Perché per me l'unica gente possibile sono i pazzi, quelli che sono pazzi di vita, pazzi per parlare, pazzi per essere salvati, vogliosi di ogni cosa allo stesso tempo, quelli che mai sbadigliano o dicono un luogo comune, ma bruciano
Jack Kerouac
ALEX
Lei non sa di avere un microchip.
Potrei vedere dov'è, ma credo che confermare sul fatto che se ne sia andata potrebbe voltarmi lo stomaco più del dovuto.
Wow, ma che cos'è stato esattamente?
Non so spiegarlo. Il fatto è che mi sono sentito super coinvolto e azzardo dire felice. È come se questa ragazza avesse risvegliato una parte di me che era dormiente da tanto tempo. Tutti questi avvenimenti complessi non sono facili da superare, eppure ho riso. Nonostante il periodo complesso, il fatto che stiamo ancora metabolizzando una gravissima perdita e in più Madison non c'è. La piccola Mowgli è stata di aiuto, a modo suo. Ecco perché potrei starla cercando.
"Hai riso. Questo significa che sono una persona che ti rende felice?"
Eccome, piccola Mowgli.
Oddio, no. No. No. No. No. Non dovrei pensarlo.
Il mio cuore è appartenuto a quella che credevo essere la donna della mia vita, nonché Bella.
Io ho perso lei.
Madison ha perso Jack.
Non posso ficcarmi di nuovo in questo casino, non posso davvero infatuarmi di quella ragazza. Non sarebbe rispettoso nei confronti di Bella e poi... è un cazzo di amore proibito.
Sul serio, facciamo parte di fazioni avverse, se William venisse a sapere che un membro del suo esercito ha parlato in questo modo con me le farebbe del male e io non posso permetterlo, non la metterò in questo guaio.
I miei fratelli mi hanno già scassato abbastanza le palle sul fatto che non posso uscire con lei bla bla bla.
Ma io e lei non stavamo uscendo insieme, perché se per appuntamento intendono una ragazza che ti dà una testata, ti tira i capelli, ti salta addosso o minaccia di farti diventare uno spiedino... insomma, romantico?
E poi non so se sarei pronto, dopo Bella non c'è stata nessun'altra ragazza e non posso davvero tradirla.
Eppure, entrambe hanno gli occhi verdi. E se Bella l'avesse mandata per me?
Perché continuo a camminare sperando di incontrarla da qualche parte nonostante è saltata da un grattacielo e sia andata via?
Poi, cazzo. Mi sto davvero interessando alla dea della guerra? Scherziamo? Athena. Un soldato donna nell'esercito.
Lei è seria, disciplinata, non sa neanche che vuol dire ridere.
Io rido quando sto per morire.
No, andiamo. Non sono così drastico però il concetto è quello.
Forse potrei insegnarle io a ridere. Ha quasi riso, dopotutto.
Sto impazzendo, sarà che non abbiamo notizie di Madison da vari giorni e anche febbraio è andato oramai.
Basta, io sono stressato.
Madison là, Madison qua. Madison è diventata mezza assassina. Stella continua a rompermi le scatole per la sua maglietta, Simon dice che dovremmo allenarci, Liam ritiene di essere diventato un pollice a causa della calvizie.
Lasciatemi stare. Vi odio tutti. Tranne Athena. Tutti.
Anzi, sono contento che Athena sia andata via, così ora mi concentrerò su me stesso, i miei allenamenti, questi bei muscoletti qui, mangerò sano e...
"Alèx".
E penserò ad Athena che è appena apparsa davanti la mia visuale. Non so da dove, non so come. Ma è qui e questo è l'importante.
Al diavolo me e questo bum bum bum bum continuo.
Siamo fuori dalla base, vengo qui di nascosto quando vorrei un po' di pace e siamo affacciati sul mare, da qui si vede l'isola con la Statua della Libertà. Adesso c'è anche Athena.
"Athena" sono sbigottito. "Io... pensavo ti fossi buttata dal duecentesimo piano".
Appena sorride, ma rimane composta. "È così. Io... uau, non credevo che l'avrei mai detto... vorrei ringraziarti".
Sbatto troppe volte le palpebre. "A me? Ringraziare me? Tu che ringrazi un uomo? Specialmente me?"
Annuisce. Bassina e adorabile. Anche se un po' scocciata dalle mie parole. "Sei la prima persona che mi abbia salvato. Quando quel signore cinesino e quelle guardie stavano per trovarmi nel suo ufficio mi hai fatta scappare e mi hai salvato. Non hai detto a nessuno di me, mi avrebbero uccisa. Mi hai anche difeso davanti ai tuoi stessi amici come se non fossi io l'intrusa da eliminare".
Mi commuovo. "Io... Athena, l'ho fatto perché davvero vorrei aiutarti. Sul serio, uhm... non sono molto bravo in queste cose però potresti entrare nella mia squadra".
Athena grana gli occhi. "No.... no, io non posso. Sai perché sono nella squadra di William, mio fratello, non..." indietreggia e respira velocemente. "Noi siamo nemici".
"No, Athena" mi avvicino. "William ti farà del male e non voglio, credimi. Qui sei al sicuro".
Si mette le mani sulle orecchie, scuote la testa. "No, no, no. Deus, non dirmi così. Non voglio ascoltarti. Io dovevo solo ringraziarti, devo andare adesso. Per sempre".
"No, per favore". Le prendo le mani che ha sulle orecchie. "Ascoltami, ti aiuterò a ritrovare tuo fratello ma non posso lasciarti tornare in quel cazzo di manicomio. Senti, io conosco William da una vita, il mio migliore amico era suo figlio. È un mostro, Athena. Quello che dice è una bugia".
Athena respira velocemente, tengo ancora stretti i suoi polsi per paura che possa andare via e per la prima volta da quando ci siamo visti non cerca di aggredirmi accettando il contatto.
Il suo odore è esotico, profuma di frutti e fiori, le sue labbra carnose sono splendide e la sua pelle mulatta luccica e liscia è pulita.
"Sono venuta qui per avvertirti".
Esito. "Che vuoi dire?"
"Tu mi hai salvata, non potevo lasciare che non lo sapessi".
Sembra preoccupata e inizio ad esserlo anche io. Divento serio. "Athena, che cosa devi dirmi?"
Cerca di restare calma. "Loro stanno venendo a prenderti".
"Cosa? Chi sta venendo a prendermi? William?"
Mi fissa con uno sguardo spento e serio. "Servi per la terza prova".
"Che cosa? Che vuol dire? Athena..."
Qualcuno mi incappuccia e mi spinge all'indietro. Inizio a dimenarmi tirando pugni a calci davanti a me ma mi inginocchiano sul pavimento bloccandomi i polsi dietro la schiena e ammanettandomi. Sento una vocina familiare che cerca di intervenire, ma percepisco che cerca di trattenersi e rimanere composta per non destare sospetti.
Un amore proibito.
"Fate piano, lui non... è una minaccia".
La voce di Athena è l'unica cosa che ricordo in quella notte che da calorosa è diventata la più gelida di tutte.
MADISON
La stanza è nel cuore della villa.
Anzi, è un vero e proprio gigantesco salone.
Oggi c'è anche Clara, che guarda William con ammirazione e non azzardo a immaginare cosa sia successo fra loro due. Penso solo alla differenza di età ma non mi stupisco al fatto che a William non importi se sia poco legale o meno ciò che fa.
Clara è sul divano con gambe accavallate che mi squadra e non mi privo di fare lo stesso. Indossa un paio di trecce, un top scollato e la giacca di pelle con il marchio della sua fazione. Dietro di lei rivedo suo fratello Emerson dopo diverso tempo, come la solita barba nera e giacca di pelle ma questa volta con la spilla HTA. William con il suo solito bicchiere di liquore gironzola per la stanza e alcune guardie tappezzano la zona.
Entra poca luce dalle vetrate, è quasi il crepuscolo.
C'è silenzio, io sto cercando di analizzare l'area e cercare qualcosa di sospetto perché oggi è il giorno dell'ultima fatidica prova.
C'è un dettaglio evidente e curioso che cattura la mia attenzione: una sedia vuota al centro della stanza.
"Quindi?" Rompo il silenzio. "Dimmi cosa devo fare e finiamo questa storia".
"Pazienza, Madison" William si ferma e mi guarda. "La terza prova sta arrivando".
Serro gli occhi. "Spiegati".
Sorride continuando ad andare avanti e dietro per la stanza. "Lo vedrai tu stessa, è una cosa o qualcuno che conosci molto bene".
Il mio cuore inizia a battere decisamente forte e forse lo percepisce. Non dovrei farlo, eppure penso a lui. Penso che possa tornare anche se è impossibile ma la mia follia è talmente elevata che sono ingenua a pensare ad una cosa del genere.
Pensare che l'amore della mia vita possa ritornare da me.
Le porte si spalancano, delle guardie trascinano un ragazzo alto e con un sacco che gli copre la testa che si dimena.
Io rimango immobile a vedere che succede. Lo posizionano sulla sedia con William affianco a Clara ed Emerson che guarda la scena, iniziano a legarlo sulla sedia avvolgendogli una fune.
Tra queste guardie ne noto una in particolare. È poco più bassa rispetto a me ma notevolmente rispetto ai suoi colleghi. Noto che William si avvicina, toglie la sua maschera di Munch.
È una ragazza.
Una splendida ragazza dai capelli molto mossi, scuri e folti, pelle mulatta e labbra carnose.
Credo abbia la mia età, però non dovrebbe essere questo il posto in cui dovremmo stare. Dovremmo studiare, uscire con gli amici, divertirci ed essere spensierati.
Io sono rimasta in America perché volevo che la vita dei miei amici fosse questa.
William la guarda mentre il ragazzo sulla sedia continua a dimenarsi ma si sta indebolendo a causa del poco ossigeno. Non oso muovermi.
"Sei riuscita nel tuo intento, dunque" dice William a lei. "Ottimo lavoro". Finisce il suo drink e getta il bicchiere sul carrello con le bottiglie. Poi torna a guardare me avvicinandosi.
"Madison Bianchi, prima di entrare a far parte della HTA, ho bisogno che tu faccia ancora qualcosa per me". Si mette le mani in tasca, consapevole che sta per dire una delle sue indecenze umane. "Devi torturare quest'uomo per me".
Sarà che ho sofferto da morire in passato, perché questa affermazione non mi tocca per niente, più o meno. "Le tue scelte non sono mai casuali, voglio vedere chi c'è dietro quel sacco. Scoprigli il volto".
"È proprio questo il punto, tu non saprai chi stai per torturare".
Scuoto la testa. "Allora se il patto non è equo, io non farò nulla".
"Troppo testarda e complicata, Madison. Tu dovrai seguire i miei ordini senza ma e se. Prega che le mie punizioni saranno lievi".
"Madison!"
Non era una parola ben comprensibile, perché il ragazzo davanti a me potrebbe avere una benda che gli copre la bocca.
Eppure, quella voce come potrei non riconoscerla?
Se in precedenza il fatto di torturare un uomo non mi turbasse più di tanto, al momento sento una voragine nel petto, tanto per aggiungere ulteriore dolore alla mia povera anima.
La ragazza senza maschera dietro William è decisamente tesa, sembra non avere anima.
Se è chi mi è parso di capire, allora devo saperlo subito.
"Fammi vedere chi è quel ragazzo". Sibilo.
William inizia a ridere. "Brava, Madison. Hai capito chi è il nostro ospite".
William si avvicina all'uomo, con un gesto rapido gli toglie il sacco dalla testa.
Quindi è questo il gioco della vita? Vuole togliermi davvero tutte le persone possibili a me più care?
Alex, il mio migliore amico, è davanti a me.
Indossa una benda sulla bocca, si guarda intorno disorientato. Non appena mi vede si muove in avanti quasi volesse venire verso di me, felice di rivedermi dopo diverso tempo.
Forse ho la bocca spalancata, forse le lacrime agli occhi a causa della stanchezza e del dolore, del dispiacere. Perché Alex non è solo il mio migliore amico, ma un membro della squadra che io ho promesso di proteggere. A lui l'ho promesso.
È come se mi stessi risvegliando da un coma, perché ho per la prima volta consapevolezza di quanto la sua morte mi abbia cambiata. Io non sono più la stessa, io non sono questa. Solo ora sono cosciente per davvero di quanto freddamente abbia trattato i miei amici essendosi il fermato il mio cuore. Perché ora, qui, mentre vedo Alex in questo stato ho voglia di sterminare chiunque mi trovi davanti.
Punto lo sguardo verso William.
"Lascialo andare, oppure ti uccido seduta stante".
William non sorride, ha un'espressione seria che ora è macchiata da un ghigno inquietante.
"Fallo" cerca di intimarmi. "Non lo ripeterò, esegui i miei ordini".
Stringo i pugni, le mie mani sporche di sangue.
"No".
Alza la voce. "Fallo, Madison. O lo ucciderò io stesso".
Alex mi guarda, ma non ha paura. Nemmeno io ho paura, perché per quanto questo gesto da parte di William non avremmo potuto prevederlo abbiamo preparato un piano.
Alzo il viso.
Come previsto, il resto della mia squadra è proprio lì, sul soffitto della sala, che aspetta di avviare l'imboscata.
Sono tutti in divisa, la cosa è seria.
Torno a guardare William.
"Tic-tac, William. La bomba sta per esplodere".