Il Trono di Cuori

By Yuliya_Efp

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Berlay ha un solo ambizioso obiettivo da quando è nata: diventare la Regina dei Pirati. Per raggiungerlo è di... More

1. Fiducia conquistata, o quasi
2. Para bellum
3. Regina di Cuori
4. Wanted, only alive
5. Un debito da ripagare
6. Welcome to Sabaody Pt. 1
7. Welcome to Sabaody Pt. 2
8. Missione a Marineford
9. Scontro con un diabolico ex capo
10. Nuovi alleati e vecchi nemici
11. Parcere subiectis et debellare superbos
12. A carte scoperte
13. Notizie dal mondo
14. Storia di una nuova leggenda
15. Colei che seminerà il caos
16. Il piano per sconfiggere un Imperatore
17. Il dado è tratto
18. La grande invasione
19. Duelli all'ultimo sangue
20. La fine dello scontro?
21. La fuga
22. L'inizio della Nuova Era
23. Atto di forza
24. Il desiderio di te mi consuma

Prologo

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By Yuliya_Efp













4 anni prima, in un locale non precisato di Dressrosa...

















Berlay aveva pianificato ogni dettaglio, ogni mossa, perché la fredda razionalità era tutto per lei.

Aveva impiegato lunghi sudati anni per scegliere la persona giusta, il maestro che le avrebbe consentito di raggiungere il suo scopo: diventare la Regina dei Pirati.

Tuttavia, prima di lanciarsi all'avventura per mari ignoti formando la sua personale ciurma, doveva capire come funzionava tra i fuorilegge e, soprattutto, come sopravvivere nel Nuovo Mondo senza perire sotto la supremazia dei più forti.

Già, Berlay nonostante la giovane età aveva le idee piuttosto chiare su come funzionava da quelle parti, nell'età della peggiore pirateria e di grandi eroi, e aveva tutta l'intenzione di lasciare un segno indelebile del suo passaggio.

Ma prima di far conoscere ai popoli di ogni isola e continente il proprio nome, doveva imparare dal migliore in materia. O peggiore, se voleva essere precisa.

E così, dopo aver osservato con meticolosa attenzione le taglie dei pirati più noti e aver raccolto informazioni sul passato dei più loschi figuri, aveva individuato la sua preda, il suo capo ideale: Donquijote Doflamingo.

La mente scattante di Berlay ripassò velocemente gli ultimi dettagli del piano mentre fendeva la folla del gremito locale di Dressrosa. Il mantello nero scandiva ogni passo e si muoveva sinuoso attorno alla sua figura temprata da duri addestramenti. Gli stivali in cuoio, alti fino al ginocchio, non producevano nessun rumore, silenziosi come la loro padrona.

Le tre persone che cercava erano sedute davanti al logoro bancone, intente a parlare concitatamente. Una figura in particolare –quella che le interessava- era di schiena: si trattava di un uomo estremamente alto, caratterizzato da corti capelli biondi e da una corporatura a dir poco possente, dagli evidenti muscoli guizzanti che aspettavano solo di entrare in azione. Una bizzarra giacca di piume rosa, nonostante fosse piena estate, gli fasciava alla perfezione le ampie spalle, lasciando alla mercé dei suoi occhi solo le lunghe gambe, che terminavano all'interno di costosi mocassini in pelle nera. Berlay dovette ammettere che dal vivo faceva un certo effetto.

È proprio lui.

Donquijote Doflamingo.

Le persone che lo affiancavano rispettivamente sul lato sinistro e destro erano due dei suoi tre alto ufficiali, Diamante –uno spilungone da evidenti e dubbi gusti rock in fatto di vestiario- e Trebol –un individuo disgustoso che perdeva della sostanza, colla, muco forse? da ogni buco immaginabile, persino dal cappotto che gli avvolgeva la luride spalle-.

Berlay pensò che fosse meglio ignorarli e concentrarsi unicamente sul loro boss.

"Doflamingo, giusto? Vorrei parlarti e proporti di entrare in affari."

A quelle parole un pesante silenzio di morte calò nel locale.

Gli umani e i giocattoli che affollavano la stanza smisero di bere dai propri boccali e si voltarono sconcertati nella direzione della giovane. La squadrarono con terrore e si chiesero poco velatamente se fosse impazzita – o se cercasse una morte certa-, perché Berlay ci avrebbe scommesso ma nessuno aveva mai lontanamente esordito come lei davanti al Re di Dressrosa.

Eppure Berlay non era una sprovveduta: si era informata su Doflamingo e sapeva esattamente cosa dire per impressionarlo e quali tasti accarezzare per spingerlo a credere nella sua causa.

Diamante la squadrò con malcelata ostilità attraverso gli occhi chiari, sapientemente truccati. "Mocciosa, sei consapevole a chi ti stai rivolgendo con quel tono fin troppo arrogante?"

Berlay stese le labbra piene in un'espressione accondiscendente e mosse le dita con fare ovvio. "Certo, sto parlando al mio futuro capo."

La risposta parve infiammare Diamante. Batté il gomito contro alle assi del tavolo e fece per lanciarsi contro di lei quando la mano elegante di Doflamingo si sollevò, intimandogli in un gesto collaudato di fermarsi.

Doflamingo non si era ancora voltato, le dava ancora le spalle, intento a sorseggiare con la massima calma del rum all'apparenza di ottima annata ma sembrava aver colto la portata delle sue parole.

Eccellente, pensò Berlay.

"Spiegati meglio."

La voce che la raggiunse era da far accapponare la pelle, dalla cadenza calda ma al tempo stesso glaciale. Doflamingo l'aveva degnata di attenzione.

"Sarò breve: un domani voglio governare tutti i mari e diventare la Regina dei Pirati ma per riuscirci devo imparare dal migliore, da te. Per questo vorrei entrare a far parte della tua famiglia e apprendere la tua arte di conquista. Poi, quando sarò abbastanza formata, me ne andrò" disse lei, mentre prendeva una sigaretta e se l'accendeva con studiata classe. "Vedilo come un investimento, ti servirò con fedeltà e rispetto finché resterò e soprattutto porterò a termine ogni missione che mi darai, perché sai, io non contemplo il fallimento" concluse, aspirando appena.

Doflamingo si volse per la prima volta a guardarla, girando il collo possente. L'orecchino del lobo sinistro brillò malevolo nella sua direzione.

Berlay lo vide ispezionarla da cima a fondo attraverso gli occhiali dalle lenti rosse come il sangue delle sue vittime. Era come se stesse valutando se valeva la pena investire su di lei.

Diamante, al contrario di lui, sembrava su tutte le furie. "Puzzi ancora di latte e osi parlare con tanta insolenza al grande Doflamingo?" sibilò indignato.

Anche Trebol, che era rimasto in religioso silenzio fino a quel preciso momento, evidentemente troppo sconcertato per emettere alcun suono, parve tornare in sé e richiuse la bocca che aveva lasciato sgraziatamente spalancata dallo sconcerto. "Ne ne ne, questa presuntuosa sembra essersi dimenticata che si trova di fronte a un Re. Permettimi, Signorino, di rimetterla al posto che merita e cioè in ginocchio."

Doflamingo ignorò le parole dei due ufficiali. "Uscite. Tutti" ordinò perentorio, rivolto alla gente che affollava il locale. Gli avventori non se lo fecero ripetere e si affrettarono a dileguarsi in pochi secondi, letteralmente scappando via. "Tranne tu" e qui un'occhiata d'obbligo fu gettata a Berlay, "e voi" concluse, rivolto ai suoi sottoposti.

Rimasero quindi in quattro.

Doflamingo finalmente girò del tutto il busto verso Berlay e inclinò il collo di lato, decisamente divertito dalla situazione. La guardava allo stesso modo di come si studia un bizzarro animale esotico. "A quanto ammonta la tua taglia?" si informò, sorridendo malevolo verso di lei.

"Non ne ho una. Te l'ho detto, sono nuova nel giro e devo ancora farmi un nome."

"Sai combattere per lo meno, dolcezza? Io recluto solo pirati."

Berlay avvertì una punta di derisione nell'appellativo e strinse impercettibilmente le dita. "Sì e molto bene. So usare l'Haki dell'armatura e della percezione. Mettimi alla prova se non mi credi" lo invitò, tirando appena dalla sigaretta.

Il sorriso demoniaco di Doflamingo si allargò ulteriormente. "Sei sicura di te."

"So quanto valgo."

Diamante intervenne nel dibattito, sfoderando in un eco sinistro la sua spada. "Signorino, se me lo permetti vorrei chiudere lo scambio di convenevoli dandole una lezione che non scorderà alla svelta. Ci aspettano affari importanti: non possiamo sprecare altro tempo in certe patetiche sceneggiate" sbottò pratico.

"Mh, permesso accordato" concesse Doflamingo, alzandosi in piedi in un unico fluido movimento. Si stiracchiò pigramente e affondò le mani nelle tasche dei pantaloni zebrati. "Peccato, mi hai divertito fino adesso. Ma non è più tempo di chiacchiere. Se davvero sei abile come sostieni, combatti contro Diamante, un mio alto ufficiale e dimostrami di non essere solo parole al vento."

Berlay stese la labbra in un ghigno: "Con piacere. Fai la tua mossa, Diamante."

L'alto ufficiale, che poco velatamente non attendeva altro da parecchi minuti, si gettò in avanti con un potente fendente, mirando al suo costato. Berlay rimase immobile fino all'ultimo per poi scartare di lato quanto la punta della spada stava giusto per trapassarle la carne.

Diamante se rimase sorpreso dalla sua impressionante velocità non lo diede a vedere e si lanciò con un'altra sciabolata, questa volta allungando la spada per mezzo del frutto Flap Flap, rendendola flessuosa come una bandiera e quindi assai pericolosa in quanto in grado di attaccare da ogni direzione.

Berlay schivò tutti i tentativi senza scomporsi particolarmente, continuando nel frattempo ad aspirare nicotina.

Quando Diamante iniziò ad avvertire una certa indolenza nel colpire a vuoto l'aria, si fermò, indietreggiando di un passo. Le gettò un'occhiata colma di sospetto. "Sei abile, te lo concedo."

"No, sei tu ad essere troppo lento" lo corresse lei, mandandolo su tutte le furie. Berlay vide Doflamingo allargare il sorriso nell'udire la battuta e se ne compiacque. "Ora direi che tocca a me contrattaccare."

Il pugno destro di Berlay diventò tutto nero e in un balzo invisibile ad occhio umano si ritrovò a pochi centimetri dal volto sconcertato di Diamante. Caricò dietro la nuca il braccio intriso di Haki e lo puntò verso lo stomaco dell'avversario in un lasso di tempo troppo breve per essere parato.

Diamante semplicemente non si accorse del lesto movimento: si ritrovò a schiantarsi dapprima contro il bancone del locale, poi contro il muro e lì arrestò la sua caduta.

Berlay osservò impassibile il suo operato e finalmente gettò a terra la sigaretta consumata, passandoci lo stivale sopra come a spegnere gli ultimi resti. Il suo avversario giaceva scomposto tra la polvere e i detriti, con gli arti spalancati nel vano tentativo di evitare di stramazzare al suolo. Il forte impatto aveva sfondato l'intera parete, generando un cratere profondo diversi metri. Un rigolo di sangue scarlatto iniziò a colare lentamente lungo il suo mento affilato, eppure sembrava ancora pronto a dire la sua. "Q-questa me la paghi, dannata mocciosa..." biascicò infatti, prima di rimettersi in piedi. Fece per avanzare verso di lei quando una voce divertita decretò ufficialmente la fine dello scontro.

"Direi che può bastare. La donna ti ha quasi messo al tappeto con un solo colpo, immagino tra l'altro nemmeno il suo più forte" considerò Doflamingo pratico, avvicinandosi a Berlay. "Non mentiva prima."

Berlay incrociò le braccia al petto e lo studiò in attesa. "Posso entrare nella tua ciurma, quindi?"

Il sorriso di Doflamingo si allargò a dismisura. Sembrava apprezzare la sua spavalderia. "Hai fegato e sei ambiziosa, due doti necessarie per sopravvivere nel Nuovo Mondo. Tuttavia, prima di accettarti, devi rispondere ad alcune mie domande: qual è il tuo passato e perché vuoi proprio entrare a far parte della Famiglia Donquijote?"

Berlay ricambiò sicura l'occhiata che era certa le stesse rivolgendo oltre le spesse lenti rosse e divaricò appena le lunghe gambe, saggiando senza tremare il terreno sotto di sé. "Non ho un passato particolarmente avvincente. Sono solo cresciuta nel mito di Gol D. Roger, le sue grandi imprese mi venivano ripetute sin da piccola e voglio semplicemente raggiungerlo e superarlo. Credo nella filosofia dei più forti, dove solo i migliori sopravvivono nella Nuova Era ed io voglio farne parte oltre che esserne protagonista. Voglio che tutti si ricordino di me" gli spiegò modulando la voce con trasparente onestà. "Perché ho scelto proprio te? Beh, la tua fama ti precede e se voglio imparare a cavarmela in un mondo di colossi devo apprendere dal migliore."

Doflamingò inclino la testa di lato, con sempre un assurdo sorriso a increspargli le labbra sottili.

Bene, sembra interessato. Dovrò mantenere alto il suo interesse nei miei confronti visto che è un soggetto che si annoia in fretta, ragionò Berlay.

"Il sangue ti spaventa? L'odio, il terrore perpetuato agli innocenti ti infastidiscono?" le domandò con una vena di sadico divertimento.

Domanda assai delicata.

Ricorda che si tratta di un essere spietato, dalla mentalità crudele e rispondi con quanto vorrebbe sentirsi dire.

"No, non ho paura di nulla e mi interessa solo di me stessa. I deboli sono destinati a soccombere e ad adattarsi."

Con quelle ultime taglienti parole parve averlo ufficialmente convinto.

Le si avvicinò fino a squadrarla un'ultima volta dall'alto.

"Il tuo nome."

Non era una richiesta ma un ordine.

"Berlay."

"Bene, Berlay. Ora sei a tutti gli effetti un membro della Famiglia" decretò Doflamingo, superandola. Evidentemente per lui il discorso era chiuso: avevano finito di stipulare l'affare. Prima di raggiungere l'uscita del locale, tuttavia, si fermò e la giacca ondeggiò appena al gesto attorno alle ampie spalle. La sua voce la raggiunse grave e suonò come una velata minaccia. "Ah, voglio che una sola cosa ti sia chiara: non tollero il tradimento. Ti sto dando fiducia. Prova a fregarmi e morirai male, molto male."

Le sue parole le entrarono spietate nelle ossa e per la prima ed unica volta in quella giornata un brivido di paura attraversò per intero Berlay.











Angolo Autrice:

premessa doverosa, la storia inizia molto prima della saga canonica di Dressrosa. Gli eventi narrati nel prologo hanno luogo 4 anni prima rispetto alla saga dell'arcipelago Sabaody. La storia rivivrà alcuni eventi di Sabaody e di Marineford (rivisitati con la presenza della protagonista femminile) poi, raggiunti quei capitoli, prenderà una piega totalmente diversa rispetto alla serie.
Potreste chiedervi il motivo che mi ha spinta a scrivere una storia proprio ora su Doflamingo. La risposta è semplice: lo reputo ancora il miglior villain di One Piece e quindi vorrei rendergli semplicemente giustizia.
In questo scritto ci sarà spazio per il romanticismo ovviamente, però ci sarà anche tanta azione, molti duelli e una buona dose di avventura che non guasta mai.
Spero di rimanere quanto più IC possibile nell'analizzare la complessa quanto affascinante personalità di un gran cattivo come Doflamingo.
Mi auguro che questo assaggino vi sia piaciuto e vi chiedo di lasciarmi –se vi va- una recensione o una vostra opinione.
A presto :)

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