Sidereus 2

By guardolefarfalle

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Sembrava tutto troppo felice per essere la fine. Eppure, la guerra è appena iniziata. E la criminalità non è... More

Dedica e playlist
Prologo
Capitolo 1. Visioni
Capitolo 2. Secondo round
Capitolo 3. The new SCR
Capitolo 4. La Rivoluzione a tre stelle
Capitolo 5. Ultima speranza
Capitolo 6. Allacciare le cinture
Capitolo 7. Arrampicate sui grattacieli
Capitolo 8. Infiltrati
Capitolo 9. Esercito della morte
Capitolo 10. Villa labirinto
Capitolo 11. Ci rincontriamo
Capitolo 12. Matriarcato
Capitolo 13. Vecchi nemici
Capitolo 14. Intrusi
Capitolo 15. Accetto
Capitolo 16. Sorridimi
Capitolo 17. Salto nelle fiamme
Capitolo 18. Rapporto proibito
Capitolo 19. Riunione
Capitolo 20. Mettimi alla prova
Capitolo 21. Piano di conquista
Capitolo 22. Il ritorno delle stelle
Capitolo 23. Nuovi giocatori, nuove regole
Capitolo 24. Scappa via con me
Capitolo 25. Tremate davanti a me
Capitolo 26. Disguidi
Capitolo 27. Sei ciò che voglio
Capitolo 28. Non ho paura
Capitolo 29. Non mi possiedi
Capitolo 30. Distrazioni
Capitolo 31. Mi arrendo
Capitolo 32. Io e te, una cosa sola
Capitolo 33. Missione 17
Capitolo 34. L'inizio della fine
Capitolo 35. La mia voce tra gli spari
Capitolo 36. Avvertimento
Capitolo 37. Attacco a sorpresa
Capitolo 38. Un'altra dimensione
Capitolo 39. Non riesco a proteggerti
Capitolo 40. La quarta parete
Capitolo 41. Non è colpa mia
Capitolo 42. Segreto di famiglia
Capitolo 43. Rossonero
Capitolo 44. Non ti riconosco
Capitolo 45. Vietato l'ordine
Capitolo 46. Rinascita, forse
Capitolo 47. Salvami dalle fiamme
Capitolo 48. Ancora numero sconosciuto
Capitolo 49. Scomparsi
Capitolo 50. Il ritorno
Capitolo 51. Amici di famiglia
Capitolo 52. Una nuova sorella
Capitolo 53. Thomas
Capitolo 54. Diagnosi esplosiva
Capitolo 55. Proposte
Capitolo 56. Non lasciarmi
Capitolo 57. Pessima scelta
Capitolo 58. Perdonami
Capitolo 60. Ormai sono sola
Capitolo 61. Ritorno alle origini
Capitolo 62. Nulla come prima
Capitolo 63. Missione di salvataggio
Capitolo 64. Antidoto
Capitolo 65. Ritorna in te
Capitolo 66. Non sottovalutarmi
Capitolo 67. Esprimi un desiderio
Capitolo 68. Notizie
Capitolo 69. La mia squadra
Capitolo 70. Vestito bianco
Capitolo 71. Si combatte ancora
Epilogo
Ringraziamenti e annunci ;)

Capitolo 59. L'amore è una rovina

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By guardolefarfalle

"Perché amiamo?" Le domandai.

"Per sfiorare l'immortalità almeno per un istante,"

rispose, "mentre il tempo ci strappa via la vita".

Stefano Curreli

MADISON

Mio fratello è scomparso.

Così mi ha riferito Clara al telefono, con una voce mutata, ma come non capire che era lei?

Ha visto, non so come, che ero in compagnia di Jack e accecata dall'odio ha fatto qualcosa. Una cosa tanto orribile, perché se ha fatto qualcosa a mio fratello mi porterò il rimorso fino alla tomba.

Lei mi ha vietato di stare con i miei amici, che mi mancano da morire, specialmente Alex e Stella, ma d'altro canto non ha mai posto restrizioni nei confronti del mio ragazzo.

Eppure, adesso sto pagando caro il fatto di averlo invitato a pranzo fuori insieme a me, dovevo parlargli, non sono riuscita a dirgli niente e tantomeno ascoltare cosa stava per dirmi lui.

L'ho ucciso con le parole quando nei suoi occhi ho notato che stava per dirmi qualcosa di intimo, privato, nostro. E invece me ne sono andata di nuovo, tra l'altro dal momento che mi era venuto a prendere lui a sorpresa in casa mia, rischiando terribilmente che vedesse Clara, non ho la mia macchina, quindi mi toccherà prendere la metro.

So quello che pensa, cioè che non lo voglio insieme a me.

Infatti, il Jack che conosco mi avrebbe seguita fino a trascinarmi lui stesso in braccio, questo vuol dire che ci sto uccidendo pian piano.

E non so in cosa tramuterà il suo dolore e confusione.

Conoscendo il suo passato, il lungo cammino intrapreso per risvegliare in lui i suoi sentimenti che credeva di non possedere e i sacrifici reciproci per poterci amare entrambi.

Ora penserà che per me, i sentimenti che provo per lui, siano stati una vana illusione. E tutto ciò che ho fatto per lui era solo per i suoi domini e fama.

E Clara tutto questo lo sa bene.

Sfruttandolo a suo vantaggio.

Le sue sono azioni lente, dolorose, calcolate. Segno di averci riflettuto a lungo durante tutta la sua assenza.

Nella telefonata ricevuta mi ha solo comunicato che i miei genitori lo stanno cercando per tutta la campagna, Clara aveva una voce minatoria e ha anche aggiunto un particolare in quei pochi secondi.

'Se entro mezz'ora non sei qui ti assicuro che salta in aria'.

È stata lei a fargli qualcosa, lo so.

Magari ci ha visti non so come e istintivamente ha fatto ciò che ha fatto.

'Non ti dirò come, ma saprò se menti o dove sei'.

In sostanza queste erano le sue parole, io rischio di impazzire perché qualsiasi cosa faccio è sbagliata e metto a rischio me stessa e la mia famiglia.

Fremo mentre aspetto che la metro arrivi a destinazione, stringendo i pungi immaginando qualsiasi possibile scenario che troverò in quella casa.

Senza ricordare neanche come sono arrivata in così poco tempo, in casa non c'è nessuno.

"Mamma! Papà!"

Corro per le stanze, la sala, il soggiorno, cucina. Salgo sulle camere, per prima quella di mio fratello dove tutto è in ordine ma non c'è traccia neanche dei miei genitori.

Non rispondono al telefono, perché ogni squillo proviene dalla casa ma loro non sono qui.

Il mio telefono vibra. Controllo immediatamente chi sia.

Sconosciuto: 'Non azzardarti a chiamare la polizia'.

Emetto un gemito di orrore, sgomento. Infatti, il telefono mi cade dalle mani.

Sento che le lacrime mi rigano il viso, esco di casa e inizio a camminare per queste strade abbastanza isolate, dove chiamo la mia famiglia.

"Tommy! Dove sei?"

Non ho idea di quanto tempo sia passato mentre li cerco, so che la gola brucia e non ho più respiro. Mi fermo, guardando attorno a me ma inizio a vedere sfocato, come se stessi per svenire.

"Avevi detto che solo mio fratello era scomparso, non tutta la mia famiglia!"

Non so a chi fosse riferito quell'urlo, forse a qualcuno lassù.

Mi vibra la giacca, dimenticandomi di aver rimesso il telefono in tasca.

Sconosciuto: Torna a casa.

Istintivamente, nonostante io sia priva di forze, corro più veloce che posso verso casa mia ripercorrendo la strada all'indietro.

Arrivo davanti la villetta, spalanco la porta con un calcio.

"Dove siete!" Urlo con le ultime forze che mi rimangono.

"Madison!" Mia mamma si presenta davanti a me.

Dopo aver espirato per qualche secondo, cado in ginocchio.

"Oh, mio Dio. Fabio! Vieni qui! Madison non sta bene".

"Ma che diavolo succede?"

"Madi!"

Mio fratello. Sono tutti qui.

"Oh, mamma mia. Madison, non è proprio periodo per andare a correre, fa troppo caldo!"

Mentre Clara, davanti a me con un bicchiere di spremuta sorride, istintivamente cerco di saltarle addosso.

"Madison!" Mi chiama tesa mia mamma, bloccandomi. "Ma che stai facendo?"

"Lasciatemi abbracciare la mia sorellina" sibilo. "Avevo solo fretta di vederla, tutto qui. Ma ha ragione, è decisamente troppo caldo per correre".

"Vai a farti una doccia e poi discutiamo, signorinella" interviene mio padre. "Clara, puoi accompagnarla?"

"Ma certo" posa il bicchiere in cucina. "Andiamo".

La sorpasso velocemente, salendo le scale e aspettando come un felino che venga davanti a me. Sa che potrei aggredirla, non esita a cacciare quel maledetto interruttore con il pulsante rosso. "Stai buona".

"Perché?" Sibilo. "Dove li hai portati?"

Scrolla le spalle. "A fare una passeggiata. E tu, invece..." si avvicina minacciosa. "Perché eri con lui?"

"Perché non avrei potuto? Non mi hai vietato di..."

"Era sottinteso" indietreggio da lei. Cambia voce in maniera repentina. "Ma se vuoi che te lo dica con le minacce, allora questo era un avvertimento di come posso farli sparire tutti e tre senza che tu neanche te ne accorga. Come vedi, Madison, non sai come ma ho scoperto che eri insieme a lui. Io ti osservo" mi blocca al muro. "Ebbene, dovrai lasciare Jacob".

"No". Sussurro con voce rotta.

"Oh, invece lo farai. Gli dirai espressamente che non provi niente per lui e che la vostra relazione era frutto della tua sete di potere, gli dirai che ti sei allontanata perché odi passare del tempo con lui ma che ti faceva pena, ecco perché hai atteso tanto per lasciarlo".

"Non lo farò! Uccidi me, ma non lo lascerò".

"Ebbene".

Prende il pulsante.

Lo preme una volta.

Sento degli scoppi.

Squarcio il silenzio con un urlo atroce e terrificato.

Cado in ginocchio, non smettendo di gridare.

"Oh Mio Dio!"

Mi metto le mani sui capelli, con gli occhi spalancati che stanno per uscire dalle mie orbite e sono piena di sgomento, terrificata da ciò che questa ragazza ha davvero fatto.

"Madison!"

Delle figure sono davanti a me, ma sono talmente scioccata e stanca che temo di avere le allucinazioni.

"Ma si può sapere che ti prende?"

Questa è la voce di mia madre.

"Non ne ho idea, signora Bianchi" dice Clara. "Io non ho fatto niente, forse ha preso un'insolazione e sta delirando. A me è successo, ero più o meno così".

"Ma cos'erano quegli scoppi?"

Papà.

"Penso i fuochi d'artificio dei vicini, mi è sembrato di capire che c'è una festa".

"Madison?"

Guardo mia mamma dal basso, in ginocchio sul pavimento, terribilmente confusa e sfatta.

Alzo lo sguardo verso Clara, dietro i miei genitori che mi guardano decisamente preoccupati. Con la mano alza due dita.

Sorride.

Capisco.

Per far attivare le mine dentro di loro, il pulsante deve essere premuto due volte.

JACK

L'hanno individuata.

È tornata a casa, sembra non essere successo niente di particolare. Le mie guardie hanno notato la famiglia che rientrava da una passeggiata, Madison che è arrivata in casa sua correndo e con il viso sconvolto.

Mi riferiscono che abbia corso per la strada per qualche isolato, chiamando la sua famiglia, come se qualcuno avesse fatto loro qualcosa.

Hanno sentito degli scoppi, ma provenivano dalla casa dei vicini.

Hanno notato una ragazza sospetta insieme alla famiglia, con capelli rossi e ricci, con un paio di occhiali da sole.

Ho controllato nell'archivio di Madison, i suoi fascicoli sulle scuole che ha frequentato e i suoi compagni di classe, nessuna ragazza con capelli rossi e ricci.

Perfino al college non risulta essere iscritta una ragazza con le qualità fisiche che mi sono state riportate. Dalle foto scattate, invece, sembra che questa chioma le copra tutto il viso; dunque, non si riescono a percepire tratti particolarmente rilevanti. I miei detective procedono con le indagini.

Nella chiamata che ha ricevuto Madison prima di allontanarsi da me, secondo i miei dipendenti, risulta che la voce fosse manomessa. La fonte di provenienza della chiamata difficilmente reperibile, nonostante io abbia ordinato di lavorare senza sosta fin quando qualcuno non risolvi tutto questo e mi porti informazioni concrete.

Qualunque dolore stia colpendo Madison, o problema, deve essere grave se non me l'ha riferito. Dunque, mi sto autoconvincendo che non abbia a che fare nulla con noi, con la nostra relazione.

Si comporta in maniera strana e per quanto mi abbia mentito dicendo che non le sta accadendo niente, io sono fermamente convinto che abbia buone ragioni per fare tutto da sola. Ma non la lascerò mai sola, io la aiuterò, anche se non è a conoscenza di quello che so.

Ho analizzato i filmati delle telecamere, monitorando i suoi spostamenti nell'ultimo periodo.

Ho visto che è stata qui, nella sede della Sidereus Company, portando qui suo fratello.

Ecco perché davanti a me, nel suo ufficio, ho chiesto al Dottor Lee di rispondere ad alcune mie domande che mi sto preoccupando di porgergli personalmente, senza qualche mio dipendente che lo faccia al posto mio.

"Figliolo, non ricordo neanche che giorno fosse quando è venuta".

"Allora le rinfresco la memoria" metto davanti a lui foto di Madison, date, carte. "Il ventitré agosto, come spiegano le telecamere, si è diretta proprio qui. Come vede, con suo fratello presente" lo guardo dritto negli occhi. "Vorrei sapere cosa le ha detto".

Mette le mani incrociate sulla scrivania. "E perché non lo chiedi a lei, figliolo?"

Serro la mascella. "Perché al momento, ritengo che alla mia ragazza stia succedendo qualcosa e sto indagando. Non sono tenuto ad aggiungere altro sulla mia relazione privata, Dottor Lee; quindi, le chiedo di essere operativo e rapido".

Si pulisce gli occhiali. "Professionalmente, io non sono tenuto a riferirti nulla, Jacob. Ma lascia che ti dica una cosa, se lei non ti sta riferendo cosa la turba, allora vuol dire che non può farlo".

"Perché no?" Sibilo. "Abbiamo sempre risolto ogni cosa insieme. È venuta da lei per chiedere aiuto, perché? Con tutto il rispetto, ma il rapporto che abbiamo non è paragonabile a quello che ha con nessun altro. Vuol dire che non si fida di me".

Sospira, rumorosamente. "Certo che è vero quando dicono che le passioni sconvolgono la razionalità, Jacob. Accidenti, eppure hai un ottimo quoziente intellettivo. Lo so perché lo esamino da quando sei un ragazzino. Allora dimmi per quale motivo non ci arrivi da solo".

"Maledizione" sussurro, ancora più impaziente. "Io la aiuterei se solo me lo permettesse".

"Non può, non lo capisci?"

"E allora perché, Dottor Lee, non mi aiuta a capire cosa non va in lei?" Alzo lievemente la voce.

"Perché la metterei in pericolo, non posso farlo. Sappi solo che non puoi lasciarla sola".

Poggio un pugno sulle labbra. "È lei che vuole allontanarsi da me".

"Fin quando ti autoconvincerai di questo la perderai".

Istintivamente, scaglio un pugno sulla scrivania.

"Non posso. Io non ho mai avuto una famiglia, io spero solo di averla con lei il prima possibile. Non..." serro ancora più la mascella. "Non riesco a stare senza di lei, il solo pensiero mi uccide".

"Capisci cosa le succede".

"Sto esaminando ogni dettaglio di ciò che la circonda che possa farla soffrire".

"Stai molto attendo, Jacob" mi avverte. "Il tuo stato emotivo è fragile, provato dalle manipolazioni di tuo padre che hai subito per tutta la vita. Lei è riuscita a riportare alla luce i tuoi sentimenti. Ebbene, il suo allontanamento potrebbe farti ritornare ad essere chi eri un tempo".

Respiro in maniera celere. "Che cosa sta cercando di dirmi?"

"Non basta un anno per sedare le cicatrici di una vita, è molto probabile che la tua indole oscura risorga con la sua lontananza. Controlla le tue emozioni, Jacob, o ritornerai ad essere il cattivo. E a quel punto, temo che ferito dalla stessa fonte che ti ha fatto rinascere, sarai irrecuperabile".

"So controllarmi" le mie parole sono sussurri freddi. "Non accadrà. Capirò cosa le succede".

"Eppure, ti sfugge ciò che è più vicino a lei, è quello che la turba, mettendo a rischio la vostra relazione e quella con la squadra. Come hai potuto notare, non ha chiesto aiuto neanche a loro".

I miei occhi prendono una direzione che non conosco, perché l'unica cosa che io vedo davvero vicino a lei sono io.

Quindi forse è proprio quello che penso, è quella la reale ragione del suo comportamento.

E allora chi era quella figura intrusa con la sua famiglia?

Sento qualcosa che si accende dentro di me, focalizzo la mia attenzione su qualcos'altro che non sia darmi la colpa per la sofferenza di Madison.

Devo sapere chi è quella persona. Potrebbe essere la chiave per ogni risposta.

Mi alzo. "Mi perdoni per il disturbo, dottore".

"Stai attento, Jacob" dice. "L'amore per lei potrebbe essere la tua stessa rovina. Come vedi, anni di allenamento non riescono a gestire il profondo affetto che provi per lei. Non lasciarti trasportare dalle emozioni, ricorda cosa hai imparato, sarà fondamentale farlo per questa volta. Rimani lucido".

Mi fermo. Stringo la maniglia della porta dell'ufficio, chiudendo gli occhi.

"Se la sfida è controllare la quantità di amore che provo per lei, allora ho già perso ancor prima di agire".

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