego non essere spaventata nel dirmi le cose." dice, e allacciando le nostre dita, continua. "Mi importa di te, lo sai, vero?"

Annuisco semplicemente e bacia la mia mano una volta ancora. Mi sporgo oltre la console e, attirandolo più vicino, gli lascio un piccolo bacetto sulle labbra prima di salutarci ed esco dall'auto.

È Domenica, di conseguenza non molti sono gli studenti in piedi a mezzogiorno dato che molti di loro erano a dei party la notte scorsa. Arrivo alla mia stanza, apro la porta cautamente e vedo Becca distesa sul letto, scoperta.

Senza far rumore butto i vestiti della notte scorsa in un cesto, metto le scarpe nell'armadio, attacco il celluare a caricare e mi distendo sul letto, sospirando pesantemente.

*

Hrry's POV
*Lunedì mattina*

Mi appoggio allo schienale della sedia, giocherellando con la penna tra le dita. Non ho ricevuto nessun messaggio da Jillian e sto inziando a preoccuparmi. Beh, ogni volta che non è con me, mi preoccupo sempre.

Prego che non rimpianga ieri; non mi ha esattamente detto molto. Guardo fuori dalla finestra lo skyline di Pittsburg, ignorando i documenti sulla scrivania. Non posso funzionare senza Jillian. Ho solo bisogno di essere rassicurato da lei.

Quando qualcuno bussa alla porta quasi cado dalla sedia. Mi chino in avanti e mi riconcilio. "Avanti."

Liam curiosa dentro e alzo le sopracciglia, in attesa di notizie.

"Harry, Miranda è qui per vederti." dice e non penso di aver mai alzato gli occhi al cielo più di così. "Vuoi che le dica che sei occupato?"

Sospiro. "Non penso aiuterebbe. Mandala dentro."

Annuisce nonostante preferirebbe che Miranda se ne andasse per non tornare; l'intera azienda la pensa così. Lui esce e aspetto ansiosamente il suo arrivo. Odio quando mi vista al lavoro; è una distrazione ed è eccessivamente fastidiosa.

La porta si apre di nuovo e lei entra, i tacchi rossi ticchettano sul pavimento piastrellato. Le labbra rosse abbinate si separano mentre mi sorride, gettando i suoi capelli scuri dietro le spalle.

"Harry, caro," dice, tendendo le mani quando mi alzo, ovviamente volendo un abbraccio. Goffamente metto le mani intorno a lei mentre ci abbracciamo, volendo niente di più che questo incontro finisca.

"Ciao, Miranda," sospiro, tornando a sedermi sulla mia sedia.

"Beh, non essere così spaventato nel vedermi, Harry." sbuffa. Ruoto gli occhi mentalmente. "Sono solo venuta per vedere come te la cavi."

"Sul serio?" alzo un sopracciglio. "Non hai nient'altro di meglio da fare?"

Preme le sue labbra e comincia ad esaminare la sua manicure, poi noto che sta indossando quell'enorme anello.

"E perchè mai stai ancora indossando quello?" scuoto la testa. "Tu realizzi che sono passati tre anni, vero?"

"Cos'altro posso farci?" chiede innocentemente, o finge comunque. "Non posso solo lasciarlo poggiato su una mensola a prendere polvere."

"Avresti potuto ridarmelo." suggerisco.

"Perchè? Così che tu possa darlo a qualche sgualdrina? Dio no, Harry."

"Allora perchè sei qui?" chiedo esasperato. "Cosa vuoi?"

"Voglio solo te, piccolo." si sporge in avanti per mostrarmi ulteriormente il suo petto già esposto, facendomi venire voglia di vomitare. "Non mentire, ti manco."

"No, non mi manchi Miranda. Ora, se mi scusassi, ho un lavoro a cui tornare." Tiro fuori dei file da uno dei cassetti nella speranza di farle capire di non voler più parlare. Invece lei torna a sedersi, scrutandomi dal suo posto.

"C'è un'altra donna, vero?" dice semplicemente. I miei occhi si spostano sui suoi in un lampo, cerco di mantenere la mia espressione il più
impassibile che posso. Alza le sopracciglia e aspetta una mia risposta. "Dimmi che mi sbaglio."

"Miranda," sospiro. "La mia situazione sentimentale non è un tuo interesse --,"

"Ah si? Perchè come tua ex-moglie ho l'impressione di doverne essere al corrente --,"

"Per l'amore del cielo, Miranda, siamo andati oltre. Abbiamo chiuso. Lo sappiamo entrambi. Quindi ti prego, lasciami tornare al mio lavoro."

Si alzia, infastidita di me, ma non tanto quanto lo sono io di lei. "Bene. Ma se scopro chi è la sciacquetta, è morta. Se non posso averti io, non ti avrà nemmeno lei."

Alzo gli occhi al cielo, lasciando che lasci il mio ufficio senza altre parole.

*

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