capitolo 13

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Oggi mi ero svegliata con un mal di testa tremendo.
Guardai il mio telefono e vidi la lucina accesa rossa che segnalava l'arrivo di una chiamata o di un messaggio.
Tolsi il blocca tasti e vidi che si trattava di un messaggio, il numero non era registrato in rubrica.

"Buon giorno bambolina, stamattina sono partito presto e non ho potuto salutarti, ci vediamo presto...
Besos...💋 Andreas..."

Non sapevo il perché, ma vedere il suo messaggio mi mise subito di buon umore e mi accorsi anche che sorridevo come un ebete.
La cosa che mi stavo chiedendo era: chi gli aveva dato il mio numero?!?
Probabilmente Nina. Pensai.

Mi stiracchiai come una gattina e guardai in direzione delle mie amiche, dormivano come un sasso.
Ieri sera non le avevo sentite rincasare, probabilmente già dormivo come un ghiro.

Vidi l'ora sul telefono e notai che era giunto il momento di alzarmi.
Mi feci una doccia veloce, asciugai i miei capelli alla bell'e meglio, con un pessimo risultato, per cui li legai in un disordinato chignon, indossai il mio tailleur nero e le Loubotin nere abbinate. Mi guardai allo specchio e la figura riflessa sembrava una perfetta donna in carriera.

Prima di uscire lasciai un post-it alle mie amiche dormiglione, avvisandole che ero a lavoro e che se avrebbero voluto avremmo potuto pranzare insieme, durante la pausa pranzo.

Uscii di corsa e mi scontrai con mio cognato Lucas, che come me, stava andando a lavoro.
Mi rivolse un sorriso e mi augurò una buona giornata, che io ricambiai con un sorriso.

Durante il tragitto decisi di chiamare mia madre, anche se erano le otto e trenta, lei sicuramente era già sveglia.
Mi rispose a primo squillo.
<<Ciao mamma..>> la salutai.
<<Venere, che sorpresa!>> cinguettò dall'altro capo del telefono.
<<Come stai?!>> gli domandai, sapendo che adesso sarebbe partita a raffica.
E infatti non mi sbagliai, fu l'unica domanda che gli feci, dato che non mi diede l'opportunità di ribattere o di fargliene altre.

Mi raccontò di quanto era cocciuto mio padre, che non voleva andare dal medico per un controllo, nulla di grave, un semplice raffreddore, ma mia madre era iper protettiva.
Ricordo di una volta, quando io e mia sorella per sbaglio, andando in bicicletta, andammo a sbattere una contro l'altra e che cadendo ci sbucciammo un ginocchio, lei, per una semplice sbucciatura voleva portarci in ospedale.

Mi raccontò di Laura che stava cercando di aprire un atelier per ragazze, e come al solito si informò della mia situazione sentimentale, che sviai dicendole che ero arrivata a lavoro e che quindi dovevo chiudere la chiamata.
La salutai e le promisi che l'avrei richiamata presto.

In ufficio arrivai con dieci minuti di anticipo, salutai Marissa e mi fermai a parlare un po' con lei.
<<Come hai trascorso il weekend?!!?>> mi chiese lei, digitando, nel frattempo, qualcosa al computer.
<<Mi sono divertita un sacco, sono venute a trovarmi le mie migliori amiche dall'Italia per festeggiare il mio compleanno!>> lei mi guardò stupita, in effetti avrei potuto invitarle se solo il compleanno lo avessi organizzato io.
<<Hai fatto il compleanno!!?>> strillò stupefatta.
Alcuni dei miei colleghi si voltarono a guardarci e io diventai paonazza in volto.
<<Si, ieri...mi dispiace non avervi inviate a te e Ramira, ma..è stata una festa a sorpresa.>> mi giustificai mortificata.
<<Tranquilla tesoro, buon compleanno anche se in ritardo!>> mi baciò sulle guance e mi abbracciò forte.
Dopo mi offrì un caffè. Nel frattempo anche Ramira fece il suo ingresso, in sala relax, e quando venne a sapere del mio compleanno anche lei mi strinse forte a sé.
In questo posto erano tutti così affettuosi con me, per cui non si poteva fare a meno di non volerli bene.

Dopo aver bevuto il caffè, entrai nel mio ufficio e cominciai a studiare qualche causa, domani sarei dovuta andare in tribunale, a risolvere una causa.

Tu: La Mia Ossessione Where stories live. Discover now