Tutto quello che ho sempre ce...

By AlessiaSanti94

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Nadia Savini ha 17 anni e una vita apparentemente tranquilla, trascorsa in un piccolo paese della bassa Tosca... More

BOOKTRAILER
Premessa.
Capitolo 1.
Capitolo 2.
Capitolo 3.
Capitolo 4.
Capitolo 5.
Capitolo 6.
Capitolo 7.
Capitolo 8.
Capitolo 9.
Capitolo 10.
Capitolo 11.
Capitolo 12.
Capitolo 13.
Capitolo 14.
Capitolo 15.
Capitolo 16.
Capitolo 17.
Capitolo 18.
Capitolo 19.
Capitolo 20.
Capitolo 21.
Capitolo 22.
Capitolo 23.
Capitolo 24.
Capitolo 25.
Capitolo 26.
Capitolo 27.
Capitolo 28.
Capitolo 29.
Capitolo 30.
Capitolo 31.
Capitolo 32.
Capitolo 33.
Capitolo 34.
Capitolo 35.
Capitolo 36.
Capitolo 37.
Capitolo 38.
Capitolo 39.
Capitolo 40.
Capitolo 41.
Capitolo 42.
Capitolo 44.
Capitolo 45.
Capitolo 46.
Capitolo 47.
Capitolo 48.
Capitolo 49.
Capitolo 50.
Non è un capitolo
Capitolo 51.
Capitolo 52.
Capitolo 53.
Capitolo 54.
Capitolo 55.
Capitolo 56.
Capitolo 57.
Capitolo 58.
Capitolo 59.
Capitolo 60.
Capitolo 61.
Capitolo 62.
Capitolo 63.
Capitolo 64.
Capitolo 65.
Capitolo 66.
Capitolo 67.
Capitolo 68.
Capitolo 69.
Epilogo.
Ringraziamenti e Risposte.
Ci siamo!
Nuova storia postata!
E se vi dicessi... Nuova storia?
La nuova storia è stata pubblicata!
IMPORTANTE!

Capitolo 43.

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By AlessiaSanti94



Il pranzo domenicale era da sempre stato una gran scocciatura per Mattia, soprattutto perché fingere di voler trascorrere del tempo insieme era un'attività praticata molto spesso in famiglia, seduti attorno a un tavolino imbandito nella sala da pranzo o su un divano nel salotto, con la speranza che le ore passassero più velocemente di quanto lo facevano in realtà. Le conversazioni erano sempre le stesse, poi: lavoro, pettegolezzi su qualche brutto affare di famiglia, falsi interessamenti ad amici di convenienza.

Quella domenica, però, il pranzo era ancora più difficile da tollerare: la giornata di Mattia era iniziata nel peggiore dei modi, trascorrendo una notte insonne disteso sul letto e con la testa che gli rimbombava di brutti pensieri, nei quali Nadia occupava il tema centrale.

Aveva sbagliato a baciarla, sotto casa sua? Probabilmente sì. Ma se n'era pentito sul serio? Il problema era tutto lì. Negarle di aver sentito qualcosa durante quel maledetto bacio era stato come sferrarsi una pugnalata nello stomaco con le proprie mani. La verità era che in quell'attimo era stato attraversato da un turbinio di emozioni in ogni angolo del corpo, fino alle più piccole cellule, e che separarsi da lei subito dopo gli aveva aperto una ferita che gli faceva male ancora adesso, seduto intorno al tavolo rotondo della sala da pranzo. Aveva di fronte a sé un piatto di lasagne intatte. In mano teneva la forchetta, sospesa a mezz'aria. Non riusciva a mangiare: l'immagine distrutta di Nadia lo stava torturando, ripresentandosi ai suoi occhi come un coltello rigirato nella piaga. Aveva distrutto i suoi sentimenti con una semplice frase, come se niente fosse, ma lo aveva fatto per salvaguardarla da qualcosa di peggiore.

Mattia lanciò un'occhiata inespressiva ai genitori, poi trattenne un sospiro frustrato e spiluccò un pezzo della lasagna con una faccia impassibile. Alla fine, dopo vari tentativi di buttare giù più di due bocconi consecutivi, fece cadere la forchetta nel piatto, che tintinnò sulla ceramica del piatto e attirò l'attenzione di sua madre e suo padre, che interruppero uno dei loro discorsi.

«Il pasto non è di tuo gradimento, Mattia?» Cornelia posò subito lo sguardo sul suo piatto con aria scettica.

«In realtà non ho molta fame», rispose lui, senza alzare lo sguardo dalla tovaglia.

Il padre s'inserì nel discorso per creare subito una mediazione tra i due. «Cosa ne pensi dell'idea di aprire questa nuova catena? Vorrei il tuo parere.»

«Eh?»

«Ne stavamo parlando finora, Mattia.»

«Scusa, mi ero distratto.» Mattia poggiò i gomiti sul tavolo e si finse interessato. «Dimmi di cosa si tratta.»

«Stavamo pensando di aprire una catena di Spa da affiancare agli hotel di Roma, Milano e Bologna. Aumenteremmo il bacino d'utenza e forniremmo dei servizi che la concorrenza ancora non ha, non trovi?»

Mattia rimase con lo sguardo fisso e la sua mente tornò ancora una volta a Nadia, al loro bacio e a tutto quello che aveva letto nei suoi occhi. Poi osservò di nuovo i genitori, uno di fronte all'altro, e pregò di non attirare troppo l'attenzione con quel suo strano atteggiamento. «Sì, è una buona idea», disse alla fine, con poca convinzione.

Cornelia mise le braccia conserte, osservandolo di sottecchi. «Qualcosa ti turba, tesoro?»

Mattia trattenne il respiro. Era scontato che se ne sarebbe accorta. «No, va tutto bene, mamma.»

«Non hai spicciato parola da stamattina. Il tuo cibo è ancora intatto nel piatto e hai un'aria distrutta.»

«Sto bene, e in ogni caso non sono affari tuoi.»

«Sai che non tollero questo tuo tono sprezzante, Mattia.»

Mattia alzò gli occhi al cielo. «Per favore, non potremmo continuare a far finta che vada tutto bene come facciamo sempre?», sbottò, gettandosi il tovagliolo pulito sulle gambe.

Giulio lasciò andare un sospiro di disdetta. «Calmatevi. Non ne posso più delle vostre discussioni.»

«Tuo figlio è nervoso, non lo vedi?» Cornelia si voltò verso il marito e lo additò. «Dovresti interessarti a capire il perché, invece di fare il mediatore come ogni volta.»

Mattia imprecò a bassa voce e scansò con un gesto secco il piatto. Era chiaro che non avrebbe mangiato più.

«Mattia, vuoi dirci il motivo per cui sei così irascibile?», chiese alla fine Giulio, sfregandosi le dita contro la fronte. Teneva le palpebre chiuse e sembrava estremamente stanco.

«Io passo.»

«Ecco, Cornelia. Se non vuole, non vuole. Lascialo stare», la rimbeccò lui. «Si farà portare qualcosa da mangiare dalla domestica quando avrà fame.»

«Oh, no...» La madre sbatté una mano sul tavolo e il bicchiere di cristallo tremò, facendo ondeggiare il vino all'interno. «Esigo sapere il motivo di questo suo assurdo comportamento, Giulio. Sta rovinando il pranzo a tutti.»

Il ragazzo strinse i pugni sotto al tavolo e ricambiò l'occhiata furibonda alla madre. Era veramente un'arpia: riusciva a sfruttare ogni volta le sue debolezze per ritorcergliele contro e metterlo in una posizione di svantaggio. Stavolta però non aveva voglia di tirare quella discussione troppo per le lunghe. Tanto sarebbe comunque venuta a saperlo da Anita o da qualcuno dei suoi amici nel giro di mezza giornata.

«Ci tieni tanto a saperlo, mamma? Bene, apri bene le orecchie allora», sputò fuori alla fine con cattiveria, sorridendo in modo duro. «Ho fatto quello che volevi tu. Ho troncato tutti i rapporti con Nadia. Lei non è più un tuo problema, adesso.»

Cornelia trattenne uno sguardo compiaciuto a stento. «Sul serio?»

«Probabilmente lei adesso mi odierà per il resto della vita, ma non fa nulla. D'altronde a te cosa potrebbe interessare di quello che provano le persone?»

«Mattia...», s'intromise il padre, con un tono perentorio.

Il ragazzo scattò in piedi, senza badare agli avvertimenti di Giulio. «Devi essere davvero contenta di me. Guarda che figlio modello!», rise, trattenendo un tremolio nella voce.

«Hai solo fatto quello che dovevi.» Cornelia scrollò le spalle con noncuranza. «Però ammetto che questa notizia mi rincuori. Pensavo che mi avresti messo nella condizione di intervenire personalmente. A quanto pare mi sbagliavo.»

Mattia si passò entrambe le mani tra i capelli e scosse la testa. In quel momento avrebbe voluto urlare e buttare a terra tutto quello che aveva attorno a sé. Tanto per creare un po' più di caos di quello che aveva già in testa. «Perché ti piace così tanto farmi stare male? Che gusto ci provi? E non dirmi che lo fai per il mio bene, mamma. A certe cazzate non ci credo più.»

«Devi iniziare a capire che il nostro genere di vite è seminato di tanti ostacoli e occasioni, alcuni da superare e altre da cogliere. E Nadia Savini rientrava appieno nella prima categoria.» Cornelia incrociò le braccia al petto e alzò gli occhi al cielo. «Abbiamo fatto così tanto per crescerti in un ambiente di un certo livello e lasciarti deviare da una figlia di un operaio era davvero inaccettabile.»

Mattia ascoltò quelle parole con freddezza e si allontanò dal tavolo, guardando ancora la madre negli occhi. Quelle parole erano la sintesi perfetta di un quadro chiaro e semplice: sua madre era solo una stronza arrivista. «D'accordo, mamma. Alla fine hai ottenuto la tua vittoria. Ma adesso il gioco è finito, quindi non provare più a interferire con la vita di quella ragazza. Ti avverto.» La fulminò con lo sguardo e se ne andò dalla sala da pranzo con tre grosse falcate. Aveva solo bisogno di stare da solo.

Giulio scansò anche il suo piatto da davanti. «Bene. Mi avete fatto perdere l'appetito anche stavolta.»

Cornelia si ricompose sulla sedia e si portò il calice di vino alle labbra. «Ho aspettato tanto, ma alla fine ci sono riuscita ad allontanare quei due. Quell'accoppiata mi stava seriamente iniziando a preoccupare, Giulio. Te ne saresti accorto pure tu, se ti fossi un poco interessato alla faccenda.»

«Eppure è la prima volta che vedo Mattia così... preso da qualcuna. Almeno di questo me ne sono reso conto.»

La moglie lo fulminò con lo sguardo. «Giulio, sii serio. Quella ragazza non è nessuno. Dio solo sa come sia finita proprio al Machiavelli, di tanti licei che ci sono a Roma.»

«Io sono dell'idea che dovremmo lasciarlo prendere in autonomia le sue decisioni, altrimenti non crescerà mai. Devi iniziare ad accettare l'idea che tuo figlio è maggiorenne, Cornelia, e ha perfettamente la testa sulle spalle.»

«No, ti sbagli. Dobbiamo indirizzarlo verso la strada giusta ora che possiamo ancora limitarlo. Ha un futuro da creare, una carriera da costruire... Non possiamo permettere che un amore sbagliato si frapponga tra lui e i suoi obiettivi.»

«E tu credi che proibirgli ciò che vuole sarà sufficiente a tenerlo effettivamente lontano da quella ragazza?»

La domanda colse di sorpresa la moglie, che rimase con il bicchiere di vino a mezz'aria e un'espressione pensierosa.

«Cornelia, se Mattia vuole davvero qualcosa, troverà il modo per ottenerla. Lo sai bene.»

«Oh, per l'amor del cielo, Giulio...», sbottò lei, facendogli cenno con la mano di stare zitto. «Smettila di essere così negativo. Ti assicuro che la tresca amorosa tra nostro figlio e Nadia Savini può essere considerata un capitolo chiuso.» Portò il calice vicino a quello del marito, silenzioso e poco convinto delle parole della moglie, e brindò con lui.

Era al settimo cielo. 

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