Let Me Love You

By Stellalav

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Dalla prima volta che la vide, volle solo amarla e proteggerla. Dopo che la rivide dopo anni, voleva solo sci... More

1. Erina Stevenson
2. Ma perchè cazzo sei così violenta?!
3. Una bambina diventata donna troppo velocemente
4. Sushi
5. Stupida pallina gialla
6. Un grasso ragazzo di 120kg
7. Ti trasferirai
8. Lo stomaco in subbuglio
9. Ricordi
10. Volevo venirti a parlare, sai?
11. Cinquantatre euro e quarantatre centesimi
12. Ma mi devi dare tutta la pizza
13. Un buon dottore
14. Quella mi ha fottuto anche l'anima
15. Mi hai fatto preoccupare
16. Un restyling completo
17. Finiamola qua
18. Ho avuto paura
20. Voleva Alex lontano da Taylor
21. Questa è guerra!
22. Non mi si caga mai nessuno
23. Febbre e confessioni
24. Fare chiarezza
25. Era decisamente arrivato il momento
26. Sei uno stronzo
27. Buon Compleanno!
28. Mi sono innamorata di te
29. Sasha e Peter
30. Mi farai impazzire prima o poi
31. Ti amo

19. No, mi piaci tu

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By Stellalav

"Signorina, non possiamo lasciarglielo fare!" Esclamò una delle cameriere cercando di fermare la ragazza, che però si era impuntata a voler lavare quelle coperte.

"Non succede nulla se vi do una mano! Non mi piace vedervi spazzare dalla mattina alla sera spaccandovi la schiena quando posso, con facilità, alleviare il vostro lavoro" disse risoluta Rin uscendo dalla villa per andare nel giardino.

"Ma lei è un ospite! Non può lavarsi le coperte da sola!" Ribattè la stessa cameriera di prima. Erina si fermò di colpo e quella le andò a sbattere contro, subito indietreggiò e chiese scusa alla bionda.

"Se non mi lasci fare questo, giuro che da oggi farò tutto il tuo lavoro. Non ti lascerò muovere nemmeno un dito" La povera cameriera si arrese e se ne andò con un flebile "Va bene. Se ha bisogno di me, basta chiamarmi"

Erina sorrise soddisfatta.

***

"Riri, ecco dov'eri!" Esclamò la voce di Ian e un secondo dopo la bionda si ritrovò intrappolata da due braccia.

"Che diavolo stai facendo?!" Chiese questa stralunata. Non era ancora abituata alle improvvise dichiarazioni d'affetto del ragazzo.

"Mi sono preoccupato quando stamattina non ti ho trovata da nessuna parte. Avevo pensato fossi andata in un altro appuntamento con quella lampada senza dirmi nulla" spiegò lui stringendo Erina in un abbraccio più forte, stritolandola leggermente.

"Quante volte ti devo ripetere che Luke ha un nome?- chiese lei facendo sbuffare Ian, che rise quando la ragazza si irrigidì immediatamente al suo improvviso bacio dietro al collo -Mascalzone! Staccati subito!" Erina iniziò a dimenarsi con forza, ma la presa di Ian era davvero forte, così gli diede un calcio al ginocchio e questo cascò all'indietro sopra le coperte pulite, trascinandosi dietro anche la ragazza.

"Ian! Le coperte!" Urlò quest'ultima disperata. Erano tutte sporche di terra.

"Dai, su, su, che non è successo nulla" Ian si zittì subito alla vista dello sguardo assassino della ragazza che era sdraiata sopra il suo petto.

Erina cercò di alzarsi, ma il moro la tirò di nuovo verso il proprio petto muscoloso.

"Lasciami!" Ordinò questa dimenandosi a più non posso, facendo solo divertire il ragazzo sotto di lei.

"Se mi dai...." "Scordatelo!" Tagliò corto lei facendo fare il labbruccio a Ian "Ma non ho neanche finito la frase!" "Non ce n'è il bisogno. Un pervertito e maniaco come te non può volere altro che un bacio" disse questa indispettendo il ragazzo.

"Bene, visto che lo hai capito dammelo" "Col cavolo" "Ok, allora vorrà dire che staremo abbracciati qui per tutta la mattina. A me tanto non dispiace" Erina sbuffò pesantemente.

"Davvero, Ian, lasciami" Ian scosse la testa divertito.

Leggermente imbarazza si chinò verso il moro e gli diede un veloce bacio sulla guancia. Cercò di alzarsi da quella imbarazzante posizione, ma quello la ritirò indietro.

"Un bacio sulle labbra" Erina arrossì di colpo.

"Non lo farò" Ian sbuffò "E va bene" lasciò la presa della bionda e quella si alzò subito.

"Spostati, ora devo rilavare le coperte che qualcuno ha sporcato" Ian sorrise divertito e tese la mano a Rin per farsi tirare in piedi, ma quando la bionda le diede la propria mano, questo la tirò a terra, per poi strapparle un veloce bacio a stampo.

"Ian!" Urlò questa dandogli uno schiaffo sui pettorali, facendolo ridere di gusto.

***

"Ti scongiuro, vattene!" Disse per la centesima volta la bionda. Ian non la stava affatto aiutando, faceva solo un casino dietro l'altro.

"Che cattiva che sei! Ti ho detto che posso imparare!" "Se impari un altro po', queste diventano poltiglia di stoffa!" Senza aggiungere altro Ian le fece una linguaccia per poi entrare nella villa.

***

"Devi venire!" Urlò Sasha dall'altra parte del telefono, facendo roteare gli occhi a Erina.

"Non mi piace mangiare fuori. Preferisco stare a casa e cucinarmi qualcosa di sano" replicò la bionda facendo sbuffare la castana.

"Non muori per un hamburger!" "Ma perché vuoi che venga al MCdonald's?" "Perché ci viene anche Anastasia!" Esclamò quella facendo confondere Erina. Che cosa c'entrava Anastasia con lei?

"E a me che interessa?" "Ovvio che ti deve interessare! Ti sei forse scordata che quella sbava dietro a Ian?!" "No, ma questo che c'entra adesso?" Un urlo di frustrazione scappò dalla bocca dell'amica. Erina era davvero ottusa.

"Non puoi lasciarli soli!" "Ma non sono soli, hai detto che si esce in gruppo, no?" Sasha fece un altro urlo. La mandava fuori di testa quando faceva così.

"Tu vieni e basta! Ahhh, quanto sei ottusa!" Senza dire altro la castana attaccò il telefono, facendo leggermente aprire la bocca a Erina, perché Sasha si era arrabbiata?

***

"Riri, ma non hai mangiato nulla!" Esclamò Ian vedendo l'hamburber mozzicato solo per metà della ragazza.

"Non mi piace mangiare queste schifezze" ripose Erina guardando quasi con disgusto il panino. Era già tanto se era riuscita a morderlo per metà.

"Davvero? Perché non me lo hai detto prima? Così cambiavamo posto" disse il moro guardando con dispiacere la ragazza di fronte a lui.

"Ma quanto siamo preziose" sentenziò John, seduto davanti a Erina. La ragazza, come risposta, gli regalò un bel dito medio. Il suo rapporto con John era strano. Era una sorta di odio con un poco di affetto.

Si punzecchiavano spesso, quasi come due fratelli. A Erina non dispiaceva rispondergli a tono e a John divertiva avere qualcuno con cui battibeccare.

"Non fare lo stronzo con la mia Riri" rispose Ian facendo sbuffare l'amico. "Che ti andrebbe di mangiare?" Chiese il moro girandosi verso la bionda, che si mise subito a riflettere attentamente.

"Gelato al mango. Mi piacerebbe mangiare del gelato al mango" appena questa finì di pronunciare la frase, Ian si alzò da tavola, ci buttò venti euro e prese la ragazza per un braccio per trascinarla fuori dal locale "Voi continuate pure, ci vediamo domani a scuola" disse questo prima di uscire definitivamente, lasciando tutti i presenti allibiti dal suo comportamento. 

"La sta viziando come una bimba" disse John addentando una patatina, mentre Sasha rise sotto i baffi, per poi girarsi verso Anastasia, curiosa di una sua possibile reazione isterica, ma la vide con il volto chinato sul proprio piatto, del tutto assorta in un proprio mondo.

"Ianuccio caro è così carinoooo!" Urlò contenta la castana.

"Hey, smettila di chiamare Ian in quel modo" sbuffò Peter a fianco della ragazza, che scoppiò a ridere. "Sei geloso?" Chiese lei toccandogli una guancia con un dito, divertendosi non poco vedendo la sua espressione corrucciata. "E anche se fosse? Smettila di chiamarlo così, hai capito?" Disse lui prendendo il polso della ragazza, guardandola dritta negli occhi. Di tutta risposta Sasha lo baciò "Va bene, gelosone".

"Bene. Brava la mia ragazza" Peter si rifiondò tra le labbra della ragazza. Adorava le sue labbra, erano sempre morbidissime e adorava anche il sapore della sua bocca, un sapore che per lui era diventato droga.

John storse il naso davanti a quelle effusioni in pubblico e si girò da un'altra parte, notando che vi era qualcosa di strano tra Alex e Anastasia. Solitamente scherzavano sempre insieme.

"Che avete voi due? Avete litigato?" Chiese lui ai due, ma nessuno rispose. Alex guardò l'amico e poi la ragazza davanti a lui con la testa china. Gli faceva male vederla così triste. Ormai era da un paio di settimane che lo ignorava e lo evitava.

Alex aprì gli occhi con un gran mal di testa, ricordava ben poco di quello che era successo la sera precedente, ma era convinto che fosse stato con Anastasia, dimostrato dalla presenza della coperta rosa pieno di tulle bianche che poteva appartenere solo alla rossa, infatti appena si girò a sinistra la vide addormentata sul proprio tappeto gigante di un fucsia acceso.

Sorrise alla vista della ragazza che dormiva beata come una bambina.

Scese dal letto a baldacchino e si mise vicino ad Anastasia. Aveva il mascara colato accompagnato da lacrime secche, il riccio non capì il motivo del suo pianto e questo gli fece un gran male. Detestava vederla piangere, lui la voleva felice.

Le accarezzò una guancia e la ragazza si rilassò sotto il suo tocco, per poi aprire leggermente gli occhi.

"Ale..." biascicò lei stropicciandosi gli occhi e mettendosi seduta.

"Perché hai pianto? Perché hai dormito sul pavimento?" Chiese lui pulendole la guancia sinistra e immediatamente Anastasia si ricordò della confessione del ragazzo davanti a lei la sera precedente.

Subito si sottrasse al suo tocco, facendo accigliare l'amico.

"Qualcosa non va?" Domandò lui guardandola leggermente preoccupato e la rossa si stizzì.

Le faceva male sapere che il suo migliore amico voleva bene ad un'altra ragazza al di fuori di lei. Era gelosa. Alex doveva essere solo suo.

"Ale, dimmi la verità- iniziò lei girandosi verso Alex che la guardava ancora più confuso -Hai qualcuno che ti piace?" Il riccio perse un battito. Perché gli aveva rivolto quella domanda? Era forse arrivato il momento per dichiararle il proprio amore?

No.

Lui non voleva. E se lei lo rifiutasse? Cosa possibile al novantanove per cento. Se lei non lo volesse più vedere? Se lo odiasse?

No, non avrebbe corso quei rischi, preferiva piuttosto rimanere all'ombra e proteggerla senza pretendere chissà quale ringraziamento se non un suo sorriso.

"Sì- Il cuore di Anastasia aperse un battito -Mi piace Tay, quella ragazza rossa che vedi spesso con me" Anastasia si bloccò sul posto. Allora era vero.

"Taylor Hudson?" Chiese lei più per convenienza che altro. Alex annuì e per la prima volta in cinque  anni, i due non seppero cosa dirsi....

"Ana, vieni con me" disse il riccio alzandosi da tavola, per poi tirare fuori i soldi della cena come aveva fatto Ian e lasciarli sul tavolo. La rossa rimase immobile, così lui la prese di peso e la portò di fuori.

"Ma perchè sono l'unico single qua?" si lamentò John addentando un'altra patatina. Ian e Erina erano andati, Peter e Sasha pensavano solo a limonare e ora anche Alex e Anastasia se n'erano andati.

Sbuffò bevendo un sorso della propria coca.

***

"Dove mi stai portando?" Chiese Erina seguendo il moro, che non aveva lasciato la sua mano nemmeno un istante.

Le sue lunghe dita affusolate erano intrecciate in quelle piccoline della ragazza, che arrossì sentendo la forte presa del ragazzo.

Stavano solo camminado, lui davanti, lei dietro, ma si sentì protetta come non era mai successo. Prima era lei a proteggere se stessa, ora c'era lui. Il cuore della bionda palpitò, non sapeva il perché, ma si sentì bene con Ian che le teneva la mano.

"Siamo arrivati- disse Ian interrompendo il corso dei pensieri della ragazza, facendola ritornare alla realtà -Qui è la gelateria dove andavo spesso con mia madre, fanno un gelato al mango che è buoniss...Hey, ma che hai?" Chiese lui vedendo le guance di Erina che erano diventate rossissime.

Lei rimase in silenzio.

Voleva che si avvicinasse, voleva più contatto con lui, voleva...baciarlo.

Erina si scandalizzò subito davanti al proprio desiderio e si diede due schiaffetti sulle guance, ritirando la mano da quella di Ian, che la stava guardando del tutto confuso.

"Niente, sto benissimo" rispose lei entrando senza neanche guardarlo in faccia.

Si sentiva strana, il solito calore improvviso si era divampato di nuovo nel suo stomaco, stava sentendo caldo dappertutto.

Se non fosse che era giovane stava seriamente pensando che forse era in menopausa...

****

"Si può sapere che hai?- Chiese Alex gentilmente, ma Anastasia non rispose -Ana, che hai?- Richiese lui cercando di accarezzarle una guancia, ma lei si scostò- Non capisco, cosa ho fatto per farti arrabbiare così tanto? Sono due settimane che mi eviti..." Domandò lui, ma la ragazza abbassò la testa e proprio quando lui le stava per alzare il volto, una lacrima cadde sul palmo della sua mano.

Si sentì male, ogni lacrima della sua amata era come una lama infilzata nel suo cuore.

"Dimmi la verità, ti piace davvero Taylor?" Non sapeva perché lo stesse chiedendo, ma sperava in una risposta diversa. Voleva una risposta diversa. In quelle due settimane non aveva fatto altro che pensare a lui e quando a scuola la vedeva con quella ciabattona moriva d'invidia.

Alex rimase un attimo spiazzato, lei stava così male perché era gelosa? Era davvero arrivato il momento di dichiararsi? Una vocina nella sua testa disse di no, ma questa volta non volle più darle retta.

"No, mi piaci tu" La testa della rossa scattò in avanti. Si sentì stordita 'Mi piaci tu, mi piaci tu, mi piaci tu' queste tre parole continuavano a ripetersi nella sua mente.

Scoppiò in lacrime e Alex si pentì subito per aver detto quelle parole.

"Sei uno stronzo!" urlò lei scappando via. Piangeva perché era davvero sollevata dalla risposta del riccio, ma allo stesso tempo non sapeva più come affrontarlo.

Cosa provava per lui? E Ian?

***

Erano passati cinque giorni da quella notte e Alex e Anastasia non si rivolgevano più la parola.

Lui era mancato da scuola per due giorni, lei c'era sempre andata, ma era costantemente assente.

Nessuno si aspettava che i due migliori amici di sempre non si parlassero più, ma sopratutto nessuno si aspettava che Alex si fosse messo con Taylor.

I due si stavano, proprio ora, felicemente limonando davanti alla rossa.

Anastasia vide la scena e girò la testa infastidita. Aveva sperato che Alex le rivolgesse la parola, rompendo così il ghiaccio e permettendole di chiedergli scusa per il suo atteggiamento di domenica scorsa, ma lui era ritornato a scuola mano nella mano con la rossa.

Era molto abbattuta, non aveva grandi amicizie, aveva solo amici maschi e quello con il quale si confidava di più era Alex, quindi ora aveva tutto dentro, non avendo la possibilità di liberarsi del grande macigno che aveva nello stomaco.

Anastasia era una ragazza molto orgogliosa e l'amicizia con Alex non l'aveva certo aiutata a diminuire il proprio orgoglio, visto che ogni volta che litigavano, cosa che non aveva mai superato le tre ore, indipendentemente da chi avesse sbagliato, il riccio chiedeva sempre per primo scusa.

Ora erano da ben cinque giorni che lui non le parlava, neanche un messaggio.

Era anche arrabbiata, lui aveva detto che gli piaceva, ma proprio ora si stava baciando con un'altra davanti ai suoi occhi.

Era frustrata perché era arrabbiata, lui non le dovrebbe interessare. Perché provava gelosia verso la rossa sulle sue gambe? Lei non dovrebbe essere felice per lui in qualità di sua migliore amica? Perché aveva tanto voglia di strozzarli?

Quello stronzo. Pensò mentre i suoi occhi si inumidirono. Avrebbe tanto voluto alzarsi, ma tutti avrebbero notato che aveva gli occhi lucidi.

In quel momento qualcuno sbattè la mano sul tavolo, zittendo subito l'intera mensa e facendo staccare subito i due. "La scuola, sopratutto la mensa, non è luogo per procreare. Se volete fare dei bellissimi e amorevoli pargoletti, vi prego gentilmente di uscire da questa sala e di andarvene a casa vostra, ma anche in mezzo alla strada non mi crea problemi, basta che ora uscite immediatamente da qui, perché mi fate venire la voglia di vomitare tutto quello che ho appena mangiato" Taylor guardò di malomodo Erina "Ma chi ti credi di essere?" "Io? Di sicuro non una ragazza dai facili costumi che sta suscitando la nausea a tutti già da tre giorni" la rossa stava per ribattere, ma il riccio sotto di lei la trattenne e la portò fuori dalla sala, sotto un generale mormorio e non prima d'aver lanciato un'occhiata fugace ad Anastasia.

Anastasia non sapeva se Erina l'avesse fatto per lei o meno, ma non riuscì lo stesso a trattenere una lacrima, che asciugò subito.

***

"Riri, cucini per me questo weekend?" Piagnucolò Ian facendo il labbruccio. "Perché?" "Mio padre ha detto che tuo padre ha detto che tu cucini benissimo" "Va bene" Ian scattò in piedi dal divano" "Sei seria?!" "Sì, domani andiamo a comprare gli ingredienti e domenica facciamo una mega cena insieme a tutti" Ian sbuffò "Ma io volevo che cucinassi solo per me e che passassimo la domenica soli soletti!" Protestò deluso lui. "Allora non si fa niente" Il moro sbuffò di nuovo "E va bene".

Dopo qualche minuto di silenzio, il moro riprese la parola "Perché oggi eri così incazzata con Alex e la sua ragazza? Anche Peter e Sasha si baciano spesso davanti a noi" "Ma loro non feriscono nessuno" Ian non capì "Che vuoi dire?" Erina alzò gli occhi al cielo, era proprio un bambino "Non hai notato che Anastasia stava per piangere?" Il ragazzo non parlò più. 

Tutti avevano notato che Anastasia era strana, come lo era Alex, ma nessuno sapeva come andarle a parlare nonostante si conoscessero da diversi anni, visto che era sempre stato Alex che la consolava quando era triste.

C'erano sempre stati l'uno per l'altra.

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