24 Hours [h.s. - italian tran...

By Harryshvg69

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"Neanche nella mia più selvaggia immaginazione ho mai pensato di essere catturata dalla strada di giovedì ser... More

Prologo
capitolo uno
capitolo due
capitolo tre
capitolo quattro
capitolo cinque
capitolo sei
capitolo sette
capitolo otto
capitolo nove
capitolo dieci
capitolo dodici
capitolo tredici
capitoli quattordici
capitolo quindici
capitolo sedici
capitolo diciassette
capitolo diciotto
capitolo diciannove
capitolo venti
capitolo ventuno
capitolo ventidue
capitolo ventitrè
capitolo ventiquattro
capitolo venticinque
capitolo ventisei
capitolo ventisette
capitolo ventotto
capitolo ventinove
capitolo trenta
capitolo trentuno
capitolo trentadue
capitolo trentatrè
capitolo trentaquattro
capitolo trentacinque
capitolo trentasei
capitolo trentasette
capitolo trentotto
capitolo trentanove
capitolo quaranta
capitolo quarantuno
capitolo quarantadue
capitolo quarantatrè
capitolo quarantaquattro
capitolo quarantacinque
capitolo quarantasei
capitolo quarantasette
capitolo quarantotto
capitolo quarantanove
The Blue Rose
capitolo cinquanta
capitolo cinquantuno
capitolo cinquantadue
capitolo cinquantatrè
capitolo cinquantaquattro
capitolo cinquantacinque
capitolo cinquantasei
capitolo cinquantasette
N/A
HIT [h.s. - italian translation]
Piccola News
NUOVA FANFICTION

capitolo undici

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By Harryshvg69

"C'è una scala di ferro accanto alla collina all'altura più ripida che è usata dagli addetti. Penso che l'indizio si trovi lì."

Harry indicò con la mano la parte più alta della montagna russa e poi mi guardò, aspettando una mia reazione. Io semplicemente annuii guardando l'altura. Notai scale strette proprio accanto ad essa con una ringhiera bassa. Ma, anche se dovevamo usare solo scale per andare in cima, ci sarei comunque andata. Non volevo essere lasciata di nuovo sola e avrei preferito di più stare accanto ad Harry.

Rabbrividii quando il ricordo delle mani rudi dei ragazzi che mi toccavano ovunque mi ritornò in mente e dovetti strizzare gli occhi un paio di volte quando le lacrime minacciarono di uscire dai miei occhi. Mi obbligai a fare un paio di respiri profondi e mi avvolsi la giacca nera di Harry più stretta intorno a me. Era calda e profumava un po' di dopobarba e qualche colonia che non potevo definire diversamente come colonia di Harry. Per qualche ragione sembrava confortarmi e non riuscii a contenere un piccolo sorriso quando il ricordo di Harry che me la posava sulle spalle attraversò la mia mente.

Forse c'era qualcosa di buono in Harry dopo tutto.

"Perchè stai sorridendo?" sentii la voce bassa di Harry accanto a me e mi girai per guardarlo.

Lui mi guardava, la fronte pensierosamente aggrottata e gli occhi verdi che brillavano nella penombra del parco giochi. I suoi capelli scuri fluttuavano nel vento e, nonostante avesse provato a spingerli indietro un paio di volte, un paio di ciocche riuscivano costantemente a cadergli sulla fronte. Era abbastanza divertente guardarlo mentre provava disperatamente a tenere fermi i capelli, nonostante potesse mettersi semplicemente il cappuccio in testa.

Non realizzai neanche che mi fossi distratta per guardarlo, sorridendo come una stupida, prima che sollevasse le sopracciglia interrogativo.

"Seriamente, il tuo sorriso mi sta spaventando. Cosa c'è di così divertente?" chiese e io fui abbastanza sicura di vedere l'angolo della sua bocca contrarsi un po'.

Arrossii e spostai velocemente lo sguardo dai suoi occhi curiosi.

"Niente. Andiamo a cercare quell'indizio," lo superai troppo imbarazzata per guardarlo negli occhi. Lo sentii ridacchiare leggermente mentre iniziava a camminare dietro di me dall'area di attesa al luogo in cui iniziava la montagna russa. Affrettai il passo, ma mi raggiunse facilemente con le sue lunghe gambe.

"Andiamo. Dimmi." mi pregò mentre iniziava a camminare accanto a me.

"No," resistetti, provando a evitare il suo sguardo. Dal tono della sua voce potevo supporre che stesse provando a non ridere, nonostante non lo stessi guardando.

"Per favore, topolina. Dimmelo." Lo sentii dire di nuovo. Non riuscivo a crederci che non si fosse dimenticato quello stupido soprannome, nonostante mi avesse detto precedentemente che non mi avrebbe promesso di non usarlo. Non stava scherzando.

"Solo dimenticatene, Harold." risposi mentre scavalcavo una staccionata di legno, che era tra l'area di attesa e la montagna russa. Mi guardai intorno e notai le scale di ferro più avanti. Sentii un pesante tonfo dietro di me, ma non mi girai sapendo che era semplicemente Harry che aveva scavalcato la staccionata dopo di me.

"Come sai il mio vero nome?" lo sentii chiedere all'improvviso.

"Non... aspetta, il tuo vero nome è Harold?" alla fine mi girai per guardare Harry, che si era fermato dietro di me per sistemarsi i capelli ricci castani. Per qualche ragione la sua espressione era un po' imbarazzata. L'avevo chiamato Harold solo per scherzo, per vendicarmi del fatto che mi chiamasse topolina. Non potevo neanche immaginarmi che sarebbe stato il suo vero nome.

"Non mi è mai piaciuto quel nome e, inoltre, le persone mi hanno sempre chiamato solo Harry." mormorò Harry.

"Lo vedo," annuii sorridendo astutamente. Gli occhi di Harry incontrarono i miei appena realizzò cosa mi fosse passato per la testa.

"Non permer..." iniziò nello stesso momento in cui io dissi:

"Quindi Harold..."

"Non permetterti a chiamarmi così." Harry disse velocemente prima che potessi finire la frase. Sollevò l'indice, guardandomi in modo d'avvertimento, ma notai che a malapena riusciva a trattenere il sorriso.

"Se tu puoi chiamarmi topolina, allora io posso chiamarti Harold." dissi, mettendomi le mani sui fianchi. Harry mi guardò con uno sguardo divertito prima di scuotere la testa.

"È diverso. Ti chiamo topolina perchè... perchè mi ricordi un topo," Harry ridacchiò.

Mi portai le mani al cuore, ansimando drammaticamente e fingendo di essere offesa. Ovviamente quando Harry mi aveva chiamata topolina per la prima volta mi ero davvero offesa, ma ora sembrava meno offensivo.

"Perchè ti ricordo un topo?" non potei fare a meno di chiedere. Lentamente, un sorriso si formò sul volto di Harry facendo formare le fossette e mi trovai completamente affascinata dal suo sorriso. Fortuntamente, mi ripresi velocemente e provai a focalizzarmi sugli occhi verdi di Harry, che per qualche ragione brillavano come diamanti.

Mi chiesi come riuscisse a farlo. Cambiare in una persona completamente diversa in un battito di ciglia. Non che me ne lamentassi. Questo Harry era effettivamente abbastanza carino.

Aspettai la sua risposta alla mia domanda, spostando il peso da un piede all'altro impazientemente. Harry notò la mia impazienza e iniziò a stuzzicarmi allungando le braccia sulla testa ed evitando di rispondere. Quando lo fissai, lui semplicemente ridacchiò.

"Non te lo dico," disse alla fine sorridendo.

"Perchè?" sollevai le sopracciglia.

"Beh, tu non mi hai detto perchè sorridevi, quindi io non ti dirò nulla riguardo a questo," Harry rispose sorridendo. Le sue braccia sfiorarono le mie leggermente quando mi superò, avviandosi alle scale di ferro. Mi girai per guardarlo, provando a non alzare gli occhi al cielo per la sua risposta.

Un basso eco metallico risuonò nelle mie orecchie mentre le scarpe di Harry colpivano gli scalini e, per un momento, rimasi semplicemente ferma a guardare la sua schiena. Poi lo sentii chiamarmi.

"Vieni o no topolina?"

Scossi la testa, sospirando profondamente, prima di iniziare a salire le scale, stringendo la ringhiera fredda con la mano destra e provando a focalizzarmi a guardare in alto verso Harry piuttosto che in basso. Presto, fui proprio dietro di lui e, quando si fermò all'improvviso, il mio viso sbattè contro la sua schiena.

"Ouch, perchè ti sei fermato?" chiesi facendo un passo indietro e sollevando la mano per strofinarmi il naso. Harry si girò verso di me sorridendo, i suoi capelli castano scuro erano in disordine a causa del vento che iniziava ad intensificarsi in alto.

"E se giocassimo a un gioco?" disse guardandomi astutamente.

"Stiamo già giocando ad un gioco se non l'avessi notato," alzai gli occhi al cielo .

"Questò è un gioco diverso," Harry rispose spingendosi i ricci lontano dalla fronte. "Accetti o no?"

"Dipende dal gioco."

"Il primo che arriva in cima può fare una domanda e il perdente deve rispondere onestamente," Harry sorrise, sapendo che non sarei mai stata capace di resistere alla tentazione di ottenere la risposta a una mia qualsiasi domanda.

Poi la verità mi colpì. Le scale di metallo erano molto strette e, poichè Harry era già davanti a me, le mie possibilità di vincere contro di lui erano molto basse.

Beh, imbrogliava.

"Ci sto. Preparati ad essere sconfitto, Harold." sorrisi a mo' di sfida.

"Ha, non ne sarei così sicura, topolina. Vediamo chi vince," sorrise e Harry e mi toccò leggermente la fronte. Quel piccolo gesto mi fece bloccare il respiro in gola e potevo solo sperare che Harry non l'avesse notato. Mi ripresi velocemente e provai a calmare il battito del mio cuore accelerato appena mi avvicinai ad Harry per correre per le scale.

"Devi venire più vicina così stiamo allo stesso livello." disse quando mi fermai a un gradino dal suo.

"Queste scale sono troppo strette," protestai.

"Beh, puoi sempre tirarti indietro se..." Harry sorrise quando notò il mio sguardo. Poi mi misi accanto a lui, reggendomi alla ringhiera e provando a tenermi a distanza da lui, il che era impossibile dopotutto. Riuscii solamente a perdere quasi l'equilibrio, ma Harry velocemente mise la mano sulla mia schiena. Attraverso il tessuno della giacca potei sentire la sua mano calda, che mi fece accelerare il cuore, che già aveva un ritmo rapido.

"Pronta?" lo sentii chiedere a bassa voce e potei sentire il suo respiro caldo sulla guancia. Io annuii solamente non permettendomi a parlare, perchè avevo paura che la mia voce avrebbe iniziato a tremare.

"Uno... due... tre!"

Poi ci furono solo miscugli di risate e spinte, mentre io ed Harry provavamo a correre per le scale. Nel retro della mia mente sapevo che stavamo giocando ad un gioco molto pericoloso, perchè potevamo facilmente cadere e romperci il collo, ma spinsi via tutti i miei pensieri sensibili, ricordandomi le parole di mio padre. "...A volte la paura ci rende anche più forti e ci fa correre i rischi se osiamo affrontarla." Certo, non voleva dire correre su delle scale pericolosamente strette, ma c'eravamo.

In qualche modo riuscii a superare Harry e iniziai ad assaporare la vittoria, ma, poco prima dell'ultimo gradino, sentii le sue mani sui fianchi mentre mi tratteneva, cosicchè la mia schiena colpisse il suo petto. Provai a divincolarmi ridendo, ma Harry mi spinse più vicina a lui, facendomi dimenticare completamente come si respirasse. Poi sentii le sue labbra toccare il mio orecchio quando sussurrò:

"Dovresti già sapere che vinco sempre."

Prima che avessi il tempo di riprendermi, mi aveva già superata e raggiunto una piccola scrivania che era in cima all'altura. Rimasi ferma al mio posto, appoggiata alla ringhiera, provando a riprendere fiato, che non era dovuto per la corsa. Vidi Harry girarsi per guardarmi e gli angoli della sua bocca si sollevarono lentamente in un ghigno. Roteai gli occhi e spostai lo sguardo dal suo arrogante viso. Poi notai una piccola scatola pericolosamente vicina al bordo dietro di lui.

"Stai attento. L'indizio è proprio dietro di te." dissi ad Harry, indicando la scatola verde. Lui si girò e si abbassò per prenderla. Per un momento se la girò in mano, prima di guardarmi di nuovo.

"Carino provare a distrarmi," disse venendomi vicino, i suoi occhi verdi focalizzati direttamente nei miei.

"I-io non stavo provando a distrarti," mentii.

"Sei una pessima bugiarda, Carissa." Harry ora era in piedi di fronte a me e, poichè io ero ancora ad un gradino in meno a lui, sembrava due volte più grande in confronto a me. Ciò mi fece sentire un po' a disagio, quindi mi avvicinai alla scrivania e solo allora notai la vista mozzafiato che c'era in cima alla montagna russa.

Stonebridge si estendeva ovunque intorno a me, immobile e silenziosa. Luci arancioni e gialle brillavano nel buio, facendo un'estrema luce contro lo scuro cielo notturno, che era coperto da nuvole. Vento mite soffiava sul mio volto e faceva fluttuare i miei capelli castani, quindi li spostai dietro le orecchie ammirando ancora la vista. Mai in vita mia avevo immaginato di essere qui e guardare la città dormiente dalla cima della montagna russa.

Sentivo lo sguardo di Harry su di me, quindi mi girai verso di lui.

"Beh, qual è la tua domanda?" sollevai le sopracciglia, sperando che mi avrebbe chiesto qualcosa di casuale invece di chiedere qualcosa riguardo i pensieri che mi attraversavano la testa dopo avermi salvata di nuovo. Improvvisamente, mi sentii nervosa quando realizzai che non avrei potuto mentirgli perchè lo avrebbe notato.

Diamine, avrei dovuto provare a vincere più duramente.

Harry sospirò profondamente, accigliandosi leggermente, mentre pensava qualcosa. Per un momento fece scivolare lo sguardo sulla piccola scatola in mano, prima di riportare gli occhi di nuovo su di me.

"Te lo chiederò un'altra volta, okay?" disse con calma.

"Okay..." annuii un po' confusa. Non riuscivo a capire perchè non volesse chiedermelo ora, ma, dallo sguardo sul suo volto, capii che probabilmente avesse le sue ragioni. La sua espressione mi ricordò quella che aveva avuto dopo che l'ebbi ringraziato per avermi salvata.

"Beh, proviamo a risolvere il prossimo indizio." ruppi il silenzio che minacciava di cadere su di noi. Harry annuì prima di aprire la scatola e prendere il bigliettino. I suoi occhi verdi si mossero leggermente mentre leggeva le parole sul bigliettino, poi me lo porse.

"Questi indizi stanno diventando sempre più difficili da risolvere," disse scuotendo la testa. "Non ho idea di come possa Phileas Fogg* essere relazionato a qualcosa."

"Phileas... aspetta," mi accigliai pensierosamente alla menzione del protagonista di uno dei miei libri preferiti. Spostai lo sguardo da Harry per leggere l'indizio e, immediatamente, quando lessi le parole, capii cosa volesse dire Harry. C'erano solo tre romanzi classici di Jules Verne scritti sul bigliettino.

"Cinque settimane in pallone, il giro del mondo in ottanta giorni, il padrone del mondo"

*Phileas Fogg: per chi non lo sapesse è il protagonista del romanzo "il giro del mondo in ottanta giorni" di Jules Verne.

Corretto

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