Kidnapped by love

By evelynxxrose

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New York, Manhattan. David, criminale diciassettenne fuggito da casa e al soldo del più ricercato delinquente... More

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By evelynxxrose


Allison's pov

Il mio pensiero fisso sarebbe dovuto essere la matematica, visto che quel giorno avevo una verifica che di sicuro non sarei mai riuscita a passare. Eppure, mentre sorseggiavo il mio tè nel solito bar vicino alla mia scuola –quello dove fino alla mattina precedente mi si stava corrodendo l'anima per l'attesa-, l'unico mio pensiero fisso non aveva niente a che fare con numeri o equazioni. Aveva i capelli biondi, gli occhi verdi ed un sorriso magnetico. No, decisamente non era la matematica.

Appoggiai la tazzina, arricciando il naso per il fatto che entro un quarto d'ora sarei dovuta essere in classe pronta ad affrontare l'insormontabile materia che mi perseguitava dalle elementari.

Diedi una rapida occhiata al giornale per rimandare ancora di poco la mia entrata in quell'edificio degli orrori che non sopportavo. Non c'era nessuna notizia particolarmente interessante...

-Che stai leggendo?-

Sobbalzai, ma non per il rumore della sedia di fronte a me, ma per il suono di quella voce che la mattina precedente avevo sognato di sentire in ogni singolo secondo di quei venti minuti.

-Che ci fai qui?- Domandai con il cuore in gola per l'agitazione.

-Mi sembra ovvio, mi faccio perdonare per ieri...un caffè grazie.- Ordinò poi al cameriere che si era avvicinato per l'ordinazione.

-Ci vuole ben altro per farti perdonare.- Risposi acida. –Dopo che mi hai fatto stare da schifo ieri mattina e dopo che te ne sei andato senza nessuna spiegazione, come pretendi che io ti perdoni così?-

-Io ti ho perdonato qualcosa di ben più grave.- Piegò il sopracciglio serio.

Avvampai. Già, la festa in barca. –Ok, è vero. Quindi siamo...pari?-

-Solo se mi dici che oggi a scuola non hai niente di importante da fare.- Mi guardò allusivo.

-Beh...ho una verifica di matematica, ma non è importante.- Perchè mi sentivo così elettrizzata dandogli quella risposta?

-Allora spero tu non abbia nulla in contrario a farti rapire da me oggi.- Sfoderò un sorriso stupendo che mi bloccò il cuore. Dio mio, se mi faceva quei sorrisi poteva rapirmi quando voleva!

Scossi la testa sentendo la gola secca. –No...- Mi schiarì la voce, il mio più che un no sembrava un verso. -No- Ripetei. –Credo che in classe sopravvivranno anche senza di me.- Abbozzai un sorriso.

-Ottimo.- Il suo sorriso se possibile diventò ancora più radioso.

Riacquistai un po' di controllo per potergli chiedere una cosa che mi era frullata in testa tutta la notte: -Posso almeno sapere che avevi da fare ieri mattina?- Lo guardai di traverso in attesa di risposta.

-Dovevo risolvere un malinteso che si era creato con un mio amico.- Fece un cenno al cameriere per ringraziarlo della tazzina di caffè che poggiò sul tavolo. La prese ed iniziò a assaporarlo. Quanto avrei voluto essere quella tazzina...

-Kevin?- Azzardai evitando di dar corda ai miei pensieri sulle sue labbra e sulla tazzina.

-Già...-

-Avevate litigato?-

-Più o meno.-

-Per cosa?-

-Cazzo, ma che sono tutte queste domande di prima mattina?!- Protestò infastidito continuando a bere quello schifo di intruglio nero amaro.

-Senti ragazzino che gioca a fare il grande- Distesi le labbra in un sorrisetto compiaciuto dalla sua espressione sbigottita –Solo perché bevi un po' di caffè senza zucchero e vesti firmato da fighetto non significa che tu sia superiore agli altri, sai?Quindi abbassa le arie e quando qualcuno ti fa una domanda impara a rispondere da vero adulto in modo educato.-

Continuava a guardarmi sorpreso, poi sfoderò un sorriso divertito.

-Ti adoro quando fai così, sai?Sei tremendamente sexy...quando mi rispondi a modo a volte involontariamente arricci il nasino.-

Rimasi un attimo interdetta non sapendo bene cosa rispondere, mentre sentivo che il cuore incominciava ad aumentare di parecchio i suoi battiti.

Se ne era accorto?Solo mia madre mi aveva detto che a volte lo facevo quando mi arrabbiavo, ma nessun altro me lo aveva mai fatto notare...

-Ti assicuro che quando mi arrabbio sono tutt'altro che sexy, anzi, oserei dire che sono parecchio violenta.- Incrociai le braccia accomodandomi meglio sulla sedia e sorridendogli compiaciuta.

-Vorrei vederti veramente arrabbiata allora. Se quando sei furiosa reagisci con passione come hai fatto ieri mattina mentre mi baciavi, non oso immaginare quanto tu sia violenta se ti arrabbi davvero.- Schioccò le labbra in modo malizioso facendomi avvampare per l'ennesima volta; maledizione, l'aveva vinta lui!

Il mio sguardo si posò sulla sua tazzina e sul contenuto liquido di essa. -Che schifo come fai a berlo?È disgustoso!- Protestai schifata pur di cambiare discorso. Avevo sempre odiato il caffè.

–Ma se è buonissimo!- Ribatté sghignazzando.

-È troppo amaro per i miei gusti.- Bofonchiai contrariata.

-Scommetto che l'hai assaggiato da bambina senza zucchero e da allora non l'hai più voluto bere, sbaglio?- Si sporse in avanti con aria strafottente. Mi era più facile colpirlo così...

-Sì, sbagli.- Mi sforzai di sorridere, ma ne venne fuori l'ennesima smorfia.

Aveva ragione, l'avevo assaggiato quando avevo 3 anni e da allora non l'avevo più voluto bere, mi aveva fatto troppo schifo. Era un atteggiamento infantile il mio certo, ma non mi andava proprio di assaggiare di nuovo quell'intruglio schifosamente scuro, anche se i miei gusti di sicuro erano cambiati e non erano più quelli di una bambina.

-Giudichi qualcosa senza conoscerlo.- Mi provocò allontanandosi e rimettendosi seduto bene sulla sedia. Peccato, l'istinto di prenderlo a pugni mi stava tornando.

-Ti ho già detto che il caffè so che sapore ha.-

-L'hai assaggiato anni fa, scommetto che non te lo ricordi nemmeno.-

-Non l'ho assaggiato anni fa.- Obiettai rossa in volto per il nervoso. Perché mi doveva sempre contraddire?

-Ok, hai ragione tu.- Si arrese tirando fuori una sigaretta e mettendosela fra le labbra.

Quella volta fui io a sporgermi in avanti: presi la sigaretta fra le mani e gliela sfilai dalla bocca facendogli aggrottare la fronte. –Se nevolevi una bastava chiedere.-

-Non ne voglio una.- Distesi le labbra in un sorriso diabolico. –Odio i ragazzi che fumano, quindi mi faresti un grande favore se evitassi di fumare in mia presenza.-

Spalancò la bocca sbalordito. –Tu mi vuoi togliere il fumo?!- Protestò incredulo. –Non puoi togliermi la nicotina, è la miglior cura quandosi è nervosi o in astinenza.- Annuì deciso incrociando le braccia.

-Se vai in bianco non è un problema mio caro.- Dissi acida alzando le spalle.

-Primo: io non vado in bianco, sono io a mandare in bianco le altre; secondo: sì tesoro, ora è un problema anche tuo.- Chiuse gli occhi a fessura squadrandomi quasi con odio.

Ridacchiai con perfidia non lasciandomi imbarazzare dalle sue frecciatine. –Bene e visto che è un problema anche mio, evita di fumare se non vuoi che abbia un valido motivo per mandarti in bianco pure io, ok?-

-Che stronza!- Si lamentò incredulo.

-Lo dico per il tuo bene.- Feci spallucce.-E poi non credi sia degradante per una persona essere dipendente da qualcosa?- Ci stavo giocando alla grande, sapevo che puntare sul suo orgoglio avrebbe portato qualche risultato.

-Io non dipendo dal fumo.- Se possibile il suo sguardo diventò ancora più irritato.

-Io credo di sì.- Civettai alzando gli occhi al cielo con malizia e sorridendo. –Perciò dai qua.- Porsi la mano in attesa del pacchetto delle sigarette che però non arrivò.

-Non mi faccio comandare da una ragazza.- Incrociò di nuovo le braccia sbuffando seccato.

Me l'aspettavo un po' che non si sarebbe arreso subito, ma io avevo le carte in regola per farlo cedere, ogni ragazza aveva la sua carta per far cedere un uomo.

-Come vuoi.- Arricciai le labbra impassibile. –Tanto riuscirò a farti crollare.-

-Vedremo.- Sul suo volto stupendo ricomparve quel sorriso arrogante da prendere a schiaffi, ma al tempo stesso così bello da far perdere i sensi.

Pagò il conto -lo odiavo quando lo faceva anche per me- ed uscimmo dal locale dirigendoci in moto verso la spiaggia.

Era stata una mia richiesta andarci, la mattina completamente vuota doveva essere stupenda.

Non avevo mai marinato la scuola per un ragazzo, l'idea di farlo da una parte di intimoriva, ma dall'altra mi elettrizzava. Per un giorno d'assenza, non cambiava nulla in fondo. Il prof sarebbe sopravvissuto lo stesso senza la mia verifica in bianco e rimandando di poco la stesura di un'altra D sul mio registro.

Arrivati in spiaggia incominciammo a camminare sulla sabbia fresca con le scarpe.

Certo, la spiaggia di New York non aveva il panorama di una costa ai Caraibi, ma trovavo stupendo ed incredibilmente romantico vedere il sole sorgere su una spiaggia con i grattacieli come sfondo.

Casa mia era dall'altra parte della città, a quindici isolati di distanza, per questo non mi capitava spesso di andare a vedere l'oceano. Fare il bagno era umanamente impossibile visto l'acqua gelida e le onde di quasi 3 metri, ma vedere il mare mi metteva sempre di buon umore e mi aiutava a riflettere.

David's pov

-Come mai sei voluta venire qui?- La mia voce la distrasse dalla sua rete di pensieri facendola voltare verso di me.

Da quando avevamo messo piede lì sembrava immersa in chissà quale suo mondo di fantasia.

Era bellissima mentre pensava, mentre osservava l'orizzonte seria, ma con la gioia negli occhi che sembravano brillare di luce propria.

-Adoro il mare.- Sorrise prima di riportare il suo sguardo su quell'immensa massa d'acqua che avevamo in comune con altri paesi del mondo.

Prima che potessi dire qualsiasi cosa lei si voltò di nuovo di scatto verso di me.

-Ti posso fare qualche domanda?- Chiese illuminandosi.

-Di che genere?- La guardai sospettoso; la prudenza non era mai troppa, specie con una rappresentante di sesso femminile.

-Non ti preoccupare, non ti chiederò del tuo passato se non vuoi parlarmene.- Fissò davanti a sé increspando le labbra. –Spero che tu un giorno, quando riuscirai di nuovo a fidarti di me magari, decida di parlarmene di tua spontanea iniziativa. Mi farebbe piacere se tu volessiaprirti con me.- Mi sorrise di nuovo e l'intensità di quel sorriso mi fece distogliere lo sguardo infastidito.

Non era lei a darmi fastidio, no. Lei era così dolce e fantastica, come poteva darmi fastidio?Era la mia incredibile ostinatezza a farmi innervosire, perché nonostante tutto continuavo a non avere la minima intenzione di raccontarle quello che mi era successo. Non mi andava di parlarne con nessuno: forse perché volevo dimenticare, forse perché non ero pronto nemmeno io ad affrontarlo il mio passato...o forse era perché ripensarci mi avrebbe fatto venir voglia di vendicarmi dei Woldrich, di quello che avevano fatto e dell'Inferno in cui mi avevano fatto precipitare.

Avevo chiesto diverse volte a Johnny di darmi il permesso di ucciderli, ma lui me lo aveva sempre negato dicendo che sarebbe stato rischioso per tutti ammazzare due persone così in vista.

Kim poi era riuscita a dissuadermi dal chiederglielo di nuovo, dicendomi che farli uccidere non sarebbe servito a niente, che la vendetta non mi avrebbe aiutato a star meglio. Aveva ragione e io l'avevo sempre saputo.

Eppure il pensiero di togliere dal mondo quei bastardi riusciva a darmi un po' di pace a volte, anche la sera quando non riuscivo a dormire per l'odio che mi bruciava vivo da dentro...

-Voglio farti domande riguardanti i tuoi gusti personali.-

Mi girai verso di lei ritornando alla realtà un attimo disorientato. Si vedeva che cercava in tutti i modi di distrarmi dai miei pensieri.

-Come fanno Bella ed Edward in Twilight.- Allargò le braccia estasiata.

-Chi?Ah il vampiro e la tipa sfigata.- Annuii ricordandomi il resoconto della storia raccontata da Kim in un lontano pomeriggio.

Oh no, ancora con quel cazzo di vampiro...ma che aveva di tanto particolare quel libro?

-Sono d'accordo, con tutte le tipe che poteva avere Edward proprio quella stronza che si diverte a far soffrire sia lui che Jacob doveva scegliersi?- Sembrava a dir poco indignata. E tutto per un personaggio fittizio di un libro...bah, valle a capire le donne.

-Qualsiasi cosa tu abbia detto hai ragione tesoro.- Ridacchiai facendola arrossire mentre le mettevo il braccio intorno al collo e la attirai a me per baciarla frettolosamente sulle labbra.

Rimase un attimo interdetta e con aria sognante quando mi staccai prima di aggrottare la fronte pensierosa. –Un giorno te lo farò vedereTwilight.- Affermò certa.

-....Vedere?!- Boccheggiai quasi disperato. Oddio no. Avevo capito male, vero?

-Già.- Sfoderò un sorrisetto sadico. –C'è il film tratto dal libro per tua sfortuna. Preparati a vederlo parecchie volte, sempre insieme alTitanic ovviamente.-

Dio Santo...ma questi cazzo di registi non avevano proprio niente di meglio da fare?Tutti che pensavano ad arricchirsi facendo presa su delle sciocche ragazzine innamorate che correvano a spendere soldi per comprare il libro e come se non bastasse pure il film. Ma a noi poveri ragazzi che uscivamo con queste qui non ci pensavano?Mah...

-Cazzo, dovrò far fuori tutte le riserve di canne di Kevin come minimo, così sarò talmente fatto da non capirci una mazza.- Ero abbastanza sicuro che Kevin le nascondesse nel cassetto della biancheria, non sarebbe stato un problema fregargliele.

-Molto divertente.- Ribatté lei ironica pensando che scherzassi. –Non ce ne sarà bisogno perché il film sarà molto interessante.- E dettoquello mi si avvicinò e mi baciò facendomi completamente dimenticare il mio piano infido per non vedere quel minchia di film. Non sarebbe stato male se avessimo passato tutta la durata del film così...

Come portai le mie mani dietro la sua schiena per stringerla a me e approfondire il bacio, lei si scansò sfoggiando un sorrisettocompiaciuto. –Visto?Sarà interessante.- Mi superò camminando più velocemente ed esortandomi a seguirla.

Scossi la testa esasperato. Quella furbetta mi stava seriamente fregando e di certo aveva le armi per farlo.

-Allora, pronto per le domande?-

Sorrisi di sbieco. –Sentiamo dai.- Al massimo avrei anche potuto raccontare qualche balla per accontentarla.

-Colore preferito?- Iniziò subito pronta.

Beh dai, pensavo domande peggiori. -Nero.-

-Deprimente.- Arricciò il naso facendomi esclamare un –Ehi!- di protesta.

-Giorno della settimana preferito?-

-Sabato.-

-Materia scolastica preferita a scuola?-

Senza alcun dubbio: -L'intervallo.- Ridacchiai.

-Non ne avevo dubbi.- Mi squadrò rimproverandomi. –La tua prima volta?-

Mi fermai di botto e quasi mi strozzai con la saliva. -Ehi, ehi , ehi.- Alzai le mani per bloccarla una volta ripreso dalla sorpresa che mi aveva procurato quella domanda. –Cos'è questo cambio repentino di argomento?Non credo che...- Ci pensai su. –Bella- Si chiamava così, no? –Abbia fatto una domanda del genere a Edward.- La accusai leggermente scettico.

-Sì, invece.- Il suo sguardo da angioletto non mi convinceva del tutto.

-Davvero?È un film porno per caso?Se sì lo sto rivalutando.- Trattenni la risata che stava per uscirmi quando vidi la sua espressione sbalordita.

–Ma certo che no!- Protestò gesticolando come una matta. Aveva una faccia indignata, neanche avessi bestemmiato! Pazzesco, considerava quel libro come qualcosa di sacro.

-Ok, ok. Non c'è mica bisogno di arrabbiarsi.- Era un pochino, ma solo un po', suscettibile, eh?

-Non hai ancora risposto alla domanda comunque.- Incrociò le braccia al petto in attesa.

-Perché ti interessa saperlo?- Già, perché le donne ci rompevano i coglioni chiedendoci informazioni sulle nostre ex e poi facevano scenate di gelosia come ne parlavamo? Incoerenza poteva essere tranquillamente un sinonimo di donna.

-Perché...- Non pensavo di metterla in difficoltà con quella semplice domanda. –Se noi siamo...- Sbuffò spostandosi nervosamente una ciocca di capelli dal viso. –Solo per curiosità.- Disse infine lasciando perdere il discorso che aveva incominciato prima e di cui avevo più o meno afferrato il concetto. Noi stavamo insieme o no?Bella domanda, sarebbe piaciuto anche a me avere la risposta...

-Allora?- Sollecitò impaziente.

Beh a me dirglielo non costava niente in fondo... -In prima media con Kimberly.- Apriti o cielo!Ora che avevo sganciato la bomba ero sicuro che sarebbe esplosa. Infatti...

-Cooosa??!In prima media tu pensavi già al sesso?Ma un undicenne non dovrebbe pensare alle Micro Machine, ai cartoni animati o alle card animate dei Pokémon?- Boccheggiò incredula.

-Pensavo a quello quando avevo cinque anni certo, più la Play Station.- Quale bambino poteva sopravvivere senza una buona dose giornaliera di Grand Theft Auto per la Play? Nessuno.

Lei alzò gli occhi al cielo incredula. –Eri un maniaco già ad undici anni!E di certo Kimberly non era la classica bambina romantica e pura che pensava ad una vita da sogno come quella fra Barbie e Ken.- Era impossibile non cogliere quella nota di irritazione nella sua voce.

-Tu invece?- Chiesi tanto per far sviare l'attenzione da me.

-Io cosa?- Si girò guardinga. Quando il soggetto cambiava diventava parecchio nervosetta, eh?

-Con quale dei tuoi ragazzi sei andata più...avanti diciamo?- Ero sicuro al 99% che lei fosse vergine, ma era meglio darle il beneficio del dubbio.

-Che cosa ti fa pensare che io non ci abbia fatto sesso con uno di loro?- Gli occhi diventarono quasi due fessure per l'intensità con cui mi stava fissando.

-Beh...Un po' si capisce.- Ammisi sperando di non offenderla. Non la stavo assolutamente prendendo in giro; se non ci fosse stata lei davanti probabilmente avrei urlato dalla gioia se avessi avuto la certezza che lei non fosse stata ancora con nessuno. L'idea di saperla fra le braccia di un altro...-strinsi la mano sinistra a pugno con forza- mi mandava in bestia.

-Da cosa?È così evidente?- Mormorò sconsolata.

-Beh, si capisce da come sei un po'...insicura quando ti sfioro...ma ti assicuro che è assolutamente normale se non l'hai mai fatto.- Inoltre la trovavo una cosa decisamente eccitante.

Il fatto che non fosse mai stata con nessuno di certo non la penalizzava ai miei occhi, l'idea di essere il primo mi riempiva di un orgoglio tutto maschile.

-Scemo.- Borbottò sporgendo il labbro inferiore leggermente offesa.

-Perché?- Sfoderai un sorriso divertito che la fece imbronciare ancora di più.

Si sedette di colpo lì sulla sabbia facendomi aggrottare la fronte confuso. Che le era preso?

Allison's pov

Si sedette anche lui lì vicino a me.

Era stupido da dire, ma l'idea che lui l'avesse fatto con Kimberly mi turbava, e parecchio. Certo, avrei dovuto immaginarlo, loro stavano insieme, ma...non riuscivo proprio a sopportarlo.

Io non avevo mai avuto nessuna esperienza in quel campo e se mi avesse trovato...imbranata?Di sicuro Kimberly bella e sicura com'era doveva essere il sogno erotico di ogni ragazzo del pianeta. E io?Inesperta ed impedita?Quante possibilità avrei avuto di piacergli in quelsenso?

Sbuffai; cavoli non era da me essere così insicura, con Mark giocavo sull'argomento a mio piacimento anche se non l'avevamo mai fatto. Mi sentivo più sicura di me e meno a disagio a parlarne con lui che con David. Forse perché in fondo sapevo che con Mark non l'avrei mai sul serio fatto, i nostri discorsi erano riguardanti una realtà non realizzabile. Con David era diverso...io volevo farlo con lui, ma non sapevo come...Oh, che c'era di così sbagliato in me maledizione?!

-Che c'è?- Lo sentii sussurrare gentilmente alla mia sinistra.

-Con Kimberly...come è stato?- Ma ero scema?!Perchè volevo farmi da sola del male facendogli domande del genere?!

Lui aggrottò la fronte sorpreso dalla mia domanda e per un attimo pensavo –e speravo- non mi rispondesse. –Piuttosto tragico la prima volta. Eravamo...imbranati.- Piegò le labbra in un sorriso divertito al ricordo.

-E le altre volte?- Mi girai seria verso di lui in attesa.

-Bello...decisamente meglio. Kimberly a letto era una vera e propria tigre.- Increspò le labbra malizioso facendomi distogliere lo sguardo infastidita. Non aveva un minimo di tatto!

-Immagino...- Commentai acida.

-Però ti dirò, Kimberly è più una sorella per me e anche in passato lo era. Con lei l'ho sempre fatto diciamo per...vantarmi con gli altri e anche per istinto, lei è una gran bella ragazza...- Si avvicinò e mi fissò intensamente. –Ma non ho mai desiderato nessuna come desidero teadesso.- Avvicinò ancora di più il suo viso bloccandosi a pochi millimetri dal mio e mandandomi in tilt il cuore che ormai stava per esplodere. Mayday mayday, il cuore sta per esplodere! Che esplodesse pure...

-E non è perché l'idea di essere il primo mi manda in estasi, perché ti desidero da quando ti ho baciato per la prima volta e ancora non avevo capito che fossi vergine.- Soffiò ancora sul mio viso che si accaldò come una stufetta piena di legna bruciante.

Eliminai subito quella distanza insopportabile tra le nostre bocche e lo baciai.

Lui rispose subito al bacio mettendomi la mano non fasciata dietro la schiena per attirarmi a sé. Cademmo involontariamente –o forse no- all'indietro sulla sabbia, ritrovandoci sdraiati. La mia prima volta al mare...sarebbe stata stupenda così...

La sua bocca morbida e passionale sapeva di caffè e in quel momento la cosa mi diede tutt'altro che fastidio.

Incominciò a tracciarmi una scia di baci bollenti per tutto il collo, che mi fecero piegare la testa indietro e respirare affannosamente. Sentivo bruciare da morire i punti sfiorati da lui, ma era un bruciore piacevole anche se insopportabilmente eccitante...

Le mie mani corsero esaltate fra i suoi capelli e lo attirarono ancora di più a me. Stavo combattendo contro una voglia incontrollabile di usarle per togliergli la maglietta e slacciargli quegli inutili jeans.

La mia camicetta, quasi non me ne accorsi, venne slacciata in meno di cinque secondi permettendo a lui di continuare a baciarmi fino al seno. Mi inarcai contro di lui sentendo improvvisamente una fitta dolorosa, ma piacevole da morire nel basso ventre.

Lui continuò a stuzzicarmi con un incredibile gioco di bocca e lingua fino all'ombelico. Mi lasciai sfuggire un sospiro di piacere mentre tutto il mio corpo, fino alle gambe, era percosso da brividi di piacere.

-David...- Ansimai non ancora completamente al completo delle mie facoltà mentali. –C'è gente...- Mormorai con voce flebile, quasi non riuscivo a sentirmi io...

Quando però dall'ombelico iniziò a spostarsi più giù, mi alzai di scatto sbraitando un –David!- che era a metà fra un grido di protesta ed un gemito di piacere.

Si scostò da me ridacchiando, ma i suoi occhi erano ancora carichi di un desiderio che non gli avevo mai visto.

-Cosa?- Riusciva a stento a trattenersi dal ridere; forse per il mio gridolino patetico, o forse per la mia faccia che ormai stava andando completamente a fuoco.

-Non credi che una denuncia per atti osceni in luogo pubblico possa solo peggiorare la tua situazione?- Ma era davvero mia la voce rauca e stridula che avevo sentito?

-Può darsi.- Fece spallucce come se fosse una cosa da niente. –Ma non mi dispiacerebbe più di tanto farmi arrestare per questo.- Si avvicinò di nuovo a me che però avevo raggruppato abbastanza neuroni sopravvissuti per appoggiargli la mano sul petto e fermarlo.

-Seriamente, c'è gente.- Lo rimproverai guardandomi intorno a disagio. C'erano altre persone in lontananza, ma per fortuna non sembravano abbastanza vicine per notarci.

-Lasciali guardare.- Protestò facendo una smorfia.

-Non sono abituata ad avere un pubblico mentre sono con il mio...- Mi bloccai di scatto arrossendo e mordendomi le labbra con forza.Anche prima avevo fatto una figuraccia bloccandomi così all'ultimo...Mannaggia a me e alla mia linguaccia, mai che stavo zitta!

-Puoi dirlo.- Accennò un lieve sorriso che però bastò a farmi mancare il fiato.

-Cosa?- Domandai per un attimo confusa dal suo viso perfetto.

-Se vuoi puoi considerarmi il tuo ragazzo.- Fece una smorfia, come se per lui la cosa fosse irrilevante, ma avevo visto una scintilla nei suoiocchi quando l'aveva detto.

Il mio ragazzo. Mi piaceva tantissimo il suono di quella frase...

Sorrisi sentendomi sollevata da un peso pressante. –E tu se vuoi puoi considerarmi la tua ragazza.- Feci la sua stessa identica espressione menefreghista facendolo ridere. -Con immenso piacere.- Mi rispose poco prima di baciarmi.

Ricambiai quel bacio con passione, il bacio del mio ragazzo. Mi piaceva da morire pensarlo. Lui era il mio ragazzo!Lo avrei urlato per la spiaggia...

Quella frase mi riempiva di gioia il cuore e mi continuava a far sorridere come una ebete sulle sue labbra. Ingenua e innamorata com'ero, non pensavo minimamente a quanto sarebbe stato difficile stare con lui, con lui che era uno dei peggiori nemici di mio padre...

David's pov

Continuavamo a camminare e a baciarci come due adolescenti alla "Il tempo delle mele". Altro film patetico che avevo visto alle medie con Kim e che non avevo mai capito prima di allora.

Mi sembrava di essere uno di quei ragazzini cretini che non capiscono più niente quando vedono la ragazza dei loro sogni.

Allison era peggio della droga in senso buono; quando ero con lei mi sentivo strabene e non capivo davvero più un cazzo, come se mi fossi sparato 100 chili di marijuana in un solo pomeriggio, o quasi.

Non stavo così bene da quando...nemmeno me lo ricordavo più da quanto tempo non stavo così bene.

Il suo sorriso mi piaceva da morire, metteva allegria anche a me e mi faceva scordare che schifo di persona fossi in realtà. Ogni volta che mi guardava, sembrava che i suoi bellissimi occhi dorati brillassero. Non pensavo che una persona potesse essere così felice nel vedermi...

-Il tuo primo bacio?- Mi distrasse chiedendomelo fra un bacio e l'altro.

Aggrottai la fronte. –Ancora con queste domande?-

-Sì, mi divertono e mi aiutano a conoscerti meglio.- Spiegò soddisfatta del suo ragionamento.

Piegai le labbra in un sorriso scuotendo la testa. Il mio primo bacio era stato...secoli prima, non me lo ricordavo nemmeno.

-Alle elementari.- rammentai improvvisamente. Come potevo scordarlo?

-Accidenti!Eri davvero precoce.- Sgranò gli occhi abbastanza indignata.

Sghignazzai beffandomi della sua espressione. –Ci ho sempre saputo fare con le donne.-

-Certo come no...- Scosse la testa scettica. –E chi era la sfortunata?-

Piegai le labbra pensieroso. –Non lo so, non la conoscevo era di un'altra classe.-

Si bloccò di colpo guardandomi con un'espressione indecifrabile. –Hai baciato una che nemmeno conoscevi?-

La fissai perplesso. –Sì, era per una scommessa fatta con i miei amici. L'avevo beccata per caso nel corridoio e l'avevo baciata. Poi non lo so, è corsa via neanche avesse visto un fantasma.-

La sua espressione era proprio quella di una che aveva appena visto un fantasma. Mi ricordava vagamente quella della bambina...

-Ti senti bene?- le domandai sorpreso.

Lei ignorò la mia domanda e me ne pose un'altra. –Andavi alla scuola elementare Loines?-

Spalancai gli occhi sorpreso. –Sì, come lo sai?-

-Della 1 B immagino.- Questa volta la sua non era una domanda, mi guardava in modo accusatorio.

Annuii non sapendo che altro dire. Come faceva a saperlo?

-Oh.Mio.Dio.- Mormorò sgranando gli occhi.

Diventò improvvisamente rossa e trattenne il respiro; sembrava stesse per scoppiare.

-Tutto bene?- Chiesi ingenuamente. Non l'avessi mai chiesto...

-No che non va bene idiota!- Scoppiò poi, gridando con tutto il fiato che aveva trattenuto e facendomi quasi diventare sordo. –Ero io quella bambina razza di scemo!- Continuò gesticolando come una matta. –Dannazione, ora che ci penso quel bambino era la tua fotocopia in miniatura, eri tu porca miseria!-

La guardai sorpreso e confuso al tempo stesso. Ci misi qualche secondo a riprendermi dal suo grido assordante per esaminare quello che aveva detto.

Quasi non ci credevo...quella bambina...con le treccine...le lentiggini...che io e i miei amici avevamo preso in giro per la sua somiglianza con Anna dai capelli rossi... Era lei?!

Non capivo perché se la fosse presa così tanto comunque...

Mi venne quasi da ridere vedendola così arrabbiata per una cazzata successa anni prima.

-Ma bravo e tu ridi pure?!Tu hai rovinato il mio primo bacio! Sono corsa in infermeria a vomitare!-

Non riuscii proprio più a trattenermi e scoppiai a riderle in faccia aumentando il suo disappunto. –Oddio! Hai vomitato?-

-Avevo sei anni e pensavo che i baci si dessero a stampo alla Akito-Sana(Rossana-Heric )!- Si difese lei accigliata. -Invece sei arrivato tu e mi hai ficcato la lingua in gola, mi hai traumatizzata cazzo!- Pian piano si stava calmando, ma il viso era ancora in fiamme.

Non chiesi nemmeno chi fossero quei fantomatici personaggi che erano così coglioni da baciarsi a stampo, ormai mi stavo abituando al suo tirare in ballo tizi provenienti da film e libri.

-Ma non mi dire. E che pensavi, che i bambini nascessero dalle cicogne?- Domandai sarcastico non riuscendo a smettere di ridere.

-A sei anni mi sembra che sia normale pensarlo, no?- Socchiuse gli occhi quasi minacciosa. –Quello non tanto normale carino eri tu.-

-Questioni di punti di vista.- Ribattei cercando di calmare le risa.

Sbuffò seccata. –Mi sa che nessuno si arrenderà mai.-

-Guarda il lato positivo...- Aggrottai le sopracciglia tenendola sulle spine.

-E sarebbe?- incalzò trepidante.

-Il mio primo bacio l'ho dato a te.- E viceversa. Prima ancora di baciare quell'emerito coglione di Mark aveva baciato me. Odiavo quel ragazzo, se lo avessi avuto davanti probabilmente lo avrei pestato a sangue.

Mi ci era voluta tutta la razionalità presente in me per controllarmi e non spaccargli del tutto il naso con un bel calcio assestato in faccia una volta caduto a terra per via del mio colpo. Vedere il sangue sgorgare dal suo viso martoriato e rompergli definitivamente quel suo insulso osso mi avrebbe fatto sentire meglio, ma non so come ero riuscito a trattenere tutta la violenza che avevo sentito nascere in me non appena lui le aveva rivolto la parola con quel modo di fare strafottente.

Non volevo che Allison mi vedesse in quello stato, non volevo che mi vedesse di nuovo come il ragazzo che aveva ucciso Tom senza pietà. Temevo più di ogni altra cosa al mondo che lei potesse iniziare ad aver paura di me se mi avesse visto scatenare tutta la mia violenza su di lui; era stato quello a bloccarmi.

Era stata la sua presenza ad impedirmi di massacrare quel tipo che, anche se sapevo che stava dicendo un mucchio di cazzate, riusciva a darmi i nervi solo per il suo modo di guardarla.

-Beh dai, non è così male.- Scrollò le spalle ridestandomi dai miei pensieri.

-Non è così male?- la provocai incominciando a farle il solletico.

Le lacrime iniziarono a scenderle dagli occhi a furia di ridere. –No dai...cretino...- Diceva fra una pausa per respirare e l'altra.

Smisi quando mi accorsi che eravamo vicini a casa sua ormai.

Guardai l'orologio, le due. –A che ora dovresti essere a casa?-

Guardò anche lei l'orologio e piegò le labbra in un chiaro segno di disappunto. –Adesso.-

-C'è qualcuno da te?- Sorrisi allusivo facendola balbettare per un attimo.

-Ehm...sì, mio fratello.- Sembrò parecchio seccata nel darmi quell'informazione. Io lo ero molto di più... -È a casa con la febbre.-

-Quanti anni ha?- Chiesi curioso. Chissà, magari poteva anche chiudere un occhio...

-Dieci. Ed è il classico rompiscatole che riferisce tutto a mamma e papà.- Alzò gli occhi al cielo.

Mi avvicinai e la abbracciai girandola poi di spalle. –Potresti dirgli che devi chiuderti in camera a studiare con un amico.- Le sussurrai da dietro sfiorandole l'orecchio con la bocca. La sentii rabbrividire ed accelerare il respiro.

-Non è scemo.- Si schiarì la voce nervosa. –Capirebbe che non sei solo un amico.-

-Molto sveglio il ragazzino.- Constatai ironico e pungente, lasciando la presa sui suoi fianchi.

Inutile nascondere la delusione. Non riuscivo a capire se la storia del fratellino fosse o no una scusa, ma non insistetti oltre. Non mi andava di rischiare che il moccioso svelasse tutto al padre, sarei finito sì nei casini in quel caso...

-Ci vediamo domani?-

Fissai i miei occhi nei suoi improvvisamente speranzosi.

-Domani mattina non posso...-

Johnny ci aveva incaricato come al solito di risolvere una faccenda, con modi tutt'altro che civili.

Si rabbuiò. -Che devi fare?-

-Un lavoretto per Johnny, niente di che.- Risposi restando sul vago.

Non mi andava di dirle che avremmo dovuto pestare a sangue una persona scomoda per Johnny. Non volevo essere giudicato...non da lei...

-Fai attenzione.- Si morse il labbro per trattenere una valanga di domande che probabilmente avrebbe voluto farmi.

-Tranquilla.- Avrei voluto dire un milione di altre cose, ma fra tutte quelle mi uscii proprio la più banale rassicurazione possibile.

La salutai con un bacio appassionato dietro l'angolo di casa sua, non me la sentivo di avvicinarmi troppo alle abitazioni di quella via.

Svoltò l'angolo e poco prima di sparire mosse la mano mimando un "ciao" con la bocca sorridente.

Ricambiai il sorriso e rimasi per qualche secondo a guardare quell'angolo continuando a sorridere come un coglione.

Allison's pov

Appena feci scattare la serratura della porta ed entrai, mio fratello mi venne subito incontro con sguardo accusatorio.

-Sei in ritardo.- Borbottò divaricando le gambe e incrociando le braccia corrucciato.

Nicolas era molto simile a mio padre, sia di aspetto che dai modi di fare. Gli stessi capelli corti castano scuro -quasi sul nero- che aveva mio padre da giovane, quegli occhi color cioccolato dolcissimi e quella rughetta che si formava ad entrambi sulla fronte quando erano arrabbiati; gli mancava solo la barbetta e poi sarebbe stato uguale in tutto e per tutto a lui.

-Eh?Ah sì, scusa.- Sul mio viso c'era ancora traccia di quel sorriso da ebete che avevo usato per salutare David.

Quella era stata senza alcun dubbio una delle giornate migliori della mia vita. Non ero mai stata così bene con nessun altro ragazzo. Certo che era una coincidenza davvero incredibile che fosse lui quel bambino alle elementari!Potevo anche smetterla allora di lanciargli contro maledizioni ora che sapevo chi fosse.

-Come mai hai tardato?- Mi chiese ancora quel nanerottolo noioso seguendomi in sala, dove appoggiai il mio mazzo di chiavi.

-Mi hanno trattenuto un po' di più.- Alzai le spalle dirigendomi poi verso le scale per salire al piano di sopra.

Come avevo già immaginato Nicky non demorse.

-Perché sorridevi quando sei entrata in casa?-

Ma che cos'era, un interrogatorio?Meglio non farlo insospettire però:

-Perché ho preso un bel voto.- Sbuffai entrando in camera mia e portandomelo inevitabilmente dietro.

Appoggiai la mia borsa ed iniziai a togliermi gioielli vari davanti allo specchio del mio bagno.

Riuscivo a vedere riflessa la sua espressione che cambiò da sospettosa a convinta.

-Ok...- Si arrese girandosi i pollici in un gesto apparentemente innocuo.

-Che ti serve Nicky?- Aggrottai la fronte diffidente prendendo dall'armadietto le salviettine per struccarmi ed iniziando a passarne una delicatamente prima su un occhio e poi sull'altro.

-Mamma mi ha messo in castigo per non aver fatto i compiti di inglese...- Spiegò addolcendo lo sguardo nella modalità cucciolo bastonato.

-Oh finalmente!Non potrei essere più d'accordo, non è giusto che lei metta sempre e solo me in punizione.- Gettai la salviettina nel cestino evitando di incontrare il suo sguardo zuccheroso. In un modo o nell'altro sapevo che mi sarei lasciata convincere e avrei ceduto a qualsiasi sua richiesta se avessi incontrato i suoi occhioni; mi lamentavo con i miei perché lo viziavano, ma anche io non ero molto diversa da loro.

-Mi hanno staccato i controller della Play Station e la Scart...Tu sai come riattaccarli vero?-

Ritornai in camera mia accompagnata dalla sua costante presenza.

Sapevo più o meno come funzionavano i cavi della televisione e di quel coso che lui chiamava Play Station, ma se mia madre l'aveva messo in castigo non potevo che rispettare la sua decisione.

-No cucciolo, mi spiace. Vai a fare i compiti di inglese su.- Mi tolsi le scarpe mettendomi le mie comodissime ciabatte invernali calde, morbide e pelose.

Piegai il sopracciglio guardandolo male. –Ancora qui?Devo cambiarmi Nick.- Schioccai la lingua seccata; mi stava facendo perdere il buon umore acquistato in quella mattinata.

-Allora io dico alla mamma che hai il ragazzo, anzi lo dico a papà.- Il sorriso che sfoderò fu talmente largo che quasi gli arrivava da un orecchio all'altro.

-Nicky, io non ho il ragazzo, smettila di dire stron...cretinate.- Digrignai irritata. Lo odiavo quando faceva così, lo faceva apposta per farmi arrabbiare.

-Ma la mamma e il papà non lo sanno. Sai che papà geloso com'è potrebbe anche farti seguire.-

Spalancai la bocca incredula. Ma...quello era un bambino?! Ma come poteva la creatura più innocente e pura per definizione, essere così diabolica? Era un genio del male, ora ne ero certa. Un angioletto sotto false spoglie.

-Nicky sei proprio uno stronzetto.- Soffiai nervosa sul ciuffo di capelli che avevo davanti al viso per spostarlo, prima di dirigermi a passo svelto verso la sua camera.

Riattaccai il suo insulso videogioco lanciandogli poi uno sguardo di puro odio.

-Fatto, contento?- Sibilai acida.

-Molto. Grazie sorellina.- sogghignò soddisfatto prima di iniziare a giocare con il suo stupido giochino.

Guai a chi si azzardava a dire che mio fratello era adorabile senza conoscerlo, l'apparenza ingannava.



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