Freccia d'Argento

Par Voglia_di_storie

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9° / 1,14k 🏅 #leggere - 12/01/2023 "Freccia d'argento"📕 Capitolo 9 "Io sono la tua capitana!" In questo cap... Plus

Capitolo 1 - L'incontro destinato
Capitolo 2 - Il nome predestinato
Capitolo 3 - Passi nella notte buia
Capitolo 4 - Il falco nero
Capitolo 6 - Lo stridio del falco
Capitolo 7 - Gli arcieri del crepuscolo
Capitolo 8 - Che la caccia abbia inizio!
Capitolo 9 - Io sono la tua capitana!

Capitolo 5 - La trappola del falco

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Par Voglia_di_storie

Quella notte mentre l'intero regno dormiva, le stelle in quel cielo scuro assistevano all'incontro fatidico tra Oreste, Ernesto con il bandito del gruppo dei falchi neri, l'aria in quel momento si era fatta molto pesante quei tre uomini si fissarono con uno sguardo immenso pronti ad agire in qualsiasi momento.

Oreste dopo essere stato salvato dal suo amico Ernesto prese in mano la situazione e iniziò a parlare verso il bandito: <<Ormai sei in trappola...Vuota il sacco e dicci quali sono le tue intenzioni e quella del tuo gruppo di malviventi...>>

Il bandito sentendo le domande del cavaliere si fece una grossa risata sarcastica rispondendogli: <<Non ti devo dire proprio nulla...Soldatino del regno...Poi...Chi l'ha detto che sono in trappola?>> Nell'istante in cui finì la frase alzò la sua mano e schioccò le dita, nel silenzio tombale che regnava il quel momento, iniziò un grande frastuono, i due eroi videro uscire dalle ombre della notte sagome che si rilevarono essere scagnozzi del bandito; da ogni angolo di quel vicolo ne uscirono sei pronti a combattere.

Ernesto e Oreste vedendo quei individui sbucare davanti ai loro occhi si allarmarono, la situazione si era ribaltata; si misero subito sulla difensiva: Ernesto caricò il suo arco con una freccia pronta per scoccarla e Oreste impugnò più strettamente la sua spada e nel mentre avvertì il suo compagno dicendogli: << Occhi ben aperti Ernesto! La faccenda si sta facendo complicata!>>. Ernesto sentendo il suo amico non si perse d'animo, i due eroi improvvisamente furono circondati dagli scagnozzi, la poca distanza che si creò con i loro nemici li portarono a stringersi di spalle tra di loro per non avere angoli ciechi, i due eroi avevano l'adrenalina al massimo si sentivano in difficoltà per la differenza numerica che si creò.

In quella trappola qualcuno si fece avanti, uno scagnozzo in preda alla rabbia attaccò con la sua spada Oreste, e a catena tutti lo seguirono attaccarono il duo contemporaneamente; Oreste si riusciva a difendere tra pugni e spadate per la distanza ridotta che si trovata con i suoi nemici, tra un fendente e l'altro anche tra tre scagnozzi contemporaneamente; Ernesto invece con il suo arco scagliava frecce a raffica cercando di evitare che si avvicinassero a lui e per proteggere le spalle al suo compagno Oreste.

Il bandito vedendo i suoi nemici in difficoltà si fece una grossa risata e se ne scappò, Ernesto in preda all'ira cercò di raggiungerlo facendosi strada da pugni e calci scaraventando gli scagnozzi per terra svenuti, <<Fermati dove scappi!>> Disse Ernesto inseguendolo. Oreste vedendo il suo compagno inseguire il bandito da solo si allarmò e gli gridò dietro: <<Non essere impulsivo...Fermati!>> Cercò di inseguirlo ma fu subito bloccato da uno scagnozzo.

Ernesto nell'inseguimento aveva in mente solo il pensiero di acciuffarlo e vendicarsi per la sconfitta del precedente incontro, così prese l'arco e sperimentò le sue frecce di riccio, così mentre correvano Ernesto si fermò e scoccò una freccia verso il bandito, andò a una certa velocità che come aveva collaudato si aprì creando innumerevoli spine. Il bandito mentre correva, si accorse che stava per arrivare qualcosa verso di lui grazie al suo sesto senso, così si girò e vide quella quantità di spine che gli venivano addosso; cercò di evitarli dietro un angolo del vicolo, Ernesto cercò di raggiungerlo ma lui ricambiò con la stessa moneta scoccando la sua freccia di riccio che risultò essere molto più efficace rispetto a quella scoccata da Ernesto, molto più resistente e più veloce creando più spine. Ernesto fece in tempo a fare una capriola nascondendosi dietro a un cassone di legno mentre quelle spine si scagliavano con violenza sulla strada, vedendo l'opportunità di sfuggirlo il bandito ricominciò a correre, Ernesto si rialzò subito e riprese a inseguirlo.

Oreste nel frattempo si sentiva stremato ad affrontare da solo quei tre scagnozzi rimanenti così pensò in se stesso "Devo finirli il più prima possibile!" Cercò di riflettere mentre si calmarono per un momento le acque dato che anche i malviventi cominciarono a cedere le loro forze con sospiri profondi. Oreste chiuse gli occhi e cercò una tecnica che li potesse neutralizzare una volta per tutte, finché aprì gli occhi e con la spada in pugno si abbassò verso uno scagnozzo facendo un montante che lo colpì in pieno a una certa velocità tanto da non accorgersene, il taglio creò una linea verticale sul suo corpo rossa di sangue facendolo svenire di colpo cadendo sul suolo.

Gli altri due scagnozzi vedendo il loro compagno cedere per terra si innervosirono e si scagliarono insieme contro Oreste, il cavaliere vedendoli arrivare prese la spada a due mani e con tutta la forza che aveva in corpo fece un tondo dritto prendendoli in pieno tanto che i due scagnozzi caddero di colpo privi di forza, Oreste vedendo i suoi nemici stesi inerti si sollevò facendo un sospiro, guardando la strada dove era scappato il bandito disse: <<Ernesto sto arrivando...>> Correndo in suo soccorso.

Ernesto nel frattempo continuava a inseguire il malvivente però a un certo punto per allungare la distanza tra loro due il bandito decise di svincolare in vie secondarie a lungo andare Ernesto si perse, non riusciva più a vedere il suo nemico; posò il suo arco e sguainò la sua spada, camminò a passo felpato cercando di evitare imboscate da parte del bandito finché davanti a se vide una stradina che portava in una piccola piazzetta, ne approfittò per uscire da quel labirinto correndo finché arrivato alla piazzetta una sagoma oscura scese in picchiata dal tetto verso Ernesto sbattendolo sulla strada.

Ernesto cercò di deviarsi dalle sue grinfie contorcendosi cercando di non far prendere la mira nel colpirlo alla schiena da suo pugnale, finché si girò su se stesso dando un calcio nello stomaco del bandito scaraventandolo via di un metro di distanza; si alzarono entrambi stremati, la notte era ancora giovane e la luna era l'unico spettatore di quella battaglia che li illuminava da una luce soffusa che impediva la visione del combattimento.

Ernesto chiese al bandito: <<Dato che dovrei morire per mano tua perché non mi dici anche tu il tuo nome?>> Il ladro sentendolo fece un ghigno e gli rispose: <<Se proprio vuoi saperlo mi chiamo...Stefano e sono uno dei membri principali del gruppo dei falchi neri!>>

<<Piacere di conoscerti...Stefano...>>

<<Ora che ho esaudito il tuo ultimo desiderio...Ti ucciderò senza esitazione!>> In quel momento il Bandito sguainò la sua spada e corse verso Ernesto, si sentì un grande frastuono, le due spade come l'ultima volta si incrociarono e diedero vita a una danza di scintille ci furono numerosi bagliori in quella piazza buia si contrastarono a vicenda fino a separarsi con la forza.

<<Sei migliorato rispetto l'ultima volta Freccia d'argento...>> Disse Stefano.

<<Mi sono allenato per questo incontro...>> Disse Ernesto riprendendo la rincorsa per attaccarlo, ci fu un'altra danza di spade tra fendenti e montanti i due sfidanti non volevano mollare, non c'era modo di trovare un vincitore, Ernesto rispetto l'ultima volta era riuscito a rimare in testa al suo avversario ma non bastava per sconfiggerlo definitivamente era comunque più forte di lui, in quel momento pensò al suo compagno Oreste che sicuramente aveva una dritta da dargli in quella circostanza.

Il ladro cambiò strategia prendendo il suo arco scagliò qualche freccia, il ragazzo cercò di evitarle ma accidentalmente una di loro si conficcò nella gamba di Ernesto, cadendo a terra si contorse dal dolore non riuscendo più ad alzarsi; il ladro vedendo il suo nemico per terra fece un ghigno perché capì che era il momento giusto per porre fine a questo combattimento, si preparò e scoccò la freccia per uccidere Ernesto definitivamente.

Il ragazzo seduto per terra si nascose dietro le sue mani, aspettando il dolore ma sentì un suono come se si fosse spezzata, incredulo aprì gli occhi e vide che davanti a lui c'era Oreste che distrusse la freccia con la sua spada.

Oreste girandosi verso Ernesto gli disse: <<Ora siamo pari!>> gli prese la freccia conficcata nella gamba e la spezzò, finalmente Ernesto si poté rialzare, <<Riesci a stare in piedi Ragazzo?>> Chiese Oreste preoccupato.

Ernesto gli rispose: <<Si...Tutto apposto>> Oreste gli si avvicinò e gli disse: <<Bene...Dobbiamo escogitare un piano...Devi...>>

<<No aspetta ci penso io...Non è un semplice ladruncolo!>> Ernesto lo interruppe, Oreste vedendo la sua determinazione non obbiettò concedendogli la possibilità di escogitare un piano da solo.

Stefano vedendo che arrivò anche il cavaliere non si preoccupò più di tanto dicendo: <<Anche se siete in due ora contro di me...La vostra sorte non cambia...Vi ucciderò entrambi!>>

I due eroi guardarono il loro nemico con determinazione, Oreste tenendo stretta la sua spada andò subito a caricare il nemico, Stefano impugnò la sua e cercò di difendersi dall'attacco di Oreste ma notò che la sua forza era maggiore rispetto a Ernesto, ebbe più difficoltà nel contrastarlo, Oreste era un abile spadaccino di un rango diverso rispetto al suo amico, l'arma del bandito non era sufficiente per contrastare la massiccia spada affilata della caserma dei cavalieri; i fendenti e i montanti di Oreste sbalzavano il ladro ogni volta che lo colpiva, non riusciva più a sostene i suoi contrasti, si stava affaticando subito così cercò di focalizzarsi su Ernesto ma non lo trovò più, si rese conto che era solo con il suo nemico, finché mentre il bandito era distratto Oreste bloccò il ladro con una presa e se lo mise davanti a se.

<<Sei pronto Ernesto!>> Gridò Oreste.

<<Sono pronto!>>

Il ladro era confuso non riusciva a capire dove fosse il suo nemico, finché dal nulla una freccia venne scoccata, Oreste lo lasciò nello stesso istante e Stefano fu colpito sulla spalla cadendo a terra; Oreste gli si piombò sopra e lo legò con una corda che aveva in quel momento vicino.

Il ladro notò che Ernesto si era nascosto dietro a una pianta nell'ombra; ormai si rassegnò all'evidenza che aveva perso così disse: <<Complimenti mi avete catturato e ora cosa farete con me?>>

Oreste gli rispose: <<ti portiamo in prigione...Così ti possiamo interrogare per bene!>> In quel momento il bandito si mise a ridere.

<<Chi sei tu? Cos'è il gruppo dei falchi neri?>> Chiese Ernesto.

<<Non ti posso dire molto ma siamo spietati...Un gruppo che non si fa nessun problema a uccidere la gente e a rubare inoltre...Io sono l'ultimo della scaletta ci sono altri membri più aggressivi e sadici che voi non potete immaginare...Un giorno li vedrete non vi preoccupate!>> Disse il ladro.

Ernesto sentendolo si rammaricò un po' ma non si perse di speranze rispondendogli: <<Li aspetteremo!>> Il ladro sentendolo fece solo un ghigno.

Una voce in lontananza chiamò il nome di Oreste, si girarono tutti e videro Orlando il capo della caserma dei cavalieri insieme a una sua pattuglia che si avvicinò a loro dicendo: <<Menomale che ti ho trovato...Ho avuto delle segnalazioni da parte dei cittadini qui nei dintorni...Vedo che ci sei riuscito Oreste a catturarlo...Noi nel frattempo abbiamo catturato gli altri sei complici dei falchi neri!>>

<<Ottimo bel lavoro!>> Rispose Oreste, Orlando vedendo Ernesto chiese: <<Chi è questo ragazzo?>>

Oreste lo presentò: <<Il suo sopranome e "Freccia d'argento" e il mio compagno, oggi insieme al suo aiuto siamo riusciti a catturare questo falco nero!>>

<<Oh bel lavoro ragazzo!>> disse Orlando.

<<La ringrazio!>>

Così tutti i malviventi furono portati in carcere e sul giornale del regno uscì la notizia della cattura del membro dei falchi neri.

In una parte del regno meno pensata abbandonata nel suo degrado, in una taverna ci alloggiavano degli uomini molto particolari che bevevano qualcosa di fresco finché uno di loro cominciò a parlare leggendo il giornale del regno: <<Avete visto? Hanno catturato Stefano!>>

Una serie di persone si misero a ridere sarcasticamente e poi un altra persona prese il discorso e disse: <<Ma si...Di cosa dobbiamo preoccuparci era comunque la pedina debole del nostro gruppo...Per me era veramente una spina nel fianco!>>

<<Vero ma non dobbiamo sottovalutare chi lo ha catturato...Inoltre hanno sconfitto sei dei nostri scagnozzi...Vero Capo?!>> Disse un uomo mentre beveva una birra.

Sentendosi chiamato Il capo di quei uomini lanciò in aria il giornale facendo roteare tutte le pagine in aria e nello stesso tempo lanciò un pugnale che prese al volo la lagina dove veniva raffigurato Oreste e Ernesto scaraventando il pugnale verso un tronco appendendolo, il capo disse: <<Non c'è nulla da preoccuparsi...Noi siamo più forti e determinati di loro...Nessuno potrà intralciare i nostri piani!>>

L'uomo guardò intensamente la pagina e disse ad alta voce: <<Oreste...Un giorno mi vendicherò!>>

Continua...

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