Le Lancette Del Tempo

By Danygold84

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Questa é la storia di Ginevra Weasley e Tom Riddle. Qui Ginny apre la Camera a 16 anni, per ragioni stilistic... More

Quando tutto sembra oscurità
Quando ci si rialza
Quando ci si mette a nudo
Quando il passato ritorna
Quando il dubbio stuzzica
Quando il gioco si fa duro...
Quando ci si avvicina, piano piano..
Quando si tocca il fondo...
Quando si racconta il passato...
Quando la passione divora...
Quando non basta...
Quando la solitudine fa compagnia...
Quando si combatte...
Quando l'unione perfetta sono due anime smarrite...
Quando tutto cambia...
Quando si abbraccia la follia...
Quando l'amore bussa alle porte del cuore...
Quando amore e dannazione vanno a braccetto...
Quando le vene sono piene di veleno...
Quando la morte innesca la follia...
Quando la vita fa doni inaspettati...
Quando é amore incondizionato...
Quando si uccide per vivere...
Quando tutto finisce...
Quando una fine é solo un altro inizio

Quando si uniscono le forze...

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By Danygold84

Due settimane erano trascorse dagli eventi in Germania; Ginny godeva di ottima salute finalmente, segno della buona riuscita del controincantesimo, ogni tanto si svegliava nel cuore della notte in preda ad incubi tremendi ma, tutto sommato, le cose procedevano alla grande.

Quegli incubi erano dovuti ovviamente all'omicidio di Rosier; era ancora fresco nella sua memoria il momento esatto in cui aveva sentito il desiderio di ucciderlo, e il conseguente anatema lanciato con la  bacchetta di lui, che stranamente aveva risposto al suo comando senza problemi.

Ricordava vividamente il lampo verde partire dalla punta e abbattersi sul petto di quel mostro di perversione, ricordava con malsano piacere la sensazione di trionfo provata e la magia scorrere impetuosa nelle vene, ma ricordava anche meglio il distinto spezzarsi della sua anima ormai dannata.

Era stato spiacevole, come se qualcuno le tranciasse di netto un organo interno, e il dolore provocato dal distacco era stato sordo, intimo, qualcosa di non facile da spiegare a parole.

Tuttavia Ginny sapeva che era stato indispensabile per guarire dalla maledizione, e a posteriori, meglio morto uno schifoso come Rosier che qualcun altro. Questo le aveva dato l'input giusto per leccarsi le ferite e guardare avanti, nonostante tutto.

A pensarci le faceva uno stranissimo effetto la realtà di essere diventata un'assassina, un misto tra perversa soddisfazione e sottile inquietudine, un sentore di oscurità sempre più profondo e abissale in lei, la certezza di avere il marchio del male dentro, e la concreta convinzione di sapere come conviverci perché in fondo era la sua natura.

E sapere che la morte di quel viscido era stata attribuita ad un regolamento di conti con un suo vecchio nemico, la aveva fatta sorridere di gusto; si era liberata della maledizione ed aveva liberato il mondo da un pervertito senza venire in nessun modo legata all'omicidio, semplice e pulito. Un pensiero sconvolgente.

Insomma, a conti fatti, Ginny capì di essere perduta, e la reazione di Druella alla notizia della morte del genitore le diede un'esaltazione senza precedenti; la ragazza infatti, sembrò perdere totalmente il senno dopo lo choc iniziale, ed al ritorno a scuola dopo i funerali ne diede ampia prova.

Se ne andava in giro scarmigliata e sciatta, lo sguardo iniettato di rosso perso nel vuoto, nemmeno i patetici tentativi di Cygnus Black per farla reagire ebbero successo.

Una sera a cena, il ragazzo la baciò davanti a tutti in Sala Grande, provocando esclamazioni di stupore in ogni angolo e grida concitate fermate solo dal burbero rimprovero di Dippet, salito su una sedia per farsi vedere da tutti data la sua esigua altezza.

Seduti al tavolo in gruppo, Ginny e gli altri avevano assistito alla ridicola scena con risatine e battute pungenti che erano serpeggiate facilmente lungo il tavolo verde-argento, anche se l'uscita migliore l'ebbe Lestrange.

- Tzé. Chi si somiglia si piglia, diceva sempre il mio reverendissimo trisavolo Caius. - aveva esclamato in modo saccente, causando risate sguaiatissime attorno a lui, tanto per il tono usato quanto per il nome del trisavolo.

Comunque la scenata messa in piedi da Black non servì a niente, Druella continuò a vivere tra realtà e pazzia e la cosa continuava ancora dopo due settimane.

Ginny e Tom avevano ipotizzato, nei momenti di noia tremenda in cui non avevano altro da fare, che la bionda avesse sviluppato un senso di morbosa dipendenza dalle attenzioni paterne, anche se contro natura, e che averlo perso all'improvviso le avesse innescato il meccanismo della follia latente in lei.

Comunque fosse, pensavano a ragione che ormai il problema Druella Rosier fosse accantonato; con il padre fuori dai giochi e impossibilitata a portare avanti i suoi scopi, la bionda risultava più innocua di un agnellino indifeso, con gran soddisfazione da parte di entrambi.

Certo, rimanevano alcuni punti oscuri in quella faccenda, ad esempio chi avesse detto alla Rosier della collana, come avesse fatto a prenderla, chi erano tutti i suoi complici, e quali fossero tutte le sue reali ambizioni.

Ma siccome Loraine Turner, l'unica che avesse potuto dare loro una spiegazione esauriente, aveva subito un potente Oblivion da Ginevra e non ricordava più nulla degli ultimi mesi, probabilmente le risposte a quelle domande sarebbero rimaste un mistero irrisolto anche negli anni a venire.

Ma Ginny non se ne curava più di tanto, per lei la questione era chiusa lì, e non intendeva avere più niente a che fare né con Druella, né con Loraine. La sua implicazione in quella storia era finita nell'esatto momento in cui la maledizione aveva abbandonato il suo corpo. Punto.

Intanto Maggio era arrivato e con esso il bel tempo quasi stabile; le giornate si facevano man mano più lunghe ed i ragazzi di Hogwarts trascorrevano gran parte delle ore libere nel parco del castello, o nei chiostri, o sulle rive del Lago Nero, o ancora alla rimessa delle barche, luogo solitamente usato per praticare sport acquatici.

Da due giorni, Abraxas Malfoy usciva con una bionda del quinto anno di Serpeverde, tale Lucilla; il biondo pareva cotto a puntino e se ne andava in giro sbandierando sorrisi a destra e a manca, facendo sospirare molte fanciulle tra l'altro, incurante di ogni cosa che non fosse la sua nuova fiamma.

Ginny e Susan lo osservavano con malizia, approfittando di ogni occasione per fargli il terzo grado e prenderlo in giro, come aveva fatto lui a suo tempo con Ginny per via di Tom, e la rossa la considerava una specie di piccola vendetta nei suoi confronti.

Per quanto riguardava Susan invece, continuava a ricevere lettere piene d'amore dal suo fidanzato a casa; le avventure vissute dalla ragazza l'avevano resa totalmente diversa dal principio, matura e riflessiva, addirittura più brillante con la consapevolezza di cosa era in grado di fare se spinta dagli eventi.

E tutti gli altri ragazzi che erano vicini a Ginny parevano continuare a vivere allegramente e con gioia, infondendo così anche a lei lo spirito giusto per imitarli senza guardarsi indietro, volgendo i propri interessi esclusivamente al futuro che l'attendeva.

Un futuro da scoprire e condividere con il suo amato Tom. Si sentiva elettrizzata al pensiero di quante cose avrebbero potuto fare insieme una volta fuori da Hogwarts, al pensiero di passare le giornate insieme e le notti soprattutto, quando la passione tra loro li rendeva schiavi del piacere fisico.

Non ne avevano più parlato dati gli ultimi eventi che li avevano assorbiti ma, a ridosso della fine dell'anno scolastico, si avvicinava sempre più il momento di decidere cosa farne delle loro vite, che direzione prendere per avviare i loro futuri verso qualcosa di bello e soddisfacente.

Certo, Ginny aveva ancora un anno davanti prima del diploma, un anno in cui avrebbe potuto ponderare per bene quale fosse la scelta migliore per lei, ma riteneva superfluo pensarci ancora, giacché sapeva esattamente cosa desiderava fare, e lo sapeva da anni.

Ma nel frattempo che le si aprisse qualche opportunità di lavorare come pozionista, doveva necessariamente trovare qualcos'altro in cui impegnarsi, e dato che il tempo stringeva, quel giorno si recò alla ricerca di Connor, memore del colloquio avuto con lui mesi prima circa un possibile lavoro estivo.

Lo trovò intento a lucidare la sua scopa in Sala Comune, attorniato da alcuni amici che invece parevano studiare.
- Ehi, Connor. - lo salutò avvicinandosi e sedendosi accanto a lui sul divano.
- Ginny. Ti vedo in forma. - le sorrise il suo capitano, che a differenza di altri aveva adottato il nomignolo con cui tutti la chiamavano nel futuro.

Ginny sorrise, Connor si era rivelato un amico sincero dietro il suo carattere autoritario, e fuori dal campo era simpatico e socievole, benché alcune caratteristiche da leader si facevano sempre notare.

- Sto bene...mi chiedevo se ricordassi quello che mi dissi tempo fa, circa un lavoro nell'azienda di tuo zio...- gli disse, guardando i suoi movimenti precisi e accurati nel lucidare il manico di scopa.
- Certo che lo ricordo, Ginny, ed ho già parlato con mio zio...verrà a trovarmi la prossima settimana, sarà a Diagon Alley per affari e mi ha scritto che avrebbe fatto una capatina ad Hogwarts, così avrà l'occasione di conoscerti. - disse Connor senza guardarla.
- Oh, davvero? -
- Si. Te ne avrei parlato prima ma, con tutto quello che é accaduto ultimamente, ritenevo avessi cose più urgenti a cui pensare. -
- Beh, in effetti...ma ora é passato, e devo pensare al futuro. - disse Ginny, sorridente.
- Allora ti farò sapere quando esattamente verrà mio zio, così parlerai direttamente con lui. - le sorrise Connor, dandole una pacca poderosa sulla schiena e facendole fare uno scatto in avanti.

Le classiche azioni di un giocatore di Quidditch che trattava tutti quelli della squadra allo stesso modo, senza nessun riguardo per l'essere leggermente più delicata di Ginny.

- Grazie, Connor...avevo proprio bisogno di una manata spezza scapole! - gli disse alzandosi dal divano.
- Tzé, femminuccia...l'anno prossimo ti farò diventare forte come un toro, vedrai. - ghignò lui, divertito.
- Oh, Merlino! Credo che chiederò il trasferimento a Beauxbatons allora, oppure...credi che a Dumstrang accetterebbero una Serpeverde di Hogwarts? - scherzò lei, quindi si godette la risata del compagno e senza attendere risposta se ne andò uscendo dal buco del ritratto.

Si recò verso la biblioteca per studiare con Tom, Abraxas e Susan, che l'attendevano ormai da un po' quando, imboccata una scala che ovviamente scelse proprio quel momento per spostarsi, fu costretta a fare il giro del terzo piano per uscire dall'altra parte, e nel corridoio incontrò Silente, che usciva dalla sala professori.

Al terzo piano infatti, si trovavano le stanze usate dai professori nelle ore buche e per le riunioni, nonché ovviamente l'ufficio di Dippet.

- Miss Wood. Che piacevole sorpresa. Non capita spesso di incontrarla, specialmente per me. - la salutò Silente, sorridente.
- Mi spiace, professore...ma dopo i G.U.F.O. non ritenevo opportuno continuare con la sua materia...per cui si, non abbiamo molte occasioni di vederci. - sorrise Ginny, notando che Silente aveva cambiato direzione per accompagnarla nel tragitto.

- Venga, signorina, facciamo due chiacchiere mentre camminiamo. Avevo giusto il desiderio di parlare con lei e Mr Riddle circa la questione che ci accomuna. - le disse mentre avanzavano nel corridoio.

Ginny annuì sapendo che si riferiva a Grindelwald, che rimaneva ancora l'ultimo cruccio da risolvere prima di dedicarsi completamente al futuro.

- Io e Tom pensavamo infatti di venire da lei una di queste sere, dato che la data si avvicina. - disse seria.
- Ritengo che possiamo senz'altro discuterne meglio nel mio ufficio, ad Hogwarts si sa, anche i muri hanno le orecchie. Ma era un'altra questione che mi premeva discutere con lei, signorina. - le sorrise il mago, gettandole un furbo sguardo obliquo.
- Ah, si? E cosa, Sir? - fece lei, simulando alla grande lo stesso atteggiamento innocente che era solito usare Tom con i professori.

Silente sorrise divertito.
- Il professor Lumacorno mi ha riferito di averla vista particolarmente bene in queste ultime due settimane, e che non gli ha chiesto più il sangue di unicorno. Supponeva che avesse dovuto aver finito le dosi di cui l'aveva fornita e mi ha espresso la sua perplessità a riguardo...c'è qualcosa di cui vuole parlare, Miss Wood? -

Ginny si mordicchiò il labbro inferiore, nervosa, gesto che faceva sempre quando lo era.
- No, Sir. Non saprei ma, sto bene in effetti. -
- Meglio così allora. - disss Silente e nel mentre raggiunsero le scale.

- Sale o scende? - le chiese sorridendo.
- Salgo, in biblioteca...- disse lei, a disagio.
- Oh, io scendo. Attenderò lei e Mr Riddle questa sera dopo cena nel mio ufficio, signorina, se per voi va bene. Ma non avete il turno di ronda, per cui suppongo si possa fare. - le disse il mago, bonario.
- Sono certa che per Tom non ci saranno problemi, Sir, come non ce ne sono per me. Dopo cena saremo da lei. - assentì Ginny, desiderosa di andarsene per la sua strada.
- Ottimo. Vada pure, signorina, prima che le scale cambino nuovamente direzione e non riesca più a salire. A stasera. - e Silente imboccò le scale per scendere.

Ginny si riscosse e salì in fretta verso la biblioteca, raggiunse il gruppo e si sedette accanto ad un Tom sorridente che subito le diede un bacio furtivo, rischiando di venir visti dall'inflessibile bibliotecaria e subire la sua ira ormai leggendaria.

- Gin, ti aspettavamo da un po'. - le sorrise Susan, alzando gli occhi dal suo compito.
- Ho incontrato Silente strada facendo, e ci attende stasera nel suo ufficio, Tom. - sussurrò la rossa, al che il Caposcuola annuì senza dire nulla, lasciando la curiosità negli altri due seduti al tavolo.

Dopo di che ognuno si dedicò diligentemente allo studio senza più fiatare, ma Tom era nervoso dentro di sé; quella storia di Grindelwald andava risolta quanto prima se non voleva vivere ancora con l'ombra di una minaccia su di sé, e ormai ogni ambizione di potere era magicamente scomparsa da lui per far posto ad un nuovo desiderio prima sconosciuto.

Tom, che benché avesse un Horcrux contenente un pezzo della sua anima, e per questo fosse già al di sopra dei comuni maghi, da quel momento in poi desiderava solo una cosa dalla vita, ed era avere Ginevra al suo fianco negli anni a venire, vivere con lei una vita semplice e amarla come meritava.

La guardò mentre era intenta a scrivere su una pergamena il suo compito di Antiche Rune; la trovava bellissima, ogni giorno sempre di più, e dentro di sé sapeva che lei era l'unica donna che avrebbe mai potuto amare in quella vita difficile che gli era capitata.

Le spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio che andava a coprirle la visuale, lei si volse a guardarlo a labbra dischiuse, non ancora abituata ai suoi gesti teneri, ma poi gli sorrise luminosa, e quel sorriso era tuto ciò di cui Tom aveva bisogno per sentirsi sereno, e forte.

Lei era la sua forza, sentirla vicina gli dava l'energia per affrontare qualsiasi cosa fosse capitata, sentirla dentro era qualcosa di straordinario, sentirsi attraversato dal suo amore era meglio del potere, Ginevra aveva avuto ragione dopotutto.

Ghignando appena, Tom le mimò un ti amo con le labbra senza emettere un suono, si gustò i suoi occhi brillanti di felicità ed il suo sorriso bellissimo, il lieve rossore che le colorò le gote, la sua mano che si posò sulla propria gamba sotto il tavolo, la sua carezza sfacciata verso l'alto.

Stringendo i denti le afferrò il polso e la ammonì con lo sguardo di fare la brava, Ginny ghignò maliziosa e riprese il suo studio con ancora un sorriso felice sulle labbra, e per Tom non c'era niente di più magico di quello.

Il potere? Chi ha bisogno del potere se posso avere questa creatura al mio fianco?
Con quel pensiero, Tom la imitò e tornò a studiare, appagato e, perché no, felice, per la prima volta nella sua vita lo era.

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Quella sera, dopo cena, Ginny e Tom si trovarono davanti ad un Silente sorridente nel suo ufficio accanto all'aula di Trasfigurazione, che li aveva fatti accomodare appena arrivati ed aveva offerto loro una tazza di tea.

L'ufficio era piuttosto piccolo ed ordinato; l'arredamento minimale era costituito da un tavolo e tre sedute imbottite, uno scaffale con molti libri e un altro più piccolo contenente rotoli di pergamena, sulla parete di fondo era posato un piccolo mobiletto a due ante con sopra qualche soprammobile, e la splendida fenice di Silente accanto alla scrivania che li osservava curiosa dall'alto del suo trespolo.

Era la prima volta che Ginny la vedeva durante quell'anno, e l'ultimo ricordo di lei risaliva alla sera prima di compiere il suo viaggio nel tempo, quando l'aveva carezzata nell'ufficio del Preside, ma in quel momento era molto più bella e con le piume brillanti, sicuramente era appena rinata oppure la sua giovane età la faceva risplendere.

- Fanny é bellissima, Sir...- commentò, senza rendersi conto che si stava tradendo da sola.
- Conosce il nome della mia fenice, Miss? Eppure non ricordo di averglielo mai detto. - disse Silente, con lo sguardo luccicante di malizia.

Ginny sobbalzò sulla sedia, Tom la guardò allarmato e si affrettò a scusarla.
- Gliel'ho detto io, Sir. Mi aveva chiesto con curiosità che animale lei avesse. - disse prontamente.
- Oh. Me ne rallegro, quando vuole potrà venire a trovarla, signorina. - disse il professore, continuando a sorridere malizioso.

Ginny sentì di essere nuda di fronte a quegli occhi indagatori, e sentì anche che Silente sapesse, era certa che sapesse ogni cosa, come del resto succedeva nel suo tempo. Non aveva mai capito come facesse.

- Ma veniamo a noi, ragazzi. Converrà essere diretti e lasciarvi andare a studiare, gli esami si avvicinano e sono certo che lei, signor Riddle, sarà sommerso dallo studio. - disse ancora il mago, e Tom annuì serio.

- Dicevo oggi alla sua compagna che, come sapete, tra quattro giorni sarà la data stabilita da Grindelwald per l'incontro. Ebbene, credo sia il caso di andarci, tutti e tre insieme, e porre fine una volta per tutte a questa follia. - disse Silente, scrutando i due ragazzi davanti a sé con serietà.

Ginny annuì, convinta che fosse la cosa migliore, mentre Tom era più scettico, ma si adeguò alla situazione ed annuì anche lui.

- La signorina Wood conosce il particolare passato che lega me e Gellert, e sono anche certo che non ne ha fatto parola con lei, signor Riddle, non é così? -
- Si...Ginevra mi ha soltanto accennato ad un passato tra lei ed il mago oscuro, ma si é tenuta i dettagli per sé. - annuì Tom, alzando un sopracciglio.
- Le basti sapere che ci andò di mezzo mia sorella, e che con questo Gellert é persuaso di tenermi in pugno. Ma non starò a raccontarvi la storia di molti anni fa, una storia triste e delicata, che vide coinvolta quasi tutta la mia famiglia. É un passato che preferirei rimanesse sepolto...- disse Silente con aria malinconica.

Dalla sua espressione, si intuiva chiaramente il grande dolore che quel passato aveva lasciato in lui, l'immensa sofferenza per la perdita della sorella e tutte le spiacevoli conseguenze che ne erano derivate, Ginny provò un grande moto di affetto per quel mago straordinario.

- Me ne dispiaccio, Professore...non potevo immaginare cosa ci fosse tra lei e Grindelwald. A scuola si parla da sempre del fatto che foste grandi amici in passato, ma pensavo fossero le solite chiacchiere di corridoio dei pettegoli. - disse Tom, veramente dispiaciuto.
- Non si preoccupi, giovane Riddle. Il passato farà sempre parte di noi, anche se sepolto sotto cumuli di macerie, bisogna farci i conti ed imparare a conviverci. - sorrise Silente, e nel pronunciare questa frase guardò Ginny, che ne evitò lo sguardo.

- Ma ora basta parlare di questo, dobbiamo organizzarci per l'incontro con Gellert e definire un piano d'azione comune. Lui vi vuole al suo servizio, e non ne conosco i motivi, ma capirete che non posso permettergli di ammaliare due giovani ragazzi con promesse di effimero potere e grandezza, quando sono convinto che sia ora di mettere la parola fine a tutto. - continuò il Professore, serio.

In realtà sospettava che Grindelwald volesse Tom per via di ciò che era accaduto due anni addietro; Silente aveva sempre sospettato che fosse stato lui ad aprire la Camera dei Segreti e ad uccidere la studentessa di Corvonero Mirtilla, fatto che lo rendeva effettivamente l'erede di Salazar, ma senza prove concrete non aveva potuto fare niente contro il giovane.

Ed ora lo vedeva cambiato, straordinariamente in meglio; merito senza dubbio della presenza di Ginny e dell'amore che gli aveva donato tanto generosamente, merito del calore delle persone intorno a lui che si dimostravano amiche, e Silente se ne rallegrava, moltissimo.

- Cosa vuole che facciamo, Sir? - chiese allora Ginny, curiosa, interrompendo il filo dei suoi pensieri.
- Oh, semplicemente venire all'incontro e sentire cosa ha da dirci Gellert. E se dopo, mi fareste la cortesia di guardarmi le spalle mentre cerco di fermarlo, ve ne sarei molto grato. - sorrise Silente, allegro.

Tom fu sconcertato, era incredibile come il suo umore cambiasse tanto repentinamente dal serio all'allegro, e fu anche sorpreso che si fidasse di due studenti non ancora diplomati in una questione tanto delicata.

- Mi scusi, Sir, ma...vuole davvero affidare la sua vita a noi? - non resistette dal chiedergli.
- Ma certo, Mr Riddle. Io e lei sappiamo che é un eccellente mago, preparato alla perfezione in quasi tutte le materie...chi meglio di lei può guardarmi le spalle? Se c'è qualcuno abile negli incantesimi é proprio lei, ed in quanto alla signorina Wood, mi é stato riferito che é eccellente maestra nelle Orcovolanti. - sorrise il Professore.

Tom ricordò di quando Ginevra gliene aveva scagliata una, infuriata con lui per averlo sorpreso a baciare la Rosier. Quanto tempo fa? Una vita.
- Si. Ho avuto il piacere di vederne una mesi fa...vero, Ginevra? - disse fintamente minaccioso, guardandola obliquo, con gran divertimento del professore.

Ginny arrossì e non disse niente, limitandosi a ricambiare l'occhiata dell'amato.
- Sarà un onore venire con lei all'incontro, Sir...e non si preoccupi, le guarderemo le spalle e faremo del nostro meglio. - disse poi al mago di fronte a lei, ignorando il ghigno di Tom.

- Ne sono lieto. Ed ora che siamo d'accordo, lasciatevi dire che, qualora le cose si mettessero male per me, dovrete tornare indietro e pensare a voi stessi. Non tentate di fare gli eroi e non badate a me. Creerò una Passaporta che vi consegnerò non appena saremo sul posto, e come vi ho detto, se le cose precipitano, toccatela e sarete nuovamente ad Hogwarts in men che non si dica a dare l'allarme. E non intendo permettervi di partecipare a nessun eventuale duello tra me e Gellert...questa, é una faccenda che solo io e lui dobbiamo risolvere. É tutto chiaro? - disse Silente, ora di nuovo serio.

I due ragazzi annuirono, anche se non concordi, ma non potevano farci niente se Silente aveva deciso così, e se avessero provato ad obiettare, indubbiamente egli li avrebbe lasciati lì al castello e sarebbe andato da solo all'incontro.

- Permette una domanda, Sir? - chiese Tom, pensieroso.
- Se posso. -
- Ci ho pensato a lungo in questi giorni, da quando Ginevra é tornata...e non mi spiego il motivo di tutto ciò. Voglio dire, Grindelwald ha rapito Ginevra per arrivare a me e convincermi a passare dalla sua parte e va bene, questo l'ho capito...ciò che non mi spiego, é perché é tanto fissato con lei. - disse Tom, curioso.

Ginny spalancò gli occhi guardandolo stupita, mentre Silente ridacchiò piano, divertito dalla sfacciataggine dei giovani.
- Temo, mio giovane Riddle, che tra quattro giorni saprà tutto...detto questo, partiremo alle prime luci dell'alba di venerdì, prenderemo una Passaporta da questo stesso ufficio. Mi sembra superfluo dirvi di tenere queta faccenda nel più stretto riserbo, non vorrei che arrivasse ad orecchie indiscrete. É tutto stabilito, allora? - disse il mago, ed i ragazzi annuirono.

Dopo di ché il Professore li congedò e i due tornarono lentamente verso i sotterranei. Non dissero una parola finché non furono nella stanza di Tom da soli, dove avrebbero potuto discutere senza essere ascoltati da nessuno.

- Tu sai cosa lega quei due, vero? - chiese Tom a Ginny, serio.
- Si...ma non farmi dire niente, per favore...non so se tra quattro giorni saprai tutto come ha detto Silente ma, se non sarà così, non posso certo dirti ciò che so...e poi Grindelwald potrebbe avermi raccontato un mucchio di balle per convincermi della sua buona fede, chi lo sa. - disse lei, sedendosi sul letto e sdraiandosi.

Tom la imitò e la guardò fisso.
- Non hai paura che qualcosa vada storto? - le chiese, tranquillo.
- Scherzi?! Sarò con i due maghi più potenti degli ultimi anni, cosa mai potrebbe andare storto? - sorrise Ginny girandosi verso di lui.
- Mmh...uno é Silente...l'altro é Grindelwald? - ghignò lui, stuzzicandola.
- No, sciocco...l'altro sei tu. - gli disse dolcemente, intrecciando le dita alle sue.
- A volte vorrei avere la possibilità di vedermi nel futuro e conoscere chi sono diventato senza di te...- mormorò lui chinando lo sguardo.
- Te l'ho detto, un potente mago oscuro, il più malvagio e crudele di tutti i tempi. - sorrise lei, carezzandogli il viso. - Ma é molto meglio il Tom che ho davanti adesso. -

Tom la guardò serio, ricambiando spontaneamente la sua carezza.
- Cosa vedi in me, Ginevra? -
- Tante cose...rispetto a Settembre, sei completamente diverso...vedo un giovane uomo meraviglioso, leale e sincero, vedo un futuro mago abile e capace di grandi cose, vedo un uomo pieno di amore da donare...vedo l'uomo della mia vita, il mio unico amore passato presente e futuro...- sussurrò lei teneramente, quindi gli si avvicinò ancora di più e lo baciò con trasporto.

Ginny sapeva che Tom avrebbe sempre avuto bisogno di certezze da lei, di sentirle dire belle cose sul suo conto, e se questo era il prezzo da pagare per averlo così libero, era ben disposta a farlo, riempirlo di certezze e amore puro, infinito amore incondizionato.

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Quattro giorni dopo, Tom e Ginevra uscirono da Casa Serpeverde che era ancora buio; si diressero silenziosamente verso l'ufficio di Silente attraversando i corridoi deserti ed illuminati dalle torce alle pareti, camminarono quasi in punta di piedi per non essere notati nemmeno dai personaggi nei quadri lungo il tragitto.

In abiti da tempo libero e mantello nero a renderli facilmente mimetizzabili col buio, raggiunsero facilmente ed indisturbati l'ufficio, dove Silente era già in attesa davanti alla porta.

- Eccovi. Ho qui la Passaporta. Direi che possiamo andare. - li accolse il Professore, quindi i tre toccarono la Passaporta, un orologio da taschino piuttosto malandato, e si trovarono a turbinare nel vuoto.

Dopo qualche istante, riapparvero in un luogo deserto e lo scenario era completamente cambiato. Guardandosi intorno, videro una radura scura sulla quale aleggiava una fitta nebbiolina, alberi spogli costeggiavano lo spazio e rendevano l'atmosfera tetra, surreale, da brivido.

Scendendo dalla rupe sulla quale erano atterrati, si trovarono nel bel mezzo della nebbiolina fredda, Silente si fermò proprio al centro della radura costringendo Ginny e Tom a fare altrettanto, e la rossa si strinse al braccio del moro istintivamente.

- Il luogo é questo. Ma non vedo nessuno qui. - disse Silente, adocchiando intorno con sguardo vigile.
- Ne é sicuro, Sir? - chiese Tom, con lo stesso atreggiamento del mago più anziano.
- Al mille per cento. Questo é il punto di partenza del viaggio che io e Gellert intendevamo fare da ragazzi...non é possibile che mi sia sbagliato. - disse il Professore, sicuro.

Tom scambiò un'occhiata con Ginny, perplessi entrambi, ma le loro elucubrazioni furono interrotte da una voce molto nota alla rossa, che rabbrividì nel riconoscere quel tono mellifluo e accattivante.

- Vedo con piacere che le mie richieste sono state accolte. Tutte e tre le persone che più bramo riunite qui, insieme a me. - Grindelwald apparve dal nulla nella nebbiolina, compì qualche passo verso di loro e si fermò proprio davanti a Silente.

I due si guardarono in silenzio per attimi interminabili, due sguardi così diversi l'uno dall'altro eppure così simili d'espressioni. Ginny riconobbe l'amarezza di un amore non consumato negli occhi di Grindelwald, e la cosa la riempì di tristezza.

- Siamo qui, Gellert, ma non per quello che pensi. Oggi, il tuo regno di terrore finirà. - esordì Silente con voce autoritaria, fermo e deciso delle sue idee.
- Albus...caro Albus...dopo trent'anni che non ci vediamo, sai dirmi solo questo? Eppure io per te ho avuto parole più affettuose, non te le ha riferite la signorina Wood? - disse Grindelwald, sorridendo.
- Si, la signorina mi ha riferito ogni cosa, ma non credi che ormai sia troppo tardi? Come hai detto tu, sono passati oltre trent'anni da quell'ultima volta in cui ci siamo visti. - disse aspro Silente, ancora immobile nella stessa posizione.
- Eppure non ho dimenticato un solo istante, Albus, mai un secondo della mia miserabile vita. Tu hai dimenticato? - disse il biondo con amarezza.
- Impossibile dimenticarti, Gellert. Ma hai scelto una strada che non mi appartiene. -

Più indietro, Tom si volse verso Ginny guardandola stupito.
- É questo che non volevi dirmi? Silente un deviato? - le chiese sottovoce, quasi schifato.
Ginny alzò gli occhi al cielo riconoscendo l'antico Tom del Diario, quello pieno di pregiudizi sulle diversità della razza umana, quello che non vedeva aldilà del proprio rango di Serpeverde Purosangue.

- Ti interesserà sapere che l'omosessualità non é né una malattia, né una cosa anormale. Ma cosa posso aspettarmi da un Purosangue snob e razzista? - gli sussurrò dandogli un colpetto sul braccio a mo' di rimprovero.

Tom ghignò appena, trovandola adorabile quando lo bacchettava a quel modo, poi si fece serio, e adocchiando i due maghi che ancora discutevano di cose loro passate, mormorò la segreta verità.

- Mio padre era un Babbano, Gin. -
- Che cosa? - bisbigliò Ginny, sconvolta.
- É così. Tom Riddle senior era un maledetto Babbano, di conseguenza il mio status non é quello da te definito "Purosangue snob e razzista". Rimango snob e razzista, ma Mezzosangue. - mormorò lui, indurendo i tratti anche se le si rivolse con tono tranquillo.

Ginny era assolutamente senza parole, ma si riservava di parlare con lui quando e se sarebbero tornati ad Hogwarts, in quel momento c'era un possibile duello a cui assistere, così si limitò a stringersi al suo braccio e poggiargli la testa sulla spalla, facendogli capire che per lei, Purosangue o Mezzosangue era la stessa identica cosa.

Intanto i due maghi ex amici là davanti, parevano aver finito di rammentare il passato e Silente aveva sfoderato la bacchetta, subito imitato da Grindelwald.

- Arrenditi, Gellert, é ora di dire basta a questa pazzia lunga anni. - intimò Silente, puntandogli la bacchetta.
- Dovrai sconfiggermi, Albus. Come vedi la mia ricerca dei Doni della Morte ha avuto successo dopotutto. - disse l'altro, mostrando vittorioso la propria bacchetta.
- La Bacchetta di Sambuco? Dove l'hai trovata? - Silente era evidentemente stupito.

- É una lunga storia, Albus. Ma ora che mi manca solo la Pietra Filosofale, non rinuncerò al sogno di governare il mondo con i tre Doni. Reducto! - e Grindelwald attaccò a sorpresa, ma Silente fu pronto e si difese, nel mentre si volse a guardare i due ragazzi intimandogli di mettersi al riparo.

Ginny e Tom si misero dietro ad un cespuglio e si guardarono.
- Cosa sono i Doni della Morte? Ne hai mai sentito parlare? - chiese lei a Tom, confusa.
- Certo che si, per chi mi hai preso? - fece lui, e mentre le raccontava in breve la storia dei Doni, i due là davanti continuavano nel loro studiarsi a suon di incantesimi ma senza fare sul serio.

- Non mi dire che intendi farti aiutare da due giovani, Albus...mi deludi. Per quanto il giovane Riddle sia l'erede di Salazar e la signorina Wood sia magicamente molto dotata, non pensavo fossi arrivato al punto di aver bisogno dell'aiuto di due ragazzi. Stupeficium! -
- Protego! I ragazzi non c'entrano, Gellert. Non ti permetterò di prenderli, il loro posto é ad Hogwarts. Expelliarmus! - esclamò Silente, ma l'incantesimo andò a vuoto.

Ginny e Tom, da dietro il cespuglio in cui si erano rifugiati, assistevano al duello ammirando i lampi di luce colorati che partivano da ambo le bacchette. La rossa guardò Tom sapendo che era terrorizzato dalla rivelazione fatta a Silente da Grindelwald.

- Non ti preoccupare, Tom. Silente é un uomo giusto, quando capirà chi sei veramente ora, non farà nulla, vedrai. - gli disse col sottofondo delle voci dei due duellanti.
Tom non ne era per niente convinto, ma le annuì e tornarono a guardare lo scontro, pronti ad intervenire in caso di necessità, contrariamente a quanto promesso al Professore.

- Che ne dici di passare alle maniere forti, Gellert? Non abbiamo più l'età per giocare agli incantesimi di primo livello. Gladio! - dalla bacchetta di Silente partirono tre spade aguzze che andarono a scalfire lo scudo eretto da Grindelwald.
- Notevole, Albus, sul serio...Everte Statim! - ma l'incantesimo lanciato da Grindelwald si abbatté contro un muro apparso all'improvviso.

Le cose andarono avanti a lungo; né l'uno né l'altro erano intenzionati ad abbassare la guardia in nessun modo, così Tom, immensamente stufo di starsene dietro al cespuglio ad attendere l'esito di quello scontro, cominciò ad evocare una formula a bassa voce verso il punto dove stava Grindelwald.

- Cosa fai? - gli chiese Ginny, avendo notato i suoi movimenti.
- Dirigo il duello. Quei due sembra si stiano divertendo a darsi battaglia senza concludere, e direi che siamo qui da troppo tempo...sto solo dando una mano a Silente. - ghignò Tom, finendo il lavoro.
- Ah, ora ti metti a fare l'eroe quindi...da mago oscuro ad eroe temerario, chi l'avrebbe mai detto. - ridacchiò Ginny, prendendolo in giro. - Comunque, cosa hai fatto? -
- Ora lo vedrai. - mormorò lui ghignando perfidamente.

Attorno al posto dove stava Grindelwald infatti, comparve un luminoso cerchio azzurrino e, subito dopo, il ghigno di Tom aumentò vedendo la sua opera.

Fiamme altissime si svilupparono dalla linea del cerchio e avvilupparono il mago all'interno, strane forme animali si vedevano nelle fiamme che, stranamente, sembravano non avanzare né indietreggiare, come se fossero circoscritte solo sulla linea rotonda.

Silente si voltò verso di loro ad occhi sgranati mentre Ginny, riconoscendo l'incanto, spalancò la bocca sconvolta dalla capacità di Tom di circoscrivere quel pericolosissimo fuoco.

- Ardemonio! Merlino...- sussurrò estasiata, orgogliosa di lui come non mai.
- Tom Riddle! Non vi avevo detto di starne fuori? - gridò Silente, osservando i vani tentativi di Grindelwald di uscire dal cerchio infuocato.
- L'Ardemonio non gli farà niente, Sir, e per quanto riguarda la sua rimostranza, mi perdoni ma, siamo qui da ore...ora Grindelwald é alla sua mercé, ne approfitti. - disse Tom, imperturbabile, avvicinandosi al mago insieme ad una meravigliata Ginny.

Silente lo guardò serio ed accigliato, ma si, ne approfittò e disarmò facilmente il mago oscuro ricevendo la Bacchetta di Sambuco tra le mani, a dimostrazione che era finita, Grindelwald era finalmente sconfitto.

- Chiamiamo il Ministero, decideranno loro cosa farne di lui. - mormorò poi mesto, inviando un Patronus con un messaggio al Ministero della Magia affinché Grindelwald venisse preso in consegna.

Quello che seguì nell'attesa dell'arrivo dei funzionari del Ministero, sconvolse ogni equilibrio e gli animi dei tre bislacchi complici; la discussione tra tutti e quattro i personaggi rivelò scheletri ben nascosti in armadi invisibili e verità devastanti che per molto tempo erano state taciute.

Fu con un animo pesantissimo che ognuno dei tre di Hogwarts assistette poi all'arresto di Grindelwald dopo che furono arrivati quelli del Ministero.
- Torniamo ad Hogwarts, ragazzi...abbiamo molto di cui discutere. - disse Silente, serio come non si era mai visto prima di allora, e toccando la Passaporta, i tre lasciarono quel luogo che sarebbe diventato leggenda per sempre.

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Fine ventiquattresimo capitolo

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