Beyond Pride - Mattheo Riddle

By callmecarrieriddle

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[IN CORSO] La storia parla di Nora Nott, sorella di Theodore Nott, che appartiene alla casata di Serpeverde... More

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By callmecarrieriddle

"Bisogna sempre chiamare
le cose con il loro nome.
La paura di un nome
non fa che incrementare
la paura della cosa stessa"
(Hermione Granger )

NORA MERYL NOTT

Io, Bellatrix Lestrange e altri Mangiamorte entrammo nel castello di Hogwarts tramite l'Armadio Svanitore che Draco aveva riparato.

Era arrivato il momento di uccidere Silente, ne ero consapevole ma non volevo crederci.

Salì le scale che portavano alla Torre di Astronomia, i Mangiamorte avevano attirato lì l'attenzione del preside grazie al teschio verde che spiccava nel cielo sopra la torre.

Quest'ultimi erano rimasti indietro a combattere chiunque gli si mettesse contro e intralciasse il loro cammino, mentre avevano ordinato a me di andare da Silente adesso. Così percorsi in fretta le rampe di scale con l'ansia nel petto.

Una lacrima rigò il mio viso ma la cacciai immediatamente. I miei genitori non sarebbero fieri di me ma capirebbero che lo sto facendo soltanto per salvare la vita di mio fratello.

Dovevo affrontare questa realtà, stavolta non potevo rifugiarmi nei sogni, non potevo scappare, anche se avrei voluto. Sarei voluta scappare, scappare lontano, lontano dai problemi, ma stavolta non avevo via d'uscita.

Dovevo affrontare questa cosa da sola, dovevo trovare il coraggio, anche se esso risiedeva negli angoli più remoti di me stessa.

Uccidere una persona non è una cosa da tutti i giorni,
non è una difficoltà che si affronta quotidianamente, è una cosa più grande di me ed è un qualcosa che segnerà la mia vita per sempre.

Sarò macchiata del sangue di Albus Silente per sempre e questo mi renderà un'assassina, diventerò qualcuno che non sono e finirò per non riconoscermi più nemmeno io stessa. Ucciderlo inciderà profondamente sulla continuazione della mia vita, tutti mi odieranno, tutto cambierà, io cambierò.

Non ero pronta a questo ma dovevo affrontarlo da sola, dovevo affondare giù da sola questa volta, senza portare giù con me anche gli altri. Nessuno doveva essere coinvolto. Né mio fratello, né Mattheo, né Draco, né Pansy né nessun altro, era una cosa mia e non potevo permettere che qualcuno si facesse male a causa mia. Dovevo soffrire da sola, soltanto io.

Arrivai finalmente in cima, presi un respiro profondo e trovando un tantino di coraggio spalancai la porta con la bacchetta fra le mani e urlai: Expelliarmus!

La bacchetta di Silente cadde lontana da lui che mi guardò con la solita espressione tranquilla. Non sembrava per nulla sorpreso di vedermi.

« Buonasera Nora » mi sorrise cordialmente, come se niente fosse appena accaduto.

« C'è qualcun altro con lei? » ignorai il suo saluto e gli feci una domanda notando due scope.

« È la domanda che dovrei porti io piuttosto » constatò.

« Si, non sono sola. Ci sono i Mangiamorte a scuola, arriveranno qui a breve »

« E dimmi.. come sono entrati, o meglio chi li ha fatti entrare? Tu? » chiese.

« No, questo non è affar suo comunque » risposi cercando di non mostrarmi debole ai suoi occhi.

« Oh fammi indovinare, stai proteggendo tuo fratello? Draco? Oppure Mattheo?»

« Non ha importanza.. io sono qui per svolgere il mio compito » dissi con poca sicurezza.

« Immagino che dovrai finire il lavoro in cui Malfoy ha fallito miseramente: provarmi a uccidere per tutto l'anno. »

« Esatto » affermai con un nodo alla gola che mi fece scoppiare a piangere in un attimo.

« Io non voglio farlo.. » singhiozzai.

« Non sono forte, non posso farcela, non ci riesco, io non sono questa.. non c'è la faccio.. non posso farlo. No, no, no, no, io devo.. devo farlo per mio fratello, devo farlo.. io.. io devo ucciderla.. » le mie mani tremavano così come la bacchetta che stavo impugnando.

Asciugai le lacrime con la manica della giacca ma fu inutile perché continuai a piangere disperatamente.

« Tu non sei un assassina. Non devi farlo, possiamo trovare un altro modo, le cose possono andare diversamente.. »

« Devo farlo! Lei non capisce! Lui ucciderà mio fratello come ha fatto con i miei genitori! » lo interruppi.

« Io posso aiutarti Nora »

« No lei non puoi! Nessuno può, non ho scelta, non ho mai avuto scelta e mai l'avrò. » la bacchetta tremava incontrollabilmente.

« Bene.. guardate chi abbiamo qui. Silente in trappola! » sghignazzò Bellatrix che in quel momento entrò nella stanza seguita da Fenrir Greyback, i Carrow e Draco.

Quest'ultimo mi lanciò un'occhiata dispiaciuta e piena di terrore.

« Buonasera Bellatrix, penso sia l'ora delle presentazioni, tu no? »

« Vorrei tanto Albus, ma credo che siamo tutti pieni di impegni! » rispose con voce perfida Bellatrix.

« Ti vedo parecchio invecchiato Silly.. non ti resterebbe comunque molto da vivere anche se Nora non ti uccidesse.. sei debole, meno resistente, riflessi più lenti. Sei vecchio Silente, è arrivato il tuo momento. Nora, fallo! » urlò in seguito.

« Io.. » provai a trattenere le lacrime ma fu impossibile, come potevo uccidere qualcuno?

« Non ha fegato, proprio come i suoi genitori » mormorò con disprezzo Fenrir Greyback.

Il fatto che avesse nominato i miei genitori riaccese in me una rabbia che reprimevo da molto tempo. Avrei voluto staccargli tutti quei denti aguzzi da lupo mannaro che si ritrovava ma dovevo cercare di mantenere la calma.

« Lo finisco io a modo mio » continuò.

« No! Il Signore Oscuro è stato chiaro, deve farlo la ragazza! » controbattè Bellatrix.

« Avanti! Forza! Uccidilo! Coraggio Nora, ora! »
urlò al mio orecchio.

La mia mano tremava così tanto che riuscivo a stento a tenere la bacchetta in mano e prendere la mira.

« Ferma! » mio fratello entrò in quell'attimo
insieme a Mattheo.

Li guardai e un piccolo sorriso si formò sul mio viso.
Questo però si spense subito quando Bellatrix puntò la bacchetta alla gola di mio fratello.

« Fallo o lo uccido! »

Devo farlo, devo farlo, devo farlo, non ho scelta, mio fratello non morirà questa notte, questa notte morirà Albus Silente, per mano mia..

Strinsi la bacchetta e la puntai verso quest'ultimo.

« No! » Mattheo si mise in mezzo « Avada Kedavra! »

Una luce verde colpì in pieno il preside.

Il mio cuore perse un battito. Mattheo aveva ucciso Silente, aveva ucciso Silente al posto mio, lui aveva ucciso Silente per me, mi aveva salvata, Mattheo mi aveva salvata ma si era condannato ad un senso di colpa eterno.. un senso di colpa che avrebbe lacerato per sempre il suo cuore.

Silente precipitò dalla Torre di Astronomia, mi sentì mancare il respiro. Mattheo stava guardando Silente cadere nel vuoto lentamente, era immobile. Piansi come una bambina e mio fratello, liberato da Bellatrix, corse ad abbracciarmi.

Silente era morto, Mattheo lo aveva ucciso per colpa mia, avrei dovuto farlo io e lui si è sacrificato per me..

« Shh non piangere » mio fratello mi accarezzò i capelli dolcemente.

« È colpa mia.. è tutta colpa mia » singhiozzai.

« Non è colpa di nessuno, doveva andare così. Stai tranquilla » mi strinse a sé delicatamente.

Draco era sconvolto. Uno dei mangiamorte l'aveva portato via. Bellatrix stava urlando di gioia, corse vicino la ringhiera e con la bacchetta formò il marchio nero tra le nuvole. Mattheo stava fissando il vuoto, era girato di spalle, non riuscivo a vederlo ma non stava muovendo un arto, sembrava come paralizzato.

Mi staccai da mio fratello e lo raggiunsi.

Arrivai accanto a lui e l'osservai: i suoi occhi erano persi nel vuoto, sembrava fosse scollegato dalla terra, sembrava fosse in un altra realtà, non era realmente presente qui, era "sulle nuvole", così si dice.

« Mattheo.. » lo chiamai.


Si voltò verso di me e la sua espressione si fece diversa.

« Mattheo avrei dovuto farlo io.. non dovevi prenderti questa responsabilità.. tu-, tu perché l'hai fatto? »

« Non volevo che tu ti sporcassi le mani, sei già troppo coinvolta. Non voglio che tu diventi come me, mai »
scandì bene mai e i suoi occhi si incupirono.

Il suo sguardo era indecifrabile, sembrava.. morto.

Mi avvicinai per abbracciarlo ma lui mi prese per le spalle bloccandomi.

« No. »

« Mattheo.. »

« Adesso devi starmi lontana o ti farai soltanto del male, te ne hanno già fatto troppo. È per il tuo bene, mi dispiace.. » disse l'ultima parola con voce tremolante e una lacrima bagnò il suo viso.

No, non di nuovo. No, non posso farcela senza di lui, non posso, non voglio, no.

« Mattheo ti prego.. » continuai a piangere.

« Mattheo ti prego resta » lo supplicai.

Altre lacrime si posarono sul suo viso.

« Non posso » disse con una voce che mi spezzò il cuore, stava piangendo e non l'avevo mai visto così.

In un secondo sparì davanti ai miei occhi.

Mattheo aveva ucciso per me e poi mi aveva lasciata da sola, mi aveva abbandonata, per l'ennesima volta.

« Vieni con me » Bellatrix mi prese per il braccio, senza curarsi minimamente del fatto che stavo piangendo, e ci smaterializzammo.

Il nostro corpo si spostò a Villa Riddle e subito sentì dalla stanza accanto Voldemort intento a congratularsi con Mattheo.

È qui. Mattheo è qui.

« Sono così fiero di te » sentì dire dal padre

« Non mi toccare » rispose Mattheo.

Avrei voluto urlargli che ero qui in quel momento ma una voce me lo impedì.

« Tom ti aspetta nell'altra stanza, cammina » Bellatrix mi diede uno spintone.

« Cammina ho detto » alzò la voce quando mi vide immobile e mi strinse il posto trascinandomi in una stanza della casa. Volevo restare a guardare Mattheo.

Mi chiuse dentro e lì trovai Tom seduto sulla sedia in pelle del suo studio.

Rimase a fissarmi per secondi interminabili e io rimasi in silenzio sotto il suo sguardo attento.

Il suo viso era rilassato, non aveva la solita espressione rabbiosa.

Iniziai a spazientirmi, volevo che parlasse al più presto, andarmene immediatamente da qui e correre da Mattheo, mi sentivo soffocare in questo posto.

« Dimmi che cazzo cazzo vuoi Tom, fa in fretta »

« Ancora dopo ciò che ti ha fatto Bellatrix non riesci a frenare quella lingua lunga? » rise.

« E tu ancora hai il coraggio di guardarmi in faccia dopo quello che hai fatto? » in quel momento lo vidi abbassare lo sguardo ed evitare il mio.

« Sapevo che saresti sopravvissuta, non avrei mai permesso che tu morissi »

« Oh e questo dovrebbe tranquillizzarmi? Mi hai fatto torturare quando ti ho pregato di non lasciarglielo fare. Che razza di persona sei? Tu sei tale e quale a tuo padre, usi le altre persone per il lavoro sporco che avresti dovuto fare tu. Se hai il coraggio torturami, torturami forza! » urlai in lacrime.

« Ti ho detto forza! Torturami, adesso! Fallo! » continuai ad urlare.

Si alzò dalla sedia e rimase immobile a squadrarmi.

« Che c'è non hai le palle? Torturami, tirami un altro schiaffo, picchiami, forza! Vediamo che uomo che sei! Vediamo che marito che sei! Torturami! »

« Io non voglio farti del male » si avvicinò a me.

« Ah no? Non vuoi farmi del male? L'hai già fatto! »

« Nora » fece un sospiro « Io non voglio farti del male, è soltanto che la gelosia mi ha dato al cervello.. ho perso totalmente il controllo »

« Ma che cazzo stai dicendo » sbottai.

« Non ci arrivi da sola? » fece una pausa che sembrò durare un'eternità « Io ti amo Nora »

Lui mi ama? Ma sta scherzando? Ho sentito bene? Ma che stracazzo sta dicendo? Come può amarmi?

« Tu mi ami? Tu? Che amore è questo Tom? Dimmi che cazzo di amore è questo! Tu lo chiami amore? Non hai neanche una minima idea di cosa sia l'amore per quanto sei egoista! Tu non mi ami, non sai cos'è l'amore, questo di certo non lo è! »

« Io ti amo, la rabbia mi ha accecato, non riuscivo a vederti vicina a mio fratello, ho perso la testa »

« Ma fai sul serio? Questo non è amore! Non sai un cazzo dell'amore perché non hai un cuore! Se tu mi ami come dici non mi avresti mai fatto del male, mai! Tu non hai neanche la minima idea di cosa significhi amare una persona! »

« Io sapevo che c'è l'avresti fatta, sapevo che non saresti morta, è stato uno sbaglio farti torturare ma possiamo sistemare le cose, possiamo stare insieme. Puoi sforzarti a dimenticare »

« Dimenticare? Dimenticare? Come posso dimenticare! Non posso dimenticare il dolore tremendo che ha invaso il mio corpo, non posso dimenticare la voglia di morire, non posso dimenticare! Non osare più chiedermi di dimenticare! Come hai il coraggio di chiedermelo! » singhiozzai.

« Possiamo andare avanti insieme, possiamo amarci » mi accarezzerò il viso.

« Non toccarmi! Cosa cazzo dici! Io non ti amerò mai! Mi fai schifo, mi fai dannatamente schifo! Io amo Mattheo, ficcatelo in quella cazzo di testa! Non ho mai amato nessuno come amo lui, quando lo vedo provo qualcosa di inspiegabile ma quando guardo te.. quando guardo te rivedo soltanto mio zio, solo un mostro e mi sale il vomito a pensare di dovermi sposare con una persona del genere. » lo guardo disgustata asciugando le lacrime e mostrandomi forte, anche se non lo ero, per niente.

« Ora posso andarmene o proverai a farmi uccidere di nuovo? » continuo sarcastica facendo una risatina nervosa.

La sua espressione dopo ciò che gli ho detto è cambiata completamente, i suoi occhi si sono incupiti totalmente, la sua mascella si è contratta e il suo sguardo sembra infuocato.

« Vattene e dimenticati quello che ti ho detto, volevo soltanto manipolarti » risponde serio senza far trasparire alcun tipo di emozione sul suo volto, era inespressivo.

• ❄️ •

MATTHEO MARVOLO RIDDLE

« Ferma! » urlò Theodore quando entrammo dalla porta, Nora stava per ucciderlo.

Lei si girò verso di noi e ci rivolse un sorriso impercettibile. Sul suo viso era apparsa una grande cicatrice. Bellatrix, quella puttana le aveva fatto del male con il suo coltellino del cazzo.

Ero incazzato come non mai, lei, quella lurida troia, aveva toccato la mia donna.

Come cazzo si era permessa?

In quel momento la puttana puntò la bacchetta nella gola di Theodore e avrei voluto tirarle tutti i capelli fino a farla diventare pelata, così sarebbe diventata una simile del suo tanto amato Signore Oscuro.

« Fallo o lo uccido! » minacciò Nora spingendo la bacchetta sul collo di suo fratello.

Non avrei mai permesso che lei uccidesse qualcuno, non se lo sarebbe mai perdonata, si sarebbe pentita per sempre, avrebbe tradito la fiducia di Ginny Weasley, di Harry Potter, avrebbe tradito tutti e non si sarebbe mai perdonata per questo. Avrebbe avuto un senso di colpa eterno, si sarebbe chiusa in se stessa. Aveva già sofferto fin troppo, ora basta, lei non sarebbe diventata un'assassina, non sarebbe diventata come me e la mia famiglia, sarebbe rimasta pura, sarebbe rimasta se stessa.

Preferivo uccidere io stesso Silente piuttosto che farlo fare a Nora. Per lei farei di tutto.

Lo stava per uccidere. Dovevo fermarla, adesso.

« No! » mi misi in mezzo « Avada Kedavra! » urlai deciso contro il preside.

La luce verde che fuoriusciva dalla bacchetta andò a sbattere contro Silente, sentì il mio cuore smettere di battere come se fosse in sintonia con il suo, come se fossi morto anch'io in quell'istante.

Abbassai la bacchetta e la gettai per terra. Mi guardai le mani, ormai esse non erano più quelle che usavo per stringere la mano di mia mamma o per abbracciarla, le mie mani erano diventate un'arma per uccidere, erano diventate sporche del sangue delle persone che avevo ucciso , a partire dal padre di Nora (che ero convinto di aver ucciso e che così mi ha fatto credere mio padre per anni, fino a quando non mi disse che in realtà era stato lui stesso a porre fine alla vita di quel povero uomo) fino a Silente.

Distolsi lo sguardo dalle mie mani e tornai a guardare il punto da cui il preside era appena caduto e rivissi la scena in cui lo uccidevo in loop. Un loop continuo che non mi permetteva di muovermi o di spostare lo sguardo, nella mia mente erano impressi gli occhi di Silente che già aveva capito le mie intenzioni e i suoi occhi ormai spenti che cadevano insieme al suo corpo dalla torre di Astronomia. Alcune lacrime rigarono il mio viso.

Ero un assassino come mio padre ed ero destinato ad esserlo per tutta la vita, non avevo via d'uscita, non c'era alcuno spiraglio di luce a permettermi di uscire da questo vortice, era tutto buio il mio cammino e non avevo speranza.

Dovevo allontanarmi da Nora prima di tirarla con me in questo tornado che le avrebbe sconvolto la vita per sempre. Lei sarebbe cambiata e io voglio che lei resti così com'è, voglio che resti la donna pura e buona che è, non posso farla rischiare ancora di farsi del male a causa mia, finirà morta se continua a starmi dietro, abbiamo tutti contro e non c'è possibilità per noi due, devo soltanto accettarlo e dovrà farlo anche lei.

Non lascerò che lei muoia a causa mia, la proteggerò sempre, seppur a distanza lo continuerò a fare. Lei è l'unica cosa che mi tiene in vita, lei è l'unica cosa che mi da la forza e la voglia di lottare, sto lottando per lei, sto resistendo per lei e chissà magari in un futuro lontano noi due avremo una chance, ma di certo adesso non ne abbiamo una.

Aspetterò, anche se l'attesa dovesse essere lunga, anche se dovessi attendere la speranza a vuoto io la aspetterei.

Nora è l'ancora che mi tiene ancora a galla, l'unico motivo per cui non vado a fondo è proteggerla perché se non ci sono io non ci sarà nessuno che lo farà.

Si certo magari ci sarà Draco, ci sarà Theodore ma nessuno di loro due è capace di affrontare mio padre e io soltanto potrei farcela, io soltanto potrei uccidere lui e mio fratello mettendo fine a tutto questo, ma la strada per questo obbiettivo è molto lunga e tortuosa e non so se riuscirò mai a farcela.

« Mattheo.. » mi sentì richiamare dalla voce melodiosa della mia biondina e così mi voltai reprimendo le lacrime.

« Mattheo avrei dovuto farlo io.. non dovevi prenderti questa responsabilità.. tu-, tu perché l'hai fatto? » balbettò con voce tremolante.

« Non volevo che tu ti sporcassi le mani, sei già troppo coinvolta. Non voglio che tu diventi come me, mai »
scandì bene il mai cercando e sperando di farglielo entrare bene in testa.

La vidi avvicinarsi intenta ad abbracciarmi ma la bloccai dalle spalle mettendoci tutto il controllo possibile.

« No. » la allontanai straziato sapendo di doverla ferire un altra volta ma soltanto per il suo bene.

« Mattheo.. »

« Adesso devi starmi lontana o ti farai soltanto del male, te ne hanno già fatto troppo. E per il tuo bene, mi dispiace.. » la mia voce mi tradì, una lacrima minacciò di scendere e non riuscì a fermarla.

« Mattheo ti prego.. » pianse come una bambina e dovetti trattenermi dall'asciugarle le lacrime.

« Mattheo ti prego resta » il mio cuore si spezzò in mille pezzi al vederla piangere e supplicarmi, avrei voluto tanto abbracciarla e non abbandonare più le sue braccia, avrei voluto rassicurarla e dirle che tutto andava bene, avrei voluto farla sentire al sicuro ma non potevo o non sarei più riuscito a staccarmi da lei.

Altre lacrime si posarono sul mio viso, vederla in questo stato mi lacerò l'anima.

« Non posso » dissi piangendo e mi sentì ridicolo ma vederla piangere per me mi fece sentire male.

La guardai un ultimo secondo e mi smaterializzai a Villa Riddle, non riuscivo più a guardare questa scena.

Un secondo in più con lei e mi sarei buttato tra le sue braccia ma non dovevo permetterlo. Così, spezzato e ormai morto anch'io, sparì dalla sua vista.

« Figliolo mio, ho saputo che l'hai ucciso tu, anche se avrebbe dovuto farlo Nora. Finalmente hai avuto il coraggio di uccidere, ti sei fatto uomo ormai. Sono così fiero di te » mi accarezzò il viso, ghignando, con quelle viscide mani dalle unghia lunghe e sporche.

« Non mi toccare » dissi duro e mi scostai schifato.

Mio padre stava per aprire bocca ma una porta che si sbatteva distrasse la mia attenzione e pure la sua.

Bellatrix era qui.

« Tu lurida puttana! » mi scagliai contro di lei e la presi dal collo « Ti giuro su quanto amo mia madre che se la tocchi un'altra volta » mi riferivo a Nora « mi pregherai in ginocchio di ucciderti per il dolore che ti sto provocando, ci siamo capiti o devo usare le maniere forti? Non ti avvicinare più a lei, hai capito? Voglio sentire che hai capito! Parla! » tirai un pugno al muro e urlai così forte da metterle i brividi.

« Si.. ho capito » tremò.

« Ora sparisci dalla mia vista prima che ti uccida » lasciai il suo collo e la spintonai.

La riccia sparì all'istante. Presi un bicchiere dal tavolo bruscamente e ci versai subito un po' d'acqua che bevetti subito cercando di ristabilire il battito del cuore alla normalità, perché stavo impazzendo per la rabbia.

« Mi piace questa tua voglia improvvisa di uccidere la gente.. però devi calmarti » sghignazzò mio padre.

« Non mi calmo un cazzo » tirai il bicchiere contro la parete, volevo spaccare tutto.

« Mattheo » vidi lo sguardo omicida di mio padre che tornò subito serio, pronto a strangolarmi, non tollerava che gli mancassi di rispetto.

« Scusa padre » mi scusai controvoglia trattenendomi perché non sarei riuscito a sopportare una maledizione da parte sua adesso.

"Mattheo un cazzo" avrei voluto dire "io ti ammazzo" avrei voluto dire (e più che dire, avrei voluto fare), avrei voluto dire tante cose ma dovevo contenermi.

Spazio Autrice:
Scusatemi l'attesa, so che è stata veramente lunga ma purtroppo sono stata impegnatissima tra scuola, compiti e cose varie. Adesso che ho alcune vacanze di Carnevale spero di riuscire a scrivere di più e di conseguenza far uscire il nuovo capitolo prima.

Che ne pensate di questo? Vi aspettavate che sarebbe stato Mattheo ad uccidere Silente? Vi è piaciuto che ho messo il punto di vista di entrambi i protagonisti riguardante una stessa scena (per far capire meglio cosa hanno provato tutti e due)? Come pensate andranno le cose tra Nora e Mattheo adesso? Pensate che Tom ama veramente Nora o che voleva veramente soltanto manipolarla?

Comunque se non vi fosse chiaro il perché Mattheo non si accorge di Nora ve lo spiego, in pratica la stanza in cui Nora e Tom si trovano è insonorizzata e quindi non si sente niente e neanche loro sentono nulla.

Fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti e lasciate una stellina se vi va. Ci tengo inoltre a ringraziare tutti coloro che stanno leggendo la mia storia, siamo arrivati a 30 mila letture già da un paio di giorni e ne sono felicissima, spero che la storia continui a piacervi e spero di non deludervi, grazie per tutto.
Ci vediamo al prossimo capitolo <3

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