Tu: La Mia Ossessione

Da jessyca96

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Forse quando prendi una delusione d'amore, la scelta migliore non è chiudere il tuo cuore. Non serve, perché... Altro

Avviso Importante
Prologo
Capitolo 1
capitolo 2
capitolo 3
Avviso
capitolo 4
capitolo 5
capitolo 6
capitolo 7
capitolo 8
capitolo 9
capitolo 10
Capitolo 11
capitolo 12
Avviso!
capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
capitolo 17
Capitolo 18
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capitolo 19
capitolo 20
capitolo 21
Capitolo 22
capitolo 23
capitolo 24
Epilogo
Ringraziamenti
Avviso importante
Pagina instagram

capitolo 13

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Da jessyca96

Oggi mi ero svegliata con un mal di testa tremendo.
Guardai il mio telefono e vidi la lucina accesa rossa che segnalava l'arrivo di una chiamata o di un messaggio.
Tolsi il blocca tasti e vidi che si trattava di un messaggio, il numero non era registrato in rubrica.

"Buon giorno bambolina, stamattina sono partito presto e non ho potuto salutarti, ci vediamo presto...
Besos...💋 Andreas..."

Non sapevo il perché, ma vedere il suo messaggio mi mise subito di buon umore e mi accorsi anche che sorridevo come un ebete.
La cosa che mi stavo chiedendo era: chi gli aveva dato il mio numero?!?
Probabilmente Nina. Pensai.

Mi stiracchiai come una gattina e guardai in direzione delle mie amiche, dormivano come un sasso.
Ieri sera non le avevo sentite rincasare, probabilmente già dormivo come un ghiro.

Vidi l'ora sul telefono e notai che era giunto il momento di alzarmi.
Mi feci una doccia veloce, asciugai i miei capelli alla bell'e meglio, con un pessimo risultato, per cui li legai in un disordinato chignon, indossai il mio tailleur nero e le Loubotin nere abbinate. Mi guardai allo specchio e la figura riflessa sembrava una perfetta donna in carriera.

Prima di uscire lasciai un post-it alle mie amiche dormiglione, avvisandole che ero a lavoro e che se avrebbero voluto avremmo potuto pranzare insieme, durante la pausa pranzo.

Uscii di corsa e mi scontrai con mio cognato Lucas, che come me, stava andando a lavoro.
Mi rivolse un sorriso e mi augurò una buona giornata, che io ricambiai con un sorriso.

Durante il tragitto decisi di chiamare mia madre, anche se erano le otto e trenta, lei sicuramente era già sveglia.
Mi rispose a primo squillo.
<<Ciao mamma..>> la salutai.
<<Venere, che sorpresa!>> cinguettò dall'altro capo del telefono.
<<Come stai?!>> gli domandai, sapendo che adesso sarebbe partita a raffica.
E infatti non mi sbagliai, fu l'unica domanda che gli feci, dato che non mi diede l'opportunità di ribattere o di fargliene altre.

Mi raccontò di quanto era cocciuto mio padre, che non voleva andare dal medico per un controllo, nulla di grave, un semplice raffreddore, ma mia madre era iper protettiva.
Ricordo di una volta, quando io e mia sorella per sbaglio, andando in bicicletta, andammo a sbattere una contro l'altra e che cadendo ci sbucciammo un ginocchio, lei, per una semplice sbucciatura voleva portarci in ospedale.

Mi raccontò di Laura che stava cercando di aprire un atelier per ragazze, e come al solito si informò della mia situazione sentimentale, che sviai dicendole che ero arrivata a lavoro e che quindi dovevo chiudere la chiamata.
La salutai e le promisi che l'avrei richiamata presto.

In ufficio arrivai con dieci minuti di anticipo, salutai Marissa e mi fermai a parlare un po' con lei.
<<Come hai trascorso il weekend?!!?>> mi chiese lei, digitando, nel frattempo, qualcosa al computer.
<<Mi sono divertita un sacco, sono venute a trovarmi le mie migliori amiche dall'Italia per festeggiare il mio compleanno!>> lei mi guardò stupita, in effetti avrei potuto invitarle se solo il compleanno lo avessi organizzato io.
<<Hai fatto il compleanno!!?>> strillò stupefatta.
Alcuni dei miei colleghi si voltarono a guardarci e io diventai paonazza in volto.
<<Si, ieri...mi dispiace non avervi inviate a te e Ramira, ma..è stata una festa a sorpresa.>> mi giustificai mortificata.
<<Tranquilla tesoro, buon compleanno anche se in ritardo!>> mi baciò sulle guance e mi abbracciò forte.
Dopo mi offrì un caffè. Nel frattempo anche Ramira fece il suo ingresso, in sala relax, e quando venne a sapere del mio compleanno anche lei mi strinse forte a sé.
In questo posto erano tutti così affettuosi con me, per cui non si poteva fare a meno di non volerli bene.

Dopo aver bevuto il caffè, entrai nel mio ufficio e cominciai a studiare qualche causa, domani sarei dovuta andare in tribunale, a risolvere una causa.

Mi buttai tutto il giorno sul lavoro, e quando venne l'ora di pranzo non me ne ero nemmeno accorta.
Guardai il telefono con la speranza che ci fosse un messaggio di Andreas.
Speravo che ci fosse un messaggio di Andreas?! Ma che mi stava succedendo?!?
Il mio inconscio avvertiva un pericolo in vista.
Non poteva essere vero, non potevo provare qualcosa per lui, avrebbe significato autodistruggermi.
Ma in fondo era solo una stupida infatuazione, giusto?
Ma il mio inconscio mi suggeriva che era più di questo, ma io lo ignoravo.
Forse era arrivato il momento di cercare un appartamento tutto mio, avevo messo di lato un po' di soldi della prima paga, che era stata davvero consistente.
Quando la ricevetti mi sentii appagata e decisi di darne una piccola porzione ad Almira per l'Istituto.
Quando guardai il telefono vidi che c'era un messaggio, ma non si trattava di Andreas, bensì di Giada, che mi avvisava che si erano svegliate tardi, per cui il pranzo sarebbe saltato.

Andai alla macchinetta e presi una barretta di cioccolato.
Non avevo incontrato Marissa, evidentemente era andata a pranzo.
Quando tornai in ufficio, mi misi alla ricerca di un appartamento.

Trovai un appartamento di 80 metri quadri, con quattro vani: una camera da letto, una cucina, un salone e un bagno, arredato.
Il prezzo era abbordabile e tra l'altro si trovava proprio al centro di Granada. Mi segnai il numero e mi ripromisi di chiamare al più presto possibile.

Mangiai la mia barretta e dopo mi buttai a capofitto nel lavoro, e senza neanche accorgermene si erano già fatte le cinque, quindi era arrivata ora di andare.

Recuperai la mia ventiquattro ore e il mio giubbino, salutai le ragazze quando le passai di fronte e andai a prendere l'auto.

Prima di passare a casa, decisi di telefonare al proprietario dell'appartamento, che mi rispose dopo due squilli.

Ci accordammo per vedere l'appartamento domani pomeriggio, verso quest'ora.

Felice della probabilità che finalmente avrei avuto una casa tutta mia, mi avviai a casa.

La mia nuova vita stava prendendo una giusta piega, ero soddisfatta di me stessa.

Mentre ero sulla via di casa, decisi di invertire rotta e di andare a trovare i bambini all'Istituto.

Quando arrivai, i bambini stavano sghignazzando felici, e non appena mi videro mi si gettarono addosso.
Joshua non era tra di loro e quindi andai a cercarlo.
Chiesi a Samia, la ragazza che badava ai bambini, e mi disse una cosa che mi fece rabbuiare subito: Joshua stava conoscendo una coppia di coniugi che avrebbero voluto adottarlo.
Diventai triste all'istante, non sopportavo l'idea che si sarebbe allontanato da me e non l'avrei mai più rivisto.

Fu egoista da parte mia tirare un respiro di sollievo quando mi dissero che cercavano un bambino più piccolo e Joshua era già abbastanza cresciutello.

Quando mi vide, il bambino, strillò di gioia e si catapultò tra le mie braccia..
<<Come è andata?!?>> gli chiesi, sperando di non ferire il suo ego, dato che quella coppia non lo aveva preso con sé.
<<... Io..non...voglio..andare con loro>> mi disse,cogliendomi di sorpresa e guardandomi con quegli occhioni grandi castani.
<<Perché?!?>> gli domandai ancora.
<<Mi piace qui..!>> mi sorprese un'altra volta.
<<Davvero?!?>> chiesi stupita, dando voce ai miei pensieri.
<<Si, qua ci sei tu!>> mi rispose lui, quasi in un sussurro, diventando rosso in volto, per l'imbarazzo.

Quando tornai a casa, le ragazze erano sdraiate sul divano..
<<Hola chicas!>> le salutai, gettandomi con la delicatezza di un bisonte sul divano.
<<Come è andata la giornata bimba?!?>> mi chiese Beatrice, facendo zapping col telecomando.
<<Bene! È volata praticamente!>> mi tolsi le scarpe e mi sistemai meglio sull'enorme divano a isola.
<<Novità?!?>> mi chiese Giada, spazientita da Beatrice che continuava a fare zapping.
<<Non molte.. Anzii..domani vado a vedere un appartamento.>> cinguettai orgogliosa.
<<Cosa?!? Hai una villa come questa e vuoi andartene?!>> sapevo che potevo sembrare una pazza, ma la mia indipendenza valeva più di ogni altra cosa al mondo.
<<Sai come la penso, non voglio gravare su nessuno!>> Giada mi guardò imperterrita.
<<Contenta tu..>> esclamò infine.

Dopo essermi rilassata un po', andai a farmi una doccia.
La serata trascorse tranquilla e la stanchezza ebbe la meglio su di me, crollai sul divano prima delle dieci.

La mattina seguente la giornata a lavoro trascorse tranquillamente e alle cinque andai all'appuntamento con il proprietario dell' appartamento.

Digitai l'indirizzo su Google maps e in quarto d'ora mi trovai di fronte al palazzo.

La zona sembrava molto tranquilla. Entrai nel palazzo e salutai il portiere, quando gli dissi il mio nome, mi riferì che il signor Juanez mi stava già aspettando, al secondo piano appartamento numero tre.

Quando bussai alla porta, venne ad aprirmi un signore paffutello e pelato, che puzzava di tabacco.
<<Buona sera>> mi salutò l'uomo, stringendomi la mano.
<<Buona sera a lei..>> ricambiai io.
L'uomo procedette a farmi visitare l'appartamento, che per una persona sola era abbastanza grande.
Era molto accogliente e arredato nei minimi dettagli, in stile moderno.
<<Questo è il bagno...>> mi mostrò un piccolo bagno, con una doccia un lavabo e i due sanitari.
Questo appartamento mi piaceva sempre di più.
<<Se per lei va bene e le piace possiamo passare a firmare il contratto..>> mi propose l'uomo.
<<Mi sembra un ottima idea...>> dissi entusiasta.
Quando finimmo di risolvere le questioni burocratiche, l'uomo se ne andò lasciandomi le chiavi dell'appartamento in mano.
Ero felicissima. Più tardi avrei chiamato Marissa per dirle che domani avrei preso un giorno libero a lavoro, per sistemare la mia roba.

Felicissima rientrai a casa e mostrai a mia sorella e alle mie amiche le foto della mia nuova casa.
Nina si rattristò un po', ma non appena le dissi che sarei passata spesso a trovarla, il sorriso le ritornò.
<<Quindi domani traslochiamo?!?>> mi chiese Beatrice.
<<Si..vorrei dormire a casa mia domani!>> cinguettai fiera.
<<Mi sembra fantastico...>> esultò sarcasticamente Giada.
A lei piaceva molto vivere qui, come darle torto, ma avevo bisogno della mia privacy..
In realtà hai bisogno di evadere da Andreas!! Mi suggerì il mio inconscio.
Ma io non lo avrei mai ammesso.
<<Vado di sopra a preparare le valigie!>> annunciai alle ragazze che erano sedute a bordo piscina a smangiucchiare patatine.
<<D'accordo ti chiamiamo quando è pronto!>> salii un camera e decisi di chiamare Andreas per informarlo della mia decisione, dovevo ringraziarlo per il disturbo che si era preso ospitandomi.
Ma chi volevo prendere in giro?!? Volevo chiamarlo per sentire la sua voce!!
Presi il telefono in mano, ma da codarda qual' ero non riuscivo a far partire la chiamata.
<<Venere conta fino a tre e clicchi chiama! Non è difficile...>> mi dissi tra me e me.
1...2...3.. E finalmente feci partire la chiamata.
Il telefono squillava ma nessuno rispondeva, guardai l'ora erano appena le nove.
<<Pronto?!?>> rispose una donna dall'altro capo del telefono.
Guardai il display con la speranza che avessi sbagliato numero. Ma non fu così. Chiusi la chiamata all'istante.
Il cuore mi batteva all'impazzata.
Chi cazzo era quella?!?
Camminavo avanti e indietro per la stanza.
Quello stronzo non si faceva scrupoli a saltare da un letto all'altro.
Presi una sigaretta dalla borsetta di Giada e andai sul balcone a fumarla. Ultimamente fumavo molto spesso e sempre per gli stessi motivi.
Quel maledetto aveva invaso i miei pensieri, occupandoli ventiquattro ore al giorno.
Tutto ciò che facevo ruotava intorno a lui: chissà che starà facendo Andreas!? Chissà se gli piace questo vestito.. E bla bla bla bla... Ero diventata patetica!

E poi questa chi cazzo era???!?
<<Ven..! Che stai facendo qui fuori?!?>> sussultai e mi girai di botto e vidi Giada sul ciglio del balcone.
<<Mi hai fatto spaventare...>> dissi, aspirando un altro boccone di sigaretta.
<<Che hai!?>> mi chiese lei, scrutandomi con attenzione.
<<Niente, stavo fumando una sigaretta e poi vado a farmi una doccia.>> sviai il discorso, non ero dell'umore giusto per raccontarle le mie paranoie.
<<Non dire stronzate! E parla prima che ti estragga a forza quelle parole che vuoi tenerti per te!>> merda! Perché la mia amica mi conosceva così bene?! Non le potevo nascondere nulla!
<<Veramente, non è niente...>> lei mi guardò con fare minaccioso, come per dire o parli.... o parli!
<<Ti sembro un idiota?!...........
Ho capito mi racconterai tutto domani!...sono solo preoccupata per te, ultimamente mi sembri molto distratta... Forse...è un bene che tu ti sia presa un appartamento tutto tuo.>> okkey, lei aveva praticamente capito il nocciolo della questione.
<<Si è un bene! E non guardarmi in quel modo... Lo so sono una stronza! E mi dispiace, ma in questo momento non riesco a parlare!>> mi toccai le tempie, mi stava venendo un mal di testa pazzesco.
<<Vieni qui stronza!>> mi tirò in un suo abbraccio e io mi sentii improvvisamente a casa.
La prossima settimana sarebbero partite e questa cosa mi logorava. Chissà quando le avrei riviste...

La mattina arrivò più in fretta del previsto.
Tre giorni erano passati in un lampo e oggi sarebbe tornato Andreas.
Avrei voluto essere qui, per vedere la sua faccia, quando Nina gli avrebbe detto che non vivevo più in questa casa.
Molto probabilmente non gliene sarebbe importato di meno.
Ma d'altronde gli uomini erano tutti uguali. Avevano sempre un pallino fisso in testa. Magari un giorno avrei trovato l'uomo giusto per me, no?!? Perché ci sarà da qualche parte..... Ma chi volevo prendere in giro...forse l'uomo perfetto non lo avrei mai trovato perché io stessa ero imperfetta.
Un tempo ero un'inguaribile romantica, ma col tempo il mio cuore si era ibernizzato.
Forse era un bene così non avrei più sofferto.

Ma ultimamente sentivo che ero ancora viva, c'era qualcosa o per meglio dire qualcuno, che riusciva a far battere all'impazzata quel piccolo organo che ci teneva in vita, e quel qualcuno era proprio lui. E se non me ne sarei andata subito, lui mi avrebbe distrutto, avrebbe distrutto anni di autocontrollo di me stessa. Mi sarei autodistrutta, non sarebbe rimasto più niente di me.

Mi promisi di non pensarlo almeno per un'ora.
Tutti si erano dimostrati gentili per aiutarmi, ma avevo declinato il loro aiuto perché avevo poche valige.
Quindi il "trasloco" si rivelò molto semplice.
<<Allora hai preso todos!?>> mi chiese Nina, con le lacrime agli occhi. Probabilmente gli ormoni della gravidanza, la rendevano molto emotiva. Cavolo, non stavo cambiando paese, stavo solo andando a vivere da sola in una casa in centro. Punto. Fine della storia.

<<Si... >> dissi abbracciandola, dato che quelle benedette lacrime avevano bagnato il suo dolce visino.
<<Non piangere... Dove sto andando?!?>> chiesi sarcasticamente.
<<In un altra casa..>> rispose lei, tra i singhiozzi...
<<Il che vuol dire..?!?>> Nina mi stava facendo ammattire.
<<Che vai a vivere da sola...>> rispose lei un po' incerta.
<<No..vuol dire che non cambio paese, e che ci vedremo tutti giorni, con l'unica differenza che non dormirò qua. E poi passo la maggior parte del tempo fuori, a lavoro, per cui non ti accorgerai nemmeno della mia assenza.>> la rassicurai.
La informai che le ragazze erano uscite in centro e che avevano preso in prestito la macchina di Fernando.

Dopodiché caricai gli ultimi bagagli in macchina e la salutai.
Gli ricordai che Fernando sarebbe venuto con me per riportare l'auto di Andreas. Dato che ero in centro mi sarebbe servita poco e comunque avrei provveduto a procurarmene una.

Quando arrivai a casa salutai Fernando che se ne andò con la Aston Martin di Andreas, alla quale mi ero molto affezionata, e depositai le valigie nel piccolo androne.

Chiamai le ragazze per avvisare che ero arrivata a casa, dopodiché mi dedicai a disfare i bagagli.

La signora delle pulizie stamattina aveva fatto un buon lavoro, si era dedicata alle pulizie al posto mio.
Adesso tutto splendeva e in casa c'era un' odore di mirra.

Quando stavo per mettere le ultime cose nell'armadio, suonarono al campanello.

Di corsa sistemai la maglietta alla rinfusa ed andai ad aprire.
<<Holaaaa!!>> l'allegria fatta in persona.
<<Dove siete state...>> chiesi, rivolgendomi ad entrambe.
<<Mi scappa la pipì... Dov'è il bagno... ?!?>> Indicai a Beatrice che il bagno era in fondo a destra.
<<Mi piace da morire questo posto! Se entro sabato trovo un lavoro, mi stabilisco qui...>> scherzò Giada, ma in fondo in fondo io sapevo che lei stesse dicendo la verità.
Qual'era il detto?!? Ah sì... Scherzando scherzando si dice sempre la verità...
<<Che programmi abbiamo per stasera?!?>> mi chiese Giada.
<<Pigiama e letto... Sono stanchissima...>> dissi sbadigliando.
<<Non se ne parla!>> sbottò lei, gettandosi sul sofà in pelle bianca.
<<Davvero Giada, stasera no... Domani sera però usciamo...>> si arrese facilmente..

Finii di sistemare il necessario ed uscii a fare un po' di spesa.
Quando rientrai le ragazze si stavano preparando, io sistemai la spesa e poi mi distesi sul divano e senza accorgermene mi addormentai.

<<Venere, Venere...svegliati...>> dischiusi gli occhi e di fronte a me vidi Giada e Beatrice vestite di tutto punto.
<<Scusaci non volevamo svegliarti, ma ti volevamo avvertire che stavamo uscendo...>> annuì e loro mi diedero un bacio sulla fronte e uscirono.

Io per un bel pò rimasi sul divano, dopo mi avviai in bagno e andai a fare una bella doccia lunga, che mi avrebbe aiutato a rilassare la muscolatura.

POV ANDREAS..

Questo viaggio non poteva andare più male di così, cazzo.
L'affare per il quale ero partito, non era andato per niente bene, ma ero sicuro che mi avrebbero contattato al più presto per fare affari con me, e io col cazzo che avrei accettato. Andreas Gómez non dava mai una seconda possibilità.

Quando atterrai, presi subito i bagagli e vidi Fernando che mi stava aspettando.
<<Buonasera Fernando..>> lo salutai e lui scese dalla macchina e aprì il bagagliaio e io vi sistemai il mio bagaglio a mano.

Avevo alloggiato da una mia cara amica, in passato era stata una mia amica intima in tutti i sensi, ma poi da persona intelligente qual'era, aveva capito che io non avrei mai voluto cose serie, mentre lei era sempre stata propensa a mettere su famiglia, e da lì, eravamo rimasti in ottimi rapporti.

<<Allora Fernando, novità a casa...?!>> chiesi tanto per rompere questo silenzio imbarazzante.
<<Nessuna..a parte il fatto del trasloco della signorina Venere...>> Cosa?!? Che cazzo era questa storia?!?
<<In che senso trasloco?!?>> l'uomo mi guardò come per dire " secondo te che vuol dire trasloco?! " ma non me ne fregò di meno, volevo saperne di più.
<<È andata a viv...>> lo interruppi subito...
<<Dove è andata a vivere?!?>> non gli diedi nemmeno il tempo di rispondere, che gli ordinai <<Portami da lei!>> l'uomo annuì e fece come richiesto.

Quella donna mi avrebbe fatto ammattire. Nessuno gli aveva detto che era un peso, cazzo. Per quale motivo se ne era andata!??
Adesso mi avrebbe sentito, non mi aveva nemmeno avvisato.
E poi perché cazzo me la stavo prendendo così tanto?!! Lei per me non significava niente..giusto?!?

Cazzo non ero lucido in questo momento...
Avevo fatto un viaggio di merda, mi avevano perso i bagagli, gli affari non erano andati come speravo e ora si ci metteva pure lei con questo cazzo di trasloco... Merda...merda...merda...!

Nell'ultimo quarto d'ora avevo detto più parolacce di un adolescente..

Fernando si fermò davanti a un palazzo, mi resi conto che ci trovavamo in pieno centro, e che la piazza distava dieci minuti da qui, Fernando mi comunicò che Venere abitava in quel palazzo e che il suo appartamento era al secondo piano.

Scesi dalla macchina ed entrai nel palazzo, il portiere mi chiese chi stessi cercando e io risposi che dovevo salire al secondo piano dalla mia ragazza, altrimenti non mi avrebbe fatto passare.
Perché mi piaceva così tanto l'idea di dire che Venere era la mia ragazza?!?
Avevo un bisogno disperato di dormire, perché la stanchezza mi stava annebbiando la mente, con un sacco di idee ridicole.

L'ascensore tardava ad arrivare, così senza pensarci due volte, presi le scale.

Quando arrivai, vidi che su questo piano c'erano tre appartamenti. Cercai il nome di Venere ma non lo trovai, quindi giunsi alla conclusione che dato che negli altri appartamenti vi era la targhetta col nome dei proprietari, quello di Venere doveva essere per forza quello senza nome.

Suonai, ma nessuno venne ad aprirmi. Suonai ripetutamente e stavo pensando che forse l'appartamento non era quello giusto...
Ma poi....qualcuno aprì la porta..
<<Ragazze...potevate..portarvi...le..chiavi..>> Porco cazzo! Il mio amico laggiù ebbe un fremito...e la mia bocca non riuscì a proferire parola.
Venere aveva indosso, un asciugamano striminzito, che lasciava ben poco all'immaginazione.
Era più bella di quanto io ricordassi...
<<Ciao..>> dissi infine.
<<Ciao...>> rispose lei imbarazzata, e le sue guance si tinsero di rosso.
<<Posso entrare?!?>> chiesi.
<<C-certo..>> balbettò lei e mi lasciò entrare.

<<Scusa pensavo che fossero Giada e Beatrice...stavo facendo la doccia... Vado a cambiarmi...>> disse lei, coprendosi più che poteva...
<<Puoi rimanere anche così, non mi disturba...>> dissi con un sorriso malandrino.
<<Certo come no... Come mai sei qui?!?>> come mai ero qui?!? Belle domanda! Potremmo passare alla domanda di riserva?!?
<<Come mai ti sei trasferita!?>> risposi con un'altra domanda...
<<Non hai risposto alla mia domanda...>> disse lei.
<<Volevo vedere il tuo appartamento..>> dissi la prima cazzata che mi passò per la mente..
<<Volevi vedere il mio appartamento..>> ripeté lei sarcastica.
<<Perché non mi hai avvisato?!>> chiesi.
Cazzo era dannatamente bella e sexy da morire.
<<Perché eri impegnato e non volevo disturbarti...>> disse lei, ma capii che mentiva, perché ogni volta che diceva una bugia con l'indice della mano si toccava la punta del naso. Venere era così facile da leggere, sembrava che la conoscessi da una vita piuttosto che da un mese.
<<Dimmi la verità...>> dissi, avvicinandomi a lei che arretrò, come se il mio corpo a contatto col suo potesse prendere la scossa da un momento all'altro.
<<È la verità!>> disse e di nuovo si toccò il naso.
<<Okkey...>> lasciai perdere, era evidente che non me lo avrebbe detto, per cui non insistetti...
<<Vado a mettermi qualcosa.. Tu fai come se fossi a casa tua..>> si dileguò in un attimo, e benché il mio cervello mi diceva di non seguirla, decisi di ignorarlo e la raggiunsi.
Lei mi guardò spiazzata, ma in cuor suo sapeva quello che stava per succedere.

Mi avventai con foga sulle sue labbra, Dio quanto mi era mancato il suo sapore e il suo profumo.
Era passato troppo tempo dall'ultima volta che i nostri corpi si erano fusi in una cosa sola.
Ero stato con altre donne dopo di lei, ma nessuna mi faceva lo stesso effetto.
Era come se non potessi mai saziarmi di lei, come la lupa famelica Dantesca.
Il suo profumo era una droga per me.
In questo momento era come se la mia vita dipendesse da lei.
Avevo una voglia matta di perdermi dentro di lei e marchiare il suo corpo con il mio nome, ma la mia fantasia venne infranta subito, quando lei con un espressione cupa si staccò da me.

Spazio Autrice

Hola chicos....
Scusate la mia lunga assenza, ma purtroppo mi si è rotto il telefono per cui scrivere mi è risultato impossibile. Il capitolo è più lunghetto rispetto al solito, per cui spero di essermi fatta perdonare.
Commentate e lasciate i like in tanti...
Non dimenticate che vi adoro e grazie per il perenne sostegno... Siete la mia forza....
Un bacio e alla prossima...
Vostra Jeje..❤❤❤
P

.s.. Vi piace la nuova copertina?!

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