Cultural Exchange • Larry Sty...

By ehipaola

322K 16.6K 51.7K

La famiglia Styles viene informata per l'imminente ospitalità che deve dare ad un ragazzo francese, Louis Tom... More

1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
See you again

16

16.5K 798 1.3K
By ehipaola

17 Luglio 2014





Quella mattina Louis si svegliò stretto fra le braccia di Harry, cullato dal suo respiro lento e regolare e dal calore della sua pelle, mentre una sua gamba era avvinghiata ai fianchi di Harry. Alzò lo sguardo verso di lui e sorrise perché era tremendamente bello: le sue lunghe ciglia poggiavano lievemente sulle sue gote appena arrossate, dalla sua bocca socchiusa uscivano degli sbuffi e aveva un ciuffo di capelli sulla fronte. Louis portò una mano su questo e lentamente lo portò indietro per godere un altro po' del fascino del suo ragazzo. Se Harry avesse vissuto nel Cinquecento, Michelangelo avrebbe sicuramente preso spunto da lui per rappresentare l'ideale perfetto di bellezza maschile.

Gli carezzò le linee del suo volto, perdendosi nei suoi più piccoli dettagli come quel piccolo neo al centro della fronte o quella leggera peluria attorno alle labbra e sul mento.

Ogni più piccola cosa rendeva Harry bellissimo ai suoi occhi. E, notando le labbra di Harry stendersi in un sorriso, sorrise di riflesso. Bloccò i suoi movimenti, ricevendo in cambio una smorfia "No, ti prego, continua" mormorò Harry con la voce impastata dal sonno. Aveva scoperto che essere accarezzato dalle piccole mani di Louis gli piaceva, differentemente da quello che pensava prima. O forse gli piaceva ricevere carezze solo perché era il suo ragazzo a fargliele -questi pensieri sarebbero rimasti nella sua mente, sì, e non ne avrebbe parlato con nessuno perché lui non era assolutamente un ragazzo da coccole.

Quindi Louis continuò a passare le sue dita sulla pelle di Harry, talvolta giocando con i suoi ricci dietro il collo, e poi gli si avvicinò facendo combaciare i loro nasi. Il più grande allora aprì i suoi occhi e Louis venne colpito da un verde lucido, intenso e luminoso. Si fissarono per minuti, in silenzio, verde dentro azzurro e azzurro dentro verde.

Louis arrossì di botto e abbassò la testa, non riuscendo a sostenere lo sguardo dell'altro. Tolse la mano dal volto di Harry e la portò sotto il cuscino per stare più comodo.

Harry, dal canto suo, trovò quella scena davvero adorabile. Louis era adorabile. Alzò di poco la testa e gli baciò il naso. "Buongiorno" mormorò poi.

"Buongiorno a te" rispose, mordendosi il labbro. "Dormito bene?"

"Benissimo, e tu?"

"Anche. Non mi voglio alzare!" piagnucolò, stringendosi al petto di Harry, perché davvero non voleva alzarsi dal letto, non voleva abbandonare il calore del corpo di Harry, non voleva scendere in cucina per fare colazione, vedere i componenti della famiglia Styles e rendere reale la sua partenza.

"Ma devi!" rise Harry accarezzandogli con i polpastrelli il braccio scoperto. "Per quanto io voglia tenerti qui con me" specificò.

Louis sbuffò e annuì, alzandosi dal letto con ancora addosso la lunga maglietta di Harry. Poi cercò i pantaloncini e li infilò. Il riccio lo imitò e mise una tuta, poi andò verso Louis e lo abbracciò così spontaneamente che lo lasciò di stucco. Ma ad Harry venne spontaneo agire in quel modo perché era come se vedesse per la prima volta quanto piccolo e dolce smbrasse Louis con addosso la sua maglietta, persino smarrito e in cerca di protezione, e gli venne spontaneo avvicinarsi e stringerlo fra le sue braccia, proprio come aveva fatto durante la notte appena trascorsa. Nemmeno questo dovevano per forza saperlo tutti.

Si sorrisero, non servivano parole, e poi uscirono dalla stanza. Scesero in cucina dove trovarono Gemma, Des ed Anne già seduti a tavola. Si voltarono tutti verso i due e sorrisero sotto i baffi, "Buongiorno cari" esclamò Gemma, prima di riempire la bocca con cereali e latte.
Harry e Louis salutarono tutti un po' imbarazzati e presero posto a tavola per poter fare colazione in silenzio, ognuno perso nei propri pensieri.



"Quindi dobbiamo salutarci qui" disse triste Anne, poggiando le sue mani sulle spalle di Louis. Purtroppo non potevano accompagnarli in aeroporto perché la famiglia incaricata adesso era quella di Andy.

"Già!" sospirò Louis e la abbracciò forte chiudendo gli occhi "Grazie per essere stata una seconda madre per me" le sussurrò.

"Lo sai che quando vorrai tornare qui, questa casa sarà aperta per te" gli ricordò e Louis annuì, guardandola negli occhi. Poi andò ad abbracciare Des, ringraziò anche lui per essere stato un secondo padre e gli promise che sarebbe ritornato più esperto sul calcio inglese. Tutti risero e poi Gemma gli si avvicinò. "Ti conosco da pochi giorni, ma mi sembra di conoscerti da una vita" gli scompigliò i capelli. "Sei un ragazzo fantastico, adorabile e dolcissimo. Mi fa piacere averti in famiglia" e gli fece un occhiolino. "Mi dispiace troppo vederti andar via. Vieni qui, fatti abbracciare!" e così fece.

Louis poi si guardò intorno, osservò attentamente i dettagli di quella casa che si sarebbe lasciato alle spalle per chissà quanto tempo e sorrise malinconico. Gli sarebbe mancato tutto.

"Okay, possiamo andare" sospirò pesantemente e poi seguì Harry che gli porse il casco come la prima volta che l'aveva fatto salire in moto con lui. Sorrise al ricordo di quella giornata in cui Harry aveva mostrato un po' della sua generosità nei suoi confronti. Salutò un'ultima volta gli Styles agitando la mano in aria e poi Harry mise in moto, sfrecciando per le strade di Holmes Chapel. Si strinse forte al suo busto agganciando le mani sulla sua pancia e poggiando il mento sulla spalla di Harry per godere di quei pochissimi minuti.

Infatti poco dopo arrivarono in casa Samuels, dove Andy e i suoi genitori stavano aspettando Louis.

"E' tutto pronto!" gli disse Andy riferendosi alla valigia e allo zainetto. Louis sospirò ed annuì, entrando in casa per andare a prendere i suoi bagagli, lasciando i due ragazzi da soli.

"Avresti voluto più tempo"

"Eh?" chiese Harry corrucciando la fronte e non capendo l'amico.

"Avresti voluto più tempo da trascorrere con Louis" chiarì con un sorriso di chi la sapeva lunga. 

"Probabile" rimase sul vago, quando invece avrebbe voluto rispondere che sì, voleva altro tempo da passare con il suo ragazzo, portarlo a Londra, fargli fare un giro sulla London Eye, fargli vedere il Wembley Stadium e scattare tante foto con sfondo il Big Ben così da avere un ricordo di loro due che avrebbero rivissuto altre volte, oppure portarlo a Brighton per fare una passeggiata e mangiare del gelato. "Avrei voluto solo non essermi comportato male con lui" aggiunse dopo attimi di silenzio, mentre osservava Louis -vestito con abiti più comodi- trascinare la sua valigia fuori dalla porta di casa, seguito dai genitori di Andy. Non lo dava a vedere, ma Harry sentiva l'ansia crescere sempre di più perché si faceva sempre più vicino il momento di salutare definitivamente Louis. E se all'inizio di quell'avventura non voleva proprio averlo in casa, adesso avrebbe pagato per farlo rimanere. Deglutì.

Il silenzio lì fuori venne interrotto dal rombo del motore di una moto che si fermò proprio davanti casa Samuels. Le teste di Liam e Niall sbucarono fuori dai caschi e col fiatone scesero dalla moto. "Siamo in tempo, vero?" urlò Liam che si avvicinò ai due ragazzi che parlottavano lì fuori.

Nel frattempo il padre di Andy aiutò Louis a posare la valigia e lo zaino nel bagagliaio e poi salì in auto insieme alla moglie, mentre il ragazzo si avvicinava ai due amici.

"Hey ragazzi" li salutò con un sorriso.

"Sono felice di averti conosciuto, Louis" iniziò Liam "e prima o poi verrò a trovarti"

"Ci conto" scoppiarono a ridere "Anche per me è stato un piacere conoscerti!" lo abbracciò e poi Niall si fece avanti.

"Io accompagnerò Liam, anche se la Francia non mi piace poi tanto" blaterò convinto.

"Ti farò ricredere" rispose altrettanto convinto Louis. "Ma siccome a me è piaciuta tanto la tua piscina," continuò, nonostante avesse un brutto ricordo "tornerò e me ne approprierò" 

"Quando vuoi, amico" e con un abbraccio si salutarono.

Poi Louis si avvicinò ad Andy. "Ti ringrazio per essere stato quasi un fratello maggiore per me in questa settimana" sorrise. 

"Quando vorrai casa mia sarà sempre aperta, anche se credo tu abbia già un'altra casa" rispose, guardando Harry e facendo l'occhiolino. 

"Passerò sicuramente dal tuo bar, però, perché quando tornerò sarò maggiorenne e potrai offrirmi tutto l'alcol di questo mondo" rise.

"Con il mio permesso però" chiarì Harry, guardando male sia Andy che Louis. Quest'ultimo annuì divertito e poi si avvicinò al ragazzo più grande tra loro per abbracciarlo e ringraziarlo ancora.

"Io vi lascio soli perché ho un bar da andare ad aprire" e con una pacca sulla spalla salutò i due. "A presto Louis!" mentre Liam e Niall andarono a salutare i genitori di Andy.


"Ed eccoci qui" mormorò Harry col cuore scalpitante. Voleva la macchina del tempo per tornare indietro, oppure avere il potere di allungare il tempo.

"Eccoci qui" ripeté Louis imbarazzato. 

Harry allora allungò la mano verso quella del suo ragazzo, sforandogli le dita ed incastrandole con le sue. "Non sono una persona da frasi romantiche," iniziò, accarezzandogli il dorso della mano "però una cosa voglio dirtela perché credo tu meriti di saperla" Louis allora annuì, rimanendo in ascolto "Sei stato davvero una sorpresa per me, in tutti i sensi. Mi ero imposto di non volerti conoscere, ma avrei fatto davvero un errore e mi sarei pentito perché sei una persona splendida" 

E Louis sorrise per ringraziarlo silenziosamente. "A-Anche tu lo sei, quando non porti quella maschera da ragazzo cattivo" e gli accarezzò la guancia in un rapido sfioramento.

Harry annuì consapevole e continuò il suo discorso. "Queste due settimane però si sono concluse nel migliore dei modi, almeno per me" sorrise e guardò Louis negli occhi sperando di trovarci la sua stessa felicità. E ci riuscì.

"Sono felice di aver conosciuto il vero te e la tua passione" parlò a bassa voce. "Mi dispiace solo andarmene proprio adesso, caro 'Arry!" cercò di scherzare, ma un senso di malinconia lo assalì provocando una smorfia anziché un sorriso.

Harry allora gli si fece più vicino e si disse che doveva dimostrare di più perché aveva capito che Louis volesse dirgli altro, dell'altro che aveva paura ad esternare. Quindi prese un respiro profondo e gli accarezzò una guancia "Ti penserò ogni giorno," ogni volta che avrebbe visto la tazza in cui beveva il tea o il secondo letto in camera sua "e ti prometto che quando tornerai ti porterò a Londra!"

Louis sentì il cuore battere velocemente perché la frase di Harry voleva dire molto di più, sapeva di futuro insieme, sapeva di loro due ancora fidanzati quando Louis sarebbe tornato. E abbassò lo sguardo che puntualmente Harry alzò verso il suo e fece sfiorare le loro labbra.

"Io ti aspetto però da me, eh" sussurrò Louis, prima di sbilanciarsi verso le labbra di Harry e baciarlo e allacciare le sue mani dietro il collo.

Non era un bacio d'addio. Era un arrivederci. Era un 'non mi scorderò di te'.

Probabilmente non si erano detti tutto, anzi quasi sicuramente, ma sperarono che grazie anche alle parole non dette la loro relazione sarebbe andata avanti anche a distanza.

Si salutarono anche loro definitivamente e senza mai più guardarsi intrapresero due strade diverse: Harry verso la sua moto e Louis verso la macchina dei Samuels. Entrambi pensavano che avrebbe fatto male vedere sparire la persona per cui si provano dei sentimenti: fu per questo che Harry indossò il casco e abbassò lo sguardo verso le sue mani quando sentì la macchina accendersi e muoversi, fino a sparire dietro l'angolo. Quindi prese il suo telefono e inviò un messaggio.

"Tutto quello che voglio non è niente di più che sentirti a bussare alla mia porta, di nuovo! x" *




Quando Louis salì sul suo aereo, prese posto rigorosamente accanto al finestrino e prese il suo cellulare per scrivere a sua mamma che in un paio di ore sarebbe arrivato in aeroporto. Poi attivò la modalità aereo, non prima di aver sorriso al messaggio di Harry -al quale inviò un cuore.

Poi agganciò le cinture e si rilassò contro lo schienale, perdendosi nei suoi pensieri quando l'aereo iniziò a decollare.

Quei quindici giorni ad Holmes Chapel avevano insegnato molto a Louis. Aveva fatto cose che prima non poteva nemmeno immaginare di fare. Aveva imparato a stare da solo, gestire i suoi risparmi, ed era riuscito a confrontarsi con diverse culture, aveva capito chi era e cosa voleva. Aveva pianto, riso con le lacrime e sorriso fino a fargli male le guance, aveva avuto anche paura. Ma, cosa più importante, era cresciuto. Tutti i suoi familiari conoscevano la sua passione per la cultura anglosassone ed era sicuro che una volta tornato a casa avrebbe continuato le sue abitudini prese lì ad Holmes Chapel, avrebbe scambiato il francese con l'inglese non riuscendo a farsi capire dai propri familiari... ma alla fine avrebbe potuto dire di aver imparato a parlare un'altra lingua. Aveva conosciuto tante persone, non solo inglesi ma anche dal resto dell'Europa -appena tornato a casa avrebbe dovuto mandare un messaggio a Giulia-, aveva trovato degli amici che erano andati oltre i pregiudizi e si era anche innamorato di una persona che aveva tirato fuori il suo carattere, e questo non era messo di certo in conto. Ma soprattutto aveva trovato una nuova famiglia su cui contare ed una nuova casa in cui stare dove avrebbe sempre trovato delle persone che gli volevano bene.

E mentre pensava a tutto questo e chiudeva gli occhi, l'Inghilterra sotto di lui lo salutava sperando di riaverlo presto con sé.





FINE. 









*: la frase, che ho tradotto in italiano con l'aggiunta di qualche parolina, è della canzone "All I Want" dei Kodaline che ho inserito in qualche capitolo fa.


Okay, io non so proprio da dove cominciare. Spenderò solo due paroline per questa storia che purtroppo o per fortuna è giunta al termine. Chi mi segue dall'inizio sa che questa storia è stata davvero un parto per me, trovavo davvero difficile sviluppare gli eventi nonostante avessi tutto in mente. Poi non so cosa sia cambiato, ma sono riuscita a scrivere capitoli decenti -specialmente gli ultimi tre o quattro- e sono riuscita a concluderla. 

Sicuramente, giunti a questo punto, vi starete chiedendo se posterò un sequel. La mia risposta è: non lo so. Probabilmente scriverò una oneshot che posterò in questa storia stessa, dopo questo capitolo finale. Quindi non eliminate la storia dalla biblioteca!

Vorrei fare alcuni ringraziamenti speciali ad alcune persone che mi hanno spinta, chi consapevolmente chi inconsapevolmente, alla riuscita di questa fanfiction:

- chaals, per le sue audio recensioni che mi hanno resa felice ogni volta che ho postato un capitolo;

- GiuliaSince, perché durante questo percorso mi ha ricordato che avevo una storia da portare avanti;

- me stessa, perché non ho mollato quando volevo e ho portato avanti tutto questo;

- ed infine, ma non per importanza, ringrazio voi che avete aspettato un mese per ogni capitolo e mi scuso ancora per queste lunghe attese (lo so, sono snervanti).

Grazie grazie grazie ♥


All the love, 

Paola

Continue Reading

You'll Also Like

59.5K 2.1K 11
Louis: Liam? Harry: Eh? Louis: Merda ---------------------- Dove Louis accidentalmente scrive a Harry su Facebook QUESTA È SOLTANTO UNA TRADUZIONE. L...
46.7K 2.4K 39
Where... Grace Martinez ha passato la sua intera vita sui campi da tennis. All'inizio non apprezzava molto questo sport, ma essendo una persona eccen...
118K 6.5K 104
quando incontri la persona giusta poi è così difficile lasciarla andare, diventa il tuo punto di riferimento, la tua casa, il tuo tutto.
30.6K 2.3K 51
Pietro e Beatrice hanno sempre avuto un rapporto complicato. Lo avevano quando si erano appena conosciuti e, due anni e mezzo dopo, la situazione non...