Capitolo 4 - Il falco nero

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Il giorno dopo, Ernesto riprese a stento le forze dal combattimento con il bandito della scorsa notte, si voleva far sembrare malato per non andare a lezione, ma non lo fece solo per capire meglio quale voci girassero intorno a questo malvivente.

Quella mattina non riusciva proprio a camminare, zoppicava e tra una lezione e un altra si fermava su una panchina del cortile per riposarsi un po'; i suoi compagni si preoccuparono per lui, Chiara si avvicinò a lui turbata del suo malessere, decise di chiedergli come stava, si avvicinò alla panchina e vide che Ernesto stava dormendo.

La ragazza diede qualche tocco sulla spalla per svegliarlo finché Ernesto sobbalzò dicendo svegliandosi: <<Maledetto bandito!..>>

Chiara rimase sbalordita vedendo quella scena, Ernesto vedendola si imbarazzò alla follia e chinandosi con il capo disse: <<Scusami Chiara...Ho passato una notte difficile...>>

<<Oh...Ho capito...ci stavamo preoccupando!>> Disse Chiara.

Ernesto alzò la testa e vide dietro di Chiara i suoi compagni di classe che aspettavano che lei ritornasse per sapere le condizioni del loro compagno.

Chiara era la ragazza più sveglia della classe, era sempre volenterosa di essere partecipe a qualsiasi iniziativa come in quel caso per sapere se stava bene Ernesto.

<<Ahahah...stai tranquilla ho fatto solo un brutto sogno e sono caduto dal letto tutto qui...Sono proprio sbadato...haha>> Disse Ernesto con un po di vergogna con la consapevolezza che non poteva dire la verità.

Chiara si fece una risatina e con sollievo salutò Ernesto e se ne andò a comunicare ai suoi compagni che era tutto apposto.

Ernesto voleva tanto fare l'eroe di turno e raccontare la sua disavventura ma sapeva che rischiava grosso se non l'espulsione dall'accademia.

Nell'arco della giornata seguì le lezioni con fatica e stanchezza ma a un certo punto della lezione di frecciologia mentre il professor Aldo spiegava, sentì l'argomento riguardante le "Frecce di riccio".

<<Queste frecce come si può dedurre dal nome...Se vengono scoccate a una certa velocità generano al loro volta una moltitudine di spine...Diciamo schegge di legno che hanno l'efficacia di essere come mille aghi...Sono frecce rare e inestimabili ma molto pericolose...Se una persona viene colpita verrà sia infilzata dalla freccia e punta da queste schegge che lo porterà a una morte lenta...Anche letale se sono impregnate da veleno...Perciò state attenti ragazzi come le usate!>>

Ernesto sentendo quella spiegazione si prese con accuratezza appunti per quelle frecce misteriose della scorsa notte, per puro caso il professor Aldo ne stava parlando come se il destino volesse dare a Ernesto spiegazioni per avere la sua rivincita; ma si chiese comunque una domanda a se stesso: "Come ha fatto il bandito a ottenere delle frecce così rare?".

Finita la lezione di Frecciologia la giornata ormai era finita, le lezioni erano terminate ed Ernesto mentre si stava recando nella sua stanza, fu chiamato da una voce familiare.

<<Ciao Ernesto! Come stai?>> Il ragazzo si girò e intravide in lontananza il suo caro amico Oreste che si avvicinava sempre di più a lui, vedendolo fu come se uno spiraglio di luce si apriva nella sua mente, era il momento giusto per alleviare le sue perplessità su quel misterioso bandito, era sempre informato su ciò che gira in tutto il regno.

Ernesto portò Oreste nella sua stanza per una chiacchierata;

<<Allora come ti sembra l'accademia?..Ti stai facendo delle nuove amicizie?>> Chiese Oreste.

Ernesto rispose: <<Si...Si...È meraviglioso qui anche se ho avuto un disguido con un mio compagno...Ma ora siamo amici...hahaha>>

<<Ottimo! Mi fa piacere...E le lezioni? Stai studiando?>>

Freccia d'ArgentoWhere stories live. Discover now