Come la luna sull'acqua chiar...

By MaliaInk

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Andrea era partito, lasciando Serena sola con le macerie del loro passato e i fantasmi di un futuro mai reali... More

ALERT
PROLOGO
1.TRA TE E IL MARE
2.SOPRAVVIVERE
3. RIVEDERSI
4.RIAVVOLGERE
5.RIMORSI & RIMPIANTI
6.HERE WE GO AGAIN
7.(RE)START
8.LITTLE FREAK
9. ARMISTIZIO BIANCO
10.GEOCHRISTMAS PARTY
11.L'EQUAZIONE DI DIRAC
12.EQUILIBRIO TRA DOLORE E GIOIE I
13. EQUILIBRIO TRA DOLORE E GIOIE II
14. RIFLESSI E RITORNI I
16.CATARSI
17. SE É QUELLO CHE VUOI
18.LASCIAR ANDARE
19. FIORI ROSA, FIORI DI PESCO
20.CHE RUMORE FA LA FELICITÀ?
EPILOGO
RINGRAZIAMENTI

15.RIFLESSI E RITORNI II

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By MaliaInk

Ero lì, le lacrime scorrevano silenziosamente lungo le mie guance, mentre il peso dei miei errori mi schiacciava come un macigno.

L'avevo lasciata credendo che lei non mi amasse più, convinto che fosse la cosa giusta da fare. Ma ora, di fronte a Serena, il dolore del mio sbaglio mi travolgeva come un'onda gelida. Mi rendevo conto di averla abbandonata nel momento in cui lei aveva più bisogno di me, e quel pensiero mi tormentava, straziandomi nell'animo. La gravità delle mie azioni mi pesava come un fardello insopportabile, lasciandomi annegare in un mare di rimorsi e rimpianti.

«Io..» balbettai «..io credevo che..»

«Cosa?!» mi fermò «Credevi che non ti amassi più?!»

La postura di Serena era statica, le spalle tese e il corpo rigido, ma nei suoi occhi si leggeva chiaramente tutto il dispiacere di quello che stava succedendo. L'intensità della sua sofferenza traspariva dallo sguardo, mentre cercava di trattenere le emozioni che minacciavano di travolgerla. Era come se ogni fibra del suo essere gridasse il dolore che sentiva dentro, anche se cercava disperatamente di nasconderlo dietro una maschera di freddezza.

Mi voltai, dandole le spalle, e con il dorso della mano asciugai le due lacrime che mi erano scivolate dagli occhi. Non ero abituato a piangere. Dalla morte dei miei genitori, mi ero concesso il lusso delle lacrime solo altre due volte, entrambe per lei. 

La prima volta, mentre, disperato, la lasciavo all'ospedale con l'ex in coma; e poi ora.

Quella ragazza aveva il potere di toccare corde che non sapevo nemmeno di avere. Ogni parola che pronunciava sembrava vibrare come se avesse risvegliato qualcosa in profondità dentro di me. Era come se stesse accordando le corde di quelle chitarre che, prima che io la distruggessi, amava suonare.

Sospirai, sentendomi esausto. Non sapevo cosa fare né come fare per districare quella matassa che avevo dentro e intorno a me. Mi ero ripromesso di parlarle, di starle vicino, e di cercare di risolvere quella situazione intricata a prescindere da tutto. Ma sembrava che più ne parlassimo, più la confusione aumentasse.

Era come se ogni parola, anziché sciogliere i nodi, li avvolgesse ulteriormente. Sembrava un labirinto senza uscita, dove ogni tentativo di trovare una via d'uscita portava solo a ulteriori bivi e strade senza sbocco.

«Andrea?»

La notte estiva avvolgeva il bosco in un manto di quiete e mistero. La pioggia aveva appena smesso di cadere, lasciando l'aria impregnata di freschezza e il terreno umido sotto i nostri piedi. Le prime stelle timide cominciavano a spuntare nel cielo, ma la loro luce era ancora troppo flebile per penetrare il blu notte intenso, che sembrava avvolgere tutto attorno a noi. Era come se il bosco fosse sospeso in un limbo tra l'oscurità e la luce, mentre noi eravamo nella caverna.

Sarebbe stato rischioso avventurarsi verso casa di Serena, anche se distava appena un chilometro dal bosco.

La notte prometteva di essere lunga e incerta, e saremmo dovuti rimanere lì, in quel rifugio improvvisato, fino all'alba.

O parlavamo stanotte, oppure non ci sarebbe stata più occasione.

«Mi stai preoccupando.»

Trasalii nel sentire la voce di Serena così vicina a me. Ero così preso dai miei pensieri che non avevo avvertito la sua figura avvicinarsi.

Mi voltai verso di lei con una determinazione nuova, sentendo il peso delle mie parole nell'aria umida e carica di tensione. «Senti.» iniziai «Credimi quando ti dico che continuare a rinfacciarci cose avvenute un anno fa non ci porterà da nessuna parte. Se vogliamo veramente mettere fine a questa guerra fredda che si è insinuata tra di noi, è il momento di agire.» un sospiro sfuggì dalle mie labbra, portando con sé la fatica accumulata da mesi di silenzi e scontri frustranti. «Dobbiamo aprirci l'un l'altra, senza maschere, senza remore.» sospirai ancora «Cominciamo da qualsiasi cosa, ma parliamo.»

La sua espressione si contrasse inaspettatamente, colta di sorpresa da questo cambio repentino di prospettiva.

«Va.. va bene..» balbettò in risposta.

Mi diressi verso il cesto di more e presi la coperta che serviva per coprirle, la stesi e mi ci sedetti sopra, invitandola a fare lo stesso.

La tensione nell'aria era palpabile, ma era diversa, quasi pregna di speranza.

Serena e io ci guardavamo intorno, i nostri sguardi cercavano le parole giuste per rompere il ghiaccio che si era formato tra di noi. Era un imbarazzo nuovo, fresco, intriso di un'attesa carica di possibilità. Avevamo di fronte un'infinità di argomenti da affrontare, così tanti che era difficile decidere da dove cominciare. Eppure, in mezzo a quel mare di incertezze, c'era una speranza che galleggiava: forse eravamo entrambi pronti a mettere da parte il passato per costruire un futuro diverso, insieme.

Fu lei a rompere il ghiaccio. «Cosa hai fatto in questo anno sulla piattaforma?»

Il suo imbarazzo mi causò un tenero sorriso. Mi aveva posto quella domanda senza guardarmi, giocando con il bordo colorato della coperta.

«Ero il loro geologo. Mi occupavo soprattutto di indagini sotterranee e carotaggi superficiali. Studiavo le sismiche e le sezioni geologiche per cercare di capire dove potessero trovarsi serbatoi di petrolio importanti. Soprattutto questo.» sospirai «La notte non facevo granchè. Eravamo sperduti in mezzo al mare della Libia.»

Lei sgranò gli occhi. «Libia?! Ma è pericolosissimo lì! Non hai avuto paura?»

Sorrisi per la sua preoccupazione. «No, Serena, non ho avuto paura perché eravamo controllati 24 ore su 24, 7 giorni su 7.»

«Ah, capisco.»

La guardai e notai un'espressione di incertezza nei suoi occhi. Le sue labbra si aprirono e si chiusero più volte, come se volesse dire qualcosa ma non riuscisse a trovare le parole. Le sue guance si tinsero di un rosso leggero, rendendo il suo imbarazzo evidente.

Mi sporsi verso di lei. «Chiedimi quello che vuoi. Non aver paura.»

Sgranò gli occhioni e spostò lo sguardo in basso. «Ecco...» deglutì «...beh, cioè...la notte.. la notte cosa facevi?»

Scoppiai a ridere di gusto per quel fraintendimento. «Serena..» non riuscivo a smettere di sorridere «..se mi stai chiedendo se sono andato a letto con altre, la risposta è no.»

«Non intendevo questo!» mise le mani avanti, con l'imbarazzo che la stava mangiando viva.

Inarcai un sopracciglio. Lei sbuffò e si rimise composta, evitando accuratamente di guardarmi.

«E poi, non ci sarebbe stato niente di male visto che noi..» cominciò, timida.

Alzai gli occhi al cielo. «Non sono andato con nessuna perché pensavo a te.» la interruppi, infastidito.

«Come?!»

«Hai capito benissimo. Non c'era spazio per nessun'altra nella mia testa, Serena. Eravamo noi due, sempre. Ogni momento, ogni pensiero, era rivolto a te. Anche quando la notte arrivava e gli incubi di quel giorno tornavano a tormentarmi, la tua presenza era la mia ancora di salvezza. Non avevo desiderio per nessun'altra, perché nel mio cuore c'eri solo tu, con il tuo corpo e la tua voce che mi davano conforto. Ero tuo, completamente.»

Osservai Serena con occhi intensi, notando una lacrima solitaria che solcava il suo viso. Il mio cuore si strinse nel vederla così, vulnerabile e commossa. Non avevo previsto la reazione di Serena alla mia confessione.

Il silenzio tra di noi si fece palpabile, carico di emozioni non dette, mentre il mio sguardo si soffermava su di lei con preoccupazione e amore mescolati.

«E allora perché mi hai.. sei andato via

«Quel periodo per me è stato orribile. Ero arrabbiato, frustrato e deluso da tutti e da te, pensavo che non mi amassi più. Mi sentivo sempre in difetto con te, come se ci fosse sempre qualcuno migliore di me nella tua vita. Mi sono innamorato del tuo lato ingenuo e puro, ma questa ingenuità continuava a infastidirmi perchè tu non vedevi quello che stava succedendo intorno a te. A come i paparazzi, i gossip e poi Stefano cercassero di dividerci.»

«Andrea, io non...»

La bloccai con la mano. «Mi dispiace profondamente per aver reagito in modo così aggressivo nei tuoi confronti. Non volevo ferirti. Tuttavia, quel costante etichettarmi come aggressivo, il sentirsi sempre messo in discussione, ha finito per logorarmi a tal punto da far scaturire quella reazione orribile quella notte. Non volevo arrivare a quel punto, ma mi sentivo soffocare sotto il peso delle aspettative e delle tensioni accumulate.»

Esprimevo con voce tremante e carica di emozioni il mio tormento interiore. Le parole affioravano dalla profondità della mia anima, riportando alla luce il dolore che avevo provato in quel periodo buio. Il mio sguardo si annebbiò di tristezza mentre rivivevo quei momenti di frustrazione e disillusione. Le parole fluivano con difficoltà, come se ogni frase fosse un peso da sopportare, una ferita riaperta che ancorami bruciava. Eppure, nonostante il dolore che traspariva dalle mie parole, c'era anche una nota di speranza, la speranza di essere finalmente compreso e accettato da Serena, di trovare un conforto nel rivelare i miei sentimenti più profondi.

«Mi sentivo costantemente sotto attacco da parte tua, anche se il mio unico desiderio era proteggerti da Stefano, che stava cercando di metterci una contro l'altro. Quella dannata notte, quando hai respinto il mio abbraccio con uno sguardo che mi ha fatto sentire come una bestia, mi hai ferito profondamente. Io, che ho sempre avuto timore anche solo di sfiorarti con una carezza, sono stato segnato da quel gesto in una maniera profonda, al punto da prendere la decisione di andarmene.»

Alzai lo sguardo su di lei e la vidi asciugarsi qualche lacrima silenziosa.

La osservai piangere e un impulso irresistibile mi prese: volevo avvicinarmi e avvolgerla in un abbraccio protettivo, come se potessi proteggerla da tutto il dolore del mondo. La vedevo così fragile e dolce, come una bambina smarrita in mezzo alla tempesta, e il desiderio di stringerla forte contro di me diventava sempre più insistente.

«Hai ragione, forse avrei dovuto gestirla in modo diverso.» sospirai, lasciando che la malinconia permeasse le mie parole «Mi dispiace per tutto quello che è successo. Ma tu non consideri mai il fatto che stavi passando comunque un periodo buio, anche a causa della notizia dell'adozione da parte dei tuoi genitori. Io dovevo essere forte per entrambi, ma in un mondo come quello musicale, a volte la forza serve solo a spezzarsi ancora di più. Mi sono lasciato sopraffare dagli eventi e non ho saputo gestire la situazione come avrei dovuto. Ma credimi quando ti dico che non ti avrei mai lasciata se davvero non avessi avuto la sensazione di averti persa per sempre. E non mi riferisco alle interviste, ai paparazzi e a tutto quel contorno. Mi riferisco al nostro legame.»

Il suo corpo cominciò a essere scosso da singhiozzi, ma continuava a piangere silenziosamente.

Mi avvicinai, titubante, e l'avvolsi tra le braccia.

Mentre la sentivo scuotersi dai singhiozzi, fui attraversato da una tempesta di emozioni contrastanti. Da un lato, provavo un profondo senso di dolore nel vederla così provata, nel rendermi conto dell'immensità della sofferenza che lei avesse dovuto affrontare durante il periodo di separazione.

Una sofferenza speculare alla mia.

«Mi dispiace!» scoppiò tra i singhiozzi «Non volevo ferirti! Tu eri tutto per me, il mio rifugio, il mio faro nel buio, la mia unica luce. La tua aggressività mi spaventava, ma non avrei mai voluto che tu ti allontanassi da me! Mai avrei voluto perderti così.»

Ogni singola lacrima che scendeva dal suo viso era come una lama che trafiggeva il mio cuore, un doloroso richiamo alle ferite che entrambi avevamo subito.

Ma insieme al dolore, avvertivo anche un senso di sollievo. Sollievo nel ritrovare quel contatto così intimo e autentico che pensavo perduto per sempre. Le braccia di Serena intorno a me erano una morsa carica di affetto e amore, una luce che mi guidava attraverso le tenebre del rimpianto e della perdita. In quel momento, si sentiva finalmente libero di abbassare le difese che aveva eretto attorno a sé, di lasciarsi andare alla vulnerabilità e alla sincerità di fronte a me.

L'ambiente era pervaso da un'atmosfera carica di emozioni, dove le parole di Serena risuonavano come sussurri dolorosi tra le lacrime che scivolavano lungo il suo viso. «Mi dispiace, Andrea.» mormorava «Più di qualunque altra cosa al mondo. Sono finita in un ospedale psichiatrico per cercare di uscirne. Mi hanno sommersa di farmaci che anestetizzavano l'anima pur di sopprimere il dolore. Ma non ti ho mai dimenticato. Ogni singolo istante di ogni giorno, avrei dato qualsiasi cosa pur di averti al mio fianco. »

Le sue frasi, sconnesse e interrotte dai singhiozzi, si perdevano nell'aria carica di tensione, ma riuscirono comunque a raggiungere il mio cuore come frecce infuocate. Il suono delle sue parole, così sincere e piene di rimpianto, riempiva lo spazio intorno a noi, creando un'aura di vulnerabilità e verità che avvolgeva ogni singolo gesto e ogni singola espressione.

Ascoltavo, incapace di smettere di stringerla e accarezzarla, mentre le sue parole penetravano nel mio animo e mi toccavano nel profondo. Le lacrime di Serena diventavano il tramite delle sue emozioni, trasportando con esse tutto il peso del suo amore e della sua sofferenza.

E in quel momento, il silenzio della notte venne interrotto solo dal suono dei singhiozzi e dal battere dei nostri cuori, che battevano all'unisono come se volessero comunicare l'ineffabile legame che ci teneva uniti nonostante le tempeste che abbiamo dovuto affrontare.

E mentre Serena continuava a sciogliersi tra le mie braccia, mi resi conto di quanto la sua presenza fosse stata fondamentale nella mia vita, di quanto abbia significato per me la sua assenza.

Se ti guardavo negli occhi mi vedevo,
migliore di ciò che sono, riflesso nella tua iride.

Mi sentii grato per ogni istante trascorso insieme a lei, per ogni sorriso condiviso e ogni conforto reciproco. E in quel momento, con Serena che si scioglieva tra le mie braccia, compresi molte cose. 

Vidi l'importanza e la bellezza del nostro amore, così come la forza del nostro legame. Era ancora presente, nonostante le tempeste che abbiamo affrontato. Può essere un po'ammaccato, ma brilla ancora vivido e lucente, come una stella in una notte buia.

Non posso garantire che torneremo mai insieme, perché le ferite che ci siamo inflitti potrebbero essere troppo profonde, forse irrimediabilmente. Ma lei, la mia bimba, resterà sempre la figura più significativa nella mia esistenza, l'unico amore che abbia mai conosciuto così profondamente. 

Comunque vada andrò dritto per la mia strada, sarai sempre la colonna sonora della mia vita.
Tra tutte le persone sei la sola che colma, perfettamente lo spazio che ho tra le dita.
Ricordati di me anche se di me non ci sarà più niente.

Anche se le circostanze ci separassero definitivamente, il suo impatto sulla mia vita rimarrà indelebile. 

Se un giorno dovessi guardare indietro tra gli anni, vedrei sempre lei, con tutto ciò che ha significato per me, con tutte le gioie e le sofferenze che abbiamo condiviso. Se dovessi scegliere un'unica persona da tenere accanto a me in questo viaggio chiamato vita, sarebbe ancora lei.

ll cuore lo perdi una volta sola, passiamo il resto del nostro tempo a pensare solo a una persona.
Tutte quelle che verranno non saranno, nient'altro che repliche di una storia che so a memoria.

Perché è stata la mia compagna di viaggio più preziosa, la luce che ha illuminato il mio cammino, anche nei momenti più bui.

Comunque vada, anche se sarà finita, sarai sempre la colonna sonora della mia vita.

___________________

Buonasera a tutti! ❤️

Con questo capitolo si conclude ufficialmente la prima parte della storia, e ci addentriamo nel blocco finale. Ammetto di provare un misto di tristezza e eccitazione nel salutare definitivamente questi due testardi e i loro amici.

Ma procediamo con calma, vero?🥰

Ora, il capitolo è scritto esclusivamente dal punto di vista di Andrea. Ho preso questa decisione per due motivi principali: primo, volevo svelare cosa avesse fatto questo povero ragazzo durante l'anno trascorso lontano da Serena (niente di entusiasmante😂) ; secondo, desideravo che fossero finalmente chiare le sue ragioni e le sue motivazioni dietro il gesto di un anno fa.

Spero di essere riuscita a trasmettere tutto ciò che volevo e che il capitolo vi abbia emozionato.

Vi aspetto nei commenti, se vi va, e vi chiedo di lasciare qualche stellina. Il vostro feedback è fondamentale per me.

Grazie di cuore per il vostro affetto!

Vi abbraccio con tutto il mio cuore.

M. 💖

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