CAPITOLO 26

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CAPITOLO 26 

BO'S POV: 

Non riuscii a non ridere contro le labbra di Harry quando lui gemette, proprio nel momento in cui il suono del suo cellulare cominciò a riempire l'abitacolo silenzioso dell'auto. 

"Harry." Mormorai. 

Lui non rispose, ma continuò invece a lasciare dei baci umidi sulle mie labbra. Le mie dita premettero sulle sue spalle, cercando di allontanarlo di qualche centimetro ma lui, invece di aiutarmi, si abbassò ancora di più su di me. Girai lateralmente la testa, continuando a ridere; delle labbra morbide scesero lungo il mio collo mentre io facevo scorrere le dita lungo la sua schiena. Lui ridacchiò quando toccai il suo sedere alla ricerca del telefono posto nella tasca: lo tirai fuori, porgendoglielo. Lui sbuffò scherzosamente prendendolo; sorrisi, spostando all'indietro alcuni dei suoi ricci mentre lui mi guardava. 

"Rispondi." Sussurrai. 

Le sue dita si mossero abitualmente sullo schermo, mentre i suoi occhi rimasero fissi su di me; lo avvicinò all'orecchio, rimanendo immobile su di me con un braccio a supportare il suo peso. 

"Pronto?" Disse con la sua voce roca. 

La sua espressione cambiò leggermente quando sentì la voce dall'altro lato del telefono. Harry allontanò il cellulare dalla bocca prima di parlare. 

"Devo rispondere." Sussurrò. 

"Ok." Sorrisi. 

Gli diedi un bacio sulla guancia prima che lui si sollevasse dal mio corpo. Piegai curiosamente la testa lateralmente quando sentii un debole "E' lei, Bo?" provenire dall'altro lato del telefono che lui stringeva saldamente nella mano. Pensai subito che il goffo colpo di tosse di Harry che seguì fosse fatto apposta per tentare di coprire la voce bassa. 

La persona mi conosceva? Avevo come la sensazione che Harry non avesse detto a molte persone di me o della nostra relazione, sempre a causa della sua possessività e protettività. Tuttavia questa persona era abbastanza informata per sapere che stavo con lui in quel momento. Doveva essere qualcuno di cui Harry si fidava. 

Il suo lungo fisico saltò velocemente giù dalla portiera che aveva appena aperto lasciandomi distesa, leggermente confusa, sui sedili posteriori. Mi sedetti, scivolando verso la portiera e scendendo dall'auto con un salto. Guardai Harry camminare con il telefono vicino all'orecchio. 

"No, non stavamo facendo niente." Mormorò, e le sue guance si tinsero leggermente di rosa. 

Non avevo mai visto Harry a disagio prima d'allora, e il leggero rossore sulle sue guance lo faceva sembrare più piccolo: era adorabile, un lato di lui che raramente avevo la possibilità di vedere. La sua testa si voltò di scatto verso di me quando chiusi la portiera dell'auto. Sembrava leggermente spaventato, ma gli rivolsi un sorriso rassicurante; si rilassò leggermente quando mi spostai dal lato del passeggero e salii in macchina. Continuai a guardarlo da dietro il parabrezza prima di accendere la radio, gettando poi la testa all'indietro mentre ascoltavo una canzone di Jessie J. 

Qualche minuto dopo la portiera del lato del guidatore si aprì; voltai lo sguardo per vedere Harry che saliva in auto. 

"Tutto bene?" 

Lui mugolò in risposta, passandosi le lunghe dita tra i ricci scuri. 

"Ma ehm... Devo portarti a casa." Disse quasi come se si sentisse in colpa. 

"Va bene. Mia madre ha chiamato stamattina e ha detto che torna a casa stanotte." 

Lui sembrò soddisfatto quando sorrisi. 

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