I CAN'T #Wattys2017

By PatryceMartins

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Faith era una semplice studentessa la cui vita viene sconvolta in seguito alla morte dei genitori, entrambi... More

BOOK-TRAILER I CAN'T
I CAN'T
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CAPITOLO 2
CAPITOLO 3
CAPITOLO 4
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CAPITOLO 6
CAPITOLO 7
CAPITOLO 8
CAPITOLO 9
CAPITOLO 10
CAPITOLO 11
CAPITOLO 12
CAPITOLO 13
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CAPITOLO 15
CAPITOLO 16
CAPITOLO 17
CAPITOLO 18
GIOVEDÌ SERA NUOVO CAPITOLO
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CAPITOLO 39
CAPITOLO 40
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Nuovo Book-Trailer
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CAPITOLO 50
CAPITOLO 51
CAPITOLO 52
CAPITOLO 53
CAPITOLO 54

CAPITOLO 45

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By PatryceMartins

CAPITOLO QUARANTACINQUE



Il getto dell'acqua calda sfiora la mia pelle nuda e dolorante in punti che non mi facevano male da un bel po' di tempo, nonostante pratichi molto sport.

Sfioro le labbra pensando a quanto è successo questa notte, Brett ha fatto in modo che per una sera dimenticassi cosa significhi essere Faith, ma a breve dovrò tornare ad esserlo, dovrò ritornare Faith, con un'unica eccezione sarò Faith ma non mi allontanerò da Brett. Con lui provo emozioni, sentimenti che credevo non sarei riuscita a provare mai più ma utilizzerò ogni emozione, ogni sentimento, ogni persona mi possa garantire un avvicinamento a quei mostri di Stewart e Marcus.

E lo so, ormai sono giorni che me lo ripeto, mi pentirò di tutto questo e quando userò Brett mi pentirò anche di quello, però adesso non mi importa di nulla, l'unica cosa che mi interessa è lui al piano di sotto mentre si muove nella mia cucina intento a preparare la colazione.

Dopo essermi lavata e asciugata, lascio i capelli sciolti sulle spalle e indosso un pantalone della tuta nero con una felpa grigia. Mi guardo nello specchio ma penso che sia meglio indossare qualcosa di più carino e sto per calarmi i pantaloni quando una voce alle mie spalle mi fa sobbalzare

-"Sei bellissima anche così" il suo complimento mi fa sorridere e mi volto felice annuendo

-"Grazie" ricambia il mio sorriso ma i suoi occhi sembrano diversi rispetto a mezz'ora fa o sono forse io ad essere paranoica. Lo fisso e quando mi rendo conto che anziché i pantaloni eleganti che aveva prima indossa un jeans blu gli rivolgo uno sguardo interrogativo così le sue labbra si alzano in un sorriso malizioso

-"Avevo portato un cambio in auto" aveva previsto tutto, non che mi dispiaccia cosa sia successo, volevo che succedesse probabilmente quanto lui, però un po' mi da fastidio che lui l'abbia dato per scontato e poi cos'è questa cosa che tutti si portano un cambio di abiti in auto? Decido però di non fargli presente questa mia riflessione dato che dovrei inevitabilmente riportare il discorso Ryan e non ho voglia di rovinare l'atmosfera tranquilla che sembra esserci tra noi.

-"Un po' presuntuoso da parte tua, no?" gli chiedo incrociando le braccia al petto e sorridendo mente lui con la testa mi fa cenno di seguirlo

-"Sono molto fiducioso" risponde mentre scendiamo le scale per raggiungere la cucina

-"E modesto" gli dico affiancandolo mentre ci rechiamo in cucina e con la coda dell'occhio noto alcuni indumenti che ieri nella foga abbiamo lasciato in giro per casa, divento rossa e sorrido.

-"Solo sicuro di me stesso" stiamo entrando in cucina quando mi fermo e mi rendo conto che in realtà non ha preparato nulla, solo due ciotole con latte e cerali, lo guardo e lui sembra in imbarazzo

-"Scusami ma non so fare altro" guardo di nuovo la nostra colazione e poi lui e scatto in una risata sonora, di quelle di pancia, perché infondo il suo voleva essere un gesto carino nonostante sapesse di non saper fare altro. Lo guardo con gli occhi bagnati di lacrime

-"Scusami tu, sul serio, scusami non volevo ridere di te. Però avresti potuto dirmelo ti avrei aiutato a preparare qualcosa anche se latte e cerali è in assoluto la mia colazione preferita. Mi sorride teneramente e mi fa segno di accomodarmi, lo faccio e lui mi imita

-"Volevo fare qualcosa di carino" dice imbarazzato afferrando il cucchiaio, il tono che utilizza è così tenero e diverso a quello a cui sono abituata che mi sporgo sul tavolo e gli stampo un bacio sulla guancia lasciandolo sorpreso con gli occhi che scrutano i miei, per una frazione di secondo sembra quasi smarrito poi mi sorride

-"Grazie, apprezzo il gesto. Sei stato davvero dolce" si schiarisce la gola mentre mette in bocca il cucchiaio colmo di cerali e latte, imito il suo gesto così insieme mangiamo la nostra colazione, sorridendoci, parlandoci e ogni tanto sfiorandoci la mano.

Appena finita la colazione il telefono di Brett squilla, si allontana per rispondere e non riesco a sentire cosa dice, resta al telefono per qualche minuto e l'unica cosa certa che riesco ad udire è –"ci vediamo questa sera", solo perché è ritornato in cucina e nel pronunziare queste parole i suoi occhi incontrano i miei che sono rimasta ferma vicino al lavabo intenta a sciacquare le ciotole che abbiamo utilizzato. Gli sorrido ma i suoi occhi sono quelli di sempre, non più quelli di ieri sera, di stanotte, di questa mattina. I suoi occhi sono cupi, arrabbiati, seri.

-"Scusami una chiamata di lavoro. Dobbiamo parlare" annuisco mentre asciugo le mani e mi lascio trascinare sul divano, capisco quale sarà l'argomento d'affrontare ancor prima che le nostre bocche si aprano. Stasera Brett deve andare all'edificio, stasera io devo andare all'edificio

-"Non possiamo più rimandare il discorso" esordisce prendendo la mia mano tra le sue –"stasera sarò all'edificio, ci saranno Marcus e Stewart" si ferma per qualche secondo e mi fissa, il solo sentire quei nomi mi suscita istinti omicidi e il respiro mi si spezza, cerco di nascondere il mio stato d'animo e annuisco esortandolo a continuare -"io devo combattere e ho il presentimento che a breve dovrai farlo anche tu"

-"Sicuramente" rispondo sicura di me anche se ho un nodo in gola così stretto che respirare sta diventando davvero difficile. La sua mano stringe un po' di più la mia

-"Quindi sei pronta?" pronta? Io? Vorrei ridere così forte fino a lacrimare, fino a sembrare pazza. No, non sono pronta, non lo sarò mai ma devo esserlo

-"Lo sono. Ho scelto io di entrare all'edificio, ho scelto io di combattere e l'ho già fatto, Brett" le sue mani lasciano le mie per passarsele tra i capelli in un gesto nervoso. Lo guardo, in attesa che dica qualcosa, il nodo stringe così forte che devo portare le mani alla gola per cercare di allentare la pressione che sento.

-"Saresti pronta anche se ti dicessero che dovrai combattere contro me?" domanda senza guardarmi ma fissando il pavimento. Il mio stupido cuore inizia a pulsare così forte che il nodo ora sembra una catena. Il mio cervello urla "hai sempre saputo che potesse succedere", il mio cuore batte ancora più forte cercando di sovrastare il rumore assordante dei miei pensieri. La tranquillità di questa mattina sembra un ricordo lontano, i suoi occhi si fissano nei miei che non hanno smesso di guardarlo nemmeno per un momento.

-"Devo esserlo" mi limito a rispondergli e il suo sguardo sembra lo stesso di prima quando gli ho scoccato un piccolo bacio sulla guancia, sembra smarrito, ma come prima ritorna subito composto.

-"Se me lo propongono non posso tirarmi indietro, se me lo propongono dovrò combattere" pronuncia questa frase con un tono sommesso, i gomiti poggiati sulle ginocchia, il busto sporto in avanti e il capo volto verso me

-"E allora combatteremo, nemmeno io posso tirarmi indietro" ho sempre saputo che sarebbe potuto succedere, soprattutto quando quel sadico, malato e pervertito di Stewart l'ha proposto.

-"Cristo, Faith dovrò darti dei pugni" il suo tono è duro, annuisco.

-"Non mi hanno mai fatto combattere con una donna ma sono piuttosto sicuro che mi faranno combattere contro te perché hanno percepito qualcosa, l'ho notato dal modo in cui ci osservano e diciamoci la verità non è che ci siamo proprio nascosti quando ci siamo visti" sorrido nell'udire la sua ultima frase. E' vero non ci siamo mai preoccupati del fatto che farci vedere insieme potesse creare problemi ma d'altronde Brett è stato dal primo momento il mio biglietto per l'edificio, per Marcus e Stewart, anche se adesso la situazione è più complicata, Brett resta comunque il mio biglietto.

-"E' vero non ci siamo mai preoccupati, non facciamolo adesso. Quando si presenterà il problema vedremo cosa fare. Per ora godiamoci questa giornata e stasera verrò a scommettere sul cavallo vincente" gli faccio l'occhiolino ricordando la nostra prima conversazione

-"Faith, il problema si presenterà prima di quanto pensi. Non possiamo farci vedere insieme all'edificio, non possiamo arrivarci insieme perché sarebbero ancora più affascinati all'idea di una coppia che combatte" la mia bocca sembra il deserto del Sahara, secca e arida, una coppia? Siamo una coppia? Brett ed io?

-"Una coppia" cazzo, l'ho detto a voce alta, in realtà è stato un bisbiglio ma a lui non è sfuggito, infatti i suoi occhi sono puntati nei miei e hanno un luccichio, i suoi occhi sembrano brillare di malizia e sicurezza, la stessa luce che ho visto questa mattina appena sveglio.

-"Una coppia, Faith. Te l'ho detto, sei la mia donna. E dopo ieri sera sono piuttosto sicuro che tu mi piaccia ancora di più" sento il calore arrivarmi alle guance

-"Siamo una coppia" bisbiglio con voce roca mentre lui si avvicina alle mie labbra e la bacia dolcemente facendomi dimenticare per qualche secondo l'edificio e il discorso che stavamo affrontando ma appena si stacca apro gli occhi. La sua mano si posa sulla mia guancia e la sfiora con le nocche. Il suo viso è ancora ad un soffio dal mio

-"Quando si presenterà il problema ne riparleremo, che sia domani, la settimana prossima o tra un mese. Cerchiamo solo di essere prudenti all'edificio e di limitare i nostri incontri in quel posto" mormoro sulle sue labbra e che accennano un sorriso.

Prendo la sua mano e la bacio dolcemente, i suoi occhi seguono i miei movimenti

-"Devi essere prudente in quel posto" annuisco e abbassando il capo perché lui non immagina quanto io sia prudente, mi mette una mano sotto il mento spingendomi a guardarlo

-"Non ti chiederò perché hai deciso di entrare in quel posto, me lo dirai tu quando e se vorrai, però ogni qual volta ti troverai lì dentro devi essere prudente. Non fare cazzate, Faith" mi limito ad annuire perché non è una promessa che posso fargli dato che non sono sicura che la riuscirò a mantenere sempre anche perché la mia prima cazzata è proprio qui davanti a me che mi guarda con occhi cupi come se volesse estrarre dai miei occhi tutte le risposte alle sue domande.

-"Ora però che ne dici di passare il resto della giornata a non fare nulla?" gli chiedo dolcemente e mi tira verso se intrappolandomi tra le sue braccia per baciarmi e così riusciamo a dimenticare ancora per qualche ora i problemi, le vendette, il mondo al di fuori di queste quattro mura e l'edificio.


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