Suit and Tie [Harry Styles AU...

By SheeranIsMyMan

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Harry Styles. 24 anni. Capo delle Imprese Styles. Milionario fatto da sè. È lo scapolo più desiderabile di Ne... More

Suit and Tie [Harry Styles AU] (Italiano)
PRIMA DI INIZIARE A LEGGERE.
Capitolo 1- Caffè tiepido e tentativi falliti.
Capitolo 2- False identità e paura.
Capitolo 3- Sorrisi compiaciuti e incarichi a sorpresa.
Capitolo 4- Palmi sudati e interviste intense.
Capitolo 5- Commissioni eccentriche e posti rubati.
Capitolo 6- Sguardi intensi e doppi shots.
Capitolo 7- Alta velocità e gestacci.
Capitolo 8- Domande imbarazzanti e piccoli ascensori.
Capitolo 9- Attico moderno ed ordini rigidi.
Capitolo 10- Mattini furvianti e messaggi decisi.
Capitolo 11- Cambio di vestiti ed amici confusi.
Capitolo 12- Notte in discoteca e balli richiesti.
Capitolo 13- Postumi di sbornia e reputazioni dimenticate.
Capitolo 14- Possibile promozione e yogurt rovesciato.
Capitolo 15- Bugie penose ed offerte ingiuste.
Capitolo 16- Cena tranquilla ed inchiostro inaspettato.
Capitolo 17- Cena fredda e perdita di controllo.
Capitolo 18- Vestito rosso e camere rivelate.
Capitolo 19- Dita ansiose e chiamate scherne.
Capitolo 20- Versione femminile e realizzazioni rischiose.
Capitolo 22- Cazzate da uomo d'affari e viaggio non programmato.
Capitolo 23- Valigia piena e lasciarsi andare.
Capitolo 24- Flirt in volo e confidenze.
Capitolo 25- Cotte infantili e sussurri giocosi.
Capitolo 26- Matrimonio in bianco e balli lussuosi.
Capitolo 27- Sushi e dopotutto.
Capitolo 28- Ufficio enorme ed esasperazione.
Capitolo 29- Ragazzi Inglesi e andarsene.
Capitolo 30- Film 'cattivi' ed orecchini eleganti.
Capitolo 31- Marciapiedi freddo e due parole.
Capitolo 32- Segretaria sorpresa e scommessa-bowling.
Capitolo 33- Scarpe da poco e palle da bowling.
Capitolo 34- Partita divertente e maniche a posto.
Capitolo 35- Soldi del Monopoly e drammi a domicilio.
Capitolo 36- Pelle sudata e mani ruvide.
Capitolo 37- Soprannome nostalgico e sfioramenti.
Capitolo 38- Evento di beneficienza e scritte sul finestrino.
Capitolo 39- Governanti utili e 'dirty dancing'.
Capitolo 40- Frustrazione e dialogo ubriaco.
Capitolo 41- Vino bianco e piselli congelati.
Capitolo 42- Atti materni e mano dolorante.
Capitolo 43- Spezie rovesciate e linguaggio dimenticato.
Capitolo 44- Schiuma e borsetta carina.
Capitolo 45- Messaggi mancati e cappellini in prestito.
Capitolo 46- Ecosistema completo e vacanze felici.
Capitolo 47- Torre a piani e pensare al futuro.
Capitolo 48- Battito cardiaco e corridoio d'ospedale.
Capitolo 49- Crollo mentale e lunedì mattina.
Capitolo 50- Drink mattutini e neve di stagione.
Capitolo 51- Ginocchia tremolanti e discussioni stanche.
Capitolo 52- Sushi rubato e pile di fogli.
Capitolo 53 - Casa agli Hamptons e casino borbottante
Capitolo 54- Labbra ubriache e bomba blu.
Capitolo 55- Maglione natalizio e il festeggiato.
Epilogo.
Love you!
OCD
.
Instagram.
10M

Capitolo 21- Liti mattutine e baci desiderati.

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By SheeranIsMyMan

DA CORREGGERE.

[In caso qualcosa nella traduzione non andasse bene comunicatemelo (senza insultarmi, possibilmente) xx]

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Capitolo 21- Liti mattutine e baci desiderati.

Harry mi svegliò passando con ritmo costante le sue mani sul mio addome, il suo respiro caldo incontrò la pelle sulla parte posteriore del mio collo mentre morse la mia spalla. Finsi di essere ancora addormentata per godermi la sensazione delle sue mani solleticarmi e dei suoi anelli freddi pizzicarmi la pelle.

"Sò che sei sveglia, Norah." Disse dolcemente. Diventai tesa sotto il suo tocco e cercai di trattenere le risate.

"Sto ancora dormendo." Mormorai.

"Sei la peggiore bugiarda che abbia mai incontrato. Ora alzati, ci faremo una doccia e poi ti porterò a lavoro."

Si girò nel letto ed il materasso si alzò leggermente quando Harry si alzò, lasciando un posto caldo dove il suo corpo fu precedentemente accoccolato vicino al mio. Scelsi di rannicchiarmi tra le coperte ed inalare ciò che rimase del profumo al cocco del suo shampoo invece di ascoltarlo.

"Norah. Doccia, ora." Disse infastidito.

Mi sedetti frustrata e lo trovai ai piedi del letto, braccia incrociate sul suo petto nudo e boxers di Calvin Klein neri attaccati ai suoi fianchi. I suoi occhi ancora mezzi chiusi dall'essersi appena svegliato e i capelli piatti da un lato della sua testa.

Alzò un sopracciglio. "Stai scegliondo di ignorarmi o sei davvero così concentrata sul mio corpo svestito? Del quale, ti ricordo, ti sto offrendo una completa visuale, per il tuo piacere, nella doccia. Andiamo."

"Sei controllante anche al mattino." Mi lamentai, togliendomi le coperte di dosso. Lui mi fece un cenno con la testa in segno di apprezzo quando mi stirai e lo seguii nel bagno. L'acqua calda uscì dal soffione, facendo appannare il vetro della grande doccia.

Senza darmi un'altra occhiata, si tolse i boxers ed entrò nella doccia. Io, imbarazzata, mi tolsi la sua maglietta e pantaloni ed entrai nella doccia coprendomi il petto intimidita.

Lui aprì le braccia per me, indicandomi di mettermi con lui sotto il getto d'acqua. Il vapore circondò i nostri corpi abbracciati mentre cercai di mantenere il mio battito cardiaco basso in modo che non potesse sentirlo esplodere nel mio petto.

"Perchè sei così tesa?" Chiese piano, lasciando le sue braccia cadere dalle mie spalle. "E non coprirti."

Mi morsi il labbro quando mi girò ed iniziò a massaggiarmi le spalle, le sue mani si mossero stirando i nervi della mia schiena. Anche i suoi massaggi rasentarono la perfezione. Un leggero grugnito di apprezzo scappò dalle mie labbra quando la tensione scivolò via, poi mi ricordai che l'uomo più bello che abbia mai visto fu dietro di me, completamente nudo, nella doccia.

Mi girai ed osservai velocemente il suo corpo, frustrata. Lui alzò le sopracciglia ed io mi morsi il labbro per fermare le parole che stettero per uscire dalla mia bocca. Quando, però, flettè per gioco i muscoli delle braccia, non ce la feci più.

"Sei nudo!" Mi feci scappare. Le mie mani fecero su e giù tra il mio petto e la mia faccia rossa, non sicura di quale parte del mio corpo fossi più imbarazzata. Venne messo fine alla mia indecisione dalle sue mani che catturarono le mie e lui mi pressò al muro freddo della doccia.

Mi prese di sorpresa quando il suo corpo si appoggiò al mio. "Sì, lo sono Norah. E lo sei anche tu." Disse normalmente. Potei sentire il sorrisetto attraverso la sua voce ed aprii gli occhi, trovando la sua faccia a pochi centimetri dalla mia. L'acqua scivolò e gocciolò dal suo naso e dai suoi ricci.

"S-sì, ma tipo, tu sei nudo. E sei- merda, Harry-tipo, sei nudo. E il tuo corpo è, non trovando le parole giuste, decisamente sexy."

Lui rise profondamente e poggiò la sua testa gocciolante nella curva del mio collo. "Smettila di essere così imbarazzante."

"È una delle mie qualità meno attraenti."

Mi portò di nuovo sotto l'acqua, spremendo dello shampoo nelle sue mani mentre parlò. Lo guardai in modo adorante passarmi la bottiglia ed iniziò ad insaponarsi i capelli, i muscoli delle sue braccia si fletterono mentre massaggiò i suoi ricci prima di andare sotto l'acqua calda.

"Hai intenzione di lavarti?" Disse bruscamente quando aprì gli occhi e mi vide timidamente in piedi nell'angolo della grande doccia, insicura su cosa fare. Nervosamente iniziai ad insaponarmi i capelli. Le sue spalle si rilassarono leggermente mentre mi guardò.

"Non c'è bisogno di parlarmi così bruscamente." Mormorai, massaggiando lo shampoo.

"Non prendere tutto sul personale. Lasci che i tuoi sentimenti vengano urtati troppo facilmente."

Sbuffando andai sotto il soffione. "No, è solo che sei uno stronzo."

Lui sospirò profondamente dalla rabbia ed io lasciai i miei occhi chiusi, non volendo incontrare il suo sguardo. Si sciacquò ed uscì dalla doccia nell'arco di minuto, senza dirmi neanche una parola. Finii di lavarmi ed uscii prendendo l'asciugamano rosa che trovai sul lavandino.

Non trovai Harry in camera quando andai a vestirmi, infilando il mio blazer nero e maglietta stampata con degli shorts. Iniziarono a sudarmi le mani mentre mi truccai perchè seppi che sarebbe stato arrabbiato quando lo avrei visto.

Il mattino che iniziò così bene ma cadde velocemente verso il disastro continuò la sua discesa quando mi accorsi di essermi dimenticata le mie lenti a contatto. Riluttante, misi gli occhiali da vista e con un ultimo sguardo allo specchio, uscii dalla stanza. (foto a lato)

Una volta scesa dalle scale, sbirciai dall'angolo verso la cucina. La schiena di Harry fu rivolta nella mia direzione, lui seduto al bancone della cucina, presumibilmente bevendo il suo solito tè mentre Miss Jennifer cucinò. Lui indossò un completo nero che calzava a pennello sulle sue spalle.

"Oh, Norah!" Miss Jennifer disse allegramente. Spostai il mio sguardo da Harry, portandolo sulla donna in piedi davanti ai fornelli con un sorriso. Agitò felicemente la spatola mentre mi spostai dal mio nascondiglio, prendendo posto sullo sgabello di fianco ad Harry.

"Hey, Miss Jennifer." Sorrisi. "Cosa cucini?"

"Solo qualche uovo, bacon e toast. Vuoi del caffè?"

"Sì, lo vuole." Harry si intromise. "Vorrà un caffè ogni mattina, quindi fai sì che sia pronto la prossima volta."

La donna alzò gli occhi al cielo ed accese la macchina del caffè, ne versò una tazza fumante e me la poggiò davanti. Le mie mani la presero immediatamente accogliendo il calore della bevanda.

"Preferisci il tuo bacon morbido o croccante?" Mi chiese dall'altra parte della cucina.

"Croccante, per favore."

Ci fu un lungo silenzio tra me ed Harry mentre lui fu occupato a scrivere qualcosa sul telefono senza darmi neanche un'occhiata. Portai la mia attenzione sulla tazza con la bevanda ancora troppo calda da bere cercando di non guardare nella sua direzione.

Pochi minuti dopo due piatti fumanti furono poggiati di fronte a noi con uova appena fatte, bacon e toast dorati con marmellata. Iniziai immediatamente a mangiare, divorando le uova col bacon il più velocemente possibile, per essere poi libera di lasciare l'appartamento.

La sua forchetta cadde improvvisamente sul suo piatto e mi colse di sorpresa, spostando lo sguardo su di lui. Harry strinse il ponte del suo naso e sospirò profondamente prima di parlare a denti stretti. "Mi stai ignorando adesso?"

"No. Tu non mi hai parlato."

"Non avevo ragione di farlo."

"Bene, allora me ne vado." Dissi bruscamente. Lui si lamentò, prendendo il mio braccio prima che potessi alzarmi.

"Sii un'adulta, Norah. Non scappare dai tuoi problemi."

"Non sto scappando, semplicemente non mi va più di stare qui."

"Beh, non puoi andartene in ogni caso visto che ti devo accompagnare io. Quindi siediti e smettila di essere così difficile."

Sbuffai e mi alzai, assicurandomi di far sfregare la sedia sul pavimento. Harry mi guardò mentre andai a sedermi al tavolo vuoto della cucina. Una volta seduta tirai fuori il mio telefono e cercai di ignorare il suo sguardo pungente.

"Miss Jennifer, potresti darci un minuto?" Disse infastidito. Sentii i passi della donna uscire dalla stanza. Ci fu un momento di silenzio dopo che la porta del corridoio si chiuse, poi Harry camminò e si fermò direttamente dietro di me, poggiando le mani sulle mie spalle.

Si abbassò, finchè il suo naso sfiorò il mio orecchio. "Sei la persona più irritante che abbia mai incontrato." Disse profondamente. Io cercai disperatamente di respirare normalmente. "E amo i tuoi occhiali. Ti fanno sembrare intelligente. E sexy."

"Sei cattivo." Dissi a fatica, cercando di ignorare l'elettricità che le sue parole fecero scorrere nelle mie vene. Le sue mani strinsero le mie spalle prima di lasciare la presa e cadere ai suoi lati. Nonostante la sua rabbia, il contatto tra le sue mani grandi e le mie spalle mi fece sentire protetta. Si sedette nella sedia accanto alla mia ed incrociò le gambe, prima di girarsi verso di me con uno sguardo tranquillo.

"Ne abbiamo già parlato. Non sto cercando di essere cattivo. Voglio solo tutto in ordine."

"Fai sembrare che sia tutta colpa mia."

"Mi hai chiamato uno stronzo. E mi ha fatto arrabbiare. Questa è stata colpa tua."

"Mi hai urlato contro perchè non mi sono lavata i capelli abbastanza velocemente!" Mi lamentai. Feci cadere la mia faccia tra le mie mani, scuotendola incredula. "Forse Claire aveva ragione."

"Claire?" Disse infastidito. Il mio stomaco fece dei giri strani al tono della sua voce. Sbirciai tra le dita e lo vidi passarsi la mano tra i capelli, stringendo i denti. "Di che cazzo stai parlando, Norah?"

"Uh, è venuta nel mio ufficio ieri." Mormorai.

"E non me lo hai detto?"

"Beh, è solo-"

Sbattè la mano sul tavolo, interrompendomi. "Che cosa ti ha detto?"

Alzai le spalle, pensando al giorno prima quando la donna arrivò nel mio ufficio con fare altezzoso, tutta sorrisetti diabolici e manicure perfetta. "Ha solo detto che non dovrei stare con te, cose così."

"Questo è tutto?" Chiese, la sua voce rauca.

"Voglio dire, questo è stato il concetto fondamentale."

Harry si alzò ed iniziò a fare avanti e indietro di fronte a me, braccia dietro la schiena. Le sue gambe gli consentirono di fare solo un paio di passi prima di costringerlo a girarsi e ripercorrere la stessa distanza più volte. Lo guardai ansiosamente, provando a non pensare alla sua bellezza e invece cercando dei difetti nel suo outfit.

Dopo qualche minuto arrivai alla conclusione che lui fu fisicamente perfetto. Fu la parte della personalità a contenere tutti i difetti. Ma anche la personalità presentò delle caratteristiche incredibili.

"Hai finito di fare avanti e indietro?" Chiesi piano. Si fece scappare una risata e mi porse una mano.

"Vieni. Non vorremmo arrivare tardi al lavoro."

Presi la sua mano offerta con uno sguardo confuso e lo seguii fuori dall'appartamento e nell'ascensore. Trovammo James alla macchina, con indosso il suo solito completo nero e il cappello, con una cravatta rossa, facendo girare le chiavi con l'indice.

Smise immediatamente quando vide Harry arrivare verso di lui, la sua mano intrecciata con la mia. James aprì la porta per noi, prendendomi per la vita quando inciampai leggermente. Risi imbarazzata mentre mi aiutò a salire nella macchina per la seconda volta.

"Graz-"

"Ci penso io, James." Harry si intromise, non nascondendo la sua rabbia. L'autista gli diede un sorriso finto ed un leggero cenno con la testa prima di chiudere la porta.

"Ma che diamine?" Dissi irritata.

"Posso prendermi cura di te io, non lui." Harry alzò le spalle. "Non ha motivo di toccarti così."

"Tu sei pazzo." Mormorai. La porta davanti si aprì e James entrò, mettendo in moto l'auto. "Grazie dell'aiuto, James. L'ho davvero apprezzato."

I suoi occhi guardarono Harry dallo specchietto per un secondo. "Uh, di niente Ms. Wilson."

Harry strinse la presa sulla mia mano, man mano che viaggiammo, ed io continuai ad ignorarlo per tutto il tempo. Fu solo quando scesi dall'auto e lui mi seguì che mi girai e gli parlai.

"Cosa stai facendo?" Chiesi quando entrammo nell'edificio. Le mie guance già rosse quando vidi stagisti e altra gente guardare nella nostra direzione, potente Harry ed imbarazzante Norah mano nella mano. Una scenetta probabilmente comica.

"Ti sto accompagnando in ufficio. Cosa sembra che stia facendo?"

"Non devi."

"Voglio, Norah."

Entrammo nell'ascensore con altre persone, ognuna delle quali mi diede uno sguardo confuso oppure si sciolse alla vista di Harry oppure ancora tremò in assoluta paura. Le porte si aprirono e finalmente potei uscire, tornando a respirare normalmente.

Quando arrivammo nel mio ufficio lui si chiuse la porta alle spalle e mi prese la mano, portandomi verso il suo petto. Le sue braccia mi strinsero a sè ed io mi accoccolai con la mia faccia contro il suo collo, respirando il suo delizioso profumo un'ultima volta.

"Queste sono le tue scuse?" Mormorai. Lui rise profondamente e sentii dei baci pressati sui miei capelli.

"No. Non mi scuserò. James ha bisogno di sapere che sei mia, e mia soltanto, e mi prenderò cura io di te."

Mi staccai da lui e mi appoggiai alla mia scrivania. "Pensi davvero che James ti farebbe mai arrabbiare in questo modo di proposito?"

"No, nessuno dei miei impiegati lo farebbe." Disse bruscamente ed imbronciato.

"Hai bisogno di una dannata vacanza, un massaggio e di sbronzarti o qualcosa del genere. Sei incredibilmente teso."

"Non dirmi di cosa ho bisogno. Ceniamo insieme stasera alle sette."

"Ho detto a Jace che sarei stata con lui. E non cambiare discorso."

Harry grugnì prendendosi il ponte del naso tra l'indice ed il pollice. "Un giorno ti scoperò in questo ufficio, lo giuro." Disse, cogliendomi di sorpresa. Alzò lo sguardo con un espressione divertita ed un sorrisetto. "Ma oggi non sarà quel giorno. Jace verrà a cena con noi."

"Gli chiederò se è d'accordo." Sospirai, alzando gli occhi al cielo prima di andare dietro alla mia scrivania e collassare sulla sedia, sedendomi sulle mie gambe ed aprendo il mio portatile. Lui mi guardo con espressione divertita prima di avvicinarsi.

Mi immobilizzai quando si abbassò, le sue intenzioni chiare nei suoi occhi verdi, coperti di malizia. La sua mano mi prese per i capelli, tirando leggermente e portando la mia bocca alla sua. Le nostre labbra si incontrarono per troppo poco tempo prima che mi mordesse il labbro inferiore e si togliesse, lasciandomi senza fiato.

Lasciò il mio ufficio senza un altro sguardo. Mani nelle tasche, spalle dritte e sicuro di sè. Lo guardai andarsene, volendolo vedere di nuovo appena la porta si chiuse. Prima che mi potessi perdere nei miei pensieri la porta si aprì e spuntò la sua testa di ricci.

"Mi sono dimenticato a causa di quanto infuriante tu sia. Mi hai fatto arrabbiare per altre cose che mi sono dimenticato di arrabbiarmi per Claire. Non parlare con lei senza di me, Norah. Ripensandoci, non parlarle proprio. E se ti dovessi mai 'dimenticare' di dirmi che è passata da te, sarò ancora più arrabbiato di quanto non sia ora."

Ci fu una pausa nella quale prese un respiro profondo. Io aprii la bocca per rispondergli, solo per essere poi fermata da un suo cenno con la testa. Pensai che avrebbe ricominciato ad urlare, quando invece i suoi occhi si schiarirono e le sue labbra formarono un sorriso dolce.

"Passa una buona giornata, piccola." Disse divertito. "E ti ho detto quando ti stanno bene quegli occhiali, vero?"

E così si chiuse la porta alle spalle, ed io fui troppo catturata dalla parola 'piccola' uscita dalle sue belle labbra per essere arrabbiata per il fatto che mi abbia dato un altro comando esplicito o per il fatto che mi abbia chiamata fastidiosa. Gli avrei urlato contro più tardi, dopo aver baciato allo sfinimento lui e quelle sue dannate labbra.

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