Iron Sky

By xHarryIsArt

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Harry/Louis ✡ ModelADIDAS!Louis (25) - ModelYSL!Harry (21) ☮ accenni Zayn/Niall ♥ Liam/Sophia | Note: daddy k... More

Part Two - Home

Part One - Love In The Dark

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A Lucrezia,
perché be my Louis, I'll be your Harry.
PROMISED.
Ad Alice, che nonostante tutto,
non mi ha detto di no.
Grazie, per sempre vostra,
Chiara



Iron Sky


part one - 28.8k
«But no one, no nobody, Can give you the power,to rise over love, and over hate, Through this iron sky»





Harry Edward Styles.

Volto della casa di moda francese Yves Saint Laurent. 

Pupillo del direttore creativo del brand, Hedi Slimane.

Omosessuale fiero e dichiarato, impersona la speranza per molti ragazzi soli e depressi. 

Ideatore di molte campagne contro le malattie terminali.

Fiero femminista.

I giornali parlano di lui come "Il ragazzo dal cuore d'oro" o ancora "Il ritorno del principe azzurro" mentre quelli più intraprendenti lo definisco proprio come "L'Angelo". Non a caso più e più volte, il signorino Styles, si è detto fiero ascoltatore della canzone "Hey Angel" dei One Direction, band del momento. 

Tutto quello che Louis Tomlinson pensa, invece, di questo damerino da due soldi, è che sia disgustoso.

Harry Styles. Stona perfino in bocca il suo nome! 

Ed è proprio perché la pensa così, che segue ossessivamente il profilo Twitter del riccio, è pieno di sue foto salvate sul telefono e non si perde nemmeno un'intervista. Lo odia. Ma certo.

"Maledetto" grugnisce il castano, mentre si rotola tra le coperte e tenta in tutti i modi di non far cadere il portatile dalle sue gambe; chi l'avrebbe sentito altrimenti, Liam? 

Louis William Tomlinson è il volto dell'Adidas da quando ne ha memoria; nei suoi splendidi venticinque anni non potrebbe essere più soddisfatto di così. 

Ma questo era prima, prima di Harry Styles. Perché se fosse per lui, non lo odierebbe nemmeno, ma sembra proprio che il ricciolino sia nato per rendergli la vita un completo inferno.

Tutti i giornalisti, i cartelloni e le case di moda lo bramavano; ed ora? Ora deve condividere questa fama, con quel pallone - disgustosamente perfetto - di Styles. 

Proprio mentre impreca, all'ennesimo osceno sorriso di Harry durante l'intervista, e si ficca poco carinamente una manciata di patatine fritte in bocca, la porta si spalanca.

"Louis William Tomlinson" 

Ed è in momenti come questo, che il suo odio per il riccio viene messo in secondo piano; perché non riuscirà mai ad odiare nessuno come odia il suo manager, nonché migliore amico, Liam Payne.

"Ciao anche a te" sbuffa il maggiore, lanciandogli contro la prima cosa che si trova a portata sul letto - che scopre essere dei boxer - quando l'altro accenna a tirare su le serrande.

"Hai un servizio fotografico tra due ore e ti voglio in forma smagliante" gli dice l'amico, mentre tira su le serrande e permette alla luce di entrare.

"Ouch, abbassale, ti scongiuro" mugugna il castano, mentre abbandona il computer al suo fianco e s'infila sotto le coperte.

Sì, Louis di anni ne ha venticinque, ma solo all'anagrafe.

"Smettila di fare il bambino e... Mi hai lanciato contro dei boxer usati? Che cos'è questa roba... Oh Dio! Ti sei venuto nei boxer" urla la voce stridula, ma più disgustata, di Liam quando si accorge dell'arma ai suoi piedi.

"Smettila di fare tutto questo casino" sbuffa Louis, tappandosi le orecchie.

Ma il suo barricamento dura solo un secondo di più, infatti l'amico gli scrolla via velocemente il piumone di dosso e lo lascia semi-nudo, bello come mamma l'ha fatto.

"Ancora che dormi con solo i boxer addosso?" lo rimprovera Liam.

"Sì, mamma" sbuffa il castano, cercando di riappropriarsi delle coperte.

"Ed ancora che mangi questo cibo spazzatura" ahio, quello potrebbe essere un tasto dolente. "Ti ho detto mille volte che..."

"Vado a farmi una doccia" borbotta Louis, alzandosi in piedi e dirigendosi verso il bagno.

Ma è solo quando apre l'acqua calda, che dall'altra parte della stanza si sente un gemito strozzato.

"Ancora che perseguiti Harry Styles? Fatti passare questa maledetta cotta" gli urla Liam dall'altra parte della porta.

"Non c'è nessuna maledettissima cotta" sbraita in tutta risposta il modello, mentre arrossisce visibilmente - ringrazia Dio di essere nella doccia.

"Bene" sente dire dall'altro. "Perché lo incontrerai tra meno di due ore" ed è con queste esatte parole che sente la porta della camera sbattere, segno che l'altro se n'è appena andato.

Louis ci mette all'incirca un minuto per assimilare bene le parole dell'amico, ma quando lo fa, - questa volta completamente nudo - esce di corsa dalla doccia e si fionda al piano di sotto.

"Che cosa?" gli urla contro il maggiore, con ancora lo shampoo tra i capelli.

"Hai un servizio con Saint Laurent e Harry è il loro volto" dice Liam, disgustato dalle nudità dell'amico, coprendosi gli occhi con una mano. "E mettiti addosso qualcosa" Ma Liam non riceve risposta; al posto di sentire qualche parola sputacchiata da parte del maggiore, il manager sente solo un grandissimo tonfo. "Lou? Louis?" chiama allora l'altro, leggermente preoccupato. Quando poi decide finalmente di togliere le mani dal suo volto, trova il modello steso a terra, svenuto. "Oh Dio, ci risiamo" borbotta Liam, schiaffeggiandosi la fronte ed andando incontro al corpo immobile dell'altro. "Tutta colpa di quel corso di teatro al liceo" è tutto ciò che l'altro ringhia, mentre cerca di farlo rinvenire. 

Louis Tomlinson sarà la sua rovina.

Due ore e tremila scenate dopo, Liam è finalmente riuscito a convincere quella testa calda del suo migliore amico a collaborare.

Certo, ha dovuto dare il meglio di sé, cercando di nominare Harry il meno possibile e di fare forza su punti come: 'con questo servizio potrai stare in vacanza per i prossimi due mesi' oppure 'finalmente ti compererai quel pallone da calcio che tanto volevi' .

Insomma, due ore e mille camicie di sudore dopo, Louis finalmente entra all'interno del set fotografico.

Ma non riesce nemmeno a mettere piede dentro l'edificio, che subito viene travolto da un elfo biondo dall'aria poco raccomandabile.

"Tu" ringhia infatti quest'ultimo. "Sei in ritardo" butta fuori, puntandogli minacciosamente un dito contro.

Louis fa per aprire la bocca e dirgliene quattro, ma Liam gli dà una gomitata talmente tanto forte tra le costole, da lasciarlo senza fiato.

"C'era un sacco di traffico e-"

"Niall, smettila di fare il tuo solito teatrino" dice una voce alle spalle del biondo, che a quanto pare si chiama Niall. "Scusatelo, si diverte a fare la persona seria per i primi due secondi di conoscenza" a parlare è stato uno dei più bei ragazzi che Louis abbia mai visto in tutta la sua vita.

Lineamenti perfetti, mascella squadrata, pelle olivastra, occhi color cioccolato: una visione.

"Dai, Zay, rovini sempre tutto" sbuffa a quel punto allora il ragazzo biondo. "Comunque questa canaglia qui, ha ragione. Non preoccupatevi del ritardo. Io sono Niall, stilista di questi bei bocconcini di YSL. Tu devi essere Louis" e conclude la frase tendendo la mano al castano, che con un sopracciglio alzato, ignora bellamente.

"A meno che non ho cambiato nome questa mattina e non ne sono stato informato, sì, mi chiamo ancora Louis" gli dice sbuffando, mentre supera l'altro ed entra completamente nello studio.

"Scusatelo lui è un po'-" tenta di difenderlo Liam.

"Ehi, tu, brutto pallone gonfiato-" continua Zayn, mentre Niall gli posa una mano sulla spalla, tentando in tutti i modi di calmarlo.

"Nì, sta succedendo qualcosa?" 

E lì, il cuore di Louis Tomlinson, perde almeno quattro battiti; no, anzi, facciamo cinque, sì, sicuramente cinque.

Si volta lentamente, sapendo che avrà un arresto cardiaco tra tre, due, uno... 

Harry Styles è lì, più bello che mai, con indosso un completo nero, tremendamente elegante, ed i suoi immancabili stivaletti, che producono un sono terribilmente fastidioso contro il pavimento. O almeno, Louis vorrebbe che fosse fastidioso.

"No, assolutamente no. È appena arrivato Louis, ti avevo parlato di lui" gli fa presente Niall, pestando il piede di Zayn che sta sicuramente per dire qualcosa.

"Oh, il bellissimo modello dell'Adidas" 

Sì, Louis è certo di star per morire ma, ehi, che bella morte! 

Harry è decisamente molto più bello dal vivo e lui le sue foto, mentre si faceva le seghe, le ha viste minuziosamente. 

"Bello quanto stronzo" sbuffa Zayn, mentre a passo quasi militare, se ne va dentro il suo camerino.

"Io sono Harry St-" tenta il riccio.

"Lo so chi sei" dice semplicemente Louis, squadrandolo da capo a piedi e sbuffando sonoramente. Il riccio inclina la testa di lato, confuso, mentre aspetta che il castano aggiunga qualcosa, qualsiasi cosa. Ma non accade, l'altro si volta e se ne va verso la porta con  scritto sopra il suo nome.

"Dovete scusarlo, lui fa così quando è molto agitato e-"

Lo sbattere della sua porta conclude il discorso di Liam; non ha voglia di ascoltare l'ennesima scusa che gli sta rifilando per farsi perdonare per il suo comportamento indecente. In realtà, il castano si comporta sempre così con tutti, ma ormai quelli dell'Adidas se ne sono fatti una ragione e lasciano correre: Louis vale troppi soldi.

Quando la porta si apre, il modello si è appena lasciato cadere pesantemente sul divanetto di pelle bianca: osceno.

"Adesso tu torni di là e ti scusi con quelle povere persone che-" inizia Liam.

"No" sbuffa il maggiore, chiudendo gli occhi e massaggiandosi le tempie. "Farò questo dannato servizio, ma non voglio saperne di essere gentile" 

"Ma tu-"

"È tutto ciò che ho da dire a riguardo, Liam, ed ora, se non vuoi aumentare il mio mal di testa, va' a chiamare quello stupido folletto biondo e mettiamo fine a questa pagliacciata" 

Come sempre, l'amico è troppo buono per rispondere e, con un sonoro sbuffo, fa come gli viene richiesto. 

Louis gongola dentro di sé, perché ha appena vinto l'ennesima battaglia. È un bambino capriccioso che è felice solo quando ogni suo desiderio viene realizzato. Già vi ho fatto presente che il modello ha venticinque anni solo all'anagrafe?

Quando il castano sente la porta aprirsi, non ha la briga nemmeno di aprire gli occhi.

"Allora, mettiamo le cose in chiaro, elfo, sono stato mandando qui dall'Adidas per questo servizio speciale e-"
"Non sono Niall" e lì, la cosa, si fa tremendamente interessante. 

"Che vuoi?" chiede svogliatamente Louis, mentre apre gli occhi e li punta sulla figura del marocchino, ehm, mulatto.

"Che tu fossi una testa di cazzo, l'avevo sentito dire in giro" ringhia Zayn, senza muovere un passo. "Ma non ti permetto di essere una testa di cazzo anche con lui" continua l'altro.

"Senti, se sei qui per riprendermi per come ho trattato l'elfo, beh-"

"Non stavo parlando di lui" e lì, Louis, è leggermente sorpreso. "Non so che cosa ci ha visto in te, fatto sta che Harry aspettava questo servizio da mesi e tu, brutta testa di cazzo, non gli rovinerai il momento" E lì, per la prima volta in tutta la sua vita, Louis Tomlinson non sa cosa dire. "Ora, uscirai di qui tutto sorridente e farai questo benedetto servizio, trattandolo con i guanti; poi, puoi pure andartene a 'fanculo da dove sei venuto" conclude così, Zayn.

"Senti, io non prendo ordini da nessuno, tanto meno da te. Io tratto chi mi pare, come mi pare e di certo non mi farò dire da uno che impiega più tempo a scegliere i vestiti che a scopare, come devo comportarmi" 

Il volto di Zayn cambia in un secondo: un fuoco sta decisamente ardendo dentro di lui.

"Brutto figlio di-"

"Che sta succedendo qui?" chiede Niall, mentre guarda con circospezione i pugni stretti di Zayn ed il suo corpo propenso in avanti, come se stesse per aggredire Louis.

"Niente, Zorro se ne stava giusto andando" dice annoiato il castano.

È Zayn, idiot-"

"Va bene, va bene. Vai a vedere se Haz è pronto, mm?" dice il biondo, sospingendo fuori dal camerino il mulatto, che è rosso di rabbia. Una volta che nella stanza rimangono sono lui e Niall, Louis si tira lentamente in piedi e fa per aprire bocca, ma l'altro lo precede. "Non ti paghiamo per parlare, quindi, mettiti questi" ehi, dov'è finito il ragazzo solare che rideva genuinamente all'ingresso? Quel posto è una gabbia di matti.

Louis non protesta, anche perché è ancora troppo sconvolto dalle parole del moro per poter parlare: cosa intendeva dire? 

Ci pensa per tutto il tempo che Niall impiega a prepararlo, non riuscendo a cavarne però fuori niente; così alla fine si dà dell'idiota e segue l'elfo fuori dal camerino.

Non indossa niente di particolarmente complicato, una maglietta con una bocca con dei denti da vampiro, una giacca sportiva sopra e dei jeans neri. 

Liam gli ha spiegato che il servizio consiste nel mostrare un volto dedito allo sport che si trova a suo agio anche con dei vestiti più eleganti; anche perché il modello è particolarmente famoso per essere anche un calciatore niente male. Quindi, quale combo migliore poteva ricavarne fuori Saint Lurent? 

Quando Louis rivede per la seconda volta in quella giornata Harry, nota che è stato cambiato, che il volto è privo di qualsiasi imperfezione ed i capelli sono impeccabili. 

"Allora, prego, un po' di attenzione" dice Niall, richiamando i volti di tutti i modelli su di sé. "Come ben sapete al centro di questo servizio ci saranno Harry Styles e Louis Tomlinson" che cosa?!, urla la voce del castano dentro la sua testa. "Quindi invito tutti gli altri modelli a disporsi dietro, sullo sfondo. Barbara vi farà vedere che posa dovrete assumere" la suddetta ragazza scorta tutti gli altri ragazzi più indietro rispetto a dov'è Harry. 

Il modello vede Zayn sfiorare la mano del riccio con la propria e, non sa esattamente per quale motivo, ma quel gesto lo infastidisce. 

"Allora, ancora convinto di fare lo stronzo?" lo richiama alla realtà la voce del minore, che ora gli è di fronte. 

Louis sbatte un paio di volte le palpebre, incredulo, perché una parola come 'stronzo' stona così tanto tra le labbra di Harry. In effetti, da che ne ha memoria, non l'ha mai sentito imprecare: quella parolaccia deve avergli richiesto un grande sforzo.

"Non ho fatto lo stronzo" sbuffa sonoramente il maggiore, passandosi frettolosamente una mano tra i capelli. "Che sapessi come ti chiamavi era un dato di fatto. La tua fama ti precede, Styles" ed il suo tono non dovrebbe proprio essere così vellutato sul cognome dell'altro, eppure è così. Se l'altro lo nota, non glielo fa notare - grazie a Dio.

"E così la tua, ma è buona educazione scambiarsi la mano" gli fa presente il riccio, che sembra quasi divertito dalla loro conversazione.

"Non sono mai stato un tipo conforme alle regole" dice il castano con un'alzata di spalle.

"Lo so" è tutto ciò che Harry dice, con un sospiro, facendo trasalire Louis per la sorpresa. 

Ma il maggiore non ha tempo per voltarsi verso l'altro, perché Niall richiama la loro attenzione.

"Allora, siccome questo servizio deve richiamare la disinvoltura e la tranquillità, faremo prima qualche bacio casto e-"

"Che cosa?" scoppia il castano, incredulo.

"Questo è un servizio a favore della campagna omosessuale che sta portando avanti l'Adidas in collaborazione con Yves Saint Laurent e siccome tu e Harry siete i due volti, tra l'altro omosessuali, vi hanno scelto per questo servizio" conclude Niall, come se fosse la cosa più normale del mondo.

"Liam James Payne" sibila Louis, cercando tra la folla il suo manager, che fa di tutto per nascondersi dietro la camera. "Tu non-"

"Senti, Tomlinson, si tratta di lavoro. Se non te la senti o non ne sei all'altezza, quella è la porta" ed a parlare, sorprendentemente, non è stato Niall, ma Harry.

"Certo che sono all'altezza" ringhia Louis, punto nell'orgoglio. "Avrei preferito solo essere informato prima, tutto qui" taglia corto, rivolgendo al riccio un occhiata omicida, che sembra però non tangerlo minimamente. 

"Bene allora" conclude Harry.

"Bene" continua il castano.

Perché, signori e signore, il castano deve avere sempre l'ultima parola; sempre.

"Come stavo dicendo..." 

E da lì, Louis entra completamente nel suo lavoro, ignorando tutto al di fuori della macchina fotografica e di Harry, suo partner.

Alla fine, scopre che non devono essere dei veri baci, ma solamente simulati, o al limite un tenero sfiorarsi di labbra.

Resiste all'impulso di spaccare la sua testa contro qualcosa, la prima volta che Harry gli si avvicina; l'odore di vaniglia lo invade e non può far a meno di notare quanto sia disgustosamente perfetto. 

Ma, dopo il primo, diventa facile come respirare. Posare prepotentemente le sue mani sui fianchi dell'altro è d'obbligo, solo per tenerlo un po' più fermo.

Sicuramente è la stessa scusa che si sta dando Harry, quando posa le sue lunghe dita dietro il collo sottile e mascolino di Louis.

Ma a nessuno dei due sembra importare più di tanto. In effetti, esistono solo loro due, occhi negli occhi, anima nell'anima. Di tanto in tanto la voce di Niall li percuote, ricordandogli che è solo un servizio fotografico; fino a che, smettono perfino di sentirla.

Louis non ha mai provato quella sensazione, di completa e totale estraneità rispetto al mondo; ma se è con Harry, essere tagliato fuori da tutto, non gli dispiace poi molto.

È proprio per questo che quando si ritrovano le labbra incollate, non riescono a capire chi abbia iniziato cosa, succede e basta.

La lingua di Louis è fin da subito esigente, mentre succhia quella dell'altro, volendone assaporare ogni minima sfaccettatura.

Il verso osceno che Harry emette, tra l'altro, lo manda completamente fuori di testa. Sarà per il verso, sarà per il bacio in sé e per sé, ma il castano è fuori controllo e, come tale, afferra rudemente i glutei piccoli e sodi dell'altro tra le sue mani.

Il miagolio che il riccio emette gli fa intendere di aver fatto la mossa giusta e, a conferma, Harry struscia il suo principio di erezione contro il bacino del modello.

Le enormi mani del più piccolo sono come fuoco su di lui e quando si fermano per tirarlo per la maglietta, Louis gli morde le labbra, volendogli dire che è lui, lì, che ha il pieno controllo. Il riccio annuisce, come se già sapesse chi tra i due era nato per comandare e chi per sottomettersi. 

Si staccano solo quando ormai nessuno dei due ha più fiato da poter scambiare; il verde degli occhi di Harry manda Louis completamente fuori di testa, quello smeraldo sembra languido, quasi colato, terribilmente sexy. Per non parlare poi delle sue labbra lucide, sporche della loro saliva, o delle sue guance rosee e piene, gonfie per il troppo imbarazzo.

Louis non ci pensa nemmeno mezzo secondo e, con una bella palpata al sedere del minore, torna ad aggredirgli le labbra.

"Scusate" all'inizio questa è una voce fastidiosa, che entrambi cercano di ignorare al meglio. "Scusate" ripete, questa volta a tono più alto.

A quel punto, con un grugnito infastidito, il castano è costretto a staccarsi dal corpo dell'altro e: "Che c'è?" sbotta, ma solo in quell'istante, quando i suoi occhi incontrano quelli sconvolti di Niall, si ricorda dov'è e che cosa sta facendo.

Si stacca velocemente, come se fosse appena stato scottato, dal corpo dell'altro; rischiando quasi di far perdere l'equilibrio ad entrambi.

"Abbiamo finito" dice la voce del biondo, ma tutto intorno regna un silenzio tombale che fa accapponare la pelle di Louis.

Il castano, preso dal panico, corre come non mai verso il suo camerino e, una volta chiusa la porta, si poggia contro il legno solito scivolandoci sopra. 

Che cazzo è appena successo?, urla una voce stridula nella sua testa. Ho appena baciato Harry Styles... Ho appena baciato Harry Styles!

E sì, nella testa di Louis ci sono cori di angeli, fuochi d'artificio e tappi volanti del migliore spumante. Ma ben presto, la magia si rompe, quando un Liam Payne decisamente arrabbiato, fa capolino dalla porta - aprendogliela contro, tra l'altro.

"Spiegami che cos'era quello" sputa il suo amico.

"Quello cosa?" chiede innocentemente Louis.

"Tu-"

"Va bene, va bene. Non lo so! Ti senti più soddisfatto adesso?" gli urla contro il castano, gesticolando e tirandosi in piedi, sbuffando per la parte che Liam ha leso colpendolo con la porta. "Andiamocene. Voglio solo andare a casa" è tutto ciò che dice, con un tono così triste, disperato ed agonizzato che Liam non può proprio dirgli di no.

"Louis io-"

"Ti prego" continua solo, il maggiore, abbassando lo sguardo.

"Vado a prendere la macchina" è tutto ciò che gli dice l'amico, poco prima di correre in fretta e furia fuori dal camerino. 

D'un tratto sente qualcuno bussare alla porta e, proprio mentre si sta rinfilando l'ultimo dei suoi abiti, deglutisce a fatica.

"Non ci sono per nessuno" urla Louis, in modo tale da farsi sentire da chiunque ci sia al di là della porta.

"Nemmeno per me?" sussurra una voce, che senza permesso s'intrufola all'interno della stanza.

Soprattutto per te, pensa il castano sconsolato. "Che vuoi?" è invece tutto quello che riesce a dirgli.

"Beh io..." Harry Styles imbarazzato? E da quando? "Mi stavo chiedendo se volessi pranzare con me" butta fuori, di getto, mentre i suoi occhi verdi trovano improvvisamente interessante una parte di moquette a terra.

"Eh?" dice Louis, stralunato.

"Sì, beh, per parlare... Conoscerci un po' e-"

"Rallenta, rallenta" lo interrompe l'altro, incredulo. "Non crederai mica che io voglia uscire con te?" 

"Ehm... Sì? Insomma, sai, in quel bacio c'era davvero, davvero tanto ma-"

"No, no. Frena" lo interrompe nuovamente il modello. "Io ti odio" butta fuori, tutto d'un fiato. Sta cercando di convincere Harry o se stesso? 

"Come, scusa?" sussurra il riccio, disorientato.

"Io ti odio" ripete il maggiore, con voce sempre meno sicura, ma non sembra che l'altro lo noti. "Ti odio perché sei un bambino viziato, con la puzza sotto al naso, che mangia una foglia d'insalata al giorno per entrare in dei stupidissimi e lussuosissimi pantaloni griffati. Vivi di cazzate e qualche accessorio, non sapendo minimamente che cosa sia la vita vera; e quando un giorno, sarai troppo vecchio per questo lavoro, cadrai in depressione e ti chiuderai dentro la tua vita vuota di modello di alta moda" 

Quando Louis chiude definitivamente la bocca, si dà del coglione da solo. Ma che cosa dice! È ovvio che quelle cose non le pensa, nemmeno lontanamente. Sa bene che Harry non ha avuto vita facile, sa bene della malattia di suo padre e della sua recente perdita. Sa bene di tutti i problemi di anoressia che ha dovuto affrontare da allora, eppure... Eppure ha appena vomitato addosso a quel povero ragazzo, puro veleno.

Il riccio sembra sconvolto; per questo apre e chiude la bocca più e più volte, come se non sapesse davvero cosa dire.

"Tu-" tenta Harry, incredulo.

"Sì, sai che c'è? Il tuo discorso riservamelo per il duemilamai" 

Sempre peggio, Tomlinson!, proprio con questo pensiero in testa ed uno sbuffo tra le labbra, supera uno scioccato Styles che sembra aver perso la facoltà perfino di respirare.

"Sono un coglione" continua a gemere Louis, mentre prende l'ennesimo tiro dalla sua terza canna. 

Sì, quando Liam l'ha riaccompagnato a casa, cercando inutilmente di farlo parlare, si è buttato sulla riserva di erba che ha in casa. Così, eccolo lì, seduto sul cornicione della sua finestra, con la canna in una mano ed il telefono nell'altra. 

Louis, semplicemente, aspetta. Aspetta qualcosa, qualsiasi cosa. Perché Harry Styles, augura sempre a tutti il buongiorno e la buonanotte, eppure, nonostante siano le due di notte, non ha ancora twittato.

Ovviamente il modello non è a conoscenza di queste informazioni perché tiene sempre aperto il profilo dell'altro, macché. 

Fatto sta, che sono ore ormai che fissa dal telefono quel dannato profilo, senza che nessun tweet appaia. 

"Vaffanculo, vaffanculo, vaffanculo" grugnisce, sbattendo con forza la fronte contro il vetro freddo - si trovano pur sempre a Londra, che cosa si aspetta?

La casa di Louis non è per niente lussuosa, anzi, è semplice e piccolina, ma piena di lui in ogni angolo. 

È un attico, perché gli piace guardare la sua amata città dall'alto; ma proprio per questo, è un appartamento più piccolo rispetto agli altri e decisamente più malridotto. Ma a lui piace così.

Si prende un bello spavento, però, quando l'ennesimo piccione si abbatte contro la sua finestra - ma che l'hanno scambiata per un centro di riabilitazione per piccioni, casa sua?

"Ma va' all'inferno, stupido pennuto" ringhia con il cuore in gola, quando la canna gli cade tra le mani ed il telefono, poco ci manca. Sbuffa sonoramente, mentre si abbassa per recuperare lo spinello e si risistema sul cornicione. Poi, però, accade il peggio. 

Trattiene il respiro e spera davvero che quello sia un incubo, un bruttissimo incubo. Al posto del tasto "follow" ora, sul profilo c'è "following" e Louis si vorrebbe sparare. Anzi, vorrebbe dare talmente tante capocciate alla finestra da dimenticarsi perfino il suo nome.

Sono i due minuti più lunghi della sua esistenza, ma quando finalmente gli arriva la notifica "@Harry_Styles ha ricambiato il follow" lancia un urletto, decisamente poco virile, e salta giù dal cornicione, prendendo a baciare compulsivamente il suo telefono. 

Ma poi, il riccio, lo fa sognare ancora di più. Proprio mentre si butta a letto, spegnendo la canna nel posacenere, sente un beep dal suo telefono - ovviamente è normale che lui abbia attivato le notifiche del più piccolo, come no.

@Harry_Styles: e dopo questo... Posso andare a dormire! All the love. xx

Louis balbetta e cerca in tutti i modi di trovare delle scuse per le quali il riccio possa aver twittato una cosa del genere; non c'è scampo però, dopo che lui l'ha seguito ha twittato, è un chiaro riferimento a lui.

Se qualcuno glielo chiederà mai, il castano negherà con tutto se stesso ma, in quel preciso istante, arrossisce dalla testa ai piedi e, con un sorriso che va da una guancia all'altra, si mette a dormire, felice.

E lui odia Harry Styles, certo.



«I need you, you, you, you, you, you
Where are you now that I need you?»






"Allora, sei pronto?" dice una voce, al di là della porta, mentre sbatte ripetutamente le nocche contro il legno.

"Sì, Lì, intanto tu scendi" gli risponde Louis, mentre si guarda per l'ultima volta allo specchio.

Perfetto, si dice da solo, mentre si aggiusta per l'ennesima volta la giacca. 

Liam non avrebbe potuto proprio scegliere abbinamento migliore; quel completo di Sandro, nero con dei piccoli riflessi di diamante, abbinato con una camicia di Givenchy completamente bianca e le scarpe nere di Grenson, è il paradiso.

Si aggiusta distrattamente la frangia, mentre afferra il suo Iphone 6 plus, con quella cover verde di una tonalità così simile agli occhi di un certo modello, e controlla le notifiche di Twitter.

Sono passate due settimane dallo strano Tweet di Harry e, da lì in poi, si è scatenata una vera e propria guerra tra i due.

Louis non sa bene come siano passati da Tweet tipo:

@Harry_Styles: Haircut time! - con tanto di foto del riccio allegata.

@Louis_Tomlinson: Finalmente ti sei deciso a lavarli! Devo stappare lo spumante migliore ;)

@Harry_Styles: Io almeno lo uso il sapone, cosa che non si può dire di te, uomo delle caverne :P

A Tweet come:

@Louis_Tomlinson: F R E E D O M - foto allegata: il modello di spalle con il suo completo da calcio e la palla stretta tra i piedi.

@Harry_Styles: Ma tu fai la palla?

@Louis_Tomlinson: Vuoi provare ad essere sbattuto come questa palla? I goal in porta non sono gli unici che faccio

@Harry_Styles: Love, queste proposte indecenti mandamele per messaggio!

@Louis_Tomlinson: Ti mando il piccione viaggiatore?

Ma lì, il castano non aveva ottenuto un Tweet in risposta, ma un messaggio privato con il numero del riccio. Quando l'aveva visto, aveva perso sicuramente almeno dieci anni di vita; poi aveva cercato di darsi un contegno, urlando come una ragazzina contro il cuscino del suo letto.

Peccato che non avesse trovato il coraggio di scrivergli; che cosa avrebbe potuto dirgli, poi? Dopo tutte quelle parole cattive che gli aveva rivolto l'ultima volta che si erano incontrati... Louis non riusciva a capire come il riccio potesse voler parlare ancora con lui.

Harry Styles è un vero e proprio enigma.

"Louis non costringermi a tornare di sopra" sente la voce di Liam, dal piano di sotto.

Cavolo, non si è accorto di essersi imbambolato a fissare nuovamente il contatto dell'altro modello in rubrica; nessuno dovrà mai sapere che l'ha salvato come Harry <3, ne vale della sua reputazione.

"Eccomi, eccomi" risponde il castano, mentre scende le scale e segue l'altro fuori dalla porta.

"Allora, ti ricordo che devi sorridere, essere almeno carino con un paio di giornalisti e poi ti potrai ubriacare quanto ti pare" gli dice l'amico, entrando nella limousine e facendo spazio per far salire anche Louis.

"Prenderò la più grande sbronza del secolo" borbotta il maggiore, chiudendo lo sportello e dicendo successivamente all'autista di partire: sono già in ritardo.

"Ed io ti terrò la mano mentre vomiterai" sbuffa Liam, avendo imparato ormai il copione a memoria.

Il castano non gli risponde, alzando gli occhi al cielo, ma sa che l'altro ha ragione.

Si stanno dirigendo alla festa di apertura della London Fashion Week e Louis è nervoso. 

Generalmente non gli importa poi più di tanto di quegli eventi; due sorrisi, un paio di baci sulle guance e può avere libero accesso all'alcool. 

Ma questa volta è diverso; questa volta rivedrà Harry Styles. Quello stesso riccio che due giorni addietro gli ha dato il suo numero, a cui Louis non si è ancora deciso a scrivere.

"Allora con Sophia?" Chiede distrattamente il maggiore, volendo allentare la tensione che gli sta attorcigliando lo stomaco.

"Sophia? Ci siamo lasciati settimane fa..." Borbotta Liam, leggermente infastidito.

"Che cosa?! Ed io dov'ero?" continua il castano, stralunato.

"Molto probabilmente sul profilo di Harry Styles" gli dice per tutta risposta l'amico, scuotendo il capo: Louis è un caso disperato.

"Ma che cosa dici io non-"

"Sì, sì. Ora scendi però, siamo arrivati" lo rimprovera, divertito, Liam, poco prima di abbandonare l'abitacolo.

"Tu-" inizia il castano, scendendo velocemente dall'auto per raggiungere l'amico; ma ben presto rimane accecato dai troppi flash.

Sospira, sconfitto, mentre Liam gli fa segno che lo aspetterà all'ingresso, come tutte le volte. 

Lui è Louis Tomlinson ed ha delle responsabilità; così, con uno strano formicolio allo stomaco, lascia che i fotografi ed i giornalisti lo mangino vivo.

Quando raggiunge finalmente il suo manager è rosso di rabbia. Per quale motivo quella stupida giornalista se n'è uscita con una domanda del genere? In effetti avrebbe dovuto aspettarselo, lui ed il riccio non sono stati propriamente discreti su Twitter; s'inviano Tweet praticamente ogni giorno.

Ma, la domanda "odi Harry Styles?", non sarebbe dovuta essere in programma; tanto meno la sua risposta. "Who wouldn't love him?", ma che cosa gli è passato per quella testa bacata che si ritrova? 

"Louis tu-" tenta Liam, che ha assistito alla scena nei minimi dettagli.

"Non una sola parola" ringhia il castano, superandolo ed entrando all'interno della sala; ovviamente anche quest'anno le cose sono fatte in grande, non che a lui dopotutto interessi: è lì solo per ubriacarsi e dimenticarsi perfino come si chiama.

In tanti cercano di fermarlo, ma l'aura che Louis si è creato intorno sembra star facendo il suo effetto; nessuno osa intralciarlo.

Spalle ampie, passo felpato, occhi assassini. Diciamo che, nonostante di stazza non sia poi così alto, nessuno vuole avere problemi con lui.

"Che cosa prende?" gli chiede il signore dall'altro capo del bancone.

"La cosa più alcolica che avete e facciamo che me ne dai due" prorompe il castano, passandosi frettolosamente una mano tra i capelli: è nervoso.

"E quindi... Chi non l'amerebbe, eh?" ecco, è esattamente questa scena che Louis avrebbe voluto evitare; dannato lui e dannata la sua stupida boccaccia!

"Senti, Styles, non ho tempo da perdere con te" ringhia il castano, punto nell'orgoglio, mentre afferra il drink che il barman gli porge. In un attimo, il bicchiere è vuoto. "Un altro" gli intima, senza nemmeno voltarsi a guardare Harry: sa che l'altro lo sta fissando.

"Però sembra che tu abbia tempo per parlare di me" lo sbeffeggia il riccio, sfiorando il polso di Louis con la punta delle dita; l'altro si ritrae, come scottato.

"Non sono ancora abbastanza ubriaco per poter affrontare questa conversazione" gli risponde il maggiore, buttando giù anche il secondo drink; il suo fegato protesta, ma Louis cerca d'ignorarlo. 

"Vacci piano tigre, oppure questa sarà l'ultima conversazione della tua vita" cerca di calmarlo Harry, quando il modello ordina l'ennesimo drink.

"Chi sei, mia madre?" sbuffa ironicamente il castano, voltandosi per la prima volta verso l'altro. "Cazzo" è tutto ciò che gli esce, mentre fa scorrere i suoi occhi sulla figura alta e slanciata di Harry.

Il sorriso compiaciuto del modello, contornato da quelle guance rosse per l'imbarazzo, fanno venir voglia a Louis di scoparselo lì, su quel bancone, davanti a tutti.

"Uhm, grazie... Credo" tentenna il minore, facendo oscillare il suo peso da uno stivaletto all'altro.

Harry Styles è una visione. Racchiuso in quel completo floreale - Louis può scommetterci la testa che è Gucci -, con quella camicia nera e quei stivaletti Yves Saint Laurent, il riccio gli sta facendo venire un'erezione non proprio indifferente.

"Intendevo, cazzo, deve costare una fortuna" cerca d'inventare su due piedi il maggiore, tenendosi la bocca impegnata mentre succhia dalla cannuccia il suo cocktail; sa che l'altro lo sta fissando, sa che è particolarmente interessato all'incavo che si crea sulle guance di Louis quando succhia, succhia per davvero.

"Anche tu sei bellissimo" è tutto ciò che tira fuori Harry e, il tono che usa, è così sincero che disarma completamente il castano. Rimane infatti immobile, mentre i suoi occhi si perdono dentro quel verde smeraldo.

"Lo so" mormora Louis dopo diversi minuti, cercando di riacquistare un po' di contegno, ma sa che né lui, né il riccio, credono a quelle parole. 

Harry freme, sotto il suo sguardo; il maggiore vede perfettamente il suo pomo d'Adamo salire e scendere a scatti nervosi e Louis, tutto quello che vorrebbe fare, è succhiarlo, morderlo e baciarlo, e non solo il suo pomo, tanto per dire.

Se prima li dividevano centimetri, adesso sono millimetri; il riccio è così vicino che il castano riesce perfettamente a sentire il suo odore di vaniglia, che riesce a mandarlo completamente fuori di testa. 

Ma il suo sguardo, oh, il suo sguardo è fisso su quelle labbra, che sembrano star implorando di essere baciate e, chi è Louis per negargli quel desiderio? 

"Harry, andiamo a ballare" 

E lì, la magia, si rompe. La loro bolla perfetta va in frantumi. 

Il castano ringhia, stringendo i denti con forza, pronto ad uccidere chiunque abbia osato interrompere quella scena intima; ma poi, resosi conto di che cosa stava per accadere, fa un passo indietro e torna a respirare aria pulita, aria senza Harry.

"Sì, arrivo, Zay" è tutto quello che dice il riccio, mentre il presunto mulatto lo strattona per la manica, facendo increspare il volto del modello, leggermente preoccupato per il suo abito.

E Louis è più che certo che vorrebbe venire sopra quel viso così tante volte da impedire perfino all'altro di sollevare le palpebre. Vorrebbe vedere il suo sperma colare lungo la sua fronte, le sue guance, per entrare deliziosamente dentro la sua bocca, tra quelle due rose, gonfie ed oscene.

Prima che il riccio possa dirgli qualsiasi cosa, Louis è già scappato via con il suo drink tra le mani. Sente la voce del riccio richiamarlo, ma non si ferma, non può fermarsi. 

Esce a prendere una boccata d'aria, mentre cerca di schiarirsi le idee: la sua mente è già leggermente appannata, segno che l'alcool sta avendo l'effetto desiderato. 

Finisce il cocktail e si tasta le tasche alla ricerca disperata di una sigaretta, ma quando la trova, si ricorda improvvisamente che non è lì da solo.

Liam, pensa disperato, mentre traballante, rientra all'interno. Non ci mette poi molto ad individuare il suo amico, seduto sui divanetti di fronte alla pista da ballo, che si è aggrappato con tutte le sue forze ad un ragazzo biondo, che ha una certa aria famigliare - è Niall. 

"E quindi... Capisci... Mi ha lasciato così e-" sente dire dal manager.

"D'accordo, d'accordo Lì, sono sicuro che hai spiegato sotto ogni punto di vista la tua storia" cerca di evitare il peggio, Louis, mettendosi seduto di fianco all'amico.

"Oh... Il mio caro amico cazzone... Che combina solo guai... Ma quanto sei stronzo, eh?" gli dice Liam, con un sorriso angelico stampato sulle labbra: è ubriaco fradicio.

"Meno male che dovevi essere tu a sostenere me..." borbotta il modello, mentre ferma l'amico dall'accasciarsi sul divanetto. "Ehi, ehi, non fare così" mormora il castano, mentre passa un braccio intorno alle spalle dell'amico. 

"Non preoccuparti, non si è ridicolizzato troppo" e finalmente Louis si ricorda della presenza dell'altro ragazzo. 

"Mi dispiace lui... Di solito non beve, ma si è lasciato con la ragazza e..." tenta di giustificarlo il maggiore.

"Non preoccuparti, è simpatico. Sicuramente più di te" 

Colpito ed affondato.

"Senti sai, a proposito di..." inizia il castano.

"Oh! Scuse accettate" lo interrompe il biondo, divertito.

"Ehi! Che ne sapevi che stavo per chiederti scusa? Magari io-"

"Certo, Louis, certo" lo sbeffeggia il biondo e, il modo in cui arrossisce il maggiore, non fa altro che confermare le idee dello stilista. "Sei quasi tenero" dice di getto Niall.

"E tu che ci fai qui tutto solo?" chiede improvvisamente il modello, volendo sviare quel discorso che sta rasentando i limiti del ridicolo.

"Oh, beh, come sempre Zayn ha alzato troppo il gomito ed ha trascinato con sé anche Harry..." ed indica qualcosa sulla pista.

Louis sa che non dovrebbe voltarsi, che già la mezza erezione che ha tra le gambe gli sta causando dei problemi, ma ehi, lui è nato masochista. 

Molto probabilmente, se la mascella non fosse attaccata alla sua faccia, a quest'ora avrebbe dovuto recuperare i pezzi per terra. 

Ma una cosa del genere è legale? No, perché di queste cose lui ne ha viste solo nei video porno e, fidatevi, il modello ne è un grande intenditore. Qualcuno li denunci per atti osceni in luogo pubblico! 

I corpi di Harry e Zayn non si sfiorano nemmeno, eppure tutto di loro grida: sesso. 

E da quando ad eventi del genere è presente un palo per la lapdance? Un tempo la London Fashion Week era un evento rispettabile!

Harry ha tra le gambe il palo, mentre continua a strusciarsi oscenamente contro di esso, buttando di tanto in tanto la testa all'indietro e spalancando la bocca; molto probabilmente per gridare le note della canzone. 

"Tell me, where are you now that I need you?
Where are you now?
Where are you now that I need you?
Couldn't find you anywhere
When you broke down I didn't leave you"

Gli occhi di Louis sono completamente rapiti da ogni minimo movimento; la gamba di Harry si struscia pericolosamente contro il palo di metallo e, diavolo, vorrebbe tanto che si strusciasse così contro il suo sedere, mentre il castano affonda ripetutamente dentro di lui. 

La lingua del minore si muove birichina dentro la sua bocca e, quando addirittura spinge in fuori la sua guancia, simulando di avere un membro in bocca, Louis scatta in piedi. 

"Tu, insomma sì, potresti-" chiede a Niall, cercando di alleviare il dolore che prova al cavallo passandoci frettolosamente una mano sopra. 

"Vai tranquillo, gli chiamo un taxi" dice il biondo, riferito a Liam, che sta russando come se non ci fosse un domani.

Il castano non aspetta ulteriori conferme e corre, veloce, verso il bagno: ha un dannato bisogno di farsi una sega. 

I brividi scorrono sul suo corpo, incontrollati, mentre nella sua mente vaga ancora il ricordo di Harry premuto contro quel palo; ha completamente rimosso la figura di Zayn dietro di lui.

Dopo tre tentativi, finalmente riesce a trovare un bagno libero, all'ultimo piano. Dopo essersi chiuso la porta alle spalle, corre verso il lavabo e ci si appoggia con le mani: ha il fiatone e non è per la corsa che ha fatto.

Apre l'acqua fredda e tenta in ogni modo di mandare via quel rossore patetico che gli circonda le guance; ma non fa nemmeno in tempo a chiudere l'acqua che sente la porta aprirsi.

"È occupato" dice irritato, aggredendo chiunque sia all'ingresso.

"Sì, è vero, è occupato" mormora una voce bassa, roca, facendogli pulsare l'erezione.

"H-Harry" balbetta il maggiore, cercando di sistemarsi al meglio la camicia, in modo tale che la punta del suo membro non svetti completamente dai suoi pantaloni griffati.

"Louis" sussurra l'altro, con la voce carica di lussuria. È ancora premuto contro la porta e, quando il maggiore avverte il classico "click" di chiusura, sa che l'altro non ha intenzione di andarsene tanto presto.

Il castano non sa esattamente come succede, ma il riccio in un attimo gli è addosso; lo schiaccia completamente contro il lavello e lo sovrasta, mentre gli divora le labbra.

Inizialmente Louis emette uno squittio, sorpreso dal comportamento dell'altro, spingendolo indietro.

"Che diavolo stai facendo?!" gli urla addosso il maggiore, incredulo.

"Un favore ad entrambi" è tutto ciò che gli dice Harry, poco prima di ficcargli, non tanto gentilmente, la lingua in bocca.

Questa volta, il castano non protesta e, afferrando l'altro per i glutei - Dio, come gli sono mancati -, inverte le posizioni e lo fa sbattere contro il marmo freddo del lavandino.

Il miagolio che il riccio produce, manda a farsi benedire tutti i buoni propositi di Louis di fare le cose con calma. 

Così, le sue mani risalgono veloci sul corpo dell'altro e, facendo cadere tutti i bottoni, gli apre la camicia. Si stacca per un attimo dalle sue labbra, ammirando il suo fisico scolpito; alla vista dei tatuaggi di Harry, la vena sulla sua erezione pulsa: Louis sta facendo uno sforzo pazzesco per non venire come un verginello.

"Ti piace ciò che vedi?" lo prende in giro il riccio, ma l'altro non gli dà tempo o modo di aggiungere nient'altro, che le sue labbra sono fuoco sulla pelle del modello.

Succhia il suo collo, morde le sue clavicole, bacia i suoi capezzoli; con particolare stupore, nota che la leggenda è vera: Harry Styles ha quattro capezzoli.

Ed invece di esserne disgustato, la cosa lo eccita, se possibile, ancora di più. Vorrebbe avere più labbra e mani per assaggiarne ognuno contemporaneamente. 

Ci si avventa come può, mentre il riccio infila prepotentemente le mani tra i suoi capelli, tirandoli. 

Il castano sente perfettamente l'erezione del minore premergli contro le cosce; sentirlo così duro e pronto, solo per lui, gli fa girare la testa. 

"Ti prego, Lou, ti prego" lo implora Harry e quella è musica per le orecchie del modello. 

"Ti prego, cosa?" lo stuzzica Louis, passando le mani sui suoi pettorali e pizzicando di tanto in tanto la scia di succhiotti che gli ha donato. 

"Ti prego, toccarmi. Ti prego, scopami" 

E l'altro non se lo fa ripetere di certo due volte: slaccia velocemente i pantaloni floreali di Harry e li tira via insieme alle sue scarpe. 

"Oh mio Dio" sussurra il maggiore, quando si accorge di che cosa lo sta aspettando lì sotto.

Il riccio ha indosso delle parigine bianche, alte fino al ginocchio, che sono collegate con delle autoreggenti a delle mutandine di pizzo rosa, rosa.

"Ti prego" ripete nuovamente Harry, mandando Louis completamente in estasi.

La mano del maggiore si struscia con forza sul membro del più piccolo, che ormai esce completamente da quell'intimo striminzito.

"Dove sei stato per tutto questo tempo? Dove?" sussurra Louis, più a se stesso che all'altro, mentre l'afferra voracemente per le cosce e lo fa sedere sul marmo del lavandino. 

"Qui, uhm... Qui per te" geme il riccio, mentre le labbra del castano aggrediscono i suoi fianchi, mordendoli avidamente. 

"Oh baby, oh baby" mormora Louis come una preghiera, mentre lascia che le mani dell'altro lo spoglino della giacca e gli slaccino, accuratamente, la camicia. 

Il maggiore però non è così calmo e gli strappa di dosso le mutandine, facendogliele calare lungo le gambe lunghe e snelle. 

"Mmm... Sei così bello, così bello" miagola Harry, mentre Louis prende a masturbare la sua erezione, poco prima d'intravedere un brillante gigante fuoriuscire dalla sua apertura.

"Cazzo" sbotta solo, incredulo. "Tu... Oh merda" il maggiore non riesce proprio a fare una frase di senso compiuto; ma lì, così aperto ed esposto per lui c'è Harry Styles con un plug dentro il suo orifizio, con le labbra completamente rosse e bagnate ed il suo corpo pieno di segni che Louis gli ha fatto.

"Solo per te, daddy, solo per te" urla il riccio, quando il castano afferra la base del plug e la tira in parte fuori, per poi riaffondare all'interno di quell'antro caldo. Il liquido pre-seminale che fuoriesce dal membro di Harry fa intendere a Louis che l'altro si sta trattenendo dal venire. "Dentro di me, dentro di me" 

Ed il maggiore deve ancora riuscire a decidere quale tra quelle visioni lo stia eccitando di più; il riccio che lo chiama daddy, il plug nella sua apertura, le sue mutandine di pizzo o la sua bocca oscenamente spalancata.

Vorrebbe così tanto scoparsi quelle labbra, ma ora ha il bisogno fisico di prenderlo, di stringersi tra quelle carni, di sentirlo, fino infondo. 

"Preservativo" riesce a dire Louis, mentre continua a giocare con il plug, affascinato da come le pareti del riccio sembrino stringersi disgustosamente bene intorno ad esso. 

"Sono pulito, sono pulito" ripete Harry come una preghiera, mentre trema tra le braccia del maggiore: è al limite.

Louis, se fosse stato davvero in sé, probabilmente avrebbe detto qualcosa, ma in quello stato di ubriachezza ed eccitazione in cui si ritrova non riesce a fare nient'altro se non annuire.

Anche perché, l'idea di venire e di marchiare quel corpo stretto e spigoloso lo eccita oltre ogni misura.

"Va bene, ma faremo i test domani" 

Ed il riccio spalanca la bocca, incredulo; perché questo vuol dire che faranno sesso ancora, ancora ed ancora. Che Louis vuole una cosa seria insieme a lui.

Ma non riesce a pensarci oltre, perché il maggiore ha tirato via, con tutta la lentezza e la delicatezza del mondo, il plug dalla sua apertura e, senza dargli nemmeno un attimo di respiro, l'ha sostituito con la sua erezione. Ma quando si è abbassato pantaloni e boxer? 

Tutto ciò che Harry può fare è urlare, di piacere, di pienezza. Si aggrappa con le unghie ai bicipiti del castano, ancora coperti dalla camicia. 

Louis non gli dà nemmeno un attimo per abituarsi a quella presenza, inizia fin da subito a scoparselo rudemente. 

Gli affondi sono violenti e possenti, mentre stringe tra le dita le cosce del più piccolo, stringendole a tal punto da fargli rimanere le impronte delle sue dita sulla pelle.

"Daddy, oh, sì, ti prego! Scopami più forte" urla il riccio, buttando la testa all'indietro e ricambiando le spinte del più grande. 

Le sue gambe lunghe si sono attorcigliate dietro la schiena del maggiore, volendolo sentire di più, più a fondo. 

Louis ringhia a quella richiesta e lo accontenta volentieri; lo trascina di più in avanti, in maniera tale che il suo sedere non tocchi più il lavello. Con le mani circonda quei glutei piccoli e perfetti, spalancandogli di più le natiche. 

Harry si aggrappa al bordo del lavello, mentre si morde a sangue il labbro inferiore, cercando di trattenere un po' i suoi gemiti: saranno pure ubriachi, ma stanno comunque facendo sesso in un bagno.

"Non trattenerti, baby" gli sussurra il maggiore, dandogli una spinta più forte delle altre e facendolo urlare, questa volta di pieno e puro piacere: gli ha toccato la prostata; la spinta è stata così profonda che addirittura il suo membro ha sfiorato la prostata del minore.

"DADDY" urla Harry, portando una sua mano a masturbarsi, "Ti prego, daddy, quel punto, quel punto" lo supplica, mentre Louis fa ruotare il bacino e l'accontenta.

"Solo io posso darti piacere, micetto" grugnisce il castano, mentre con uno schiaffo allontana la mano di Harry dal suo membro. "Verrai senza essere toccato" lo riprende, mentre il suo bambino annuisce, sottomesso, completamente sottomesso.

Il più piccolo si sporge in avanti e, con un piccolo colpo di reni, si stacca completamente dal lavello, aggrappandosi al corpo dell'altro. 

Louis rafforza la presa che ha sulle sue natiche e gli bacia le labbra, mentre continua a scoparselo, questa volta da in piedi. 

Il suo membro duro e pulsante affonda ripetutamente in quell'apertura stretta e calda. Il maggiore si chiede come sia scoparsela senza preparazione, divino. 

Le braccia di Harry gli circondano il collo, mentre fa leva sul corpo del castano e cerca di abbassarsi ripetutamente sulla sua erezione, ricambiando le spinte. 

"Così vicino, così vicino" miagola il riccio, mentre si abbassa sul collo di Louis e gli lascia un evidente succhiotto; si sente così bene con il membro dell'altro dentro di sé che non vorrebbe mai smettere. 

"Vieni per me, babe" gli sussurra il castano, mentre, stringendo di più la presa sul suo sedere, fa affondare due dita dentro l'orifizio di Harry. 

E lì, mentre il riccio urla, bastano altre due spinte per farlo venire dolcemente, senza essere stato toccato, tra i loro petti nudi. 

Il minore crolla completamente contro il corpo di Louis, grazie a Dio l'altro ha la premura di riappoggiarlo sul lavello, mentre continua a scoparselo.

Dopo un altro paio di affondi anche lui viene copiosamente, dentro quel culo oscenamente caldo; poggia la fronte sudata nell'incavo del collo del minore e lo morde, a sangue. 

L'altro non ha la forza per ribellarsi, ma in realtà nemmeno vorrebbe; lascia che l'altro lo marchi e lo sculacci un po' sulle natiche, come a ricompensarlo per il buon lavoro fatto. 

Ci mettono cinque minuti buoni per riprendersi dall'intensità di quell'orgasmo, ma quando lo fanno, il primo a parlare tra i due è Louis.

"Allora, che ne dici di questo goal?" lo sbeffeggia il castano, mentre Harry ride, sentendo l'altro uscire dal suo corpo.

"Dico che mi piacerebbe molto giocare un'altra partita con te. Ora

E l'invito è molto chiaro. Ripetere quel fantastico sesso, tra più o meno quindici minuti, a casa di uno dei due. 

"Casa mia è più vicina" 

Ed Harry annuisce e basta, mentre guarda l'altro rivestirsi, non chiedendogli come faccia a sapere dove vive. L'unica cosa che conta, è lo sperma caldo che cola lungo le sue natiche e la dolce sensazione che sentirà quando l'altro gli verrà dentro ancora ed ancora.

Sì, Louis Tomlinson è decisamente bravo a fare goal.

§

"Se state scopando lì dentro, sappiate che farò schiantare l'aereo" urla un Niall Horan, piuttosto disgustato, che sbatte forsennatamente le nocche contro la porta del bagno.

"Un attimo" gli risponde con un filo di voce, Louis, poco prima di venire con un gemito strozzato.

"QUELLO NON ERA UN SUONO DA ORGASMO, VERO?" E questa volta, ad urlare, è stato uno Zayn Malik parecchio preoccupato. 

Parecchi grugniti e parolacce dopo, finalmente la porta del bagno si apre, rivelando un Harry con un sorrisone stampato sul volto ed un Louis piuttosto sudato.

"Sempre a pensare male state" sbuffa il castano, mentre si fa largo tra i suoi amici e va a prendere posto sul sedile, trascinando il riccio sopra le sue gambe.

Il suo bambino si accoccola amorevolmente sul suo corpo, poggiando la testa nell'incavo del suo collo.

"Ho tanto sonno" miagola, esausto dalla loro precedente attività.

"Louis, lo sai vero che hai ancora la cerniera dei pantaloni abbassata?" dice con voce stridula Liam, che è seduto di fronte al maggiore. 

"Sarà stata una svista" borbotta, facendogli segno di tacere. "Dormi, piccolo" gli sussurra amorevolmente il castano all'orecchio, baciandogli una tempia, mentre gli circonda con le braccia la vita; lo fa sentire protetto.

"SENTI CHE ODORE DI SESSO" urla Niall.

"Stai calmo N-"

"IO LI AMMAZZO. IO LI FACCIO FUORI. AVEVANO PROMESSO" continua il biondo come un ossesso.

"Potresti fare silenzio? Harry sta cercando di dormire" grugnisce allora Louis, perdendo definitivamente la pazienza. 

Il riccio si muove, agitato, sopra il corpo dell'altro, mentre il castano tenta in tutti i modi di rassicurarlo con delle piccole carezze sulla schiena.

"PURE? MA IO T-" 

Ma nessuno sente il resto, perché Zayn l'ha spinto nella parte superiore dell'aereo, dando finalmente alle orecchie di Louis un po' di pace.

"Spiegami ancora una volta perché stiamo facendo il viaggio con loro" borbotta un Liam infastidito, che si massaggia la testa alla bella e meglio.

"Perché sia io che Harry dobbiamo fare un servizio a Miami e siccome il mio ragazzo non si sposta senza quei due fenomeni da baraccone ci siamo ritrovati tutti insieme in questo volo Londra - Miami" spiega per l'ennesima volta il maggiore, sbuffando ed alzando gli occhi al cielo quando sente i denti di Harry mordergli il collo. È vero che i suoi amici sono pazzi, mica è colpa sua!

"Tu potevi risparmiarti di fare sesso nel bagno" gli fa comunque notare il suo migliore amico.

"Non abbiamo fatto sesso!" cerca comunque di difendersi Louis. "Non è colpa mia se l'aereo è decollato così velocemente e mi sono versato dello champagne sui pantaloni. Harry mi stava solo aiutando a rimuovere la macchia" dice sicuro di sé.

"E l'ha rimossa proprio a fondo" borbotta Liam, cercando di non farsi sentire dal castano, che però sembra essere assorto dall'ennesima rivista di calcio - che in realtà non sta leggendo davvero.

La mente di Louis è lontana, proiettata verso quell'ultimo, bellissimo, mese che ha appena vissuto. 

Possibile che le cose possano davvero cambiare così velocemente? Harry ha sconvolto la sua esistenza; è entrato nella sua vita senza chiedere il permesso e l'ha rivoluzionata, decisamente in meglio.

Il castano non riesce ancora a credere che, dal passare ore sul Twitter del riccio, sia passato a condividere ore nel suo letto e non solo! Lui e Harry sono una coppia a tutti gli effetti; ormai il più piccolo vive praticamente con lui, o almeno quando può.

I loro rispettivi lavori li tengono impegnati più di quel che vorrebbero, ma passano praticamente ogni minuto libero insieme - e no, non solo a scopare.

Quel viaggio a Miami sembra essere capitato a pennello; Louis non vede l'ora di poter regalare al suo micetto momenti indimenticabili.

Non riesce ancora a crederci: la sabbia calda, Harry, il mare cristallino, Harry, il cibo delizioso, Harry, Harry, Harry. Sembra il paradiso.

Viene poi distratto dai suoi pensieri quando sente il suo cucciolo agitarsi lievemente nel sonno: è adorabile. Gli bacia teneramente la guancia, mentre se lo stringe di più contro.

Ma sì, un pisolino non ha mai ucciso nessuno, pensa Louis tra sé e sé, mentre lancia la rivista di calcio - che è stata inutilizzata - sul tavolino del loro aereo privato. Non fa nemmeno in tempo a finire di pensare quella frase, che già Morfeo l'accoglie con tanti, tantissimi sogni su quel riccio tentatore.

Il risveglio però non è, purtroppo, dei migliori. Il modello sente improvvisamente qualcuno muoversi freneticamente sul suo corpo e poi, l'assenza. 

Sparisce il calore, sparisce l'odore di vaniglia, sparisce metà del suo essere: Harry si è alzato.

Sbatte velocemente le palpebre e sbadiglia, confuso, non riuscendo a capire che cosa possa essere successo per far correre il suo bambino lontano da lui.

Ma poi, quando avverte il suono dei conati di vomito dal piccolo bagno dell'aereo, scatta; è sveglio.

Liam dorme, sulla poltrona di fronte alla sua, con la bocca schiusa ed un rivolo di bava che gli cola lungo il mento. Se non fosse così preoccupato, Louis dovrebbe certamente immortalare il momento con una bella foto in HD! Insomma, andiamo, Liam Payne scomposto? 

Non si sofferma troppo sulle figure di Niall e Zayn, che sono pressoché addormentate le une sulle altre; insomma ma quei due quanto decideranno di smettere di mentirsi e si faranno una bella scopata? Harry gli ha precedentemente accennato qualcosa riguardo un Niall che si crede eterosessuale; ma se il biondo lo è, Louis è la regina Elisabetta. 

Corre verso il bagno più veloce che può e quel che trova gli fa stringere il cuore. 

Il suo micetto è piegato sulle ginocchia, con la faccia pressoché immersa nel water che rimette fuori tutto il cibo precedentemente mangiato.

"Oh, cucciolo" sussurra il maggiore, mentre s'inginocchia dietro l'altro e gli tira indietro i capelli lunghi, sostenendolo mentre continua a vomitare.

"N-no, Lou, non guardare" singhiozza il riccio.

"Non dire idiozie" borbotta il castano, rafforzando la stretta che ha sul corpo esile e longilineo di Harry.

Il modello non sa esattamente quanto altro tempo passi, prima che lo stomaco del minore si calmi, ma quando succede Louis non esita nemmeno per un secondo.

Afferra il riccio per la vita e lo tira in piedi, lo aiuta - nonostante le sottili proteste dell'altro - a sciacquarsi la bocca con un po' d'acqua ed una volta finito, lo conduce fuori da quel posto angusto che solo a guardarlo gli fa venire la claustrofobia. 

Non lo porta nuovamente nella sala principale, per così dire, ma sale al piano di sopra e lo fa sedere per terra; si trovano nella parte rialzata dell'aereo, costruita appositamente per la cabina di pilotaggio - nuove tecnologie, chi le capisce. 

"Piccolo, vuoi dirmi come ti senti?" gli chiede dolcemente Louis, mentre gli apre le gambe e s'infila tra di esse; la risposta di Harry è immediata: circonda la vita del castano intrecciando le caviglie dietro la sua schiena. 

"Un po' meglio adesso" ma il modello sa che l'altro mente, ha appena fatto quella buffissima smorfia con il naso: è nervoso.

"Cucciolo..." lo ammonisce il maggiore; non vuole che ci siano segreti tra di loro.

"Davvero, Lou, non è niente" ma il tono terrorizzato che il riccio usa ed il suo sguardo spaesato, fanno credere al castano esattamente l'inverso: c'è qualcosa sotto.

"Appena atterriamo dovremmo consultare un medico e-"

"No!" urla il minore, scattando improvvisamente in avanti con un gemito straziato, come se la sola idea fosse una coltellata. Lo sguardo accigliato che Louis gli lancia deve parlare da solo, perché Harry continua: "Non ce n'è bisogno, sto bene" 

"Non m'interessa cosa ne pensi, appena porterai le tue chiappe a terra andremo a consultare un dottore" ed il più piccolo sa, che quando il castano utilizza quel tono, non c'è speranza: ha già deciso.

"Ma non serve, porca puttana" sbuffa il riccio, sorprendendo anche se stesso; non ha mai contraddetto Louis quando utilizza quel tono.

"Bada a come parli!" gli intima il modello, stringendoli possessivamente le cosce tra le dita; odia quando Harry usa parole sboccate, una bocca candida e pura come la sua non si deve macchiare di certe schifezze. "Se io decido che tu andrai da un medico, allora tu andrai da un fottuto medico" 

"Ma non è giusto" mormora sconsolato Harry, mentre con un rantolio contrario posa la sua fronte contro quella dell'altro: è esausto. 

"A meno che tu non mi dica la verità" e Louis sa di star facendo leva in maniera giusta, il riccio canterà come un uccellino. 

"La verità è che io-" inizia con un tono disperato, ma la voce del modello viene ben presto interrotta dall'arrivo di Liam.

"Dovete scendere di sotto, stiamo per atterrare" 

Il grugnito che Louis emette è talmente scontroso che l'amico se ne va, alzando al cielo le mani, come se si aspettasse un aggressione da un momento all'altro. 

"Allora?" chiede spazientito il castano, stringendo nuovamente la carne del suo cucciolo.

"Io..." tentenna leggermente Harry, non sapendo bene cosa dire. "Io ho mangiato troppe caramelle in aeroporto ed ho chiesto a Niall di coprirmi, perché sapevo che tu ti saresti arrabbiato e..."

Il sollievo di Louis è palpabile, tanto che interrompe l'altro con un delicato bacio a fior di labbra - il riccio tenta però di allontanarsi in tutti i modi, ha vomitato fino a cinque secondi fa, per la miseria!

"Mi hai fatto preoccupare" borbotta il castano, mentre si tira in piedi, trascinandosi dietro il compagno.

"Scusami, non volevo" mormora Harry, lasciando che l'altro lo prenda per la vita e lo riconduca al suo posto, al piano di sotto. 

"Non fa niente, ma non farlo più" lo ammonisce Louis, allacciandosi la cintura di sicurezza ed intrecciando successivamente le loro mani. 

"Prenderò qualcosa per lo stomaco una volta a terra" cerca di tranquillizzarlo ulteriormente il riccio.

"Una volta a terra ti sculaccerò fino a farmi formicolare le dita della mano" e tutto questo, il maggiore lo dice con nonchalance, come se non ci fossero i loro amici a meno di un metro di distanza.

"Louis" borbotta infatti, imbarazzato, il più piccolo mentre arrossisce come una supernova. 

"Tutto questo è disgustoso" interviene Niall, tappandosi successivamente le orecchie - altro che moda, doveva fare teatro! 

"Io non ho sentito niente" tenta di sdrammatizzare Liam, sotto lo sguardo scioccato di Zayn. 

Il mulatto non deve fare tanto il santarellino, Harry gli ha raccontato certe cose sulla sua vita sessuale che farebbero quasi invidia ad un attore porno! 

"È la verità. Mi hai mentito, hai mangiato fino a stare male ed ora ti prenderai la tua punizione" continua tranquillamente Louis.

"Che hai mangiato?" chiede allora Niall, improvvisamente interessato alla conversazione; un classico.

"Le caramelle in aeroporto" risponde allora Harry. "Quelle che abbiamo mangiato insieme, ricordi?" 

"Che caramelle?" chiede confuso il biondo, attirando l'attenzione del castano, che fa immediatamente scattare la testa verso la sua direzione.

"Nì, le caramelle" dice il minore, con una voce quasi straziata.

A quanto pare, ciò che ci vuole all'irlandese per ricordarsi delle caramelle è una sonora gomitata tra le costole da parte di Zayn ed uno sguardo implorante da parte di Harry.

"Oh, ma certo" sbotta improvvisamente Niall. "Le caramelle" 

Lo schiaffo di disperazione che il mulatto si dà in piena faccia fa scattare dei segnali nella testa di Louis: Harry gli ha mentito. 

Ma non ha tempo ulteriore per continuare a rimuginarci su, che le ruote dell'aereo toccano finalmente il suolo.

"Era ora" sbotta un Liam piuttosto sudato: non gli è mai piaciuto volare.

"MIAMI, ARRIVO" urla Niall, battendo due o tre volte le mani, eccitato.

Ma ciò che cattura l'attenzione di Louis è la lieve stretta che Harry dà alla sua mano, insieme al suo sorriso appena accennato. 

Quei gesti, suonano tanto di una muta promessa.

"Allora, sei pronto?" sussurra il minore, slacciandosi la cintura di sicurezza.

"Ci puoi scommettere, piccolo" è tutto ciò che gli risponde Louis, maliziosamente, poco prima di venire interrotto nuovamente dall'ennesimo grido eccitato di Niall.

Louis pensa che sarà un lungo, lunghissimo soggiorno e che se il biondo tornerà in Inghilterra tutto intero, la regina gli dovrà consegnare personalmente una medaglia al valore.

Louis è felice come un bambino, mentre osserva l'espressione scioccata che incornicia il volto di Harry.

"Non puoi averlo fatto davvero" mormora il riccio, sconvolto, mentre fissa incessantemente la scritta del negozio - negozio è un complimento - dove il castano l'ha portato.

Mondo Vibrazione, insomma l'originalità si è andata a far benedire; ma poco importa il nome, l'importante è ciò che vi è all'interno.

"Oh sì, eccome se posso" gli risponde il compagno, mentre afferra il minore per i fianchi e lo conduce all'interno del locale.

A Louis è sembrata un'idea carina, quella di portare Harry in un sexy shop; ma non un sexy shop qualsiasi, il più lussuoso del mondo - dove può trovarsi se non a Miami? 

Dopo essere atterrati avevano bivaccato all'interno dell'albergo per ore, rotolandosi tra le lenzuola. 

Il riccio non aveva più avuto altri conati e Louis si era detto di esser solo troppo paranoico; per una volta il minore gli aveva detto la verità, erano state solo le troppe caramelle. 

Passato il pranzo, in cui Harry aveva dovuto pregare in ginocchio il maggiore di passarlo con i loro amici, il castano non aveva voluto sentire ragioni ed aveva praticamente rapito il suo fidanzato - se avesse ascoltato le idiozie che Niall stava lanciando su una qualche riserva di tartarughe per qualche secondo di più, al ritorno sarebbero stati in quattro; insomma seriamente? Sei a Miami e pensi alle tartarughe? Ma fatti una scopata!

Poi, nemmeno a farlo apposta, Louis aveva progettato quell'uscita speciale da settimane, si era informato bene sui prodotti che vendevano e sul soddisfacimento dei clienti. 

Ecco perché, proprio mentre varcano la porta del sexy shop, il castano non può proprio far a meno di sorridere, compiaciuto: Harry sta fremendo d'eccitazione.

"Tu sei pazzo" mormora il riccio, mentre - con gli occhi pressoché a cuoricino - si dirige a destra e sinistra, non riuscendo a capire su che cosa voglia mettere le mani prima. 

"Prendi questo" gli dice il maggiore, mentre mette in mano al suo bambino un cestino per fare shopping. "Mettici dentro tutto ciò che ti piace o che ti piacerebbe provare" e con altrettanta noncuranza, Louis ci posa la sua carta di credito all'interno. 

"No! Io non-"  

"Non è una richiesta" ed eccolo lì, quel tono che Harry tanto ama, quel tono che gli fa salire lungo la schiena eccitanti brividi elettrici. 

"D'accordo" mormora solo il minore, mentre si lecca incessantemente le labbra: è soddisfatto. 

"Bravo, babe" e Louis lo ricompensa ben presto con un dolce bacio, che fa sospirare il riccio. "Sarò di ritorno tra un'ora" ed è con queste esatte parole che si congeda, staccandosi dal corpo caldo e voglioso dell'altro. Harry miagola, contrariato, se fosse per lui starebbe tutto il tempo incollato al castano. "Comportati bene" lo ammonisce nuovamente il modello, prima di uscire dal negozio.

Ci sono due motivi per i quali Louis sta lasciando il suo cucciolo in un posto del genere: il primo e, forse, più importante è che non vuole metterlo a disagio, vuole che l'altro compri tutto ciò che lo stuzzica e non vuole che si possa sentire giudicato e che rinunci a determinati oggetti solo perché vuole compiacerlo; il secondo, è perché ha una voglia matta di comprargli un regalo e, dannazione, che regalo.

Non riprende la macchina, la sua bellissima Aston Martin DBS svetta nel parcheggio; ne ha una uguale in Inghilterra ma ne ha dovuta affittare una anche qui, lui non guida altre auto. Viziato? Probabile, ma può permetterselo con tutti i soldi che possiede, per cui, perché non osare?

Procede dritto, in quella strada in riva al mare, per almeno quindici minuti buoni, fino a che non gli si apre di fronte ciò che stava cercando. 

La Perla, uno dei negozi di intimo più lussuosi al mondo; non poteva pensare a regalo migliore, per il suo bambino. 

"Salve, come posso aiutarla?" dice all'istante la commessa, Louis non ha fatto nemmeno in tempo a superare completamente la porta.

"Potrebbe farmi vedere tutte le mutandine di pizzo rosa che possedete" 

Sì, perché il maggiore sa esattamente ciò che vuole vedere addosso al suo compagno; sa perfettamente come compiacerlo e compiacersi allo stesso tempo.

Non ci mette poi molto a compiere la scelta, non appena le vede, sa che sono loro. 

Le mutandine sono velate, di un rosa acceso, con dei ricami intorno ai bordi ed un fiocco nel mezzo; dal fiocco partono due fili dorati a cui sono attaccati dei pom-pom di pelo, di una tonalità di rosa più eccentrica. 

Louis immagina come sarebbe bello poterle vedere addosso a Harry; immagina come sarebbe bello poter vedere tutto il suo splendido sedere; immagina come sarebbe bello poterlo vedere contro lo spigolo della porta, che l'accoglie a casa con solo quelle indosso, mentre gli sussurra 'bentornato a casa, daddy'.

"Allora, le prende?" lo riporta alla realtà la signorina.

Il castano si morde a sangue il labbro inferiore e si passa frettolosamente una mano tra i capelli; stava perdendo il controllo.

"Sì" sussurra con voce fioca Louis, mentre sente un principio di erezione pulsare tra i suoi pantaloni della tuta; Dio benedica l'Adidas. 

"Piaceranno molto alla sua fidanzata" cerca di fare conversazione la commessa; ma ottenendo l'esatto contrario da parte del modello.

"Sì, sono sicuro che quando leverò queste mutandine sexy al mio ragazzo per scoparmelo selvaggiamente, piaceranno molto anche a lui" ed è con queste esatte parole, che Louis prende la bustina che l'altra gli porge ed esce dal negozio lasciando il doppio delle banconote necessarie sul bancone. "Arrivederci" 

Probabilmente ha appena causato un qualche danno irreversibile al cervello della ragazza, ma ehi, poco gli importa. Odia gli stereotipi ed ancor di più la gente che ci crede, la commessa se l'è cercata.

Guarda l'orario e scopre di essere perfettamente in tempo e così, con un sorriso delizioso sulle labbra, torna indietro per riprendere il suo piccolo. 

Proprio mentre lo sta raggiungendo, vede che l'altro è tutto concentrato a parlare al telefono; sa che non dovrebbe irritarsi, ma lo fa comunque: Harry è solo suo.

Quando il riccio si accorge di essere in dolce compagnia, si passa nervosamente una mano tra i capelli, facendo ondeggiare sotto il naso di Louis una serie di buste. Non ha badato a spese, bene.

"Sì, Niall... D'accordo... Ciao" ed è con queste parole che chiude la telefonata, sbuffando. 

"Piccolo" dice solo il castano, poco prima d'impossessarsi completamente delle sue labbra.

Louis è l'amante perfetto: delle volte è dolce, gentile e delicato ed invece altre è selvaggio, animalesco e passionale. Beh, questo bacio rientra sicuramente nella seconda categoria; quindi nessuno dovrebbe stupirsi di fronte al miagolio di piacere di Harry o ai suoi occhi piacevolmente languidi, oppure alle sue guance rosse che incorniciano due labbra gonfie da prendere a morsi.

"Ciao" è tutto quello che il minore riesce a tirar fuori, dopo quel bacio sensazionale: è rimasto, oltre che senza fiato, senza parole.

"Vedi che hai fatto acquisti. Ti sei divertito?" gli chiede il maggiore, mentre lo prende delicatamente per mano e lo guida verso l'auto.

"Molto" risponde il riccio, leggermente in imbarazzo. "Ho sperperato bene i tuoi soldi" 

"Oh, saprai ben ripagarmi" e la malizia si sprigiona da ogni poro di questa semplice frase.

"Niall mi ha chiamato per dirmi che loro sono alla spiaggia privata dell'albergo. Mi ha chiesto di raggiungerli" gli riferisce Harry, mentre si allaccia la cintura di sicurezza e rabbrividisce, sentendo il rombo del motore. 

"Cos'è, ha bisogno di una babysitter?" dice ironicamente Louis, mentre però, senza protestare, si avvia verso l'hotel.

"Solo perché si confida con me su certe cose tu non-"

"Ma andiamo, si vede da chilometri che è zaynsessuale e lui che ancora si stupisce che non gli è venuto duro con una donna" lo interrompe il castano, sbuffando e cambiando marcia, ha la guida nervosa.

"Sì, ma non è così facile ammettere che ti piace il pene quando per tutta la vita ti è sempre piaciuta la vagina" tenta di farlo ragionare il minore, paziente come sempre.

"Per me è stato facilissimo. Non riesco ancora a capire perché quando, dopo aver ricevuto un bacio dalla principessa della recita scolastica, sono scappato tra le braccia del mio fidanzatino di allora e l'ho baciato, a mia madre è quasi venuto un infarto" ribatte il modello mentre si ferma di fronte all'albergo e scende, lanciando poi le chiavi al valletto di turno.

"Sei impossibile. Avrai traumatizzato quella ragazza per sempre" dice la voce di Harry, esasperato.

"Bambina, oserei dire. Era la recita della materna" dice come se niente fosse il maggiore, con un sorriso birichino ad incorniciargli il volto.

"Sei un mostro! Povera principessa" mormora il riccio, mentre segue il compagno verso la spiaggia. 

"Nah, si è scoperto essere lesbica" risponde il castano, mentre apre la cabina da spiaggia della loro camera dove precedentemente hanno depositato costumi ed asciugamani.

"Ouch. Sei un caso irrecuperabile" sbuffa Harry, mentre si toglie le scarpe ed inizia a spogliarsi.

"Questo caso irrecuperabile ti ha fatto un regalo ma, se la metti così, potrebbe decidere di tenerselo" e lì, il maggiore, sa di avere la vittoria in pugno. 

Perché il suo piccolo è una principessa e, come ogni principessa che si rispetti, non sa proprio dire di no ai regali.

"Dov'è? È costoso? Dammelo, dammelo, dammelo" inizia a dire Harry, saltando intorno al maggiore tutto eccitato.

"Non lo so, sai, infondo sono un mostr-" 

Ma Louis non fa nemmeno in tempo a finire la frase che l'altro gli è già saldato addosso; circondandogli la vita con le gambe ed il collo con le braccia.

È scontato dire che le labbra di Harry reclamano possessivamente quelle del castano, che dopo un attimo di smarrimento fa scattare le mani sul sedere del minore e lo stringe, spingendoselo contro.

"Sei il mio mostro" mormora allora il riccio, facendolo ridere di cuore l'altro; musica, per le orecchie del suo fidanzato.

"Va bene, principessa. È tutto tuo" cede infine Louis, perché al suo bambino non riuscirebbe proprio a dire di no. 

Il modello non riesce nemmeno a tendere del tutto il braccio che il minore gli ha già strappato la busta dalle mani. 

Piccolo viziato, pensa il castano amorevolmente, mentre gli accarezza quei ricci selvaggi e lo invita a sedersi sulla panca di legno alle sue spalle.

Il grido stridulo che Harry emette fa spuntare un sorriso divertito sulle labbra del maggiore. 

"Sono bellissime!" urla il riccio, mentre tempesta di baci sulle guance il suo compagno. "Grazie, grazie, grazie" 

"Oh, non ringraziarmi, sarà mio personale piacere togliertele con i denti" sussurra Louis, per tutta risposta, all'orecchio del più piccolo facendolo piacevolmente rabbrividire. "Ma non ora, ora bisogna occuparsi della tua punizione" 

"Ma io-" tenta invano Harry.

"Non. Una. Parola" lo ammonisce il castano, mentre prende la busta che l'altro ha mollemente fatto cadere a terra per la troppa eccitazione. "Vediamo che cosa hai preso" 

E con un movimento fulmineo riversa tutto il contenuto della busta sul tavolo lì vicino; gli occhi gli brillano immediatamente. 

Ci sono plug di ogni sorta e tipo, due vibratori luccicanti, uno rosa e l'altro argento- che Louis sfiora appena con la punta delle dita, storcendo il naso; non gli piace condividere, nemmeno se è finto -, lubrificanti a gusti dolcissimi, che scommette che Harry non vede l'ora di leccare, qualche frustino, un paio di manette pelose ed una quantità industriale di preservativi - si, perché da quando l'hanno fatto la prima volta, il riccio ha fortemente insistito per utilizzarli, mettendo in mezzo il fatto che la sicurezza non è mai troppa e cose così. 

Louis è più che compiaciuto, è decisamente un bel bottino; ma un oggetto in particolare cattura la sua attenzione. 

C'è un plug, non troppo grande, argentato, che ha per manico un cuore fatto da una grandissima pietra blu - probabilmente di plastica, ma il castano pensa a come potrebbe essere con un vero zaffiro. 

"Ho dovuto comprare tutto il set, purtroppo" mormora Harry, richiamando l'attenzione su di sé. "Io volevo prendere solo quello blu, ma non li vendevano sfusi" 

In effetti, il modello fa caso solo in quel momento che vi sono numerosissimi plug identici all'interno, con la pietra di diversi colori.

"E perché proprio quello blu?" chiede il maggiore, in un sussurro delicato. 

Sa già la risposta, ma sentirselo dire è tutta un'altra cosa.

"Perché è dello stesso colore dei tuoi occhi" mormora Harry, leccandosi le labbra alla sola idea di poterlo avere dentro.

"Togliti i pantaloni e le mutande per me" dice improvvisamente Louis, iniziando ad armeggiare con la scatola dei plug ed estraendo il loro prediletto.

"Cosa? Tu non-"

"Fa come ti dico" e questa volta, Harry si limita ad eseguire, eccitato dalla sola idea di cosa l'altro possa fargli. "Preferenze?" chiede il castano, mentre indica i vari lubrificanti. 
"Ciliegia" dice immediatamente il riccio, liberandosi di tutti gli indumenti che ha indosso. 

"Apri le gambe, piccolo" gli dice solo Louis, mentre si muove lentamente in direzione dell'altro. Harry si siede sul pizzo della panca di legno, portando la schiena all'indietro ed appoggiando le spalle al muro; le gambe spalancate ed aperte: è pronto. Il maggiore si china tra di esse, vedendo con piacere che il membro del suo bambino si è già risvegliato. "Come siamo impazienti" lo prende in giro, mentre fa passare docilmente un dito sull'erezione dell'altro.

"T-ti prego" miagola in tutta risposta il minore, stringendo compulsivamente il bordo della panca; le sue nocche sono bianche.

"Oh no, non ti servirà pregarmi questa volta" e nonostante la voglia di scoparselo sia tanta, Louis resisterà. "Prenderai tutta la tua punizione" 

"Sì, la prenderò tutta. Tutta" lo sfida Harry, leccandosi oscenamente le labbra; a quella vista il castano sibila, spargendosi una dose eccessiva di lubrificante sulle dita e penetrando l'orifizio stretto del riccio.

"Non un fiato" lo ammonisce Louis quando l'altro inizia a gemere. L'unica cosa che il maggiore vuole sentire è lo sfregarsi delle sue dita contro la pelle calda dell'altro, perché nel frattempo le dita sono diventate due. Il castano si concede di portare il suo sguardo sul volto di Harry, mentre continua a penetrarlo: è una visione. I boccoli gli ricadono armoniosamente intorno al volto, gli occhi chiusi, strizzati, le labbra scomposte in una smorfia dolorosa, si sta trattenendo dal gemere. Le rughe che si formano sulla sua fronte a causa di quell'espressione, stanno chiamando le labbra di Louis, perché meritano solo di essere baciate e venerate. Il modello infila con più forza le sue dita dentro l'apertura calda e stretta dell'altro e lo vede sussultare, mentre un gemito scappa al suo controllo. "Bada" gli ringhia contro il maggiore, che sorride compiaciuto quando vede l'altro annuire e mordersi il labbro inferiore.  

"Dammelo così, dammelo così" lo implora Harry, dopo una manciata di minuti.

Il castano sa di star tirando troppo la corda, sa che l'altro è al limite, lo vede. Vede il liquido pre-seminale che fuoriesce dal suo membro lucido, vede i suoi muscoli contrarsi ed il suo respiro spezzato; ma non gli importa. 

"Te lo darò quando te lo meriterai" lo riprende il maggiore, infilando anche un terzo dito in quell'antro stretto. 

Non sa se è l'odore di ciliegia nell'aria, o l'inebriante profumo di vaniglia di Harry, ma decide di alleviare un po' la sua sofferenza ed afferra delicatamente la sua erezione, massaggiandola piano.

"Oh, sì, s-sì" gracchia il riccio, portando le sue gambe sulle spalle di Louis, invitandolo a farsi più vicino. 

"Shhh, piccolo" mormora il maggiore, sentendo il suo membro pulsare dentro i pantaloni della tuta che porta; si sta tenendo quell'erezione dal negozio di intimo ed ormai si è fatta pericolosamente dolorosa. 

Raccoglie gli umori che svettano fuori dal pene del riccio e ci cosparge tutta la sua lunghezza, lubrificandola in qualche modo.

"Ti, mmm, ti p-prego" tenta di convincerlo nuovamente il minore, che ha iniziato a muovere pericolosamente il bacino contro la mano dell'altro. 

Louis è più che soddisfatto da quella visione; ha Harry Styles completamente in suo potere ed è la cosa più sexy ed eccitante che abbia mai visto. 

Estrae delicatamente le dita sporche di lubrificante dalla sua apertura; prendendo a girarci intorno con la falange, stuzzicandolo. 

"Sei un diavolo tentatore" mugugna il castano, quando sente il verso osceno che l'altro sta emettendo. Il riccio non gli risponde, non ci riesce, ma caccia un urlo strozzato quando la mano di Louis si blocca sulla sua erezione, interrompendo il movimento. "Ti piacerà questo, principessa" gli promette il modello, mentre si rigira tra le mani il plug, lubrificandolo appena. "Come lo vuoi?" continua, premendo pericolosamente con la punta metallica contro l'anello di muscoli dell'altro.  Basta quel contatto per far fremere Harry, che si contorce, spingendo il bacino verso il plug; ma Louis è veloce e preme con una mano contro le sue anche ossute, fermandolo. "Fa' il bravo" lo ammonisce, facendo scorrere la sua mano su quel corpo longilineo e strizzandogli un capezzolo. "Ti ho fatto una domanda" e proprio per rimarcare il concetto, spinge lievemente di più verso la sua apertura.

"Così, lo voglio, così" dice il riccio, disperato; Louis sa di starlo facendo impazzire, ma è o non è la sua punizione? 

"Così, come?" lo provoca il castano, abbassandosi per leccare tutta la sua lunghezza.

"Rude, selvaggio, subito dentro di me!" urla allora Harry, e lì l'altro non si fa più tanto pregare.

Infila velocemente il plug all'interno dell'antro stretto del minore e lo spinge fin da subito fino infondo. Il grido fuori controllo che l'altro emette gli fa intendere il suo apprezzamento. 

Ma non finisce lì, perché Louis si porta in bocca l'erezione del riccio e la fa calare dentro la sua gola, prendendola tutta.

"C-cazzo, Louis" dice in estasi Harry, spingendo con un colpo di bacino verso l'altro, facendolo grugnire di disappunto.

"Bada a come parli" gli sibila contro il maggiore, estraendo velocemente il plug e riaffondandolo con maggiore forza.

"Così, così, così, così" miagola il riccio, mentre il castano, più che soddisfatto dalla reazione dell'altro, torna a succhiare e leccare la sua erezione.

Sa che non durerà molto, sa di averlo portato al limite, ma questo non gli impedisce di sbattere ripetutamente il plug contro la sua prostata, mandandolo completamente in estasi.

Non ci sono ulteriori parole, solo grugniti, urli, ansimi. È tutto ciò che le orecchie di Louis definirebbero paradiso; non c'è niente di più bello del donare piacere al suo piccolo, niente di più bello del vederlo lì, ebbro di piacere, piacere che lui gli sta regalando. 

"Vieni per me, babe" gli ordina il castano, mentre, con la mano libera, afferra la base del suo membro e lo massaggia; la sua lingua scatta veloce e gli succhia il glande, baciandolo di tanto in tanto.

Louis non sa se quel gesto, o quell'affondo più forte rispetto agli altri, fanno venire Harry con un urlo strozzato, copiosamente, sulla sua lingua: ma non importa.

Cioè che importa è il suo volto contratto dal piacere, il suo respiro affannoso, le sue gambe tese sulle sue spalle, i suoi ricci completamente scomposti, le sue mani che stringono convulsamente i suoi capelli ed il suo seme, oh Dio, il suo bellissimo seme che si riversa sulla lingua del maggiore, colando lentamente lungo la sua gola.

"Loueh" miagola il riccio stremato, mentre riapre gli occhi e li punta in quelli tempestosi del maggiore. 

Il castano sussulta a quel contatto; gli occhi di Harry sono languidi, brillanti, colmi di piacere. Ma il compagno non gli dà ulteriore tempo per ammirarlo, si butta infatti a capofitto sul corpo di Louis, buttandolo a terra.

Il modello ha a malapena il tempo di ingoiare lo sperma del minore, poco prima di ritrovarsi con la sua lingua in bocca; quello è il modo di Harry di dire grazie. 

Il maggiore grugnisce, compiaciuto, mentre porta le sue mani intorno al sedere piccolo e sodo dell'altro, stringendo tra le dita le sue natiche e schiaffeggiandole, di tanto in tanto. 

"Sei così bravo, così bravo" mormora Louis, ad intervalli regolari, quando il suo cucciolo si deve obbligatoriamente staccare per farli respirare. 

"È stata la migliore punizione di sempre" gli risponde il riccio, gemendo con forza quando avverte le dita del maggiore sfiorare il plug; è ancora molto sensibile.

Ma Louis, nuovamente, lo sorprende ed invece di estrarlo dal suo sedere, lo fa gentilmente scivolare fuori di pochi centimetri prima di riaffondarlo, brutale.

"Oh, ma cucciolo, quella non era la tua punizione" lo rimprovera bonariamente il maggiore, baciandogli la mascella e prendendo poi a succhiare la sua carne.

"C-cosa?" fa le fusa Harry, tra le sue braccia, mentre si muove sul membro dell'altro; il riccio sente perfettamente l'erezione dura di Louis e questo lo fa eccitare.

"La tua punizione deve ancora venire" gli risponde il modello, staccandosi dal suo corpo e tirandosi in piedi, lasciando il minore lì a terra.

Lo sguardo confuso che Harry ha sul volto, fa sorridere l'altro. 

"Non capisco" borbotta il riccio, che allunga la mano per toccare la patta dei pantaloni di Louis.

Lo schiaffo che il castano gli dà alle dita è gentile, ma è pur sempre un rifiuto.

"Non ti scoperò" tenta di farlo ragionare il maggiore. "Non ti scoperò fino a che non avrai imparato la lezione" ed è con queste parole che il maggiore afferra Harry per la vita e lo fa sedere delicatamente sulla panca, stando attento a non fargli male con il plug.

Afferra le mutandine lì accanto e gliele infila, dolcemente. "Una visione" si complimenta, sentendo nuovamente la sua erezione sussultare. 

"Lascia che me ne occupi" gli sussurra sensuale Harry, cercando nuovamente di toccargli il membro.

"No" dice semplicemente l'altro, spingendo più duramente il suo plug all'interno dell'orifizio del riccio, sistemandogli al meglio le mutandine di pizzo rosa. 

"Ma io-" tenta, tra un gemito e l'altro, il più piccolo.

"Silenzio" lo interrompe immediatamente Louis afferrando il costume giallo, tremendamente corto tra l'altro, che il minore ha deciso di portare in vacanza: glielo infila e poi, con un ultima spinta del plug, si tira in piedi. "Lo terrai dentro di te fino a quando non deciderò di togliertelo e non m'interessa se ti ecciti, non puoi venire" lo ammonisce il castano, sistemandosi i vestiti. 

"Io non-"

"Vai in spiaggia, cucciolo, a divertirti" lo interrompe nuovamente Louis aprendo la porta della cabina.

"E tu?" gli chiede in un sussurro il minore, riferendosi alla sua erezione.

"Il mio piacere è affar mio, ci vediamo dopo, piccolo" ed è con queste esatte parole che il modello si chiude la porta alle spalle, con un sorrisetto divertito sul volto.

Harry spalanca la bocca un paio di volte, incredulo, poco prima di alzarsi di scatto e di corrergli dietro. Ma non fa molta strada, fa appena in tempo ad arrivare alla porta che il plug dentro di lui spinge, toccando la sua prostata; tutto quello che il minore riesce a fare è gemere incontrollato. 

"Cazzo" ringhia allora, con forza, sconfitto, posando la fronte sudata contro la porta di legno della cabina.

"Bada a come parli, o potrei decidere di non togliertelo mai" sente urlare da fuori.

Questo fa venir voglia al minore di dire ancora più parolacce, ma non vuole sfidare la sorte, così si limita solo a pensarle.

Sbuffa pesantemente, cercando di darsi un contegno e di non mostrare il suo evidente disagio di fronte all'erezione che svetta sotto il suo costume; ma proprio quello giallo ed attillato doveva portare? 

"Maledetto" sussurra Harry, mentre fuoriesce dalla cabina, ma non fa in tempo a fare un passo che Niall gli è subito addosso.

"Ecco dove ti eri cacciato" gli urla eccitato il biondo, prendendolo sotto braccio.

"Eh, già" sputa il riccio, tentando in tutti i modi di stare al passo con l'altro.

"Andiamo, Liam vuole giocare a beach-volley" gli dice come se niente fosse l'amico.

"Che cosa?" ed a Harry serve davvero tutto il suo autocontrollo per non urlare.

"Sì, ho incontrato Louis e mi ha detto che tu morivi dalla voglia di giocare, quindi andiamo!" 

Il minore non sa davvero cosa dire, ma sa che probabilmente il suo guardo omicida parla per sé; se fossero in un qualche cartone, avrebbe le orecchie fumanti.

Dannato Louis, pensa Harry, mentre la faccia di Niall si fa improvvisamente circospetta.

"Ma è un'erezione quella nel tuo costume?" domanda titubante il biondo, poco prima di scostarsi un poco dall'amico.

"LOUIS WILLIAM TOMLINSON" è tutto ciò che il riccio urla, poco prima di sentire l'ennesima spinta del plug e, di conseguenza, contrazione del suo membro.

Morirò, morirò, morirò, geme Harry, sconsolato, ma non la passerà mai liscia, mai; è questo quello che il modello pensa, mentre vede Niall ridere a crepapelle mentre gli passa la palla, ignaro di tutto. 

Sì, il riccio ne è certo, Louis non tornerà mai tutto intero a casa, parola di scout. 

"Si può sapere che problema hai?" 

Ed eccolo lì, signori e signore, l'urlo disumano che risveglia Louis dal suo sogno; che poi, non si sarebbe nemmeno arrabbiato tanto, se il sogno non fosse stato così bello. Dannazione. 

"No, che problemi hai tu!" risponde la voce arrabbiata di Zayn.

"Certo, perché per te è normale ficcarmi la lingua in bocca mentre quella ragazza mi stava semplicemente parlando" oh, questo è senza dubbio Niall.

"Ragazzi, fate silenzio, se Louis-" tenta Liam, titubante.

"Chissene fotte! Parlane con il marocchino" continua il biondo, adirato.

"Non ti permettere di-" gli ringhia contro il mulatto.

"Ora basta" sbuffa il castano, tirandosi a sedere sul lettino. "Niall, oggi mi sento molto in vena di fare capitan ovvio, quindi ascoltami bene perché non lo ripeterò due volte" continua con voce dura, Louis. "Zayn è innamorato di te dal primo momento in cui ti ha visto e tutte quelle stronzate lì. Oh, non fare quella faccia troppo sorpresa, lo sanno tutti che ti piace succhiarlo!" Sdrammatizza il modello, mentre alza gli occhi al cielo e si sistema meglio gli occhiali da sole. 

"Io non sono innamorato di Niall"

"A me non piace succhiare i cazzi" 

I due ragazzi lo urlano praticamente in contemporanea, ma questo non dà troppo fastidio a Louis; ciò che invece lo manda completamente fuori di testa è un miagolio sottile, accompagnato da un: "Lou" Harry è sveglio ed è tutta colpa di quei due deficienti.

"Guardate che cosa avete fatto, razza di idioti" sibila il castano, alzandosi velocemente in piedi. Nonostante non sia propriamente una pertica, il suo sguardo e le sue parole hanno l'effetto voluto, entrambi i ragazzi indietreggiano, spaventati. "Avete svegliato il mio bambino" ringhia ancora, andandosi a sedere sulla schiena di un Harry assonnato che si struscia lentamente la mano a pugno su un occhio, sbadigliando.

"Noi non-" tenta di rimediare Niall, colpevole.

"Noi un cazzo, andatevene a scopare da qualche altra parte e, soprattutto, se vi ritrovo a schiamazzare come delle oche qui intorno, vi affogo" sbraita Louis, mentre accarezza dolcemente la schiena del riccio, massaggiandogliela.

I due ragazzi sanno che le parole dell'altro sono inverosimili, ma le dice con un tono talmente arrabbiato che si voltano e cominciano a correre lontano, andandosi addosso e cadendo a terra - attrazione sessuale o semplicemente stupidità? 

"Io gliel'avevo detto" borbotta Liam, mentre si gira sulla schiena e permette al sole di arrivare anche lì.

"Lo so, amico, grazie" gli dice gentilmente il castano, mentre sente le dita di Harry sfiorargli delicatamente le gambe.

Liam non gli risponde, si limita ad alzare il pollice in aria ed ad infilarsi le cuffiette del suo I-pod, lasciando ai due la loro privacy.

"Che è successo?" mugugna il riccio, mentre fa le fusa sotto le carezze delicate del suo fidanzato.

"È successo che hai due amici coglioni" sbotta Louis, senza il minimo rimorso, mentre sente l'altro ridacchiare appena.

Il castano sorride, spensierato, quando sente quel suono librarsi libero nell'aria. 

Sono passati due giorni da quando soggiornano a Miami e, dopo aver lavorato, si sono finalmente concessi del meritato risposo. Proprio quella mattina Harry ha avuto il suo servizio, con tanto di sfilata e d'intervista a concludere: proprio per questo dopo pranzo è collassato sul lettino di fianco a Louis e quei due dovevano per forza rompere la bolla nella quale il riccio si era chiuso.

Il modello non si definisce troppo protettivo nei confronti del suo bambino, anche se Liam più volte gli ha ripetuto che è ossessivo, ma se lo disturbano, disturbano automaticamente anche lui.

I pensieri del castano volano al loro primo giorno lì ed a come, dopo essersi fatto una sega nella doccia della loro camera, ha trovato Harry particolarmente sofferente a causa dell'erezione incontenibile che gli si era formata.

È stato piuttosto divertente, vederlo lì, contrarsi dal piacere che lo stava rendendo pazzo. Certo, tutta la felicità era scemata quando si era accorto della punta della sua erezione che svettava dal costume, rossa e pulsante, con tanto di umori a fuoriuscirne. Lì, aveva decisamente dato di matto, portandolo in camera e scopandoselo per bene, facendolo venire con così tanta forza e così intensamente che chiunque in quell'albergo si sarebbe ricordato il nome di Louis. Ma che poteva farci, la sola idea che qualcun altro avesse potuto vedere il piacere del riccio, l'aveva mandato fuori di testa.

"A che pensi?" sussurra Harry, senza però voltare il capo in direzione dell'altro.

"Penso che non dovresti prendere tutto questo sole" borbotta il maggiore, apprensivo come sempre, mentre con un colpo di reni si alza da sopra il corpo del minore e lo prende delicatamente in braccio.

"Loueh" dice esasperato il riccio, senza però protestare e lasciando che il compagno lo conduca verso il proprio lettino, all'ombra.

"Che c'è, hai la pelle delicata" ed è vero, perché Harry non si abbronza, diventa incredibilmente rosso e si ustiona.

"A che cosa stavi pensando?" chiede nuovamente il più piccolo, dopo che l'altro si è sdraiato sul lettino e l'ha fatto spalmare sopra il suo corpo; il riccio miagola, felice di quella posizione.

"Stavo pensando a te" dice automaticamente Louis, mentre fa passare le sue braccia intorno alla vita dell'altro, stringendoselo contro; petto contro petto, cuore contro cuore. 

"Sei già follemente innamorato, eh, Tomlinson?" lo prende in giro Harry, sporgendosi però verso il modello per ricevere un bacio, bacio che non arriva. "Ouch" mormora il minore, mentre si lecca forsennatamente il labbro inferiore, che l'altro ha appena morso.

"Stavo pensando a come ti ho trovato due giorni fa" lo riprende Louis, baciandogli la punta del naso. 

"E ti pareva, mai nella vita che tu possa essere romantico" esala Harry, storcendo il naso.

"Devo ricordati del nostro primo appuntamento? O di quel mazzo di rose che ti ho fatto spedire sul set? O di tutti i regali che ti ho fatto? O-"

"Va bene, va bene. Hai vinto" sbuffa esasperato il riccio, mentre però sorride e si sporge per lasciare un tenero bacio a stampo sulle labbra dell'altro. "Sei un romanticone" ammette infine, sotto lo sguardo vittorioso del castano.

"Né troppo, né troppo poco. Il giusto" 

Ed è vero, Louis è il perfetto equilibrio.

"Smettila di pavoneggiarti e pensa un po' a quando stalkeravi il mio profilo di Twitter" mugugna il riccio, baciandogli il petto.

"Tu... Come...?" sbuffa il castano, anche se ha già una vaga idea di chi possa essere stato.

"Liam" conferma le sue supposizioni. "Non preoccuparti, l'ho trovato molto tenero" 

"Sì, certo" dice Louis, alzando gli occhi al cielo; dovrà fare un bel discorsetto con il suo migliore amico.

"Non so se te ne sei accorto, ma a quella festa mi ero messo quell'intimo per te e mi ero preparato con quel plug pensando a te. Credi davvero che io non stessi ogni secondo su Twitter a guardare il tuo profilo?" dice con tutta la calma del mondo.

Ma l'altro non fa in tempo a rispondergli, che il cameriere arriva con le loro precedenti ordinazioni. Un frullato alla banana per Harry ed un Vodka-Martini per Louis. 

Sono purtroppo costretti ad abbandonare quella posizione, ma anche quella in cui finiscono al modello non dispiace per niente.

Lui a gambe aperte, premuto con la schiena contro il lettino, mentre il riccio è tra le sue gambe che si poggia completamente contro il suo petto. Sì, Miami è decisamente il paradiso.

Lo racchiude tra le sue gambe, intrecciandole, mentre sorseggia il suo drink.

"E così, sei uno stalker anche tu, eh?" la butta lì, Louis, divertito. Quanto tempo avevano sprecato per quelle bambinate? 

"Oh, ma falla finita" borbotta imbarazzato Harry. Il castano non può vederlo, ma è sicuro che l'altro sia arrossito. Così, compiaciuto, si sposta velocemente la frangia dai capelli e si china a baciare la schiena dell'altro, mordicchiandola di tanto in tanto.

"È davvero un peccato ripartire, domani" mugugna improvvisamente Louis, continuando a riempire di coccole l'altro che con tutte le fusa che sta facendo, sembra apprezzare.

"Sì, nemmeno a me va molto di tornare nella vecchia e fredda Londra. Soprattutto perché mi toccherà quasi subito ripartire" esala Harry, con uno sbuffo.

"È vero... Parigi, giusto?" gli chiede Louis, posando la sua mano sul ventre dell'altro ed iniziando ad accarezzare la sua farfalla tatuata.

"Già... Tu Milano, no?" 

E sentire una conversazione del genere potrebbe quasi sembrare divertente, se non fosse per il fatto che saranno costretti a stare separati per una settimana.

"Dai, su, alle vacanze di Natale non manca poi tanto" cerca di spezzare la tensione Louis, mentre bacia teneramente il collo dell'altro. 

"A proposito delle vacanze di Natale..." inizia il riccio, tentennando leggermente. 

Il castano, dietro di lui, aggrotta le sopracciglia, ma sa che l'altro non può vederlo; così fa passare delicatamente entrambe le sue mani sul ventre di Harry ed inizia ad accarezzarlo - il drink ormai dimenticato nella sabbia. Quel gesto, invece di calmare il riccio, sembra agitarlo ancora di più, tanto che inizia leggermente ad irrigidirsi tra le sue braccia.

"Va' avanti, Haz" lo sprona Louis, baciandogli delicatamente un orecchio, stringendoselo contro.

"So che stiamo insieme da poco e..." ma la voce dell'altro si spezza nuovamente.

"Va bene" gli dice allora il castano. "Volevo sentirtelo dire, perché metterti così in imbarazzo non ha prezzo, ma va bene" conclude il modello come se niente fosse, facendo salire le sue mani fino al petto del minore ed accarezzandolo, piano.

"Cosa?" mormora incredulo Harry, voltandosi verso di lui e sciogliendo la loro presa; si siede sul lettino, posando le sue cosce su quelle dell'altro. "Sapevi che stavo per chiederti di passare il Natale con me?" 

"Non ci voleva un genio, piccolo" lo deride Louis, dandogli un piccolo bacio sulla fronte. "E poi, non è che io faccia molto a Natale" 

"Ma come! E la tua famiglia? Non si arrabbierà se stai con me?" chiede ansioso come sempre, il più piccolo.

"Non gli darà fastidio" tenta di chiudere il discorso il castano, senza grandi risultati.

"Ma magari dovremmo-"

"Fidati, Harry, non gliene importa niente" mormora Louis, con voce fredda, facendo morire sul nascere le parole dell'altro.

Il riccio sa che forse dovrebbe chiedere, ma sa più che bene che l'altro non è pronto e che se lo facesse, il castano scapperebbe a gambe levate da lui ed è l'ultima cosa che vuole.

"Quindi... Passiamo il Natale insieme?" mormora infine, leggermente esitante.

"Se è quello che vuoi, sì" gli risponde dolcemente Louis, scostando un riccio ribelle sulla fronte dell'altro.

"Certo che lo voglio! Sono stato io a chiedertelo!" urla allora Harry, eccitato, mentre si lancia sull'altro e gli riempie il volto di baci. "Mia madre ti amerà" trilla eccitato, mentre l'altro ride, spensierato, stringendoselo contro. "Oh Dio, devo chiamarla immediatamente! Dovrà iniziare a preparare tutto" dice il riccio entrando nel panico e balzando in piedi, alla disperata ricerca del suo telefono.

"Piccolo, non per contraddirti ma mancano ancora due mesi" tenta di fargli notare, gentilmente, Louis.

"E tu non conosci mia madre ed il Natale a casa Styles" gli risponde l'altro, mentre si porta il cellulare all'orecchio. 

"Ma insomma lei-" prova nuovamente il castano.

"Mamma? Ciao! Come stai?" dice Harry, tutto eccitato, mentre si allontana lungo la spiaggia per parlare al telefono.

Louis alza gli occhi al cielo e sorride, divertito, mentre si sdraia sul lettino e porta le braccia dietro la nuca. 

"È la tua felicità?" interrompe improvvisamente i suoi pensieri la voce di Liam, che deve aver assistito a tutta la scena.

"Sì" mormora il modello, sconvolto lui stesso di starlo ammettendo ad alta voce. Non si volta a fissare l'amico, piuttosto punta il suo sguardo su Harry, che si è portato un piede sulla gamba e cerca di stare in equilibrio; quando poi il riccio si volta verso di lui e lo saluta, esaltato, il maggiore non può proprio far a meno di sorridere, mandandogli un bacio. "Sì, lo è davvero" 





«A very merry Christmas
And a happy New Year
Let's hope it's a good one
Without any fear»



"Louis, dannazione, svegliati" grida una voce direttamente nell'orecchio del castano.

"TUTTI IN COPERTA" urla l'altro, balzando in piedi ed andando prontamente a sbattere contro il portapacchi di metallo posto sopra i sedili. "Ouch" sbotta il maggiore, massaggiandosi compulsivamente la fronte.

"Oh Dio" scoppia a ridere Harry, mentre fissa la scena che gli si presenta davanti, senza riuscire a fermare le scosse di risa che hanno invaso il suo corpo.

"Smettila di ridere" borbotta Louis, alterato, mentre torna a sedersi. "Dovresti soccorrermi, non deridermi" sbuffa ancora il modello. 

Ma il riccio non sembra minimamente intenzionato a smettere di ridere e quando il castano si volta verso l'altro, non solo lo trova piegato in due, ma anche con le lacrime agli occhi. "Harry" ringhia allora il compagno, ricercando la sua attenzione. "Ho bisogno di te, qui" 

Due minuti e cento risate dopo, finalmente il corpo del minore smette di essere scosso e si asciuga velocemente le lacrime. 

"Oh Amore, scusami ma... Tutti in coperta, davvero? In quale pirata di sei immedesimato? Jack Sparrow?" lo prende in giro Harry, mentre però si sporge in avanti per baciare delicatamente la fronte ferita dell'altro: ha dato davvero una bella botta, gli sta già comparendo il livido.

Capitan Jack Sparrow, in realtà" dice Louis, irritato, mentre vede l'altro scoppiare nuovamente a ridere. "Smettila" gli ordina, dandogli un piccolo schiaffetto sul ginocchio. "Dimmi perché mi hai svegliato" lo prega infine, guardandosi intorno. 

Grazie a Dio i posti di fronte a loro sono vuoti e, dopo una rapita occhiata, il castano può affermare che praticamente chiunque lì dentro sta ridendo sotto i baffi.

"Dobbiamo scendere alla prossima" ma, contemporaneamente alla voce del riccio, parte l'altoparlante del treno.

"Prossima fermata Holmes Chapel, i passeggeri sono pregati di avvicinarsi alle uscite"

Improvvisamente, come se si fosse ricordato solo in quel momento che cosa sta accadendo, Louis inizia a sudare. Ma non una sudarella leggera, no, ha proprio le goccioline di sudore che gli colano lungo le tempie ed è il ventitré Dicembre, nemmeno a dire che faccia caldo. 

"Prendo i bagagli" mormora solo il maggiore, mentre si alza cautamente in piedi ed afferra le valige sopra le loro teste.

Non riesce ancora a crederci, sono passati due mesi dalla loro conversazione a Miami e tre da quando sono ufficialmente insieme. Sta per conoscere la famiglia di Harry, sta per conoscere la famiglia del suo fidanzato. E se non dovesse andare a genio ad Anne? E se Gemma pensasse che puzza ed è brutto? E se-

"Louis, stai calmo, andrà tutto bene" cerca di confortarlo il minore, mentre gli posa delicatamente una mano sul braccio. "Non uccidere anche l'ultimo neurone che ti rimane" lo prende in giro, beccandosi una piccola pacca sul sedere.

"Ah-ah, divertente" dice il castano, alzando gli occhi al cielo e lasciandosi guidare verso una delle uscite del treno. "Non sono nervoso" borbotta poi, aspettando che quel trabiccolo si fermi.

Perché Harry non ha voluto sentire ragioni, ha voluto a tutti i costi prendere quel vecchio treno pieno di bigotti e gli ha vietato di affittare qualsiasi macchina costosa; dice che è perché, almeno quando torna a casa, deve sentirsi bambino e non il modello plurimiliardario. Ma, vallo a capire.

"Certo, il sudore che ti cola lungo le tempie è per il caldo" lo sbeffeggia l'altro, mentre scende una volta che le porte gli si aprono davanti. Tenta poi in tutti i modi di afferrare una delle due valigie che sta portando Louis, ma l'altro lo ignora e procede dritto. "Non sono un cazzo di bambino" sbotta Harry, irritato dal comportamento protettivo dell'altro.

"Bada a come parli" lo rimprovera come sempre il castano. "Non voglio che tua madre pensi che sono un bifolco che ti fa addirittura portare le valige" cerca di convincerlo il modello, facendolo entrare nel suo punto di vista. 

"Mia madre-" inizia il minore.

"Tua madre sta pazientemente aspettando a casa, moccioso" lo interrompe una voce femminile.

"GEMMA" urla Harry, correndo a perdifiato verso una bellissima ragazza: è proprio la sorella del riccio, stessi lineamenti delicati, stesso sorriso che ti fa perdere un battito. 

"Vieni qui, piccoletto" gli dice lei, aprendo le braccia e lasciando che l'altro vi si seppellisca dentro. "Mi sei mancato" mormora Gemma, baciando la chioma di ricci ribelli del fratello. "Cavolo, se li fai crescere un altro po' li avrai lunghi come i miei, Henrietta" ecco, adesso il maggiore capisce da chi ha preso Harry quelle battute che non fanno ridere; ma a quanto pare non per la famiglia Styles, visto che l'altro scoppia fragorosamente a ridere.

"Falla finita, Gems" gli risponde lui, dandole un piccolo pugno sul braccio, a cui lei risponde con uno schiaffo sul ventre. "Ouch" borbotta Harry, massaggiandosi la pancia da sopra il maglione.

"Oh Dio, scusami, scusami, scusami. Non ci avevo pensato minimamente che-" inizia come una macchinetta la sorella.

"Gemma" la ferma il riccio, esasperato. "Lui è Louis, il mio ragazzo" 

Solo allora la ragazza pare ricordarsi anche della sua presenza e, imbarazzata come non mai, tende la mano al castano, che posa una valigia a terra per ricambiare la stretta.

"Sono Gemma, la sorella di questa peste" si presenta lei, mordicchiandosi nervosamente il labbro inferiore.

"Sono Louis Tomlinson, è un piacere conserti" le risponde il modello, con un sorriso a trentadue denti. 

"Va bene, va bene, pace ed amore. Possiamo andare a casa?" implora Harry, rabbrividendo appena per il troppo freddo. 

"Certo, mamma non vede l'ora di vedervi, entrambi" e come se niente fosse, Gemma prende Louis sotto braccio, facendolo sussultare. "È carino, ottima scelta" trilla ancora lei, verso il riccio.

"È carino e mio, mettitelo bene in testa" sbuffa il più piccolo, facendo ridere di cuore il castano; come se poi lui fosse minimamente interessato alla vagina.

"Io sono ancora qui" tenta Louis, per attirare la loro attenzione.

"Lo vedremo" gli risponde la sorella, facendogli la linguaccia. 

"Due settimane circondato dagli Styles, potrei non sopravvivere" borbotta il castano, mentre deposita le valigie nel retro di un vecchio fuoristrada.

"EHI" dicono in coro i fratelli. "Puoi insultare lui" "Puoi insultare lei" dicono nuovamente insieme. "EHI" si ripetono, questa volta l'uno verso l'altro. "Rimangiatelo" continuano. "No, tu!"

"Va bene, va bene. Che ne dite di andare?" tenta disperato Louis, aprendo amorevolmente lo sportello del passeggero per Harry, che con uno sbuffo ed il dito medio verso la sorella, sale in macchina. "Attento a quello che fai" gli ringhia contro il maggiore, riferito al suo gestaccio. 

"Scusa" mormora il minore, sconfitto, sapendo quanto l'altro odi quando si comporta così.

Louis si limita ad annuire e chiude il suo sportello, salendo dietro, volendo lasciare ai due fratelli un po' d'intimità. 

Ma in realtà nessuno riesce a dire molto, perché quando Gemma sale in macchina ed ingrana la marcia, fa partire a tutto volume la radio, cantando. La cosa sembra però, turbare unicamente il castano, che sgrana gli occhi; soprattutto quando vede Harry prendere a cantare a squarcia gola, assecondando la sorella.

Puoi farcela, Louis, sono solo due settimane, si dice tra sé e sé; ma in realtà è piuttosto intenerito da quei gesti, è bello vedere il riccio così rilassato e sicuro di sé, protetto dalle mura di quella che è casa sua. 

Il loro rapporto non è cambiato molto, in quei due mesi, per il semplice fatto che si sono comportati fin da subito come una coppia sposata; certo, ormai il minore si è trasferito ufficialmente dal castano, mettendo il suo appartamento in affitto. Ora in ogni angolo di casa di Louis c'è qualcosa di Harry e questo, quando lui non è in casa, gli mette una gioia infinita. 

Sapere che non importa dov'è o con chi è perché tornerà a casa da te, è una bellissima sensazione.

"Minibars, expensive cars, hotel rooms, and new tattoos, good champagne, and private planes, but we don't need anything, cause' the truth is out, I realise that without you here like there's just a lie" sente il castano urlare dalla parte davanti della macchina, certo che quei due hanno davvero una bella voce.

Poi ripensa alle parole della canzone e gli viene quasi da ridere, così, senza pensare si sporge in avanti e si avvicina all'orecchio di Harry.

"È vero, noi non abbiamo bisogno di tutto questo" ed è quasi sicuro di aver avvertito il minore stonare una nota, a causa di quella frase melensa.

"Forza, forza, siamo arrivati, smettetela di fare i piccioncini" li prende in giro Gemma, mentre ferma la macchina di fronte ad una piccola casa: sa di genuino, sa di sicuro, sa di Harry.

Louis scende dalla macchina e si affretta a prendere i bagagli, prima che lo faccia quello sconsiderato del suo ragazzo.

"Uffa, ma io-"

"Harry Edward Styles, vieni subito qui a salutare tua madre" lo interrompe una voce, tremendamente simile a quella di Gemma, ma più roca, dettata da molti più anni su questa terra.

"MAMMA" urla infatti il riccio, mentre si tuffa tra le braccia di quella bellissima donna che dev'essere Anne.

"Mi sei mancato passerotto" mormora la signora, baciando dolcemente ogni parte che riesce a raggiungere; allora il castano non è l'unico a pensare che Harry sia un gigante! 

"Mamma" la riprende il più piccolo, sbuffando. "Non farmi fare queste figure" la riprende, mettendo il broncio.

"Sono sicura che questo bel giovanotto è abituato a molto peggio" gli dice la donna, sorridendo. Ma cos'è, tutta la famiglia ha quel sorriso irresistibile? Dev'essere un marchio di fabbrica.

"Già, insomma, se ti ha visto la mattina ed ancora non è scappato, vuol dire che è amore" rincara la dose Gemma, facendo ridere la madre ed arrabbiare il fratello.

"Se ti acchiappo-" 

"Smettetela, tutti e due" dice la madre, disperata. "Perdonali, vorrei dire che non sono sempre così, ma mentirei" continua, rivolgendosi completamente verso il castano, che tra l'altro ha ancora il sorriso sulle labbra. 

"Oh, non si preoccupi, so bene che i ventuno anni di Harry servono solo all'anagrafe" e per la seconda volta nell'arco di pochi minuti, Louis sente nuovamente ridere Anne e, ne è certo, è proprio una bellissima risata, così come lei è proprio una bellissima donna. 

"Sei simpatico, mi piace" gli risponde, una volta placate le risa. "E non darmi del lei, per favore, abbiamo più o meno la stessa età, tu ed io" e così facendo fa l'occhiolino al modello, facendolo ridere. "Sono Anne, comunque, piacere" ma invece di tendergli la mano, la madre di Harry si slancia in avanti ed avvolge il castano in un abbraccio soffocante.

Inizialmente Louis non sa davvero cosa fare, ma dopo aver avvertito quell'odore di vaniglia, così simile a quello del suo bambino, non può proprio far a meno di sciogliersi, felice. Ricambia l'abbraccio con ardore, mettendo le mani intorno ai fianchi di Anne e stringendola, come si farebbe con un fiore delicato.

"Il piacere è tutto mio, Anne, sono Louis Tomlinson, ma suppongo che già lo sai" ed il maggiore non perde tempo a dargli nuovamente del lei, se è davvero la madre di Harry, sarà testarda quanto lui e quindi sa bene che è una battaglia persa; ciò che Styles vuole, Styles ottiene.

"Va bene, va bene, così me lo consumate" mugugna il riccio, tirando via il suo fidanzato dalle grinfie della madre e conducendolo all'interno della casa. "Le valigie le portiamo di sopra dopo, ti faccio fare un rapido giro della casa" e Louis può giurare di non averlo mai visto così eccitato. 

"Tutto quello che vuoi, piccolo" gli risponde il maggiore, mentre posa i bagagli all'ingresso e lascia che l'altro lo prenda per mano, conducendolo nel salone.

Beh, diciamo che Harry non sbagliava quando diceva che Louis non sapeva con chi aveva a che fare; gli addobbi sono ovunque e non solo, sono meravigliosi.

Un grandissimo ed imponente albero di Natale è il protagonista della sala, addobbato nei minimi dettagli, con le palline rosse - come vuole la tradizione -, fiori dorati e dei nastri che girano tutt'intorno; per non parlare delle luci e di quanto sensazionali siano. Ma quello è il minimo, ai piedi dell'albero vi sono dei regali che hanno tutta l'aria di essere stati incartati a mano ed a Louis gli si stringe il cuore, perché lui non ha mai avuto premure del genere durante quelle festività.

Su ogni mensola, tavolo o ripiano vi sono addobbi, tra cui Babbo Natale, renne, pupazzi di vene, palle di neve, insomma, chi ne ha più ne metta. Per non parlare dell'incredibile presepe, con tanto di grotta, che si apre nell'angolo della stanza. Nota con soddisfazione che il bambinello non è ancora al suo posto; gli Styles rispettano la tradizione.

I due divani immensi sono sommersi da numerosissime coperte di pile a tema natalizio, sul tavolino di fronte ad essi, vi è un vassoio con vari dolciumi sopra; Louis non avrebbe mai immaginato che Anne fosse una pasticcera.

"Mamma, hai messo troppa glassa su alcuni biscotti" mormora con disappunto il riccio, mentre si china per prendere un paio di dolci e metterseli in bocca. "E c'è troppo zucchero" borbotta ancora.

"Ma tesoro, ho usato la tua ricetta alla perfezione" dice lei, incredula, mentre si porta un dolce alla bocca e, sconfitta, non può far a meno di dar ragione al figlio.

"Tu cucini?" dice stranito il maggiore. 

"Chi pensavi ti avesse preparato colazione, pranzo e cena negli ultimi tre mesi? La tua fata madrina?" lo sfotte Harry con la bocca piena, mentre lo porta verso la cucina.

"Intendevo dolci" borbotta Louis, colpito nel vivo; sa dannatamente bene che il riccio cucina alla perfezione.

"Sì, quando ero più piccolo lavoravo per un fornaio e mi hanno insegnato qua e là qualcosina" mugugna solo il minore, con la bocca impastata.

"Non parlare mentre mastichi, non è sicuro" gli ripete il castano per la milionesima volta, mentre rimane letteralmente basito dalla quantità di cibo che c'è in cucina. "Ma verrà un esercito questa sera, a cena?" chiede incredulo Louis, non sapendo quale pietanza l'attiri di più.

"Ti ho già detto che stasera-"

"Sì, sì, vuoi farmi una specie di piccola festicciola così a mezzanotte potrai farmi gli auguri" ripete per la milionesima volta il modello, ormai esasperato per il numero di volte che l'altro gliel'ha ripetuto. "Ma non c'era bisogno di tutto questo. È troppo" dice solo, grattandosi la nuca imbarazzato. 

"Lascia decidere a me quand'è troppo" gli risponde solo Harry, poco prima che una palla di pelo gli si appiccichi alla gamba. "Unica donna della mia vita" urla lui, eccitato come un bambino, mentre lascia la mano del fidanzato per chinarsi a prendere in braccio quel gatto. "Lei è Darcy, Darcy lui è Louis" ed una volta fatte le presentazioni, tra i due, è odio a prima vista. 

Il maggiore non ci prova nemmeno ad essere gentile, sbuffa solo un: "Odio i gatti", che a quanto pare è ricambiato, visto che non appena il riccio tenta di avvicinare la gatta all'altro, quest'ultima tira fuori gli artigli. 

"No, no, non si fa Darcy" borbotta Harry, lasciandola andare a terra e riprendendo il tour della casa. "Che strano, ama tutti generalmente" 

"Io non sono tutti" gli fa presente il castano, divertito, circondandogli la vita con un braccio e tirandoselo contro. 

"Questo è il retro, Mr. Non-Sono-Tutti" lo sfotte il riccio, senza però uscirvi, lo trascina al piano di sopra, cedendo alle continue lamentele di Louis di portare entrambe le valige. "Mettile pure in camera mia, è lì che dormiremo"

"Ah! Che cosa odono le mie orecchie sante! Mamma! Hai sentito che cosa ha detto Harry?" si sente la voce di Gemma, stridula, dal piano di sotto.

"Amore, il tuo fratellone è grande ormai" tenta di farla ragionare Anne.

"Ma se a me nemmeno dopo tre anni di relazione mi permettevi di dormire con Jason" sbotta la figlia, irata.

"CI STAVA SULLE PALLE A TUTTI" urla allora Harry, dal piano di sopra, facendo ridere Louis, a cui però non sfugge il brutto linguaggio del minore e lo rimprovera con uno scappellotto dietro la nuca.

"BEH ERA RECIPROCO, IDIOTA" gli risponde la sorella, dal piano di sotto.

"Gemma, gioia mia..." 

Ma sono quelle le ultime parole che sentono i due piccioncini, poco prima che il riccio apra una porta e faccia strada all'interno: è la sua stanza.

Louis freme, emozionato, posando la valigie in fretta e furia per potersi guardare intorno. 

Sa perfettamente di avere lo sguardo del suo compagno addosso, ma poco gli importa, si prenderà tutto il tempo che deve per esaminare quella stanza. 

Le pareti sono color crema e la cosa non lo sorprende più di tanto, Harry è un tipo dai colori caldi. Alle pareti sono appesi dei poster di band dal nome sconosciuto - più tardi si farà dire chi sono questi One Direction - e dei quadri, dei bellissimi quadri. 

Riconosce Modigliati, Monet, Klimt, Munch e Kandinsky, ma ce ne sono così tanti appesi ai muri, sugli scaffali ed addirittura sul comodino, che non è certo di conoscerli tutti. 

Vortica appena, soffermandosi sulla scrivania e riconoscendo alcune vecchie copie logore di classici, come "Orgoglio e Pregiudizio" o "Cime Tempestose", ma Harry va anche per le letture più pesanti e non può fare a meno di storcere il naso quando vede "L'Idiota", quello sì che è un libro che non augurerebbe a nessuno.

Passa frettolosamente in rassegna i DVD, meravigliandosi delle mille copie diverse che ha di "Titanic", sapeva fosse il suo film preferito, ma addirittura a questo punto, no. 

Non ride quando vede la bacchetta di Harry Potter, non l'ammetterà mai ma lui si è comprato un paio di anni fa quella di Draco Malfoy. 

Sorride alla vista dell'articolo di giornale appeso al muro, in cui cita Harry come un portento per la moda e per l'arte. 

"Non sapevo dipingessi" butta lì, Louis, sentendosi così bene tra quelle quattro mura: è a casa.

"Ho smesso" dice sbrigativo il riccio, ma con un tono che ha al di sotto molto, ma molto di più.  Improvvisamente il castano non ha occhi che per il suo piccolo, che nel frattempo è andato a sedersi sul letto; lo segue cautamente, stendendosi al suo fianco e tirandoselo contro. Rimangono così per attimi che hanno il sapore dell'eterno, ma proprio quando Louis apre la bocca, per potergli chiedere se ne vuole parlare, il suo dannato cellulare decide di mettersi a squillare. Inizialmente lo ignora, sperando che chiunque sia, capisca che non è il momento. Ma non appena smette e lui, fa finalmente per parlare, attacca di nuovo. "Rispondi, avanti" gli dice con tono rassicurante il riccio, mentre il maggiore si tasta velocemente le tasche dei pantaloni.

"Sarò brevissimo" dice irritato Louis, pronto a mandare a quel paese chiunque abbia osato rovinare quel momento. "Pronto?" dice acidamente, accarezzando i capelli di Harry con la mano libera.

"Louis?" risponde la voce dall'altra parte della cornetta; voce che fa fare al cuore del castano un capitombolo. Si tira di scatto a sedere e si scosta dal corpo del suo fidanzato.

"Mamma..." e non è una domanda, il maggiore sa che è lei, riconoscerebbe quella voce ovunque.

"Oh gioia mia..." dice la madre, con la voce carica dall'emozione.

"Che cosa vuoi?" sibila Louis, aggredendola.

"Non devi rispondere così alla tua mamma... Ti ho insegnato meglio di così e-"

"Ti ho chiesto" dice lentamente il maggiore, scandendo bene ogni parola "che cosa vuoi" e lì il castano ne è certo, sente un singhiozzo dall'altra parte del telefono.

"Amore va tutto bene...?" sussurra Harry, prendendo delicatamente la mano di Louis ed intrecciandola con le sue dita, baciando i polpastrelli uno ad uno.

L'altro non gli risponde, si limita a spingersi in avanti ed a baciare teneramente le sue labbra, cercando di rassicurarlo; ma non deve funzionare molto bene, visto che una volta che il riccio incrocia i suoi occhi, si preoccupa ancora di più.

"Non posso nemmeno più fare gli auguri a mio figlio?" sbotta la donna, colta nel vivo, dall'altra parte della cornetta e riportandolo alla conversazione.

"Il mio compleanno è domani, vecchia strega. Mi hai messo tu al mondo, dopotutto, dovresti saperlo meglio di me" sputa con cattiveria Louis, iniziando leggermente a tremare. "Ora, dimmi che cosa ti serve. I ragazzi stanno bene? Lottie? Fizzy? Phoebe? I gemelli?" dice con tono sbrigativo. "Oppure ti servono soldi? Posso darteli, come sempre, non serve che inventi qualche scusa penosa come le ultime volte. Andiamo al sodo" 

"Ma come ti permetti di-"

"Johannah per l'amor di Dio" ringhia Louis, fuori controllo. 

"Mi servirebbero dei soldi" mormora allora la donna, sconfitta. 

"Quanti?" dice sbrigativo, come se stessero parlando del tempo.

"Diecimila sterline" ma è un sussurro appena accennato.

"Diecimila cosa? Che cazzo hai fatto per cacciarti in una situazione del genere?" urla il ragazzo, fuori di sé. "Non hai messo in mezzo le bambine, vero? Vero?" prega Louis, sperando in una risposta affermativa.

"Io..." tentenna la madre.

"Sei una vecchia bagascia, ecco cosa sei" e, senza nemmeno accorgersene, il castano scivola dalla presa del minore e dà un sonoro pugno al materasso, cercando di alleviare la tensione. 

"Non ti permetto di-"

"Oh, però ti permetti di chiamare tuo figlio che hai sbattuto fuori di casa perché era un lurido frocio per chiedergli dei soldi! Allora li vuoi i miei soldi, vero? Quelli non sono malati come me, no?" e Louis è ormai certo che tutto il vicinato stia ascoltando quella telefonata.

"Lou..." sussurra impotente Harry, mentre l'afferra per la vita e nasconde il volto tra le sue scapole.

"Ti ho già chiesto scusa per quello e-"

"Certo, sai cosa me ne faccio delle tue scuse? Mi ci pulisco il-"

"Mamma, è BooBear al telefono?" ed al suono di quella voce, improvvisamente Louis ferma le convulsioni al suo corpo e si calma, senza più forze, appoggiandosi completamente contro il corpo di Harry. 

"Phoebe torna in camera tua" sente la madre sussurrare, sbrigativamente.

"Ciao Boo" urla la bambina. "Ci manchi tanto e-"

"Ho detto, vai di sopra" sibila la madre, dandole con molta probabilità uno schiaffo, a giudicare dal suono che si riverbera nella cornetta.

"Non. Osare. Toccarla" sibila Louis, senza però urlare, non ce la fa più a combattere quella guerra. "Ti darò i soldi che vuoi, come sempre del resto" è sfinito, fisicamente e psicologicamente. 

"Oh grazie, grazie, grazie. Ti prometto di-"

"Non fare promesse che non puoi mantenere. Hai messo in garanzia per la tua fottuta droga le tue bellissime figlie, Johannah. Se io potessi, te li prenderei tutti e-"

"Ma il giudice all'epoca non ti ha reputato idoneo" dice malignamente la donna, riferendosi a quando l'aveva buttato fuori di casa, a diciotto anni, perché era gay; non aveva un soldo bucato e si era dovuto fare da zero. 

"Vaffanculo" dice Louis, di tutto cuore. 

"No, lì a quanto pare ci vai tu" sibila la donna; ed eccola lì, signore e signori, la madre del castano che dà il meglio di sé! Ottenuto ciò che vuole, torna la stessa stronza di sempre. 

"Mandami il numero del tuo conto per messaggio" è tutto quello che l'altro riesce a dire.

"Louis?" chiama la donna dall'altra parte del telefono. "Buon compleanno" dice con malignità la donna, poco prima di attaccare con una risata che rimbomba nel cervello del castano peggio di una cannonata.

Il maggiore non aspetta nemmeno di sentire la linea cadere, afferra il cellulare e lo butta per terra.

"Amore, amore, amore" sussurra Harry, al suo orecchio, mentre se lo tira addosso e lo stringe, riempiendolo di cure amorevoli. Non ci sono bisogno di parole, non che al riccio serva molto altro per capire che cosa dev'essere successo nella vita del suo compagno.

"Solo... Non lasciarmi. Per favore, non lasciarmi" è tutto ciò che mormora Louis, mentre si gira e schiaccia il suo volto contro il petto del minore.

"Shhh. Non piangere, sono qui, amore mio, sono qui" 

Il castano non sa esattamente quando abbia iniziato a piangere, ma per la prima volta in tutta la sua vita, non si vergogna di farlo; non può vergognarsi di fronte a Harry. È così giusto essere lì, cullato tra le sue braccia, mentre ancora una volta permette al suo passato di spezzarlo, permette ai suoi peggiori incubi di sopraffarlo.

Ma ciò che Louis non sa è che questa volta è diverso, questa volta non è solo.

C'è Harry con lui e se lo tiene stretto.

"Boom, baby! Che si dice da queste parti?" ecco, quella è decisamente l'ultima voce sulla faccia della terra che Louis si aspetta di sentire; soprattutto in un momento del genere.  

"Oh" geme Harry, buttando la testa all'indietro e stringendo convulsamente i capelli del castano tra le dita.   

"OH MIO DIO" urla allora Niall, inorridito dalla scena che si ritrova davanti. "TU LO SAPEVI BRUTTO STRONZO, ECCO PERCHE' HAI FATTO ENTRARE ME" è questo che urla il biondo, con la voce straziata, mentre corre fuori dalla stanza e sbatte la porta dietro di sé.  

"Dai, amore, non prendertela! Avresti dovuto vedere la tua faccia tu-" tenta uno Zayn decisamente divertito.  

"Me le paghi tu le sedute dallo psicologo" gli risponde a tono Niall, mentre scendono entrambi al piano di sotto.

Come dargli torto? Ha appena visto Louis inginocchiato di fronte a Harry, intento a fargli un pompino.  

Il riccio è addossato contro il comodino della loro camera da letto, con una gamba intrappolata dai suoi skinny jeans e l'altra nuda.   

Sì, a Louis è venuta voglia di succhiarglielo proprio mentre si vestivano per la cena.   

"Dio, Loueh" miagola il minore, leggermente sconvolto per quello che è appena successo. Niall è uno dei suoi migliori amici! Non riuscirà mai più a guardarlo in faccia.  

"Vieni per me, piccolo" è tutto ciò che gli sussurra rocamente il modello, mentre inserisce una falange all'interno dell'orifizio stretto dell'altro; facendolo così venire copiosamente dentro la sua bocca.  

"Sì, sì, sì" sussurra Harry, leccandosi le labbra, soddisfatto.   

Louis succhia lo succhia un ultima volta, poco prima di alzarsi ed ingoiare lo sperma caldo dell'altro.

"Buon Natale" è tutto ciò che il castano gli dice, mentre ride dell'espressione languida e soddisfatta dell'altro.  

"A mezzanotte sarà Natale" lo rimprovera Harry, mentre si rialza i boxer e finisce d'infilarsi i pantaloni. "E dovrei essere io a farti dei regali, oggi è il tuo compleanno" continua contrariato.  

"Oh fidati, ho decisamente apprezzato il mio regalo mattutino" gli fa notare Louis, riferendosi al riccio, che l'aveva svegliato gridando il suo nome e prendendo dentro di sé il suo membro. Decisamente un ottimo risveglio. "Non sono sicuro di quanto l'abbia apprezzato tua madre, però" lo sfotte il maggiore, finendo di abbottonarsi la camicia.  

"Cretino! Te l'ho detto che Gemma e mia madre erano dal fioraio questa mattina" borbotta Harry, con le guance in fiamme.  

"Perfino il giorno del mio compleanno devo sentirti dire parolacce?" lo rimprovera, astioso, Louis.   

"Ma amore, cretino non-"  

"Non. Osare" lo interrompe l'altro. "Non vorrai mica dare spettacolo, vero? Non credo che Anne sarebbe contenta di vedermi mentre sculaccio il suo caro figlioletto sulla tavola imbandita" .

"Io ne sarei molto contento" mormora Harry, leccandosi le labbra, affamato.  

"Piccolo" lo ammonisce Louis, intrecciando le loro dita e baciando successivamente il palmo della mano del minore. "La notte è ancora giovane, dopotutto" non può far a meno di rispondere il castano. "Ma non pensare che ti faccia passare liscia il fatto che quei matti sono di sotto. Che diavolo ci fanno qui?" continua, esasperato, riferendosi a Niall, Zayn e molto probabilmente, Liam.   

"Aspetta" dice frettolosamente Harry, lasciando andare la sua mano e correndo verso il suo comodino; ne estrae qualcosa ma Louis non riesce a vedere di che cosa si tratta. Vede solo che infila il suddetto oggetto sotto i loro cuscini. "Sorpresa per dopo" gli risponde, con un sorrisone che va da guancia a guancia.   

"Cerchi d'intenerirmi così?" dice divertito il fidanzato, prendendo nuovamente la mano del minore.  

"Ma sta funzionando?" gli risponde invece l'altro.  

"Può darsi" ammette Louis, dandogli un veloce bacio sul collo ed aprendo la porta per scendere le scale.

"BUON COMPLEANNO BOOBEAR" urlano tutti insieme dal piano di sotto, quando i due piccioncini mettono piede nel salone.  

"Ti ricordi quando ti ho detto che mi avevi quasi intenerito?" dice solo il maggiore, nell'orecchio di Harry. "Mentivo" e con queste parole, bacia dolcemente il lobo dell'altro e l'abbandona, per prendersi tutti gli auguri e gli abbracci - che sembrano essere necessari, a quanto pare.  

È passato un giorno esatto da quando Louis si è stabilito a casa Styles per quelle vacanze e, dopo la chiamata della madre del castano, le cose sono decisamente andate a gonfie vele.  

Certo, il maggiore non ha più chiesto a Harry riguardo la pittura, ma non ha dimenticato di certo quell'argomento; vuole che il suo fidanzato si confidi con lui, vuole prendersi parte del dolore della perdita per aiutarlo a sopportare quel peso.   

Non è quello il momento più azzeccato però, è il ventiquattro Dicembre e la casa sembra assediata. Non solo tutti i loro amici sono lì, ma anche altri parenti ed amici del riccio. Louis ha perso il conto di quanti nomi ha sentito quella sera e di quante mani ha stretto.   

Ringraziando Dio durante la cena è a capotavola, essendo il festeggiato, con Harry alla sua destra, Liam alla sua sinistra - con tanto di Sophia accanto; sì, l'amore è decisamente troppo strano -, con Niall e Zayn, finalmente insieme, poco più in là. Procede piuttosto velocemente, tra una chiacchiera e l'altra e, prima ancora che possa rendersene conto, la mezzanotte è alle porte e le loro pance sono piene.   

"Dio, sento che se mangiassi solo un altro pezzo di pandoro potrei esplodere" mormora Harry, passandosi cautamente una mano sulla pancia, esausto.  

"Amore, cavolo, guarda lì" mormora Louis, sorpreso di vedere la pancia del suo fidanzato così gonfia. "Attento che se continui in questa maniera mi toccherà metterti a dieta" lo sfotte il maggiore, sporgendosi in avanti e posando delicatamente la mano sopra quella dell'altro, premendo leggermente sul suo ombelico.   

La cosa che però lo fa insospettire, è che nessuno a parte lui sta ridendo e, ancora peggio, Harry ha un sorriso tirato stampato in faccia.   

Confuso, il maggiore si guarda intorno e vede le espressioni imbarazzate del tavolo; che cosa sta succedendo? Ma non fa in tempo a chiedere nulla, che Gemma rompe l'equilibrio, distraendoli e portando l'attenzione su di sé: "È mezzanotte! Buon Natale a tutti, belli e brutti-Harry"   

A quel punto tutti scoppiano facendosi gli auguri e ben presto l'aneddoto della pancia viene messo nel dimenticatoio. La mente di Louis non riesce a pensare a nient'altro che non sia il suo bellissimo fidanzato seduto sulle sue ginocchia; infatti dopo il brindisi natalizio la combriccola, per così dire, si è spostata sui divani per scambiarsi i regali.  

Il castano non riesce a credere di averne ricevuti così tanti, generalmente ogni Natale per lui passava nella stessa maniera: chiuso in camera da letto con talmente tanti alcolici da farlo risvegliare il ventisette mattina, se era fortunato. Poi lo andava a trovare Liam, lo rimetteva in piedi, si scambiavano i regali e l'amico tornava alla sua vita perfetta, lasciando il maggiore a commiserarsi: bello, no?  

Invece ora è tutto diverso, ma diverso decisamente in senso buono. Harry è entrato nella sua vita con impaccio ed imbarazzo, non ha chiesto il permesso, è come caduto ai piedi di Louis e come poteva quest'ultimo lasciarlo sul pavimento freddo? L'ha raccolto, coccolato, viziato. Perché tutti ormai sanno che il riccio è il suo bambino.   

Proprio per questo, non gli importa molto dei regali degli altri, ma quanto del suo. Certo, è felice che Liam gli abbia regalato il nuovo gioco di FIFA, è felice che Zayn e Niall gli abbiano comprato dei nuovi scarpini da calcio, ma è decisamente in ansia per il regalo del riccio.  

Quando Harry glielo deposita in grembo, mettendosi poi in ginocchio tra le sue gambe, Louis sorride amorevolmente.   

"Cucciolo, non voglio che ti facciano male le ginocchia" lo rimprovera dolcemente il maggiore, cercando di smuoverlo da quella posizione.  

"Shhh. Aprilo" è tutto ciò che gli risponde Harry, mentre posa delicatamente le mani sulle cosce del castano e le stringe.  

Il modello non lo fa attendere un minuto di più, non perché voglia fare un piacere all'altro, ma perché sta letteralmente impazzendo. Così, con le mani leggermente tremanti, apre quel piccolo pacchetto verde, che riprende le stesse tonalità del colore degli occhi di Harry.  

Non riesce a capire chi dei due sia più in ansia, ma decide di ignorare momentaneamente lo sguardo insistente del riccio e di concentrarsi solo sul regalo.   

Quando riesce finalmente a scartarlo, si ritrova tra le mani una confezione di velluto che recita sopra: Cartier, una delle più costose marche di gioielli al mondo. 

"Harry, io-" e per la prima volta in tutta la sua vita, la voce di Louis è insicura.  

"Non è troppo, anzi, è troppo poco. Nemmeno tutti i soldi del mio conto potranno mai essere paragonati alle sensazioni che tu mi fai provare, che tu mi fai vivere. Ormai mi sveglio la mattina con il tuo sorriso impresso nella mente, con il tuo profumo ad inebriarmi i sensi, con il tuo corpo a scaldarmi le membra. Questo non vale niente, Louis, niente rispetto a ciò che provo per te. È solo un piccolo segno d'affetto, per ringraziarti di avermi insegnato ad amare ed essere amati, per avermi insegnato che non importa dove sono o con chi sono, tu sarai sempre la mia casa"   

Ed al maggiore non interessa se gli altri li stanno fissando, se stanno condividendo con lui le parole di Harry perché per Louis, non esiste nient'altro, nient'altro che non sia il suo fidanzato.  

"Non sono bravo con le parole e tu lo sai" butta fuori il castano, posando sul bracciolo del divano la scatolina di velluto, per poter intrecciare le sue mani con quelle del riccio. "E non mi sento nemmeno pronto per poter ammettere un qualcosa che già provo. Sono un codardo? Probabile. Ma non è niente che tu non sappia già" mormora, avvicinando sempre di più il suo viso a quello del minore. "Ma una cosa la so, Harry. So che tu brilli, di luce propria, so che tu illumini i miei giorni e le mie notti, so che tu sei la mia pace" può benissimo vedere una piccola lacrima di commozione scendere lungo la guancia del riccio, che il liscio si affretta a spazzare via con un tenero bacio. "Quindi non importa tutto ciò che ci regaliamo, tutto ciò che ci diciamo. Conta solo quello che mi dicono i tuoi occhi e, cazzo, mi stanno dicendo di venerarti ogni singolo giorno della mai vita. Chi sono io per impedire una cosa del genere?" la prende più sul leggero Louis, baciandogli amorevolmente il naso. "Quindi grazie, ma niente che tu possa regalarmi può compararsi all'averti tutti i giorni al mio fianco, allo stringerti durante la notte, al baciarti al mattino, al litigare con te, al fare pace con te, a vivere con te" e conclude il suo discorso baciandogli dolcemente le labbra, ma non è un bacio sensuale, è un bacio tenero, puro, che sa d'amore.  

"Grazie" è tutto ciò che Harry riesce a dirgli, con la voce roca e carica d'emozione. 

"No, piccolo, grazie a te" gli risponde Louis, accogliendolo tra le sue braccia e stringendoselo contro. 

"Adesso basta, alla prossima parola, giuro che vomito" borbotta Zayn, con finto disgusto. "Ouch! Dimmi questo per che cos'era!" continua il mulatto, incredulo, mentre si massaggia le costole colpite dal gomito di Niall. 

"Impara, piuttosto! Hai preso appunti? Dov'è il blocco con la penna? Allora? Eh?" gli risponde prontamente il biondo, assumendo la classica espressione da: non la passerai mai liscia. 

"Vita mia, luce dei miei occhi-" tenta di rimediare al suo errore Zayn. 

"Io chiedo il divorzio!" urla allora, teatrale come sempre, il fidanzato.  

"Tecnicamente non siete sposati" tenta di farlo ragionare Liam, che divertito, osserva la scena mano nella mano con Sophia.  

"E nessuno ha chiesto il tuo parere, Leeyum" gli risponde Niall, puntandogli un dito contro con fare omicida. 

"Da quando tutta questa confidenza?" dice irritato Zayn, rimettendosi in mezzo alla conversazione. 

"Ehi, amico, frena. Ti devo ricordare che non sono gay?" tenta di farlo ragionare Liam, completamente preso in contropiede.

"Ti devo ricordare che anche Niall non era gay e che ora è il mio ragazzo?" grugnisce il mulatto, mentre Niall se la ride a crepapelle.

"Ti devo ricordare che a me piace la vagina? Fino all'ultima volta che ho controllato, Sophia ne aveva una" gli risponde ancora l'altro, mentre la sua fidanzata gli pesta poco carinamente un piede con un bellissimo tacco dodici - bene non deve fare.

"Siete ridicoli" butta fuori il biondo, con le lacrime agli occhi.

"Ehi" protestano entrambi, con disappunto.

"Voi siete le persone più strane che conosca" sbuffa Louis, esasperato, cercando di calmare quel putiferio. Insomma, hanno appena rovinato il loro momento speciale! Il minimo che possono concedergli è di stare zitti, dannazione.

"Ehi" e questa volta a parlare sono tutti e tre, più la voce di Harry che tenta sempre e comunque di difendere i suoi amici.

"Che c'è? è vero!" sbuffa Louis, alzando gli occhi al cielo e stringendosi di più il minore contro.

"Va bene, va bene, basta così. Aprilo" lo rimprovera il riccio, muovendosi leggermente sulle sue gambe per sporgersi ed afferrare la custodia di Cartier che giace solitaria sul bracciolo.

"Non mettermi fretta" borbotta Louis, mordicchiandogli teneramente il collo.

"Stop! Se non lo apri tu, lo apro io" dice esasperato Niall, mettendosi di nuovo in mezzo alla conversazione.

Il castano alza teatralmente gli occhi al cielo e sbuffa, quasi tentato di rivolgergli il dito medio - grazie a Dio si ricorda che nella stanza ci sono i parenti di Harry e così, si blocca. 

Non risponde alle parole provocatrici del biondo e si limita a fissare il riccio intensamente negli occhi, aprendo poi, finalmente, il pacchetto. 

Quando lo fa, sembra che tutti trattengano il respiro; chi per invidia, chi per paura che non possa piacergli, chi per disgusto. Ma a lui non interessa, lui ha occhi solo per quel ciondolo.

La manifattura è semplice, ma Louis sa che non è il solito argento, quello è oro bianco. 

L'aereoplanino, che sarà grande più o meno quanto una sua unghia, svetta all'interno del pacchetto con sopra le loro incisioni; su una coda "H.E.S." e sull'altra "L.W.T.", per non parlare poi del piccolo diamante che s'incastona sulla punta, semplicemente perfetto.

"Ti prego, Lou, dì qualcosa, dì qualsiasi cosa" lo prega Harry, con la voce carica di disperazione.

Solo in quel momento Louis si accorge di essere rimasto con la bocca spalancata a fissare il regalo, quel perfetto regalo.

"Non si possono dire cose a caso su un regalo del genere" sussurra il castano, ancora troppo sconvolto. "Bisogna pesare e misurare ogni parola perché... Oh, al diavolo!" borbotta infine, schiacciando rudemente le sue labbra su quelle del riccio. 

Il miagolio che Harry esala è certamente di sorpresa, ma non perde tempo e ricambia velocemente il bacio.

"Prendetevi una stanza" questa volta però, ad interromperli, non è nessuno dei loro amici, ma la sorella del riccio, Gemma.

Louis si stacca improvvisamente dalle labbra dell'altro, come scottato; si è completamente dimenticato della presenza dei parenti di Harry in quel salone. 

"Sei per caso arrossito?" lo prende in giro il minore, baciandogli il naso.

"Sta' zitto" lo rimprovera il modello, estraendo dalla confezione il ciondolo, con tanto di collana. "Mettimelo" gli ordina con tono autoritario Louis, quello stesso tono che sa sempre eccitare l'altro.

"Dove vuoi che te lo metta?" ribatte però Harry, beccandosi una piccola pacca sul sedere dal maggiore.

"Bada alle parole" lo rimprovera, mentre lascia che l'altro chiuda la catenina intorno al suo collo. 

"Scusa tanto, papà" borbotta il più piccolo, sentendo le mani di Louis fare pressione sui suoi fianchi.

"Grazie amore, è perfetto" lo ringrazia finalmente il maggiore per il regalo.

Il riccio è così felice che gli sia piaciuto, che quasi quasi prende a fare le fusa.

"Io li conosco bene quegli sguardi" dice Niall, mandando su tutte le furie Louis. Possibile che dovesse intervenire ad ogni loro movimento? 

"Senti tu, elfo-" inizia il castano.

"Questo te lo ha regalato quel bisbetico del tuo ragazzo" salva la situazione, come sempre, Liam; passando a Harry il regalo che il maggiore gli ha fatto.

"Non è minimamente paragonabile a quello che mi hai fatto tu e... E forse ho sbagliato tutto. Se non ti piace basta dirlo e lo cambierò immediatamente" entra improvvisamente nel panico il modello, muovendosi nervoso sul divano, facendo spostare Harry da una gamba all'altra.

"Ehi, ehi. Calmati" gli dice il riccio, baciandogli la fronte. "Perfino se mi avessi regalato un paio di calzini, sarei felice" tenta di rassicurarlo.

"Davvero?" chiede stranito il maggiore.

"No, probabilmente se tu mi avessi regalato un paio di calzini ti butterei fuori di casa" dice il più piccolo, ridendo successivamente dell'espressione sgomenta del castano.

"Non oseresti" borbotta il fidanzato, mettendo su un leggero broncio.

"Probabilmente non ti farei stare fuori casa nemmeno per un minuto" ammette allora Harry, aprendo il pacchetto. Il pacchetto non ha nome ed è completamente nero; al suo interno il riccio vi trova una busta. "Se mi hai regalato dei soldi, sappi che è squallido" lo riprende il minore, lamentandosi appena per il pizzicotto che l'altro gli riserva sul fianco destro. "OH MIO DIO GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE" urla Harry, perforando i timpani di tutti i presenti.

"Di niente, piccolo" gli risponde Louis, abbracciando con forza quel tornado del suo ragazzo.

"Ehi! Vogliamo sapere anche noi qual è il misterioso regalo" borbotta Niall, beccandosi lui questa volta una gomitata da parte di Zayn. Ma si picchiano e basta quei due? 

Harry non risponde, continua a baciare complessivamente ogni parte del viso del castano ed a mormorare "grazie, grazie, grazie"; così tocca al fidanzato rispondere per lui.

"Gli ho regalato due buoni per il tatuatore, ognuno da mille pound, che dovrebbero coprire le spese dei tatuaggi che voleva farsi e-" risponde il maggiore, perdendo la voce quando il modello prende a baciargli compulsivamente le labbra. "E poi due buoni, con quattro disegni, di dei matching tattoos che abbiamo progettato in questi mesi" riesce finalmente a concludere Louis, quando l'altro passa a strusciare il naso ripetutamente sul suo collo, come un gatto in cerca di coccole.

"Ma che schif-" tenta di dire Niall.

"MA CHE COSA BELLISSIMA" interrotto immediatamente dalla voce del suo ragazzo. "Amore, stai prendendo appunti, sì?" e questa volta, è Zayn ad usare le parole del biondo contro di lui.

"Che cosa? MAI!" dice l'irlandese, disgustato.

"IO CHIEDO IL DIVORZIO" dice melodrammatico come sempre, il mulatto, mettendo su una scena addirittura più teatrale di quella fatta precedentemente da Niall.

"Ripetimi ancora perché li hai invitati" sussurra Louis all'orecchio di Harry, che ridacchia appena, solleticandogli così con i suoi ricci la guancia.

"Sta' buono" lo ammonisce, mentre la tragedia greca si svolge di fronte ai loro occhi.

"Effettivamente, con un po' di pop-corn..." tenta di prenderla sul ridere il castano, per giustificare la scena che stanno mettendo su quei due, mentre Liam tenta di calmarli.

"Shhh. Coccolami" è tutto ciò che gli risponde Harry, mentre il maggiore, per la prima volta, non ha niente da ribattere e l'accontenta, felice. 

Passano altre due ore, prima che i due fidanzatini possano ritrovarsi finalmente soli, nella loro camera da letto; purtroppo, troppo esausti per fare qualsiasi cosa che non sia dormire. 

Louis è in bagno e si sta lavando i denti, mentre Harry è intento a mettersi il suo pigiama natalizio, una sottospecie di tuta con delle renne sopra - una volta ha perfino cercato di farne mettere una con i pupazzi di neve al castano, fallendo miseramente. 

Una volta che il riccio si è finalmente cambiato, procede a passo spedito verso il suo fidanzato e l'abbraccia da dietro, baciandogli amorevolmente i capelli. 

"Mmmm" è tutto ciò che gli risponde il maggiore, mentre si sciacqua la bocca, mandando via il dentifricio. 

"Allora, com'è andata oggi?" gli chiede Harry, fissandolo dallo specchio.

"Bene, mi piace moltissimo la tua famiglia" gli risponde l'altro, riponendo lo spazzolino nel bicchiere, di fianco a quello del minore e voltandosi.

"E ti piacerebbe?" gli chiede con voce carica di aspettativa, il riccio.

"Farne parte? Beh, certo che sì" dice senza nessuna esitazione Louis.

"No, no" scuote la testa il minore, facendo docilmente oscillare i suoi ricci. "Intendevo se ti piacerebbe avere una tua famiglia" 

E con quella domanda, Harry prende completamente alla sprovvista il castano, che aggrotta improvvisamente le sopracciglia ed esala un sonoro e secco: "No" scioglie così la presa che il compagno ha su di lui e fa per tornare in camera, per potersi mettere a letto. 

Ma il riccio non lo lascia andare tanto facilmente e l'afferra, confuso, per il polso, tirandoselo contro.

"Perché no?" e Louis davvero tenta di capirlo, ma proprio non ci riesce: perché la voce di Harry sta tremando? Perché i suoi occhi sono lucidi ed il suo respiro accelerato? 

"Perché so che non sarei un bravo padre, perché non ne ho mai avuto uno. Perché non potrei sopportare di far vivere ai miei figli, ciò che ho vissuto io" tenta di farlo ragionare il castano.

"Ma che cosa dici! Tu saresti un padre fantastico e-"

"Fatto sta che questo discorso non ha senso. Non è che nell'immediato futuro abbiamo intenzione di avere figli, no?" lo interrompe Louis.

"E se io volessi?" chiede in sussurro Harry, evitando lo sguardo del fidanzato.

"Ti risponderei che non voglio figli e che la decisione non è solo tua" ed il maggiore sa che non dovrebbe usare un tono così duro, ma non può farci niente; odia questo genere di argomenti. 

"Non vuoi figli mai?" tenta allora di recuperare la situazione il riccio.

"Per il momento non ne voglio, ma ciò non vuol dire che sarà così per sempre" cerca di rincuorarlo un minimo Louis; ma l'altro legge la menzogna nei suoi occhi e gli si spezza il cuore. 

"D'accordo" è tutto ciò che dice Harry, poco prima di lasciare andare la presa su di lui e di uscire frettolosamente dal bagno.

Il castano sospira, sconfitto, passandosi nervosamente una mano tra i capelli, non esce subito, volendo dare all'altro un po' di spazio. Sente dei rumori provenire dalla camera, un tintinnio metallico, come se il minore avesse appena buttato qualcosa.

Esce dal bagno, curioso, ma probabilmente si sbaglia, visto che trova Harry sotto le coperte, con la sua luce del comodino già spenta e con le spalle rivolte verso il liscio.

Louis s'infila sotto le coperte con solo i boxer addosso, nonostante sia Dicembre a lui piace dormire così. Spegne la sua luce ed abbraccia il suo bambino da dietro, baciandogli la guancia.

"Amore io-"

"No, hai ragione" lo interrompe immediatamente Harry, senza però voltarsi. "è un discorso assurdo e senza senso... Siamo ancora giovani" ed il cuore del maggiore si alleggerisce, a quelle parole.

"Sono felice che tu abbia capito, cucciolo. Magari tra parecchi anni, le cose potrebbero cambiare" cerca di consolarlo Louis.

"O magari potrebbero cambiare tra poco" ma quelle parole Harry le sussurra a stento, tanto che il castano è costretto a dire:

"Come scusa?"

"Niente, ti auguravo la buona notte" gli dice la voce rassicurante del riccio, mentre intreccia le loro gambe.

Mentre Louis fa passare un braccio sotto al cuscino, improvvisamente si ricorda del regalo dell'altro: "Amore, ma hai tolto quello che c'era qui sotto?" gli chiede, infatti.

"Oh, sì" mormora il minore, con la voce leggermente strozzata. "Ti avevo preso FIFA, ma visto che già te l'ha regalato Liam... Dovrò cambiarlo" 

"Oh, cucciolo, che bel pensiero" gli sussurra Louis, baciandogli il collo e stringendoselo di più contro. 

"Tutto per te, Lou" e le parole di Harry suonano come una promessa. "Tutto"

"Buonanotte, amore" gli risponde il maggiore, chiudendo gli occhi.

Il modello non gli risponde, si limita ad emettere un piccolo miagolio ed ad intrecciare le loro dita.

Louis, si addormenta quasi immediatamente con il cuore leggero, perso nel mondo dei sogni dove il suo fidanzato ne è il sovrano.

Harry, invece, ha il cuore terribilmente pesante e consunto, ha il cuore che pulsa e le labbra piene di segreti non svelati; per la prima volta da quando conosce il castano, ha un incubo, proprio tra le sue braccia, ma non sta dormendo. Quella è la sua vita. 





«I can't love you in the dark
It feels like we're oceans apart
There is so much space between us
Maybe we're already defeated
Ah-yeah-yeah everything changed me»



"Harry" ringhia la voce di Louis, dall'altra parte del telefono, irritata. "Smettila" sbuffa, esasperato. "Ti ho già detto che non posso fare sesso telefonico con te, in questo momento" 

"Ma io ho tanta voglia di te, daddy. Ho così tanto bisogno del tuo cazzo su per-"

"Attento a come parli!" urla il castano, dritto nella cornetta.

"Tutto okay, signor Tomlinson?" gli chiede una voce, facendo capolino da dietro la porta.

"Sì, sì. Non si preoccupi" risponde Louis, cercando di abbassare il tono di voce e di calmarsi.

"Due minuti ed è in onda" gli ricorda ancora quel ragazzo, Josh crede si chiami, non ricorda.

"D'accordo, grazie" e quanto te ne vai fuori dalle palle?, pensa il maggiore, spazientito di tanta insistenza - che in realtà è solo gentilezza.

"Daddy, ti prego... Ho già tre dita dentro di me e-"

"Vuoi giocare con me, Harry? Vuoi farmi arrabbiare, eh, piccolo? Allora il tuo daddy farà le sue regole. Continua a penetrarti con due dita, puoi fare questo per me, sì, bambino?" mormora con voce roca Louis.

"Ah! S-sì. Oh Dio, sì" miagola il riccio, nella cornetta, facendolo eccitare.

"Ora voglio che tu metta un plug, il tuo preferito, cucciolo, e che venga a prendermi alla sede dell'Adidas con quelle mutandine di pizzo che mi piacciono tanto ed il tuo piccolo gioiello dentro di te. Ci riesci ad essere così bravo, per me?" continua il maggiore.

"Sarò tanto bravo per te, daddy, tanto bravo" promette Harry, con una voce, quella voce dell'obbedienza, che manda sempre Louis fuori di testa.

"Ora devo andare, piccolo, ma ti prometto che prima di quel che immagini, sarai tra le mie braccia" gli promette l'altro.

"Dio! Ah! AH" risponde solo il riccio, senza riuscire ad articolare frasi di senso compiuto, troppo preso dal piacere.

A quel punto il castano decide che è troppo e che a lui di certo non serve un'erezione in diretta nazionale, così attacca il telefono senza dire altro.

Proprio in quel momento qualcuno bussa alla sua porta, informandolo che deve recarsi nella sala per poter sostenere l'intervista. Louis però è ancora troppo concentrato sul suo telefono, fissa il suo sfondo, che ritrae lui con il suo ragazzo che si baciano - ovviamente l'aveva impostato Harry, ma di certo il modello non aveva fatto nulla per impedirglielo o per cambiarlo. 

Sono passate tre settimane dal giorno di Natale e le cose procedono bene. Il minore non ha mai più voluto affrontare l'argomento della famiglia e Louis per ringraziarlo, ancora non ha parlato con lui di suo padre. Sa che è un soggetto difficile, soprattutto vista la recente perdita, ma prima o poi dovranno parlarne, anche perché ricorda perfettamente i quadri in camera di Harry, come pittore è un portento. Una vera forza della natura. 

Si trovano entrambi a Londra, solo che quel giorno Louis deve rilasciare un'intervista per VOGUE UK, per l'uscita della nuova collezione dell'Adidas. 

Per questo ora si ritrova lì, seduto su quei divanetti da mediamente mezz'ora a parlare del più e del meno con la giornalista. 

"E allora, caro, dimmi, come procedono le cose tra te e Harry?" 

Il castano non si scompone troppo a quella domanda, ormai sono parecchi mesi che lui ed il riccio stanno ufficialmente insieme e sono diventate domande di routine. Niente di che.

"Decisamente bene, Briana! Anzi, devo ammettere che non potrebbero davvero essere migliori" e Louis è completamente sincero, non sta mentendo per portarsi della pubblicità, è così e basta. 

"E con il lavoro, come va?" dal tono che la ragazza utilizza, i campanelli allenati nella testa del maggiore, iniziano a suonare.

"In che senso?" tasta il terreno, assottigliando gli occhi, volendo capire a tutti i costi dove l'altra sta per andare a parare.

"Beh, sai, da quando stai con Harry Styles, primo volto della casa di moda francese YSL, i tuoi lavori si sono dimezzati. Lavori meno della metà di quanto lavorassi prima di metterti con il riccio" dice compiaciuta la presentatrice.

"E questo che centra?" Louis davvero non riesce a capire come possano intrecciarsi delle cose del genere, come il suo lavoro possa dipendere da Harry.

"Tesoro, non vorrei fare l'uccellaccio del malaugurio ma... Da quando la tua storia si è ufficializzata, Styles ti ruba tutti i lavori" e la ragazza lo fissa con finta compassione, mentre si sporge per posargli delicatamente una mano sul ginocchio. "I giornali parlano anche di un tuo possibile licenziamento all'Adidas ed una sua assunzione al tuo posto. Non te ne ha parlato?"

No, decisamente Harry non gliene aveva parlato ma, probabilmente, perché non c'era niente di cui parlare.

"Adesso basta" sbotta Louis, piccato. "Non le permetterò di parlare in questa maniera indegna del mio fidanzato" lo difende il castano. "Harry è una persona fantastica e sì, è vero, sto lavorando molto meno ultimamente e lui si sta prendendo gran parte dei lavori. Ma è bellissimo e tutti lo vogliono, che c'è di strano?" le chiede il maggiore, sfidandola.

"Louis, hai mai pensato che lui potesse essersi messo con te per spazzarti via? Una volta ottenuto il tuo posto, non gli servirai più e si libererà di te" ed ancora, signori e signore, la finta faccia dispiaciuta.

"Non voglio sentire certe cose. Questo discorso è a dir poco ridicolo" ed è con queste esatte parole che il castano si alza di scatto in piedi, spaventando chiunque all'interno dello studio.

"E allora perché se queste parole sono così false abbiamo le prove che il signorino Styles si stia già dando da fare per lavorarsi uno degli economi dell'Adidas?" e prima che Louis possa dirle di andare al diavolo, Briana fa svolazzare sul tavolino di vetro delle foto che ritraggono Harry a cena con Xander, il suo datore di lavoro.

"Dovevo andare io a quella cena, ma purtroppo stavo poco bene ed ho mandato il mio fidanzato come sostituto. Ha finito di vomitare false accuse sul mio ragazzo?" chiede il castano, esasperato. 

Ma la giornalista non sembra essere dello stesso avviso ed infatti fa spuntare dal nulla una foto particolarmente interessante.

"Certo che per essere un sostituto, è piuttosto intimo con Xander, non trova?" 

Ma Louis non alza lo sguardo per poter incenerire quella stronza, no, il suo sguardo è completamente rapito dallo scatto.

Ritrae Harry, fuori dal ristorante, intento a prendere un taxi, con il volto decisamente troppo vicino a quello dell'altro uomo.

"È decisamente l'angolazione" sussurra il liscio, con voce roca.

"Sta convincendo noi, o sta cercando di convincere se stesso?" lo sfida nuovamente la bionda.

"Io...Io..." mormora Louis, alzando lo sguardo, ma non per cercare gli occhi della ragazza, ma per incontrare quelli di Liam, che ha la bocca spalancata.

"L'intervista finisce qui. Questi non erano gli accordi" sbraita il suo amico, vedendo che il castano è rimasto del tutto senza parole. 

Liam avanza dallo studio fino al finto salottino, incurante se sta mandando a puttane tutto quanto. 

"Lei non può farlo" sbraita Briana, contrariata, mentre vede il manager prendere sotto braccio il modello e condurlo fuori di lì.

"Si azzardi nuovamente a dirmi quello che posso e non posso fare e le mando a fuoco quei miserabili capelli da strega. Buona giornata" come sempre, il signorino Payne mette l'educazione prima di tutto, quindi quell'augurio alla fine non può mancare. 

Liam conduce Louis fino alla macchina, che si dirige verso la sede centrale dell'Adidas; il castano non sente le parole che l'altro gli rivolge, non sente le scuse, le parole di conforto, i "vedrai che non è nulla", ma si perde nei suoi pensieri, si perde sul suo telefono.

Scopre immediatamente che le parole di Briana sono tutt'altro che infondate, ci sono interi articoli sull'argomento e la cosa che fa più male è che sembra che se ne siano accorti tutti; tutti si sono accorti di come il riccio lo stesse prendendo per il culo, tutti tranne lui.

Ma Louis vuole dargli ancora una possibilità, vuole dargli l'ultima parola, perché non è possibile che lo stesso adorabile ragazzo che l'ha portato per Natale dalla sua famiglia, sia quel genere di persona.

Però, effettivamente, tutto combacia. Lui che lavora di meno, Harry che fa servizi di ogni genere e tipo, anche per l'Adidas, il fidanzato che saluta tutti alla sede centrale, quasi come se fosse di casa, il riccio che gli dice tremolante che ha una cena con Niall perché le cose con Zayn non vanno, quando ovviamente non è vero. 

Quando l'auto si ferma, Louis schizza fuori dall'abitacolo e, con i pugni stretti, si avvia verso l'ascensore. Non riesce a crederci che l'altro l'abbia solo usato, che l'altro l'abbia sedotto per i suoi scopi. E meno male che doveva essere lui il dominante tra i due! Harry gliel'ha proprio fatta vedere!

"Louis" sente urlare dietro di sé, ma non si ferma, ormai è come una macchina impazzita. "Cazzo, Louis, aspetta un attimo!" urla Liam, mentre gli afferra il polso e lo strattona, fermandolo dall'entrare nell'ascensore. 

"Che diavolo vuoi?" sbraita il castano, liberandosi dalla presa e spintonando via l'amico.

"Promettimi che non farai qualche cazzata" lo implora.

"Hai sentito anche tu quello che ha detto quella strega! Ci sono le foto, ci sono le statistiche... E tu lo sapevi, vero? Ma non ti è importato! Mi hai pugnalato alle spalle" sputa contro Louis, mentre preme nuovamente il tasto dell'ascensore.

"Certo che lo sapevo! Non te l'ho detto perché sono un sacco di cazzate, te lo giuro! Non fare niente di avventato, Harry ti ama" tenta di convincerlo Liam.

"Stanne fuori" è tutto ciò che l'altro gli dice, prima di premere il piano giusto e di vedere le porte dell'abitacolo chiudersi.

L'amico urla, esasperato, mentre tenta in tutti i modi di chiamare un altro ascensore per poter salire al piano. 

Il manager sa più che bene delle voci, ma non ha detto niente all'altro perché proprio quello sono, delle stupidissime voci! Non riesce a credere che Louis abbia perso il controllo con così tanta facilità; anzi, in realtà ci crede parecchio, fin dall'asilo il castano non è mai stato un tipo paziente. Vi sembra normale picchiare un bambino solo perché ci ha messo troppo nel passargli un colore? 

Come un uragano, non appena le porte dell'ascensore si aprono, il modello si fionda fuori. 

"Signor Tomlinson salv-" tenta di salutarlo la solita ragazza stupida della reception, Danielle dovrebbe chiamarsi.

"Dov'è Harry?" la interrompe bruscamente Louis, facendola tremare appena. Non risponde a voce, troppo spaventata, si limita ad indicargli con il dito dov'è situato l'altro.

Senza aggiungere nient'altro, il castano apre le porte dello studio privato di Xander e, ciò che trova, gli fa gelare il sangue nelle vene.

C'è Harry, seduto di fianco all'altro ragazzo, mentre ridono per un qualcosa, probabilmente di buffo, presente sul computer del suo capo.

"Ciao amore" gli dice cordialmente il riccio e per un attimo, il liscio è quasi tentato di sciogliersi, ma poi si ricorda tutte le parole di Briana, gli articoli online, le riviste, le foto ed ora, anche questo quadretto melenso che gli si para davanti. 

"Vieni con me" sbraita solo, senza calcolare minimamente Xander, che sembra addirittura divertito dalla scena, quel bastardo.

"È successo qualcos-" tenta il riccio.

"Subito" grugnisce solo Louis, uscendo dallo studio e sbattendosi dietro la porta. 

Arranca verso uno sgabuzzino e sente distintamente il ticchettino degli stivaletti di Harry seguirlo.

"Ma che diavolo ti prende?" lo accusa immediatamente il fidanzato, una volta varcata la soglia di quel posto angusto. "Chissà cos'avrà pensato Xander" borbotta il riccio, passandosi frettolosamente una mano tra i capelli.

"Certo, perché è questo ciò che conta, giusto?" sibila Louis, irato.

"Che?" risponde il più piccolo, aggrottando le sopracciglia confuso.

"Tutto ciò che conta è ciò che ha pensato Xander, no? Cos'è, il tuo lavoro di seduzione con lui non sta dando grossi risultati? Prova a fargli quel giochino con la lingua, penso che l'amerà" sputa Louis.

Harry inorridisce a quelle parole, le sue guance si gonfiano ed i suoi occhi divengono leggermente lucidi: ve l'ho mai detto che è molto sensibile? 

"Non ho nessuna intenzione di starmene qui a farmi insultare gratuitamente da te. Hai avuto una mattinata orribile? Non puoi sfogartela con me! Possiamo parlarne, affrontare i problemi insieme, ma non sono il tuo sacco per gli sfoghi" gli risponde a tono il riccio. "Quindi, con permesso" e con queste parole, fa per uscire dallo sgabuzzino.

"Non. Osare" gli ringhia contro Louis, schiacciandolo contro la porta, poco prima che l'altro la apra. 

"Ma che diavolo ti prende!" urla Harry, a quel punto visibilmente scosso dal comportamento dell'altro.

Il castano non gli risponde immediatamente, si limita a voltare l'altro verso di sé ed a dargli un sonoro schiaffo in faccia.

Ma questo non è come quelli che si scambiano mentre fanno sesso selvaggio, questo è uno schiaffo per umiliare, per punire, per spezzargli il cuore.

"Mi prende che mi sono innamorato di uno stronzo" gli dice Louis, ad un centimetro dalle labbra dell'altro. "Mi prende che mi sono lasciato prendere per il culo come un coglione. Ti sei divertito, eh? Quanto hai riso insieme a Niall e Zayn del povero, piccolo, Louis?" 

Harry è immobile, con ancora il volto girato rispetto a quello del maggiore, ancora incredulo dello schiaffo che il suo fidanzato gli ha appena rifilato. 

Il castano vede nettamente le lacrime di dolore, odio e vergogna che appaiono veloci sulle guance rosse del riccio; ma per una volta, non gli interessa di essere lui la causa di quel dolore.

"Io non so davvero di che cosa tu stia parlando e-" tenta di dirgli Harry.

"SILENZIO" urla Louis, del tutto fuori di sé, abbattendo un pugno sulla porta dietro del minore. "Non ho ancora finito" continua amaramente. "Perché non ti bastava farmi innamorare di te, no, ovvio che no. Dovevi anche schiacciarmi, completamente! Ti sei preso tutto di me, ma non lascerò che tu ti prenda anche il mio lavoro. Tu non sai quanto ho sudato per arrivare fino a qui e tu-"

"IO NON SO DI COSA CAZZO TU STIA PARLANDO" e per la prima volta da quando sono rinchiusi lì dentro, Harry gli sta urlando contro.

Per un attimo Louis perde la voce, troppo scosso dalla reazione dell'altro: il riccio non è mai violento generalmente, al contrario suo. 

"Davvero? Davvero, Harry? Non sai di che cazzo parlo? Dov'eri giovedì scorso a cena, eh? EH?" e questa volta, gli occhi sgranati del più piccolo e la sua espressione incredula, sono la conferma che qualcosa non va.

"Mi hai mandato tu a quella cena con Xander e-"

"E c'era davvero bisogno di salutarlo così intimamente, vero?" dice Louis, alzando gli occhi al cielo. "Ma sai una cosa, Harry? Questa è l'ultima volta che mi prendi per il culo; è l'ultima volta che ti permetto di calpestarmi. Da qui in poi, guardati le spalle perché sarò sempre pronto per distruggerti" 

Ed il riccio spalanca la bocca, gli occhi quasi fuori dalle orbita per le parole dell'altro, prova a dire qualcosa, Louis sa che ci prova, ma glielo impedisce. 

Lo sposta violentemente dalla porta, facendolo quasi cadere a terra, ed esce come una furia.

"IO NON TI TRADIREI MAI, LO SAI! TU LO SAI" sono queste le parole che grida Harry, straziato, ma l'altro non se ne cura minimamente. 

Sente gli urli disperati, i singhiozzi dolorosi, ma non si volta. Vede Zayn accorrere, seguito immediatamente da Niall.

"Oh mio Dio, Harry!" urla il mulatto, ma queste sono le ultime parole che Louis sente, prima che le porte dell'ascensore si chiudano e lui venga estraniato da tutto e tutti.

Scende fino al piano terra e, una volta lì, vede piacevolmente che la sua auto è già pronta a partire; così vi entra, ma una volta nell'abitacolo si accorge di non essere solo. Non riesce a scendere, perché l'auto parte e le portiere si chiudono.

"Io-" tenta allora, Louis.

"Shh" lo ferma immediatamente Liam, che allarga solamente le braccia, pronto per accogliere l'altro.

Al castano non importa di risultare debole, non importa se sta facendo la figura della femminuccia, perché con Liam può essere davvero se stesso. Così, senza pensarci due volte, si aggrappa a quelle due braccia, come se fossero la sua unica ancora. 

Rimangono in silenzio, per tutto il tragitto, perché Liam è il suo migliore amico e, come tale, ha già capito tutto. 

Quando arrivano sotto casa del modello, il manager lo prende tra le braccia e lo conduce all'interno; Dio benedica quel momento in cui Louis diede le chiavi di riserva all'amico tanti anni prima.

Non appena entrano nel salone, qualsiasi cosa lì dentro grida 'Harry Styles vive qui', proprio per questo il modello geme, straziato, mentre si lascia completamente andare contro le braccia dell'altro.

Liam lo sostiene fino alla camera da letto, poco prima di lasciarlo andare sotto le coperte - ovviamente, spogliandolo prima.

"Io-" ma la voce di Louis è roca ed insicura.

"Non preoccuparti, faccio pulizia" eccolo lì, il loro linguaggio in codice.

Tra di loro, fare pulizia, vuol dire liberarsi fino all'ultimo oggetto di Harry, della sua presenza. Perché Louis di certo non può vivere in una casa piena di brutte camice, le sue brutte camice, non può vivere in una casa piena di stivaletti YSL, i suoi stivaletti YSL, non può proprio vivere in una casa piena di lui, piena del loro amore; o di quel credeva che fosse amore. 

Si rannicchia sotto le coperte, facendosi piccolo, piccolo, appallottolandosi. Sente perfettamente Liam trafficare con la sua roba di là, in salone, ma non muove un muscolo. Cerca di occupare il meno spazio possibile di quelle lenzuola, che odorano disgustosamente di vaniglia. 

Infilza le sue ginocchia con le unghie ed improvvisamente, il Louis Tomlinson che tutti conoscono, sparisce; lasciando il posto a ciò che è davvero Louis: un essere rotto, spezzato, vinto dal passato.

Si lascia andare ad un pianto liberatorio, ma non è un pianto adulto, fatto di gemiti strozzati e singhiozzi repressi: quello è un vero e proprio pianto da bambino. Urla, scalcia, si dimena. 

Perché non c'è mai stato un madre ad indicargli il cammino, non c'è mai stato un padre a dirgli come si fanno certe cose, come ci si comporta. In verità, non c'è mai stato nessuno.

Credeva di avere Harry, ma la facilità con cui quest'ultimo gli si scivolato tra le dita, l'ha lasciato distrutto, incolore, insapore.

"Harry, Harry, Harry" mormora, come una sorta di preghiera, come se quello potesse funzionare, potesse farlo tornare lì, da lui. 

Ma sa che non è così, sa che il riccio se n'è andato, sa che il loro amore, è sempre stato una menzogna. 

Così, si tappa le orecchie, talmente forte dal farsi male alla testa, ma non importa. Lui non vuole sentire, lui non vuole vedere, lui non vuole vivere. 

Vuole solo essere lasciato in pace, vuole solo tornare alla sua vita di sempre, alla sua vita infedeli, anormale, strana, ma senza dolore: alla sua vita senza Harry.

Ma sa che questo non è possibile, sa che non appena la verità gli cadrà addosso, lo farà rimanere schiacciato, vinto dalla vita. 

Perché il suo amante non si è portato via solo la sua anima ed il suo cuore, ma anche quel fottuto, ma benedetto, momento di pace.

Perché Harry, è la sua pace





«I lost all of my Vanity,When i peered into the Pool..I lost all of my Innocence,When i fell in Love with you .xx» - H.S. ♡

Non mi dilungherò affatto, perché questa non è la fine, come già sapete, ma è solo la prima parte. Quindi, vi lascio solo qui di seguito i miei contatti (soprattutto seguitemi su twitter per rimanere aggiornati sul quando posterò la seconda parte) e le canzoni che mi hanno ispirato.
TWITTER - xharryisart

Songs:
- "Iron Sky" Paolo Nutini
- "Love In The Dark" Adele
- "History" One Direction
- "Where are u know" Skrillex ft. Justin Bieber

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