Il Diavolo Sa Amare

By polariss_star

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La storia di Samantha e Christopher non è come tutte le storie d'amore e di odio: si odiano senza apparente m... More

SPECIAL CAST
prologo...
copertinaaaaaa
CAPITOLO 1
CAPITOLO 2
Nuova copertina.
CAPITOLO 3
CAPITOLO 4
CAPITOLO 5
CAPITOLO 6
avvisoooo
Capitolo 7

Capitolo 8

21 5 2
By polariss_star

Pov's Samantha

Mi sveglio bruscamente a causa dell'intenso dolore al braccio che mi fa sobbalzare nel letto. Il dolore si intensifica sempre di più. Cosa mai potevo aspettarmi?! Sono passati solamente due giorni. Due giorni di assoluto silenzio da parte di mia madre. Nessun messaggio di scuse, nessun come stai?, niente di niente. Che carina, eh! penso con un sospiro, sedendomi con attenzione sul letto di Luke. Cerco di stiracchiarmi al meglio delle mie possibilità con l'avambraccio ingessato.

Con fatica, mi alzo da letto e vado in bagno ad affrontare lo specchio. L'immagine riflessa mi sconvolge: pelle pallida, occhi da procione per la mancanza di sonno e i capelli da quand'è stata lultima volta che ti sei fatta una doccia?. Faccio una smorfia disgustata, consapevole che il mio aspetto esteriore riflette il caos di emozioni che sto vivendo.

Mentre decido sul da farsi, sento il mio cellulare vibrare. Esco dal bagno e vado in direzione del comodino dove l'ho lasciato in carica. Uno sbadiglio sonoro si fa strada.

Strega dell'est. Il soprannome ironico con cui ho ribattezzato mia madre. Respiro profondamente e apro il messaggio.

Sto per partire. Non sarò di ritorno prima di tre settimane. Se hai bisogno di qualcosa, arrangiati. Non chiamarmi.

La freddezza delle sue parole mi colpisce come un pugno dritto nello stomaco che toglie quel poco di ossigeno che avevo nel corpo. Non solo se ne è fregata di me per due giorni interi, ora se ne esce con questo messaggio del cazzo.

Una rabbia improvvisa si impossessa di me, invadendo ogni fibra del mio essere. La voglia di rompere tutto e di urlare è immensa ma l'unica cosa che riesco a fare è accasciarmi e piangere. Dopo quella che sembra un'eternità finalmente mi alzo e asciugo con movimento nervoso le lacrime che non vogliono fermarsi. Non voglio più piangere per una persona insensibile come lei. Non si merita nemmeno una delle mie lacrime. Tiro su col naso e mi siedo sul bordo del letto.

Mi rendo conto che sono sola, abbandonata da chi avrebbe dovuto essere la mia figura di sostegno, colei che avrebbe dovuto dare la sua vita per la mia, il sangue del mio sangue.

Sospiro inevitabilmente perché mi rendo conto che non risolverò niente se rimango a piangere.

A nessuno importa di me?! Bene, che si fottano tutti. Nessuna pietà per nessuno. Penserò solo a me, metterò me al primo posto e al mio piccolo e indifeso fratellino che non ha chiesto lui di essere abbandonato a sé stesso.

Con una nuova consapevolezza che inizia a prendere vita, mi alzo e vado in bagno per una doccia. Esco con un asciugamano intorno al corpo, e indosso i vestiti di Luke, che mi stanno un po' larghi, ma sono comodi e familiari. Guardo fuori dalla finestra, cercando di trovare quel briciolo di serenità che mi rimane nell'anima ormai danneggiata e mantenuta fiaccamente col solo nastro adesivo.

Sistemo velocemente la camera di Luke, in cui sembra essere passato un uragano di proporzioni epiche. Non amo vedere il disordine, anzi mi destabilizza. Appoggio sulla scrivania i libri che ha lasciato sul pavimento e metto i panni sparsi per casa nella cesta della biancheria. Passo anche a sistemare i comodini e solo in quel preciso momento noto un fogliettino bianco, piegato con sopra il mio nome. Lo prendo e lo leggo.

Sam, ho preferito lasciarti dormire, visto che ti sei rigirata tutta la notte nel letto. Ho portato il tuo piccolo rompi palle all'asilo. Non mi ha fatto dormire e tu lo sai benissimo che per essere una bellezza così suprema io ho bisogno, anzi no, necessito del mio sonno di bellezza, ma per te mi sacrifico. XD. Ti vengo a prendere alle sedici per andarlo a ritirare.

Trovati pronta.

Luke.

Decido di scrivergli.

DA NANEROTTOLA

Pixie grazie per aver sacrificato per me il tuo sonno di bellezza e aver portato la luce dei miei occhi all'asilo. PS. Non è un pacco. 📦XD

DA PIXIE

Finalmente ti sei svegliata! Guarda che la luce dei tuoi occhi dovrei essere io. Mi sento quasi offeso. Pff. Ps. Volevi fare la bella addormenta nel bosco per casooo? Muovi il culo che è tardiiiii. ah PS del ps. Un grazie sarebbe gradito!

Solo in quel momento mi degno di guardare l'orologio e noto che sono già le dodici.

DA NANEROTTOLA

Quasi offeso. 🤣 Questa mi piace. Senti quasi offeso tu sei la seconda luce dei miei strabilianti occhi grigi. 😘 PS. Grazie per il tuo "sacrificio". XD. Inoltre, bella addormentata nel bosco? Ma dai, sono più una Regina Cattiva!

DA PIXIE

Oh, complimenti per la scelta della Regina Cattiva! 🫅🏻 Sarà meglio che ti prepari, altrimenti ti trasformo in una zucca. 🪄 XD

Sorrido nonostante la mia vita va a rotoli, essendo consapevole che lui sarà sempre al mio fianco.

Decido di lasciare i capelli sciolti non essendo in grado di legarli con una mano sola. Sbuffo sonoramente perché sono sporchi e non posso lavarmeli.

***

«Ehi, stai bene?» vengo risvegliata dai miei pensieri dalla voce soave di Luke che mi guada con la coda d'occhio mentre stringo al petto il piccolo fagottino che dorme beatamente.

«Si, tutto bene.» Affermo, asciugando una singola lacrima che è riuscita a scapare dai miei occhi.

Annuisce, non convinto del tutto ma non indaga ulteriormente, e gliene sono grata. Sospiro silenziosamente, guardando il panorama scorrere veloce fuori dal finestrino. Dopo quella che sembra un eternità parcheggia dinanzi casa. Il sole sta tramontando, colorando il cielo di un intenso viola, rosa e arancione, segnando il fine di questa lunga ed estenuante giornata.

Luke fa il giro della macchina e prima che possa muovere un muscolo, apre la portiera, si tende per prendere dalle mie braccia Samuel, ma scrollo la testa affermando, «faccio io». Esco dalla macchina con la stessa grazia di un elefante in un negozio di cristalli mentre lui sorride, prendendosi gioco di me.

«Ti diverto?» chiedo con finto sdegno, cercando di sembrare seria, senza però riuscirci.

«Nooo, quando mai. Non oserei mai ridere della mia Regina cattiva.» Risponde beffardo.

Gli sorrido gentilmente, aprendo la porta di casa.

«Vorrei rimanere, ma purtroppo non posso. Mio padre torna stasera e ha la necessità di parlarmi.» Annuncia Luke, come se mi avesse letto nella mente precedendo la mia richiesta muta e mai pronunciata.

«Spero che non sia niente di grave. Non ti preoccupare io, sto bene. Se devi andare, va bene. Fammi sapere quando arrivi a casa.» Il mio senso di altruismo nei confronti degli altri è smisurato. Non riesco mai ad essere egoista, a pretendere che si prendano cura di me, che abbandonino tutto ciò che stanno facendo solo per me. Gli sorrido cercando di mostrarmi tranquilla, serena, solo per non farlo preoccupare.

«Tesoro, lo sai che ci sono per te, sempre. Devi solo dirmelo e io correrò qui in un battito di ciglia. Non sei sola, ci sono io con te. Sempre.» Mi bacia sulla guancia, accarezzandomi con la mano destra la guancia, soffermandosi per un breve istante sugli occhi, cercando di dimostrarmi qualcosa di cui nemmeno io sono sicura. Alla fine mi  abbraccia con cautela, trasmettendomi una sensazione di pace e serenità.

Chiudo la porta di casa immersa nel silenzio più totale e a passo felpato e tranquillo salgo le scale, entro nella mia stanza e deposito con cura il piccolo Samuel sul letto, circondandolo di cuscini per evitare che ruzzoli giù. Lo guardo per un lungo istante, grata per la sua presenza, che non mi fa sentire sola e abbandonata come un cane.

Il silenzio del momento viene sconquassato dalla suoneria del mio cellulare, lo estraggo e senza nemmeno vedere chi è, rispondo.

«Buon compleanno, raggio di sole.» La voce calda di mio padre mi raggiunge come una dolce melodia. Il cuore si gonfia di affetto, le emozioni si dipanano come fili d'oro intrecciati.

«Papà..» la voce si incrina per un momento, per l'emozione improvvisa che si impossessa del mio cuore, prendo un respiro per trattenere il tremolio che so di avere, «grazie, te ne sei ricordato.» Dico, con voce instabile. Me ne ero completamente dimenticata di che giorno è oggi.

«Oh, piccola mia, non potrei mai dimenticarmi del giorno più importante della mia vita. Tu sei stata la cosa migliore che mi sia mai capitata. Tu per me, sei il mio raggio di sole, intramontabile, immutabile, indelebile. Sei tutto ciò che un padre potrebbe mai sognare. Una figlia perfetta, responsabile, amorevole e premurosa. Ti voglio bene.» si interrompe per un momento e aggiunge «Come stai?»

«Sto bene.» Pronuncio le stesse parole per la milionesima volta cercando di convincere più me stessa che gli altri di star bene. Lacrime di gioia e tristezza scendano copiose perché almeno una persona si è ricordata del mio compleanno.

Parliamo per quella che sembra un ora. «Tesoro, lo so che ti avevo promesso che non sarei più partito per le missioni, ma purtroppo non ho potuto non accettare. Lo sai che non posso parlarne» si interrompe momentaneamente per rispondere a qualcuno che è entrato nella stanza.

«Papà, promettimi solo una cosa.» Affermo con durezza, consapevole di non poter perdere anche lui.

«Cosa, mio raggio di sole.» Ribatte con una dolcezza unica.

«Promettimi che tornerai, che tornerai da me.» Dico, sapendo già la sua risposta.

«Lo sai che non posso farti questa promessa, ma ti giuro che farò di tutto per tornare.» Afferma risoluto. Annuisco pur essendo consapevole che non può vedermi. «Ora devo andare. Ancora buon compleanno, raggio di sole. Ti amo, figlia mia.» Riaggancia senza aspettare una risposta.

Con la testa ancora frastornata dai mille pensieri, scendo al piano di sotto, in direzione della cucina, apro il frigo e prendo una bottiglia di acqua. Il silenzio della casa viene disturbato dal suono del campanello della porta che mi fa spaventare. Porto una mano al petto per rallentare il battito del mio povero cuore. Non sono in vena di altre brutte notizie per stasera. Penso di non rispondere ma qualcuno bussa nuovamente, con insistenza.

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