Let Me Love You

By Stellalav

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Dalla prima volta che la vide, volle solo amarla e proteggerla. Dopo che la rivide dopo anni, voleva solo sci... More

1. Erina Stevenson
2. Ma perchè cazzo sei così violenta?!
3. Una bambina diventata donna troppo velocemente
4. Sushi
5. Stupida pallina gialla
6. Un grasso ragazzo di 120kg
7. Ti trasferirai
8. Lo stomaco in subbuglio
9. Ricordi
10. Volevo venirti a parlare, sai?
11. Cinquantatre euro e quarantatre centesimi
12. Ma mi devi dare tutta la pizza
14. Quella mi ha fottuto anche l'anima
15. Mi hai fatto preoccupare
16. Un restyling completo
17. Finiamola qua
18. Ho avuto paura
19. No, mi piaci tu
20. Voleva Alex lontano da Taylor
21. Questa è guerra!
22. Non mi si caga mai nessuno
23. Febbre e confessioni
24. Fare chiarezza
25. Era decisamente arrivato il momento
26. Sei uno stronzo
27. Buon Compleanno!
28. Mi sono innamorata di te
29. Sasha e Peter
30. Mi farai impazzire prima o poi
31. Ti amo

13. Un buon dottore

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By Stellalav

"Riri, sono triste- si lamentò Ian cercando di abbracciare da dietro la ragazza, che si scansò in tempo, facendolo cadere a terra, vicino alla scrivania -Uffa, certo che sei cattiva!" Esclamò lui mettendosi a sedere per terra con le gambe incrociate.

Erina lo ignorò completamente, continuando a fare i suoi compiti, mentre Sasha era ritornata a casa appena si erano fatte le sei, visto che aveva un appuntamento con Peter.

Durante il pomeriggio non avevano fatto altro che chiacchierare, o meglio, lei non aveva fatto altro che chiacchierare, perché Erina era rimasta in silenzio tutto il tempo, limitandosi a rispondere solo quando interpellata.

Non ne fu infastidita. Solitamente odiava essere interrotta durante lo studio o le ricerche, ma Sasha era davvero brava a coinvolgere le persone. Per quanto Erina non fosse la persona migliore con cui parlare di trucco, vestiti e ragazzi, non aveva schifato quegli argomenti. Forse perchè uscivano dalla bocca di quella ragazza così vivace.

Sasha le stava piacendo. Le piaceva il suo modo di fare, le piaceva il suo modo di essere sincera, ma sopratutto le piaceva il fatto che fosse sempre se stessa, senza nascondere nessuna emozione.

"Sei stata tutto il tempo con Shishina, mi hai completamente ignorato! Non sei venuta neanche a giocare con me!" Brontolò Ian in modo infantile, facendo scappare un leggero sorriso alla ragazza, che però non passò inosservata al moro, che scattò in piedi, girò la poltrona di Erina e la fissò serio, ma con un gran sorriso.

La bionda si sentì leggermente a disagio, Ian continuava a fissarla e tutto attorno a loro era diventato completamente muto, c'era solo il rumore dei loro respiri e del battito del cuore di Erina. Avvampò.

"Stai cominciando a sorridere di più- sussurrò felice Ian -Sei davvero bellissima" Ian stava per avvicinarsi e ogniqualvolta la distanza tra di loro diminuiva, il battito del cuore della bionda accelerava. 

Sbattè gli occhi più volte, quando le morbide labbra del moro si posarono sulle sue.

Dopo neanche due secondi, Erina si staccò imbarazzata dal ragazzo, non riuscì più a reggere il suo sguardo, le sue guance diventarono paonazze, l'atmosfera diventò improvvisamente calda e si morse il labbro inferiore non sapendo più che fare.

Poggiò una mano davanti a sè, cercando di nascondersi in qualche modo dalla vista di Ian, che sbarrò leggermente gli occhi per la bellezza innocente della ragazza.

"Non mi puoi fare una cosa del genere" sussurrò piano un secondo prima di scaraventarsi di nuovo tra le labbra di Erina, che imbarazzata e confusa dalle proprie emozioni, le quali non riusciva più a controllare, si alzò di scatto dalla poltrona e scappò nel bagno della propria camera.

Ian sorrise. Era così bella quando arrossiva, non risuciva proprio a starle lontano. Ripensando a ciò che gli disse Sasha, decise di lasciarle delle spazio da sola, così uscì dalla stanza, mentre si toccava le labbra, arrossendo leggermente. Anche il cuore di Ian stava battendo all'impazzata.

Quando Erina uscì dal bagno erano ormai le otto di sera ed era ora di andare a mangiare, ma Rin non aveva la minima voglia di scendere le scale e affrontare Ian. Era rimasta accovacciata su se stessa tutto il tempo, meditando su cosa ci fosse di sbagliato in lei. Perché non riusciva più a opporre un minimo di resistenza ai baci di Ian? Anzi, addirittura ora quasi li desiderava.

Ripensando a tutti i baci, il rossore che era appena sceso, ritornò.

Forse doveva seriamente andare da un buon dottore e curare il suo cuore, che ultimamente era diventato anomalo, visto che batteva all'impazzata nei momenti più inopportuni. Non era possibile che ogni santa volta che Ian le si avvicinava, il battito cardiaco accelerava senza neanche un motivo. O forse c'era.

Fece un gran bel respiro e scese le scale, trovando Ian già a tavola con il padre, intenti a mangiare del brodo di pollo.

"Cara, pensavo non scendessi, Ian aveva detto che ti sentivi poco bene" annunciò il signor Cox facendo un gesto della mano al maggiordomo, che ritornò poco dopo con un fumante brodo di pollo.

Ian iniziò a fissare Erina, cercando di non farsi vedere, ma Mark notò che era strana l'atmosfera tra i due.

"Sì, effettivamente mi sono sentita poco bene" sussurrò la bionda lanciando un breve sguardo a Ian, per poi riportarlo immediatamente sul piatto delizioso davanti a lei. Era arrossita di nuovo. 

Forse il dottore non bastava.

"Ho saputo che sei un'eccellente studentessa, nonostante la matematica ti rechi abbastanza problemi- iniziò il preside mangiando un pezzo di pollo, mentre Rin la guardò confusa -Sai, Ian è molto bravo, potresti farti aiutare da lui" disse l'uomo continuando a mangiare in modo indifferente, mentre Rin si bloccò per un momento.

Col cavolo che si faceva dare delle ripetizioni da Ian. Loro due da soli...Erina arrossì ancora di più al pensiero di cosa potesse accadere. 

"Ehm...no, grazie, me la cavo da sola" rifiutò lei evitando accuratamente di non incrociare lo sguardo di Ian.

Erina doveva assolutamente evitare di stare troppo in compagnia di Ian, sopratutto da soli, altrimenti non sarebbe più riuscita a curare la sua strana malattia.

***

"Ci rinuncio!" Esclamò la bionda appoggiando la testa sulla scrivania. Era una ragazza calma e solo poche cose potevano farle perdere le staffe e tra di esse vi era proprio la matematica.

Non era riuscita a capirla alle elementari, figuriamoci se la capiva alle superiori! Fortuna vuole, però, che lei fosse bravissima in tutte le altre materie, tranne, appunto, in matematica, che la costringeva, ogni estate, a rimanere in casa per prepararsi alla verifica per l'annullamento del debito. Visto che l'estate era vicina, dovevea assolutamente prendere almeno un sei.

Perché esisteva una materia così diffile? Inoltre, il teorema di Pitagora non le sarebbe servito a nulla in futuro.

In quel momento di disperazione, si ricordò delle parole del signor Cox di qualche giorno fa e le venne in mente una terribile idea, cioè introfularsi nella stanza di Ian per rubargli gli appunti, perché doveva averli sicuramente, insomma, dove studiava altrimenti?

Chiedergli di aiutarla con il rischio che la sua malattia ritornasse a farle visita? Meglio fare la ladra.

Pian piano, in punta di piedi, uscì dalla propria stanza e si introfulò in quella di Ian. Era l'una di notte, stavano tutti dormendo, doveva fare assolutamente piano.

Il ragazzo era beatamente sotto le coperte e girato dall'altra parte della scrivania. In punta di piedi si avvicinò ad essa e aprì lo zaino del moro, cercando di fare meno rumore possibile. Quando riuscì ad aprire lo zaino, iniziò a cercare tra i vari libri, ma non trovò nulla che riguardasse la matematica. Rinchiuse lo zaino e si diresse verso la biblioteca alla sua sinistra, pieno di libri, tra cui quaderni e appunti.

Cercò per un paio di minuti, trovando vari libri interessanti e appunti fatti davvero con cura ed attenzione, tanto che Erina si stupì che potessero appartenere a Ian. Sfogliati altri due quaderni, finalmente trovò gli appunti di matematica e felice li prese. Si girò in procinto di uscire dalla stanza, ma andò a sbattere contro il petto muscoloso del moro.

"Riri, so che ami lo studio, ma ora non stai un po' esagerando?" Chiese lui con un sorriso innocente, mentre Rin si riprese dallo spavento causato dal ragazzo e iniziò a mordere il labbro inferiore, consapevole di essere stata colta in flagrante.

"Non volevo rubarti gli appunti, te lo avrei detto domani mattina" cercò di giustificarsi la ragazza, cercando di evitare il più possibile lo sguardo di Ian.

"Mmm, perché ho l'impressione che mi stai mentendo?- domandò lui alzandole con l'indice il mento, ed ecco che la malattia di Erina ritornò. Il battito cardiaco accellerò e la bionda deglutì, le cose stavano prendendo una brutta piega -Perché non me li hai chiesti direttamente?- chiese lui avvicinandosi di più al volto di Rin, che divenne paonazza e spostò il volto, ma Ian lo riportò davanti a sè -Rispondimi e guardami negli occhi" intimò lui avvicinandosi ancora di più.

Le guance di Erina si colorarono di un rosso acceso e il freddo che aveva provato prima di fare quella stupida azione è stato sostituito da un caldo insopportabile.

"Io...mi dispiace" disse lei staccandosi da Ian, per poi appoggiare il quaderno sulla scrivania e scappare dalla stanza, ma non fece neanche due passi che Ian la riacciuffò e la tenne ferma stringendola per le spalle "Si può sapere cos'hai? Perché ogni volta che la nostra relazione si evolve di un pochino tu inizi a fare dei passi indietro? Da un paio di giorni non fai altro che evitarmi" chiese lui accarezzandole una guancia "Perché quando sono vicina a te mi sento malata. Il mio cuore accellera i battiti senza un motivo logico, il mio stomaco si contorce e il mio corpo si surriscalda quando ti avvicini a me. E io odio il caldo. Penso che domani chiederò a tuo padre di portarmi dal dottore" rispose Erina imbarazzata. Sì, domani sarebbe andata dal dottore.

Ian sorrise divertito e compiaciuto "Non hai bisogno di un dottore. Questi sono tutti sintomi del fatto che anche io ti piaccio. E quando qualcuno ti piace non c'è logica che tiene" disse brevemente prima di baciare le morbide labbra di Erina, che non si scansò.

Il bacio venne approfondito dal ragazzo, che staccò le mani dalle spalle della ragazza e si appoggiarono una dietro la sua nuca, una sulla sua vita. 

Questa volta Erina non scappò, ma chiuse gli occhi e si lasciò trasportare dai movimenti di di lui. Dopo neanche due minuti, entrambi si trovarono distesi sopra le coperte nere di Ian.

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