Tutto Il Coraggio Del Mondo

By freakieber

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Wendy Casey trascorre gli ultimi anni della sua vita insieme ai suoi figli e nipoti nella casa che l'ha vista... More

Prologo
Prima parte - Scommessa indecente
Tormento
Primo appuntamento
Una seconda possibilità
Regali
Cena alternativa
Amici
Un solo sguardo
Sogni
Chicago
Paura di perdersi
Rivelazioni
Seconda parte - Ricordi
Di nuovo lui
Restare
Verità
Destinati ad amarsi
Un'altra volta - Parte prima
Un'altra volta - Parte seconda
L'altra faccia del successo
Casa Bieber
Migliore amica
Conti con il passato- Parte prima
Conti con il passato - Parte seconda
Un nuovo inizio
Ringraziamenti

Epilogo

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By freakieber

New York,

17 settembre 2015

Le persone entrano a far parte delle nostre vite per un motivo: ognuna di loro ci aiuta a crescere, nel bene o nel male. Ogni singolo essere umano che incontreremo sul nostro cammino sarà in grado di insegnarci qualcosa e che lo si voglia o no è giusto accettare i sacrifici che il Signore ha deciso di affidarci.

Non so se il mio nome verrà ricordato nel corso degli anni, né tanto meno se la mia storia verrà tramandata di generazione in generazione. Potrei benissimo morire e non lasciare alcun ricordo della mia esistenza, nella consapevolezza di continuare ad essere amata da tutti coloro che nel corso del mio cammino terreno hanno contato molto per me.

Non sono una donna che vale la pena essere ricordata da fin troppe persone; sono una persona che ha amato, sofferto, vissuto tanto quanto molto probabilmente lo hanno fatto tutti a questo mondo. Ho vissuto i miei giorni attimo dopo attimo senza lasciare la possibilità ad una qualsiasi futile sciocchezza di ostacolare il mio meraviglioso viaggio che presso a poco volgerà al termine.

Ho amato un solo uomo con tutto il cuore e l'anima, dal primo momento in cui il mio sguardo ha incontrato i suoi dolci occhi caramellati. Ho amato il padre dei miei figli, il compagno di una vita che mi è stato affianco nonostante la indistruttibile distanza. Ho vissuto al massimo delle aspettative nella consapevolezza di essere ogni giorno più vicina dal poterlo rincontrare. 

Non so cosa mi aspetterà domani, ciò che conta è l'aver vissuto oggi; posso dire di essermi avventurata nella più magiche delle avventure, affiancata da persone dal cuore d'oro, capaci in un qualsiasi momento di essermi da sostegno. 

Sono di nuovo qui, curva sulla lapide che porta il suo nome e stringo tra le mani il libro che narra la storia di una timida ragazzina di città che ha imparato ad amare ma soprattutto, ha imparato a farsi amare. Se un giorno di tanti anni fa avessero detto a quella ragazzina che la sua vita sarebbe cambiata per sempre una notte di inizio estate, molto probabilmente non ci avrebbe mai creduto. Eppure il destino volle che quella volta ad accoglierla ci fosse il vero amore, l'uomo che le sarebbe rimasto impresso nel cuore per il resto dei suoi giorni.

Ancora curva sulla lapide poso su essa la solita rosa bianca, le sue preferite. Poggio la nuova e tolgo via la vecchia, simbolo di rinascita: il sole è sorto da tempo ma non importa, un nuovo giorno è ormai alle porte e una nuova avventura mi aspetta. 

Sorrido fissando la foto del sorriso a trentadue denti di quel ragazzo dai capelli dorati e occhi caramellati: stando lì mi sembra ancora di poter udire la sua risata, quella che mi faceva sempre stare tremendamente bene. Accarezzo il suo volto come se fosse reale e poi bacio le dita, poggiandole sulle sue labbra. 

I petali della ormai appassita rosa svolazzano via in balia di un lieve venticello; portano con sé ricordi, perché ogni singolo petalo è una storia nuova. 

Mi alzo tremante, cercando di sorreggermi con quelle poche forze che mi sono rimaste ma non piango, non lo faccio oramai da tanto tempo. Ho dimenticato l'ultima volta che l'ho fatto, molto probabilmente sarà stato tanti anni fa. Ho promesso a quel ragazzo che non avrei mai più sofferto nel ricordare i giorni passati in sua compagnia, ma che in realtà sarebbero rimasti impressi nella mia mente con il sorriso.

Stringo ancora di più il libro nelle mani sentendo le forze abbandonarmi secondo dopo secondo, riesco però a raggiungere l'uscita dopo aver salutato il ragazzo e avergli dato appuntamento nel nostro solito posto. Presto ci saremmo rivisti, dopo lunghi anni.

Mi appoggio con una mano al cancello d'entrata e stento riesco a percepire la presa sul mio braccio destro; sarà una donna, molto più giovane di me.

"Signora, si sente bene?" mi domanda.

Ho solo il tempo di scuotere il capo, prima che il buio pesto mi avvolga completamente.

Quando riapro lentamente gli occhi so di trovarmi in ospedale, so di essere distesa sul solito scomodo letto e so altrettanto bene che al mio fianco c'è mio figlio in giacca e cravatta. Ancora una volta è stato costretto ad abbandonare uno dei suoi tanti colloqui per affrettarsi a raggiungermi e per questo, ancora una volta, mi sento in colpa.

Jaxon alza di scatto il capo non appena percepisce il lamento proveniente dalle mie labbra e asciuga una lacrima, l'ennesima.
Ci fissiamo per interi secondi mentre il macchinario a cui è legata la mia vita continua a risuonare all'interno della stanza.

"Come ti senti?" domanda scioccamente, conoscendo già la risposta e abbassando lo sguardo per non dare a vedere il suo stato d'animo. È tutto inutile, sono pur sempre sua madre.

"Come una malata terminale di cancro" la butto sul ridere, come d'altronde ho sempre fatto nella vita.

Lui scuote il capo per niente divertito e questo mi fa tornare seria.

"Ce l'hai con me?" domando retoricamente.

So che è arrivato ad odiarmi a tal punto da non rivolgermi più la parola per settimane, so che non ha mai accettato veramente le mie scelte come vuole farmi credere che abbia fatto. 

"Ce l'ho con me stesso per non essere riuscito a farti cambiare idea" ammette e cala il silenzio.

Un anno fa circa, quando mi è stato diagnosticato il cancro terminale, sin dal primo momento ho rifiutato le cure. I medici, molto scettici, hanno rispettato la mia scelta ma sia Jaxon che Jazmyn hanno cercato in tutti i modi di farmi ragione, sapendo per certi che non ci sarebbero mai riusciti.

Se ve lo state chiedendo, non sono un'egoista che pensa solo a sé stessa: ho cresciuto i miei due bambini -non più tanto bambini- nel migliore dei modi, accudendoli con tanto di quell'amore e amandoli come solo una madre saprebbe fare. È arrivato però il momento per me di farmi da parte e di lasciarli liberi; di consegnare loro il mio patrimonio più grande: quello morale. La saggezza, l'aver vissuto a lungo e gli insegnamenti. Sono certa che entrambi, in un modo o nell'altro, saranno in grado di trarne dei vantaggi da questa mia esistenza e spero vivamente che in loro rimanga per sempre impressa la figura materna che non li ha mai abbandonati.

Io voglio vivere, non sopravvivere e se per farlo sono costretta a soffrire giorno e notte all'interno di queste quattro mura, allora credo che sia arrivato davvero il momento per me di completare il mio cammino e guardare dritta in faccia la morte. I capelli bianchi e le rughe sono la testimonianza che nella vita ne ho passate tante; sento di aver appreso tutto ciò che c'era da sapere, perciò nulla ora come ora potrà mettersi tra me e il mio caro destino.

"Prendi la mia borsa" gli dico e lui lo fa in un batter d'occhio, posandola successivamente di fianco alla mia figura distesa inerme sul letto. "Aprila, dentro troverai un libro. Prendilo" e detto fatto: anche se un po' scettico, prende comunque il libro e lo rigira tra le mani. 

"Che c'entra il tuo vecchio libro adesso?" domanda non capendo.

"Hai detto bene, il mio libro" commento fissando la copertina ormai rovinata con il passare degli anni. "Quello è il mio libro" ripeto e lui torna a sedersene, fissando l'oggetto cartaceo tra le sue mani.

"Che intendi?"

Sorrido leggermente guardando fuori dalla finestra, mentre i raggi del sole riscaldarono il mio freddo corpo. 

"Lo scrissi quando avevi poco più di tre anni, eppure mi sembra ieri" 

Un nodo in gola mi costringe a zittirmi e quindi socchiudo gli occhi, lasciando che il calore mi invada tutta.

"Ho sempre pensato che fosse uno dei tanti" dice a bassa voce, come se si sentisse in colpa.

"Mi ero ripromessa di non farlo leggere a nessuno. Ho promesso a me stessa che avrei portato con me ogni ricordo...adesso so di essermi sbagliata. Jaxon, so che con te il mio racconto è in buone mani" dico voltandomi verso di lui. "Tra quelle vecchie pagine è racchiuso tutto l'amore che ho provato e proverò sempre per tuo padre"

Il giovane si immobilizza: sia lui che Jazmyn, nonostante non abbiano mai conosciuto il loro padre, negli anni hanno sempre evitato il discorso. Io ho accettato la loro decisione, nella consapevolezza che un giorno sarei riuscita a raccontare loro per filo e per segno del meraviglioso amore che aveva legato me e Justin. Quel giorno è arrivato.

"Ne avrò cura" dice sorridendo e questo, per me, è la vittoria più grande.

Si avvicina lentamente e mi afferra la mano, baciando il dorso di essa e poi si china per baciare una mia tempia nel preciso istante in cui dalla porta, compare la figura di una ragazza dai lunghi capelli dorati e occhi caramellati ma soprattutto con il fiatone, vista la corsa estrema che è stata costretta a compiere nonostante il lavoro.

Mi lascio cullare dal tempo che scorre, dal rumore delle lancette che continuano a girare e i giorni passano; la rosa bianca sarà ormai appassita da tempo ma ciò che mi rincuora è sapere che nonostante gli anni, molte persone hanno continuato ad amare Justin e a commemorare la loro scomparsa nel migliore dei modi. Uomini e donne che per anni hanno seguito le sue avventure sui ring di tutto il mondo e hanno ammirato la sua strabiliante forza d'animo, unica nel suo genere.

Non aspetto un miracolo; vivo i giorni che trascorrono veloci sul letto di ospedale tra le parole di Jaxon che legge ad alta voce il mio libro e a volte si commuove, altre invece smette addirittura di proseguire a causa del magone. Ripeto a mente ogni singola frase, rivivendo i momenti nella mia mente e sempre con un sorriso stampato in volto. In questi giorni tante persone sono venute a farmi visita, tutte persone che mi hanno amata per quella che sono. Sebastian, la mia migliore amica Pauline, gli ormai cresciuti figli della coppia. Persone che hanno reso la mia vita unica.

Non piove da tanto ormai, il sole è sempre puntuale con i suoi raggi che poggiano alla stessa ora del mattino sulla mia figura e percepisco il suo tocco caldo, le sue carezze capaci di farmi rabbrividire. Stringo costantemente tra le mani il nostro anello, rigirandolo tra le dita rugose e penso a quando ci ritroveremo e non ci lasceremo più andare.

Penso di continuo a quanto Justin Bieber abbia cambiato la mia vita in meglio, a quanto amore ci siamo promessi reciprocamente, a tutte le tempeste che siamo stati costretti ad affrontare mano nella mano. Penso che lui mi abbia salvata nel migliore dei modi e mi abbia insegnato molto nella vita.

Il destino è stato tanto crudele quanto clemente con me: nonostante le migliaia di sofferenze, sono stata anche tanto fortunata da avere l'opportunità di poter amare un uomo tanto amorevole come lo era stato Justin nel corso della sua breve vita.

Il dolore di non aver vissuto al suo fianco rimarrà sempre, ma in fin dei conti la morte è solo la fine di una vita e l'inizio di un'altra migliore. 

I giorni passano sempre più velocemente e le forze con essi: Jaxon è intento a leggere uno dei tanti capitoli e Jaxmyn invece stenta a trattenere le lacrime quando socchiudo gli occhi quasi per necessità. 

Percepisco il tintinnio insopportabile del macchinario posto al mio fianco, le grida dei miei due bambini e le loro mani afferrare le mie ma sono troppo stanca per svegliarmi, sono troppo stanca per andare oltre in questa vita. Ho solo bisogno di riposare.

Percepisco le continue grida di Jaxon che continua a scuotermi e le lacrime di Jazmyn che bagnano le mie guance; sento il calore dei raggi del sole e decido di lasciarmi andare. Chiudo gli occhi definitivamente e l'ultima cosa che odo è la parola 'coma'.

Ecco. Adesso si spiega tutto. 

Chiudo gli occhi, il buio mi avvolge incontrastato.

Poi li apro, dopo interminabili minuti. Ho addosso un meraviglioso abito blu, il mio abito. Tutto sembra così surreale.

Una mano si porge verso la mia direzione e quando alzo lo sguardo lo vedo.

Lui è lì e mi sta sorridendo in tutta la sua bellezza. Non è cambiato di una virgola, è rimasto il mio Justin.

Afferro la sua mano.

Di nuovo insieme.

Per sempre.


-Non basterebbe tutto il coraggio del mondo per amare una persona, ed è proprio questo che rende unico l'amore: vivere nella consapevolezza di non potercela fare e di non essere abbastanza, ma continuare a rischiare e ad amare incondizionatamente-


Fine.





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