Creep

By angelika_morgenstern

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Jean, cresciuto troppo in fretta. Ashley, l'insicura che sente le voci. Seth, sfregiata e senza identità. Cas... More

Due parole su Creep
Aesthetics
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- Seconda parte -
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59.

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By angelika_morgenstern

Seduto sull'erba del giardino a guardare il tramonto, Remi torceva un lungo filo d'erba tra le mani, e l'immagine piacque così tanto a Seth che gli si avvicinò, silenziosa come solo lei sapeva essere.

«Ehi.»

Quello si voltò quasi sobbalzando. Era chiaro che l'avesse distratto da qualche pensiero.

«Ciao», rispose, «avete finito di discutere?»

«Sì», la ragazza gli sedette vicino, «quei due sono al telefono con la manager e stanno concordando le date.»

La conversazione sembrò morire insieme al sole sull'orizzonte, ma Seth non voleva terminasse lì. Gli altri erano cambiati, stavano mutando, crescendo.

Provano tutti a buttarsi il loro passato alle spalle.
E io?

Abbassò il capo, imbarazzata dalla nuova intraprendenza che stava nascendo in lei.

«Sai», disse, «il tuo discorso, quello sul passato... ci ho pensato. Hai ragione tu, dovrei iniziare a capire partendo da me, da ciò che sono ora.»

Lo sguardo del ragazzo suggerì il suo stupore. «Beh, ho detto un'ovvietà.»

«Non ci avevo mai pensato, e gli altri non me l'avevano mai detto.»

«Forse per non ferirti. Loro ti vogliono bene.»

Una risata le sfuggì dalle labbra, «Bene non rende l'idea. Siamo la nostra famiglia.»

Remi arricciò la fronte, «Questa cosa nel nostro ambiente non esiste. C'è molta competizione, viviamo sotto regimi quasi dittatoriali. Immagino che dovrei essere invidioso del vostro rapporto come tutte le persone normali, ma non lo sono.»

Lei non comprese. Le stava dicendo che il loro modo di vivere era sbagliato?

«Voi siete... qui. La vostra vita è tutta qui, avete tirato via le vostre radici trapiantandole di prepotenza in una vita non vostra», aggiunse il ragazzo.

«Che vuoi dire?»

Stavolta fu lei ad aggrottare la fronte.

«Avete molto seguito sul web, ma siete così chiusi tra voi che non ve ne frega niente. State sprecando un sacco di potenziale, è un peccato.»

«Tu sei uno competitivo, vero?»

Remi sobbalzò.

Ci ho preso.

 «Il tuo ambiente ti piace, forse ti stimola avere un testa a testa.»

Il ballerino fece spallucce, «Sì, probabile. Non vedo l'ora di tornare giù, sto cercando di convincere Emi, ma...»

Seth seguì lo sguardo di lui, che puntava la sua partner. In quel momento stava parlando con Nereo, ridendo a una sua battuta. L'amico sembrava timoroso a lasciarsi andare, nervoso. Lo conosceva, lo sapeva.

Come dargli torto? L'ultima sua compagna è morta, e lui non ha potuto fare niente per salvarla.

«Si piacciono», considerò.

«Non sono sicuro che al tuo amico piaccia Emerson», rispose Remi, inspirando forte, «ma il fatto che lei lo trovi... interessante, beh... mi complica la vita.»

Una strana malinconia nacque in seno a Seth, che si sentì come abbandonata. Non aveva idea di essere una che si affezionava così alle persone, soprattutto perché non aveva mai avuto contatti col mondo esterno dopo la composizione della band.

Come fiori di un bouquet, erano uniti ma diversi, complementari ma perfetti insieme. La loro armonia era invidiabile, e ripensò al suo inesistente modo di affezionarsi agli altri.

No, non è vero. Mi aggrappai subito a Jean dopo l'incidente, ma... lui mi aveva salvato la vita.

L'idea esternata da Remi le arrecò dispiacere, come se fosse stata appena rifiutata da qualcuno.

Non avrei mai pensato di rimanerci così... male.
Aspetta... ci sono rimasta male?

Si conosceva davvero poco.

Seth approfittò di un momento di solitudine post cena per raggiungere le uniche persone alle quali poteva chiedere un opinione.

Le risa delle amiche l'attirarono in cucina, dove Cass e Ashley chiacchieravano mentre l'una lavava i piatti e l'altra li asciugava.

Le osservò: formavano una perfetta catena di montaggio, tanto da sembrare degli androidi.

«C'è spazio per me?» chiese.

Il sorriso di Cass gliela rese irriconoscibile. L'aura oscura sembrava svanita dal suo viso, donandole occhi grandi e luminosi. Chi era quella creatura?

Che ne aveva fatto Leon della loro rabbiosa tastierista?

«Certo!»

Le fecero spazio affibbiandole uno strofinaccio, e la bassista iniziò ad asciugare i bicchieri.

«Sto...»

Seth si zittì, ma era troppo tardi: le altre due avevano già puntato gli sguardi al suo indirizzo, e le sembrarono un po' allarmati.

«Stai...?» Ashley sembrava la più curiosa.

La bassista si grattò il collo, attenta a sfiorare appena il confine tra le cicatrici da ustione e la pelle sana. «Sto riflettendo su una cosa. Posso parlarvene?»

Sapeva che le avrebbe stupite, e così fu. Del resto non aveva mai confidato loro nulla, si era sempre comportata da spettatrice esterna.

Cos'avrebbe dovuto dire, lei che non sapeva neanche che tipo di persona fosse?

«Spara.»

Ashley le puntò addosso una mano mimando una pistola, e quella sorrise divertita.

«Sì, ecco... quel tizio mi ha fatto un discorso strano giorni fa che mi ha fatto riflettere. Ora dice di voler rientrare in Australia a tutti i costi, e... mi dispiace

La bionda sospirò. «Remi è il solito coglione», considerò, «sempre a fare il superuomo, quello figo che ce l'ha solo lui. Se la tira come pochi. Ci tornasse da solo in Australia.»

«Anche perché... magari sbaglio, però credo che Nero e la tua amica... ci sia del feeling, ecco.» Cass era stata molto delicata, ma non poté dire più di tanto.

Anticipato dal rumore dei suoi stessi passi, Leon si affacciò sulla soglia della cucina, sbadigliando.

«Andiamo?»

«Proprio ora che si fa interessante?» La sua ragazza mise su un finto broncio, ricavando in risposta un'occhiata intenerita contornata da palpebre pesanti.

«Ho sonno, devo guidare e ho bevuto un pochino. Ti dispiace se voglio andare a dormire?»

«Lasciala qui!» La supplica di Ashley non trovò accoglimento.

«Dobbiamo recuperare del tempo perso. Vado a prenderti la giacca, dai.»

L'affermazione del ragazzo fece sì che le gote di tutte e tre si tinsero di porpora.

«Lo dice così, a cuor leggero...» mormorò la chitarrista.

«Beh... gli piace esternare la questione. È molto fiero di avermi dimostrato che quella roba può essere... bella.»

Seth trovò Cass molto tenera, finché quella non le si rivolse, «Secondo me quel tizio t'interessa. Ti ha colpita per ciò che ti ha detto, e ora vuoi conoscerlo meglio.»

Nessuna fiatò per qualche istante.

«Scusa, ma te...»

«Ho questa impressione. Vado che se no mi uccide. Buonanotte!»

Agitando le dita a mezz'aria, Cass si allontanò dando poi le spalle alle due. Seth la osservò meglio, non potendo evitare che i suoi occhi si posassero su una maglietta più corta del solito che metteva in evidenza la vita stretta nei jeans mom che indossava.

«Comunque anche secondo me trovi interessante Remi», considerò Ashley, porgendole un piatto gocciolante, «in fondo ti ha fatto un discorso che ti ha dato da pensare. Ci sta, no?»

Le spalle di Seth si alzarono, «Forse. Non lo so neanche io.»

Ripensò ai suoi occhi chiari, ai capelli crespi, al fisico atletico.

Nessuna di queste caratteristiche l'attirava. Poi le venne in mente la sua voce, e si scoprì imbarazzata.

Non era bassa e intonata come quella dei ragazzi della band, aveva delle imperfezioni evidenti tra cui un difetto di pronuncia, senza considerare quell'accento quasi incomprensibile al quale si stava ancora abituando.

Si esprimeva lento, forse perché consapevole del suo modo di parlare.

Ha attirato la mia attenzione.
Finirà male come quella volta a scuola. Dannazione.

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