DEVIANT and SLAVE

By Onixxia

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Era una 17enne come tante, prima che nella sua vita entrasse Ryan. "Gunny" è il suo nuovo nome ed ora...è una... More

Premessa
Capitolo 1 : L'inizio della fine
Capitolo 2 : L'incontro
Capitolo 3 : Sex Line
Capitolo 4 : Notte Buia
Capitolo 4 : Notte buia 2° parte
Capitolo 5 : Conseguenze
Capitolo 6 : Nel suo letto
Capitolo 7 : Prigioniera di una follia
Capitolo 8 : Dove sei ?
Capitolo 9 : Legami spezzati
Capitolo 10 : Confusione

Capitolo 11 : Equilibrio instabile

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By Onixxia

Non può permetterle di fuggire. Non può perderla.
Questo è tutto ciò che Ryan sa e continua a ripetersi da ore, mentre lei dorme sul suo letto. È riuscita a calmarla ma teme che risuccederá.

Che fare dunque? portarla via di lì?

Apro gli occhi. Ryan non c'è, o almeno non in questa stanza. Non so cosa mi sia accaduto poco fa...probabilmente una crisi di nervi...si dev'essere così. Il tempo che ho passato lontano dai miei cari inizia a farsi sentire. Ma c'è Ryan qui. La cosa che mi rende più felice, anche se è assurda, è solo qui.

Mi alzo e ancora addormentata mi cambio i vestiti. Forse era la coperta troppo pesante, ma sto morendo di caldo.
Mi dirigo verso il soggiorno, non c'è. Vado in bagno, neanche qui. Alla fine, guardando dalla finestra, lo vedo in giardino.
Sta entrando in una piccola rimessa.
Avevo notato quella casettina in legno, ma non mi ero mai permessa di entrarci, ora invece esco in giardino e lo seguo.
Devo parlare con lui e non ho tempo di pensare ai permessi.

La casettina, vista da fuori, non sembra un gran che. Il legno che la compone è abbastanza vecchio e per di più rovinato.

Nuova, ma mal tenuta - mi dico.

Cerco di aprire la porticina piano piano per non farmi sentire.
Appena varco la porta, la prima cosa che mi accoglie è una luce lieve che filtra appena dalle finestre. C'è ancora più freddo qui dentro.
La seconda cosa sono dei rumori.
Faccio qualche passo avanti e i miei occhi trovano Ryan. È in piedi, girato di schiena intento a trafficare con qualcosa davanti ad un bancone.

《 Ben arrivata 》

non si è nemmeno girato, come ha fatto? non devo essere stata tanto silenziosa come credevo.

《 Cosa stai facendo?》 domando

si gira e tra le mani ha un fucile da caccia.

D'istinto faccio un passo indietro e lancio un urlo. Ride.

《 Gunny! Lo sto solo pulendo, sono un collezionista di queste " armi diaboliche" 》

ride di nuovo per prendermi ingiro e mi mostra gli stracci e gli stoppini che sta usando. Il mio panico si è calmato un pochino, tuttavia è sempre un fucile quello, anche se scarico.

Mi guardo intorno. Sui muri sono affissi diversi fucili da caccia, alcuni di vecchio stampo, altri più nuovi.

Collezionista o cacciatore? - mi chiedo

Ryan segue ogni mio movimento curioso di vedere la mia reazione, non oso domandare in proposito di che uso ne faccia di quegli arnesi. Mi rendo conto di quante cose non so di lui soltanto ora.

《 Ne vuoi provare uno? 》 mi prende alla sprovvista ed io senza nemmeno pensarci rispondo no.

《 Hai mai sparato? 》faccio cenno di no con la testa

Ma perché continua a parlarmi di queste cose? Avevo perfino dimenticato perché ero venuta qui dentro.
Adesso è il momento di provare.

《 Ryan...hai...hai mai pensato di...di smetterla di nasconderci? 》

《 Che vuoi dire? 》ora è in allerta sembra un lupo braccato

《 Intendo, beh...uscire di qui, conoscere le persone che amo, far parte della mia vita 》

Le parole " vita normale" mi rimbombano dentro. Non possiamo semplicemente stare insieme come una coppia normale? Perché nascondersi? Perché non tornare?

Lui non risponde e non si muove, gira appena lo sguardo per non vedermi e sembra ci stia pensando. Passano i secondi.

《 Se non ti va di restare qui con me, non ti incatenerò certo 》

Lo hai già fatto... - penso mentre sento la tristezza invadermi, so già quale sarà la risposta. Doveva girarsi e dire " certo amore mio " non questo. Quello volevo sentire, ma con lui non è mai ciò che vuoi sentire.

《 Perché no? 》

《 Perché sarebbe impossibile 》

Anche tu lo sei. Anche stare qui lo è.

Non ho la forza di gridare ciò che sento, ma tutto cio che voglio è andare via.
Esco dalla rimessa senza dire una parola. Sta dicendo qualcosa, ma il suono della sua voce non mi arriva.

Non voglio sentirlo.

Attraverso il giardino con passo deciso senza voltarmi mai. Intravedo un uomo che appena fuori dal cancello mi sta osservando.

Che il mondo intero se ne vada al diavolo!

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