Blood || Larry Stylinson

xxloueh_

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In Harry c'era qualcosa che gli altri ragazzi non avevano. Nel sangue, per intenderci. Еще

prologo
uno
due
tre
quattro
cinque
sei
sette
otto
nove
dieci
undici
dodici
tredici
quattordici
quindici
sedici
diciassette
diciotto
diciannove
venti
ventuno
ventitrè
ventiquattro
venticinque
ventisei
ventisette
ventotto
ventinove
trenta
epilogo
sequel

ventidue

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Harry non poteva credere che così tante cose strane fossero successe in poco tempo. Prima la promessa con Louis, poi Michael. Proprio lui, Michael delle medie.

Lui, Gemma ed il resto della band erano in camera di Harry seduti per terra. Avevano appena finito di mangiare e si erano presi una pausa per chiacchierare. Gemma scrutava ogni cambiamento nella stanza del fratello, come i poster nuovi, l'armadio prima bianco divenuto grigio, il letto prima era davanti alla finestra, ora attaccato al muro opposto. Gemma indicò proprio l'armadio. "Hai qualcosa di colorato là dentro?" disse a Harry.

Scosse la testa e Gemma sbuffò, alzandosi in piedi e fissando Harry dall'alto. Dondolò sui piedi e fece un sorrisetto malizioso.

"Che c'è?" disse Harry messo sotto pressione.

I ragazzi avevano capito dallo sguardo della sorella, che parlò successivamente "Abbiamo trovato un tizio che organizza una festa a casa sua. Entrata gratis. Dobbiamo andare a comprarti qualcosa di carino e soprattutto non nero."

"Voi siete pazzi, non ci verrò mai."
Harry odiava le feste. In verità, odiava tutti i posti affollati. Non sopportava l'idea di persone agitate che gli potevano andare contro.

"Non sarai mica da solo, sarai con noi." anche Michael si alzò, appoggiando Gemma.

Vedendo che tutti si stavano alzando in piedi, Harry si arrese. Non avrebbe avuto scelta poiché quando sua sorella si impuntava su qualcosa, non aveva intenzione di mollare. "Giuratemi che non mi lascerete."

I ragazzi e sua sorella gli sorrisero, quindi, una volta usciti di casa, montarono sul furgoncino e Ashton li portò in centro città.

Harry voleva affrettare le cose per non subirsi ore e ore di shopping con Gemma, quindi la portò in quel negozio rosa che aveva visitato insieme a Liam. Prese la camicia a fiori color salmone e i pantaloni attillati bianchi che aveva già provato. Andò a mettersi l'outfit nel camerino e Gemma lo aspettò fuori. Calum, Luke, Michael e Ashton erano rimasti nel furgone: li avevano avvertiti sul fatto che avrebbero fatto presto.
Harry uscì appena si sentì pronto.

"Questo è il fratello che mi ricordavo." ammise Gemma, sorridendo appena. Quel sorriso durò poco poiché l'emozione e il pianto presero il sopravvento. Lo abbracciò all'improvviso senza dire niente, ma quell'abbraccio seppe trasmettere più di mille parole. Harry l'allontanò e notò i suoi occhi lucidi. Con un dito le asciugò una lacrima solitaria che era scesa lungo la guancia.

"Gem, che fai, piangi?"

"No, stupido. Uno dei tuoi capelli mi è entrato in un occhio!" ridacchiò e se lo strofinò con un pugno chiuso. Gemma non amava mostrarsi debole, proprio come Harry.

Harry rientrò nel camerino e appena trascinò la tenda sentì il suono di una notifica e poi la voce di Gemma "Senti, scusami ma si è rotta una corda della chitarra di Luke e non sa come aggiustarla. Sta arrivando Michael."
Ella aveva ricevuto un messaggio d'aiuto da parte di Luke, era brava a maneggiare gli strumenti rispetto al resto della band.

Dopo averle detto che aveva capito, Harry si rimise i soliti abiti neri. Si stava tirando su la zip dello stivale quando sentì Michael chiamarlo da fuori. Adagiò i vestiti del negozio sull'avambraccio ed andarono a pagare. Tirò fuori il portafoglio ma Michael aveva già preso i soldi e li stava dando alla commessa. Harry lo guardò sorpreso e anche un po' confuso, con le sopracciglia abbassate. Poteva benissimo permettersi di pagarlo da solo, non capiva perché Michael avrebbe dovuto farlo lui.
La commessa, Linda, faceva gli occhi dolci a Michael mentre masticava rumorosamente il chewing-gum. Anche lui le sorrideva, ma era dovuto all'imbarazzo. Sullo scontrino, Linda aveva scritto il suo numero di cellulare. Gli fece segno con una mano di chiamarlo.

A metà strada tra il negozio e il parcheggio, i due ragazzi si fermarono di botto. Michael prese con una mano lo scontrino e lo accartocciò, poi lo gettò a terra e lo calpestò.

"Michael, la respingi in questo modo?" disse ironico Harry, veramente non gli fregava nulla.

Lo ignorò. Lo prese per un braccio e lo trascinò in un vicolo vicino al marciapiede. Harry sbatté contro il muro e si sentì schiacciato dal corpo di Michael. "Non mi serve nessuna ragazza, ora ho te." disse Michael, e non gli diede neanche il tempo per controbattere che la sua bocca era già attaccata a quella di Harry.

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