Il più bel goal||Paulo Dybala

By meristories

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Charlotte Agnelli ha vent'anni ed ha appena terminato gli studi superiori. Suo padre, Andrea Agnelli, nonché... More

Primo Capitolo
Secondo Capitolo
Terzo Capitolo.
Quarto Capitolo.
Quinto Capitolo.
Sesto Capitolo.
Settimo Capitolo
Ottavo Capitolo.
Nono Capitolo.
Decimo Capitolo.
Undicesimo Capitolo.
Tredicesimo Capitolo.
Quattordicesimo Capitolo
Quindicesimo Capitolo.
Sedicesimo Capitolo.
Diciassettesimo Capitolo
Diciottesimo Capitolo
Diciannovesimo Capitolo
Ventesimo Capitolo
Ventunesimo Capitolo.
Ventiduesimo Capitolo
Ventitreesimo Capitolo
Ventiquattresimo Capitolo
Venticinquesimo Capitolo.
Epilogo.
AVVISO!
AVVISO 2!

Dodicesimo Capitolo.

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<<Amore di nonna, come stai? E' da tanto tempo che non ci prendiamo un po' di tempo per noi due...>> nonna Allegra ieri sera mi ha chiamata e abbiamo parlato per un po' di tempo, devo ammettere che le chiacchierate con lei mi mancavano. Per questo ho deciso di venirla a trovare oggi dato che papà mi ha concesso il pomeriggio libero dal lavoro. Gli ho detto da chi sono e subito si è tranquillizzato.

<<Nonna, ci siamo sentite per telefono ieri sera!>> la riprendo, in modo giocoso, entrando in casa. Come di solito mi accoglie con un sorriso a trentadue denti e le braccia allargate pronte a stringermi in uno di quegli abbracci che amo tanto. I suoi vengono persino prima di quelli di Paulo! <<Tu piuttosto come stai! Tutto bene?>>

<<Non pensare di cavartela in questo modo signorina. Dobbiamo affrontare un discorso serio noi due...cosa mi dici del fidanzato? L'hai trovato finalmente?>> la sua domanda mi spiazza ma d'altronde sapevo che se mi aveva chiamata un motivo ben preciso c'era. Ed infatti... Ci mettiamo sedute comode sul divano nel salotto ed io, come di consueto, prendo tra le mani il mio pupazzetto preferito, quello che stropiccio quando mi devo confidare con qualcuno.

<<Cosa ti ha detto papà? Avanti, sputa il rospo...>> le lascio un po' di tempo in modo che capisca quello che le voglio dire. Non c'è molto da intendere alla fine, la mia domanda è molto chiara. Cosa le ha detto mio padre? Continuo a guardarla e le intimo di darmi una risposta più che soddisfacente altrimenti non le racconterò più nulla.

<<E' una cosa che fa ridere, preparati. Ero a casa tua mentre la donna delle pulizie stava lavorando nella tua vecchia camera da letto e sai cos'ha trovato nascosto da qualche parte? Un preservativo. E siccome non penso che tu possa farci niente con questi cosi da sola ho fatto due più due e la risposta è arrivata da sola. Quindi tuo padre non mi ha detto proprio niente.>> assomiglio a questa donna più di quanto io possa mai immaginare, sembra proprio un discorso che farei io a qualcuno. Adesso capisco da chi ho preso la mia meravigliosa parlantina. Sorrido e abbasso la testa; ha proprio ragione, ho bisogno di sfogarmi con qualcuno in questo momento e penso che lei sia l'unica a portami dare dei consigli decenti da ascoltare.

<<La situazione è un po' difficile e moolto lunga. La vuoi sentire dal principio e da metà?>> lei si spalla sul divano con la sua immancabile tazza di tè e mi dice di continuare, o meglio di iniziare, a raccontare. <<Conosci Dybala, l'attaccante che è arrivato dal Palermo l'anno scorso, vero?- mi interrompo un attimo ma poi riprendo. –Diciamo che sin da quando è arrivato a Torino ha cercato di sedurmi in ogni modo. E' stato difficile resistergli per tanto tempo perché un bel ragazzo ma non volevo che succedesse qualcosa tra lui e la sua fidanzata a causa mia.- in un certo senso è stato così, ma solo per pochissimo giorni perché alla fine gli sono caduta ai piedi come qualunque ragazza avrebbe fatto. –Questa cosa è andata avanti per tanto tempo. Fino a quando, quest'estate, non si sono lasciati e lui ha iniziato a provarci sul serio con me e sono arrivata ad un punto in cui mi sono chiesta se avrei potuto costruire qualcosa di vero con lui. Per questo abbiamo parlato ed abbiamo deciso di provare a stare insieme.- faccio un'altra pausa per evitare che le lacrime vengano giù. –Ma è successo che la madre e i fratelli sono venuti a trovarlo una settimana fa ed io ho scoperto che lui non aveva detto niente alla sua famiglia. Mi ha chiesto scusa ma ora non so come comportarmi, che devo fare nonna?>> è la prima volta che piango per un ragazzo, non era mai successo prima d'ora. Nonna lascia la tazza sul tavolino in vetro davanti al divano e mi si avvicina per stringermi in un abbraccio. E' questo ciò di cui ho bisogno in questo momento: affetto da parte di qualcuno che non sia Paulo.

<<Amore mio, non si piange mai per un ragazzo. Non devi mai farlo. Lui ti deve vedere invincibile, ripenserà a quello che ti ha fatto e tornerà in ginocchio da te.>> rialzo la testa e la guardo dritta negli occhi, lei mi stringe la spalle ed insieme ci alziamo. Poi riprende a parlare. <<Sai qual è il modo migliore per far sorridere una donna? Andare in giro per negozi...>> subito sorrido, l'abbraccio e ci prepariamo per uscire. Sono sicura che svuoterò il mio conto in banca.

<<Bene, e con questi abbiamo finito.>> Paolo è la guardia del corpo che io e nonna abbiamo deciso di portarci dietro nel nostro pomeriggio di shopping. Ci ha aiutato a caricare tutte le buste in macchina e a portarle, poi, dentro casa. Lo ringraziamo per il servizio che ci ha fatto e lo mandiamo via, vogliamo passare un altro po' di tempo solo nipote e nonna.

Ora ci toccherà sistemare tutto quanto nel mio armadio, premettendo che non tutto ci entrerà perché io già lo so. Usciamo dalle varie buste tutti gli abiti, le maglie, i jeans e le scarpe che abbiamo comprato e li poggiamo sul mio letto prima di analizzare la cabina armadio e farci spazio al suo interno. Una volta che ci sono riuscita, nonna comincia a passarmeli uno per uno dopo averli allisciati per bene.

<<Bello questo vestito, non l'avevo visto bene. Potresti metterlo al battesimo di Baya.>> mi propone mentre mi passa un abito corto a tema floreale con sfondi bianco. C'è un'apertura dov'è lo spacco tra i due seni e, in corrispondenza, nella parte posteriore. Avevo già visto un abito simile su internet, era stata Cristina a mostrarmelo su un sito prima che partisse per la Spagna. Non pensavo di poterlo trovare per caso in un negozio qui a Torino. <<Beh Amore, adesso devo proprio andare via.>> mi saluta velocemente con un bacio sulla guancia come se dovesse sbrigarsi ad uscire di qui e a lasciarmi sola. La saluto con un abbraccio, quando arriviamo nell'ingresso le apro la porta e lei fugge via.

Così rimango in casa da sola assieme ai miei pensieri che, ovviamente, non fanno altro che girare attorno a Paulo. Perché la nostra storia non può essere semplice*? Perché non possiamo amarci senza che ci siano persone tra di noi? Ma la cosa che più mi preme sapere: perché non possiamo essere sinceri l'uno con l'altro dicendoci tutto quello che ci succede?

Stanca del silenzio che c'è tra di noi decido di mandargli un messaggio. Gli scrivo semplicemente: 'Perché dev'essere tutto così difficile? Perché non ci possiamo dirci solo la verità? Partirai per l'Argentina?' glielo invio senza rimuginarci sopra tante volte, com'è mio solito fare. Scaglio poi il cellulare sulla poltrona pentendomi di ciò che ho fatto. Sono sempre io la fessa che decide di 'perdonare' l'altra persona, è l'ennesima volta che lo faccio con Paulo e ci ricasco ogni volta come una cretina.

Sono proprio stupida, tanto stupida!

Dopo qualche secondo il telefono squilla ma è solo un messaggio. Un messaggio da parte di Paulo. Solo un messaggio. 'La società non mi fa partire, per rispondere alla tua ultima domanda. Per rispondere alle altre possiamo vederci a casa mia, o tua?' ci rifletto un po' su ma rimango ferma sulla mia posizione. Non voglio vederlo in casa, voglio vederlo in un luogo pubblico dove non possiamo cadere in tentazione. 'Vediamoci direttamente al bar, quello accanto a Legami.' Sospiro e cerco di concentrarmi su qualcos'altro, prendo il telecomando dell'impianto stereo e lo collego al mio cellulare. Apro Spotify e faccio partire la mia unica playlist, ci sono tutte le canzoni che più mi piacciono c'è Lady Gaga, Justin Bieber e un sacco di altri artisti.

Vorrei chiamare Cristina mentre mi preparo per uscire in modo da raccontarle un bel po'di cose ma so che sta partendo con Gareth per Cardiff, ci sarà la pausa delle nazionali in questo periodo quindi ne approfitta per passare più tempo con lui e per poter conoscere la sua famiglia. Perciò evito di riprendere il telefono tra le mani e chiamarla, e torno in stanza per prepararmi ad uscire. Prendo dall'armadio un maglioncino metà color carne e metà bianco, un paio di jeans a vita alta con alcuni strappi e un paio di scarpe sempre color carne. Vado in bagno e mi do una sistemata al trucco: ripasso la matita negli occhi e il mascara sulle ciglia ed applico un rossetto rosso scuro sulle labbra. A Paulo questo rossetto piace molto.

Prendo il cappotto e la borsa ed esco di casa, fuori si gela e finalmente posso dire che l'inverno è arrivato. Questa è la mia stagione preferita perché posso indossare i miei amati maglioni e tutti gli abiti che adoro comprare, sono una figlia di papà ma non sono tanto viziata. I soldi non mi interessano molto.

<<Ma sei subito?! Potevi entrare ed aspettarmi dentro!>> Paulo mi ha aspettato per quasi un quarto d'ora fuori dal bar dell'incontro e non appena l'ho visto mi sono incazzata perché sta piovendo e ci sono una decina di gradi, se dovesse ammalarsi per colpa mia mio padre mi ucciderebbe.

<<Non ti preoccupare, sono forte.>> quando mi avvicino a lui mi lascia un bacio sulle guancia e mi abbraccia. Nel bar saluto il proprietario che ci ha riservato un tavolino in quello che penso sia l'angolo più nascosto del locale, nessuno ci può vedere o sentire e potremmo parlare in pace. Ci sediamo l'uno difronte all'altro e ci guardiamo fino a quando lui non decide di prendere la parola. <<Scusa, non pensavo che dopo l'infortunio sarebbero venuti a trovarmi. Non volevo parlarne con loro al telefono ma spiegare la situazione a quattrocchi. Scusa se non te l'ho detto prima ma non sapevo che si sarebbero presentati qui con Antonella...>> lo blocco con un segno della mano quando arriva un cameriere a prendere le ordinazioni. Io prendo una cioccolata calda mentre lui un cappuccino con molta schiuma. Una volta che va via parlo io, non mi sono comportata molto bene nei sui confronti.

<<Anche io c'ho messo del mio e dovevo capirlo da sola. Non volevo fare quella scenata a casa tua e mi dispiace se a tua madre ha dato fastidio...>> questa volta è lui ad interrompermi avvicinando la mia sedia alla sua, mi passa il braccio dietro la schiena e mi abbraccia di nuovo.

<<Abbiamo sbagliato entrambi Char, entrambi abbiamo una colpa.>> mi rincuora sentire queste parole specialmente perché ha ammesso che una parte di colpa è sua e, posso dire con certezza, che quasi mai chiede scusa. <<Adesso però voglio sapere una cosa. Una cosa importantissima. Noi due abbiamo ancora una possibilità?>> vorrei rispondergli di no, che non c'è un'altra possibilità ma la sua faccia da povero cucciolo bastonato mi fa riflettere. Io non voglio mettere un punto alla nostra relazione, non posso farlo perché amo troppo questo ragazzo.

<<No, non ci lasciamo. Sai, ricordo ancora la promessa che mi hai fatto tante di quelle volte...>> gli ricordo e lui si mette a ridere, ha capito di cosa sto parlando e cita le sue stesse parole.

<< 'Non ti lascerò mai.' Ed io mantengo sempre le mie promesse.>> sorrido ad un paio di centimetri di distanza dal suo viso. Abbiamo già bevuto le bevande che avevamo ordinato non appena arrivati perciò lascia i soldi sul tavolino ed usciamo dalla porta sul retro. Paulo fa molte volte così, specialmente quando non vuol essere interrotto o riconosciuto da qualcuno adesso però è diverso perché entrambi ci stiamo nascondendo da tutti. Ora abbiamo bisogno della nostra privacy. <<Dove vuoi andare?>>

<<Dobbiamo tornare a Vinovo per organizzare delle cose, devo prenotare l'hotel per la prossima trasferta e devo iniziare a pensare alla festa di Natale.>> mi paro difronte a lui e gli lascio un bacio sulla guancia, non voglio fargli intendere cose che non sono. Raggiungiamo con calma la sua macchina e, nonostante la pioggia, riusciamo a non inzupparci d'acqua ma ammetto che siamo stati anche fortunati.

<<Io dovrei andare a finire la fisioterapia di oggi...andiamo dai.>> mette in moto e quando il motore 'ruggisce' sfrecciamo via per le strade della città. Vinovo non è tanto distante da qui, ci mettiamo solo una decina di minuti ad arrivare al centro tecnico e fuori ci aspettano alcuni dello staff che ci indicano dove parcheggiare l'auto, poi entrambi ci dividiamo: io torno nel mio ufficio mentre lui si dirige in palestra. Ma prima voglio farlo incazzare quindi gli urlo << Il fisioterapista per te oggi c'è, mi raccomando!>> Paulo si volta di colpo verso di me e mi mima con le labbra un 'Vaffanculo' in argentino.

Mi spavento quando sento un colpo di tosse alle mie spalle, mi giro subito facendomi seria in viso verso mio padre che mi guarda senza lasciar trasparire alcuna emozione.

<<Charlotte tu non dovresti essere in ufficio a lavorare?>> batte il piede sul pavimento insistentemente, ogni volta che fa così mi fa venire il sistema nervoso. Cerco di giustificarmi ma lui torna a parlare prima che io possa dire qualsiasi cosa. <<Lasciamo perdere. Andiamo, oggi lavoriamo insieme.>> il suo tono si addolcisce quasi sull'ultima frase e dopo andiamo via. Il mio studio ha la porta chiusa, come al solito, e quando entriamo tutto è in ordine, prendiamo posto ed accendo il computer. Dallo scaffale dietro di me prendo il fascicolo con i preparativi per la festa e lo poggio sulla scrivania, mio padre lo prende subito in mano e lo inizia a sfogliare forse per controllare che ci siano tutti i documenti necessari per avviare i preparativi.

<<La sala è la solita, sto cercando di capire se la coreografia può cambiare un pochino in modo che sia qualcosa di ancora più grandioso. Mi hai detto che i posti sono, bene o male, sempre gli stessi quindi non si può fare nulla per quelli.>> penso di avergli riferito tutto ciò che voleva sapere, infatti annuisce e alza l'angolo della bocca in segno di apprezzo. Rimaniamo seduti, io però mi concentro sul mio iMac perché sto organizzando una festa che con la società non centra niente. In realtà non dovrei neanche lavorarci su mentre sono qui, ma allo stesso tempo è l'unico posto.

Buonasera! Come va? Avete sentito?! Per altre tre settimane Paulo non potrà scendere in campo. Uff...ma passiamo al capitolo perché altrimenti mi viene il nervoso, l'ho pubblicato appena scritto perché vorrei scrivere un brevissimo capitolo 'PACE ED AMORE' sul compleanno di Paulo che dovrebbe uscire la prossima settimana se riesco a scriverlo in tempo. Ricordatevi di passare sulla storia Instagram e di votare e commentare questo capitolo.

Baci a tutti.

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