Il più bel goal||Paulo Dybala

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Charlotte Agnelli ha vent'anni ed ha appena terminato gli studi superiori. Suo padre, Andrea Agnelli, nonché... المزيد

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Due giorni dopo il derby l'aria a Vinovo non è ancora delle migliori. Io, personalmente, sono molto arrabbiata con i ragazzi perché vincere ci avrebbe aiutati a vincere lo scudetto il prima possibile e loro dovevano capire che non andavano a giocare con l'ultima in classifica. Diciamo che è hanno giocato male e che solo Gonzalo ci ha salvati all'ultimo minuto.

Mio padre ha deciso di non esserci neanche oggi, mentre Pavel e Beppe sono sempre presenti. Insieme osserviamo il riscaldamento mattutino della squadra e la rifinitura del pomeriggio; nello spogliatoio nessuno scherza. A quanto pare subito dopo la partita Gigi ha fatto un cazziatone generale nel quale elencava tutti gli errori che la squadra ha fatto in partita. E secondo me ha fatto benissimo.

Domani c'è una semifinale di Champions che, se giocata nel migliore dei modi, può portarci in finale. Dall'altra parte ci sono Real Madrid ed Atletico Madrid, i Galacticos sono avanti ai cugini di tre reti. Chissà chi arriverà a Cardiff il 3 Giugno. Ma io sono fiduciosa perché la Juventus di quest'anno ha un non so che di speciale. In fondo c'è molta gente –anche all'interno della società- che ritiene questo l'anno giusto. I fisioterapisti, i medici e lo staff di allenatori stanno facendo il possibile per non far arrivare la squadra sotto tono e stanca alla fine della stagione. Eppure i ragazzi sono molto tranquilli, sembra che siano sicuri di cosa andranno a fare domani sera in campo. Spero per loro di arrivare in Galles.

<<Char, puoi venire un attimo? Ti devo parlare.>> il mio ragazzo mi prende per mano e mi guida attraverso i tavoli, saliamo al piano di sopra e ci fermiamo davanti alla stanza nella quale fino a qualche tempo fa ci 'amavamo' all'insaputa di tutti. Spinge la maniglia ed insieme entriamo, dentro è proprio come l'ultima volta. I due lettini neri, usati dai fisioterapisti, e un paio di vecchie scrivanie. Abbiamo sempre e solo usato le ultime due. SEMPRE. <<Ti ricordi di quando ti facevo sdraiare qui su?>> di colpo mi solleva da terra prendendomi per il sedere e poggiandomi con forza su una di queste.

<<Non ti ricordavo così prepotente.>> glielo sussurro all'orecchio perché ho paura che qualcuno possa sentirci. Inutile, le sensazioni che provo sono le stesse dello scorso anno. La paura, però è bello perché il senso del pericolo ci fa eccitare ancora di più. <<Hai visto. Oggi mi sono messa la gonna solo per te.>> sentivo che qualcosa sarebbe successa, per questo ho deciso di indossare una gonna lunga facile da maneggiare. Lui, capendo i miei intenti, si posiziona tra le mie gambe e mi sposta la gonna in su.

<<Sei pronta?>>

<<Sono pronta, prontissima.>>


<<DANI...>>

<<ALVES!>> il suo goal è qualcosa di unico e fantastico, batte tutte le reti di quest'anno. Potessi scegliere la migliore, sceglierei proprio questo. E' un goal pesante e bello. Lo Stadium è su di giri, nessuno riesce più a contenere la propria felicità perché a questo punto sappiamo bene che ci siamo qualificati per la Finale. Ancora non riesco a crederci, tantomeno mio padre che continua ad abbracciare me e Deniz ed ogni tanto ci scuote.

Quando l'arbitro si decide a fischiare tre volte è ormai troppo tardi; lo stadio ha cominciato a cantare all'85° minuto 'Ce ne andiamo a Cardiff' ed è impossibile non accorgersene. I ragazzi saltano da una parte all'altra del campo ed anche Buffon –che raramente vediamo sorridere e baciare tutti colore che gli capitano sotto tiro- sta esultando come un pazzo. Lo capisco, ha 39 anni ed arrivare a questo punto a quest'età è una cosa unica.

<<Andiamo dai!>> papà ci prende per mano ed invita nonna a seguirci; ci porta negli spogliatoi dove tutti quanti stanno festeggiando come dei pazzi ed in mezzo ai loro festeggiamenti ci è finita anche la nuova fisioterapista. Ma quella poveretta adesso cosa ha fatto di male?

<<SEE!>> ad un certo punto non sento più il pavimento sotto i piedi e un paio di braccia mi si attorcigliano al bacino. <<CE NE ANDIAMO A CARDIFF!>> scoppio a ridere quando mi arriva alle orecchie la voce di Paulino e sono sempre più convinta del fatto di aver detto di 'si' ad un bambino e non ad un uomo. Ad un tratto mi rimette per terra ed io mi volto nella sua direzione, è davvero tanto carino visto così; che festeggia come se avesse già vinto tutto quello che, in realtà, è ancora da vincere. <<Vorrei farti volare però ho paura di non riprenderti...>> adesso anche lui ride. Sembrano essere tutti quanti sotto l'effetto di qualche droga ed invece non è così.

<<Perfetto. Siccome non voglio morire proprio oggi e non voglio nemmeno che tu ti affatichi troppo, vai a farti massaggiare.>>gli indico con il dito il percorso che va da dove siamo noi al lettino della fisioterapista; penso che si chiami Daniela e che venga dal Sud. E' una ragazza abbastanza tranquilla e secondo me ha anche fatto colpo su qualcuno, ogni tanto vedo che un paio di loro si dedicano a guardare il suo fondoschiena.

<<Higua, allora sei recidivo!>> mi avvicino all'argentino ma rimaniamo distanti da Paulo e Daniela, sembra che il massaggio non duri poi così tanto e quindi subito dopo è il turno del ragazzo vicino a me. Però prima spulcia un po' di profili su Instagram e tra questi c'è quello della famosa ragazza del 'lato B perfetto'. Scorre, scorre e scorre, fino a quando non trova qualcosa che lo incuriosisce.

<<Io non ci credo!>> mi tira con se ed insieme arriviamo davanti al mio ragazzo che fino ad ora si stava gustando un bel massaggio rilassante. <<Guarda! Ti sembra normale?>> mostra a tutti e tre il video che stava vedendo anche lui. Ha una faccia disgustata ma allo stesso tempo continua ad osservare il sedere ponderoso della Salernitana.

<<Vedi che è andata da Barbara D'Urso tempo fa. Non è una novità.>> gli risponde il suo connazionale mentre ancora per pochi istanti si rilassa sotto il tocco di quella ragazza.

<<Grandissima Stronza...>>

<<Higua!>>


E per un'altra volta ancora, nel giro di una settimana, sento il coretto che ormai ai nostri giocatori piace tanto. 'Ce ne andiamo a Cardiff' è diventato il tormentone del momento nel mondo Juve perché tutti crediamo nello squadrone che si è formato quest'anno. E' da tanto tempo che non li vedevo così complici e pieni di felicità; quando li vado a trovare a Vinovo li vedo che dopo gli allenamenti si trattengono un pochino di più per conversare ed anche noi compagne siamo molto amiche. Il clima è molto simile a quello che si trova in una famiglia.

Non posso entrare in campo per festeggiare con la squadra, per questo li aspetto sul pullman insieme a papà, Beppe e Pavel. I primi a salire sono i soliti quattro che si siedono negli ultimi posti -Paulo, Andrea, Dani e Norberto- ed è proprio l'argentino a portare con se la Coppa e subito la porge a me. In teoria non c'entro nulla, non la da direttamente a mio padre perché la fa passare prima dalle mie mani. Che amore!

Lo abbraccio di getto e lui si lascia trasportare da me sul sedile del pullman, lo riempio di baci su tutto il volto e gli ripeto più volte la frase 'Sei il mio campione. Solo mio.'

Chissà come reagirà quando gli darò la notizia.

Ma non glielo dico stasera, forse domenica quando alzeremo lo Scudetto al cielo.


E' leggenda! Sesto scudetto consecutivo, ciò che nessun'altra squadra aveva mai fatto in Italia. L'arbitro fischia la fine della partita contro il Crotone, ed è subito festa. Io sorrido ed intanto canto con tutto lo stadio, siamo tutti quanti su di giri perché tutti aspettavamo questo momento dall'inizio della stagione. Non vedo l'ora di poter scendere insieme a tutte le altre compagne in campo per poter festeggiare con i nostri ragazzi. Ragazzi, che sono appena tornati negli spogliatoi e cominceranno a fare tanto casino anche lì dentro, tanto che domani mattina si sentirà ancor la puzza dello spumante che spruzzeranno dappertutto. Mi dispiace per chi dovrà pulire e lavare, non vorrei essere in loro domani mattina.

<<CE NE ANDIAMO A CARDIFF!>> ormai il tormentone è sempre lo stesso. I nostri giocatori ripetono sempre lo stesso coretto, insieme a loro noi famiglie e tifosi. E tirando le somme alla fine dell'anno, i tifosi sono quelli più importanti perché danno man forte alla squadra ed anche alla società in se per se. E' solo grazie a loro che siamo arrivati a vincere la terza Coppa Italia di fila ed il sesto scudetto consecutivo -per questo entriamo di diritto nella storia perché ora suoni Leggenda.

Mezz'ora dopo sono con Valentina ed Ivana in campo, stiamo aspettando che lo speaker annunci l'entrata di tutti i Campioni d'Italia e dopo anche noi andremo a festeggiare con loro in campo alla fine. Ci posizioniamo al lato della porta d'ingresso sul prato, io e le mie amiche facciamo mettere davanti le ragazze che hanno i bambini piccoli perché certamente andranno a prendere le medaglie con i loro papà. Non vedo l'ora di essere anche io con loro, forse a partire già dall'anno prossimo. Chissà.

<<DYBALA!>> Paulino da il cinque ai tanti bambini che lambiscono i lati del tappeto che porta al palchetto allestito; si gusta la passeggiata trionfale durante la quale i tifosi lo applaudono ed invocano più volte il suo nome. In molti lo hanno indicato come successore di Sivori ed altri grandi calciatori del passato che sono passati della Juventus e non appena mi dicevano qualcosa di simile, chiedevo a papà chi fosse il giocatore in questione e qualche video per vedere come giocava. Di Sivori Paulino ha tanto, ci sono delle giocate molto simili alle sue ed il modo di portare i parastinchi ed i calzini.

Non appena Gigi alza al cielo di Torino la coppa, io corro verso il mio ragazzo che subito mi prende in braccio e mi fa girare in tondo. Alcuni fotografi si avvicinano a noi due e scattando foto a raffica mentre ci baciamo e ci abbracciamo.

<<Amore Mio, ti devo dire una cosa import...>> vengo interrotta da Lemina che mi attira a se. So per certo che per la maggior parte sono ubriachi. Comincia a blaterare delle cose senza senso nel mio orecchio, sotto lo sguardo vigile del mio ragazzo che ci osserva senza dire una parola. <<Mario, mi sembra che sei un tantino brillo. Sta' attento!>> lo lascio andare anche se sono un tantino titubante perché ho paura che non riesca a reggersi in piedi, però c'è qualcun altro che è brillo tanto quanto lui. Paulo riafferra la mia mano e mi tira verso la curva sud, dove i tifosi cominciano ad acclamarci non appena ci avviciniamo a loro.

Glielo dico adesso.

L'atmosfera è bellissima.

<<Paulo, vieni qui. Calmati.>> gli prendo anche l'altra mano mentre restiamo l'uno difronte all'altra. Abbasso la testa e cerco il coraggio di dargli una notizia del genere, oltre alle più belle parole. Però mi devo anche sbrigare perché vedo in lontananza Leo e Claudio avvicinarsi a noi. <<Aspetto un bambino, Paulo. Il nostro bambino.>> spalanca gli occhi e non la smette di fissarmi. E' come se tutto si fosse fermato perché non spicca una parola, ed io ho paura che non abbia preso bene la notizia; ma poi mi fa un sorriso a 32 denti e prendendomi in braccio mi fa girare intorno, proprio come ha fatto qualche minuto fa.

Fino a qualche mese fa non avrei mai creduto possibile una cosa del genere. Se qualcuno un anno fa mi avesse detto che a Luglio mi sposerò con Paulo e che adesso aspetto un figlio da lui, probabilmente gli sarei scoppiata a ridere in faccia. Ma ora so che non sto sognando e che, finalmente, qualcosa nella mia vita sta andando per il verso giusto.

Dopo la delusione di mia madre e le tante cose che mi son state dette attraverso i social, ho il mio momento di felicità insieme all'uomo che amo di più.

<<So che sembra sdolcinato da dire, ma a me non importa. Tu sei il più bel goal che io abbia mai fatto.>> 

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