DARK

By andreaminniti

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LEGGETE: è un racconto bellissimo. Tratta di una ragazza ancora VERGINE a cui ( ad un ballo) un ragazzo forte... More

DARK
CAPITOLO 3
CAPITOLO 4
CAPITOLO 5
CAPITOLO 6
CAPITOLO 7
CAPITOLO 8
CAPITOLO 9
CAPITOLO 10
CAPITOLO 11
CAPITOLO 12
CAPITOLO 13
CAPITOLO 14
CAPITOLO 15
CAPITOLO 16
CAPITOLO 17
CAPITOLO 18
CAPITOLO 19
CAPITOLO 20
CAPITOLO 21
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CAPITOLO 26
CAPITOLO 27
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CAPITOLO 49

CAPITOLO 2

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By andreaminniti

CAPITOLO 2

Scesi dal taxi dopo aver pagato la mia parte della tariffa per il trasporto. Le mie amiche mi salutarono quando io feci lo stesso, incamminandomi poi verso la porta di casa. Mi avevano praticamente interrogato su ciò che era accaduto con Harry, ed io ero ancora un po' sotto shock per quel che era successo.

Una volta nella mia stanza, mi tolsi i vestiti e li gettai nel cesto di lavaggio. Mi spazzolai velocemente i capelli neri prima di avvicinarmi alla cassettiera: infilai velocemente la maglietta da sopra la testa, saltellando verso il bagno mentre infilavo i pantaloni del pigiama. Accesi pigramente la luce, afferrando lo spazzolino e mettendo il dentifricio sulle setole. Aprii la bocca e iniziai a pulire, inclinando la testa di lato per spostare i capelli su una spalla. Lo spazzolino cadde improvvisamente dalla mia bocca dischiusa finendo rumorosamente nel lavandino. Rimasi scioccata quando vidi il pezzo di pelle rosso e dolorante, con accenni violacei: sfiorai il collo con la punta delle dita, facendo una leggera smorfia. Mi aveva segnata. Rabbrividii al pensiero, cercando di scacciare la sensazione delle sue labbra sulla mia pelle e di come la sua lingua leniva di tanto in tanto il dolore causato dai morsi. Le sue parole "Sei mia ora" facevano ancora eco nella mia mente. Cercai di scacciare via Harry dai miei pensieri, tornando velocemente a lavarmi i denti.

Finii di prepararmi per andare a letto prima di infilarmi sotto le coperte. La mia testa si girò lateralmente e accarezzai il piumino finchè non trovai la fonte del ronzio improvviso. Tenni il cellulare alzato di fronte al mio viso: il messaggio appena arrivato era da Harry. Il mio cuore accelerò un po' mentre mi facevo forza per aprire il messaggio.

Da: Harry

Sai, forse dovresti chiudere le tende prima di spogliarti. Grazie per lo show, amore. H x

Saltai fuori dal letto e mi avvicinai alla finestra. Guardai fuori, fermando lo sguardo su una grande macchina nera dal lato opposto della strada. La paura s'impossessò di me quando vidi Harry appoggiato all'auto, le braccia incrociate al suo forte petto: anche al buio potevo dire che aveva un sorrisetto arrogante stampato sul viso. Si allontanò dall'auto, camminando intorno alla parte frontale per raggiungere il posto del conducente dall'altro lato. Prima che me ne rendessi conto, la macchina aveva già accelerato lungo la strada e fuori dalla mia vista.

"In cosa mi sono andata a cacciare."

***

"Buongiorno, Bo."

Mia madre mi chiamò dalla cucina quando mi sentì scendere le scale. Arrivando nel salone mi guardai nello specchio appeso al muro; mi ci volle qualche secondo prima di ricordarmi dell'orribile livido che segnava la mia pelle. Coprii velocemente il mio collo, spostando i lunghi capelli sulle spalle e, una volta soddisfatta di come l'avevo coperto, aprii la porta della cucina.

"Buongiorno ma... "

Mi bloccai all'istante alla vista di una massa di riccioli castano scuro appartenenti al ragazzo seduto al bancone. Non stava accadendo davvero. Con mia madre voltata di spalle, Harry fu libero di spostare lo sguardo su e giù lungo il mio corpo. Mi sentii in imbarazzo quando il suo sguardo si spostò sul mio viso.

"Oh Bo, questo bel ragazzo era in piedi qui fuori, così l'ho invitato ad entrare."

Un sorriso si aprì sul suo volto, mostrando le profonde fossette.

"Hey, Harry." Mi costrinsi a dire, educatamente.

"Ciao, Bo." Ammiccò.

"Mamma, posso parlarti per un secondo?" Le chiesi a denti stretti.

Rivolsi ad Harry un sorriso sofferente prima di trascinare mia madre nel salone. Una volta essermi assicurata che lui non potesse sentirci, iniziai a parlare.

"Perchè l'hai invitato dentro?" Sussurrai arrabbiata.

"Mi ha detto che è un tuo amico, è davvero dolce." Mi rispose.

"Mamma, sarebbe potuto essere un assassino." La rimproverai.

"Ovviamente non lo è, Harry è adorabile."

Alzai gli occhi al cielo. Sicuramente aveva utilizzato il suo "charm" con lei. Strofinai le dita contro le tempie pensando a come venir fuori da quella situazione. Non sapevo se ero più arrabbiata con Harry per essersi presentato a casa mia senza essere stato invitato o con mia madre per averlo fatto entrare.

"Ho preparato la colazione. Andiamo."

Afferrò la mia mano e mi guidò nuovamente all'interno della cucina nella quale Harry era ancora seduto. Mi sorrise mentre mi avvicinavo a lui, sedendomi sullo sgabello accanto al suo. Sussultai quando sentii la mano calda di Harry salire lungo la mia coscia: lo allontanai subito, sentendolo ridere silenziosamente. Avevo come l'orribile sensazione che lui si divertisse quando io ragivo. Mia madre ci dava le spalle, concentrata a non bruciare il composto nella padella.

"Mmmm." Mugulò Harry silenziosamente.

Si sporse verso di me, ma poggiai la mano sulla sua spalla per evitare che si avvicinasse troppo.

"Perchè sei venuto qui?" Sussurrai bruscamente.

"Per vederti." Sorrise.

Ritrassi la mano dal suo corpo caldo. Non mi piaceva il modo in cui i suoi occhi continuavano a tenere il contatto con i miei. Ci doveva essere un'altra ragione per cui si era presentato senza invito. Abbassai la testa, ormai incapace di continuare a sostenere il suo sguardo. Sobbalzai leggermente quando sentii la sua mano poggiarsi sotto al mio mento costringendomi a guardarlo di nuovo.

"Voglio portarti fuori domani sera." Disse.

Rabbrividii alle sue parole, che suonavano più come un'affermazione che non come una domanda. Spalancai gli occhi quando mia madre si voltò con un sorriso sul suo viso.

"C-cosa?" Balbettai.

"Oh, sarebbe bellissimo, non è vero, Bo?" Disse lei.

Harry spostò la mano dal mio viso per poggiarla sul mio ginocchio sotto al bancone. Stavo per obiettare quando mia madre intervenne di nuovo.

"Le farebbe molto piacere."

"Perchè non mi hai chiamata invece di venire qui?" Gli chiesi frustrata.

"Perchè avresti detto di no." Sussurrò con calma.

"E cosa ti fa credere che non dirò di no ora?" Gli chiesi duramente.

I suoi occhi si spostarono velocemente su mia madre, la quale sembrava leggermente scocciata per il fatto che non avessi risposto semplicemente di si. Non ero mai stata molto popolare con i ragazzi, quindi lei era felicissima che Harry si fosse presentato alla nostra porta. Per lei questo era un sogno che diventava realtà, avere un bel ragazzo che chiede a sua figlia di uscire; per me, questo era il mio più grande incubo. Non solo mi aveva fatto un orribile succhiotto, per giunta contro la mia volontà, ma mi aveva anche vista in biancheria intima, il tutto in poche ore. E come se non fosse già abbastanza, mi faceva una paura terribile. Prima che mi rendessi conto di ciò che stava accadendo, mia madre e Harry avevano già deciso l'orario in cui lui mi sarebbe passato a prendere la sera seguente. La mia bocca si spalancò quando Harry mi rivolse un ghigno.

"Bene, io devo andare. Grazie per i pancakes signora Ellis."

"Chiamami Heather."

Le sorrise prima di alzarsi dallo sgabello sul quale era stato seduto fino ad allora. Rimasi paralizzata quando si chinò su di me per lasciarmi un bacio sulla guancia.

"Bo, accompagnalo alla porta." Mi sollecitò mia madre con calma.

Sbuffai, saltando giù dallo sgabello con mia madre che mi spingeva dietro di lui. La porta della cucina si chiuse con un rumore leggero e mi ritrovai sola nell'ingresso insieme ad Harry. Non perse neanche un secondo e mi spinse contro il muro. I miei occhi si chiusero all'istante in una smorfia di dolore mentre il suo corpo premeva contro il mio, tenendomi ferma. Entrambi i miei polsi erano chiusi in una delle sue grandi mani. Lo vidi sorridere mentre facevo del mio meglio per tentare di aumentare la distanza tra noi, ma lui era troppo forte. La sua figura imponente torreggiava di fronte a me.

"Non farlo." Lo supplicai.

Harry ignorò la mia protesta, le sue dita sfiorarono leggermente la mia guancia. I miei lunghi capelli furono spostati dalla mia spalla mentre guardava il livido che aveva creato sulla mia pelle. La sua bocca si piegò in un sorriso.

"Ti dona." Sussurrò al mio orecchio.

Trasalii quando premette le sue labbra sul segno sul mio collo; almeno era attento a non premere troppo forte. Mi rilassai un po' quando si allontanò, sperando che questa fosse la fine della torntura e che se ne sarebbe andato. Ma sfortunatamente questo non successe. Harry rimase vicino, tanto che i suoi ricci mi solleticarono una guancia mentre lasciava un altro bacio nel punto in cui la mia mascella incontrava il mio collo.

"Hai un buon profumo." Disse col fiato corto.

M'inchiodò dolorosamente i polsi al muro prima di premere forte i suoi fianchi contro i miei. Piagnucolai al rude contatto, mentre Harry si lasciò sfuggire un profondo gemito dalla gola. La mia testa cadde in avanti sulla sua spalla: mi sentii come se le gambe mi avrebbero abbandonato in qualche secondo. Il suo petto si alzava e abbassava velocemente mentre il suo respiro aumentava.

Prima che me ne rendessi conto, Harry mi aveva lasciata andare. Mi voltai per trovarlo accanto alla porta.

"Ci vediamo domani sera, Bo."

Mi fece un occhiolino prima di andarsene. La mia testa girava mentre mi appoggiavo al muro, scivolando fino a sedermi sul pavimento.

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