Locked Up.

By BieberAlex

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Tutti gli adolescenti hanno una sola cosa in comune: i loro ormoni sono scatenati. Alcuni adolescenti sanno c... More

W-Why are you st-staring at me?
But you two obviously want to jump each other's bones.
Leave me alone!
You like to drive me crazy, huh?
I was screaming your name.
I'm going to help you, I promise.
You drive me wild.
We're locked up, that's what's wrong!
I want you so much.
I'll buy you Red Bull condoms for your birthday, alright?
You must've had a wild dream.
So, you want to play a game?
Did you guys fuck?
I have other games to win than just basketball, remember?
It's ok to be gay.
Damn right, I did.
I'll do anything to make sure Brad's going to hell at his own party.
I-I need a drink.
You still owe me that D, remember?
Who's the piece of shit now, huh?
Let's get the hell out of here.
Who doesn't like High School Musical?
You're such an amazing friend!
You were there, but I let you go.
You feel that?
Let's cool down you a bit, looks like you need it.
You seem fun to party with.
You deserve all of this because you're amazing.
Thank God, you're still here!
If I could've saved you, I would've done it.
She asked me to send you in room 103

Locked Up.

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By BieberAlex

«Lily, smettila di preoccuparti di già! Tutto andrà perfettamente bene. Prenderai una A+, come sempre.» Stephanie mi rassicurò mentre entrambe prendevamo posto in uno dei banchi dello Starbucks. La mie mani erano strette attorno ad un bicchiere caldo del tanto famoso caramello macchiato, per mantenerle calde in una mattina di primavera non davvero fredda.

«Non so, Steph. Sono arrivata a casa alle sei ieri quindi ho avuto solo quattro ore per scrivere il tema. Non ho neppure avuto il tempo di controllarlo per vedere se c’erano errori» dissi alla mia migliore amica, fissando nervosamente il mio bicchiere.

Ero determinata nel prendere ‘A’ quest’anno. Ero all’ultimo anno, quindi tutto iniziava a divenire più difficile. Avevo preso ‘A’ lungo tutta la mia carriera scolastica e non stavo pianificando di rovinare i miei standard elevati quest’anno. Anche se non sembravo una nerd, lo ero. Effettivamente volevo ottenere un buon e ben pagato lavoro in futuro anziché pulire tavoli da McDonald’s.

«Sappiamo entrambe come finirà. Io prenderò una D o meno anche se ci ho impiegato l’intera domenica per scrivere il saggio. Tu, d’altro canto, prenderai una A o di più. È sempre stato così, perché dovrebbe essere differente oggi?» Domandò mentre mordicchiava le sue unghie colorate di rosso.

Scossi semplicemente le spalle, portando il bicchiere alla mia bocca per prendere un piccolo sorso del suo delizioso contenuto. Oh, quando amavo Starbucks. Vengo qui praticamente ogni giorno prima di andare a scuola. Per me, era il miglior modo per iniziare una giornata colma di noiose lezioni e infiniti prendere appunti.

«Oh Dio, non guardare verso l’entrata.» Stephanie bisbigliò, portando velocemente alcune ciocche di capelli dietro il suo orecchio per coprire un lato del suo viso. Le lanciai un’occhiata interrogativa prima che il mio sguardo viaggiasse in direzione delle doppie porte di vetro. Mi pentii della mia azione un secondo dopo quando il mio sguardo si allacciò con quello di Brad, il capitano della squadra di basket della scuola.

Brad era probabilmente il più grande idiota che potete immaginare. Era il tipico atleta delle scuole superiori. Indossava una giacca della squadra e il suo zaino pendeva liberamente dalla sua spalla destra. Portare lo zaino sulla schiena era come commettere un crimine; saresti stato immediatamente considerato un nerd, non importava quale fosse il tuo aspetto.

Era con i suoi amici e una delle più grandi troie della nostra scuola: Brogan Nichols, anche conosciuta come una delle sue scopamiche. Indossava degli short strappati sopra il bacino che mostravano decisamente troppo il suo sedere e un top a bustino.

I suoi tacchi color carne emettevano dei rumori schioccanti mentre camminava verso il bancone per ordinare il suo drink, spingendosi oltre alcuni studenti del terzo anno in fila. Sembrò non importarle quando questi le inviarono sguardi truci e la chiamarono ‘puttana’, quel tanto alto affinché lei potesse sentirlo.

Disprezzavo totalmente Brogan, e così faceva il resto della scuola. I ragazzi erano interessati a lei solo perché le sue gambe erano aperte ventiquattro ore su ventiquattro e la sua migliore amica, Lauren Snyder, voleva essere popolare. Tutti sapevano che Lauren odiava Brogan, fatta eccezione per la stessa Brogan. Non così sorprendente se me lo chiedete, considerando che aveva il cervello di una mosca.

Ora, tornando a Brad. Al momento mi stava fissando con il suo stupido sorrisetto dipinto sulla sua arrogante faccia. Aveva fatto sesso con praticamente ogni ragazza del nostro anno. Una settimana prima, avevo sentito che l’aveva fatto con una del terzo anno nei bagni della scuola durante un’ora buca.

Anche se tutte le ragazze sembravano disponibili ad aprire le loro gambe al suo cospetto, lui era interessato a me, ed era stato così fin dall’inizio dell’ultimo anno. Dovevo sembrargli una sfida; non so cosa gli girava per la mente.

Mi maledii mentalmente mentre lui camminava verso il nostro tavolo. Avrei dovuto ascoltare Stephanie, ma essendo la cocciuta ragazza che ero, avevo fatto l’esatto contrario. Presi disinvoltamente un altro sorso del mio caramello macchiato e riportai il bicchiere sul tavolo proprio quando lui si fermò vicino a me.

«Lily» disse con voce roca, o altrimenti raccapricciante. «Che coincidenza incontrarti qui in questo amorevole giovedì mattina.» Sapevo fosse stata una sua intenzione dare l’impressione di essere un sincero e affascinante ragazzo, ma fallì miseramente. Dall’angolo dell’occhio, vidi Stephanie alzare gli occhi al cielo alle parole di Brad; lo odiava anche lei.

«Non considererei questo incontro come una coincidenza» risposi con modi saggi. «La scuola è ad un solo edificio lontano da qui dopotutto.» Gli indirizzai un sorrisetto decisamente troppo dolce prima di portare ancora il mio bicchiere alla bocca.

Lui non sembrò apprezzare la mia risposta. Il suo ghigno cadde e il suo viso mostrò nientemeno che fastidio. Mi domandavo quanto gli sarebbe voluto per rendersi conto che non ero interessata a lui. Dal momento in cui l’avevo visto la prima volta, ovvero al primo anno, sapevo che lui non fosse niente se non un guaio. Perciò, l’avevo evitato fin da allora.

«Sì, come vuoi.» Mormorò, ovviamente cercando di non ruotare gli occhi. «Ti piace il caffè?» Chiese, cercando di fare conversazione. Che razza di domanda era?

«No, Brad. Lo sto bevendo perché lo trovo disgustoso. Non lo fai mai tu, bere qualcosa che ha lo stesso sapore della pipì?» Sollevai le sopracciglia, portando avanti quell’atto. Questa volta, mi lanciò un’occhiataccia. A quanto pareva, non era in grado di pensare ad una buona risposta perché sospirò sconfitto e fece un passo indietro.

«Suppongo che ti vedrò a scuola.» Disse con un tono di voce basso. Con questo, Brad si voltò e tornò dai suoi patetici amici. Sorprendentemente, erano tutti della squadra di basket. Da notare il mio sarcasmo.

«Beh, è stata una conversazione corta.» Stephanie saltò fuori dopo aver svuotato il suo bicchiere. Facendo una smorfia e annuendo, finii anche io il mio.

«Fortunatamente.» Aggiunsi, anche se le conversazioni fra me e Brad erano sempre in questa maniera. Mi rifiutavo di fare una reale conversazione con lui, qualcosa che dubitavo fosse capace di fare.

Estrassi il mio iPhone bianco dalla tasca per controllare l’ora e notai fossero già le otto e un quarto. Frettolosamente afferrai la mia giacca e fuoriuscii dal bancone. «Andiamo, abbiamo quindici minuti per arrivare a scuola e prendere i nostri libri.»

Stephanie ridacchiò e scosse la testa. «Sei mai stata fuori orario? Perché da quanto ricordo, non sei mai arrivata in ritardo.» Lentamente scivolò fuori dal bancone e indossò la sua giacca come se non fossi di fretta.

«Hai ragione, non lo sono mai stata e voglio che continui ad essere così.» Ammisi, non sentendo il minimo imbarazzo. Gettai il mio bicchiere vuoto in uno dei cestini prima di prendere Stephanie per il braccio e trascinarla fuori dallo Starbucks. Delle parolacce fuoriuscirono dalla sua bocca mentre lo facevo.

Dopo una camminata di cinque minuti, arrivammo finalmente a scuola. I corridoi erano colmi di studenti di tutti gli anni; quelli del primo che correvano l’uno incontro all’altro, tenendosi stretti i loro enormi zaini, gruppi sorridenti di quelli del secondo anno, gruppi di atleti del terzo e troiette dell’ultimo che indossavano dei tacchi assassini e più trucco che faceva vestiti.

Poi c’erano i nerd radunati attorno ad una delle panchine. I loro occhi erano focalizzati sul libro che tenevano nelle loro mani, rileggendo ciò che avevano da imparare per assicurarsi di non dimenticare nulla per il test che avrebbero avuto oggi. Conoscevo quella sensazione; dovevo sapere tutto. Fallire un test non apparteneva ad una delle opzioni.

Io e Stephanie attraversammo la folla per raggiungere i nostri armadietti. Quest’anno, i nostri erano vicini. Frequentavamo solo un paio di lezioni insieme, quindi questi erano sempre il nostro punto d’incontro.

«Oh mo Dio, guarda quanto è sexy Matt oggi!» Strillò Stephanie, strizzando il mio braccio. Matt era il ragazzo per cui aveva una cotta da due anni ormai e lei ancora non aveva avuto il coraggio di parlargli. Stephanie era come una socievole farfalla e aveva molti amici, inclusi ragazzi. Ma quando si trattava di Matt, diventava timida.

Risi e le diedi una gomitata, non prendendomi il disturbo di guardare nella direzione di Matt; per lei era sexy ogni giorno. «Davvero non ti capisco. È solo un normale ragazzo, non una persona che si atteggia come un dio.» Le dissi quando raggiungemmo i nostri armadietti.

Lei lasciò uscire un sospiro e si appoggiò al suo armadietto. Sbloccai il mio armadietto e aprii la mia borsa per inserire i miei libri di matematica. «Non so cosa dirgli. Non posso solo dire ‘hey’, no?»

«Non vedo perché no.» Feci spallucce, guadagnandomi un lamento da parte sua. Mi voltai e le rivolsi un sorriso. «Ti preoccupi decisamente troppo. Matt è un ragazzo carino ed è sempre quello che cerca di fare conversazione. Andresti bene.»

Stephanie aprì il suo armadietto e scosse la testa. «La fai sembrare facile, ma non lo è.»

«Sì che lo è!» La interruppi. «Sei tu che la rendi difficile. Come ho detto, è un normale ragazzo! Di cos’hai paura?» Chiusi l’armadietto e le lanciai un’occhiata interrogativa.

«Che io balbetta e cose così. Mi metterei in ridicolo davanti a lui e i suoi amici e loro mi prenderebbero in giro. Inoltre, non gli piacerei comunque mai. È solo interessato a Julia e non lo posso biasimare. Voglio dire, guardarla. Non è solo carina, è anche intelligente e genuina. È la definizione della perfezione!»

Stephanie sistemò frettolosamente i suoi libri dentro la borsa prima di sbattere il suo armadietto e girarsi per guardarmi ancora. «Non sono niente comparata a lei, non capisci?» Sembrava sul punto di piangere. La avvicinai velocemente per abbracciarla, e lei ricambiò piacevolmente.

«Perché non riesci a vedere che sei una persona meravigliosa? Sei divertente, sei anche intelligente e davvero bella. In più, sei il capo del comitato scolastico.» La incoraggiai.

«Sì, e Julia il capo del club di teatro.» Mormorò contro la mia spalla. Alzai gli occhi e la feci indietreggiare, prendendole le spalle.

«Seriamente, Steph? Devi smetterla. Ogni volta che vedi Matt, fai così. Conosco un mucchio di persone che sarebbero d’accordo con me quando dico che sei una persona fantastica. Sono sicura che a Matt piaceresti. Devi solo andare da lui e parlargli. E essere il capo del club di teatro non è poi questa grande cosa.»

«Nemmeno essere il capo del comitato scolastico.» Tirò su con il naso. «Almeno non sono il capo del comitato sull’astinenza, come il tuo compagno di studio.»

La mia mandibola sembrò raggiungere il pavimento a velocemente tirai uno schiaffo al braccio di Stephanie. «Non è il capo del comitato sull’astinenza. Cavolo, non lo frequenta nemmeno! E poi, non è il mio compagno di studi. Non posso farci nulla se il Sig. Chambers ci ha scelti come partner per quel dannato progetto di matematica.» Mi difesi, guadagnandomi un sorrisetto da parte di Stephanie.

«Oh, andiamo. Sarebbe perfetto per il comitato sull’astinenza. Scommetto che non ha mai nemmeno stretto la mano di una ragazza. Dietro quegli occhiali e quei vestiti strambi, è abbastanza carino.» Ancora, schiaffeggiai il braccio di Stephanie.

«È un tesoro.» Ammisi. «Ma è... non so.»

«Un tesoro sto cavolo. Deve esserci una ragione se un nerd come lui non è un membro del comitato per l’astinenza. È sessualmente frustrato, si procura un orgasmo guardando le tue foto di Facebook dopo ogni lezione, e...»

«Chiudi il becco!» Biascicai, serrandole la bocca con la mano. A volte, Stephanie sapeva essere la peggiore. Sapeva che mi sentivo a disagio a parlare di queste cose. La cosa peggiore era che io fossi molto... visiva. Quindi quando si trattava di argomenti del genere, desideravo non esserlo.

La campanella suonò, interrompendo i miei pensieri. «Merda, uccidimi ora. Ho storia con il Sig. Campbell. In qualche maniera, finisco sempre con l’andare in detenzione.» Stephanie disse.

«Povera te.» Dissi sarcasticamente, dandole un colpetto sulla spalla. Mi lanciò giocosamente un’occhiataccia prima di fare qualche passo indietro.

«Beh, ci vediamo dopo, stronzetta!» Urlò, scuotendo la mano. Scossi il capo e ridacchiai per la sua pazzia.

«Sì, ci vediamo!» La salutai a mia volta prima di voltarmi per camminare nella direzione opposta. La classe del Sig. Chambers era al primo piano, quindi mi avviai verso le scale, facendomi spazio fra diversi studenti.

Improvvisamente, si poté sentire un urlo dall’alto. Alzai il capo per scoprire ciò che stava accadendo. Seguirono altre urla e gli studenti si fecero di lato per fare spazio a qualsiasi cosa stava succedendo. La curiosità ebbe la meglio mentre mi dirigevo in quella direzione. Iniziai a salire le scale, avvicinandomi a ciò che compresi fosse una lotta.

«Stronzate, Bieber!» La voce di Brad echeggiò nei corridoi del primo piano. Nel sentire questo, una sentimento d’inquietudine esplose nel mio stomaco. Non poteva essere niente di buono.

«Permesso.» Mormorai mentre mi spingevo fra la folla che circondava il litigio. Finalmente arrivai davanti e un nodo iniziò a formarsi nella mia gola alla vista di ciò che avevo in fronte a me.

Justin

Riaggiustai gli occhiali ancora una volta prima di portare lo zaino sulla mia spalla, era ora di un nuovo giorno nell’inferno che chiamavo ‘scuola’. Odiavo la scuola con così tanta passione. Non perché fosse noiosa, no. Avrei voluto che questa fosse la ragione per cui la odiavo.

Io, Justin Bieber, ero vittima di bullismo fin dall’inizio del primo anno. Onestamente non ero capace di ricordare un giorno in cuinonlo ero stato. Ero il tipo di persona che tutti chiamano nerd. Studiavo duramente e prendere buoni voti era la mia prima priorità.

Non ero l’unico nerd del mio anno, eppure ero sempre quello con cui se la prendevano. Sospirai e chiusi la porta dietro di me, chiudendola prudentemente a chiave prima di iniziare a camminare verso la scuola. Mia mamma era già uscita per andare a lavorare e mi aveva lasciato un biglietto, dicendo che non sarebbe tornata a casa prima di mezzanotte.

Mia mamma ed io dovevamo lavorare duramente per pagare le bollette del nostro piccolo e vecchio appartamento. Eravamo poveri e dovevamo pagare tutto con i soldi che mia mamma guadagnava lavorando al ristorante locale e quelli che prendevo io lavorando all’autolavaggio.

Potevamo a fatica permetterci altro come i vestiti, scarpe, un auto adeguata o congegni elettronici. A volte, non potevamo nemmeno permetterci abbastanza cibo, quindi eravamo obbligati a prenderlo dalla Banca del Cibo.

I vestiti non erano importanti per me. Non mi interessava di come apparivo anche se qualche attenzione in più da parte delle ragazze non mi avrebbe fatto male. Ma, chi volevo prendere in giro? Non sapevo nemmeno cosa dire alle ragazze ed ero interessato solo all’attenzione di una ragazza; Lily Brooks.

Avevo una cotta per lei da quando gli ormoni adolescenziali mi avevano colpito. Odiavo me stesso per avere una cotta verso di lei, eppure non potevo farci nulla. Era così divertente, dolce e... perfetta. Lily era una ragazza stupenda. Aveva questi scintillanti occhi verdi in cui potevo facilmente perdermi, e non fatemi iniziare a parlare del suo sorriso. Il suo sorriso era il migliore. Ogni volta che sorrideva, sentivo come se dovessi farlo anche io.

Il Sig. Chambers ci aveva messo in coppia per il progetto di matematica, dandomi la perfetta opportunità di conoscerla. Mi sentivo comunque leggermente a disagio attorno a lei. Non sapevo mai cosa dire, mentre lei sembrava sempre sapere come far continuare la conversazione. Era sempre stata gentile con me.

Seppur era una carina, dolce e indubbiamente innocente ragazza, non ero capace di non pensare a lei in altre maniere. Penso di aver immaginato i suoi occhi colmi di desiderio e lussuria almeno un migliaio di volte quest’anno. Non importa come cercassi di ignorare questo tipo di pensieri, sembravano sempre ritornare. Specialmente nei miei sogni, facendomi svegliare tutto sudato e facendomi sentire estremamente frastornato e fuori posto.Dannati ormoni. Non avevo nemmeno mai baciato una ragazza per amor di Dio!

Dovevamo lavorare al nostro progetto nel nostro tempo libero, ciò significava che dovevamo lavorarci dopo scuola in una delle nostre case. Non lo avevamo ancora fatto, ma non potevo semplicemente portarla a casa da me. Sarebbe stata disgustata dal nostro piccolo appartamento, privo di ogni sorta di lusso.

Anche se ogni tanto Lily veniva considerata una nerd, non era mai stata vittima di bullismo grazie alla sua bellezza e alla sua sicurezza in sé stessa. Io, d’altro canto, non sarei potuto sentirmi più a disagio. Indossavo camice abbottonate, jeans e alcune vecchie All Stars. Avevo sempre voluto un paio di Supra, ma non potevo semplicemente permettermele. I miei spessi occhiali peggioravano semplicemente il mio aspetto da nerd.

Dopo venti minuti di camminata, arrivai finalmente a scuola. Estrassi i libri dall’armadietto, facendo attenzione a rimanere inosservato. In qualche modo, Brad e i suoi compagni sapevano sempre dove trovarmi. Li odiavo totalmente. Avevano iniziato ad essere prepotenti verso di me dal primo anno, avevano fatto sì che tutti mi odiassero anche se non avevo mai fatto nulla di sbagliato.

Dopo aver chiuso il mio armadietto il più silenziosamente possibile, passai fra gli studenti che camminavano verso le loro classi; la campanella era già suonata. Cercai di ignorare le voci indistinte che mi chiamavano ‘nerd’, ‘perdente’ e nomi simili. Anche se la gente mi chiamava con nomignoli ogni giorno, non mi ero mai abituato a questo. Le parole ferivano sempre.

Salii le scale per il primo piano dove la classe del Sig. Chambers era localizzata. Quando giunsi al primo piano, un paio di mani improvvisamente mi afferrarono per la spalla sinistra, mandandomi contro il muro. Il dolore si irradiò attraverso la mia spalla mentre la stringevo, mormorando in agonia.

«Guarda chi abbiamo qui!» Una voce constatò sarcasticamente, facendo ridacchiare un gruppo di ragazzi. Sapevo esattamente a chi apparteneva quella voce.Brad.

«Quindi, dove sono i miei compiti?» Domandò.Merda!Ieri, gli avevo promesso che avrei fatto i suoi compiti di matematica ma me ne ero totalmente scordato. Ero troppo impegnato con il mio lavoro all’autolavaggio perciò avevo fatto solo i miei.

La paura ebbe immediatamente la meglio su di me mentre mi voltavo lentamente per guardare nella direzione di Brad; sembrava furioso.

«Uh io, io me ne sono tipo... dimenticato.» Mormorai.

Brad aggrottò le sopracciglia, i suoi occhi inviavano fulmini. «Cos’hai fatto? Te ne sei dimenticato?» Ripeté, la sua voce risuonavafra i corridoi. Con la coda dell’occhio, notai la gente che ci circondava, i loro sguardi fissi che bruciavano nella mia schiena.

«Avevo del lavoro da fare... all’autolavaggio.» Spiegai, sentendomi leggermente imbarazzato.

«Stronzate, Bieber!» Abbaiò, la vena sul suo collo che quasi saltava fuori dalla sua pelle. Trasalii al suo tono duro e mentalmente mi preparai per ciò che stava per venire.

«Mi-Mi dispiace, non...»

«Ora andrò in detenzione e perderò il mio allenamento di basket. Tutto a causa tua, piccolo stronzetto!» Con questo, il pugno di Brad si scontrò con la mia mandibola. I miei occhiali caddero al suolo a causa della forza del colpo. Brad non sprecò tempo prima di pestare con il suo piede destro i miei occhiali, rompendoli in milioni di pezzi.

Immobile, potei individuare la sagoma di una ragazza che riconobbi essere Lily. Alcuni idioti del primo anno, apprezzando chiaramente lo show, bloccavano la mia visuale e iniziarono a ridere di me. Mi stavo francamente guardando in giro in cerca di Lily, pregandola silenziosamente di aiutarmi ad uscire da tutto questo. Brad aveva una cotta per lei ed ero sicuro che l’avrebbe ascoltata.

«Quindi, non hai fatto i miei compiti perché eri troppo occupato a lavare macchine?» Brad lasciò uscire una risata. «Sei patetico, Bieber. Chi cazzo lavora all’autolavaggio? Solo i perdenti. Ma aspetta...» La folla iniziò a ridere insieme a Brad; non aveva nemmeno finito la sua frase.

Feci qualche passo indietro, solo per essere spinto nuovamente avanti dalla gente che mi stava dietro, facendomi inciampare e cadere quasi di faccia. Il mio cuore stava battendo rapidamente nel mio torace mentre la paura aveva ancora la meglio su di me.

«P-Per piacere, mi di-dispiace così tanto!» Farfugliai. Non c’era nessuno ad aiutarmi. Ero indifeso e in momenti come questo, mi sentivo così solo.

Dall’angolo degli occhi, qualcuno che riconobbi come Lily cercò di passare oltre i ragazzi davanti a lei, ma fu inutile. Voleva aiutarmi, ma non poteva.

«Le scuse non serviranno.» Brad fece un sorrisetto prima di voltarsi verso Kevin, uno dei peggiori puttanieri della scuola al di fuori di lui. «Dammi il bicchiere.» Richiese, indicando la mano di Kevin. Con un ghigno, Kevin porse a Brad il bicchiere di Starbucks, facendo spalancare i miei occhi per la paura.

Considerando che ero al suolo, non potei fare nulla se non gattonare indietro e cercare di alzarmi, solo per ricadere sul sedere subito dopo.

«Non pensare che abbia finito con te dopo questo.» Brad sibilò camminando verso di me e ruotando il bicchiere sottosopra al di sopra di me, facendo cadere il contenuto caldo sulla mia testa e sulla mia camicia azzurra abbottonata.

Tutti scoppiarono in una risata, eccetto me; mi veniva da piangere. Gridai, il caffè bollente bruciava sulla mia pelle. Gli studenti che circondavano me e Brad alla fine si voltarono, avviandosi verso la loro prima lezione ormai quasi iniziata. Brad, comunque, iniziò a trascinarmi verso il limite delle scale.

«Lasciami andare!» Pregai, dimenandomi e cercando di liberarmi dalla sua presa; le scale mi spaventavano più che mai. Un nodo iniziò a formarsi nella mia gola al pensiero di essere spinto giù da esse.

«Deficiente!» Urlò Lily, catturando sia l’attenzione di Brad che la mia. Brad si voltò e si fermò, sembrando sorpreso dalla sua comparsa. Mentre gli occhi di Lily non mostravano altro che orrore e rabbia, Kevin aveva uno stupido sorrisetto stampato sulla faccia.

Lily scosse la testa in disapprovazione prima di girarsi, lasciandomi ancora solo. Volevo urlarle dietro, pregarla di aiutarmi, ma mi sarei solo messo ancora più in ridicolo se l’avessi fatto. La sua sagoma divenne sempre più piccola mentre si allontanava e la mia paura mi stava ormai mangiando vivo. Ancora una volta, venni lasciato solo.

Brad mi lasciò andare, guardando le scale. Volevo indietreggiare, ma Kevin era proprio in piedi dietro di me. Il secondo dopo Kevin scattò avanti e mi spinse indietro prima che potessi fare una qualsiasi cosa, facendomi cadere giù dalle scale. L’unica cosa che potei fare fu stringere gli occhi e aspettare il dolore che stava per colpirmi.



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