Suit and Tie [Harry Styles AU...

By SheeranIsMyMan

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Harry Styles. 24 anni. Capo delle Imprese Styles. Milionario fatto da sè. È lo scapolo più desiderabile di Ne... More

Suit and Tie [Harry Styles AU] (Italiano)
PRIMA DI INIZIARE A LEGGERE.
Capitolo 1- Caffè tiepido e tentativi falliti.
Capitolo 2- False identità e paura.
Capitolo 3- Sorrisi compiaciuti e incarichi a sorpresa.
Capitolo 4- Palmi sudati e interviste intense.
Capitolo 5- Commissioni eccentriche e posti rubati.
Capitolo 6- Sguardi intensi e doppi shots.
Capitolo 7- Alta velocità e gestacci.
Capitolo 8- Domande imbarazzanti e piccoli ascensori.
Capitolo 9- Attico moderno ed ordini rigidi.
Capitolo 10- Mattini furvianti e messaggi decisi.
Capitolo 11- Cambio di vestiti ed amici confusi.
Capitolo 12- Notte in discoteca e balli richiesti.
Capitolo 13- Postumi di sbornia e reputazioni dimenticate.
Capitolo 14- Possibile promozione e yogurt rovesciato.
Capitolo 15- Bugie penose ed offerte ingiuste.
Capitolo 16- Cena tranquilla ed inchiostro inaspettato.
Capitolo 17- Cena fredda e perdita di controllo.
Capitolo 18- Vestito rosso e camere rivelate.
Capitolo 19- Dita ansiose e chiamate scherne.
Capitolo 20- Versione femminile e realizzazioni rischiose.
Capitolo 21- Liti mattutine e baci desiderati.
Capitolo 22- Cazzate da uomo d'affari e viaggio non programmato.
Capitolo 23- Valigia piena e lasciarsi andare.
Capitolo 24- Flirt in volo e confidenze.
Capitolo 25- Cotte infantili e sussurri giocosi.
Capitolo 27- Sushi e dopotutto.
Capitolo 28- Ufficio enorme ed esasperazione.
Capitolo 29- Ragazzi Inglesi e andarsene.
Capitolo 30- Film 'cattivi' ed orecchini eleganti.
Capitolo 31- Marciapiedi freddo e due parole.
Capitolo 32- Segretaria sorpresa e scommessa-bowling.
Capitolo 33- Scarpe da poco e palle da bowling.
Capitolo 34- Partita divertente e maniche a posto.
Capitolo 35- Soldi del Monopoly e drammi a domicilio.
Capitolo 36- Pelle sudata e mani ruvide.
Capitolo 37- Soprannome nostalgico e sfioramenti.
Capitolo 38- Evento di beneficienza e scritte sul finestrino.
Capitolo 39- Governanti utili e 'dirty dancing'.
Capitolo 40- Frustrazione e dialogo ubriaco.
Capitolo 41- Vino bianco e piselli congelati.
Capitolo 42- Atti materni e mano dolorante.
Capitolo 43- Spezie rovesciate e linguaggio dimenticato.
Capitolo 44- Schiuma e borsetta carina.
Capitolo 45- Messaggi mancati e cappellini in prestito.
Capitolo 46- Ecosistema completo e vacanze felici.
Capitolo 47- Torre a piani e pensare al futuro.
Capitolo 48- Battito cardiaco e corridoio d'ospedale.
Capitolo 49- Crollo mentale e lunedì mattina.
Capitolo 50- Drink mattutini e neve di stagione.
Capitolo 51- Ginocchia tremolanti e discussioni stanche.
Capitolo 52- Sushi rubato e pile di fogli.
Capitolo 53 - Casa agli Hamptons e casino borbottante
Capitolo 54- Labbra ubriache e bomba blu.
Capitolo 55- Maglione natalizio e il festeggiato.
Epilogo.
Love you!
OCD
.
Instagram.
10M

Capitolo 26- Matrimonio in bianco e balli lussuosi.

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By SheeranIsMyMan

DA CORREGGERE.

[GRAZIE MILLE PER LE 100.000 VISUALIZZAZIONI! CENTOMILA WHOOT WHOOT!!

In caso qualcosa nella traduzione non andasse bene comunicatemelo (senza insultarmi, possibilmente).

GIOCHINO IN FONDO AL CAPITOLO! xx]

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Capitolo 26- Matrimonio in bianco e balli lussuosi.

Sarebbe stato impossibile essere di cattivo umore il giorno di un matrimonio. Questo è ciò che pensai quando anche Harry si svegliò con un sorrisetto contento in volto. Ci fù emozione in tutta la casa con Anne e Gemma che corsero in giro cercando di mettere a posto le ultime cose e riuscendo anche ad arrivare ai loro appuntamenti in tempo.

Dopo una piccola discussione, colazione ed una doccia, fu deciso che mi sarei preparata col resto delle donne, mentre Harry avrebbe passato del tempo con Robin. A mezzogiorno uscimmo di casa coi vestiti scelti portati sulle nostre spalle.

"Norah!" Harry chiamò appena misi piede fuori dalla porta. Mi girai trovandolo con le sopracciglia aggrottate e le mani nelle tasche dei suoi jeans neri stretti. Quei dannati jeans scuri che fecero meraviglie per le sue gambe. Lentamente, mi fece cenno di andare verso di lui ed alzando gli occhi al cielo, obbedii.

"Sì? Non voglio farle aspettare." Dissi, camminando verso di lui. Cercai di rimanere arrabbiata per ciò che disse la sera prima.

Strinse gli occhi nella mia direzione e si poggiò alla porta. "Porta i capelli legati. Mi piacciono raccolti."

"Questo è quello che avevi da dire?" Mormorai, il mio sguardo si fissò sul pavimento. Le mie mani dietro la mia schiena mentre dondolai sulla pianta dei piedi, evitando di guardarlo negli occhi.

"Sì. E stavo per baciarti, a meno che tu non voglia."

Brontolai ed alzai gli occhi, lo vidi guardarmi con un'espressione arrogante in viso, con le sopracciglia alzate. Mormorando un piccolo 'fottiti', alzai le labbra verso le sue ed aspettai. Mi diede un breve bacio e le sue labbra portarono il sapore del tè alla menta che sorseggiò poco prima e solo quello fu abbastanza per farmi sciogliere nel bacio.

Quando si staccò mise un dito sotto al mio mento per mantenere contatto visivo. Potè probabilmente sentire il mio cuore battere all'impazzata al suo semplice tocco, ed il fatto che le mie guance arrossarono non aiutò con l'imbarazzo. "Ci vediamo presto, Norah. Porta i capelli raccolti."

Gli feci la linguaccia e scappai via, salutandolo con la mano. Mi diede un sorrisetto malizioso e chiuse la porta quando salii in macchina con la sua famiglia, e così fu fuori dalla mia vista per la prima volta in 24 ore, e non potei evitare il fatto che già mi mancò.

Ci fermammo velocemente da Starbucks, comprammo da bere e continuammo verso il matrimonio. La cerimonia si sarebbe tenuta in una chiesa tradizionale che loro frequentarono abitualmente. La location fu semplice ad accogliente, ma allo stesso tempo estremamente bella. Fu quasi esattamente ciò che avrei immaginato Anne avrebbe scelto.

Ci fu un camerino nel retro, verso il quale fummo velocemente scortate. Trovammo un uomo armato di un carrello con tutti gli attrezzi per capelli con le gambe incrociate ed un'espressione curiosa in viso, mentre una donna con in mano pennelli vari per il trucco lavorò intorno ad un vanity. [Tavolo con specchio e luci, non conosco la traduzione italiana, sorry.]

"Ah, eccovi," Lei sorrise quando entrammo. "Anne, inizieremo con il tuo trucco. Voi ragazze potete aspettare il vostro turno oppure iniziare con i vostri capelli prima che le damigelle arrivino."

Quattro ore dopo, fummo tutte pronte e cariche alla perfezione. Passammo il tempo mangiando stuzzichini e parlando senza fine di ogni piccolo dettaglio delle nostre vite. Più parlai con la sua famiglia e più imparai cose su Harry Styles.

Imparai che dormì con una luce notturna fino a tredici anni, e che quando ebbe la sua prima ragazza fu talmente spaventato dal baciarla che lei lo lasciò. Imparai che pianse per una settimana dopo la rottura, decidendo che era omosessuale (Jace urlerebbe sentendo questa storia), e poi procedette a fare l'annuncio in chiesa.

Imparai che decise di non essere omosessuale tre giorni dopo quando la sua ragazza gli disse di volere tornare con lui e lui la baciò immediatamente. Imparai che Harry era infinitamente contento e divertente da bambino e che tornò dall'università come un uomo cambiato. Imparai che sapeva cantare. Imparai anche che aveva paura da palcoscenico.

La mia visione di Harry cambiò gradualmente ogni minuto che passai con la sua famiglia. Lo immaginai sempre come un bambino che arrivava in classe e riceveva tutti 10, quando in realtà era troppo spaventato di parlare davanti ad un grande gruppo di persone. Qualcosa cambiò Harry Styles ad un certo punto.

"Oh mio dio, morirai quando vedrai la foto di lui truccato!" Gemma rise, portandomi fuori dai miei pensieri. Il parrucchiere aggrottò le sopracciglia cercando di farle tenere la testa ferma. "Aveva, quanto, 14, 15 anni, Mamma?"

Anne la guardò dalla sedia sulla quale si fece fare le unghie. "16."

"Tanto meglio. Te la farò vedere appena arrivo a casa." Gemma promise.

Ben presto, il mio vestito bordeaux trovò posto sul mio corpo. Augurai buona fortuna ad Anne con un bacio sulla guancia, abbraccia Gemma, poi uscii dove il resto degli ospiti si trovò.

Il miei occhi cercarono tra la folla di visi sconosciuti per trovare quello di Harry, finendo delusa di non trovarlo a spaventare una povera anima. Invece, trovai James in piedi in un angolo con le braccia incrociate sul petto, silenzioso. Fu l'unica persona che riconobbi, quindi andai verso di lui.

"James." Lo accolsi, porgendogli la mano prima di protrarla decidendo che un abbraccio sarebbe stato meglio. Mi diede uno sguardo strano e feci cadere le mie braccia, offrendo di nuovo la mia mano, con un sorriso timido. Ci fu una stretta di mani imbarazzante prima di parlare. "Cosa ci fai qui?"

"Il Sig. Styles mi ha invitato. Sono amico con sua madre."

"Oh, bello." Sorrisi. "Ti va di sederti vicino a me durante la cerimonia?"

La sua solita faccia di pietra da autista/bodyguard/qualsiasi cosa faccia per Harry, mi sorrise ed annuì col capo. "Certo, Norah."

Parlammo del meteo per passare il tempo e poco dopo le porte si aprirono e gli ospiti si affrettarono a prendere posto in chiesa. Trovammo dei posti qualche fila indietro e ci sedettimo io e James, accavallai le gambe ed aspettai che la cerimonia iniziasse.

Infine la musica leggera iniziò a suonare e gente iniziò a percorrere la navata. Una piccola bambina adorabile saltellò, lanciando petali rosa chiaro e canticchiando sottovoce, seguita dalle damigelle, Gemma e poi Anne. E ad accompagnarla per la navata fu Harry.

I miei occhi fecero avanti e indietro tra la bellissima coppia, cercando di decidere chi guarare. Entrambi furono perfetti. Sua madre indossò un abito bianco con le maniche lunghe e i capelli intrecciati indietro. Un grande sorriso sulle sue labbra e potei intuire che era la donna più contenta del mondo in quel momento.

Poi ci fu Harry, il suo bellissimo figlio capo d'imprese, con i suoi soliti capelli ricci messi a posto ed un completo nero con una cravatta sottile (foto a lato). Guardò sua madre con occhi adoranti mentre camminarono, prima di lasciarla all'altare con un bacio sulla guancia e prese posto anche lui.

La cerimonia fu assolutamente meravigliosa, finita con piccole lacrime che scendevano per le guance di Anne durante un bacio dolce. Poi lei e Robin ripercorsero la navata mano nella mano e indiscutibilmente innamorati, e fu così tempo per il ricevimento.

Seguii la folla verso un grande banchetto, decorato elegantemente. Tavoli bianchi con centrotavola floreali circondarono una grande pista da ballo. Ci fu un open-bar ad un'estremità della sala ed un lungo tavolo di stuzzichini dall'altra.

"Norah!" Una voce profonda chiamò. Le mie mani iniziarono a sudare quando mi girai verso Harry che si avvicinò con un sorrisetto, sembrando un dannato modello. "Norah." Ripetè.

"Harry." Sorrisi. Mi prese la mano ed iniziò a portarmi verso il tavolo al centro della sala.

"Andiamo, sei al tavolo con noi."

"Sei sicuro?"

"Sì, certo che lo sono, Norah." Rispose aggrottando le sopracciglia per un secondo. Tornarono normali quando sua sorella ci fece cenno di affrettarci. "Ti è piaciuta la cerimonia?"

"È stata bellissima," Dissi compiaciuta. "Veramente bellissima. Potrei aver pianto un pochino."

Tirò fuori la sedia per me e non molto aggraziatamente mi sedetti, lui seguì prendendo posto alla mia destra, poggiando il braccio sullo schienale della mia sedia e si girò verso di me. "Penso che tu abbia decisamente pianto. Sembri il tipo di persona che piange ai matrimoni." Sorrise.

"Lo sono." Ammisi. "È alquanto imbarazzante."

"Mi crederesti se ti dicessi che anche io sono uno che piange ai matrimoni?"

Lo guardai, non credendogli, e tutto attorno a lui ci fu un'aria di arroganza accompagnata da un sorrisetto sulle labbra. Non credetti all'idea che quel capo d'imprese potesse piangere ai matrimoni, o per qualsiasi altro motivo. "Cazzo, no."

Sorrise e si avvicinò, la mano sul mio schienale ora prese leggermente la base del mio collo e sfiorò le sue labbra sulle mie. Il cuore mi esplose al semplice gesto, non necessario ma apprezzato. "Beh, lo sono."

Presi un respiro lento, riprendendomi. "Davvero?"

"Sì."

"Beh, hai anche detto a tutti che eri gay perchè non riuscivi a baciare la tua ragazza, quindi voglio dire, posso credere anche a questo."

La sua faccia impallidì e si girò verso Gemma, che innocentemente sorseggiò il suo champagne. Alla vista dell'espressione di suo fratello, scoppiò a ridere; metà del suo drink rigettato nel bicchiere.

Cercai di fermare la risata mentre lui la fissò, respirando affannosamente e lanciandole occhiatacce. Lui pizzicò il ponte del suo naso prima di parlare. "Glielo hai raccontato? Cos'altro le hai detto?"

"Scusa." Si lamentò, cercando di non sorridere. "È saltato fuori durante la conversazione. E non saprei, della luce notturna. Ed altre cose imbarazzanti."

"Gemma."

Lei fece spallucce e si girò verso sua madre, che praticamente brillò quando ci raggiunse al tavolo. "Harry è arrabbiato perchè abbiamo raccontato storie imbarazzanti alla sua ragazza."

Mi andò di traverso il drink all'uso di 'sua ragazza', mentre Harry fissò sua sorella senza emozione in volto. Dopo un secondo si riprese ed iniziò a battere leggermente la mano sulla mia schiena, offrendomi un bicchiere di acqua per farmi smettere di tossire fino a morire.

Una volta che smisi e riportai la mia attenzione sulla conversazione realizzai che tutte le persone al nostro tavolo ci fissarono con sguardi strani mentre Harry lanciò a tutti loro delle occhiatacce. Le mie guance si arrossarono tremendamente ed iniziai a balbettare cose incoerenti.

Poi, Harry mi prese la mano, calmandomi all'istante e rise leggermente. "È imbarazzante."

"Scusa, Haz." Gemma rise. "Lei dovrebbe assolutamente sapere cose del genere."

Lui diede una stretta leggera alla mia mano, della quale non compresi il motivo, ed annuì leggermente. "Sì, dovrebbe."

"Ha anche detto che mi farà vedere la foto di te truccato." Mi feci scappare, cercando di ricompormi e di spostare la mia mente dal fatto che non abbia negato l'affermazione della sorella.

Harry fece un grugnito e fece cadere la fronte sul tavolo. "Gemma, mi riprendo la palla di neve."

"Ma posso tenermi la borsa, giusto?"

"Chiarisco. Mi riprendo ogni regalo che ti abbia mai fatto."

Lei si lamentò leggermente, poggiando la sua testa sulla spalla del fratello. "Non lo faresti mai, mi vuoi troppo bene. Ora concentriamoci su questo cibo delizioso che stanno per servirci."

La conversazione si chiuse quando piatti pre serviti furono poggiati di fronte ad ognuno di noi ed iniziammo a mangiare. Anne e Robin parlarono di cosa provarono quando dissero i loro voti l'una all'altro ed altre cose del genere, mentre io infilai un boccone dopo l'altro di pollo al rosmarino in bocca e pensai a quanto patetica io fossi.

Ad un certo punto il ginocchio di Harry si pressò al mio e non si tolse fino a quando la musica iniziò per il primo ballo. Si alzò, offrì la mano alla sua bellissima madre e la portò in pista. Robin guardò con occhi lucidi mentre madre e figlio danzarono con grazia sulla pista.

Presto, il novello marito educatamente chiese di prendere il posto di Harry, il quale, stringendogli la mano, acconsentì. Si girò con un sorriso e cercò tra la folla. Mi immobilizzai quando i suoi occhi caddero su di me, ed indietreggiai mentre lui si avvicinò con un sorrisetto.

"No, no, no, no, no." Protestai, muovendo le mani. "Non balleremo di fronte a tutte queste persone."

"Norah, non hai scelta." Mi riscordò mentre la sua mano cadde attorno alla mia vita. "Ora vieni. Puoi stare sui miei piedi."

Con un sospiro riluttante seguii Harry in pista dove Anne e Robin finirono il loro ballo. Gemma fu accompagnata da un giovane uomo che non riconobbi ed un'altra musica iniziò a suonare, ed io realizzai che non ebbi alcuna idea di come ballare propriamente.

"Sali sui miei piedi." Harry mormorò, come se potesse leggermi nel pensiero, prendendo una delle mie mani nella sua e poggiando l'altra sul mio fianco. "Sarà più facile."

"Rovinerò le tue scarpe."

"Posso comprarne un altro paio."

Guardai in basso concentrata mentre poggiai le punte dei miei piedi sulle sue scarpe enormi. Scarpe eleganti il cui valore probabilmente fu maggiore di quello del mio appartamento. Inciampai leggermente ma le sue mani mi presero subito ed iniziammo a muoverci con grazia sulla pista.

Poggiai la mia testa sulla sua spalla. "Dove hai imparato a ballare?" Chiesi dolcemente.

"È un segreto."

"Dimmelo." Mi lamentai, alzando la testa per guardarlo negli occhi. Passò la lingua sul suo labbro inferiore e poggiò la sua fronte contro la mia.

"Era un ordine?" Disse sottovoce. Il tono della sua voce mi causò di perdere la concentrazione e i miei piedi scivolarono dai suoi. Lui aggrottò le sopracciglia e mi prese, portandomi contro il suo petto e continuò a muoversi. "Sei molto maldestra, Norah."

"Lo sò." Mormorai, mettendo la testa nella curva del suo collo. Entrambe le sue mani ora sulla mia vita e le mie attorno al suo collo. "E tu sei molto teso, Styles."

"Lo sò."

Alzai la testa sorpresa e lo trovai a fissarmi con un sorriso affettuoso in viso. "Nessuna risposta cattiva?"

"Non posso essere cattivo oggi, Norah. È il matrimonio di mia madre. Ora andiamo a bere qualcosa." Detto ciò mi portò fuori dalla pista, mano nella mano, camminai stupidamente dietro di lui, con certamente un sorriso contento sulle mie labbra.

All'open-bar, con sorpresa, ordinò due shots e due bicchieri di champagne. Si girò trovandomi a fissarlo con uno sguardo sospettoso, un sopracciglio alzato e le braccia incrociate sul mio petto. "Cosa?"

"Quanto pensi di volerti ubriacare?"

Scoppiò a ridere e mi passò uno shot con un sorrisone. "Molto, Norah. Molto. Sto accettando il tuo consiglio di rilassarmi."

"Sei ancora arrabbiato con me?"

Il suo sorriso scomparve. "Davvero? Vuoi parlarne? Oppure, potremmo chiudere il discorso, bere questi shots insieme ed andare a ballare. O meglio, io ballo e tu stai sui miei piedi. Penso di averti perdonata comunque, per il fatto che ti sei raccolta i capelli come ti ho detto."

Presi lo shot dalle sue mani e lo bevvi. Lui scosse la testa e bevve il suo shot, poi ci spostammo di nuovo in pista con bicchieri di champagne in mano. Ogni volta che finimmo i drink, Harry andò al bar a prenderne altri due.

Al mio terzo bicchiere iniziai ad inciampare verso Harry durante il ballo. "Penso che smetterò oppure sarò troppo ubriaca."

"Peso piuma." [Non sono sicura che si usi anche in italiano, ma quando si dice 'light weight' in inglese si intende una persona che non sà reggere l'alcool. xx] Stuzzicò, finendo il suo bicchiere. "Sto scherzando. Sono propriamente ubriaco anche io. Ora vieni."

Senza pensarci due volte presi la sua mano offerta. Ci portò oltre i gruppi di persone in pista verso il tavolo a cui cenammo dove trovammo Gemma seduta a parlare con un uomo dai capelli scuri ed un'altra ragazza.

Quando si sedette vicino a sua sorella mi mise facilmente sulle sue gambe ed abbracciò la mia vita. Sospirai contenta ed il suo mento si poggiò sulla mia spalla, il profumo del suo shampoo al cocco arrivò al mio naso. Gli occhi di tutti ci osservarono, aspettando che partecipassimo alla conversazione che interruppimo poco prima.

"Norah ed io siamo ubriachi." Harry annunciò. Mi girai e scherzosamente gli colpii il braccio, facendolo sussultare giocosamente e mi morse leggermente la spalla. Le sue guance si arrossarono a causa dell'alcol e mi guardò, sorridendo maliziosamente e mostrando le sue fossette.

Spostai lo sguardo dal giocoso capo d'imprese e guardai Gemma. "Tuo fratello può parlare per sè. Io non sono così ubriaca."

"Bugiarda." Harry mi mormorò nell'orecchio. "Ti ho detto già che sei una pessima bugiarda."

Cercai di ignorare i brividi che mi passarono per la schiena alla sensazione del suo respiro sulla pelle del mio collo. "Non lo sono."

Si alzò senza preavviso e l'unica cosa che mi evitò di cadere furono le sue mani sulla mia vita. "Scusateci."

Il braccio di Harry si avvolse intorno a me, tenendomi al suo fianco mentre passammo tra la folla di ben vestite ed orribilmente ubriache persone occupate a ballare in pista, bevendo e ridendo. Occhi di donne guardarono da capo a piedi il corpo di Harry. Infastidita mi avvicinai ancora di più a lui.

Mi guardai intorno confusa quando uscimmo da una porta laterale, le mie domande furono risposte quando le sue labbra si pressarono fermamente ed aggressivamente alle mie e le sue mani toccarono qualsiasi punto potessero raggiungere del mio corpo. Camminammo lentamente all'indietro fino a che la mia schiena incontrò il muro.

Lentamente, staccò le labbra dalle mie e le sue mani scivolarono dalle mie spalle fino ad arrivare alle mie dita, dove intrecciò le sue con le mie. "Non hai idea, vero?" Mormorò dolcemente, mettendo la testa nella curva del mio collo.

Gemetti in accordo quando iniziò a succhiare la pelle appena sotto il mio orecchio, il posto dove già lasciò numerosi marchi in passato. "No." Sospirai.

"Ogni uomo lì dentro ti stava fissando." Mormorò. Come se volesse provare il suo punto, morse leggermente la pelle già marcata, causandomi di staccarmi leggermente dalla sua presa. "Fammi finire quello che sto dicendo, Norah."

Senza aspettare una risposta alzò lentamente le sue mani, tenendole sopra la mia testa. Le nostre mani furono palmo contro palmo, quindi le sue tennero le mie pressate contro il muro, lasciandomi completamente sotto il suo controllo.

"Come stavo dicendo." Sussurrò, facendo cadere la sua fronte sulla mia. Il mio respiro divenne affannoso nella sera scura, nel vicolo, con il profumo di Harry tutto intorno a me. "Ti stavano guardando, e tu sei mia. Sei mia, Norah. Non riesco neanche a comprenderlo perchè non ho fatto un cazzo per meritarti, eppure eccoti qui. Anche se ti ho avvertita."

"Non ti ho ascoltato."

Rise leggermente, toccando il mio naso con il suo. "Non lo fai mai, Norah."

E poi mi baciò ancora, ed il bacio fu pieno di desidero ubriaco, bisognoso, passionale che feci di tutto per evitare che le mie ginocchia si sciogliessero. Le mie mani si intrecciarono tra i suoi ricci in supporto ed ancora una volta fu lui a finire l'azione, indietreggiando la testa bruscamente ed aggrottò le sopracciglia guardandomi.

"Qual è il problema?" Disse bruscamente.

Lo guardai confusa. "Hm? Nessuno."

"Qualcosa non va. Dillo."

"Ti arrabbierai."

"Dillo." Disse irritato. Alzai gli occhi al cielo e lascia la mia testa cadere all'indietro contro il muro. Le sue mani sui miei fianchi e con le dita iniziò a disegnare dei piccoli cerchi mentre ripresi fiato. "Norah."

"È solo che.. anche tu sei mio. Penso che anche tu sia mio, e penso che tu sia troppo spaventato per ammetterlo." Mormorai, chiudendo gli occhi aspettando. Quando ci fu un momento di silenzio dopo che smisi di parlare, aprii lentamente un occhio per prendere nota della sua faccia arrabbiata.

Harry Styles mi fissò con un'espressione di pietra, le sue labbra pressate l'una all'altra ed i suoi occhi verdi lanciarono occhiatacce. Fece un passo indietro e passò le dita tra i suoi ricci folti prima di pizzicarsi il labbro inferiore. Poi parlò, con voce rauca, un tono di shock impregnò la sua voce fantasticamente accentata.

"Penso che tu abbia ragione." Disse dolcemente, come se non riuscisse a crederci lui stesso.

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[GIOCHINO:

-Quanti anni avete? Io sono anzianotta lol ne ho 20 xx.]

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